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Autore: Redazione StudioNews

A Roma la mostra fotografica sulla creazione della Via Transilvanica

A Roma la mostra fotografica sulla creazione della Via TransilvanicaRoma, 9 dic. (askanews) – Per celebrare la Festa Nazionale della Romania, l’Accademia di Romania in Roma, in collaborazione con l’Associazione Tasuleasa Social, propone al pubblico italiano un progetto innovativo e originale, ovvero una mostra fotografica che illustra la creazione della Via Transilvanica – il cammino che unisce. Si tratta di un percorso creato per svelare al mondo la Romania e il suo patrimonio, promuovere la diversità e i valori culturali, etnici, storici e naturali. Inoltre, è il primo cammino a lunga distanza creato in Romania, dedicato al trekking, al ciclismo e all’equitazione, e va da Putna a Drobeta-Turnu Severin: 1.400 km e 2.000 anni di storia, attraversando 400 comunità locali e 7 regioni storiche.


La mostra gode del patrocinio dell’Ambasciata di Romania in Italia e del riconoscimento della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea. L’inaugurazione della mostra avrà luogo il 10 dicembre presso la Galleria d’arte dell’Accademia di Romania in Roma (Viale delle Belle Arti, 110). All’inaugurazione saranno presenti Alin Uhlmann Useriu – presidente dell’Associazione Tasuleasa Social, Ana Szekely – vicepresidente, Tiberiu Useriu – ambasciatore della Via Transilvanica, nonché un addetto della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea. La mostra riunirà informazioni sul cammino Via Transilvanica, sulle aree geografiche e culturali che attraversa, sugli elementi del patrimonio naturale ed edificato che presenta, nonché sui valori che questo progetto vuole trasmettere, con accento sullo sviluppo del turismo sostenibile in collegamento diretto con la storia e le storie del luogo, e sul coinvolgimento civico. Grazie al forte impatto visivo, la mostra si propone di stimolare il pubblico italiano a scoprire la diversità culturale della Romania e il suo patrimonio naturale.


Questo progetto ha vinto nel 2023 il premio del pubblico agli European Heritage Awards / Europa Nostra Awards e il premio nella categoria “Citizens ‘Engagement and Awareness’Raising”. I prestigiosi European Heritage Awards vengono assegnati ogni anno dalla Commissione Europea attraverso il programma Europa Creativa. Nell’anteprima dell’inaugurazione, i rappresentanti dell’Associazione Tasuleasa Social – il presidente Alin Uhlmann Useriu, la vicepresidente Anna Szekely e il noto ultramaratoneta Tiberiu Useriu – avranno un incontro con la stampa presso la sede dell’Accademia di Romania in Roma il 10 dicembre 2024, ore 11.00, per interviste e presentazioni promozionali. Durante la conferenza stampa verrà trasmesso il film documentario I viaggiatori : Terra Banatica realizzato da Mircea Gherase per l’Associazione Tasuleasa.

Il Papa: una teologia di soli uomini è una teologia a metà

Il Papa: una teologia di soli uomini è una teologia a metàCittà del Vaticano, 9 dic. (askanews) – “Ci sono cose che solo le donne intuiscono e la teologia ha bisogno del loro contributo”. Ad affermarlo è stato stamane Papa Fancesco che ha ricevuto in udienzain Vaticano i partecipanti al Congresso Internazionale sul futuro della Teologia “Eredità e immaginazione”, promosso dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione Una teologia di soli uomini è una teologia a metà. Su questo c’è ancora parecchia strada da fare.


Ma proprio sul terreno di una teologia portata avanti anche dalle donne, nella Chiesa, ha subito aggiunto il pontefice “c’è ancora parecchia strada da fare”.

Corruzione, Nordio: è causata anche da troppe leggi

Corruzione, Nordio: è causata anche da troppe leggiRoma, 9 dic. (askanews) – “La corruzione oggi sta cambiando pelle. Quella interna è spesso finalizzata al vantaggio personale ed al finanziamento occulto dei partiti. Quella transnazionale è fatta per un malinteso senso dello Stato”. Lo ha detto il ministro della giustizia, Carlo Nordio, nel corso del suo intervento in video al convegno che si tiene alla Farnesina ‘L’impegno della politica estera italiana nel contrasto alla corruzione e al crimine organizzato transnazionale’, per la Giornata internazionale anticorruzione.


Perché “se la radice della corruzione interna non è da ricercarsi solo nella avidità umana, che è inestinguibile” – ha spiegato – “la madre della corruzione interna è anche la proliferazione normativa – ha continuato Nordio – È un reato che si consuma nell’ombra, nell’interesse dei corruttori e del corrotto quindi è difficile perseguirla perché vengono puniti entrambi. La collaborazione è così quasi impossibile”.Insomma oggi – ha proseguito il ministro guardasigilli – le transazioni digitali hanno cambiato il panorama. Indispensabile l’insegnamento di Falcone cioè ‘Follow the money’. Dobbiamo migliorare le capacità di analisi”. “La radice della corruzione interna non
è da ricercarsi solo nella avidità umana, che è inestinguibile, ma nella proliferazione normativa e nella sua complessità: se devi bussare a cento porte invocando cento leggi diverse è provabile che resteranno chiuse fino a quando qualcuno proporrà un modo per `ungere` la serratura”.


 

Siria, Crosetto: l’Ue è debole, Erdogan si rafforza

Siria, Crosetto: l’Ue è debole, Erdogan si rafforzaRoma, 9 dic. (askanews) – Secondo il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervistato dalla “Stampa”, la repentina caduta di Assad “è l’effetto di quanto accaduto non negli ultimi giorni, ma anni: l’indebolimento dell’Iran, dei suoi proxy, in primis Hezbollah, e della Russia, alle prese con il fronte ucraino”. Ora “Si apre una transizione difficile e piena di incognite”, prosegue Crosetto: “da un lato, ribelli vittoriosi già spaccati in fazioni, dall’altro la volontà di ripristinare un sistema democratico. Ma anche divisioni nel mondo arabo, estremisti che si odiano tra loro,tensioni sui confini: Libano, Iraq, Israele, Arabia Saudita, che non è confinante ma vicina e Turchia”.


Il presidente turco “Erdogan ha in mano un risultato che persegue da anni”, osserva ancora il ministro, “ma non pensava così vicino. E ora aumenta il suo potere di aprire e chiudere i rubinetti verso la Ue”. Quanto al rischio di ondate di profughi, come nel 2015, aggiunge: “È un’ipotesi, con una Ue ben più debole di allora. La Merkel fu costretta a riempire di soldi la Turchia per chiudere i rubinetti. Oggi la Germania è un Paese che va al voto nell’incertezza politica, ha cambiato in toto le scelte sull’immigrazione illegale ed è in balia alla crisi industriale più devastante dal dopoguerra”.

Auto, Antitrust: ristori consumatori per 7 mln da Citroen a Peugeot

Auto, Antitrust: ristori consumatori per 7 mln da Citroen a PeugeotRoma, 9 dic. (askanews) – L’Antitrus annuncia ristori per 7 milioni ai consumatori di Citroen e Peugeot. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha infatti concluso la verifica dell’ottemperanza degli impegni assunti dalle due case automobilistiche. L’istruttoria era stata avviata per il malfunzionamento del serbatoio dell’urea, che impiega l’additivo AdBlue, utilizzato su alcuni modelli Citroën e Peugeot. Il problema ha costretto gli automobilisti a sostenere, almeno in parte, i costi di sostituzione fuori garanzia.


Grazie agli impegni resi vincolanti dall’Autorità, a partire da dicembre 2023, consumatori e imprese hanno beneficiato di agevolazioni economiche. In particolare, il rafforzamento del programma di assistenza alla clientela (denominato Special Coverage “4UA+4UB”), ha consentito a consumatori e imprese di effettuare interventi di riparazione/sostituzione presso la rete Citroën e Peugeot beneficiando di una scontistica e di contributi per oltre 6 milioni di euro.


A tali misure compensative, si aggiungono i ristori, nella forma di voucher o rimborsi, per complessivi circa 700mila euro riconosciuti a beneficio di consumatori e imprese che, avendo riparato/sostituito il serbatoio Adblue prima dell’avvio dell’istruttoria, hanno beneficiato di condizioni meno favorevoli previste dal precedente programma di assistenza. Si tratta di agevolazioni il cui ammontare è destinato a salire in considerazione della implementazione da parte di Citroën e Peugeot di ulteriori misure di assistenza e a favore di consumatori e imprese. In particolare, è stata prorogata di altri 4 anni (dal 31 agosto 2024 al 31 agosto 2028) la durata della Special Coverage “4UA+4UB”. Inoltre, è stato introdotto un nuovo programma di assistenza alla clientela (denominato Special Coverage “4UD”) per i casi di sostituzione del serbatoio Adblue successivi a un intervento già effettuato in precedenza (c.d. casi di recidiva).

Vino, da 20 a 22 dicembre “Christmas Edition” del Badesi Wine Festival

Vino, da 20 a 22 dicembre “Christmas Edition” del Badesi Wine FestivalMilano, 9 dic. (askanews) – Badesi si prepara ad accogliere la “Christmas Edition” del Badesi Wine Festival: da venerdì 20 a domenica 22 dicembre, il borgo costiero in provincia di Sassari sarà il palcoscenico di un’esperienza capace di coinvolgere professionisti del settore, appassionati di vino e visitatori alla scoperta delle eccellenze enogastronomiche del territorio. L’evento si svilupperà su tre giornate con masterclass, convegni tematici, spettacoli dal vivo e varie attività nel cuore del Paese, diffusi tra la sala polivalente del Comune e nel “Villaggio Wine Festival”, che ospiterà stand espositivi, aree degustazione e spazi dedicati all’intrattenimento. Tra le Cantine presenti nel Villaggio si segnalano: Lepori, Fradiles Vitivinicola, la Cantina Li Seddi, Bodà, Cantina Gianluigi Deaddis, Tenute Pische, Tenute Pinna, Tenuta Asinara, Cantina Li Duni e l’azienda vitivinicola Binzamanna.


Organizzato dall’associazione culturale Il Leone e Le Cornucopie e dal Comune di Badesi, il festival gode del contributo dell’assessorato al turismo, artigianato e commercio della Regione Sardegna ed è realizzato in collaborazione con ProLoco Badesi, Assoenologi Sardegna e la Facoltà di Agraria dell’Università di Sassari. “Come amministratori siamo orgogliosi di esser riusciti ad organizzare la manifestazione di tre giorni dedicata al vino e a tutta la filiera vitivinicola, per la nostra comunità una preziosa risorsa” ha dichiarato il sindaco di Badesi, Giovanni Maria Mamia, ricordando che “come infatti è noto, Badesi ha una cultura centenaria legata alla produzione del vino con parecchi vigneti impiantati a piede franco, caratteristica che ci contraddistingue e rende la produzione vinicola del nostro territorio particolarmente ricercata nella sua specificità”. “Il Festival è un viaggio nel cuore della tradizione vinicola sarda, un’occasione per scoprire come il vino possa raccontare la storia e l’identità di un territorio unico” hanno affermato gli organizzatori Fabio Alescio e Tiziana Biscu, evidenziando che “la partecipazione di esperti e appassionati rende l’evento un punto di incontro per chiunque desideri approfondire il mondo del vino”. Il 20 dicembre, dopo i saluti del sindaco e la presentazione delle attività, alle 16 avrà il convegno “Conoscere i vini delle viti a piede franco” a cura di Mariano Murru, presidente Assoenologi Sardegna, e che vedrà come relatori Luca Mercenaro, (Facoltà di Agraria dell’Università di Sassari) e il sommelier Ais, Pierpaolo Fiori. Nel Villaggio si svolgeranno invece attività di intrattenimento dei bambini e performance musicali.


Il 21 dicembre, a partire dalle 10 verrà presentata la programmazione turistica 2025 a cura di Martina Catte, Consulente turismo sostenibile – Etifor-Valuing Nature. A seguire, si terrà il seminario “La storia del pane e del vino e la sua diffusione nella Regione Sardegna” diretto da Naomi Deaddis, enologa dell’Assoenologi Sardegna e componente dell’associazione Donne del Vino, con relatore Antonio Farris, Presidente dell’Accademia sarda del lievito madre. Nel pomeriggio le masterclass continueranno alle 16 con l’incontro in compagnia di uno chef su “L’importanza dell’abbinamento cibo e vino” a cura di Naomi Deaddis. Contemporaneamente al Villaggio si terranno le attività di intrattenimento per famiglie con l’esibizione dei cori e lo spettacolo “Bollicine” di Max Giusti e la sua band. Il 22 dicembre, il festival si chiuderà con due masterclass alla sala Polivalente: alle ore 12 è previsto l’incontro “Il valore del territorio nel bicchiere” diretta Giuseppe Carrus, curatore della guida Vini d’Italia del Gambero Rosso, mentre alle 16 è atteso il convegno su “Il business del vino: sfide future e nuove professionalità”, introdotto dal prof. Valerio Mancini della Sapienza Università di Roma, con interventi di produttori, enologi e sommelier. Al Villaggio giochi e divertimento e in serata la festa di chiusura.

Damasco è caduta, Assad è fuggito a Mosca: “Ora la Siria è libera”

Damasco è caduta, Assad è fuggito a Mosca: “Ora la Siria è libera”Roma, 9 dic. (askanews) – Scene di giubilo, cortei e bandiere al vento a Damasco e in molte città della Siria per celebrare la caduta del regime di Bashar al Assad. Dopo l’arrivo dei ribelli a Damasco e la fuga del capo dello Stato, il popolo siriano osa sognare un futuro migliore: cinque decenni di governo dinastico sono giunti al termine, con una fine improvvisa e per molti versi inattesa, a seguito di una lunga guerra civile che ha dilaniato il Paese. Folle di persone hanno sventolato la bandiera rivoluzionaria siriana e hanno abbattuto statue e ritratti del presidente e del padre, Hafez, mentre spari in aria e clacson hanno prima accompagnato e poi celebrato l’arrivo dei ribelli nella capitale. Sui principali social network si sono moltiplicati, in poche ore, foto e video di famiglie riunite con i propri cari, da tempo perduti, nell’oscurità del famigerato sistema carcerario del regime, tra pianti di gioia e abbracci per la ritrovata libertà. Ma online sono apparse anche immagini di saccheggi del palazzo presidenziale, ricco di beni e auto di lusso in un paese in cui il 90% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà.


La Siria è da ieri in mano ai ribelli. Il regime di Bashar al Assad è crollato, lasciando dietro di sé le macerie di una lunga e sanguinosa guerra civile. I quasi 25 anni della sua presidenza, sopravvissuta nel 2011 alle ‘Primavere arabe’, si sono chiusi nel modo peggiore per il capo dello Stato, con una fuga da Damasco tanto frettolosa quanto misteriosa. Almeno nelle sue prime, convulse, fasi, quando sulla sua sorte vigeva la massima incertezza e si rincorrevano persino voci – non confermate – sulla sua morte. Nella serata di ieri però tutto è diventato più chiaro. Assad e i membri della sua famiglia, partiti dalla capitale subito dopo che questa era caduta in mano ai ribelli, sono atterrati a Mosca. La Russia ha concesso loro asilo politico, dopo l’ingresso in città dei gruppi guidati dal movimento jihadista Hayat Tahrir al-Sham (Hts). ‘Questa è una vittoria per la nazione islamica’, ha commentato il leader di Hts, Abu Muhammad al Jolani. A certificare la fine dell’era Assad è stato un video registrato dai ribelli e diffuso nella mattinata di ieri. La città di Damasco è stata ‘liberata’: ‘il tiranno Bashar al Assad è stato rovesciato’, hanno annunciato le forze antigovernative, con alcune immagini girate dalla base aerea strategica di Mezzeh, nella capitale siriana, per testimoniare la caduta del regime. Solo poche ore dopo è arrivata una dichiarazione del ministero degli Esteri di Mosca, stretta alleata del capo dello Stato: ‘A seguito dei negoziati tra Assad e alcuni partecipanti al conflitto armato sul territorio della Siria, Assad ha deciso di lasciare la carica presidenziale e ha lasciato il paese, dando istruzioni per effettuare pacificamente il trasferimento del potere. La Russia non ha partecipato a questi negoziati’. In quel momento, Mosca non aveva ancora deciso di concedere un salvacondotto al presidente siriano e alla sua famiglia. O almeno non aveva ancora reso pubblica la sua decisione. Lo avrebbe fatto nel pomeriggio, come ultimo gesto di amicizia nei confronti del capo dello Stato caduto in disgrazia. Subito dopo, la Russia ha poi reso noto di avere chiesto per oggi una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu per discutere della situazione.


Abu Muhammad al Jolani è arrivato a Damasco accolto come un grande liberatore, ripreso al suo arrivo mentre bacia la terra ai suoi piedi. ‘Continuiamo a lavorare con determinazione per raggiungere gli obiettivi della nostra rivoluzione… Siamo determinati a completare il percorso iniziato nel 2011’, ha detto. Intanto, nella capitale è stato imposto un coprifuoco di 13 ore e tutti i prigionieri sono stati rilasciati dalle carceri. I combattenti e cittadini siriani inoltre sono stati invitati dai ribelli a preservare e mantenere le proprietà dello stato siriano. Ma un gruppo armato ribelle è entrato ieri mattina nel giardino della sede della residenza dell’ambasciatore italiano, Stefano Ravagnan. ‘Hanno portato via solo tre automobili e tutto è finito lì. Non sono stati toccati né l’ambasciatore né i carabinieri’, ha precisato il ministro Antonio Tajani, che mantiene uno stretto coordinamento con la presidenza del Consiglio e il ministro della Difesa. L’ingresso dei miliziani a Damasco e la dissoluzione del regime di Bashar Assad, secondo il ministro, comportano la necessità di una reazione immediata innanzitutto per la protezione degli italiani ancora presenti nel paese. Una quindicina di connazionali ha potuto attraversare la frontiera con il Libano. Il gruppo si trova ora a Beirut, in un luogo sicuro. Tajani intanto ha avuto contatti con leader politici di governi amici dell’Italia e ha verificato i piani di azione già programmati con altre amministrazioni dello Stato italiano.


Un’irruzione ha avuto luogo anche all’ambasciata iraniana a Damasco. Al Arabiya ha mostrato immagini di un gruppo di persone che strappava un grande poster all’ingresso della rappresentanza, con l’effigie del generale Qassem Soleimani, ucciso nel 2020 in Iraq in un attacco americano, e di Hassan Nasrallah, il leader Hezbollah morto a settembre in un raid israeliano a Beirut. E tra grida di giubilo e spari in aria, decine di centri di detenzione, ufficiali e informali, hanno aperto le loro porte ai detenuti, per intervento diretto delle forze antigovernative ma anche a seguito delle defezioni tra i ranghi di polizia ed esercito regolare. Nelle stesse ore sono cadute anche Tartus e Latakia, due città sul Mediterraneo che ospitano le basi russe in Siria, basi sulla cui sicurezza i ribelli hanno offerto ‘garanzie’, secondo fonti del Cremlino. E carri armati israleiani sono entrati in territorio siriano per la prima volta dalla guerra dello Yom Kippur nel 1973. Le truppe dello Stato ebraico hanno preso il controllo del versante siriano del Monte Hermon, nella ‘zona cuscinetto’ situata in Siria, sulle alture del Golan, ‘per evitare che forze ostili si avvicinino al confine israeliano’. Il primo ministro siriano Mohammed Ghazi al Jalali, da parte sua, è stato prelevato dalla sua residenza e in un video postato dai ribelli e citato dalla Cnn è apparso assieme a un gruppo di uomini armati, apparentemente scortato da loro verso un albergo per ufficializzare il passaggio dell’autorità e la transizione del potere. Le forze antigovernative hanno smentito le indiscrezioni sul suo arresto, facendo sapere che il capo del governo di Damasco resterebbe, almeno al momento, al suo posto. Sin dalle prime ore, d’altra parte, aveva precisato di voler tendere la mano a ‘tutti i siriani che hanno a cuore questo Paese per preservarne le istituzioni’, lanciando un appello per ‘elezioni libere’ con il fine di designare la prossima leadership della Siria.


Il capo delle forze curde in Siria ha salutato il momento ‘storico’ e la caduta del regime ‘dittatoriale’. Mazlum Abdi, il leader delle Forze Democratiche Siriane (Sdf), un’alleanza armata guidata dai curdi, ha detto che ‘questo cambiamento rappresenta un’opportunità per costruire una nuova Siria basata sulla democrazia e sulla giustizia, che garantisca i diritti di tutti i siriani’. Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha invece precisato che Assad ‘non ha mai chiesto’ l’aiuto di Teheran a livello militare per soffocare le forze antigovernative, aggiungendo di essere stato ‘sorpreso’ dalla ‘velocità’ dell’offensiva ribelle e dalla ‘incapacità’ dell’esercito siriano di respingerla. Mentre il presidente Masoud Pezeshkian ha condannato la presenza dell’esercito israeliano in Siria e ha invitato i paesi del Medio Oriente a essere vigili riguardo alle misure di Israele nei confronti dei popoli di questa regione. ‘Finalmente il regime di Assad è caduto. Questa è un’opportunità storica per il popolo siriano’, ha commentato da parte sua il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, in un discorso alla nazione in cui si è impegnato a difendere i Paesi vicini della Siria e ha definito la caduta del governo di Assad un ‘atto fondamentale di giustizia’, ma anche un ‘momento di rischio e incertezza’. Sottolineando le radici terroristiche di molti dei ribelli, Biden ha tuttavia precisato che i gruppi antigovernativi ‘ora stanno dicendo le cose giuste’, prima di concludere: ‘Assad deve essere portato davanti alla giustizia e punito’. Gli Stati Uniti che, secondo indiscrezioni del New York Times, avrebbero avuto negli ultimi giorni dei colloqui segreti con i ribelli per mettere in guardia contro pericolose alleanze con l’Isis, hanno comunque effettuato ‘decine di attacchi aerei’ nella Siria centrale, prendendo di mira ‘più di 75 obiettivi’ dello Stato islamico, ha annunciato il Centcom. ‘Non dovrebbero esserci dubbi: non permetteremo all’Isis di ricostituirsi e di approfittare dell’attuale situazione in Siria’, ha detto il generale Michael Erik Kurilla, aggiungendo: ‘Tutte le organizzazioni in Siria dovrebbero sapere che le riterremo responsabili se collaboreranno o supporteranno l’Isis in qualsiasi modo’. Da parte sua il Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha spiegato che ‘dopo 14 anni di guerra brutale e la caduta del regime dittatoriale, oggi il popolo siriano può cogliere un’opportunità storica per costruire un futuro stabile e pacifico’. La caduta della ‘crudele dittatura’ di Assad è un ‘cambiamento storico’ nella regione che ‘offre opportunità, ma non è privo di rischi’, ha invece affermato su X la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen. ‘L’Europa è pronta a sostenere la salvaguardia dell’unità nazionale e la ricostruzione di uno Stato siriano che protegga tutte le minoranze’, ha commentato. ‘Ci stiamo impegnando con i leader europei e regionali e stiamo monitorando gli sviluppi’.

Truppe di Israele in Siria per la prima volta dal 1973

Truppe di Israele in Siria per la prima volta dal 1973Roma, 9 dic. (askanews) – Per la prima volta dalla guerra dello Yom Kippur nel 1973, i carri armati israeliani sono entrati nel territorio siriano. Ieri pomeriggio le truppe israeliane hanno preso il controllo del versante siriano del Monte Hermon e questa mattina l’esercito israeliano ha annunciato di avere schierato truppe nella “zona cuscinetto” situata in Siria, sulle alture del Golan. Le forze di difesa israeliane hanno precisato tuttavia che non interverranno negli “eventi interni in Siria”.


Da parte sua il ministro della Difesa, Israel Katz, ha fatto sapere di aver ordinato all’esercito di creare una “zona di sicurezza libera da armi strategiche pesanti e da infrastrutture terroristiche” nel sud della Siria, anche oltre la zona cuscinetto, e di stabilire contatti con la comunità drusa e altre popolazioni nell’area. La decisione delle forze armate dello Stato ebraico fa seguito all’annuncio che la vicina città siriana di Quneitra era caduta in mano ai ribelli. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato di avere chiesto all’esercito di prendere il controllo della zona cuscinetto “per evitare che forze ostili si avvicinino al confine israeliano”.

Dopo annullamento presidenziali, proteste simboliche ai seggi

Dopo annullamento presidenziali, proteste simboliche ai seggiRoma, 9 dic. (askanews) – La domenica che doveva segnare l’esito delle presidenziali romene e che è coincisa con il Giorno della Costituzione per il Paese, è stata l’occasione per le dichiarazioni fortemente critiche dei due candidati al ballottaggio, Calin Georgescu e Elena Lasconi, che dopo l’annullamento del primo turno hanno auspicato che presto i romeni possano tornare a esercitare i loro diritti. Se da una parte il candidato sovranista Georgescu, su cui pendono le ombre di un finanziamento esterno della campagna, ha auspicato che si passi a breve di nuovo a un secondo turno, annullando la decisione dell’Alta Corte, dall’altro Lasconi, che ha guidato il fronte filo-Ue, ha dichiarato che si candiderà ancora anche se le elezioni dovessero essere ancora annullate.


“Spero di non arrivare alla primavera e che questo secondo round avvenga il più presto possibile, il più presto possibile. Non devono iniziare da zero. Si era già svolto il primo turno, era stato approvato. Adesso si deve semplicemente tornare indietro e ammettere che ciò che ha fatto la Corte Costituzionale è un abuso e un crimine”, ha dichiarato Georgescu che come gesto simbolico di protesta si è presentato domenica mattina, davanti a un seggio elettorale a Mogosoaia. “Oggi è il giorno della Costituzione” ed “è triste constatare che quello che è contenuto in questo documento, il valore più importante, cioè il diritto alla democrazia e il diritto di voto incondizionato, sono stati annullati. Oggi è il Giorno della Costituzione e in Romania non esiste più nulla di costituzionale. Tuttavia, sono qui in nome della democrazia e lo sarò sempre. È solo un simbolo. Non sto chiamando nessuno a fare niente”, ha aggiunto sostenendo che l’annullamento è stato deciso perché aveva “oltre l’80% dei voti nella diaspora”. Intanto, l’Alleanza per l’Unione dei Romeni, partito conservatore e sovranista guidato da George Simion e che sostiene Georgesccu, ha lanciato sabato una petizione da presentare alla Commissione di Venezia e alle istituzioni europee, come il Consiglio d’Europa, l’OSCE e il GRECO, chiedendo libere elezioni. Simion ha annunciato che presenterà un ricorso all’Alta Corte di Cassazione e Giustizia. I membri dell’Aur hanno anche acceso candele davanti ai seggi elettorali, rimasti chiusi, “perché si vuole seppellire la democrazia in Romania”.


Dal canto suo, Lasconi ha lanciato un appello ai cittadini affinché non rispondano a coloro che li incitano a ribellarsi e provano a “una destabilizzazione ancora maggiore del Paese”: “Viviamo in tempi difficili. Siamo estremamente fragili. Per favore, non trasformateli in munizioni per gli estremisti!” e “non andate alle urne domani (ieri) come vi esortano i politici russi!”. “Ho fiducia nel voto, non importa quante volte la Corte costituzionale prenderà decisioni arbitrarie. E se annullasse le elezioni dieci volte, mi candiderò anche per l’undicesima volta”, ha scritto su Facebook.

Siria, Nyt: scambi segreti tra Usa e ribelli negli ultimi giorni

Siria, Nyt: scambi segreti tra Usa e ribelli negli ultimi giorniRoma, 9 dic. (askanews) – Negli ultimi giorni gli Stati Uniti avrebbero comunicato segretamente con i gruppi ribelli che hanno rovesciato il regime di Bashar al Assad attraverso il governo turco, sostiene il New York Times. In particolare le comunicazioni sarebbero servite per metterli in guardia contro la possibilità di allearsi con i militanti di Isis. I gruppi avrebbero risposto – anche attraverso i turchi – assicurando di non avere intenzione di permettere all’Isis di far parte del loro movimento.


“Non dovrebbero esserci dubbi: non permetteremo all’Isis di ricostituirsi e di trarre vantaggio dall’attuale situazione in Siria”, ha affermato il generale Michael E. Kurilla, capo del comando centrale degli Stati Uniti, che supervisiona le operazioni nella regione. “Tutte le organizzazioni presenti in Siria devono sapere che le riterremo responsabili se si associano a Daesh o lo sostengono in qualsiasi modo”, ha detto ieri.