Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Autore: Redazione StudioNews

Forlini (Unaitalia): produzione avicola +6,7% in primi 4 mesi

Forlini (Unaitalia): produzione avicola +6,7% in primi 4 mesiRoma, 20 giu. (askanews) – “Dopo 2 anni difficili caratterizzati dall’aviaria, oggi il settore gode di buona salute: nel 2023 abbiamo recuperato l’autosufficienza, ora al 105,5%, grazie a una produzione in crescita del 7,7% a volume e del 2,7% a valore. E il primo quadrimestre 2024 vede una crescita media a volume del 6,7%”. Lo ha detto Antonio Forlini, che oggi è stato riconfermato alla presidenza di Unaitalia, l’associazione di riferimento per il settore delle carni avicole.


“Ma lo scenario non si presenta del tutto roseo – ha aggiunto – Gli effetti del cambiamento climatico, il protrarsi del conflitto in Ucraina e l’inasprimento dello scontro in Medio Oriente hanno reso sempre più instabili gli andamenti del commercio globale. Il settore – ha spiegato Forlini – ha davanti sfide molto complesse che vanno dai dossier europei sul benessere animale a uno sviluppo sostenibile del comparto basato su un punto di equilibrio tra sostenibilità ambientale, economica e sociale. Bisogna preservare la disponibilità per i consumatori delle proteine più democratiche e facilmente accessibili, ovvero carni bianche e uova”. “Nel prossimo triennio – ha concluso Forlini – lavoreremo affinché in Ue si pongano le basi per un dialogo col settore libero da ideologie e basato sulle evidenze scientifiche, augurandoci che la politica possa mettere al primo posto sicurezza e autosufficienza alimentare, garantendo una reciprocità di regolamentazione anche rispetto ai competitor internazionali”.

Latina, Landini: aziende che fanno impresa con gli schiavi vanno chiuse

Latina, Landini: aziende che fanno impresa con gli schiavi vanno chiuseRoma, 20 giu. (askanews) – “Sembra quasi normale che uno che fa impresa lo debba fare con degli schiavi. La follia è questa. Aziende come queste vanno chiuse, va impedito che possano continuare a lavorare”. Lo ha detto il leader della Cgil, Maurizio Landini, parlando a “L’Aria che tira” del bracciante indiano morto a Latina.


Satnam Singh, 31 anni, lunedì è stato scaricato per strada, davanti alla sua abitazione con un braccio tranciato e con le gambe lacerate. Lesioni che sarebbero state dovute all’azione di un macchinario, mentre lavorava nella campagne di Latina. Trasportato in condizioni gravissime al San Camillo di Roma, non ce l’ha fatta. Il titolare dell’azienda per la quale lavorava l’immigrato indiano è stato indagato.

Agroalimentare, Cristiano Ludovici nuovo presidente di Isit

Agroalimentare, Cristiano Ludovici nuovo presidente di IsitRoma, 20 giu. (askanews) – Cristiano Ludovici è il nuovo presidente dell’Istituto Salumi Italiani Tutelati, l’Associazione dei Consorzi dei Salumi DOP e IGP, per il triennio 2024-2027, in rappresentanza di 19 Consorzi di Tutela e di 23 prodotti tutelati. A nominarlo l’assemblea dei Consorziati che si è svolta martedì 18 giugno, a Bologna, presso l’hotel “I Portici”.


Cristiano Ludovici, amministratore delegato del Gruppo Alimentare Valtiberino, raccoglie il testimone da Lorenzo Beretta, che è stato alla guida di Isit per due mandati e ora nominato nuovo presidente dell’Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi (Assica). La nomina all’unanimità di Ludovici, che fino ad oggi ha ricoperto la carica di vicepresidente, premia e assicura la continuità strategica e politica dell’operato dell’Istituto sia per quanto concerne la rappresentanza istituzionale, sia nel coordinamento interno dei Consorziati.


“Riporrò particolare attenzione al ruolo di Isit nel favorire una ancora maggiore vicinanza dei Consorzi ai propri territori, perché – ha detto il neo presidente – l’Indicazione Geografica nasce e si rafforza grazie a quel legame indissolubile che unisce prodotto, qualità e territorio d’origine: sulla base di questa consapevolezza i Consorzi possono contribuire, anche con il nuovo regolamento IG, alla crescita del tessuto economico e sociale delle economie locali”. “Altro importante obiettivo – conclude Ludovici – sarà quello di rafforzare l’operato dell’Istituto, incrementando i servizi a favore dei Consorzi e fornendo strumenti strategici comuni per la valorizzazione delle produzioni. Ciò in continuità con la strada segnata dal Presidente Beretta, alla luce della quale deve essere letta, da ultimo, la nomina come nuovo direttore di ISIT di Cristiano Costantino Loddo, nel segno di un’intensificazione delle sinergie fra i Consorzi nonché di un costante coordinamento con Assica e Ivsi”.

Chip, TSMC studia nuovo avanzato sistema di packaging

Chip, TSMC studia nuovo avanzato sistema di packagingRoma, 20 giu. (askanews) – La Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. (TSMC), il più grande produttore di chip a contratto, sta sperimentando un nuovo metodo avanzato di confezionamento dei chip. Lo racconta oggi Nikkei Asia.


TSMC sta lavorando con fornitori di apparecchiature e materiali su questo nuovo metodo, anche se la commercializzazione potrebbe richiedere diversi anni. L’idea dietro questo nuovo approccio è di utilizzare substrati rettangolari simili a pannelli, anziché i tradizionali wafer rotondi usati oggi, permettendo di posizionare più set di chip su ogni wafer.


Lo studio è ancora nelle prime fasi, ma rappresenta un cambiamento tecnico significativo per TSMC, che in precedenza considerava l’uso di substrati rettangolari troppo impegnativo. Le tecniche avanzate di impilamento e assemblaggio dei chip di TSMC, utilizzate per produrre chip IA per Nvidia, AMD, Amazon e Google, impiegano wafer di silicio da 12 pollici, i più grandi disponibili. Il produttore di chip sta ampliando la sua capacità di confezionamento avanzato di chip a Taiwan per tenere il passo con la crescente domanda. L’espansione a Taichung è principalmente per Nvidia, mentre quella a Tainan è per Amazon e il suo partner di progettazione di chip, Alchip.


La tecnologia di confezionamento dei chip, una volta vista come un aspetto relativamente poco tecnologico della produzione, è diventata sempre più importante per mantenere il ritmo dell’avanzamento dei semiconduttori.

Mattarella: tutela dei rifugiati è obbligo internazionale e dovere morale

Mattarella: tutela dei rifugiati è obbligo internazionale e dovere moraleRoma, 20 giu. (askanews) – “I tragici sviluppi dell’attualità internazionale, con il moltiplicarsi di guerre e di focolai di crisi, nonché le conseguenze dei sempre più frequenti eventi meteorologici estremi ripropongono quotidianamente il dramma dei rifugiati”. Lo afferma in una dichiarazione il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato.


“La Repubblica Italiana garantisce la loro tutela con un approccio multilaterale ispirato ai principi della responsabilità degli Stati e del rispetto della dignità della persona – sottolinea -. Il nostro Paese resta impegnato nella promozione di strumenti innovativi, quali i corridoi umanitari e lavorativi. Si tratta di un obbligo internazionale e di un dovere morale di solidarietà coerente con i principi della Costituzione”. “In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato desidero sottolineare la necessità per la Comunità internazionale di affrontare le cause profonde delle migrazioni forzate, realizzando così le condizioni affinché nessun individuo sia costretto a fuggire dal proprio paese per salvaguardare la propria vita e i propri diritti fondamentali”, sottolinea Mattarella, aggiungendo: “Tale sfida globale richiede l’attivo coinvolgimento della società civile, oltre che delle Istituzioni e delle agenzie internazionali. Organizzazioni del terzo settore, enti religiosi, il settore privato e spesso anche singoli cittadini svolgono in favore dell’integrazione dei rifugiati un ruolo meritevole del più sincero apprezzamento” ha concluso.

Digitale, Giuseppe Mayer nuovo Ceo Talent Garden Italia

Digitale, Giuseppe Mayer nuovo Ceo Talent Garden ItaliaRoma, 20 giu. (askanews) – Giuseppe Mayer è il nuovo CEO di Talent Garden Italia. Imprenditore, manager e investitore con più di 25 anni di esperienza in brand strategy e digital marketing, Mayer ha ricoperto ruoli chiave nei principali gruppi della comunicazione e della consulenza italiana e internazionale, collaborando con imprenditori e aziende che investono nel cambiamento e nell’innovazione.


Nel 2016 ha fondato Antifragile, società di formazione e consulenza sul digitale con partecipazioni in startup che operano in diversi ambiti della trasformazione digitale. Negli ultimi 3 anni è stato partner di Be Consulting, responsabile dell’area digitale della società parte del gruppo Engineering. Nel 2020 è stato nominato Responsabile Marketing e comunicazione presso il Dipartimento per la Trasformazione Digitale. In precedenza ha ricoperto diversi ruoli in multinazionali del settore della comunicazione come Armando Testa, Grey, Isobar e Saatchi & Saatchi e collaborato con clienti come Coca-Cola, BNL, Barilla, Costa Crociere, Toyota/Lexus, Fiat, Pirelli solo per citarne alcuni. Autore di libri sul tema della trasformazione digitale è anche speaker e professore a contratto presso l’Università IULM dove tiene il corso in lingua inglese intitolato ‘Artificial Intelligence and Corporate Communication’. “Con l’AI siamo entrati nell’era della complessità – spiega Mayer -. In questo nuovo mondo investire nell’upskilling e nel reskilling delle persone non è più un optional, ma un imperativo perché l’intelligenza artificiale rende obsolete alcune competenze e cambia il paradigma del valore: abbiamo la responsabilità di aiutare le persone e le aziende ad acquisire le skill necessarie per prosperare in questa nuova era”.


Talent Garden ha in Italia il 40% del fatturato complessivo, ma l’ambizione è duplicare i volumi nei prossimi tre anni. “Siamo felici di dare il benvenuto a Giuseppe Mayer: la sua lunga esperienza nel mondo dell’innovazione saprà condurre con creatività, umanità e intelligenza la sfida della formazione e dei nuovi traguardi per il mercato italiano”, afferma il founder e presidente Davide Dattoli.

Avicoltura, Antonio Forlini confermato alla guida di UnaItalia

Avicoltura, Antonio Forlini confermato alla guida di UnaItaliaRoma, 20 giu. (askanews) – Antonio Forlini è stato riconfermato oggi alla presidenza di Unaitalia, l’associazione di riferimento per il settore delle carni avicole: un comparto che conta 64mila addetti e un fatturato di 7,5 miliardi (+2,7% sul 2022) a fronte di una produzione di 1.328.600 tonnellate di carni bianche e 12,3 miliardi di uova. Il rinnovo del mandato di presidenza per il triennio 2024-2027 è stato reso noto oggi durante l’assemblea dei Soci Unaitalia in corso a Bologna.


Teramano, classe 1960, Forlini ha una laurea in Giurisprudenza e un master MBA alla Bocconi di Milano. Dal 1996 è dirigente del Gruppo Amadori, nel quale ha ricoperto diverse responsabilità manageriali. Nel corso dell’assemblea è stato riconfermato alla guida del Comitato Uova di Unaitalia Ruggero Moretti, amministratore delegato di Cascina Italia spa e presidente EEPA, (European Egg Processors Association – Associazione europea dei produttori di uova).

Sindaci Asmel: Anac è Autorità Nazionale Aumento Complicazioni

Sindaci Asmel: Anac è Autorità Nazionale Aumento ComplicazioniRoma, 20 giu. (askanews) – Anac produce complicazioni e non semplificazioni e in occasione del suo decennale occorre che le forze politiche si interroghino sul suo futuro, non per comprimere il ruolo dell’Anticorruzione, ma perché esso venga gestito con più efficienza e incisività. Questi i principali risultati della rilevazione realizzata da Notosondaggi per conto di Asmel, la seconda Associazione dei Comuni cui aderiscono 4.467 Enti in tutt’Italia.


In particolare, il 65% degli intervistati ritiene che l’azione di Anac sarebbe più efficace e incisiva se orientata verso una maggiore semplificazione delle procedure. Il 53% del campione ritiene poi che le troppe funzioni attribuite ad Anac siano la causa della scarsa efficienza dell’Anticorruzione. Il 75% dei Comuni concorda con la scelta Asmel di proporre un riassetto delle sue funzioni perché il ruolo di Anticorruzione venga svolto con più efficienza e incisività. “La prevenzione della corruzione si realizza innovando i modelli organizzativi degli Enti pubblici per introdurre buone prassi e maggiore consapevolezza del problema. Ma le innovazioni si affermano con approccio collaborativo e pervasivo, mai prescrittivo. Anac si segnala invece per la cosiddetta Vigilanza collaborativa, un ossimoro tipico di quel bigottismo normativo frutto della cultura del sospetto, che produce solo appesantimenti delle procedure comunali e allontana le semplificazioni richieste da anni a gran voce dai Sindaci. Occorrerebbe imporre ai funzionari Anac un congruo periodo di distacco presso gli Enti locali perché conoscano il funzionamento delle realtà ove lo Stato è più vicino ai cittadini e l’entità dei danni causati dall’approccio centralista e dirigista dell’Autorità”, sottolinea Francesco Pinto, segretario generale Asmel.


“Dei 50 Stati che aderiscono al Progetto GRECO (gruppo d’etats contre la corruption), Usa compreso solo Italia e Messico si sono dotati di una struttura autonoma che si occupa di Anticorruzione e non siamo certo in buona compagnia. Tutti gli altri hanno individuato strutture interne agli Enti pubblici con compiti di coordinamento, formazione e diffusione di buone prassi, senza incidere sulle competenze delle varie strutture esistenti (forze di polizia, magistratura, Corte dei Conti, Ispettorati vari). L’esperienza maturata da Anac non va dispersa, anzi l’Autorità può meglio focalizzarsi sulla prevenzione della corruzione liberandosi dei troppi conflitti di interesse che la caratterizzano”, incalza Massimo Balducci consulente Asmel e docente emerito di Teoria delle organizzazioni complesse. “È urgente una riflessione sul riassetto di funzioni e competenze di Anac. Sono troppe le funzioni confluite in ANAC: Vigilanza, Indirizzo, Segnalazione, Irrogazione sanzioni, Precontenzioso e gestione del contenzioso, Arbitrato, Gestione unica del Sistema di digitalizzazione degli appalti. ASMEL rappresenta l’unica realtà associativa italiana, che da anni sottolinea l’inadeguatezza e la scarsa autorevolezza di ANAC, come percepita dai Sindaci italiani. Anche se oggi comincia a farsi strada la consapevolezza del problema, siamo tuttora gli unici a denunciare che il Re è nudo e ciò rappresenta una delle ragioni del grande successo in termini di adesioni alla nostra associazione da parte di Sindaci per la cui maggioranza, come emerge dal Sondaggio, Anac andrebbe ribattezzata come Autorità Nazionale per l’Aumento delle Complicazioni”, conclude Giovanni Caggiano, presidente Asmel.

In Italia e in Europa cresce la curiosità per le ricette dai nomi “fuorvianti” (+52%)

In Italia e in Europa cresce la curiosità per le ricette dai nomi “fuorvianti” (+52%)Roma, 20 giu. (askanews) – Il legame tra lingua e cucina può essere spesso profondo e ricco di sfumature e connessioni. Alcune denominazioni di piatti possono trarre in inganno, evocando determinati Paesi o nomi propri non strettamente legati agli ingredienti effettivi della pietanza, oppure possono derivare da traduzioni errate o false attribuzioni, mettendo in luce la complessità e la diversità del patrimonio gastronomico globale in correlazione alla varietà linguistica.


HelloFresh e Babbel, informa una nota, hanno esaminato in una ricerca, i trend legati ai piatti che derivano da nomi propri o da Paesi, invitando a un viaggio culinario e culturale per scoprire le origini dei dieci nomi di ricette più ricercate e peculiari tra l’Italia e l’Europa. Secondo i dati rilevati da HelloFresh, in Italia il podio delle ricette con maggior trend di crescita per le ricerche online è riservato ai piatti statunitensi: al primo posto le fettuccine Alfredo (235%), seguite in seconda e terza posizione dalle uova alla Benedict (83%) e dalla Caesar salad (22%). In Europa si attestano protagonisti delle ricerche online la pasta alla Norma (per il Regno Unito 23%), le uova alla Benedict (‘Huevos Benedictinos’) in Spagna (175%) e in Germania (‘Eier Benedict’) con una percentuale di crescita del 124%, mentre il filetto alla Wellington (‘Bœuf Wellington’) spopola in Francia (124%).


1. FETTUCCINE ALFREDO: come spiega la linguista Sofia Zambelli, Curriculum Manager presso di Babbel Live, il nome sarebbe riconducibile ad un ristoratore di Roma di inizio Novecento, Alfredo di Lelio. La leggenda racconta che di Lelio abbia ideato il piatto con l’obiettivo di aiutare la moglie a rinvigorirsi dopo la gravidanza. Utilizzando tre semplici ingredienti (pasta, burro e parmigiano), il cuoco creò una salsa ricca e cremosa che conquistò immediatamente il cuore della moglie. Il piatto è diventato poi popolare tra i clienti del suo ristorante, il ‘Ristorante Alfredo’, attirando anche celebrità e turisti da tutto il mondo. Nonostante le radici italiane, il piatto ha ottenuto grande fama negli Stati Uniti nel corso del XX secolo, dove è conosciuto come ‘Fettuccine Alfredo’ (questa denominazione è rimasta in italiano anche a livello internazionale). 2. UOVA ALLA BENEDICT: il nome di questo piatto non ha niente a che vedere con l’ordine dei Benedettini, come si potrebbe supporre. La versione più accreditata attribuisce la creazione a Charles Ranhofer, cuoco del ristorante di New York ‘Delmonico’s’. Si narra che uno dei clienti abituali, Lemuel Benedict, desideroso di trovare un rimedio al suo mal di testa, ordinò un piatto composto da uova poché, pancetta e muffin inglesi, il tutto condito con salsa olandese. Questo mix di ingredienti fu così gradito da diventare parte del menù del ristorante, con il nome ‘uova alla Benedict’ in onore del suo ‘creatore’.


3. CAESAR SALAD: il piatto risale alla figura del ristoratore piemontese Cesare Cardini che avrebbe creato questa insalata nel 1924, improvvisando con gli ingredienti disponibili in cucina durante un giorno particolarmente affollato nel suo ristorante a Tijuana, in Messico, il ‘Caesar’s Restaurante-Bar’ (lattuga romana, crostini di pane, parmigiano, uova, succo di limone, olio d’oliva, senape, salsa Worcestershire, aglio e acciughe). La popolarità di questo piatto (ancora oggi chiamato così in onore del cuoco italiano) crebbe molto rapidamente tra i clienti del ‘Caesar’s Restaurante-Bar’ al punto da essere diventata una delle insalate più apprezzate in tutto il mondo. La denominazione della ricetta rimane invariata in inglese e italiano, mentre in altre lingue europee viene tradotta letteralmente come, per esempio, in francese ‘salad César’, in spagnolo ‘ensalada César’, e in tedesco ‘Caesar salat’. 4. PASTA ALLA NORMA: l’origine linguistica di questo piatto è comunemente attribuita all’opera lirica ‘Norma’ del compositore catanese Vincenzo Bellini. Tuttavia, ci sono due versioni contrastanti su come questo collegamento musicale sia nato: secondo alcuni, uno chef catanese creò e servì questa pietanza in occasione della Prima dell’opera di Bellini a La Scala (il 26 dicembre 1831); secondo un’altra popolare teoria, lo scrittore, poeta e sceneggiatore Nino Martoglio l’avrebbe assaggiata ospite da amici a Catania e, particolarmente impressionato dalla sua bontà e dalla bellezza dell’opera di Bellini, avrebbe esclamato: ‘Questo piatto è una vera Norma’.


5. FILETTO ALLA WELLINGTON: il famoso duca inglese di Wellington, Arthur Wellesley, è il personaggio che si nasconde dietro questo piatto, creato proprio per celebrare la vittoria del condottiero nella battaglia di Waterloo contro Napoleone nel giugno del 1815. Alert nomi e provenienza geografica, tra teorie e tradizioni A conquistare la curiosità degli italiani, secondo i dati rilevati da HelloFresh, ci sono anche tutti quei nomi di piatti che rimandano a nomi di luoghi o località geografiche, come ad esempio gli hamburger (122%), le french fries (50%) e l’insalata russa (49%). In Spagna cresce l’interesse per la torta Baked Alaska (125%), mentre in Francia suscita maggior attenzione il dolce estivo Eton Mess (89%). Nel Regno Unito, si confermano tra le ricette internazionali più ricercate l’hamburger (400%), e in Germania le French fries (235%). 6. HAMBURGER: deriverebbe dalla città di Amburgo, dove all’inizio del XIX secolo era uso comune servire carne macinata sotto forma di polpette o bistecche, fu introdotta negli Stati Uniti a seguito dell’emigrazione tedesca di quello stesso periodo. La parola sarebbe quindi un prestito linguistico dal tedesco, e più specificatamente, un demotico (ovvero un termine che indica la provenienza e in questo caso, significa ‘di Amburgo’). La pratica di mettere la carne tra due fette di pane prese rapidamente piede oltreoceano nel corso del XIX secolo, dando origine all’ormai conosciutissimo ‘panino imbottito’. 7. FRENCH FRIES: contrariamente a quanto sembra dal nome del piatto, le ‘French fries’ (letteralmente ‘patatine francesi’) non provengono dalla Francia, ma dal Belgio. Durante la prima guerra mondiale, i soldati nordamericani di stanza nella regione della Vallonia scoprirono questo spuntino di patate fritte; poiché la lingua dominante nel Belgio meridionale è il francese, questa gustosa pietanza venne soprannominata ‘French fries’. Un’altra teoria suggerisce invece che il termine ‘French’ sia stato utilizzato per indicare lo stile di taglio delle patate ‘alla francese’, piuttosto che per l’origine geografica. Secondo un’altra versione, infine, il termine ‘fries’ sarebbe da ricondurre alla lingua francese, dove ‘frire’ significa ‘cuocere in olio bollente’. 8. INSALATA RUSSA: il nome di questa ricetta potrebbe trarre in inganno, poichè non è strettamente legato alla Russia, almeno non in tutto il mondo! Si ritiene che l’insalata sia stata creata nella seconda metà del XIX secolo da un cuoco belga di nome Lucien Olivier, che gestiva un famoso ristorante a Mosca chiamato ‘Hermitage’. La ricetta originale di Olivier includeva ingredienti come patate, carote, piselli, cetrioli sottaceto, uova sode e carne, maionese, olive e prezzemolo come decorazioni. Quella che in Italia è denominata insalata russa, prende i nomi più diversi negli altri Paesi. In Danimarca, Norvegia e Finlandia, per esempio, è conosciuta come ‘Italiensk salat’ (‘insalata italiana’), influenzata da una versione piemontese del piatto risalente al XIX secolo e nota come ‘insalata rusa’ (ossia rossa, poichè prevedeva l’uso di barbabietole). Secondo alcune fonti, il piatto sarebbe stato proposto da un cuoco di corte dei Savoia in occasione della visita dello zar Nicola II in Italia nel 1909. Il piatto sarebbe stato preparato con l’aggiunta di prodotti comunemente coltivati in Russia (carote e patate) – la ricetta non prevedeva l’uso della maionese, ma della panna che voleva rappresentare la neve, tipica del clima russo – lo zar avrebbe poi portato con sé la ricetta, che si sarebbe diffusa in Europa, sostituendo la panna con la maionese ed eliminando le barbabietole. In Olanda ‘Huzarensalade’ (‘insalata degli Ussari’) a causa dell’associazione con i cosiddetti ‘ussari’, una tipica unità di cavalleria dell’esercito russo che introdusse l’insalata nei Paesi Bassi in occasione di eventi militari o diplomatici. In Lituania è nota come ‘Baltasis salotas’ (‘insalata bianca’) per il suo colore chiaro e la consistenza cremosa, mentre in Croazia, Slovenia e Ungheria è denominata ‘Francuska salata’ (‘insalata francese’), termine che si ricollega alla popolarità della cucina francese. In Romania, infine, è chiamata ‘Insalata boeuf’ a causa della sua associazione a un piatto tradizionale rumeno chiamato ‘Salat? de boeuf’ a base di manzo bollito e verdure sottaceto e maionese. 9. BAKED ALASKA: l’invenzione di questo dolce è generalmente attribuita allo chef francese Charles Ranhofer del Delmonico’s Restaurant di New York City e risale al 1867. Tuttavia, l’origine precisa del nome è incerta. Secondo alcuni, ‘Baked Alaska’ deriverebbe dal fatto che il piatto assomiglia ad un paesaggio ghiacciato: in questo caso, il gelato rappresenterebbe l’Alaska e la meringa la neve. Altri suggeriscono che il nome possa essere stato utilizzato per onorare l’acquisto dell’Alaska da parte degli Stati Uniti nel 1867, sebbene questa versione sia meno accreditata. È curioso che questa torta viene chiamata in francese ‘omelette à la norvégienne’ (ovvero ‘omelette alla norvegese’), così denominata per via della sua somiglianza con un altro dolce francese chiamato appunto ‘Omelette norvégienne’ o ‘Omelette surprise’: entrambi i dessert presentano infatti uno strato esterno che ricorda la meringa cotta o bruciata, anche se i loro ingredienti e il loro metodo di preparazione possono essere diversi. 10. ETON MESS: l’origine di questo goloso dessert, che combina panna, fragole e meringa sbriciolata, deve il nome all’unione di due parole: la parola inglese ‘mess’ che letteralmente si può tradurre con ‘disastro’ o ‘pasticcio’ e Eton, tra i più prestigiosi college del Regno Unito, nella contea di Berkshire. Secondo la teoria più famosa, alla fine del XIX secolo, durante una partita di cricket presso la rinomata scuola, un cane labrador si sarebbe seduto su un cesto da picnic contenente una torta Pavlova con fragole e panna, schiacciandola completamente. Di fronte a questo caos, gli studenti provarono a salvare il dolce, accorgendosi che risultava ancora ottimo! ‘Siamo lieti di mettere in evidenza con questa ricerca una nuova tendenza nelle preferenze gastronomiche europee, in particolare in Italia, sempre più affascinata da tradizioni culinarie e culturali diverse,’ afferma Alessa Pomerantz, Responsabile dello sviluppo ricette di HelloFresh. ‘Il nostro servizio di meal-kit delivery va incontro proprio a questa tendenza con la sezione del menù ‘Dal Mondo’, garantendo ai nostri clienti il piacere di sperimentare nuove ricette e, al contempo, di perfezionare le proprie competenze culinarie riscoprendo i piatti della tradizione regionale con la sezione del menù dedicato alle ricette ‘Italiane”.

Agricoltori di Coldiretti Puglia da prefetti su emergenze settore

Agricoltori di Coldiretti Puglia da prefetti su emergenze settoreRoma, 20 giu. (askanews) – Dal ‘grano nuovo’ quotato solo 337-342 euro a tonnellata alla siccità, con la cronica mancanza di acqua a causa di una gestione fallimentare della risorsa idrica in Puglia, ma anche la mancata ‘ricostruzione’ dopo il disastro causato dalla Xylella fino all’emergenza fauna selvatica. Sono questi i temi affrontati da Coldiretti Puglia, con gli agricoltori arrivati dalle campagne che hanno incontrato i Prefetti della Puglia, con presìdi dinanzi alle sedi dei Palazzi del Governo.


“Con la Puglia invasa dai cinghiali, non c’è solo la peste africana, ma è allarme per la sicurezza delle persone in campagna e città – denuncia Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia – le aree della Murgia barese e tarantina, del Gargano e del subappennino dauno sono divenute l’eldorado dei cinghiali che devastano anche i raccolti. “Coldiretti Puglia chiede l’applicazione subito a livello regionale delle misure previste dal decreto interministeriale varato lo scorso anno per l’adozione di un Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica incontrollata”, insiste Pietro Piccioni, direttore regionale di Coldiretti.


Altra emergenza è la siccità, con “la fallimentare gestione dell’acqua e della bonifica in Puglia”. Per questo Coldiretti Puglia chiede un tavolo regionale permanente per l’emergenza irrigua e siccità che affronti annose questioni a carico di ARIF e dei consorzi di bonifica commissariati. Uno degli effetti più devastanti della mancanza di acqua si è manifestato proprio sulla produzione di grano in Puglia, stimata quest’anno in calo del 40-45% per effetto della prolungata siccità che ha stretto tutta la regione in una morsa per mesi causando il taglio delle rese. E ancora la Xylella, con la richiesta di Coldiretti Puglia di un tavolo regionale che affronti in maniera sinergica il completamento del Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia, il contrasto all’avanzamento della subspecie Pauca e delle altre due sottospecie di recente scoperta, l’avvio di un secondo piano per la rigenerazione delle aree colpite dalla Xylella fastidiosa in Puglia ed un pieno e consapevole coinvolgimento delle Istituzioni Nazionali e dell’Europa sul problema Xylella.