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Autore: Redazione StudioNews

Domani Mattarella inaugura a Bucarest la mostra Sonnabend&Arte povera

Domani Mattarella inaugura a Bucarest la mostra Sonnabend&Arte povera

Roma, 18 giu. (askanews) – Nell’ambito della sua visita ufficiale in Romania nel corso della quale incontrerà il capo di stato romeno Klaus Iohannis, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, inaugurerà la mostra “Ileana Sonnabend & Arte Povera”, allestita al Museo Nazionale d’Arte di Romania il 19 giugno.


Con la mostra ILEANA SONNABEND & ARTE POVERA, il MNAR-Muzeul National de Arta al României, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia in Romania, l’Istituto Italiano di Cultura a Bucarest e Antonio Homem della Sonnabend Collection Foundation, rende omaggio alla vita e all’opera della gallerista di origine romena Ileana Sonnabend. La mostra sarà visionata in preview dal presidente Mattarella, si svolgerà poi un vernissage il 22 giugno e sarà aperta al pubblico dal 26 giugno. Ileana Sonnabend nasce il 25 ottobre 1914 a Bucarest, in una delle famiglie più agiate dell’alta borghesia ebraica della città, gli Schapira, e scompare a New York il 21 ottobre 2007.


Aperta fin da piccola all’arte e alla cultura, conosce a Bucarest Leo Castelli, uno dei più importanti promotori della pop art americana, che sposa nel 1933. I due partono per New York alla vigilia dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, dove fondano una galleria d’arte che diventerà una delle più importanti per la diffusione dell’arte americana a metà del XX secolo. Ileana torna in Europa con il secondo marito, Michael Sonnabend, prima a Roma e poi a Parigi. Queste esperienze segnano il percorso che farà di Ileana Sonnabend un’esponente di spicco dell’arte del XX secolo, promuovendo un dialogo tra l’arte americana e quella europea attraverso l’attività della galleria d’arte che apre a Parigi nel 1962 con Michael Sonnabend e successivamente anche a New York. Negli anni Sessanta, oltre a sostenere artisti americani come Jim Dine, Jasper Johns, Roy Lichtenstein, Claes Oldenburg, Robert Rauschenberg, Andy Warhol, Ileana Sonnabend ebbe profondi e continuativi rapporti con l’Italia, prestando una specifica attenzione nei confronti dell’Arte Povera, che – teorizzata nel 1967 dal critico Germano Celant – è ancora oggi il movimento artistico italiano più noto al mondo.


Al fine di sottolineare questa sua lungimiranza e apertura verso l’arte italiana, la mostra al MNAR si concentra sul rapporto della gallerista con gli artisti dell’Arte Povera da lei seguiti: Michelangelo Pistoletto, Gilberto Zorio, Mario Merz, Giovanni Anselmo, Pier Paolo Calzolari, Giulio Paolini, Jannis Kounellis. Come premessa al focus sull’Arte Povera, la mostra accoglie altresì un omaggio a Mario Schifano in quanto primo artista italiano che Ileana Sonnabend espose, che segna dunque l’inizio del profondo legame tra la galleria Sonnabend e l’arte italiana sviluppato dalla seconda metà degli anni Sessanta. La mostra non è soltanto la prima che la Romania dedica alla gallerista romena, ma anche la prima a lei dedicata nel mondo non basata sulle opere attualmente appartenenti alla sua collezione, la Sonnabend Collection. Al fine di differenziarsi dai precedenti progetti espositivi e di sottolineare l’ancora forte legame tra la storia di Ileana Sonnabend e l’Italia tramite l’Arte Povera, la mostra al MNAR include opere ancora oggi di proprietà degli artisti o dei loro eredi, nonché di musei, fondazioni, collezionisti privati, galleristi italiani, esposte dalla gallerista in occasione di mostre presso la sua galleria oppure da lei organizzate altrove.


Le opere incluse, per lo più realizzate tra i primi anni Sessanta e i primi anni Settanta, sono ormai divenute icone della storia dell’arte. Tra queste, si menzionano i quadri specchianti Due uomini in camicie (1963) e Ragazza che cammina (1966) di Pistoletto, Torsione (1968) di Anselmo fino all’Apoteosi di Omero (1970-71) di Paolini. Anticipa la visione delle opere un approfondimento cronologico, testuale e fotografico, su Ileana Sonnabend e un secondo approfondimento, testuale e fotografico, sul suo rapporto con gli artisti dell’Arte Povera. La mostra si conclude con un documentario video sulla gallerista e l’arte italiana, realizzato per l’occasione da 3D Produzioni e destinato in seguito ad essere trasmesso dalla televisione italiana. Questa esposizione ha una notevole rilevanza sia per l’Italia, poiché permette di far meglio conoscere all’estero l’arte italiana, sia soprattutto per la Romania in quanto è la prima volta che il leggendario lavoro di Ileana Sonnabend viene presentato nel suo Paese d’origine. La curatrice della mostra è Ilaria Bernardi, storica dell’arte contemporanea specializzata nell’arte italiana del dopoguerra, con particolare attenzione agli artisti dell’Arte Povera, ricerca a cui ha anche dedicato un importante mostra al Wits Art Museum, a Johannesburg, nell’ottobre 2023. Ha collaborato, tra gli altri, con Germano Celant, teorizzatore dell’Arte Povera, e con Carolyn Christov Bakargiev. Ha curato mostre per istituzioni pubbliche organizzate in importanti spazi espositivi in Italia e all’estero, tra cui: a Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Palazzo delle Esposizioni, MAXXI; in Lombardia, Triennale di Milano; Villa e Collezione Panza, Varese; negli Stati Uniti, Magazzino Italian Art, Cold Spring (NY), ArtOmi (Gent, NY); Sudafrica, Keyes Art Mile e Wits Art Museum, Johannesburg; 6 Spin Street, Cape Town. ‘Lo sguardo di Ileana Sonnabend è stato capace di percepire l’essenza creativa delle ricerche artistiche europee e americane della seconda metà del Novecento, individuando artisti e opere che hanno inciso profondamente nella storia dell’arte internazionale. Tra questi ci sono sicuramente gli artisti italiani da lei supportati; in particolare, quelli dell’Arte Povera di cui ha capito subito la potenza del loro linguaggio e di conseguenza l’esportabilità delle loro opere nel contesto europeo e statunitense. La mostra a Bucarest desidera rendere omaggio a quel suo sguardo così efficace ma anche all’importanza dell’Arte Povera nel contesto internazionale dell’arte’ (Ilaria Bernardi, curatrice della mostra). ‘Proponiamo al pubblico romeno questa mostra dedicata a Ilena Sonnabend, la prima organizzata in uno spazio museale dopo quella al MOMA di New York, che è estremamente rilevante, attraverso il materiale documentario e le eccezionali opere d’arte incluse, per il ruolo che ha giocato a consacrare l’arte d’avanguardia della seconda parte del Novecento. Questa mostra fa parte degli sforzi che il MNAR sta compiendo quest’anno per includere nel suo programma espositivo progetti realizzati in collaborazione con partner stranieri.’ (Calin Stegerean, Direttore generale del MNAR). Oltre a tutti gli artisti, i loro archivi e i prestatori delle opere, si ringrazia Antonio Homem, erede di Ileana e Michael Sonnabend, per l’indispensabile aiuto nell’elaborazione di questo progetto e nelle ricerche necessarie per realizzarlo. BIOGRAFIA ILEANA SONNABEND La vita nell’arte di Ileana Schapira ha inizio nel 1935, quando si trasferisce a Parigi con il marito triestino Leo Castelli (Trieste, 4 settembre 1907 – New York, 21 agosto 1999), il quale, nella capitale francese, apre una galleria grazie all’aiuto finanziario del padre della moglie, un industriale romeno. Al momento della dichiarazione di guerra i due coniugi si trasferiscono a New York, dove nel 1957 Leo Castelli apre una sua galleria, mentre la moglie inizia a interessarsi e a collezionare le opere degli artisti seguiti dal marito, prevalentemente esponenti della neo-avanguardia statunitense. Dopo aver divorziato da Castelli ed essersi risposata con Michael Sonnabend, da cui prende il cognome, nei primissimi anni Sessanta si trasferisce a Roma con il nuovo marito, amante di Dante e Michelangelo e appassionato mentore di giovani artisti americani. Assieme iniziano a mostrare ai mercanti e ai critici italiani la documentazione sugli artisti della Pop Art americana entrati a far parte della loro collezione, ma riscontrano molte difficoltà. Nel 1962 decidono allora di aprire a Parigi la prima galleria, col nome Ileana Sonnabend, con l’intento di mettere in dialogo l’arte americana con quella europea, dimostrandone l’affinità. È però con l’Italia che i rapporti iniziano a rivelarsi i più fruttuosi, in quanto parallelamente è proprio l’Italia a divenire la culla di due importanti risposte sia alla Pop Art sia alla Minimal Art degli Stati Uniti, grazie alla nascita prima della Pop Art italiana e poi dell’Arte Povera. Per questa ragione, nel 1963 la Galleria Sonnabend dedica una personale a Mario Schifano e include nella collettiva Dessins Michelangelo Pistoletto, a cui poi dedicherà una personale nel 1967, anno anche della personale di un altro artista italiano, Piero Gilardi. Nella seconda metà degli anni Sessanta stringe inoltre forti rapporti con il gallerista italiano Gian Enzo Sperone e con il critico Germano Celant, che proprio nella galleria torinese di Sperone trova un alleato per promuovere gli artisti del movimento dell’Arte Povera, da Celant stesso teorizzato nel 1967. Dall’intenso rapporto di Ileana Sonnabend con Sperone e Celant derivano nel 1969 le personali di Gilberto Zorio, Mario Merz, Giovanni Anselmo. Sebbene la sede di Parigi rimanga attiva fino al 1980, Ileana Sonnabend e il marito nel 1970 aprono una seconda sede a New York. Nel 1970 vi si tengono le personali di Giorgio Griffa, Mario Merz, Pier Paolo Calzolari; nel 1971 di Pier Paolo Calzolari e Mario Merz; nel 1972 di Piero Manzoni, Giulio Paolini e Jannis Kounellis. Nel 1972 Ileana Sonnabend dà avvio a Sonnabend Press, affidandone la direzione proprio a Germano Celant. Da qui le numerose monografie dedicate agli artisti dell’Arte Povera, edite da Sonnabend Press. Oltre a ulteriori personali degli artisti italiani già citati, nel 1975 Vincenzo Agnetti e nel 1976 Luigi Ontani fanno il loro ingresso nella Galleria Sonnabend. Ma, tra tutti, è con Kounellis che Ileana Sonnabend stringerà il più assiduo rapporto, fatto di ben altre sette mostre personali fino al 1987. Alla fine degli anni Novanta la Galleria Sonnabend si trasferisce a Chelsea e rimarrà attiva per alcuni anni anche dopo la morte della sua fondatrice, avvenuta nel 2007.

Autonomia, Zaia: non è un’operazione sovversiva che spacca il Paese

Autonomia, Zaia: non è un’operazione sovversiva che spacca il PaeseRoma, 18 giu. (askanews) – “Su questa riforma ci sono dei pregiudizi che dovremo superare. Dovremo parlare al popolo del Sud che viene quotidianamente bersagliato da informazioni negative. Ma non è onesto far credere ai cittadini che questa sia un’operazione sovversiva che spacca il Paese. Non è la verità”. Lo afferma il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, al Corriere della sera, nel giorno in cui la riforma dell’autonomia differenziata arriva in aula alla Camera per l’approvazione definitiva.


Sui pregiudizi anche nel centrodestra dice che “le discussioni entro la maggioranza sono sempre costruttive. Ma che salti il banco, nemmeno voglio pensarlo. L’Autonomia è il grande contributo della Lega al Paese, ma non è un blitz ma un segno di grande coerenza di questo governo. È un dibattito democratico che deve avvenire dentro al Parlamento e ci sono tutti i presupposti per un bel lavoro a favore di tutti. Peraltro, l’Autonomia è un pilastro del programma di governo, così come il premierato. Ripeto: che salti il banco nemmeno voglio pensarlo”.

Ue, Michel: no accordo oggi, non era previsto, solo confronto

Ue, Michel: no accordo oggi, non era previsto, solo confrontoBruxelles, 18 giu. (askanews) – Niente conferenza stampa conclusiva, solo alcune dichiarazioni e alcune risposte di fronte a una folla di giornalisti in sala stampa, per spiegare perché il vertice Ue informale non ha preso decisioni oggi sui nuovi vertici delle istituzioni europee: perché in realtà non doveva prenderne, non era questo il suo scopo, si trattava solo di una discussione, un confronto per preparare le decisioni che saranno prese al prossimo Consiglio europeo formale, il 27 e 28 giugno.


Così il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha spiegato, poco dopo la mezzanotte, il mancato accordo dei leader dei Ventisette sui “top jobs”, ovvero la designazione del suo successore, del nuovo Alto Rappresentante per la Politica estera comune, e soprattutto della candidatura per la presidenza della prossima Commissione europea, che dovrà essere approvata dal nuovo Parlamento europeo. “Abbiamo appena concluso – ha riferito Michel – la riunione informale dei leader e, come sapete, abbiamo iniziato ascoltando il messaggio del presidente del Parlamento europeo. È stata anche l’occasione per ascoltare Ursula von der Leyen: ha condiviso con noi alcune riflessioni sul futuro dell’Ue. E poi abbiamo cenato con i leader”.


“È stata una buona occasione – ha continuato – per scambiare opinioni, per tenere conto dei risultati delle elezioni e preparare la riunione formale del Consiglio europeo che si svolgerà la prossima settimana qui a Bruxelles. È stata semplicemente una buona conversazione e, a mio avviso, va nella giusta direzione; ma stasera – ha ammesso – non c’è accordo, in questa fase”. “I partiti politici – ha rilevato il presidente del Consiglio europeo – stanno svolgendo il loro ruolo. Questo è naturale, in questo momento particolare: hanno fatto delle proposte, avrò occasione nei prossimi giorni di lavorare su questo ulteriormente, e preparare le decisioni che dovremo prendere”.


“Vorrei insistere sul fatto – ha puntualizzato Michel – che è sempre stato molto chiaro che a giugno avremo due decisioni da prendere: una riguarda il ciclo istituzionale (ovvero i ‘top jobs’, ndr), ed è un argomento molto importante, tenendo conto dei risultati delle elezioni del Parlamento europeo; e un’altra decisione importante è l’agenda strategica dell’Ue, e abbiamo iniziato a lavorare su questi orientamenti molti mesi fa. Infatti abbiamo cominciato a Granada con la dichiarazione di Granada”, durante la riunione della Comunità politica europea nell’ottobre scorso. “Ho avuto occasione qualche giorno fa – ha riferito ancora Michel – di inviare a tutti i colleghi le bozze con le proposte di agenda strategica. Sarà un tema all’ordine del giorno la prossima settimana, e sono fiducioso che si possa trovare un accordo anche su questi orientamenti, perché di fatto bisogna mettersi d’accordo sulla squadra e su un programma, che sarà costituito dagli orientamenti per il prossimo ciclo legislativo”.


A chi chiedeva se sia sicuro che ci sarà una decisione al prossimo vertice Ue, il presidente del Consiglio europeo ha risposto: “Posso dirvi, avendo fatto la stessa esperienza cinque anni fa, che so che è molto importante garantire la trasparenza e l’inclusività del processo, garantire che i 27 Stati membri si sentano coinvolti nel processo. E penso che sia mia responsabilità assicurarmi che tutti i leader abbiano lo stesso livello di informazione, lo stesso livello di comprensione. E questo incontro è stato importante per questo scopo. E questo mi dà fiducia, perché sento che, se c’è un certo livello di fiducia, questo è sempre utile per prendere una decisione”. “Ricordo la notte in cui sono diventato presidente del Consiglio europeo, cinque anni fa, Donald Tusk (il suo predecessore, oggi primo ministro polacco, ndr) mi ha diede un ottimo consiglio. Mi disse: assicurati di lavorare giorno e notte per preservare l’unità dell’Unione europea e del Consiglio europeo”. “Ecco, questo – ha proseguito Michel – è un momento speciale. Perché? Perché in effetti c’è un ruolo per i partiti politici, e di fatto questo è in linea con il risultato delle elezioni europee; ma il Consiglio europeo è un organo importante e dobbiamo fare in modo che in futuro questo organismo sia in grado di garantire il più possibile l’unità dell’Unione europea”. “Penso – ha osservato il presidente del Consiglio europeo – che ci sia un dovere collettivo di prendere una decisione entro la fine di giugno. Ho sottolineato più volte pubblicamente questo punto, su questo non cambio idea. E’ un dovere collettivo: noi 27 leader dobbiamo lavorare molto duramente per garantire che ci siano le decisioni sul ciclo istituzionale e sull’agenda strategica”. “In effetti – ha sottolineato Michel -, era assolutamente chiaro fin dall’inizio, e non era affatto una sorpresa, che lo scopo oggi non era quello di prendere una decisione; e comunque prendere una decisione avrebbe presupposto qualcosa di diverso in termini di procedimento formale. Questo è previsto per la prossima settimana. Questo incontro è stato pensato per offrire l’occasione di un approfondito scambio di opinioni, per essere trasparenti gli uni con gli altri, per condividere le priorità, le speranze, le aspettative: affinché tutti possano ascoltare tutti, un elemento molto importante nella processo decisionale. Ed è per questo che l’obiettivo di oggi, di stasera, non era prendere una decisione”. Infine, alla domanda se esista una maggioranza per il trio dei “top jobs”, von der Leyen (Ppe) alla Commissione, l’ex premier portoghese Antonio Costa (Socialista) al Consiglio europeo e la premier l’estone Kaja Kallas (Liberale) come Alto Rappresentante, Michel ha risposto: “Questo sarà chiarito la prossima settimana. La conversazione di oggi è stata un passo utile per preparare il prossimo Consiglio europeo formale. La decisione – ha concluso – verrà presa lì, nel prossimo Consiglio europeo formale, che si terrà la prossima settimana”.

Vertice Ue senza accordo, Meloni chiede riconoscimento per Italia

Vertice Ue senza accordo, Meloni chiede riconoscimento per ItaliaBruxelles, 18 giu. (askanews) – “L’Italia deve veder riconosciuto il proprio ruolo”. Giorgia Meloni lo ribadisce durante la cena dei leader europei, terminata questa sera a Bruxelles senza aver raggiunto un’intesa sui top jobs.


Una riunione informale iniziata con oltre due ore di ritardo, a causa degli incontri tra i mediatori dei partiti di maggioranza: Emmanuel Macron e Mark Rutte per i Liberali; Donald Tusk e Kyriakos Mitsotakis per il Ppe; Olaf Scholz e Pedro Sanchez per il Pse. Uno ‘slittamento’ che ha creato qualche irritazione tra i capi di Stato e di governo – Italia compresa – al di fuori dei tre partiti di maggioranza, che nei loro interventi non hanno mancato di rimarcare il problema di un “metodo” che esclude di fatto alcuni Paesi dal processo decisionale. La riunione ha visto prima l’intervento dell”ospite’ Roberta Metsola, poi quello di Ursula von der Leyen, la presidente uscente della Commissione che il Ppe ha proposto per la riconferma. Lei ha tracciato un bilancio di 5 anni di attività e delineato alcune proposte per i prossimi anni. Poi ha lasciato la sala, dando ai membri del Consiglio la possibilità di parlare liberamente. Un po’ tutti i leader hanno preso la parola, esprimendo la propria opinione sul percorso. Molto duro Viktor Orban, che questa mattina aveva incontrato la premier italiana. “La volontà del popolo europeo è stata ignorata”, secondo il premier ungherese che invita le destre a unirsi “contro i burocrati”.


Da parte sua, secondo quanto riferiscono fonti diplomatiche, Meloni ha evidenziato problemi di “metodo e di merito”. In particolare, secondo lei, non sarebbe un iter corretto presentare un pacchetto già confezionato di nomi, senza prima aver effettuato una discussione collegiale e complessiva sull’idea di Unione per i prossimi anni. Una linea su cui ha trovato il supporto di alcuni ‘colleghi’. La premier ha anche ribadito che l’Italia chiede di vedersi “riconosciuto il giusto peso”, come Paese fondatore, seconda manifattura d’Europa, terzo Stato per abitanti. La premier non è scesa nel dettaglio, ma la richiesta era già stata recapitata oggi da lei stessa in un incontro con il presidente del Consiglio Charles Michel e dal ministro degli Esteri Antonio Tajani con la compagna di partito Ursula von der Leyen: Roma vuole una vicepresidenza e un commissario con deleghe di peso, ancora da discutere. A rendere più complessa la situazione di stallo anche la diversità di vedute tra Ppe e Socialisti sul presidente del Consiglio. Il Pse sostiene Antonio Costa, ex premier portoghese, su cui però i Popolari mostrano perplessità, chiedendo di affidargli un mandato di soli 2 anni e mezzo. Una richiesta che i Socialisti non intendono accettare. In questa situazione di stallo è stato ritenuto meglio chiudere la seduta. Se ne riparlerà tra 10 giorni, al Consiglio formale del 27 e 28.

Ferrari: innovazione sostenibile protagonista dal 20 al 26 giugno

Ferrari: innovazione sostenibile protagonista dal 20 al 26 giugnoMilano, 17 giu. (askanews) – L’innovazione sostenibile è al centro di un programma di eventi che Ferrari terrà a Maranello dal 20 al 26 giugno, con l’obiettivo di confrontarsi insieme ai propri stakeholder e continuare ad agire come catalizzatore del cambiamento.


Centro e ispirazione degli incontri sarà il nuovo e-building, che il 21 giugno sarà inaugurato alla presenza del Presidente Sergio Mattarella. Nel nuovo edificio, caratterizzato da un’alta flessibilità produttiva e da una forte attenzione all’ambiente e alle persone, nascerà l’intera gamma Ferrari dotata di motori termici, ibridi ed elettrici. L’inaugurazione sarà preceduta da un workshop dedicato ai Partner Ferrari, realizzato per il secondo anno consecutivo in collaborazione con Banco Santander. L’incontro, che si terrà il 20 giugno, ha l’obiettivo di mettere in comune con circa 30 partner della Casa esperienze e pratiche concrete per la riduzione dell’impatto ambientale. Fra i diversi interventi, l’Architetto Mario Cucinella, Founder & Design Director di Mca – Mario Cucinella Architects, porterà la testimonianza della sua collaborazione con il team Ferrari per la progettazione dell’e-building, un’avanguardia di architettura sostenibile.


I dipendenti sono la principale fonte di innovazione e crescita della società. Per loro, per i loro famigliari e amici si apriranno le porte degli stabilimenti e dei Musei Ferrari nel fine settimana del 22 e 23 giugno per il Family Day. L’evento torna dopo cinque anni con un’edizione record per numero di presenze, che per la prima volta renderà accessibili diversi reparti mai aperti finora al pubblico. Il percorso di visita metterà in luce l’innovazione sostenibile che alimenta la costante evoluzione di impianti e processi produttivi. Un’evoluzione di cui le persone di Ferrari sono parte attiva grazie alle migliaia di proposte che presentano ogni anno, spesso apportando un contributo alla riduzione delle emissioni: ne sono un esempio le soluzioni adottate per il recupero del calore nella fase di test dei motori. Ai fornitori, un’altra parte fondamentale della spinta innovatrice della società, è dedicato il Podio Ferrari. L’appuntamento annuale riunirà il 26 giugno circa 700 aziende per un confronto sul loro contributo in termini di innovazione sostenibile, sempre più centrale nella catena di fornitura della Casa.

Padel, Major di Roma: al Foro eliminati italiani in gara oggi

Padel, Major di Roma: al Foro eliminati italiani in gara oggiRoma, 17 giu. (askanews) – È iniziato lo spettacolo del BNL Italy Major Premier Padel a Roma. Nel site del Foro Italico – sei campi tra i quali due gemme della racchetta mondiale: il Centrale e il Pietrangeli – oggi, lunedi, erano in programma le gare del primo turno del tabellone maschile e delle qualificazioni del tabellone femminile, il tutto con ingresso libero per il pubblico.


Nelle gare del primo turno del main draw, le coppie italiane in gara oggi non sono riuscite a centrare la prestigiosa qualificazione. Flavio Abbate e Giulio Graziotti, che avevano beneficiato di una wild card, si sono arresi 6-3, 6-2 alla “pareja” spagnola composta da Miguel Angel Solbes e Carlos Marti, mentre Michele Bruno e Simone Iacovino – che avevano superato lo scoglio delle qualificazioni – si sono dovuti inchinare a Ramiro Moyano e Xisco Gil, coppia testa di serie numero 14 del seeding che si è imposta con un doppio 6-2. Saluta il Foro Italico anche Marco Cassetta, che in tandem con l’argentino Dylan Demian Cuello è stato sconfitto in due set (6-4, 6-3) dalla coppia iberico-argentina formata da Raul Marcos e Gonzalo Alfonso. Non è andata meglio alle ragazze azzurre, impegnate nelle qualificazioni. Caterina Baldi e Giulia Dal Pozzo sono state sconfitte 6-3, 6-4 in un’ora e 20 minuti di gioco da Raquel Eugenio Barrera e Martina Fassio, mentre Carolina Petrelli – impegnata con la spagnola Marina Pinacho Sanchez – si è dovuta inchinare 6-2, 6-1 a Marta Arellano Navarro e Carla Castillo Velarde.


Per quanto riguarda i big impegnati in questo day one del Major di Roma, nel tabellone maschile Edu Alonso e Alex Arroyo, numero 11 del seeding al Foro Italico, hanno superato in due set (6-2, 7-6) i connazionali spagnoli Guillermo Collado Losada e Javier Martinez; ancora meglio hanno fatto Lucas Campagnolo e Javier Leal (13), che hanno lasciato appena tre game agli spagnoli Rafa Mendez e Mario Del Castillo. Tra le ragazze, sempre a livello di qualificazioni, da registrare le vittorie in tre set delle olandesi Marcella Koek e Stephanie Weterings e delle spagnole Ana Dominguez Gracia e Laura Lujan Rodriguez: per loro si spalancano le porte del tabellone principale. Martedì saranno sedici i giocatori italiani impegnati nei due tabelloni, tutti a livello di primo turno. Tra gli altri Lorenzo Di Giovanni e Riccardo Sinicropi chiuderanno il programma sul Centrale contro l’azzurro Simone Cremona, in coppia con il portoghese Nuno Deus; Aris Patiniotis e Facundo Dominguez apriranno invece il programma del Pietrangeli sfidando le teste di serie numero 12, Lucho Capra e Alex Chozas. Tra le ragazze, Emily Stellato e Giulia Sussarello se la vedranno contro l’azzurra Carlotta Casali in coppia con la spagnola Arantxa Soriano Perez, mentre le wild card Marianela Montesi e Valentina Tommasi saranno opposte alle spagnole Marta Barrera e Marta Caparros. In campo anche Chiara Pappacena, che in tandem con l’iberica Xenia Clascà se la vedrà contro Raquel Piltcher e Carmen Castillon. Domani è anche il giorno dell’esordio di Coki Nieto e Jon Sanz, numero 9 del tabellone che domenica scorsa hanno trionfato (per la prima volta) in Francia nel Betclic Bordeaux Premier Padel P2: saranno impegnati nel derby contro Jairo Bautista e Francisco Guerrero come quarto incontro sul Campo Centrale. Attesa anche per Lucas Bergamini e Victor Ruiz, numero 10 del seeding, impegnati nell’incontro di apertura sul Campo 6 contro Jose Roman Martinez e Pablo Castillo Valverde, spagnoli provenienti dalle qualificazioni. In campo, in questo martedì davvero appetitoso, anche gli spagnoli Javier Rico/Juanlu Esbri (16) e Javier Ruiz/Pablo Cardona (15), che chiuderanno il programma sul Pietrangeli contro, nell’ordine, Juan Cruz e Miguel Lamperti e Antonio Fernandez e Jose Jimenez.

Guida “Pane e panettieri d’Italia 2025”: tornano i grani locali

Guida “Pane e panettieri d’Italia 2025”: tornano i grani localiMilano, 17 giu. (askanews) – Circa il 10% dei panifici censiti nella nuova “Guida Pane e Panettieri d’Italia 2025” coltiva direttamente i propri grani: un segnale che testimonia la crescente attenzione verso la filiera corta e la valorizzazione delle produzioni locali. Perché un pane che nasce dal seme che germoglia nella stessa terra in cui viene lavorato non può che raccontare un’identità precisa, un vero e proprio “terroir”, come direbbe il celebre panificatore Davide Longoni. Un ritorno alle tradizioni e alle tecniche di lavorazione che si tramandano di generazione in generazione e che non cedono alla schiavitù della mollica alveolata.


“Perché gli alveoli possono essere, sì, indicativi della qualità della lievitazione ma non sempre, a maggior ragione se le farine utilizzate sono a basso contenuto proteico come la segale. Per riconoscere il buon pane bisogna annusarlo: deve sapere prima di tutto di grano” scrive nella prefazione Annalisa Zordan, curatrice della Guida. E se gli alveoli, spesso osannati come simbolo di lievitazione perfetta, non sempre sono un indice affidabile, il Gambero Rosso invita a riscoprire il valore del gusto come segnale di buona qualità. Preziosa bussola per gli amanti del pane buono, la geografia dei fornai artigiani è rappresentata nel volume con i “Tre Pani” che crescono in maniera omogenea lungo tutto lo stivale: 64 con sei new entry. Tra le nuove eccellenze spicca il Lazio con ben due new entry, cui segue il Friuli-Venezia Giulia, la Campania, e la Puglia e la Sardegna che vantano un nuovo ingresso ciascuna.


Per quanto riguarda i “Premi Speciali”, Andrea Cirolla di Settecroste a Galatina (Lecce) si è imposto come “Panettiere emergente”, mentre la “Bakery dell’anno” è stata assegnata a “Stria Pane e Cucina” a Reggio Emilia, e “Pane e territorio” a “Farina del mio sacco” ad Atessa (Chieti).

”Donne leader” al Garbatella Jazz Festival, al via con Silvia Manco

”Donne leader” al Garbatella Jazz Festival, al via con Silvia MancoRoma, 17 giu. (askanews) – La diciottesima edizione del Garbatella Jazz Festival, organizzato da Cara Garbatella e Villetta Social Lab, con il patrocinio del Municipio Roma VIII, con la direzione artistica di Pasquale Innarella, si terrà dal 21 al 23 giugno, presso La Villetta, nel cuore del quartiere Garbatella. Quest’anno tema guida dei concerti sarà le “Donne Leader”, che guidano un proprio gruppo musicale, producendo una loro personale visione del jazz.


Ad aprire Garbatella Jazz Festival, venerdì 21 giugno, “Midnight Eclips Quartet”, un quartetto jazz composto da quattro giovani ragazzi dell’Aquila; a fine concerto sarà consegnato a Francesco Tursini la targa del Premio Pino Sallusti, dedicato al grande contrabbassista Pino Sallusti, vera e propria anima del festival prematuramente scomparso nel 2017. A seguire il Silvia Manco Quartet, quartetto della pianista e vocalist Silvia Manco, a cui si aggiunge la tromba di Francesco Lento. Sabato 22 giugno, il primo concerto è affidato al Diletta Longhi Trio, che presenterà il suo primo disco “Diversity”, in cui canta d’amore e riflette su cosa ci riserva il futuro, sull’essere umano e sul rapporto con la Natura.


Il secondo concerto della serata è affidato a Susanna Stivali New Quartet, cantante e compositrice, che si presenta con un nuovo progetto tra jazz, sperimentazione e brani originali. Con lei sul palco du giovani promettenti, Christian Mascetta alla chitarra e Pietro Pancella al contrabbasso, e un poliedrico batterista con cui collabora da tempo, Marco Rovinelli. Chiusura, domenica 23 giugno, con una serata dedicata a Duke Ellington a 50 anni dalla morte. Il concerto di apertura è affidato al duo composto da Silvia Bolognesi al contrabbasso ed Emanuele Parrini al violino; il secondo concerto della serata vedrà sul palco la Nuove Risposte Jazz Orchestra diretta da Pasquale Innarella, un’orchestra che si muove nella tradizione delle grandi orchestre jazz del periodo d’oro della “Swing Era”.

Leader Ue a consulto su von der Leyen, Meloni vuole vicepresidenza italiana

Leader Ue a consulto su von der Leyen, Meloni vuole vicepresidenza italianaBruxelles, 17 giu. (askanews) – Al via a Bruxelles, con circa due ore di ritardo, la riunione informale del Consiglio europeo per aprire la trattativa sui top jobs. L’avvio della cena di lavoro è stato ritardato per consentire alle delegazioni dei partiti di maggioranza – Ppe, Socialdemocratici e Liberali – di incontrarsi per lavorare al ‘pacchetto’ di nomine. Il summit prevede che la presidente della Commissione uscente Ursula von der Leyen tracci un bilancio dei 5 anni di attività. Poi i membri del Consiglio (senza la stessa von der Leyen) discuteranno delle nomine.


La proposta per la guida della Commissione spetta al Ppe, in quanto primo partito. I Popolari presenteranno quindi la proposta di conferma di von der Leyen e di Roberta Metsola come presidente dell’Europarlamento. Per la guida del Consiglio in pole position sembra esserci l’ex primo ministro socialista portoghese Antonio Costa (su cui perà i Popolari avrebbero ancora dei dubbi). Kaja Kallas, attuale premier estone, sarebbe indicata dai Liberali per la casella dell’Alto Rappresentante Ue per la Politica estera. Dato che c’è una “maggioranza stabile” l’obiettivo è trovare un accordo “nel più breve tempo possibile”, ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Da parte sua Giorgia Meloni gioca una partita per ottenere che all’Italia venga “riconosciuto il giusto peso”, come ha detto al termine del G7. Questo, in soldoni, significa una vicepresidenza e un commissario con deleghe importanti, come spiegato anche oggi dal vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Quello che conta – ha detto a margine del summit Ppe – è avere un vicepresidente e un commissario di serie A. L’Italia non può non avere una vicepresidenza, va chiesta e l’Italia ha diritto ad averla, è stato un errore non chiederla” nella scorsa legislatura.


Anche di questo Meloni ha parlato con il presidente uscente del Consiglio Charles Michel oggi pomeriggio. La premier è arrivata già questa mattina all’hotel Amigo, dove ha incontrato l’ex premier polacco Mateusz Morawiecki, l’indipendentista fiammingo Johan Van Overtveldt e Viktor Orban con cui ha parlato, ha spiegato il portavoce del premier ungherese, “dei risultati elettorali” esaminando anche “le questioni politiche riguardanti la destra europea, i compiti futuri per il Consiglio europeo e i piani dell’Ungheria per la sua prossima presidenza dell’Ue”. Se le richieste saranno soddisfatte, Meloni potrà dare il via libera alla Commissione, pur restando all’opposizione nell’Europarlamento.

Turismo in albergo, trend positivi ma crescita rallenta

Turismo in albergo, trend positivi ma crescita rallentaMilano, 17 giu. (askanews) – L’estate alle porte vede consolidare il trend di crescita di arrivi, di occupazione nelle strutture ricettive e di tariffa media giornaliera, seppure con ritmi lontani dai tassi record registrati lo scorso anno: i turisti previsti sono circa 20 milioni in più del 2023, l’occupazione di camere per l’intera stagione è, ai primi di giugno, già al 51,2%, ovvero +5,5% rispetto allo stesso periodo del 2023, e la Average Daily Rate per una camera doppia è di 160€, in crescita del 5,5%. A trainare il settore alberghiero quanto a presenze sono le località di mare, mentre la tariffa media giornaliera aumenta maggiormente nelle località montane. Un turista su due è straniero, prevalentemente europeo e proveniente, in ordine di crescita di flussi dall’ultimo anno, da Germania, Francia, Svizzera e Olanda, mentre tra i paesi extraeuropei spiccano per presenze gli Stati Uniti.


E’ quanto emerge da un’analisi del data center dell’agenzia AlbergatorePro, che attinge ed elabora dati in tempo reale dai software gestionali installati su centinaia di strutture in tutta Italia, per delineare l’andamento del settore in prossimità della stagione alle porte. Analizzando i principali cluster e trattamenti diversificati che vanno dal bed and breakfast all’all inclusive, emerge che nelle località di mare l’occupazione è attualmente al 53% (+9% sul 2023) con ADR di 162 euro (+5%). Anche nelle città d’arte si registra un tasso occupazionale del 53% (+2%) con tariffa media a 132 euro (+5%), mentre in montagna e in altre località turistiche quali laghi, collina e zone rurali l’occupazione è al 48%, invariata rispetto al 2023. Crescono però le ADR: al fresco delle zone d’altura si sale a 191 euro (+8%) e nelle altre aree si arriva a 155 euro (+4%). Le destinazioni più richieste per l’estate 2024 sono la riviera romagnola, la Toscana e la Sardegna, che è protagonista di una crescita del 9% di prenotazioni rispetto al 2023. Gli italiani prediligono Rimini, Riccione, la Sardegna e la Puglia, mentre il turismo internazionale sceglie Taormina, Cefalù e la Costiera Amalfitana, oltre al Lago di Garda e al Lago di Como, presi d’assalto, come da trend consolidato, prevalentemente dai visitatori tedeschi.


“A differenza del passato, complice un potere d’acquisto medio inferiore, sono in calo le destinazioni con prezzo medio storicamente alto, come la Costiera Amalfitana, che quest’anno vede allineare i prezzi con il resto delle più ricercate località mediterranee. Il livellamento generale dei prezzi è sintomatico del fatto che la bolla di cui il turismo italiano è stato protagonista è definitamente scoppiata. E’ tuttavia incoraggiante constatare come siano stati consolidati i risultati ottenuti negli ultimi anni. I dati di giugno sull’occupazione durante l’estate promettono in prospettiva un tutto esaurito, specialmente al mare, destinazione trainante a causa del meteo ingeneroso che ha caratterizzato la primavera in tutto lo Stivale. La vera sfida per gli operatori del settore rimane mantenere alta la qualità del servizio, dato che mancano all’appello oltre 170mila lavoratori stagionali” commenta Gian Marco Montanari, amministratore delegato di Albergatore Pro.