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Autore: Redazione StudioNews

Sipario Meloni sul G7: su aborto e diritti polemiche totalmente artefatte

Sipario Meloni sul G7: su aborto e diritti polemiche totalmente artefatteBari, 15 giu. (askanews) – “Credo sinceramente che la polemica” sul mancato riferimento all’aborto nelle conclusioni del vertice G7 sotto la guida della Presidenza italiana “sia stata costruita in maniera totalmente artefatta e infatti è una polemica che non è esistita nel vertice, che non è esistita nelle nostre discussioni, proprio perché non c’era nulla su cui ci fosse ragione di litigare”. Alla prima domanda nella conferenza stampa conclusiva del vertice la presidente del Consiglio Giorgia Meloni risponde in maniera decisa a chi ha visto nella polemica sorta già alla vigilia del vertice un segnale della volontà dell’esecutivo di rimettere mano ai diritti, delle donne e delle minoranze.


“Ho detto mille volte che non intendo modificare la legge 194”, anzi, ha rilanciato Meloni parlando della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza, “intendo applicarla in tutte le sue parti, è una legge fatta molto bene, molto equilibrata, che non credo abbia bisogno di essere modificata. Sul tema del perché non ci sia il riferimento alla parola aborto – ha spiegato la premier – è perché solitamente accade che nei documenti finali le cose che sono già date per acquisite non vengono ripetute pari pari. Noi abbiamo richiamato le dichiarazioni di Hiroshima, nelle quali era molto chiaro questo passaggio sulla necessità di garantire l’accesso all’aborto libero e sicuro e di solito in questi documenti, per evitare di renderli inutilmente ripetitivi, quando una cosa si ripete si richiamano i documenti precedenti”. “Io capisco – ha poi incalzato la premier – le ragioni per cui queste polemiche nascono e capisco perché da alcuni vengono alimentate ma non era oggettivamente un tema che dalle parti nostre è stato oggetto di questa discussione”. Insomma Meloni intravede nel polverone creato sul tema finalità politico-mediatiche, tant’è che poco dopo, rispondendo a una domanda sui diritti Lgbt, la premier ha platealmente ringraziato un cronista del Washington Post per aver “ricordato quello che c’è scritto nelle conclusioni” del G7, “perché è stato detto che si facevano dei passi indietro, invece lei qui ci dimostra che i passi indietro non sono stati fatti. Mi pare che quello che è accaduto in questi due anni di governo italiano dimostri una realtà molto diversa da un racconto che purtroppo vedo animato senza ragione da diversi presunti osservatori. Ricordo – ha sottolineato Meloni – che il governo italiano in questi due anni non ha fatto nessun passo indietro rispetto a quello che è l’attuale normativa in tema di aborto, dei diritti Lgbt e compagnia cantante, e quindi le aspettative di alcuni sono state deluse perché il racconto non corrispondeva alla verità, come purtroppo ho visto molto spesso accadere in Italia e nel mondo quando si racconta la realtà italiana”.


Una realtà che secondo la presidente del Consiglio viene incessantemente deformata per finalità politiche, con l’abile regìa, in particolare, delle opposizione parlamentari. Commentando la bagarre scoppiata alla Camera durante i lavori sull’autonomia regionale differenziata, Meloni ha infatti sottolineato di aver trovato “molto grave che ci siano esponenti della maggioranza che cadono nelle provocazioni” delle opposizioni. “Prevedo – ha sibillato la premier – che le provocazioni aumenteranno e penso che i cittadini italiani si debbano interrogare su quale sia l’amore che hanno per la loro nazione quegli esponenti politici che cercano di provocare” gli esponenti di maggioranza “per ottenere un risultato come quello che hanno ottenuto dileggiando membri del governo, cercando di occupare i banchi del governo, proprio mentre gli occhi del mondo sono puntati su di noi. Quindi per tutti quelli che sono bravi a darci lezioni sul rispetto delle istituzioni forse, se si parte dal rispetto per la propria nazione si arriva anche a un rispetto per le istituzioni che non ho visto in questi giorni”. “In ogni caso – ha concluso Meloni – neanche questo è riuscito a rovinare l’ottima riuscita di questo vertice”.

Schlein a Pride: al G7 sparite parole su diritti, Pd continua lotta

Schlein a Pride: al G7 sparite parole su diritti, Pd continua lottaRoma, 15 giu. (askanews) – “Una straordinaria partecipazione al Pride di Roma, ne seguiranno tanti altri in tutta Italia. Noi continueremo adifendere i diritti delle persone LGBTQIA+, nonostante il governo abbia perso un’altra occasione durante questo G7, dove magicamente sono sparite alcune parole. E’ sparita la parola l’aborto, è sparita la parola identità di genere, è sparita la parola orientamento sessuale”. Lo ha detto la segreteria del Partito democratico, Elly Schlein, al Roma Pride.


“Possono cancellare qualche parola, ma non possono cancellare – ha aggiunto – i nostri corpi e la nostra lotta per la libertà e l’eguaglianza di tutte le persone. Quindi noi, come Partito democratico, continueremo a lottare per il matrimonio egualitario, per una legge contro l’odio e l’omobilesbotransfobia e per i diritti di tutte e tutti i figli delle coppie omogenitoriali. perché è una vergogna che dopo un anno e mezzo di questo governo Meloni l’Italia sia scivolata alla 36esima posizione su 48 in Europa, più in basso dell’Ungheria sui diritti LGBTQI+. Noi continueremo a lottare. L’amore non si discrimina”.

Tra aiuti a Kiev e polemiche su aborto, G7 defilato su Gaza

Tra aiuti a Kiev e polemiche su aborto, G7 defilato su GazaBari, 15 giu. (askanews) – “È ora che questa guerra finisca e che inizi il giorno dopo”. Sono parole di Joe Biden, pronunciate in un discorso del 31 maggio scorso alla Casa Bianca. La guerra è quella in Medio Oriente, tra Israele e Hamas. A Borgo Egnazia è quasi passata in secondo piano. Se la presidente del Consiglio ha potuto certificare “piena sintonia” sul conflitto mediorientale, di fatto, la guerra è finita sacrificata, quasi compressa, tra l’urgenza dell’assistenza a Kiev, alla presenza di Volodymyr Zelensky, e la polemica sull’aborto con Emmanuel Macron. Un passaggio obbligato nella dichiarazione finale, con l’accordo sulla necessità di assicurare all’Unrwa e alle altre reti di distribuzione delle Nazioni Unite la capacità di fornire aiuti a coloro che ne hanno più bisogno, e la conferma del sostegno pieno alla soluzione dei due Stati e alla proposta di accordo promossa da Joe Biden. Nessuna condanna ferma per la strage di civili nella Striscia né tantomento proposta di sanzione contro Israele. Tra gli invitati al vertice in Puglia c’era il presidente turco Recep Tayyip Erdogan che considera le azioni di Israele “un genocidio” e che è tornato sull’argomento solo dopo la sua partenza dalla Puglia: “La vittoria sarà del popolo palestinese, ad Allah piacendo, nonostante la barbarie di Israele e dei suoi sostenitori”. A Biden, già rientrato, saranno fischiate le orecchie.


Il tema, d’altra parte, è delicato anche, anzi soprattutto, per il presidente Usa, tradito in questi giorni da qualche segnale di nervosismo. Biden è riuscito a mostrare una leadership più decisa sull’Ucraina, ma il vertice ha anche messo in luce alcune sfide alla sua linea di politica estera: la principale tra queste è la guerra tra Israele e Hamas a Gaza. La stampa americana, il New York Times in primis, lo ha descritto “agitato” al momento di rispondere ad alcune domande sulla situazione a Gaza. “Vorrei che voi ragazzi rispettaste un po’ le regole”, ha sbottato il presidente Usa quando gli è stato chiesto un aggiornamento sul destino dell’accordo di cessate il fuoco nell’enclave palestinese. La proposta è stata annunciata il mese scorso, ma deve ancora essere accettata pubblicamente da Israele e Hamas. Il presidente Usa ha comunque affrontato il dossier mediorientale in una bilaterale con Meloni e con il Santo Padre. Nel suo colloquio con Papa Francesco, il presidente americano ha ribadito l’urgente necessità di un cessate il fuoco immediato e di un accordo sugli ostaggi, in modo da poter affrontare anche la crisi umanitaria a Gaza. Biden ha inoltre ringraziato il Pontefice per l’instancabile sostegno del Papa a favore dei poveri e di coloro che soffrono a causa delle persecuzioni, degli effetti del cambiamento climatico e dei conflitti in tutto il mondo. Stringata è poi stata la comunicazione di Palazzo Chigi e della Casa Bianca dopo il colloquio tra Biden e Meloni. I due leader hanno sottolineato “l’urgente necessità di garantire un accordo sugli ostaggi e un cessate il fuoco a Gaza” e “hanno sottolineato l’importanza che Hamas adotti un approccio costruttivo a tale processo”, ha fatto sapere la presidenza americana.


Nel comunicato finale, diffuso venerdì, i leader del G7 hanno invitato Hamas e Israele ad accettare l’accordo stabilito da Biden e hanno dichiarato il loro “incrollabile” impegno per una soluzione a due Stati. I capi di Stato e di governo hanno anche fatto di tutto per sottolineare che sia Hamas che Israele dovrebbero seguire il diritto internazionale. “Deploriamo allo stesso modo tutte le perdite di vite civili e notiamo con grande preoccupazione il numero inaccettabile di vittime civili, in particolare donne e bambini”, hanno poi sottolineato, invitando “tutte le parti a compiere ogni passo fattibile per proteggere le vite civili”. Nella conferenza stampa di fine vertice, Meloni si è detta “particolarmente fiera dell’impegno che l’Italia ha saputo dimostrare sulla crisi”, soprattutto in campo “umanitario”, cosa che – ha spiegato – “ci viene riconosciuta da tutti i nostri interlocutori”. La premier ha invece evitato di rispondere direttamente a una domanda sul mancato impegno per sanzioni contro Israele, accusato da molti paesi di genocidio. “Dobbiamo ricordare che c’è stato qualcuno che ha rapito bambini, donne, adulti, che ha fatto cose atroci. “Dobbiamo lavorare per la pace e per la pace dobbiamo avere dialogo, riconoscere il diritto alla sicurezza di Israele e il diritto dei palestinesi ad avere un loro stato, nel quale vivere in modo pacifico. L’unico modo di gestire il problema non è solo dire qualcosa su qualcuno”, ha commentato.


Se la pace è l’obiettivo naturale, accompagnarne il percorso non sarà semplice. La mediazione di Qatar ed Egitto prosegue, mentre Hamas vorrebbe la Turchia tra i paesi garanti. Gli europei, da parte loro, non hanno una posizione unitaria. Ci sono Paesi come la Germania che da molto tempo sostengono Israele. E poi ci sono Stati come la Spagna che hanno riconosciuto la Palestina e che, pur non essendo parte del G7, hanno fatto sponda sui vertici dell’Ue presenti in Puglia. La Francia, invece, ha più volte condannato duramente l’offensiva militare israeliana a Gaza ed ha chiaramente evidenziato di “sostenere la Corte penale internazionale, la sua indipendenza e la lotta contro l’impunità in tutte le situazioni”, dopo la decisione del procuratore capo, Karim Khan, di richiedere mandati di arresto per i leader di Hamas e il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Quanto agli Stati Uniti – pur evidenziando qualche distinguo – si sono sempre schierati al fianco del loro principale alleato nella regione. La reazione di Biden alla decisione di Khan è stata immediata. In una dichiarazione ai media, la Casa Bianca ha definito “oltraggiosi” i tentativi di perseguire i leader israeliani e ha affermato che “non esiste equivalenza – nessuna – tra Israele e Hamas”. E se il G7 è stato un evento chiave affinché Biden potesse proiettarsi come leader mondiale devoto alla democrazia di fronte al crescente autoritarismo, la sua posizione sul conflitto di Gaza ha “complicato” il suo sforzo, osserva il Financial Times. “Un’agenda di politica estera basata sui valori è la base” del sostegno americano all’Ucraina “contro l’aggressione russa”, ha affermato Allison McManus, direttore generale del dipartimento Sicurezza nazionale e politica internazionale presso il Center for American Progress. Ma “tutto questo diventa molto più difficile da promuovere in un momento in cui vediamo anche gli Stati Uniti continuare a fornire sostegno a Israele mentre sta commettendo violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale”.


Ma la partita di Biden, su questo dossier, è anche elettorale. Con le presidenziali di novembre sempre più vicine, il conflitto a Gaza e il sostegno Usa a Israele potrebbe avere per l’attuale inquilino della Casa Bianca un effetto boomerang. I democratici americani sembrano ancora divisi tra chi nel partito continua a sostenere lo Stato d’Israele e chi, in una coalizione di sinistra composta da elettori più giovani e persone di colore, con sempre maggiore convinzione promuove i diritti dei palestinesi. La reale capacità di Biden di gestire questa spaccatura misurerà, almeno in parte, le sue reali chance di rielezione alla Casa Bianca. (di Corrado Accaputo)

Meloni: Stati sblocchino global tax. Da G7 messaggio chiaro a Cina.

Meloni: Stati sblocchino global tax. Da G7 messaggio chiaro a Cina.Bari, 15 giu. (askanews) – Dal G7 arriva un “messaggio chiaro” alla Cina sulla necessità che il campo da gioco della concorrenza internazionale sia livellato per tutti mentre l’Italia invita gli stati a dare un via libera politico alla global minimum tax, uno dei temi economici su cui la diplomazia italiana ha insistito nel corso del vertice.


I due messaggi sono stati evidenziati dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso della conferenza stampa conclusiva del vertice di Borgo Egnazia. Per quanto riguarda la tassa minima globale, che punta a sottoporre a tassazione i giganti multinazionali che spesso eludono il fisco nei paesi dove generano ricavi, la proposta “è pronta ad essere formulata sul piano tecnico” ha detto Meloni “il G7, l’Ocse ed il G20 su queto tema hanno lavorato”. Adesso “tocca agli stati esprimere la volontà politica di aderire” ha aggiunto, rimarcando che “quella dell’Italia ovviamente c’è e mi auguro che sia fatta al più presto”. Nel testo della dichiarazione finale del vertice di Borgo Egnazia si sottolinea il “forte impegno politico” dei sette grandi “per un sistema fiscale internazionale più stabile e più giusto, adatto al 21esimo secolo”.


L’impegno è “aprire alla firma la Convenzione multilaterale sul primo pilastro entro la fine di giugno 2024” e arrivare ad “ulteriori progressi nell’attuazione del secondo pilastro”. Il primo pilastro prevede la tassazione dei profitti delle multinazionai nei luoghi dove vengono realizzati, anche se la società ha sede altrove, mentre il secondo pilastro prevede un’aliquota minima comune sulle società. La premier, che ha annunciato la preparazione di una missione in Cina nelle prossime settimane, è tornata poi sulla questione dei rapporti con Pechino che ha tenuto banco ieri nella sessione sull’Indopacifico.


Meloni ha sottolineato che dal vertice “abbiamo voluto dare un messaggio chiaro, particolarmente alla Cina: siamo aperti al dialogo ma le nostre imprese devono competere ad armi pari. Il mercato può essere libero ma solo se è equo, quindi libero mercato in un quadro di concorrenza leale”. Il riferimento è al dumping di Pechino sulle auto elettriche che invadono i mercati occidentali potendo contare su sussidi statali che le rendono fortemenete concorrenziali e sullo stretto controllo di Pechino alle esportazioni di materiali critici, cruciali per le produzioni di batterie e di prodotti ad alta tecnologia.


A questo la dichiarazione finale del G7, seguita alle decisioni di Usa ed Ue di imporre dazi sulle auto elettriche cinesi, dedica ampio spazio. Prima di tutto riconoscendo “l’importanza della Cina nel commercio globale” e assicurando che i sette grandi non stanno “cercando di danneggiare” o “di ostacolare il suo sviluppo economico”. Ma dall’altra parte esprimendo “preoccupazioni” per le sue politiche industriali che “stanno portando a ricadute globali e distorsioni del mercato”. In particolare, il G7 chiede alla Cina “di astenersi dall’adottare misure di controllo delle esportazioni, in particolare di minerali critici” che “potrebbero portare a significativi malfunzionamenti della catena di approvvigionamento globale”. Allo stesso tempo verranno rafforzati “gli sforzi diplomatici e la cooperazione internazionale, anche nel WTO, per incoraggiare pratiche corrette e costruire la resilienza alle forzature economiche”. In generale, senza citare espressamente la Cina, ma il riferimente è evidente, il documento afferma che i Sette Grandi “continueranno ad adottare le azioni necessarie ed appropriate per proteggere i nostri lavoratori e le nostre imprese da pratiche scorrette, per livellare il campo da gioco e per porre rimedio ai effetti negativi in corso”.

G7, le poltrone del vertice di Borgo Egnazia firmate da Luxy

G7, le poltrone del vertice di Borgo Egnazia firmate da LuxyMilano, 15 giu. (askanews) – Le poltrone sulle quali si sono seduti i leader del mondo e Papa Francesco nel vertice del G7 a presidenza italiana di Borgo Egnazia in Puglia sono state realizzate da Luxy, azienda italiana con sede a Lonigo nel Vicentino specializzata nella produzione di sedute di design. Già nel 2019 Luxy aveva portato al G7 di Biarritz le sue poltrone “Light”, questa volta i leader hanno utilizzato i modelli direzionali “Italia” e “Nulite”.


“La scelta delle poltrone Luxy per la presidenza italiana del G7 – ha commentato il presidente di Luxy Giuseppe Cornetto Bourlot – è per noi motivo di orgoglio ed evidenzia, ancora una volta, il successo del design e della produzione di qualità, tipica del migliore Made in Italy, di cui vogliamo farci portavoce ed esempio”.

Prodi ricorda la moglie a un anno dalla morte: “io devo molto a Flavia”

Prodi ricorda la moglie a un anno dalla morte: “io devo molto a Flavia”Bologna, 15 giu. (askanews) – “Devo molto a Flavia. Lei deve poco a me, ma io a lei devo molto”. Con queste parola commosse l’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha ricordato la moglie Flavia Franzoni, scomparsa un anno fa, il 13 giugno no 2023, a causa di un malore mentre la coppia stava compiendo una tappa del cammino sulla via di San Francesco in Umbria assieme ad alcuni amici.


L’occasione della commemorazione alla moglie di Prodi è l’incontro “Una panchina per incontrarsi. Un ricordo di Flavia Franzoni Prodi” organizzato a Repubblica delle Idee a Bologna. Al tavolo dei relatori due professori universitari, colleghi di Franzoni, Marisa Anconelli e Paolo Zurla, esperti di politiche sociali e welfare. “Il titolo ‘una panchina’ descrive bene lo spirito di Flavia – ha detto Romano Prodi – in cui il problema della parità e del dialogo era assolutamente dominante. La panchina è il luogo più paritario che esista, almeno per quello che io possa sapere. Quindi riflette bene il contenuto della discussione di oggi che verte sul problema dello stato sociale, dell’equilibrio e dell’uguaglianza che sono sempre stati molto cari a Flavia a cui io debbo molto. Lei deve poco a me, ma io a lei devono molto”.


In sala, oltre a Prodi, i parenti e gli amici più stretti.

Autonomia/Conte: per Meloni Tricolore è provocazione,in piazza sventolremo forte

Autonomia/Conte: per Meloni Tricolore è provocazione,in piazza sventolremo forteRoma, 15 giu. (askanews) – “Abbiamo scoperto che per la Presidente del Consiglio Meloni mostrare una bandiera italiana in Aula e consegnarla a un ministro per dire no all’Autonomia che spacca il Paese è una “provocazione”. La bandiera italiana non è mai una provocazione. È il nostro simbolo che ci ricorda di essere uniti. Mi sarei aspettato delle scuse da parte di chi guida una maggioranza che aggredisce con violenza inaudita, con calci e pugni, un parlamentare del M5S in piena Aula. Questo non avrebbe rimediato alla gravità dell’accaduto, alla figuraccia internazionale, ma almeno sarebbe stata una toppa dovuta. Invece abbiamo un Presidente del Consiglio che non condanna neppure la violenza. D’altronde dall’inchiesta di Fanpage abbiamo visto che idea di democrazia e rispetto circola in alcune sezioni giovanili di Fratelli d’Italia. Martedì sventoleremo il tricolore tutti insieme a Roma. Se per Meloni e soci la bandiera dell’Italia è una provocazione allora la sventoleremo più forte”. Lo dichiara via social il presidente M5s Giuseppe Conte.

Al via la mostra di Marino Marini al Forte di Bard

Al via la mostra di Marino Marini al Forte di BardRoma, 15 giu. (askanews) – All’opera “Gentiluomo a cavallo”, concessa in prestito dalla Camera dei deputati, è stata assegnata la copertina del catalogo della mostra di Marino Marini, che aprirà oggi, sabato 15 giugno, fino al 3 novembre, al Forte di Bard.


La scultura è infatti tra i pezzi più rappresentativi della monografica dal titolo “Arcane fantasie”, organizzata in collaborazione con Sole24Ore Cultura e con il Museo Marino Marini di Firenze. Curata da Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento di Firenze, la mostra punta l’attenzione sulle principali fonti di ispirazione di Marini e sui temi ricorrenti della sua ricerca, presentando 23 sculture in tecnica mista e 39 opere su tela e carta. L’opera bronzea di Montecitorio ha dimensioni di 125x156x85 centimetri ed è stata realizzata nel 1937. L’attività dei prestiti di opere d’arte si inserisce nel contesto delle iniziative volte a valorizzare il patrimonio artistico della Camera, a beneficio dei cittadini ed appassionati, e a fini di studio. Funzionale a questo scopo è anche il portale arte.camera.it che consente un viaggio virtuale tra le opere (con relative informazioni) custodite dalla Camera sia a titolo di deposito temporaneo che a titolo di proprietà.


La scheda della scultura di Marini esposta a Forte di Bard è consultabile all’indirizzo: https://arte.camera.it/Camera-OA/detail/IT-CD-GA-OA-000002148/gentiluomo-cavallo.

G7, Meloni: polemica “totalmente artefatta”, nessun passo indietro su aborto e diritti lgbtqia+

G7, Meloni: polemica “totalmente artefatta”, nessun passo indietro su aborto e diritti lgbtqia+Fasano, 15 giu. (askanews) – “Non intendo modificare la 194, voglio applicarla in tutte le sue parti, nè una legge equilibrata, non va modificata”. Lo ha ribadito la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella conferenza stampa al termine del G7, in relazione alla normativa italiana sull’interruzione volontaria di gravidanza, e affrontando in generale il tema, Meloni ha ribadito che la polemica sull’aborto è stata “totalmente artefatta”. “Solitamente accade – ha detto – che nei documenti finali le cose acquisite non vengono ripetute pari pari. E’ stata richiamata la dichiarazione di Hiroshima: in questi documenti per evitare che siano ripetitivi si richiama il precedente. Dunque è una polemica totalmente artefatta, non è esistita nel vertice e nelle discussioni” non c’è stato “nulla su cui litigare. Capisco le ragioni da cui nascono e perché da alcuni sono alimentate ma non erano tema oggetto discussione”. Nel G7 sui diritti Lgbtqia+ “non sono stati fatti passi indietro”, ha sottolineato, inoltre, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, aggiungendo: “”Quello che è accaduto in Italia in due anni di governo credo dimostri che c’è una realtà molto diversa dal racconto fatto da diversi presunti osservatori: non c’è stato nessun passo indietro su aborto, diritti Lgbt e compagnia cantante. Le aspettative di alcuni sono state deluse e sono state deluse perché il racconto non corrispondeva a verità, come ho visto accadere più volte in Italia e nel mondo”.

Comunità “Nuovi Orizzonti” ospita presentazione libro Giovanni Grasso

Comunità “Nuovi Orizzonti” ospita presentazione libro Giovanni GrassoRoma, 15 giu. (askanews) – Domenica 23 giugno, alle ore 18:00, presso la Sede dell’Associazione internazionale “Nuovi Orizzonti”, presso la Cittadella Cielo in Via Tommaso Landolfi, 300, a Frosinone, si terrà la presentazione del libro “L’amore non lo vede nessuno” scritto da Giovanni Grasso, Portavoce del Presidente della Repubblica Italiana, edito da Rizzoli.


L’iniziativa vede la collaborazione tra Nuovi Orizzonti e la Camera di Commercio di Frosinone e Latina, con l’obiettivo di promuovere appuntamenti ad elevato valore culturale e sociale. Modera il direttore dell’Agenzia di stampa nazionale Askanews, Gianni Todini. A margine della presentazione si terrà un momento conviviale con l’autore.