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Autore: Redazione StudioNews

OTB: jv con Chalhoub Group per espandere presenza in Medio Oriente

OTB: jv con Chalhoub Group per espandere presenza in Medio OrienteMilano, 14 giu. (askanews) – OTB – il gruppo fondato da Renzo Rosso cui fanno capo, tra gli altri, i marchi Diesel e Jil Sander – e Chalhoub Group – leader nella creazione di esperienze dedicate al mondo del lusso in Medio Oriente – hanno siglato un accordo strategico di joint venture per espandere in maniera significativa la presenza dei brand di lusso di OTB nella regione.


L’obiettivo è la creazione di una rete retail dinamica e integrata per rafforzare con investimenti significativi la presenza di Jil Sander, Maison Margiela e Marni in Medio Oriente attraverso l’apertura di nuovi negozi, la valorizzazione delle piattaforme e-commerce dei brand e attività di marketing locale. La partnership prevede l’apertura di più di 15 retail store nel corso dei prossimi 5 anni e si focalizzerà su mercati chiave come Emirati Arabi Uniti, Qatar, Arabia Saudita e Kuwait, in aggiunta alla boutique di Maison Margiela, già presente nel Dubai Mall, e alla presenza nei principali centri commerciali e concept store dell’area. “Siamo entusiasti della collaborazione con Chalhoub Group, il luxury partner più importante dell’area del Middle-East, con una vasta expertise in questa regione”, ha commentato Renzo Rosso, fondatore e presidente del gruppo OTB. “Per noi questo accordo è strategico e avviene in un momento molto positivo per i nostri brand, che stanno godendo di una grande visibilità grazie a tutto il lavoro fatto in questi anni, mirato soprattutto a valorizzare la creatività e la qualità del prodotto. Con questa partnership vogliamo portare la bellezza dei nostri brand in Middle-East e diffonderla in questa regione, un mercato fra i più interessanti al mondo in questo momento. Sono felice di aver stretto questa alleanza con Chalhoub Group perché condividiamo gli stessi valori e la stessa visione.”

Giappone, banca centrale decide di ridurre acquisti bond governativi

Giappone, banca centrale decide di ridurre acquisti bond governativiRoma, 14 giu. (askanews) – La Banca del Giappone ha deciso oggi di ridurre i suoi acquisti di obbligazioni governative giapponesi, ma solo dopo aver raccolto le opinioni dei partecipanti al mercato e aver elaborato i dettagli della riduzione per i prossimi uno o due anni nella riunione del 30-31 luglio. Si tratta di un approccio più prudente rispetto a quanto si aspettavano gli osservatori.


Fino ad allora, la banca centrale nipponica continuerà gli acquisti al ritmo attuale, circa 6mila miliardi di yen (35,4 miliardi di euro) al mese. L’economia giapponese nel periodo gennaio-marzo si è contratta dello 0,5% rispetto al trimestre precedente, o a un ritmo annualizzato dell’1,8%, con l’inflazione che si è moderata invece di accelerare. Questo ha spinto la banca centrale ad assumere un atteggiamento accomodante dopo che nella precedente riunione di politica monetaria del 19 marzo aveva deciso il primo ritocco verso l’alto dei tassi d’interesse da 17 anni a questa parte.


Una mossa, quella, che fu anche dovuta al fatto che lo yen, la valuta giapponese, era scesa al minimo da 34 anni, con il dollaro salito oltre quota 160. Dopo una riunione di politica di due giorni, la BOJ ha deciso di lasciare invariate le altre misure, incluso il tasso di interesse tra lo 0% e lo 0,1%.


Riducendo gli acquisti di obbligazioni, la BOJ ridurrà effettivamente le sue partecipazioni e passerà a una modalità di inasprimento quantitativo. Per decenni, la BOJ ha cercato di stimolare l’economia giapponese attraverso l’allentamento quantitativo, espandendo il suo bilancio, nel tentativo di contribuire a far uscire il paese dalla spirale deflazionistica. Attualmente il bilancio della Banca del Giappone è cinque volte quello del 2012 a causa dei suoi acquisti di bond governativi, di cui possiede il 54% del totale emesso.


Il governatore Kazuo Ueda, che ha assunto l’incarico ad aprile 2023, ha promesso di ripristinare il meccanismo di determinazione dei prezzi del mercato delle obbligazioni, che a causa della presenza massiccia della banca centrale risulta distorta. La riduzione degli acquisti di obbligazioni da parte della banca centrale potrebbe far salire la curva dei rendimenti e aumentare i costi di finanziamento. Il mese scorso, i rendimenti dei JGB a 10 anni sono saliti a un massimo di 13 anni dell’1,1%. Ma la politica monetaria della Banca del Giappone rimane nel complesso accomodante. I tassi di interesse reali restano negativi, con il mercato che prevede un’inflazione intorno all’1,5% nei prossimi 10 anni. La banca prevede che l’inflazione mediamente sarà del 2,8% nell’anno fiscale 2024 e rallenterà all’1,9% nell’anno fiscale 2025. Il target è quello di portarla stabilmente al 2%. Gli operatori di mercato si aspettano che ci sia un aumento del tasso d’interesse allo 0,25% nella prossima riunione del 30-31 luglio.

Al G7 scontro frontale tra Meloni e Macron sull’aborto

Al G7 scontro frontale tra Meloni e Macron sull’abortoBari, 13 giu. (askanews) – “Rammarico” per la posizione dell’Italia sull’aborto; Macron fa “campagna elettorale” usando il G7. Tra il presidente francese e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni la freddezza percepita al mattino, in serata diventa scontro frontale.


Motivo della frizione il ‘caso’ dell’aborto, scoppiato ieri e oggi cresciuto fino a esplodere. Questa mattina diverse fonti diplomatiche avevano confermato che nella bozza delle conclusioni, che saranno diffuse domani, era stato cancellato il riferimento (inserito al G7 di Hiroshima) alla necessità di garantire “un accesso effettivo e sicuro all’aborto”. Un intervento di ‘bianchetto’ che avrebbe suscitato il disappunto, tra gli altri, della Francia, che puntava il dito contro l’Italia. Forse anche per questo motivo stamane, il saluto tra i due era apparso “imbarazzato” agli osservatori: si erano scambiati due baci, poi la foto con Macron che ha stretto il braccio di Meloni, ma mantenendo una distanza. La premier gli ha teso la mano e i due si sono avvicinati per uno scatto. Né era sfuggito qualche sguardo non propriamente benevolo del leader francese nei confronti della collega, catturato dalle immagini della regia ufficiale.


Nel pomeriggio la Presidenza italiana ha provato a chiudere il caso, mostrando però per intero l’irritazione per quella che è stata giudicata come una “scorrettezza”. Secondo quanto spiegavano le fonti italiane, infatti, è vero che nella dichiarazione non c’è la parola aborto ma perchè gli impegni assunti a Hiroshima “vengono tutti riconfermati”. Dunque “non si fa nessun passo indietro”. Evidentemente, per Roma, da qualcuno è stato “montato un caso” con “un po di strumentalizzazione elettorale o post-elettorale”. Chi fosse il ‘qualcuno’ le fonti non lo volevano dire per “etica professionale”, ma il riferimento alle elezioni portava piuttosto chiaramente a Parigi. Tempo due ore, terminati i lavori e prima della cena con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e Macron ha sferrato il suo attacco a viso aperto. “La Francia – ha scandito in una dichiarazione a Borgo Egnazia – ha integrato nella sua Costituzione il diritto delle donne all’aborto, la libertà di disporre del proprio corpo. Queste non sono le stesse sensibilità che esistono oggi nel vostro Paese. Me ne rammarico”.


Parole che, appena battute dalle agenzie, fanno suonare l’allarme rosso a Palazzo Chigi. E questa volta è Meloni che deve replicare in prima persona: “La polemica sulla presenza o meno della parola aborto nelle conclusioni è totalmente pretestuosa. Le conclusioni di Borgo Egnazia richiamano quelle di Hiroshima, nelle quali abbiamo già approvato lo scorso anno la necessità di garantire che l’aborto sia ‘sicuro e legale’. È un fatto assodato e nessuno ha mai chiesto di fare passi indietro su questo. Le conclusioni infatti, se non introducono nuovi argomenti, per non essere inutilmente ripetitive, richiamano semplicemente quanto già dichiarato nei precedenti vertici. Non c’è alcuna ragione di polemizzare su temi che già da tempo ci trovano d’accordo. E credo sia profondamente sbagliato, in tempi difficili come questi – è l’accusa all’inquilino dell’Eliseo – fare campagna elettorale utilizzando un forum prezioso come il G7”. Il saluto all’arrivo al Castello Svevo di Brindisi, questa sera, fa capire che le prossime ore saranno all’insegna della tensione: Macron, dopo aver salutato con cordialità Mattarella e la figlia Laura, si è girato verso Meloni, a cui ha fatto un baciamano ricambiato da un freddo sorriso. Tra i due anche qualche parola, a denti stretti.

Schlein: Meloni consapevole delle fasciterie in Fdi

Schlein: Meloni consapevole delle fasciterie in FdiRoma, 13 giu. (askanews) – “Certo che è consapevole, se non lo è, è la leader politica più sbadata della storia perché abbiamo un presidente del Senato col busto di Mussolini a casa e che cerca di legittimare il saluto fascista, un sottosegretario che cita Mussolini in aula”. Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, rispondendo al conduttore di Piazza Pulita Corrado Formigli che le ha chiesto se secondo lei la premier Giorgia Meloni è consapevole delle “fascisterie” che ci sono nel suo partito.


“Certo avrebbe dovuto prendersi il tempo di dichiararsi antifascista come la nostra Costituzione visto che ci ha giurato sopra”, ha aggiunto.

Sanzioni trasversali dopo rissa, scontro su decisione Udp Camera

Sanzioni trasversali dopo rissa, scontro su decisione Udp CameraRoma, 13 giu. (askanews) – Igor Iezzi, il deputato della Lega, che nei video risulta essere chiaramente il più scatenato, riceve la sanzione peggiore all’indomani della rissa in aula alla Camera: 15 giorni di sospensione dai lavori. Dopodiché, il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, propone una punizione “trasversale” per censurare quanto accaduto ieri durante l’esame del ddl autonomia. Pugni, cazzotti e spintoni all’indirizzo del deputato M5s Leonardo Donno rimasto a terra, portato fuori dall’aula in sedia a rotelle, e finito al pronto soccorso con una prognosi di tre giorni. La terza carica dello Stato propone di censurare anche lui – 4 giorni di sospensione – che col suo gesto di porgere il tricolore al ministro Roberto Calderoli ha fatto andare su tutte le furie diversi leghisti e deputati di Fdi che gli si sono scagliati contro nonostante fossero già intervenuti gli assistenti parlamentari. E ancora: 7 giorni a Enzo Amich (Fdi), a Gimmi Cangiano (Fdi), a Domenico Furgiuele (Lega), Federico Mollicone (Fdi), a Nico Stumpo (Pd); 3 giorni a Enzo Amendola (Pd) e Stefano Candiani (Lega); due giorni ai dem Arturo Scotto e Claudio Stefanazzi.


La proposta di Fontana, approvata dopo un lungo e più volte interrotto Ufficio di presidenza che si trascina per tutti il pomeriggio, invece di placare le polemiche le riaccende. La deliberazione passa con 10 voti a favore (la maggioranza insieme a Della Vedova di Più Europa e Roberto Giachetti di Iv) e 7 contrari (Pd, M5s e Avs). “L’aggredito trattato alla stregua dell’aggressore. Il nostro Leonardo Donno censurato al pari di chi ha inneggiato alla Decima Mas o addirittura di chi lo ha ha aggredito con furiosa violenza. L’atteggiamento della maggioranza non è solo un oltraggio alla verità e alla giustizia, ma una ferita che infanga l’immagine del Paese e delle nostre istituzioni in tutto il mondo. Vergognatevi”, attacca il leader M5s Giuseppe Conte. “Il voto di Avs non poteva che essere negativo. La deliberazione dell’ufficio di presidenza in merito ai gravissimi fatti di ieri non ha stabilito eque sanzioni, al contrario ha finito per confondere vittime e responsabili e noi non ci stiamo”, osserva Filiberto Zaratti, esponente di Alleanza Verdi e Sinistra nell’ufficio di presidenza della Camera. Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera, parla di “un inaccettabile squilibrio che mette sullo stesso piano chi ha aggredito e chi ha reagito a provocazione. La decisione a maggioranza ci trova in assoluto disaccordo perché da parte degli esponenti del Pd non si è consumato alcun gesto di violenza contro colleghi o assistenti parlamentari. Da parte di esponenti della Lega e di FdI invece abbiamo assistito a esibizioni muscolari nel senso letterale, e a gesti che richiamavano palesemente al fascismo. Un insulto alle persone e alle istituzioni che non potremo mai tollerare”. Uno dei deputati del Pd sanzionati Claudio Stefanazzi parla di “decisione di parte e priva di ogni aderenza con la realtà dei fatti”. Stefanazzi racconta di essere “stato convocato in ufficio di presidenza e ascoltato per poco piu di un minuto. Alla mia richiesta di spiegazioni sul motivo della convocazione ho ricevuto una risposta generica. Come nessuno, men che meno il Presidente Fontana che oggi mi sospende, ha saputo dirmi nel dettaglio quali infrazioni mi venivano contestate. Se i fatti di ieri passeranno alla storia per l’inaudita violenza in un’aula parlamentare ciò che è successo oggi è un precedente gravissimo. Ho il timore che in Ufficio di Presidenza si siano preoccupati, più che di accertare la realtà dei fatti, di creare la sensazione di una responsabilità diffusa nei fatti di ieri”.


Scotto osserva di essere stato sanzionato “solo per aver protestato contro i fascisti che in aula simulavano la XMas. Rispetto la decisione. Mai abbiamo usato violenza. Abbiamo solo condannato gesti gravi”. E Amendola promette: “Mi sono opposto senza violenza agli atti inaccettabili della destra in aula, ai tentativi di spaccare l’Italia con l’Autonomia: aggressioni, squadrismo, simboli fascisti della X MAS. Accetto il provvedimento dell’UdP, ma protesterò ogni volta contro questo spettacolo indecoroso”. Alla ripresa dell’aula dopo l’Ufficio di presidenza Fontana sottolinea che “il confronto politico, anche su questioni divisive, non può mai trascendere nello scontro fisico, nell’offesa di altri, nella violenza e quindi nella lesione del decoro dell’istituzione”. Il presidete della Camera richiama “tutti i deputati e i presidenti dei gruppi alla responsabilità di evitare il ripetersi di atteggiamenti o parole che oltre ad arrecare offese o violenze verso altri possano minare l’immagine di questa istituzione che tutti siamo chiamati responsabilmente a rappresentare di fronte ai cittadini”. L’esame del ddl autonomia riprenderà martedì pomeriggio. E, viste le reazioni alle sanzioni comminate oggi, è facile prevedere che il clima sarà tutt’altro che rasserenato.

G7, Zelensky fa il pieno: 50 mld da fondi russi e accordo con Usa

G7, Zelensky fa il pieno: 50 mld da fondi russi e accordo con UsaBari, 13 giu. (askanews) – Sorride, Volodymyr Zelensky, al suo arrivo a Borgo Egnazia. Da tempo sa che il G7 lavora per l’Ucraina. E i capi di Stato e di governo, riuniti in Puglia sotto la presidenza italiana, non tradiscono le sue attese. Le parole ascoltate da Emmanuel Macron, ieri sera, lo avevano già anticipato. Oggi il presidente ucraino ne ha ricevuto conferma: c’è “l’accordo politico” per un mega prestito di circa 50 miliardi di dollari garantito dagli utili generati dai fondi russi congelati dopo l’invasione russa del febbraio 2022. Tutti i Paesi del Gruppo contribuiranno al prestito. Ma non è tutto. Un aiuto concreto arriverà anche in via bilaterale da Giappone e Stati Uniti, con cui Zelensky ha firmato un accordo di sicurezza simile a quello stipulato con alcuni Paesi europei. “Documenti storici”, li definisce il leader ucraino che, prima di lasciare la Puglia, ringrazia Giorgia Meloni “per l’incontro produttivo” e “il sostegno militare, finanziario e umanitario all’Ucraina”.


Zelensky, d’altra parte, è arrivato in Italia con l’intenzione ferma di porre sul tavolo poche ma precise questioni: “Lo sviluppo di una coalizione di aerei da combattimento, l’accelerazione nell’addestramento dei piloti ucraini e una stretta sui tempi di consegna degli aerei”. Per Kiev, la priorità assoluta è infatti lo sviluppo di un sistema di difesa aerea ucraino basato sui più potenti sistemi occidentali, con il contemporaneo aumento della capacità a lungo raggio. La sede odierna non è adatta a decisioni operative. Ma il consenso politico è unanime. Dal vertice di Borgo Egnazia, evento cruciale della presidenza italiana, emerge così “un messaggio molto forte” di unità, rivolto alla Russia e al suo presidente, Vladimir Putin: “Saremo al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario”, conferma Ursula von der Leyen. E “non saranno i contribuenti europei a pagare per i danni causati da Mosca, ma i russi”. L’obiettivo è che i beni della Federazione russa “restino congelati per tutto il periodo del prestito” e ora che le linee principali sono state tracciate, i tecnici proseguiranno il lavoro per trovare le necessarie soluzioni normative “il prima possibile”. Da parte sua, il primo ministro britannico Rishi Sunak ha annunciato nuovi aiuti bilaterali “fino a 242 milioni di sterline” per sostenere l’Ucraina. Gli aiuti saranno destinati a “soddisfare i bisogni immediati” del Paese “in termini umanitari, energetici e di stabilizzazione” e “a porre le basi per la ripresa economica e sociale a lungo termine e la ricostruzione”. In particolare, l’obiettivo sarebbe quello di riparare “le infrastrutture energetiche critiche”, che hanno “sofferto dei missili e dei bombardamenti russi negli ultimi mesi”. Secondo il capo del governo di Londra, sarà necessario mostrare “determinazione e creatività” negli sforzi per sostenere l’Ucraina e porre fine alla “guerra illegale di Putin” in questo “momento critico”. E a questo proposito, il Regno Unito resterà in prima linea nella risposta internazionale, “come lo è stato fin dall’inizio”.


Ma Zelensky, che poco prima del suo arrivo al vertice aveva auspicato “decisioni importanti”, può dirsi soddisfatto anche per gli accordi stipulati a margine dei colloqui con il primo ministro giapponese Fumio Kishida e il presidente americano Joe Biden. L’intesa con Tokyo prevede che nel 2024 il Giappone fornisca all’Ucraina 4,5 miliardi di dollari e prosegua il suo sostegno per tutta la durata decennale dell’intesa. I fondi non saranno utilizzati per l’acquisto di armi – lo impedisce la Costituzione giapponese – ma saranno inseriti nel bilancio di Kiev. Dunque, assistenza alla sicurezza e alla difesa, aiuti umanitari, cooperazione tecnica e finanziaria, nonché sforzi congiunti sulla formula della pace. Inoltre, l’accordo implica sanzioni contro Mosca e sforzi atti a ritenere l’aggressore russo responsabile dei suoi crimini. L’intesa con Biden, firmata in serata e confermata in una conferenza stampa congiunta, punta a tranquillizzare Kiev dopo alcune frizioni sull’assistenza militare americana. Prevede la consegna di aerei F-16 americani, ma non di altri sistemi Patriot. Gli Usa ne hanno già inviato uno all’Ucraina, e un altro sarà fornito prossimamente. Zelensky ne ha chiesti di più. “Abbiamo bisogno di sette Patriot”, ha evidenziato, rivolgendosi al suo interlocutore. In ogni caso, l’accordo siglato da Usa e Ucraina rappresenta il più significativo tra quelli che Kiev ha sottoscritto finora con i Paesi membri della Nato, con un impegno a lungo termine su “addestramento militare, condivisione di informazioni di intelligence e assistenza economica”. L’accordo renderà l’Ucraina “forte, sostenibile e resiliente”, ha spiegato Biden. Putin “non può dividerci, e staremo con l’Ucraina finché non prevarrà in questa guerra”, ha aggiunto.


Intanto, gli sherpa continuano a lavorare alla definizione del comunicato finale del vertice anche sugli altri temi in discussione. Secondo una bozza visionata da askanews, i leader confermeranno il loro “pieno sostegno all’accordo globale delineato dal presidente Biden” per la Striscia di Gaza, “che porterebbe a un cessate il fuoco immediato e al rilascio di tutti gli ostaggi” in mano ad Hamas. Rivolgendo un invito al gruppo estremista palestinese ad accettare l’intesa, i capi di Stato e di governo ribadiranno il loro fermo impegno per “la visione della soluzione a due Stati in cui due Stati democratici, Israele e Palestina, convivono fianco a fianco in pace all’interno di confini sicuri e riconosciuti, in linea con il diritto internazionale e le pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite”. (di Corrado Accaputo)

Stellantis, Tavares: target confermati. No a dazi, pronti a competere

Stellantis, Tavares: target confermati. No a dazi, pronti a competereMilano, 13 giu. (askanews) – Stellantis punta sulle flessibilità nelle alimentazioni con piattaforme multi-energy che assorbiranno il 60% degli investimenti al 2027 e nel 2030 rappresenteranno il 90% dell’offerta e sulla capacità di competere, anche senza dazi, con la concorrenza cinese, riducendo i costi anche dei fornitori. Il Ceo di Stellantis Carlos Tavares, all’Investor Day nella sede Chrysler di Auburn Hills vicino a Detroit, rivendica la decisione di puntare sulla flessibilità per assecondare le scelta dei consumatori e seguire la domanda, rallentando la produzione di auto elettriche e gigafactory e aumentando quella di mezzi ibridi come la 500 prodotta a Mirafiori e la 600 a Tychy in Polonia. Nei prossimi 3 anni è prevista la produzione di 12 modelli “multienergy”, sfruttando la piattaforma globale Smart Car che consente di produrre auto a 20mila euro. L’obiettivo di lungo termine però rimane quello di ridurre il gap di margini fra ice e bev, oggi già diminuito al 30% in Europa e visto a zero fra tre anni.


Nonostante le difficoltà e le incertezze soprattutto sul fronte normativo con la nuova Commissione Ue e le elezioni negli Usa, Tavares conferma i target 2024 di un margine Aoi a doppia cifra e un free cash flow positivo, con un miglioramento nel secondo semestre e si impegna ad aumentare i dividendi nella parte alta del range di pay del 25-30%. Questo anche grazie a sinergie da fusione Fca-Psa migliori del previsto a quota 8,4 miliardi e 500 milioni di risparmi aggiuntivi per il 2024 (materie prime, personale e logistica). Per il Ceo di Stellantis il 2024 è un anno di “transizione” focalizzato sullo sviluppo dell’elettrificazione negli Usa con numerosi modelli, fra cui Jeep Wagoneer S e Dodge Charger, al debutto nel II semestre. In generale però la domanda rimane fiacca. Il mercato globale è atteso in crescita dello 0-2%, con gli Usa in calo e l’Europa stagnante, mentre il “terzo motore” (tutti i mercati eccetto Usa e Ue) che ha generato 10,8 mld di ricavi nel 2023 dovrebbe continuare a crescere a un ritmo di quasi il 30%. L’obiettivo per la regione è di arrivare a produrre un milione di veicoli al 2027, di cui 800 mila in Marocco e Turchia dove i costi sono più bassi rispetto all’Europa del 27%.


Nel terzo trimestre è atteso l’inizio della vendita in Europa dei modelli C10 e T03 di Leapmotor. La decisione sui siti di produzione “sarà presa paese per paese e dipenderà anche dai dazi”, ha detto Tavares, spiegando che si spazierà dalla produzione completa di auto a prodotti pre-assemblati. In generale Tavares si è detto molto soddisfatto dell’accordo con i cinesi: “possiamo sfruttare la competitività sui costi, circa il 30% e tecnologica dei cinesi a nostro vantaggio. E’ nostro interesse che Leapmotor cresca all’estero”. Sulle tariffe imposte da Usa e Ue sulle auto cinesi, Tavares si è detto contrario, ha ribadito la volontà di combattere alla pari con cinesi e si è detto pronto a cogliere “opportunità” quando con la fine dei dazi ci saranno costruttori in difficoltà.

Meloni: polemica pretestuosa su aborto, no campagna elettorale a G7

Meloni: polemica pretestuosa su aborto, no campagna elettorale a G7Borgo Egnazia, 13 giu. (askanews) – “La polemica sulla presenza o meno della parola aborto nelle conclusioni è totalmente pretestuosa. Le conclusioni di Borgo Egnazia richiamano quelle di Hiroshima, nelle quali abbiamo già approvato lo scorso anno la necessità di garantire che l’aborto sia ‘sicuro e legale’”. È quanto ha affermato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, interpellata dai giornalisti sul caso aborto a margine dei lavori del G7 a Borgo Egnazia.


“È un fatto assodato e nessuno ha mai chiesto di fare passi indietro su questo. Le conclusioni infatti, se non introducono nuovi argomenti, per non essere inutilmente ripetitive, richiamano semplicemente quanto già dichiarato nei precedenti vertici. Non c’è alcuna ragione di polemizzare su temi che già da tempo ci trovano d’accordo. E credo sia profondamente sbagliato, in tempi difficili come questi, fare campagna elettorale utilizzando un forum prezioso come il G7”, ha concluso.

Al Golf Nazionale di Sutri inizia lo show del Ladies Italian Open

Al Golf Nazionale di Sutri inizia lo show del Ladies Italian OpenRoma, 13 giu. (askanews) – Inizia lo show del Ladies Italian Open. Sul percorso del Golf Nazionale, a Sutri (Viterbo), le proette del Ladies European Tour si sfideranno nella 27ª edizione della massima manifestazione nazionale femminile (14-16 giugno), una gara che riveste grande importanza perché sarà la penultima tappa verso la qualificazione ai Giochi Olimpici di Parigi. Nell’evento, che ha quale partner istituzionale la Regione Lazio e il supporto dell’official advisor Infront Italy, saranno sul tee di partenza 132 giocatrici, comprese dieci italiane, in rappresentanza di 32 nazioni, tra le quali quattro nella top ten dell’ordine di merito (11 tra le prime 20).


Il torneo è stato anticipato dalla Regione Lazio Pro-Am che è stata vinta con “meno 21” dalla squadra della proette ceca Sara Kouskova con gli amateur Massimo Tempesta e Francesco Caporali, seguita con “meno 16” dal team dell’austriaca Emma Spitz con Federico Carletti, Flaminia Cilento e Giorgio Baiocchi e dalla compagine di Alexandra Swayne, delle Isole Vergini, con Riccardo Luciano, Manfredi Giusti Panella e Jacopo Menciotti. Al quarto posto con “meno 15” la formazione della svizzera Chiara Tamburlini con Francesco Rocca, Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i Giovani, e Paolo Giuntarelli e al quinto con lo stesso score quella di Virginia Elena Carta con Abdulrahman Aldabal, Adolfo Ramírez Uzcategui e Ziad Almurshed. In gara con la messicana Fernanda Lira, tre atlete paralimpiche: Alessandra Donati, Luisa Ceola e Alla Tanfoglio. Alla cerimonia di premiazione hanno partecipato il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, il Presidente della Federgolf Franco Chimenti e il Sindaco di Sutri Matteo Amori.


Field di qualità – In un field di qualità sono numerose le giocatrici che possono firmare l’albo d’oro, ma in particolare riscuotono credito le quattro proette tra le top ten della money list: tre vincitrici stagionali, la svizzera Chiara Tamburlini (n. 4, Joburg Ladies Open), la singaporiana Shannon Tan (n. 7, Magical Kenya Ladies Open), la danese Nicole Broch Estrup (n. 8, Australian Women’s Classic ridotto a 18 buche), e l’inglese Gabriella Cowley (n. 10), buona regolarista, un secondo e un terzo posto in stagione e runner up nell’Open 2021. Nel novero delle favorite anche le altre sette concorrenti entro le top 20, le indiane Diksha Dagar e Pranavi Urs, la neozelandese Momoka Kobori, l’austriaca Emma Spitz, la spagnola Luna Sobron Galmes, la thailandese Aunchisa Utama e l’inglese Alice Hewson. Meritano attenzione la sudafricana Lee-Anne Pace, undici titoli sul LET, altrettanti sul Sunshine Ladies Tour e uno sul LPGA Tour, l’olandese Anne Van Dam, la ceca Klara Davidson Spilkova, la spagnola Nuria Iturrioz, la svedese Lisa Pettersson, l’elvetica Elena Moosmann, le francesi Celine Herbin e Pauline Roussin-Bouchard, l’inglese Liz Young e Ines Laklalech, prima marocchina a imporsi sul LET (Lacoste Open de France, 2022).


Al via anche la svizzera Kim Metraux, sorella di Morgane (che ha vinto nel 2022 l’ultima edizione del Ladies Italian Open al Golf Club Margara di Fubine Monferrato, in Piemonte), e la dilettante statunitense Anna Davis, che nel 2022, all’età di 16 anni, ha conquistato la terza edizione dell’Augusta National Women’s Amateur, il Masters femminile. Due le past winner: l’inglese Florentyna Parker (vincitrice nel 2014 in Umbria, al Perugia Golf Club) e la norvegese Marianne Skarpnord (a segno nel 2009 in Lombardia, al Golf Club Le Rovedine di Milano). Dieci le italiane in gara – Saranno dieci le azzurre in campo. Sette le proette, guidate da Alessandra Fanali e Virginia Elena Carta, che giocano stabilmente sul LET. La prima, 22ª nell’ordine di merito e seconda quest’anno in Kenya, ha già praticamente il pass per le Olimpiadi, e la seconda invece è chiamata a esprimersi ai suoi livelli per ottenere un risultato di rilievo che le permetta di andare in Francia. Con loro Stefania Croce, che ha appena vinto il Ladies PGAI e che è stata per tanti anni sul LPGA Tour, e Giulia Sergas, anche lei a lungo sul circuito americano e seconda azzurra, dopo Diana Luna nel 2009, a disputare la Solheim Cup con Team Europe, vittorioso nel 2013. Quindi Lucrezia Colombotto Rosso, Emma Lundgren e Marta Spiazzi. Tre le dilettanti: Francesca Fiorellini, lo scorso anno nelle compagini continentali che hanno dominato nella Junior Ryder Cup e nella Junior Solheim Cup, Carolina Melgrati e Matilde Andreozzi.


Le italiane non hanno mai vinto l’Open di casa e sperano di poter sfatare il tabù. Cinque i secondi posti firmati rispettivamente da Silvia Cavalleri (2000 e 2002), Veronica Zorzi (2005), Giulia Sergas (2011) e Alessandra Fanali che, nel 2022, fu battuta nel play-off da Morgane Metraux in uno spareggio a tre che vide tra le protagoniste pure l’inglese Meghan MacLaren. Formula di gara e montepremi – Il Ladies Italian Open si disputerà sulla distanza di 54 buche (18 al giorno). Il taglio, dopo 36, lascerà in gara le migliori 60 classificate e le pari merito al 60° posto. In palio un montepremi di 300.000 euro. Prima volta al Golf Nazionale, la quinta nel Lazio – Per il Golf Nazionale di Sutri, che nel tempo ha accolto eventi clou come, tra gli altri, la World Cup del 1991 e la Junior Ryder Cup (per i primi due giorni) 2023, il Ladies Italian Open rappresenta una novità assoluta. Il Lazio, che dal 2021 al 2023 ha ospitato – al Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio, casa, lo scorso anno, della Ryder Cup – l’Open d’Italia maschile, per la quinta volta nella storia sarà il teatro del Ladies Italian Open. In precedenza si era svolto nel 2004 al Parco di Roma e dal 2005 al 2007 al Parco de’ Medici. Komen Italia Charity Partner dell’evento – Al Golf Nazionale la prevenzione va in buca con Komen Italia, Associazione in prima linea nella lotta ai tumori al seno, che scende in campo come Charity Partner dell’evento. Dalla “Race for the Cure” al progetto Ryder Cup 2023, si rinnova la partnership tra la Federgolf e Komen Italia, da sempre l’una al fianco dell’altra nelle iniziative solidali. In occasione del Ladies Italian Open, sarà presente uno stand al Golf Nazionale per promuovere una campagna di sensibilizzazione sull’importanza della prevenzione.

Meloni soddisfatta per intesa G7 su Ucraina, domani vede Biden

Meloni soddisfatta per intesa G7 su Ucraina, domani vede BidenBari, 13 giu. (askanews) – Giorgia Meloni si dice “molto soddisfatta” per i risultati raggiunti nella prima giornata del vertice G7 a Borgo Egnazia. A fine lavori, prima della cena offerta dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Castello Svevo di Brindisi, la premier si presenta ai giornalisti sul prato del golf club per una dichiarazione a bilancio dei lavori.


Il primo risultato ottenuto, annuncia confermando quanto già filtrato ieri, è l’accordo “politico” sull’utilizzo dei profitti degli asset russi congelati. Una buona notizia per Volodymyr Zelensky, arrivato oggi nel resort pugliese: per lui ci saranno 50 miliardi di dollari sotto forma di prestiti. Per la restituzione, ha sottolineato la premier, “potranno essere utiizzati gli extraprofitti derivanti dai beni russi immobilizzati nelle nostre giurisdizioni. Non parliamo della confisca di questi beni ma degli interessi che maturano nel corso del tempo”. Per Zelensky anche un accordo con Joe Biden e uno con il premier giapponese Fumio Kishida. Oltre che di Ucraina si è parlato anche di Africa, tema molto caro all’Italia. Meloni ha ribadito i principi del Piano Mattei – su cui dice di aver avuto “ampio sostegno e ampia condivisione” – e annunciato la volontà di agire con un sempre maggiore coordinamento con il piano Pgii degli Usa e il Global Gateway dell’Ue. “Per troppo tempo – ha detto – l’Africa è stata fraintesa, sfruttata, guardata dall’alto. Invece è un continente pieno di sorprese se messo in condizione di sfruttare ciò che ha di straordinario. Tocca a noi collaborare con le nazioni africane per garantire nuove opportunità di sviluppo da pari a pari, per crescere insieme”. Concretamente, tra le altre cose, l’Italia sosterrà “uno dei progetti strategici del Pgii, che è il cosiddetto corridoio di Lobito, l’imponente sistema infrastrutturale che ha come obiettivo quello di collegare l’Angola allo Zambia attraverso la Repubblica democratica del Congo e di connettere così mercati regionali e mercati globali”.


Altro dossier sul tavolo quello del Medio Oriente: dal G7 arriva il “sostegno unanime alla proposta di mediazione degli Stati Uniti per il cessate il fuoco immediato, per il rilascio di tutti gli ostaggi, e per un significativo aumento dell’assistenza umanitaria alla alla popolazione civile di Gaza”. Domani si parlerà di Indopacifico, rapporti con la Cina, migrazioni e Intelligenza artificiale, con l’intervento di papa Francesco. “Ci aspetta domani una giornata importante, con un pizzico di orgoglio direi storica: accoglieremo il santo padre, è la prima volta di un pontefice al G7 e sono orgogliosa che accada sotto la presidenza italiana”. Previsto anche una spazio per i bilaterali: per la premier sono già fissati quelli con Biden e con il presidente argentino Javier Milei.