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Autore: Redazione StudioNews

Coldiretti: Governo dichiari stato emergenza siccità in Sicilia

Coldiretti: Governo dichiari stato emergenza siccità in SiciliaRoma, 16 apr. (askanews) – “Il Governo dichiari lo stato d’emergenza per affrontare la crisi idrica senza precedenti che sta attanagliando la Sicilia da settimane”. Lo chiedono il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini e il presidente Coldiretti Sicilia Francesco Ferreri visto che la Sicilia è attualmente alle prese con una grave situazione di siccità che sta mettendo a dura prova il settore agricolo regionale.


Una richiesta che arriva dopo quella avanzata dalla Regione Siciliana qualche giorno fa. La media regionale delle piogge rilevate dalla rete SIAS, pari a circa 36 mm, è stata praticamente la metà della norma mensile, che per il periodo 2002-2023 è stata pari a 73 mm. Una situazione critica che sta già causando gravi danni al comparto agricolo, con particolare riguardo al settore cerealicolo, ortofrutticolo e vitivinicolo. Prandini e Ferreri sottolineano in una nota l’urgenza di intervenire con misure straordinarie per supportare gli agricoltori e mitigare gli impatti devastanti della siccità sul comparto agricolo nazionale, sollecitando l’adozione di interventi mirati. Tra questi, l’erogazione di aiuti economici straordinari per compensare le perdite subite dagli agricoltori, l’attivazione di misure di sostegno per la gestione idrica e l’accelerazione delle procedure per l’ottenimento di autorizzazioni e finanziamenti per interventi di efficientamento idrico e irrigazione.

Fmi, Gfsr: rischi finanziari diminuiti ma non abbassare la guardia

Fmi, Gfsr: rischi finanziari diminuiti ma non abbassare la guardiaRoma, 16 apr. (askanews) – La prospettiva di un “atterraggio morbido” dell’economia globale si sta sempre più avverando e il quadro complessivo dei rischi sulla stabilità economica e finanziaria mondiale è migliorato nell’ultimo anno, parallelamente al ridimensionamento dell’inflazione su scala globale. Ne deriva un contesto in cui imprese e famiglie hanno potuto reperire finanziamenti a costi più bassi, nonostante tassi ufficiali che restano elevati. Mentre gli investitori potrebbero aver trovato elementi incoraggianti nel fatto che le tensioni nel sistema bancario dello scorso anno sono state contenute.


E’ la fotografia scattata dal Fondo monetario internazionale nell’ultimo Global Financial Stability Report, pubblicato in occasione delle assemblee primaverili: “i rischi sono diminuiti rispetto all’edizione dello scorso ottobre”, afferma l’istituzione di Washington. Tuttavia persistono diversi elementi di potenziale criticità. A cominciare dalle “valutazioni tirate” in diverse classi di asset finanziari, fondamentalmente a seguito di una “compressione” dei premi di rischio rispetto agli standard storici. Il Fmi cita l’esempio dei mercati obbligazionari e in particolare dei titoli di Stato, dove i differenziali (spread) anche per le emittenti ritenute più vulnerabili si sono ridotti.


Il Gfsr avverte che quello attuale “è un contesto in cui riprezzamenti delle attività potrebbero verificarsi rapidamente. Improvvise svolte delle politiche, un riaccendersi delle tensioni geopolitiche e difficoltà negli approvvigionamenti di materie prime sono solo pochi esempi dei potenziali inneschi”, si legge. Un altro elemento di rischio che da mesi è sotto i riflettori è quello dei mercati immobiliari e dei diversi debitori esposti a questo segmento. “Specialmente sull’immobiliare commerciale in cui le prospettive deboli potrebbero portare a rifinanziamenti difficili e costosi dei prestiti esistenti, come l’immobiliare commerciale degli Stati Uniti in cui si stima – avverte il Fmi – che 600 miliardi di dollari di prestiti siano in scadenza quest’anno”.


E se le condizioni di finanziamento globali tornassero a inasprirsi potrebbero crearsi pressioni sui mercati emergenti e mettere sotto tensione le loro valute e altri asset che potrebbero subire svalutazioni. All’opposto, nel medio termine l’allentamento delle condizioni finanziarie tenderà a favorire l’accumulo di vulnerabilità come l’eccesso di indebitamento sia da parte dei governi che da parte del settore privato.


A fronte di questi elementi il Fmi rileva che i policy maker possono intraprendere iniziative per mitigare i rischi prevalenti e per ridurre le vulnerabilità. A cominciare dal respingere le aspettative eccessivamente ottimistiche sulla dinamica di disinflazione e di allentamento delle politiche monetarie. Bisogna poi continuare a assicurare che banche altre istituzioni finanziarie siano adeguatamente attrezzate affrontare eventuali aumenti delle insolvenze di altri rischi rischi. Infine, le autorità devono mantenere la vigilanza e dei piani adeguati sui rischi che potrebbero verificarsi nello scenario previsionale di base ma anche in un quadro previsionale più avverso, conclude l’Fmi.

Al via progetto di sviluppo filiera pomodoro Pachino Igp

Al via progetto di sviluppo filiera pomodoro Pachino IgpRoma, 16 apr. (askanews) – Siglato l’accordo tra il Consorzio di Tutela della IGP Pomodoro di Pachino e il team di ricerca condotto da Roberto Della Casa, che avrà il compito di mettere a punto un progetto di sviluppo coordinato della filiera, per generare più valore alla produzione e al consumo. Con l’insediamento del nuovo Consiglio e la conferma di Sebastiano Fortunato alla presidenza del Consorzio, inizia infatti un nuovo triennio di iniziative per lo sviluppo di uno dei prodotti simbolo della orticoltura siciliana e italiana di qualità.


Il primo atto del nuovo CDA è stato il lancio di un progetto volto alla individuazione e alla implementazione di un sistema organizzativo fra gli operatori che aderiscono al Consorzio di valorizzazione che permetta, da una parte, di migliorare l’assetto commerciale e rendere più strutturata l’immissione sul mercato del prodotto IGP; dall’altra, di incidere sulla fase produttiva della eccellenza siciliana per clusterizzare l’offerta su standard qualitativi ancora più stringenti e legati alla percezione del cliente finale. Una sfida cruciale per elevare ulteriormente il vissuto di una indicazione geografica che nel tempo è divenuta un brand che sfiora il 50% di notorietà fra i connazionali: per quasi metà degli italiani, infatti, Pachino è il primo identificativo associato al pomodoro, che raggiunge una notorietà spontanea paragonabile a quella di altri prodotti italiani celebri nel mondo. “È nostro compito – sottolinea Fortunato – sviluppare il nostro prodotto per cogliere queste opportunità sia sul piano dell’eccellenza qualitativa che della costanza della stessa, per non deludere le aspettative. È venuto il momento di far fare ai nostri consorziati un ulteriore salto di qualità per dotarli di strumenti di gestione dell’attività al passo con i tempi”.

Coldiretti: export vino italiano torna a crescere, +14% a gennaio

Coldiretti: export vino italiano torna a crescere, +14% a gennaioRoma, 16 apr. (askanews) – Tornano a crescere nel 2024 le esportazioni di vino italiano, con un aumento in valore del 14% a gennaio rispetto allo stesso periodo del 2023. Dopo il lieve arretramento fatto segnare lo scorso anno, con un valore di 7,8 miliardi, che fa comunque del vino la prima voce dell’export agroalimentare, la corsa delle bottiglie tricolori riprende a partire dagli Stati Uniti, spiega in una nota Coldiretti, primo mercato di riferimento, che cresce del 14%. Segno positivo anche in Germania, secondo sbocco, con un +3% mentre in Gran Bretagna l’aumento è addirittura del 20%. Lieve crescita anche in Francia (+6%) ma nella Russia di Putin sono quasi raddoppiate (+87%).


Il boom del vino spinge il dato generale delle esportazioni agroalimentari Made in Italy che a gennaio salgono a quota 5,3 miliardi di euro, con un aumento del 13% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat. Un inizio positivo che segue il record di sempre fatto registrare lo scorso anno con 64 miliardi. La ripresa dell’export vitivinicolo sarà festeggiata domani, mercoledì 17 aprile, con un brindisi tutto al femminile a Casa Coldiretti, nella degustazione che vedrà protagoniste le donne del vino, centrata sul rosé.

La polizia sospende l’evento di estrema destra con Orban e Farage a Bruxelles

La polizia sospende l’evento di estrema destra con Orban e Farage a BruxellesRoma, 16 apr. (askanews) – La polizia di Bruxelles è intervenuta oggi per sospendere i lavori della Conferenza sul conservatorismo nazionale in programma oggi e domani nella capitale belga, con i previsti interventi del premier ungherese Viktor Orban, del candidato francese di estrema destra, Eric Zemmour, e dell’ex primo ministro polacco Mateusz Morawiecki.


Stando a quanto riportato da Euronews, gli agenti sono intervenuti mentre l’evento era iniziato da circa due ore, ed era in corso l’intervento del fondatore del partito della Brexit, Nigel Farage, informando gli organizzatori che “le autorità hanno deciso di chiudere l’evento”. Emir Kir, sindaco del quartiere Saint-Josse Ten Noode di Bruxelles, ha confermato su X di aver emesso l’ordine di fermare l’evento per “garantire la sicurezza pubblica”, aggiungendo: “L’estrema destra non è la benvenuta”. “La polizia belga ha deciso di chiudere la conferenza sul conservatorismo nazionale a Bruxelles, appena due ore dopo il suo inizio. Immagino non potessero più sopportare la libertà di parola”. Questo il commento su X del premier ungherese, Viktor Orban.

Vino, da Confagricoltura a Vinitaly focus su mercati e consumi

Vino, da Confagricoltura a Vinitaly focus su mercati e consumiRoma, 16 apr. (askanews) – Un hub di confronto tra imprenditori, docenti universitari ed esperti del comparto vitivinicolo nazionale: è la fisionomia dello spazio di Confagricoltura alla 56esima edizione di Vinitaly, in corso a Verona. Non solo degustazioni con i sommelier e grande attenzione ai territori, con le Unioni provinciali partecipanti, ma incontri di approfondimento che riguardano il settore vino, alle prese con l’andamento altalenante del mercato e il clima che impatta fortemente sulla produzione del vigneto Italia.


Il talk sui vini bianchi e rossi alle prese con tendenze di consumo, ha raccolto le voci di alcuni Consorzi di riferimento, precedute da un’analisi di Ismea presentata da Tiziana Sarnari: “è evidente il cambiamento in atto nella produzione e nelle preferenze dei consumatori, che si accompagna a una tendenza generale positiva per i vini bianchi e rosati, che arrivano al 50% delle scelte, e una diminuzione dei vini rossi, fermi al 38%”. Francesco Mazzei, presidente di Avito, che raggruppa tutti i 22 consorzi della Toscana e 58 denominazioni, conferma la fotografia generale e spiega alcune peculiarità per la regione, soffermandosi su alcune denominazioni: “La Maremma chiude con un segno positivo proprio perché trainata dal Vermentino, che abbiamo saputo valorizzare”.


Michelangelo Tombacco, vicepresidente della Doc Friuli, segnala che lo straordinario andamento dei vini spumanti ha cambiato anche la visione degli stessi imprenditori vitivinicoli: “I consumatori apprezzano vini più leggeri, più freschi. La nostra regione, nell’ambito dei bianchi, è conosciuta soprattutto per Prosecco e Pinot Grigio delle Venezie, ma la collina continua a fare vini importanti, come il Ribolla, che il mercato apprezza”. Dalle Marche il presidente dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, Michele Bernetti, conferma che il grande lavoro svolto in questi anni sta premiando la denominazione Castelli di Jesi, che, pur avendo una superficie nel complesso limitata, ha acquisito valore. “Per la prima volta, inoltre, i bianchi strutturati hanno acquisito un pregio analogo a quello dei grandi rossi nella percezione del pubblico. Lavoriamo anche in questa direzione”.


Per quanto riguarda i rossi, Christian Marchesini, presidente del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, sottolinea la forza della denominazione: “La Valpolicella rappresenta appena l’8% del Veneto, ma è trainante. Sebbene abbiamo chiuso il 2023 in netto calo rispetto all’anno precedente, in questi ultimi due anni è aumentato il valore medio della dop, premiando il lavoro dei produttori. Nel 2024 partiamo in difficoltà, ma siamo fiduciosi perché ci sono segnali di una leggera ripresa”. “Con l’attuale campagna abbiamo toccato il punto più basso in volumi, dal dopoguerra, con 38 milioni di ettolitri – ribadisce Federico Castellucci, presidente della Federazione Vino di Confagricoltura – I rossi hanno perso l’8% di esportazione, pertanto gli investimenti sull’export si confermano una scelta irrinunciabile per stimolare la domanda, cercando di promuovere modelli di consumo anche innovativi”.


“Questi momenti di confronto organizzati da Confagricoltura si confermano di grande valore – ha chiuso la componente di Giunta Giovanna Parmigiani – perché stimolano la riflessione e offrono spunti per delineare le strategie di valorizzazione del comparto e del settore primario in generale”.

Bce, Lagarde: ci avviciniamo al momento di allentare i tassi

Bce, Lagarde: ci avviciniamo al momento di allentare i tassiRoma, 16 apr. (askanews) – Alla Bce “ci stiamo avvicinando al momento in cui renderemo la nostra linea monetaria meno restrittiva”, ha affermato la presidente Christine Lagarde durante una intervista a Cnbc. “Come ho già detto” dopo l’ultimo Consiglio direttivo “abbiamo bisogno di aumentare la fiducia che ci sia questo processo di disinflazione, che si stia muovendo secondo le nostre attese, senza che ci sia un grande shock negli sviluppi”.


Lagarde ha però nuovamente respinto qualunque ipotesi di un percorso di calo prestabilito sui tassi: “sono stata estremamente chiara, ho già detto che noi non ci stiamo prendendo un impegno a percorrere un percorso predefinito di tagli dei tassi. Siamo legati ai dati e c’è una enorme incertezza a causa degli sviluppi geopolitici – ha aggiunto in rispondendo ad una domanda sulle attese di un taglio dei tassi a giugno e di altri fino a fine anno – dobbiamo essere attenti a quello che succede agli sviluppi e ai dati”.

Scoperto il buco nero stellare più massiccio della nostra galassia

Scoperto il buco nero stellare più massiccio della nostra galassiaRoma, 16 apr. (askanews) – Alcuni astronomi hanno identificato il buco nero stellare più massiccio mai scoperto nella Via Lattea, individuato nei dati della missione Gaia dell’Agenzia spaziale europea, che impone uno strano movimento “oscillante” alla stella compagna che gli orbita intorno. I dati del VLT (Very Large Telescope) dell’ESO (Osservatorio Europeo Australe) e di altri osservatori da terra sono stati utilizzati per verificare la massa del buco nero, stimandola a ben 33 volte quella del Sole.


I buchi neri stellari si formano dal collasso di stelle massicce. Quelli finora identificati nella Via Lattea sono in media circa 10 volte più massicci del Sole. Il secondo buco nero stellare per massa che si conosce nella nostra galassia, Cygnus X-1, raggiunge solo 21 masse solari, rendendo eccezionale questa nuova osservazione di un oggetto da 33 masse solari. Sorprendentemente, – prosegue l’ESO – il buco nero è anche vicinissimo a noi: a soli 2000 anni luce di distanza nella costellazione dell’Aquila, è il secondo buco nero che si conosca più vicino alla Terra. Soprannominato Gaia BH3 o semplicemente BH3, è stato trovato mentre il gruppo di lavoro di Gaia stava rivedendo le osservazioni in vista dell’imminente rilascio di dati. “Nessuno si aspettava di trovare un buco nero di massa elevata nascosto nelle vicinanze, finora non rilevato”, afferma Pasquale Panuzzo, membro della collaborazione Gaia e astronomo dell’Osservatorio di Parigi, parte del Centro nazionale francese per la ricerca scientifica (CNRS). “Questo è il tipo di scoperta che si fa una sola volta nella propria carriera”.


Per confermare la scoperta, la collaborazione Gaia ha utilizzato dati provenienti da osservatori da terra, incluso lo strumento UVES (Ultraviolet and Visual Echelle Spectrograph) installato sul VLT dell’ESO, nel deserto di Atacama in Cile. Queste osservazioni hanno rivelato proprietà chiave della stella compagna che, insieme con i dati di Gaia, hanno permesso agli astronomi di misurare con precisione la massa di BH3. Gli astronomi hanno trovato buchi neri altrettanto massicci al di fuori dalla nostra galassia (usando un diverso metodo di osservazione) e hanno teorizzato che potrebbero formarsi dal collasso di stelle con una composizione chimica che vede solo pochissimi elementi più pesanti dell’idrogeno e dell’elio. Si ritiene che queste stelle cosiddette “povere di metalli” perdano meno massa nel corso della propria vita e quindi mantengano una quantità maggiore di materiale per produrre un buco nero di massa elevata dopo la loro morte. Ma finora non c’erano prove che collegassero direttamente le stelle povere di metalli ai buchi neri di massa elevata.


Le stelle che vivono in coppia tendono ad avere composizioni simili, il che significa che la compagna di BH3 contiene importanti indizi sulla stella che è collassata per formare questo buco nero eccezionale. I dati di UVES hanno mostrato che la compagna è una stella molto povera di metalli, indicando che anche la stella collassata per formare BH3 dovesse essere povera di metalli, proprio come previsto. Il risultato della ricerca guidata da Panuzzo viene pubblicato oggi su “Astronomy & Astrophysics”. “Abbiamo compiuto il passo eccezionale di pubblicare questo articolo sulla base di dati preliminari, prima dell’imminente rilascio dei risultati di Gaia proprio a causa della natura unica della scoperta”, afferma la coautrice Elisabetta Caffau, membro della collaborazione Gaia e scienziata dell’Osservatorio di Parigi del CNRS. Rendere disponibili i dati in anticipo consentirà ad altri astronomi di iniziare a studiare questo buco nero da subito, senza dover attendere il rilascio dei dati completi, previsto non prima della fine del 2025.


Ulteriori osservazioni di questo sistema potrebbero aver molto da dire sulla sua storia e sul buco nero stesso. Lo strumento GRAVITY installato sul VLTI (l’interferometro del VLT) dell’ESO, per esempio, – conclude l’ESO – potrebbe aiutare gli astronomi a scoprire se questo buco nero sta attirando materia dall’ambiente circostante e a comprendere meglio questo oggetto emozionante. Crediti: ESO/L. Calçada

Confagri: bene sblocco credito imposta investimenti 4.0

Confagri: bene sblocco credito imposta investimenti 4.0Roma, 16 apr. (askanews) – Confagricoltura accoglie con soddisfazione l’estensione, da parte dell’Agenzia delle Entrate, dei crediti d’imposta 4.0 relativi agli investimenti precedenti al 2023, anche se interconnessi successivamente.


Come richiesto urgentemente dalla Confederazione, l’Agenzia, con una Faq pubblicata stamattina, ha informato di aver modificato la precedente applicazione restrittiva delle disposizioni previste dall’articolo 6, comma 3, del decreto-legge sulle Misure urgenti in materia di compensazione d’imposta 4.0 (n. 39 del 2024). Adesso manca soltanto l’emanazione di un decreto dedicato da parte del ministero delle Imprese e del Made in Italy. Dopo quest’ultimo passo le aziende del settore primario potranno utilizzare i crediti maturati tra il 2023 e il 2024 a compensazione degli investimenti in nuovi beni materiali strumentali.


In base ai chiarimenti forniti dall’Agenzia delle Entrate, il credito d’imposta sarà compensabile anche per gli investimenti effettuati tra il 2020 al 2022. Termine che si estende nel caso in cui l’ordine di acquisto sia stato effettuato e accettato entro il 31 dicembre 2022 e sia stato versato un acconto non inferiore al 20% del costo totale.

Un tripudio di galassie in tre nuove immagini del telescopio VST

Un tripudio di galassie in tre nuove immagini del telescopio VSTRoma, 16 apr. (askanews) – Galassie, lontane e lontanissime. Galassie interagenti, la cui forma è stata scolpita dalla reciproca influenza gravitazionale, ma anche galassie che formano gruppi e ammassi, tenute insieme dalla mutua gravità. Sono le protagoniste di tre nuove immagini rilasciate dal VLT Survey Telescope (VST) in occasione del convegno dedicato alle attività scientifiche del telescopio, in corso dal 16 al 18 aprile presso l’Auditorium nazionale dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) a Napoli.


Il VST è un telescopio ottico dal diametro di 2,6 metri, costruito completamente in Italia e operativo dal 2011 presso l’osservatorio dello European Southern Observatory (ESO) di Paranal, in Cile. Da ottobre 2022, il telescopio è gestito interamente da Inaf attraverso il Centro Italiano di Coordinamento per VST presso la sede Inaf di Napoli, con il 90% del tempo osservativo dedicato alla comunità astronomica italiana. Il VST – spiega l’Inaf – è specializzato nelle osservazioni di grandi aree del cielo grazie alla sua fotocamera a grande campo, OmegaCAM, un vero e proprio “grandangolo celeste” in grado di immortalare, in ciascuna ripresa, un grado quadrato di cielo, ovvero una porzione della volta celeste larga due volte il diametro apparente della Luna piena. Oltre alle immagini raccolte per la ricerca astrofisica, che per il VST spazia dalle stelle alle galassie fino alla cosmologia, nell’ultimo anno il telescopio ha condotto un nuovo programma dedicato al grande pubblico, osservando nebulose, galassie e altri oggetti celesti iconici durante alcune notti di Luna piena, nelle quali la luminosità del nostro satellite naturale disturba l’acquisizione dei dati scientifici. Nuove immagini saranno pubblicate nei prossimi mesi.


“Oltre alla ricerca scientifica, uno degli obiettivi del centro VST è quello di disseminare la conoscenza scientifica e condividere le meraviglie dell’universo con i non-esperti del settore. In particolare, ci piacerebbe che le nuove generazioni di ragazze e ragazzi, attraverso queste fantastiche immagini, possano scoprire ed alimentare l’interesse per l’astrofisica”, commenta Enrichetta Iodice, ricercatrice Inaf a Napoli e responsabile del Centro Italiano di Coordinamento per VST. L’immagine qui riportata ritrae ESO 510-G13, una curiosa galassia lenticolare a circa 150 milioni di anni luce da noi, in direzione della costellazione dell’Idra. Spicca il rigonfiamento centrale della galassia, su cui si staglia la silhouette scura del disco di polvere visto di taglio, che ne oscura parte della luce. La forma distorta del disco ricorda vagamente una S rovesciata, indice del passato turbolento di ESO 510-G13, che potrebbe aver acquisito la sua attuale conformazione a seguito di una collisione con un’altra galassia.


La seconda immagine mostra un piccolo gruppo formato da quattro galassie, chiamato Hickson Compact Group 90 (HGC 90), che dista circa 100 milioni di anni luce di distanza dalla Terra, verso la costellazione del Pesce Australe. Il quartetto di galassie HGC 90 è immerso in una struttura molto più vasta, che comprende decine di galassie, alcune delle quali visibili in questa immagine. La terza immagine mostra un raggruppamento di galassie molto più ricco e ancora più distante: l’ammasso di galassie Abell 1689, che si può osservare nella costellazione della Vergine. Abell 1689 contiene più di duecento galassie, visibili per lo più come macchie di colore giallo-arancio, la cui luce ha viaggiato per circa due miliardi di anni prima di raggiungere il VST. L’enorme massa, che oltre alle galassie comprende anche enormi quantità di gas caldo e della misteriosa materia oscura, deforma lo spazio-tempo in prossimità dell’ammasso, che funge così da “lente gravitazionale” sulle galassie ancora più lontane, amplificando la loro luce e creando immagini distorte, in modo non dissimile da quanto farebbe una comune lente ottica. Alcune di queste galassie si possono distinguere sotto forma di puntini e di minuscoli trattini dalla forma leggermente curva, in particolare intorno alle regioni centrali dell’ammasso.


Crediti: INAF/VST. Acknowledgment: M. Spavone (INAF), R. Calvi (INAF)