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Autore: Redazione StudioNews

Israele vuole rispondere all’attacco dell’Iran

Israele vuole rispondere all’attacco dell’IranRoma, 15 apr. (askanews) – Il gabinetto di guerra israeliano ha concluso la riunione prevista per discutere la risposta di Israele all’attacco dell’Iran. Channel 12 riporta che sono state discusse diverse opzioni, ognuna delle quali rappresenta una ritorsione “dolorosa” contro l’Iran, ma che non sono in misura da scatenare una guerra regionale. Il governo di guerra mira anche a scegliere una risposta che non venga bloccata dagli Stati Uniti, riferisce sempre l’emittente.


Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha detto ieri al capo del Pentagono, Lloyd Austin, che Israele non ha altra scelta se non quella di rispondere all’attacco senza precedenti lanciato dall’Iran durante il fine settimana. E’ quanto riporta oggi Axios citando un funzionario americano e un’altra fonte informata sul contenuto del colloquio telefonico. Secondo il resoconto delle fonti, Gallant ha detto ad Austin che Israele non può permettere che vengano lanciati missili balistici contro il proprio territorio senza che ci sia una risposta, mentre Austin ha ribadito quanto detto sabato scorso dal presidente Joe Biden al premier Benjamin Netanyahu sulla necessità di fare tutto il possibile per evitare un’ulteriore escalation. Biden ha anche affermato che gli Stati Uniti non sosterranno alcun contrattacco israeliano, ha ricordato Axios.

Gambero Rosso e Montepaschi presentano la 14esima Guida Oli

Gambero Rosso e Montepaschi presentano la 14esima Guida OliRoma, 15 apr. (askanews) – Presentatata oggi al Sol&Agrifood di Verona, che si svolge in contemporanea con Vinitaly, la Guida Oli d’Italia dedicata agli extravergine italiani, giunta alla sua 14esima edizione e quest’anno con il sostegno di Banca Monte dei Paschi di Siena.


Gambero Rosso traccia una mappa che vuole celebrare la ricchezza e la diversità delle varietà di olive e di oli presenti nel nostro Paese, evidenziando le peculiarità di ogni regione, con l’esclusione solo di Valle d’Aosta e Friuli-Venezia Giulia, e valorizzando le storie dei produttori che portano avanti con passione e dedizione la tradizione millenaria della produzione olearia: dalla Taggiasca ligure, alla robusta Leccino, passando per la Frantoio e la Carboncella fino alla Ogliarola, tipica della zona barese, garganica e salentina. Sono 389 le aziende produttrici per 679 etichette di extravergine valutate e inserite nella Guida, di cui 191 le Tre Foglie e 34 le Stelle, che hanno ottenuto il massimo punteggio per dieci anni, risultato di un lungo percorso di ricerca, selezione e valutazione per individuare il gusto più sublime ma anche riconoscere un maggiore impegno verso la sostenibilità, in un’economia globale che si fa concorrenza sul fronte dei prezzi più bassi.


Cinque le fasce di prezzo considerate, dagli oli con prezzo inferiore ai 10 euro ai prodotti più eccellenti anche oltre i 30 euro al litro. La Guida offre anche indicazioni dei produttori di olive da mensa e delle aziende che offrono ospitalità e ristorazione in campagna per un’informazione completa ed esaustiva. I singoli extravergine sono stati valutati anche per il loro profilo aromatico, sulla base dell’intensità di fruttato, amaro e piccante, utile a determinare eventuali abbinamenti con cibi e ingredienti.

Coldiretti Puglia: export vino Puglia +5% nonostante gap logistico

Coldiretti Puglia: export vino Puglia +5% nonostante gap logisticoRoma, 15 apr. (askanews) – Cresce l’export del vino pugliese anche nel 2023 del +5%, nonostante i violenti attacchi di peronospora, l’aumento dei costi di produzione e il gap logistico per i trasporti. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti Puglia, diffusa a Vinitaly durante l’incontro con gli operatori del settore nello Spazio della Regione Puglia, al quale hanno partecipato tra gli altri Domenico Bosco, Responsabile dell’Ufficio Vitivinicolo di Coldiretti Nazionale, Gianni Cantele, componente della Consulta Vitivinicola Nazionale di Coldiretti e l’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia.


Il principale mercato estero dei vini pugliesi è rappresentato dall’UK con il 39,7% dell’export – spiega Coldiretti Puglia – seguito da Albania con +28%, Paesi Bassi +22,2%, Francia con +15,2%, Germania con +10,5% e Stati Uniti con +6,5%, mentre i vini pugliesi perdono quota in Cina con -34,9%, Svezia con -22,9% e Svizzera con -10,2%. “La contrazione dei volumi di vendita – afferma Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia – e le fluttuazioni dei prezzi di mercato in un’annata già critica stanno riducendo considerevolmente i margini aziendali, con il serio rischio di avere una negativa forte ripercussione sui produttori”, spiega Cavallo nell’aggiungere che l”impennata del costo del vetro cavo per le bottiglie, con un aumento che ha raggiunto il +58% negli ultimi due anni, si aggiunge al pesante gap logistico nazionale e frena l’export del vino Made in Italy nel mondo”.


“Al contempo cresce l’appeal del Vigneto Puglia con il valore fondiario che aumenta del 6,3%, con i fenomeni inflazionistici che rilanciano la terra come bene rifugio, in uno scenario in cui i conflitti hanno accelerato il fenomeno del ritorno alla terra e maturato la convinzione comune che le campagne siano capaci di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale”, ha aggiunto Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia.

Heineken seleziona 10 giovani laureati per il birrificio di Massafra

Heineken seleziona 10 giovani laureati per il birrificio di MassafraMilano, 15 apr. (askanews) – Heineken apre le porte a 10 giovani nel birrificio di Massafra, in provincia di Taranto. È qui infatti che nasce la Heineken Massafra academy, il nuovo percorso di formazione della multinazionale della birra olandese nell’ambito della supply chain che ha l’obiettivo di formare la “next brewer generation” del Paese. Il programma offre un trampolino di lancio per i giovani desiderosi di entrare nel mondo della produzione birraia, con opportunità di carriera all’interno dell’azienda di birra che copre il 40% dei volumi e il 32% di quota di mercato e dà lavoro a più di 2.000 persone.


I candidati ideali sono giovani neolaureati Stem – o laureati da un anno con un’esperienza di stage fino a 6 mesi in altre realtà – con una eccellente padronanza dell’inglese e disposizione alla mobilità, che incarnino i valori e la visione di Heineken. I requisiti di formazione universitaria sono invece di giovani provenienti da facoltà di ingegneria chimica, meccanica, elettrica, energetica, automazione o gestionale, con competenze digitali spiccate. La prima tranche di selezione è prevista per il mese di maggio. Seguirà un evento di selezione in presenza nel birrificio di Massafra a fine maggio, che prevede oltre ai colloqui, sfide di gruppo mirate a incoraggiare creatività e proattività in un contesto professionale. Dal primo luglio, i 10 giovani selezionati faranno il loro ingresso in Heineken Italia per iniziare il percorso formativo al termine del quale è prevista la possibilità di inserimento con un contratto a tempo indeterminato in Italia o a livello internazionale. Per candidarsi c’è tempo fino al 20 maggio 2024. “In Heineken puntiamo molto sulla formazione per far crescere e valorizzare le nostre risorse, dare loro stabilità e prospettive, per tracciare insieme nuove strade e guidare il cambiamento – ha spiegato Teresa Ferro, people director di Heineken Italia – Con Heineken Massafra academy, vogliamo offrire alle nuove generazioni gli strumenti e le competenze necessarie per diventare i next brewer generation del Paese. Il nostro obiettivo è investire sulle persone, a partire dai giovani e dal Sud Italia. Con la nuova Heineken Massafra academy, presso il birrificio dove nel 1974 è cominciata la storia di Heineken in Italia, offriremo un percorso sfidante per formare i maestri birrai del futuro con opportunità di carriera sia sul territorio nazionale che all’estero”.

Made in Italy, Confimi industria inaugura la mostra “Opificio Italia”

Made in Italy, Confimi industria inaugura la mostra “Opificio Italia”Roma, 15 apr. (askanews) – Un viaggio tra le immagini delle industrie manifatturiere che hanno contribuito alla storia della specializzazione internazionale del sistema produttivo italiano. È stata inaugurata questa mattina nella sede nazionale di Confimi Industria la mostra fotografica Opificio Italia allestita in occasione della prima Giornata nazionale del Made in Italy istituita dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy.


In mostra le immagini tratte dagli album di famiglia e dagli archivi storici di oltre 50 aziende della Confederazione nate nel secolo scorso: sono le industrie che hanno contribuito a creare quei prodotti che oggi sono il segno distintivo di un’eccellenza nel mondo, principalmente piccole aziende di famiglia nate attorno a un’idea prima che a un marchio. Più di 150 scatti divisi per tappe. Si parte con Logos Opificio che racconta la trasformazione del marchio in un logo grafico, quando ancora il prodotto era più importante del brand.  


In Interno Opificio le immagini entrano negli antichi magazzini, nelle officine, negli stabilimenti, nei ricoveri per i mezzi di trasporto, tra i grembiuli delle donne operaie e le tute da lavoro degli uomini. Fotografano i bambini in posa che abbracciano nuovi macchinari come persone di famiglia, e lavoratori e fondatori si confondono attorno alle macchine perché il lavoro suggerisce lo stesso impegno. In Esterno Opificio è racchiuso il mostrarsi al mondo, farsi vetrina. I prodotti escono dai capannoni, diventano strumenti per conquistare il mercato. Sono le immagini delle pubblicità, tra bozzetti, claim, slogan e cartoline, gli stampi e i registri, i diplomi e i francobolli, le sponsorizzazioni sportive. Il “Poveri ma belli” di Carrera Jeans, il frame dello spot tv più longevo di Pennelli Cinghiale “per dipingere una parete grande…”, il poster della prima dinamomano di Tre spade, i bozzetti per i videogames Atari di Publitrust.


In Memorabilia Opificio, una tappa dal sapore amarcord per le aziende che hanno lasciato il segno, conquistando un posto nei ricordi non soltanto di tutti gli italiani. Le imprese diventano prodotto: Baldassare Agnelli è lo spremiagrumi per l’Andrea Doria e la borraccia in alluminio scambiata tra Coppi e Bartali, Belleli è il primo trasporto fluviale per galleggiamento dei manufatti, Cartoni sono le cineprese dei film di Fellini, Rossellini e De Sica, Sgaravatti è i giardini del Vaticano, Titanus è il ciak del Gattopardo, Barzanò e Zanardo è il documento di registrazione del brevetto “L’uomo lavora, il pavesino ristora” della Pavesi. Tra le tappe anche brevi citazioni, schermi e cataloghi, proiezioni di immagini che permettono di varcare soglie di antiche botteghe e di indagare i volti degli operai intenti a lavorare una passione, per calarsi nelle atmosfere di quei primi tentativi che il tempo ha mutato in maestria.  


La mostra, allestita in via Tagliamento, 25 a Roma, sarà aperta sino al 21 agosto, Giornata nazionale dell’imprenditore, e si potrà visitare dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13.00.

Intesa Lombardia-Lega calcio dilettanti su promozione cultura sport

Intesa Lombardia-Lega calcio dilettanti su promozione cultura sportMilano, 15 apr. (askanews) – Promuovere e sviluppare la cultura sportiva calcistica dilettantistica. Questo l’obiettivo del Protocollo d’intesa sottoscritto a Palazzo Lombardia dal sottosegretario alla Presidenza con delega allo Sport e Giovani e il presidente del Comitato regionale Lega nazionale dilettanti, Sergio Pedrazzini. Ha partecipato anche l’assessore regionale all’Università, Ricerca e Innovazione. L’intesa prevede la realizzazione di iniziative specifiche che favoriscano l’integrazione e l’inclusione attraverso lo sport, nell’ottica di un percorso coordinato e condiviso.


“Questo documento – ha detto il sottosegretario – sigla la collaborazione con un sistema che conta 1.350 società in Lombardia, 180.000 tesserati, 40.000 tesserati tra dirigenti e tecnici e 48.000 gare organizzate. Numeri importanti sottolineati dalle recenti vittorie nel campionato d’Italia under 17 anche femminile. A dimostrazione che lo sport non è di genere, ma di qualità di uomini e donne capaci di esprimere al meglio il loro percorso sportivo. Lo sport è infatti quella disciplina che ci aiuterà ad essere – anche in vista dei prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026 – più convincenti in un percorso di aggregazione, di inclusione. Questa intesa vuole quindi rinforzare questa opportunità di crescita e di inclusione inserita anche nel libro bianco della Comunità europea”. La collaborazione avrà come obiettivo anche quello di dare risalto ai valori olimpici e dello sport, con uno sguardo particolare alla crescita sportiva e turistica del territorio lombardo.


“Questo protocollo – ha concluso Sergio Pedrazzini – è motivo d’orgoglio perché il calcio dilettantistico ha un importante valore sociale. È il terzo tempo dei ragazzi insieme a quelli della famiglia e all’istruzione. Siamo quindi al fianco di Regione Lombardia per portare avanti eventi che vanno nella direzione dell’educazione, dell’istruzione, dell’apprendimento e del vivere assieme come insegna lo sport”.

Assobibe: anche bevande analcoliche espressione made in Italy

Assobibe: anche bevande analcoliche espressione made in ItalyRoma, 15 apr. (askanews) – “Le bevande analcoliche sono espressione del Made in Italy nel mondo: non solo cole, aranciate, chinotti, toniche, the freddi ma anche bevande della tradizione locale che portano un po’ della nostra cultura all’estero, ricette con un fortissimo legame territoriale prodotte da aziende piccole che rappresentano un’eccellenza da tutelare”. Lo ha detto Cristina Camilli, vicepresidente di Assobibe, l’associazione che rappresenta i produttori di bevande analcoliche, nel corso del convegno dal titolo “Le bevande in Italia: tematiche e tendenze”, organizzato da Agronetwork nella cornice del Vinitaly.


“Il 50% di frutta e agrumi utilizzati nelle nostre ricette è di provenienza nazionale, così come la quasi totalità del packaging. Una scelta che per noi è un valore aggiunto, tanto che nel 2021 abbiamo siglato un accordo con il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali per la promozione delle produzioni made in Italy”, ha ricordato. Camilli ha sottolineato il forte legame esistente tra le imprese produttrici, la filiera e il territorio. Una catena di valore che va tutelata e non penalizzata da misure che danneggiano i consumatori e le imprese, frenano gli investimenti, gli acquisti di materia prima del territorio e che mettono a rischio posti di lavoro. Quella dei soft drink è un’industria che affonda le sue radici nella storia e nella tradizione italiane, ma con una spiccata vocazione all’innovazione, anche con l’obiettivo di facilitare un consumo moderato: nuove formule a ridotto contenuto di zuccheri, formati più piccoli e richiudibili, indicazioni nutrizionali semplificate in etichetta con impatto nutrizionale per singola porzione, oltre a una rigida politica di autoregolamentazione a tutela dei consumatori più piccoli.


Nonostante gli sforzi e i risultati raggiunti, però, sul comparto grava l’ombra della Sugar tax, la tassa sullo zucchero che si applica solo alle bevande analcoliche, anche quando prive di zucchero. “L’imposta, se dovesse entrare in vigore a luglio, aumenterà di oltre il 28% la fiscalità su un litro di prodotto, con un impatto sul settore e sui consumatori importante – spiega il vicepresidente di Assobibe – Nomisma ha stimato che nei primi due anni dall’introduzione si registrerà un’importante contrazione degli investimenti di investimenti delle imprese produttrici (oltre 46 milioni in meno), ma la cosa più rilevante sarà la riduzione negli acquisti di materie prime (-400 milioni) e gli oltre 5 mila posti di lavoro a rischio”. Inoltre, nei Paesi dove è stata introdotta questa tassa non si sono registrati miglioramenti per la salute dei cittadini, e su alcune patologie come l’obesità i trend sono continuati a crescere visto il residuale peso dei soft drink nella dieta complessiva. “Il nostro settore rappresenta una componente importante del tessuto produttivo e sociale del nostro Paese – ha proseguito Cristina Camilli – Le nostre imprese creano lavoro e contribuiscono alla crescita del territorio”.

Bresaola Igp: dopo calo 2023 (-3,45%) in primi 2 mesi 2024 produzione +9,4%

Bresaola Igp: dopo calo 2023 (-3,45%) in primi 2 mesi 2024 produzione +9,4%Milano, 15 apr. (askanews) – Segnali di ripresa e di stabilizzazione nei primi due mesi del 2024 per il comparto della Bresaola della Valtellina Igp che nel primo bimestre ha segnato un +9,44% di produzione di Bresaola della Valtellina certificata rispetto allo stesso intervallo 2023. Il dato arriva dopo un 2023 in cui la produzione complessiva riferita alle 15 aziende certificate si è attestata a poco meno di 11.900 tonnellate in calo del 3,45% sul 2022, corrispondente alla totalità della produzione di Bresaola della Valtellina Igp certificata dall’Organismo di controllo Csqa. In totale, sono state avviate alla produzione poco più di 33.256 tonnellate di materia prima (-4,34%), di selezionata provenienza europea e mondiale. Sul fronte valore al consumo, il comparto ha segnato circa 451 milioni di euro (-8,28% sul 2022) con un impatto sulla provincia di Sondrio di oltre 225 milioni di euro. Il settore assicura circa 1.400 posti di lavoro e fa parte di un distretto per l’economia del territorio, il Distretto agroalimentare di qualità della Valtellina (sul cui valore totale alla produzione corrispondente a 300 milioni di euro, la Bresaola della Valtellina pesa circa per l’83%). Lato distribuzione, la grande distribuzione si conferma il principale canale di vendita della Bresaola della Valtellina Igp (83% della produzione totale).


L’export rappresenta il 5,09% della produzione, con un valore di 13,3 milioni di euro (-1,71%). Sono state esportate 603 tonnellate di Bresaola della Valtellina IGP, nei Paesi UE, con il 73% del totale (Belgio, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Rep. Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria) ed extra UE con il 27% del totale (Arabia Saudita, Emirati Arabi, Kuwait, Qatar, Hong Kong, Kenya, Libano, Norvegia, Canada, Regno Unito, Serbia, Svizzera), registrando un +10,7% rispetto al 2023. Sulla crescita dell’extra UE, vale la pena menzionare un incremento di export (e relativo consumo) in Medio Oriente soprattutto nei paesi di religione islamica. La Bresaola della Valtellina Igp, infatti, non conosce barriere religiose grazie al fatto di essere prodotta con carne bovina. “Già nella seconda metà del 2023 abbiamo assistito ad una progressiva ripresa dei consumi che nel 2024 sta assumendo carattere di continuità nel segno positivo, dopo un periodo di effettiva contrazione – commenta Mario Francesco Moro, presidente del Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina – L’immagine della Bresaola della Valtellina Igp si mantiene alta e gli italiani (ma non solo) amano questo prodotto prezioso per le sue valenze nutrizionali e perché sinonimo di una tradizione e di un saper fare tutti italiani. Quest’anno, anche in forza del nuovo Regolamento UE che riforma il sistema delle Indicazioni Geografiche, come Consorzio di tutela ci impegneremo a rafforzare ulteriormente la posizione dei produttori certificati nella catena del valore, per continuare a garantire al consumatore un sistema equo e trasparente, e per contrastare le frodi e l’utilizzo illecito della denominazione”.

La Cnn: Israele ha rinviato l’operazione di terra a Rafah

La Cnn: Israele ha rinviato l’operazione di terra a RafahRoma, 15 apr. (askanews) – Israele avrebbe dovuto lanciare questa settimana le prime iniziative in vista di un’offensiva di terra a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, ma l’attacco iraniano lo ha spinto a rinviare ogni operazione. Lo hanno detto alla Cnn due fonti israeliane, precisando che per oggi era previsto il lancio di volantini in alcune zone della città.


Una fonte ha affermato che le autorità israeliane rimangono comunque determinate a lanciare l’offensiva di terra nell’area di Rafah, dove ha trovato rifugio oltre un milione di persone.

Cambi, lo yen al livello più basso rispetto al dollaro dal 1990

Cambi, lo yen al livello più basso rispetto al dollaro dal 1990Roma, 15 apr. (askanews) – Lo yen si è indebolito ulteriormente oggi, scendendo al valore più basso da giugno 1990, mentre il governo di Tokyo ha lanciato segnali di essere pronto a intervenire a sostegno della valuta.


Un dollaro è arrivato oggi a valere 154,43 yen, il valore più alto da quasi 34 anni a questa parte. Questo in un contesto che vede i mercati in attesa di capire la tempistica dei tagli di tassi d’interesse della Fed, con i dati delle vendite al dettaglio Usa che suggeriscono un ritardo della fine di politica restrittiva fino a setttembre, a causa anche dell’escalation delle tensioni in Medio Oriente. “Stiamo monitorando da vicino gli sviluppi e prenderemo tutte le misure necessarie”, ha detto il ministro delle Finanze nipponico Shunichi Suzuki, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Kyodo.


Lo yen rimane sotto pressione nonostante il primo rialzo del tasso di interesse della Banca del Giappone in 17 anni a marzo, dopo che la banca centrale è diventata più fiduciosa sulla probabilità di raggiungere il suo obiettivo di inflazione del 2% nonostante i recenti aumenti salariali. Il fenomeno dello en-yasu (yen debole) fa lievitare i costi di importazione di una serie di beni, dall’energia e le materie prime al cibo, per il Giappone, che è paese povero di risorse, portando ad una maggiore inflazione in patria. Il conflitto in Medio Oriente ha fatto salire i prezzi del greggio e ha pesato sui mercati azionari. Ha inoltre contribuito ad aumentare l’attrattiva del dollaro come bene rifugio.


La valuta giapponese si è fortemente deprezzata anche rispetto alla moneta unica europea, con un record di 164,44 yen per un euro.