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Autore: Redazione StudioNews

Europee, Schlein: nostro avversario la destra ma anche l’astensionismo. Su politica estera dialogo con governo

Europee, Schlein: nostro avversario la destra ma anche l’astensionismo. Su politica estera dialogo con governoRoma, 15 apr. (askanews) – “Il nostro avversario non sarà solo la destra ma anche l’astensionismo, ci batteremo per far alzare l’asticella delle persone” che vanno a votare alle prossime elezioni europee. Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, in una conferenza stampa alla Stampa Estera.


In tema di politica estera, invece, Schlein rilancia il dialogo con il governo Meloni. “Credo che sia assolutamente fisiologico in un momento di crisi e grande preoccupazione chiamare il governo, interloquire immediatamente per uno scambio di prime informazioni e manifestare tutta la preoccupazione del Pd su quanto accade in Medio Oriente, non è la prima volta che lo facciamo, che offriamo collaborazione”, ha detto la segretaria del Pd. “Siamo allo scontro su praticamente tutto nella politica interna ma la situazione internazionale – ha osservato – è talmente grave che dialoghiamo sulla politica estera, anche in Parlamento durante passaggi significativi. Il Pd già da ottobre chiede con forza un cessate il fuoco, chiede di liberare gli ostaggi detenuti da Hamas e chiede di portare aiuti ai civili di Gaza. Siamo riusciti anche a fare votare il cessate il fuoco in Parlamento attraverso il dialogo che ha permesso al primo punto della nostra mozione di passare”.


“Credo sia importante che sulla politica internazionale si trovi terreno di dialogo. Chiediamo al governo di fare tutto il possibile con ogni strumento politico e diplomatico per contribuire al cessate il fuoco”, ha concluso Schlein.

Coldiretti: il cibo prima ricchezza Paese, vino prima voce export

Coldiretti: il cibo prima ricchezza Paese, vino prima voce exportRoma, 15 apr. (askanews) – E’ il cibo la prima ricchezza dell’Italia con un valore della filiera agroalimentare allargata che ha superato i 600 miliardi di euro e rappresenta il simbolo più noto del Paese all’estero. Lo riporta una analisi Coldiretti su dati del centro studi Divulga diffusa al Vinitaly in occasione della prima Giornata nazionale del Made in Italy istituita il 15 aprile. I dati sono stati resi noti nello stand di Casa Coldiretti, dove il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida ha preso parte alla Consulta nazionale del vino.


Proprio il vino rappresenta, infatti, la voce più importante dell’export agroalimentare Made in Italy, per un valore di 7,8 miliardi nel 2023. Presentato oggi in anteprima anche il video ufficiale della campagna nazionale di promozione dell’agricoltura e del cibo promossa da Coldiretti, Filiera Italia e Fondazione Campagna Amica che coinvolge tutte le regioni italiane. L’obiettivo è la valorizzazione del Made in Italy agroalimentare e dell’educazione alimentare secondo i canoni della dieta mediterranea, della stagionalità e del prodotto a km0.


Il Made in Italy dal campo alla tavola vede complessivamente impegnati 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. Un record trainato da un’agricoltura che è la più green d’Europa con la leadership Ue nel biologico con 80mila operatori, il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (325), 529 vini Dop/Igp e 5547 prodotti alimentari tradizionali e con Campagna Amica la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori. Primati che vanno però, sottolinea Coldiretti, difesi dal fenomeno del “fake in Italy”, il cibo straniero spacciato per italiano sfruttando il concetto di ultima trasformazione sostanziale per gli alimenti, quello che tecnicamente si chiama codice doganale. Su questo fronte è partita dal Brennero una mobilitazione di Coldiretti con obiettivo la raccolta di un milione di firme per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola.

Aborto,Schlein: destra ostacola legge 194 in Regioni in cui governa

Aborto,Schlein: destra ostacola legge 194 in Regioni in cui governaRoma, 15 apr. (askanews) – “L’aborto è un diritto fondamentale, ancora troppo negato in questo paese nonostante ci sia la legge 194. Ovunque governa la destra ostacola la 194 calpestando i diritti di donne e ragazze che cercano di entrare nel percorso di interruzione volontaria di gravidanza. Bisogna riuscire a garantire in ogni struttura una percentuale di medici che non siano obiettori”. Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, in una conferenza stampa alla Stampa Estera, definendo “significativa” la decisione del Parlamento europeo di riconoscere il diritto all’aborto tra i diritti fondamentali.

Lollobrigida premia le cantine cooperative centenarie a Vinitaly

Lollobrigida premia le cantine cooperative centenarie a VinitalyRoma, 15 apr. (askanews) – Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle forestem Francesco Lollobrigida, ha premiato oggi le cantine cooperative italiane ultracentenarie alla fiera internazionale del Vinitaly presso lo stand di Confcooperative. “Le cooperative rappresentano un valore aggiunto perché sono sempre state capaci di offrire nuovi stimoli da cui è possibile trarre insegnamento. Il mondo cooperativo ha una storia antica ed è uno strumento che va rafforzato”, ha detto il ministro.


La mostra dedicata alle cantine ultracentenarie allestita nello stand di Confcooperative è un evento inserito nel calendario delle attività per la Giornata del Made in Italy che si celebra oggi in tutta Italia. Il ministro Lollobrigida ha premiato con una targa celebrativa 18 cooperative che hanno superato i 100 anni di vita, alla presenza dei vertici dell’organizzazione cooperativa.


“Le cantine ultracentenarie a cui oggi va il nostro tributo – ha dichiarato il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini – hanno vissuto e superato tutte le crisi di questo paese: dalle guerre mondiali al Covid. Con le loro notevoli capacità di resilienza, sono state capaci di trovare le energie necessarie per rigenerarsi, rinnovarsi e riuscire ad affrontare le sfide del futuro”. Questo l’elenco delle cantine ultracentenarie: Cantina Terlano (1893), Cadis 1898, Cantina Tramin (1898), Cantina di carpi e Sorbara (1903), Cantine Mezzacorona (1904), Cantina d’Isera (1907), Cantina di San Martino in Rio (1907), Cantina San Michele Appiano (1907), Cantina di Santa Croce (1907), Terre D’Oltrepo’ (1907), Cantina Forlì Predappio (1908), Cantina Masone Campogalliano (1908), Vivallis – Viticoltori in Vallagarina (1908), Cantina Aldeno (1910), Cantina rovere’ della luna (1919), Cantina Formigine Pedemontana (1920), Cantina Garlin (1923), Cantina Pauli’s di Monserrato (1924).

Eurozona, lieve risalita produzione industria febbraio: +0,8% mese

Eurozona, lieve risalita produzione industria febbraio: +0,8% meseRoma, 15 apr. (askanews) – Parziale risalita per la produzione dell’industria dell’area euro a febbraio, un più 0,8 rispetto al mese precedente dopo il tracollo del 3% registrato a febbraio. Tuttavia, secondo i dati riferiti da Eurostat, il recupero non è stato sufficiente a favorire un miglioramento di rilievo della dinamica su base annua, rimasta fortemente negativa con un meno 6,4% dopo il meno 6,6% annuo di febbraio.


Tornando ai dati mensili, secondo l’ente di statistica comunitario si sono registrate nuove flessioni di produzione su energia (-3%) e beni di consumo non durevoli (-0,9%). I beni di consumo durevoli hanno invece registrato un incremento (+1,4%) assieme a quelli di investimento (+1,2%) e i beni intermedi (+0,5%). In Italia, ricorda Eurostat, a febbraio la produzione industriale ha registrato un più 0,1% mensile, dopo il meno 1,4% di gennaio, e un meno 3,1% su base annualizzata.

E’ morto Carlo Di Cicco. Giornalista della pace e del sociale

E’ morto Carlo Di Cicco. Giornalista della pace e del socialeRoma, 15 apr. (askanews) – Schivo e riservato ma preparatissimo e dalle profonde convinzioni etiche e sociali “senza se e senza ma”. Insomma, “un giornalista di altri tempi”, si potrebbe dire oggi. Così lo ricordano colleghi e quanti lo hanno conosciuto in questi quasi 50 anni di attività giornalistica. Se ne è andato, all’età di 79 anni e dopo una breve malattia Carlo Di Cicco, il giornalista “della pace e del sociale” che può essere a buon diritto annoverato tra i comunicatori “della e per la pace”, e del sociale. Tra i pionieri di un settore, quest’ultimo, fino a poco tempo fa, poco considerato e raccontato dalla grande stampa. Una vita passata da cronista vaticano prima e “sociale” poi all’agenzia Asca che contribuì a lanciare e per la quale svolse anche un importante lavoro sindacale nel Cdr. Una professionalità la sua che ebbe una sorta di conferma, con la chiamata, nell’ultima fase della sua vita professionale, Oltretevere quale Vice-Direttore de L’Osservatore Romano, che contribuì a guidare negli anni non semplici del pontificato di Papa Ratzinger. Fu lo stesso pontefice tedesco a chiamarlo perché positivamente colpito da un suo argomentatissimo libro: “Ratzinger. Benedetto XVI e le conseguenze dell’amore” del maggio 2006, (per le Edizioni Memori) nel quale – controcorrente – descriveva un pontefice dai tratti e dagli indirizzi completamente differenti da quelli presentati dalla stampa in quegli anni. Una lettura “altra” e del tutto inedita che colpì i vertici Vaticani per l’acutezza delle analisi oltre gli schemi ormai cuciti addosso a quello che fu subito bollato come “il Pastore tedesco”. Un libro, mi permetto di dire, che molti “esperti” dovrebbero riscoprire e rileggere, come contributo a disinnescare tante spigolosità e incomprensioni che si vogliono far scoppiare (per lo più artatamente) anche in questi ultimi anni all’interno della Chiesa guidata da un pontefice, come Francesco, molto amato dallo stasso Di Cicco. Ma Carlo Di Cicco è stato molto altro. Nato in un paesino nei pressi di Cassino, si trasferì giovanissimo in una Roma dai tratti pasoliniani vivendo un periodo della sua vita in quelli che erano i “borghetti” alla periferia della città, così ben descritti dall’artista friulano. Forse qui, tra quelli che Papa Francesco ha definito gli “scarti” ignorati da una società che non ama “le periferie”, sviluppò ancor di più la sua sensibilità sociale, tanto che fu l’ultimo a lasciare quel posto fatto di lamiere e baracche quando fu certo di una sicura collocazione per le famiglie che vi abitavano. Poi l’impegno per un giornalismo che, insieme a tanti altri settori della società italiana, ancora avevano il sogno e l’ambizione di cambiare la società. Ed è in questa dimensione che va sempre inquadrato, con testardaggine e poco margine ai compromessi, il suo impegno professionale che portò Carlo fino a diventare redattore capo all’Asca. L’ultima sua battaglia nella agenzia per la quale spese buona parte della sua vita fu di creare una redazione “Sociale” in cui credette con totale impegno, tanto da introdurre, per la prima volta in Italia, la figura del redattore sociale. Che assicurasse un flusso quotidiano e continuo di notizie su fatti e politiche che riguardassero le realtà marginali della società, il volontariato e il terzo settore, argomenti quali le droghe, il carcere, la salute negata e poi i migranti e le disabilità. Insomma tutte quelle che, soprattutto in quegli anni, erano considerate “non-notizie” con fasce di popolazione che non servivano né al consenso, né all’economia. In questo percorso si inserisce anche l’impegno di Di Cicco per la pace. Una “vocazione” che visse sulla sua pelle da obiettore di coscienza. Anche qui una scelta radicale e senza compromessi che lo portò fin nelle celle di un carcere militare per non tradire le sue convinzioni di pacifista assoluto. Amico di Pax Christi, militante di questa realtà associativa (per 10 anni ne fu direttore del Bollettino nazionale), fu amico dei vescovi Tonino Bello e Luigi Bettazzi. Le sue acute analisi, che non ha mai smesso di regalarci fino a pochi giorni prima della sua morte collaborando con alcuni siti, si sono anche esplicate attraverso la pubblicazione di alcuni libri. Oltre a quelli su Papa Ratzinger, sono da ricordarne altri. Tra questi: “I guardiani dei sogni con il dito sul mouse”, “Ti Credevo un altro”, “Se ti leggo amerò per sempre”, oltre ad una analisi su “Cuba, tra Francesco e Obama” del 2016.


Alle persone a lui più care e alla grande famiglia dell’Asca le più sentite condoglianze della direzione di Askanews.

Prandini: made in Italy, serve più trasparenza su mercati mondiali

Prandini: made in Italy, serve più trasparenza su mercati mondialiRoma, 15 apr. (askanews) – “Grazie per il lavoro che il Ministero sta facendo non solo all’interno dei confini nazionali ma soprattutto giocando una partita legata all’internazionalizzazione”. Lo ha detto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel corso della Consulta nazionale vino a Casa Coldiretti, in occasione della Giornata nazionale del Made in Italy, alla presenza del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida.


“Qualcuno deride o diciamo così sminuisce l’iniziativa che noi abbiamo fatto al Brennero – ha aggiunto Prandini ricordando la mobilitazione con diecimila agricoltori alle frontiere – È un’iniziativa di trasparenza e di risposta nei confronti dei cittadini e dei consumatori. Non è una manifestazione di chiusura all’interno dei confini è vero esattamente l’opposto: partiamo dall’Italia per cercare di portare trasparenza sui mercati a livello mondiale e fare anche una lotta concreta al tema dell’Italian sounding che tante volte si pensa essere solo fuori dei confini nazionali quando purtroppo l’abbiamo anche all’interno del nostro Paese quando ci sono queste storture”. “E’ per questo – ha ricordato il presidente della Coldiretti – abbiamo lanciato la raccolta di 1 milione di firme in sette Stati membri per arrivare ad ottenere l’obbligo dell’origine su tutti i prodotti in tutti i Paesi a livello europeo”.

Anicav: derivati pomodoro sono eccellenza 100% made in Italy

Anicav: derivati pomodoro sono eccellenza 100% made in ItalyRoma, 15 apr. (askanews) – Nel 2023 le esportazioni di tutti i derivati del pomodoro hanno registrato una crescita in valore, con un aumento del 16% rispetto all’anno precedente, per un totale di circa 3 miliardi di euro. I derivati del pomodoro sono “simbolo dell’italianità e il pomodoro conservato può, a tutti gli effetti, essere annoverato tra i protagonisti della Giornata Nazionale del Made in Italy, istituita dal MIMIT per promuovere il valore e la qualità dei prodotti del nostro Paese”. Così in una nota Anicav, che ricorda come oltre il 60% della produzione di pomodoro italiano sia destinato all’export.


“La costante crescita delle esportazioni non lascia spazio a dubbi: le nostre conserve di pomodoro sono apprezzate in tutto il mondo per l’elevata qualità della materia prima coltivata dai nostri agricoltori, per il saper fare dei nostri imprenditori e per gli elevati livelli di sicurezza e si confermano un’assoluta eccellenza della produzione agroalimentare italiana”, commenta Giovanni De Angelis, direttore generale di Anicav. L’Italia è il primo Paese produttore ed esportatore di derivati del pomodoro destinati direttamente al consumatore finale, “tutti ottenuti da pomodoro 100% italiano di alta qualità che deve essere lavorato entro 24 ore dalla raccolta. Tempi di lavorazione del tutto incompatibili con quelli che sarebbero necessari a importare la materia prima da altri Paesi”.


Per questo motivo “non trovano alcun fondamento i continui attacchi, rivolti ai trasformatori, che mettono in discussione l’origine dei prodotti confondendo i consumatori e inducendo a credere che non ci siano differenze tra i derivati del pomodoro e che tutto ciò che arriva sulle nostre tavole è di dubbia origine, danneggiando così l’immagine di un intero settore”, spiega Anicav. “La preoccupazione della nostra filiera – continua De Angelis – è legata alle importazioni, in Europa e quindi in Italia, di pomodoro semilavorato proveniente da Paesi extra UE che non applicano i nostri stessi standard etico-sociali ed ambientali facendo, in questo modo, concorrenza sleale alle nostre imprese”.


Per Anica un Paese che ha una forte vocazione all’export soprattutto nell’agroalimentare, “non può invocare politiche restrittive ma ha l’obbligo e il dovere di chiedere ed applicare il principio di sussidiarietà. Tutti devono avere e rispettare le stesse regole. Questo è quello che chiediamo con forza all’Europa a tutela del nostro sistema produttivo, superando posizioni demagogiche fuorvianti e dannose per la reputazione di un’industria e di un prodotto, il pomodoro conservato, che da secoli è alfiere del Made in Italy nel mondo”.

Giansanti: in 2024 export agrifood verso nuovo record, +6%

Giansanti: in 2024 export agrifood verso nuovo record, +6%Roma, 15 apr. (askanews) – “Si profila un nuovo record per il ‘Made in Italy’ agroalimentare. Nel 2023 le esportazioni hanno raggiunto i 64 miliardi di euro, circa il 10% sul totale delle vendite all’estero dell’Italia. Alla fine di quest’anno potrebbero far registrare un ulteriore aumento in valore nell’ordine di sei punti percentuali”. Lo annuncia il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in occasione della giornata del ‘Made in Italy’.


“Sulle prospettive dell’economia pesano le crescenti tensioni internazionali, l’aumento del costo dei trasporti navali e dei prodotti energetici, ma se le previsioni saranno confermate, risulterebbe sostanzialmente colmato il divario nei confronti della Spagna. Un risultato che sembrava fuori portata fino a pochi anni fa”, sottolinea Giansanti. In tutto il mondo, infatti, alle produzioni italiane oggi vengono riconosciuti requisiti di gusto, qualità e sostenibilità difficilmente eguagliabili, anche perché legati all’eccellenza della Dieta Mediterranea. Dietro ai successi c’è anche l’impegno costante di tutte le imprese della filiera per interpretare i segnali che arrivano dal mercato, anticipare l’evoluzione della domanda e far crescere, grazie agli investimenti e alle innovazioni, la competitività, spiega Confagricoltura.


I punti di forza del sistema italiano sono costituiti dalla differenziazione produttiva, dalla flessibilità e dall’apertura alle innovazioni tecnologiche. Proprio per valorizzare al massimo questi requisiti competitivi sul mercato interno e a livello internazionale, Confagricoltura e Unione Italiana Food hanno costituito “Mediterranea”. “L’agricoltura italiana è stabilmente ai primi posti in Europa per valore aggiunto. Aggiungendo, quindi, ai punti di forza del settore industriale, la qualità e l’eccellenza delle produzioni agricole italiane, risulta evidente che il settore agroalimentare del Paese ha le potenzialità per diventare il ‘numero uno’ al mondo. Le nostre esportazioni possono salire nel medio termine fino a 100 miliardi di euro”, puntualizza il presidente della Confagricoltura.


Certo, spiega Giansanti, occorre migliorare la logistica per abbattere i costi di trasporto più alti rispetto alla concorrenza. Va rafforzata l’assistenza alle imprese che intendono cimentarsi sui mercati internazionali. Occorre puntare sull’apertura di nuovi sbocchi e sul miglioramento della presenza dove, come nel continente asiatico, risulta attualmente inferiore alle potenzialità che sono significative. In Cina, ad esempio, le esportazioni agroalimentari italiane sono attestate a soli 580 milioni di euro. In Giappone, il consumo pro-capite del ‘Made in Italy’ di settore è di soli otto euro, contro i 20 che si registrano negli Stati Uniti. “Resta il fatto – conclude Giansanti – che per esportare di più occorre, prima di tutto, produrre di più. Obiettivo che può essere centrato solo se le imprese della filiera, dal campo, dagli allevamenti al prodotto finito, sono efficienti, competitive e in grado di assicurare una adeguata marginalità economica”.

Banche, Bankitalia: ok spiegazioni su prodotti ma migliorare documenti

Banche, Bankitalia: ok spiegazioni su prodotti ma migliorare documentiRoma, 15 apr. (askanews) – In Italia le banche offrono sui prodotti ai clienti spiegazioni “adeguate linea generale”, ma è necessario di migliorare l’utilizzo della documentazione di trasparenza. E’ la fotografia scattata da un esercizio condotto dalla Banca d’Italia, i cui ispettori hanno svolto accessi “in incognito” presso alcuni sportelli bancari, chiedendo informazioni in merito all’apertura di un conto di pagamento.


L’obiettivo dell’esercizio pilota – annunciato lo scorso 22 settembre e chiamato con il termine inglese “mystery shopping” – era verificare il rispetto delle norme di trasparenza e correttezza nella fase di primo contatto con il cliente, spiega Bankitalia con un comunicato, assieme alla capacità degli addetti allo sportello di illustrare le caratteristiche dei prodotti proposti e di indirizzare il cliente verso quello più adatto alle sue esigenze. L’istituzione ricorda che gli intermediari (le banche) devono mettere a disposizione dei clienti i “fogli informativi” e il “Documento informativo sulle spese”, che ha lo scopo di consentire al consumatore di individuare e confrontare agevolmente i costi legati ai servizi di pagamento più “rappresentativi”. Il Documento informativo sulle spese deve in ogni caso essere consegnato al consumatore in tempo utile prima della conclusione del contratto relativo al conto di pagamento.


Inoltre, le procedure interne devono assicurare che gli addetti alla rete di vendita illustrino le caratteristiche, i rischi e i costi dei prodotti e forniscano chiarimenti sui diritti dei clienti, sulla base della documentazione informativa prevista dalla normativa applicabile, delle informazioni fornite dagli intermediari e, se necessario, di ulteriori documenti. Su questi aspetti, Bankitalia richiama tutti gli operatori “ad assicurare, sin dalla fase di primo contatto con il cliente, che venga sempre messa a disposizione della clientela la documentazione di trasparenza (Foglio informativo e Documento informativo sulle spese) e che questa venga utilizzata attivamente dagli addetti per illustrare le caratteristiche e i costi del prodotto offerto”.


I documenti devono essere messi a disposizione del cliente in forma cartacea o su altro supporto durevole: l’invio all’indirizzo email comunicato dal cliente o tramite servizi di messaggistica elettronica per dispositivi mobili che consentono l’archiviazione di documenti (es. WhatsApp) può considerarsi conforme alle norme, mentre non è sufficiente il mero rimando a consultare la documentazione pubblicata sul sito web dell’intermediario, avverte Bankitalia. Più in generale, gli intermediari devono garantire che i processi e le procedure predisposti per assicurare nel tempo la qualità della assistenza fornita ai clienti siano oggetto di costante monitoraggio (ad esempio attraverso l’adozione di proprie iniziative di mystery shopping, la somministrazione di questionari valutativi agli addetti che hanno partecipato a iniziative formative, indagini sul grado di soddisfazione della clientela, ecc.), anche al fine di assumere le più opportune iniziative di miglioramento.


Infine Bankitalia aggiunge che “valutata la positiva esperienza maturata con l’esercizio pilota” intende utilizzare “a regime il mystery shopping come strumento di controllo nella sua funzione di vigilanza di tutela del cliente; i risultati di queste indagini diverranno parte integrante delle evidenze che la Banca d’Italia utilizza nell’ambito dell’azione di vigilanza. La Banca d’Italia continuerà pertanto a svolgere visite di mystery shopping anche in ambiti diversi dall’offerta di conti di pagamento”.