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Autore: Redazione StudioNews

Il padre di Ilaria Salis a Strasburgo: speriamo di avere i domiciliari in Ungheria

Il padre di Ilaria Salis a Strasburgo: speriamo di avere i domiciliari in UngheriaBruxelles, 12 mar. (askanews) – Il 28 marzo prossimo a Budapest ci sarà “la prima udienza operativa” per Ilaria Salis, “perché finora c’è stata solo un’udienza preliminare; e sarà anche un un momento importante, perché finalmente presenteremo l’istanza per i domiciliari in Ungheria”, lo ha detto oggi, dalla sede del Parlamento europeo a Strasburgo, Roberto Salis, il padre dell’insegnante italiana da più di una anno in carcere in Ungheria, accusata di aggressione violenza nei confronti di militanti di estrema destra durante una manifestazione a Budapest.


“Finora – ha spiegato Salis, parlando durante una conferenza stampa organizzata dagli europarlamentari Brando Benifei (Pd) e Massimiliano Smeriglio (Avs) – l’istanza per i domiciliari è stata presentata ben tre volte, però facevamo richiesta dei domiciliari in Italia, perché i problemi di sicurezza che riguardano il caso di nostra figlia non ci consigliavano di fare altrimenti”. “Questa istanza – ha continuato – sarà presentata anche alla luce delle norme europee: c’è una decisione quadro del 2009, la numero 829, che è stata realizzata espressamente per cercare di garantire che qualsiasi cittadino europeo, dovunque compia un reato, abbia gli stessi diritti di condizioni di carcerazione alternative rispetto a chi risiede propriamente nel paese dove avviene il fatto”. Si tratta della decisione quadro 2009/829 del Consiglio Ue Giustizia Affari interni, del 23 ottobre 2009, sull’applicazione tra gli Stati membri del principio del reciproco riconoscimento alle decisioni sulle misure alternative alla detenzione cautelare.


“E’ abbastanza strano – ha lamentato il padre di Ilaria Salis – che una normativa che è stata realizzata in sede Ue nel 2009 praticamente non veda attuazione, bloccando di fatto l’accesso ai diritti per i cittadini”. “La situazione di mia figlia – ha aggiunto Roberto Salis – è diventata strada facendo sempre più un processo politico; inizialmente doveva essere circoscritta ai fatti in sé, ma già nel momento in cui si è dipanata l’indagine istruttoria, ho iniziato a vedere che c’erano delle condizioni molto particolari”.


“La sua detenzione – ha ricordato – inizialmente è stata estremamente dura, con 35 giorni veramente al limite, o forse anche oltre il limite, della tortura. Ed è proseguita poi con l’indagine che ha portato un atto di accusa che nella realtà operativa dei fatti è diventato più grave rispetto alle indagini condotte dalla polizia”, perché “i capi d’accusa sono aumentati rispetto alle richieste della polizia”. “Questo determina – ha osservato Roberto Salis – una situazione molto critica per mia figlia, che è aggravata da tutta una serie di comunicazioni che sono state fatte nel tempo. Già subito il 31 di gennaio c’è stata una prima comunicazione da parte di Zoltan Kovacs, il portavoce del primo ministro ungherese, che ha fatto una serie di dichiarazioni imprecise, e ha parlato di una situazione che non non rispecchia la realtà dei fatti: nega che condurre un imputato in catene” in tribunale “sia un un trattamento inumano, scredita l’avvocato difensore di mia figlia, perché è un oppositore politico, diffama mia figlia dicendo che ha soltanto la terza media. E poi sostiene anche che i contatti con la famiglia le sono stati concessi dal primo giorno, quando invece noi non abbiamo avuto la possibilità di parlare con nostra figlia dall’undici di febbraio (quando fu arrestata) fino al sei di settembre” del 2023.


“Dello stesso tono – ha aggiunto il padre di Ilaria Salis – sono anche le dichiarazioni dell’ambasciatore ungherese in Italia, che sostiene che nostra figlia è già stata condannata per gli stessi reati anche in Italia, e questa è totalmente una falsità. E’ semplicemente un modo per cercare di screditare un imputato. E alla fine poi l’ultimo intervento è stato quello di Peter Szijjßrtó (il ministro degli Esteri ungherese, ndr) del 28 di Febbraio, in cui di fatto viene già definita mia figlia colpevole” e si dice “che deve essere sottoposta a una pena esemplare”. Tutto questo, ha sottolineato Roberto Salis – in un in uno stato di diritto è inaccettabile, ed è inaccettabile che un membro dell’Unione europea possa fare dichiarazioni di questo tipo. Nell’Unione europea, in cui vivono i principi di democrazia, chi è imputato di un reato è innocente fintanto che l’accusa non dimostra che è colpevole. Queste sono le cose che nella cultura italiana ci trasciniamo dai tempi di Cesare Beccaria; e non è assolutamente accettabile che ci sia una violazione di queste forme elementari di buon senso, di giudizio e di democrazia”? “Onestamente – ha aggiunto il padre di Ilaria più tardi, rispondendo alle domande dei giornalisti -, io non non ho modo per sapere quale sia” la ragione per cui il governo italiano non sta riuscendo ad avere risposte soddisfacenti da quello ungherese, che pure gli è politicamente vicino. “Sicuramente ci saranno delle difficoltà diplomatiche. Devo dire che fin da quando il caso è diventato mediatico c’è stata probabilmente un’azione dal governo”, che in precedenza era stata “molto meno efficace”. “Dal 31 di gennaio in poi – ha riconosciuto Roberto Salis – qualcosa è cambiato, nel momento in cui ci sono state quelle immagini” di Ilaria trascinata in tribunale in catene e al guinzaglio “che hanno cambiato un po’ le regole del gioco. E devo dire che ci sono stati anche dei piccoli miglioramenti nella detenzione. Permane comunque – ha puntualizzato – un sistema carcerario che ha delle carenze colossali: mia figlia deve stare chiusa in cella 23 ore al giorno. E sono condizioni carcerarie che qui in Italia non sono sicuramente possibili, e che comunque sono assolutamente intollerabili”. “Per quanto riguarda invece la condizione attuale di Ilaria, anche oggi l’abbiamo sentita: è abbastanza agitata in questo periodo, e ci sono alcune cose che la lasciano molto perplessa. Soprattutto le ultime uscite del governo ungherese sono state per lei veramente demoralizzanti: come queste interferenze sul potere giudiziario in Ungheria, fatte da persone che si lamentano che i giornalisti italiani stanno facendo pressione sulla magistratura ungherese. Se non fossero reali – ha concluso il padre di Ilaria – sarebbero soltanto ridicole”.

Immobiliare, Fedriga: Italia mercato vantaggioso per investitori esteri

Immobiliare, Fedriga: Italia mercato vantaggioso per investitori esteriRoma, 12 mar. (askanews) – “L’Italia in questo momento rappresenta una straordinaria opportunità per un investitore internazionale interessato al mercato immobiliare. Questo anche in virtù dei prezzi ancora vantaggiosi rispetto ad altri Paesi europei. In questo quadro, il PortoVivo di Trieste con i suoi 65 ettari di riqualificazione urbana è un progetto fortemente attrattivo e che merita una vetrina come questa del Mipim, in un’ottica di sviluppo e crescita economica del territorio”. Lo ha detto oggi a Cannes il governatore Massimiliano Fedriga che ha inaugurato, anche in qualità di presidente della Conferenza delle Regioni, il Padiglione Italia al Mipim (la più importante fiera internazionale dell’immobiliare) alla presenza, tra gli altri, dell’amministratore delegato di Rx France (la società organizzatrice del Mipim) Michel Filzi, il direttore dell’ufficio di Parigi dell’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (Ici) Luigi Ferrelli, l’assessore del Comune di Trieste delegato al Project Financing al Porto Vecchio-Porto Vivo Everest Bertoli, il console generale d’Italia a Nizza Emilio Lolli e la direttrice generale dell’Agenzia regionale Lavoro&SviluppoImpresa Lydia Vernì.


Come ha spiegato il massimo rappresentante della Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia, proprio questo presentarsi assieme come sistema Paese valorizza le diversità delle regioni italiane. Una strategia che verrà riproposta all’Expo 2025, con l’obiettivo di richiamare investimenti importanti i quali, con i fondi del Pnrr, potranno alimentare lo sviluppo del Paese. Sempre in relazione agli investimenti internazionali, Fedriga ha ricordato come in Friuli Venezia Giulia , in questi ultimi tre anni, quelli provenienti dagli Stati Uniti siano aumentati di 37 milioni di euro. Un segno positivo che si registra anche per gli investimenti tedeschi e austriaci.


“In questo scenario PortoVivo assume il ruolo di uno dei più importanti progetti italiani di rigenerazione urbana all’interno di un centro cittadino. Per questo, con gli investimenti regionali e il protagonismo del Comune, potremo creare un’occasione importante non solo per il Friuli Venezia Giulia ma anche per tutto il Paese”, ha aggiunto il governatore. Da parte sua, infine, Michel Filzi, a.d. di Rx France, ha sottolineato di essere rimasto sorpreso in maniera estremamente positiva “da questo ambizioso progetto del PortoVivo di Trieste che mi è stato illustrato dal presidente Fedriga. Per l’organizzazione del Mipim ospitare questa idea di rigenerazione urbana rientra nello spirito della Fiera, in quanto uno dei nostri obiettivi – che la rende così attrattiva – è quello di offrire un’opportunità di incontro tra enti pubblici e privati provenienti da 90 paesi da tutto il mondo”.

Sicilia, Schifani: risponderemo a governo su rilievi a ‘collegato’

Sicilia, Schifani: risponderemo a governo su rilievi a ‘collegato’Roma, 12 mar. (askanews) – Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha convocato a Palazzo d’Orléans una riunione con il ragioniere generale Ignazio Tozzo e con il capo di gabinetto della Presidenza Salvatore Sammartano per analizzare punto per punto i rilievi effettuati dal governo nazionale alle norme del “collegato” alla legge di Stabilità regionale.


“Un confronto utile per avviare al più presto un’interlocuzione istituzionale e personale con Roma e fornire tutti gli elementi necessari a superare le criticità indicate”, ha commentato il governatore, al termine dell’incontro. Nel corso della riunione sono state affrontate, con argomentazioni particolareggiate e approfondite, tutte le norme indicate, con particolare attenzione a quelle che riguardano le indennità per i medici nelle zone periferiche e le misure di contrasto alla dipendenza da crack.

Emissioni, Copa Cogeca: per 7 voti minate speranze agricoltori Ue

Emissioni, Copa Cogeca: per 7 voti minate speranze agricoltori UeRoma, 12 mar. (askanews) – Appena 7 voti hanno minato le speranze degli agricoltori europei in una decisione giusta da parte del Parlamento europeo sulla direttiva Emissioni. Così il Copa e la Cogeca che stamattina hanno manifestato davanti al Parlamento europeo dove i deputati hanno votato per l’ultima volta sul compromesso risultante dal trilogo sulla direttiva sulle emissioni industriali (IED).


Se 7 eurodeputati avessero spostato il loro voto per sostenere una serie finale di emendamenti, spiegano i sindacati degli agricoltori europei, la direttiva IED avrebbe avuto la possibilità di essere “finalmente resa ragionevole per tutti i modelli agricoli”. Con 306 voti favorevoli e 293 contrari, invece, il Parlamento europeo ha deciso di non modificare il testo risultante dal compromesso del trilogo, “inviando un segnale storico ai tradizionali settori produttivi europei”. Per il Copa e la Cogeca, l’esito finale del voto sulla direttiva sulle emissioni industriali è particolarmente deludente “perché il testo risultante è ingiusto nei confronti di migliaia di allevamenti familiari di suini e pollame”.


Di fronte a questa situazione la Commissione europea, per voce del commissario Virginijus Sinkevicius, si è già impegnata formalmente davanti alla plenaria europea affinché la revisione del 2026 vada verso una scissione della direttiva in due diversi strumenti legislativi, l’agricoltura da una parte e l’industria dall’altra. Inoltre, la Commissione impegnata nella valutazione di un nuovo approccio riguardo ai prodotti importati e nella ricerca di finanziamenti adeguati per garantire la transizione.

Olive Ficacci nel 2023 cresce del 15% a 34 mln, Usa secondo mercato

Olive Ficacci nel 2023 cresce del 15% a 34 mln, Usa secondo mercatoMilano, 12 mar. (askanews) – Ficacci, azienda di Castel Madama alle porte di Roma, specializzata nella produzione di olive, ha chiuso il 2023 con un fatturato di 34 milioni di euro, in crescita del 50% rispetto al 2020 e del 15% rispetto al 2022. L’export sfiora oggi una quota del 20% sulle vendite e una presenza che si estende su oltre 30 Paesi. Fuori dai confini nazionali, sono gli Stati Uniti il mercato principale con una quota del 45% delle esportazioni complessive ma si affacciano anche Giappone, Cina e Medio Oriente.


La crescita del 2023, a livello di canali, è legata alla grande distribuzione, che pesa per il 52% sul volume di affari e che nel 2023 ha registrato un incremento del 10%, grazie all’acquisizione di nuove quote di mercato, che si sommano ai contratti sottoscritti negli scorsi mesi. Nel segmento horeca, l’azienda romana ha registrato un aumento del 20% sul fatturato complessivo, non ultima la forte crescita all’interno dell’industria alimentare che vanta +43% rispetto al 2022. Ficacci opera in un mercato, quello delle olive da tavola che è un vero food trend globale, secondo l’Unione italiana famiglie olearie, con una produzione mondiale progressivamente triplicata negli ultimi trent’anni, in cui l’Italia rientra tra i primi 7 player del settore. “Grazie all’innovazione, alla qualità e alla componente sostenibile dei nostri prodotti, abbiamo riscritto i parametri di consumo della nostra categoria, commenta Romeo Ficacci, Ad e presidente del cda – Da anni proponiamo un prodotto premium naturale senza additivi e conservanti presentato in vaschette di carta certificata Fsc che riducono dell’85% l’utilizzo della plastica, asset vincenti in mercati dove i consumatori sono sempre più sensibili alla qualità, alla provenienza della materia prima e all’impatto ambientale”.


L’azienda di Castel Madama gode di un ottimo posizionamento anche in Paesi dove l’oliva è di casa come Spagna, Grecia e Portogallo, così come nel Nord Europa, in Sud Africa e in Sud America, che annovera la Colombia come ultimo mercato raggiunto nel primo trimestre 2024. Oggi Ficacci lavora dalle 20 alle 25 tonnellate di olive al giorno, stagionando, trasformando e confezionando cultivar italiane, greche e spagnole attraverso un impianto produttivo di 12 linee semi-automatiche, che rispondono ai più elevati standard tecnologici e di sicurezza alimentare.

I 250 anni della Guardia di Finanza in una moneta della Zecca

I 250 anni della Guardia di Finanza in una moneta della ZeccaRoma, 12 mar. (askanews) – Per celebrare il 250esimo Anniversario della Fondazione della Guardia di Finanza sono state emesse oggi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze due monete, realizzate dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, che fanno parte della collezione numismatica della Repubblica Italiana 2024.


La moneta da 2 euro, anche a circolazione ordinaria in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea, è stata realizzata per ricordare la storia e gli ideali della Guardia di Finanza da sempre al servizio della collettività e delle Istituzioni. Autore della moneta è Marta Bonifacio, artista incisore della Zecca. Sul dritto, al centro, versione stilizzata dell’emblema araldico del Corpo della Guardia di Finanza, che interpreta il concetto di sicurezza e fornisce una visione futura del ruolo del Corpo, celebrando il passato e coniugandolo con il futuro e con le sfide che continuerà a raccogliere. Stagliandosi su montagne, mare e cielo, simboli del contesto naturale in cui opera il Corpo, il Grifone, animale mitologico che, secondo la leggenda, vigila a tutela dell’Erario, rappresentato dalla cassa dello Stato, e la corona turrita.


In esergo, le date “1774-2024”, rispettivamente anno dell’istituzione del Corpo della Guardia di Finanza e anno di emissione della moneta. In alto, ad arco, la scritta “GUARDIA DI FINZANZA”; nel giro le dodici stelle dell’Unione Europea. Il rovescio raffigura a sinistra il valore della moneta, attraverso la parte centrale del campo destro la parola “EURO” sovrapposta in orizzontale, sulla destra un disegno della mappa dell’Europa attraversata da 6 linee che uniscono 12 stelle. Sotto la lettera “O”, a destra, vicino al bordo della moneta, le iniziali dell’incisione “LL”.


La moneta nella sua versione da collezione, dal valore nominale di 2 euro, è disponibile in versione proof e Fior di Conio, con una tiratura rispettivamente di 15.000 e 12.000 pezzi, a cui si aggiunge il rotolino da 25 monete Fior di Conio in 10.000 pezzi. La moneta per la circolazione ordinaria ha un contingente complessivo in valore nominale di 6 milioni di euro corrispondente a 3 milioni di monete. La moneta in argento, dal valore nominale di 5 euro, è disponibile in versione proof con una tiratura di 7.000 pezzi. Sul dritto, al centro, versione stilizzata dell’emblema araldico del Corpo della Guardia di Finanza, che interpreta il concetto di sicurezza e fornisce una visione futura del ruolo del Corpo, celebrando il passato e coniugandolo con il futuro e con le sfide che continuerà a raccogliere. Stagliandosi su montagne, mare e cielo, simboli del contesto naturale in cui opera il Corpo, il Grifone, il Grifone, animale mitologico che, secondo la leggenda, vigila a tutela dell’Erario, rappresentato dalla cassa dello Stato, e la corona turrita. In esergo, le date “1774-2024”, rispettivamente anno dell’istituzione del Corpo della Guardia di Finanza e anno di emissione della moneta; in basso, la firma dell’autore Annalisa Masini, artista incisore della Zecca; nel giro, la scritta “REPUBBLICA ITALIANA”. Moneta con elementi colorati.


Sul rovescio, lo stemma araldico del Corpo della Guardia di Finanza, formato da uno scudo sannitico, con grifone e forziere in evidenza su una montagna, sormontato da una Corona turrita e ornato dagli emblemi rappresentativi delle onorificenze e delle ricompense al valore, delimitato, in basso, dal motto “NEC RECISA RECEDIT”, dedicata al Corpo dal poeta Gabriele D’Annunzio. Nel giro, rispettivamente in alto e in basso, le scritte “250° ANNIVERSARIO” e “GUARDIA DI FINANZA”; ai lati dello stemma, il valore “5 EURO” e a destra, “R”, identificativo della Zecca di Roma. Lo stemma della Guardia di Finanza è riprodotto per gentile concessione del Corpo della Guardia di Finanza.

Assobibe: bene Meloni su fisco, confidiamo in cancellazione sugar tax

Assobibe: bene Meloni su fisco, confidiamo in cancellazione sugar taxMilano, 12 mar. (askanews) – “Condividiamo le parole della premier: lo Stato deve mettere le aziende e i lavoratori nelle migliori condizioni possibili per creare ricchezza, e siamo felici di sentire che il governo conferma di non voler vessare le imprese”. Così il Presidente di Assobibe, Giangiacomo Pierini commentando le parole della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a Trento per la cerimonia di firma dell’Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Provincia autonoma di Trento, parlando di recupero dell’evasione fiscale. Il presidente dell’associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia ha ricordato che le imprese produttrici si troveranno presto a dover fare i conti con due nuove tasse: la plastic e la sugar tax. Quest’ultima, in particolare, incrementerà la fiscalità del 28%, con una contrazione attesa del mercato del 16%, un conseguente calo degli acquisti di materia prima nazionale calcolato in oltre 400 milioni di euro, un freno degli investimenti di 46 milioni di euro e oltre 5 mila posti di lavoro a rischio.


“Siamo l’unico settore ad avere in arrivo due tasse aggiuntive previste per il prossimo primo luglio: una situazione sempre meno sostenibile che provoca enormi incertezze per il comparto, oltre che per la filiera – dichiara Pierini – Confidiamo nella loro cancellazione, affinché le aziende siano messe in condizione di programmare e investire, continuando a produrre valore”.

Fedagripesca: Emissioni, da parte del Pe attenzione agricoltura

Fedagripesca: Emissioni, da parte del Pe attenzione agricolturaRoma, 12 mar. (askanews) – “Chiamato a ratificare di fatto un accordo già raggiunto nei mesi scorsi, una parte del Parlamento europeo ha mostrato attraverso la votazione di oggi di avere attenzione alle esigenze del settore agricolo europeo. Va evidenziato che solo per una manciata di voti non si è potuto procedere alla votazione di emendamenti che avrebbero potuto migliorare il testo a beneficio di tutto il sistema agricolo”. Con queste parole il presidente di Confcooperative Fedagripesca Carlo Piccinini commenta il voto in plenaria oggi a Strasburgo sul testo sulle Emissioni Industriali, il cosiddetto dossier IED.


“Il risultato ha confermato sostanzialmente – ha dichiarato Piccinini – quanto emerso dal trilogo finale, ovvero soglie di applicazione più basse per il settore avicolo e suinicolo rispetto alla normativa attualmente in vigore e, quindi, un impatto negativo con un aumento degli oneri amministrativi ed economici. Inoltre, per il settore dei bovini ci sarà una clausola di revisione nel 2026, la quale potrebbe potenzialmente includerli nel campo di applicazione della normativa”.

D’Eramo: con ok direttiva Emissioni da Ue altro colpo a zootecnia

D’Eramo: con ok direttiva Emissioni da Ue altro colpo a zootecniaRoma, 12 mar. (askanews) – “In Europa si continua a scegliere l’ideologia invece del buonsenso. Vengono penalizzati due settori, quello suinicolo e quello avicolo, con l’unica conseguenza di danneggiare produttori europei ed italiani e con il rischio, domani, di essere costretti a importare da paesi che fanno molto peggio in termini di inquinamento, rispetto del lavoro e standard di sicurezza alimentare. Un’occasione persa e un altro colpo alla zootecnia”. E’ quanto afferma in una nota il sottosegretario all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Luigi D’Eramo, commentando l’approvazione da parte del Parlamento europeo dell’accordo sulla revisione della direttiva sulle emissioni industriali.


“Bene aver escluso le emissioni derivanti da allevamento di bovini – continua il sottosegretario – ma la direttiva avrà impatti negativi sulle imprese suinicole e avicole che dovranno fare i conti con un aumento di burocrazia e perdita di competitività, a danno di allevamenti anche di medie dimensioni, senza che da questo derivino effettivi benefici per l’ambiente. È sempre più urgente una clausola di reciprocità così da garantire che i produttori extra Ue soddisfino gli stessi requisiti previsti per gli Stati membri. Lavoriamo perché si inverta la rotta e queste eurofollie restino solo un ricordo”, conclude D’Eramo.

Idealista: solo 38% case italiane può installare colonnine auto elettriche

Idealista: solo 38% case italiane può installare colonnine auto elettricheMilano, 12 mar. (askanews) – In Italia quasi 2 abitazioni su 3 (62%) non dispongono di un garage in cui installare i sistemi di ricarica per veicoli elettrici, cosa che rende difficile una diffusione per l’uso quotidiano. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato da idealista, il portale immobiliare, che ha analizzato 1,3 milioni di annunci immobiliari pubblicati nel suo database per tutto il 2023, contando quelli che dichiaravano di avere un posto auto.


Secondo lo studio, ci sono 51 aree provinciali che superano la media nazionale del 38% di abitazioni dotate di garage o posti auto adatti all’installazione di un sistema di ricarica, con le percentuali di penetrazione più alte nelle province venete di Padova (69%) e Treviso (67%). Seguono da vicino Modena con il 63%, Mantova e Vicenza (entrambe 61%), mentre Forlì-Cesena raggiunge il 60%. Altre 16 province contano almeno la metà delle abitazioni attrezzabili con connettori per la ricarica dei veicoli elettrici racchiuse in una forchetta compresa tra il 59% di Verona e il 50% di Venezia. All’opposto le province con una minore presenza di abitazioni con garage per veicoli elettrici sono Palermo (15%), Trieste (16%) e Reggio Calabria (17%). Percentuali sotto la media nazionale anche per Roma e Milano, che si attestano rispettivamente al 23% ed il 32% del parco abitativo disponibile in vendita. Padova (68%) e Treviso (65%) guidano anche la graduatoria dei centri capoluogo con la maggiore disponibilità di abitazioni con posti auto o box dove installare un punto di ricarica per veicoli elettrici, seguite da Forlì (61%) e Modena (60%). Altri 16 capoluoghi offrono almeno il 50% delle probabilità di trovare un’abitazione con posto auto in vendita compresi in una forbice che va dal 56% di Modena e Vicenza e il 50% di Ravenna e Udine. Tutti i grandi centri si collocano molto al di sotto di queste percentuali: Bologna (27%), Roma (21%), Torino (16%), Milano (15%), Firenze (14%), Genova (13%) e Napoli (12%). La percentuale più bassa di case con posto auto di pertinenza spettano a Palermo (11%) e Venezia (3%).