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Autore: Redazione StudioNews

Urso: G7 dopo sette anni torna per l’Industria, giovedì a Verona

Urso: G7 dopo sette anni torna per l’Industria, giovedì a VeronaRoma, 12 mar. (askanews) – Dopo sette anni di assenza torna il G7 dell’industria, occasione in cui i grandi del mondo torneranno a parlarsi per affrontare le grandi sfide dello sviluppo con la tecnologia. Lo ha sottolineato il ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nella conferenza stampa per illustrare i prossimi appuntamenti, a Verona, giovedì, con gli altri ministri dell’industria dei Paesi del G7, e a Trento, venerdì, per affrontare insieme il tema del digitale. Trasversale a entrambe le giornate sarà il tema dell’intelligenza artificiale.


“L’Italia ha inteso ripristinare dopo 7 anni il G7 dell’industria – ha detto il ministro- per un confronto sul tema con le grandi economie, per garantire l’autonomia strategica dei Paesi con le tecnologie e l’intelligenza artificiale”. Ad anticipare le due giornate, domani si terrà il B7, che riunirà i rappresentanti delle associazioni degli imprenditori dei sette Grandi, presieduto da Emma Marcegaglia.

Giubileo, Gualtieri inaugura cantiere Parco tra Tevere e Aniene

Giubileo, Gualtieri inaugura cantiere Parco tra Tevere e AnieneRoma, 12 mar. (askanews) – “Ridiamo vita e fruibilità ad un’altra delle tante ricchezze di Roma, recuperando zone meravigliose spesso abbandonate. Vogliamo che il Tevere diventi concretamente vivibile ogni giorno da tutti, come avviene in tante altre capitali europee attraversate da un grande fiume. E i fondi giubilari ci hanno dato la possibilità di iniziare questa importante opera di rilancio che porteremo avanti anche dopo il 2025”. Lo ha detto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri inaugurando, insieme all’assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti Sabrina Alfonsi, il cantiere dei lavori di realizzazione del Parco d’affaccio fluviale nell’area di confluenza del Tevere con l’Aniene. Si tratta di uno dei cinque Parchi d’affaccio per i quali sono stati stanziati complessivi 7,3 milioni di euro di fondi previsti dal Programma degli interventi in preparazione del Giubileo 2025 inseriti nell’area tematica “Ambiente e Territorio – Tevere e le vie d’acqua”.


Con l’inaugurazione del cantiere partono gli interventi, finanziati con circa 2 milioni di euro che prevedono la riqualificazione ambientale e la bonifica di un’area di circa 8 ettari che presenta aspetti di valore paesaggistico rari e che si collega ai sistemi naturali urbani di Monte Antenne e del Parco di Villa Ada. “Parte da qui uno straordinario progetto di valorizzazione delle sponde dei fiumi, a cominciare dal nostro Tevere, una meraviglia da restituire alla vita della città, bonificando spazi, riscoprendo aree archeologiche e naturalistiche, affiancandole con piste ciclabili, percorsi pedonali e corridoi ecologici – ha spiegato il sindaco Gualtieri -. Un grande intervento per la città che termineremo entro il 2024 per mettere a disposizione di turisti e pellegrini in arrivo con il Giubileo questa incredibile risorsa”.


Saranno realizzati due nuovi accessi, un percorso naturalistico ciclabile e una rete di percorsi pedonali. È prevista anche la realizzazione di aree con attrezzi ginnici e spazi gioco per bambini, di nuovi parcheggi con pavimentazioni drenanti e alberature, la sistemazione della scarpata e della discesa carrabile di servizio. “Con l’avvio dei cantieri per la realizzazione dei cinque Parchi d’affaccio giubilari diventa operativo il grande intervento di rigenerazione e valorizzazione dell’asse urbano del Tevere, con l’obiettivo di restituire alla città aree oggi in gran parte inaccessibili e degradate che, attraverso interventi integrati, verranno riqualificate e valorizzate secondo le peculiari caratteristiche che ognuna presenta. Verranno create zone verdi fruibili, aree ludiche e didattiche, percorsi fitness, nuovi percorsi ciclabili e collegamenti con le piste esistenti, zone relax e pic-nic – ha sottolineato l’assessora Alfonsi -. Particolare attenzione sarà data alla rigenerazione e la cura del ricchissimo patrimonio arboreo delle rive del fiume, per costituire un corridoio ecologico di fondamentale importanza per la biodiversità e la qualità ambientale della città”.


Con questi interventi giubilari, ha ricordato Alfonsi, “che si aggiungono a quelli già effettuati al Parco fluviale della Magliana e di Ponte Marconi e al progetto che renderà Tiberis parco d’affaccio permanente, vogliamo che il Tevere, sull’esempio di grandi capitali europee, sia pienamente connesso con la vita della città tutelandone il suo prezioso ecosistema e valorizzandone le grandi potenzialità per dare a Roma nuovi spazi verdi fruibili e accoglienti”. Per tutti i parchi d’affaccio la conclusione dei lavori è prevista entro dicembre 2024.

Bagliani (Mondelez Italia): inflazione non è finita, su listini non parlo

Bagliani (Mondelez Italia): inflazione non è finita, su listini non parloMilano, 12 mar. (askanews) – “Io credo che non sia finita l’onda inflattiva”. A parlare è Silvia Bagliani, presidente e amministratrice delegata di Mondelez international Italia, che a margine dell’evento Ipsos, Flair Italia, in collaborazione con Centromarca, ha usato toni prudenti sul rientro dei prezzi. “Non è proprio una situazione chiara – ha detto ad askanews – Tendenzialmente, secondo me siamo ancora in una situazione di inflazione, non pesante come prima, ma ancora in una situazione inflativa”. Le aspettative di riduzione dei listini da parte dell’industria del largo consumo nel 2024 dovranno, dunque, essere abbandonate? “Sono politiche che ogni azienda fa in base a quelle che sono poi le componenti di costo che hanno – ha detto – Non possiamo comunicare le nostre politiche commerciali pubblicamente a differenza di altre aziende”.


Bagliani, poco prima, aveva sottolineato che “L’inflazione degli ultimi due anni è stata importante e ha toccato in maniera diversa diverse componenti, alcune rientrano, altre aumentano. Ad esempio il cacao in questo momento sta esplodendo, quindi in realtà è sempre difficile fare una considerazione media, perché a fronte di qualcosa che scende purtroppo ci sono altri ingredienti che per motivi vari aumentano, anche chi usa l’olio di palma per esempio registra aumenti”. A differenza di altre aziende dell’agroalimentare, però Mondelez Italia non registra ricadute sulla propria catena di approvvigionamento della crisi del Mar Rosso “Non abbiamo in questo momento nessuna visibilità di impatti negativi. Se penso a quello che noi produciamo nei nostri stabilimenti in Italia, uno riceve il latte dai conferenti nel giro di 30-40 chilometri quindi ovviamente la materia principale che viene trasformata è assolutamente vicina e l’altro, dove facciamo i biscotti Oro Saiwa e Tuc, ha grano italiano e quindi farina italiana che arriva dalle vicinanze – ha affermato – poi è chiaro che nella grande numerica degli altri componenti utilizzati per la produzione ci possono essere dei componenti che sono importati però non ho in questo momento conoscenze visibilità di problematiche”.

Sindacati: condivisibile ricorso su Regolamento Ue controlli pesca

Sindacati: condivisibile ricorso su Regolamento Ue controlli pescaRoma, 12 mar. (askanews) – E’ “condivisibile” la decisione del Governo italiano di presentare ricorso alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea avverso il Reg (UE) 2023/2842 (Regolamento controlli) che prevede l’utilizzo obbligatorio, da parte dei pescherecci, di telecamere a circuito chiuso come strumento di controllo elettronico a distanza finalizzato alla prevenzione delle infrazioni. E’ l’opinione di Fai, Flai e Uila Pesca, secondo cui “con tale Regolamento, la Commissione vuole istituire una sorta di ‘grande fratello’ per dimostrare la colpevolezza, già però presunta a priori, dei lavoratori nelle loro attività di pesca, utilizzando dei mezzi assolutamente sproporzionati rispetto alla finalità della tutela della risorsa dettata dalla Politica comune della pesca”.


“Il condivisibile obiettivo della sostenibilità ambientale – spiegano i sindacati in una nota congiunta – non può essere perseguito violando i diritti dei lavoratori alla privacy e al divieto del controllo a distanza e, soprattutto, non può prescindere da un necessario equilibrio rispetto alla sostenibilità sociale ed economica”. La ingente riduzione della flotta, la chiusura di tante imprese e la perdita di migliaia di posti di lavoro “testimoniano il prezzo troppo alto pagato, negli ultimi anni dalla pesca italiana in nome di una vera e propria ideologia iper-ambientalista che non ha nulla a che vedere con la reale esigenza di tutela del mare, del quale i nostri pescatori sono i veri, diretti e interessati custodi – proseguono i sindacati – La miope rincorsa al massimo rendimento sostenibile è stata, per oltre vent’anni, mirata a colpire e mortificare unicamente i pescatori, senza la giusta attenzione a tutti gli altri fattori che influiscono negativamente sugli ecosistemi marini e sugli stock ittici”.

Cooperative, Gardini: mancanza personale ne frena la crescita

Cooperative, Gardini: mancanza personale ne frena la crescitaRoma, 12 mar. (askanews) – La mancanza di personale è il principale ostacolo alla crescita delle cooperative, per 4 su 10 è un problema oramai strutturale a cui non sembra esserci rimedio, almeno nel breve medio periodo. È ciò che emerge dall’analisi congiunturale completata dal Centro Studi Confcooperative a febbraio su un campione rappresentativo delle 17.000 imprese associate che danno lavoro a 540.000 persone. «L’incertezza – spiega il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini in una nota – continua a essere il sentiment più diffuso tra le cooperative che ripongono più fiducia sulle proprie prospettive di crescita che su quelle dell’economia in generale: tant’è che due su dieci temono ancora un trascinamento negativo delle crisi geopolitiche, un aumento delle tensioni e una riduzione ulteriore del potere d’acquisto dei consumatori finali. Una mancanza dal conto salato per il paese, il Censis stima in 28 miliardi il costo per il solo 2023, vale a dire l’1,5% del Pil. Rispetto allo scorso autunno i pessimisti si riducono di poco e gli ottimisti, ancora una sparuta minoranza, che confidano in un andamento migliore del ciclo dell’economia italiana, salgono solo dal 5,9% al 6,4. Le nostre cooperative occupano 540.000 persone, ne potrebbero assumere altre 30.000, ma non trovano personale formato e disponibile: nel socio sanitario, nell’agroalimentare, nel trasporto, nei servizi turisti e culturali».


PREVISIONI PRIMAVERA 2024 – Gli indicatori anticipatori sul livello degli ordini delineano uno scenario di prevalente stazionarietà anche per i prossimi mesi. Il saldo atteso dovrebbe, comunque, mantenere il segno positivo. In particolare sebbene la maggioranza assoluta dei cooperatori, il 73,2% del totale, non preveda variazioni significative della domanda e degli ordini a breve termine, il 17,5% attende una ripresa della domanda, a fronte del 9,3% che, invece, prevede una diminuzione degli ordini per i prossimi mesi. INFLAZIONE – Si attende un moderato riallineamento verso l’alto della dinamica inflativa. In particolare il 26,1% dei cooperatori dovrebbe rivedere verso l’alto i listini nei prossimi mesi, a fronte di un incremento atteso dei costi all’origine. Solo il 2,5% ridurrà i prezzi finali di vendita ricorrendo, di fatto, alla leva del prezzo per fronteggiare la concorrenza. Per il 69,6% degli intervistati la dinamica dei prezzi finali di vendita delle cooperative nel breve periodo è prevista prevalentemente stazionaria. Ancora surriscaldati i costi di fornitura e più in generale i prezzi all’origine.


LAVORO – La “madre di tutte le criticità” da oltre diciannove mesi, e non era mai successo in 20 anni di indagini congiunturali, rimane il «mismatch tra domanda e offerta di lavoro». Più di quattro cooperatori su dieci, tra quelli che ha hanno lamentato ostacoli alle attività, hanno segnalato, la difficoltà di trovare personale (sia qualificato sia generico). ACCESSO AL CREDITO – Spread e tassi ancora in salita a fine 2023. Le condizioni generali di offerta nel secondo semestre 2023 sono rimaste poco accomodanti. Il 66% delle cooperative ha evidenziato una crescita del tasso lordo applicato dalle banche. Il 30% ha rilevato tassi invariati rispetto alle precedenti condizioni di erogazione. Solo il 4% è riuscito a spuntare tassi migliori e più bassi rispetto ai livelli precedenti.


Nonostante tutto sono positive sia le attese di rafforzamento della spesa per investimenti per i prossimi mesi sia, più in generale, le prospettive per il futuro a breve termine delle cooperative. Di fatto, l’86,8% delle cooperative prevede un consolidamento e anche, sebbene in misura inferiore, un rafforzamento e un’espansione delle attività. Per il restante 13,2% delle aderenti, invece, la prospettiva è il ridimensionamento delle attività, in alcuni casi con ricadute sui livelli occupazionali o con il rischio di continuità aziendale.

Pesca, Mammi a Lollobrigida: redistribuire quote 2024 tonno rosso

Pesca, Mammi a Lollobrigida: redistribuire quote 2024 tonno rossoRoma, 12 mar. (askanews) – Redistribuire le quote di pesca per il tonno rosso del 2024, attribuendo almeno l’80% della quota incrementale a quella indivisa. Una decisione che sarebbe una vera e propria boccata d’ossigeno per i pescatori del Medio e Alto Adriatico. È quanto chiede, in sintesi, l’assessore regionale ad Agricoltura e Agroalimentare, Caccia e Pesca, Alessio Mammi, in una lettera indirizzata al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida.


“Le quote di tonno rosso sono ripartite tra pesca a circuizione, palangari, tonnare fisse, pesca sportiva/ricreativa e quote indivise – scrive Mammi – Proprio le quote di pesca indivisa si esauriscono troppo rapidamente e accade con grande frequenza che imbarcazioni non hanno quote di tonno rosso assegnate e quindi non possono valorizzare il pescato per non incorrere in pesanti sanzioni. Uno spreco della risorsa – continua – e un mancato guadagno per molti operatori della pesca artigianale che potrebbero trarre un beneficio economico modesto, visto che il tetto di catture accessorie per imbarcazione è stabilito in un massimo di 900 chilogrammi a imbarcazione, ma che comunque costituirebbe ‘ossigeno’ per un settore in grande difficoltà, dati anche i problemi causati dai danni provocati dal granchio blu”. Nella lettera inviata al ministro si ricorda che in Adriatico e nelle marinerie dell’Emilia-Romagna la pesca del tonno rosso vanta una lunghissima tradizione. Dalla fine degli anni Novanta sono state adottate misure finalizzate a ridurre le catture di questi esemplari che, in base agli studi su scala internazionale, si trovava a forte rischio di estinzione. Le dinamiche di queste politiche hanno così costretto gli armatori di piccole imbarcazioni a cedere la loro piccola quota per la pesca di tonno rosso.


“Nel volgere di pochi anni l’Alto Adriatico è tornato a essere popolato in grande quantità da questa specie, al punto di definire l’Adriatico la ‘nursery del tonno rosso’ – chiude Mammi – Questo ripopolamento così repentino ha già indotto biologi e studiosi a considerare la possibilità di autorizzare un ulteriore aumento della quota nazionale di circa il 20%. Per questo le chiedo di valutare la decisione di attribuire almeno l’80% della quota incrementale del 2024 alla quota indivisa, e una quota specifica ai piccoli pescherecci a carattere costiero/locale come quelli delle imprese di pesca dell’Alto Adriatico, già dal prossimo Annual fishing capacity management plan previsto dal Piano di gestione”.

Cia: direttiva Emissioni coinvolge 90% aziende pollame, 20% suini

Cia: direttiva Emissioni coinvolge 90% aziende pollame, 20% suiniRoma, 12 mar. (askanews) – Una forte penalizzazione per il settore avicolo e suinicolo italiano ed europeo. Dal voto di oggi in merito alla direttiva sulle emissioni industriali, arriva un ulteriore colpo alla zootecnia con altri costi e oneri burocratici per le imprese. Così Cia-Agricoltori Italiani commenta la decisione della plenaria di Strasburgo.


L’accordo odierno, infatti, va a modificare le soglie per l’applicazione della direttiva IED andando a impattare su tante produzioni di qualità. Solo in Italia, sottolinea Cia, rientrerebbero nel nuovo perimetro il 90% degli allevamenti avicoli e il 20% di quelli suinicoli, ma con un impatto superiore all’80% sulla produzione di carne di maiale. “Abbiamo sempre ritenuto irragionevole equiparare la zootecnia a settori altamente industrializzati, chiedendo il mantenimento dello status quo nella revisione della direttiva – spiega in una nota il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini – Dopo l’esclusione degli allevamenti bovini, oggi ci aspettavamo un esito ben diverso dal voto e, invece, si è persa un’occasione per costruire insieme agli agricoltori la strada verso una maggiore sostenibilità”.


Per Cia “una migliore protezione dell’ambiente non passa da più burocrazia, ma da strumenti e misure incentivanti – conclude Fini – Ora confidiamo in una valutazione più attenta da parte del Consiglio, che dovrà dare il via libera definitivo al testo”.

Ue, vince il fronte ambientalista: l’Europarlamento approva accordo sulla direttiva “case green”

Ue, vince il fronte ambientalista: l’Europarlamento approva accordo sulla direttiva “case green”Bruxelles, 12 mar. (askanews) – La plenaria del Parlamento europeo ha approvato in via definitiva, oggi a Strasburgo, con 370 voti contro 199 e 46 astenuti, l’accordo raggiunto in “trilogo” con il Consiglio Ue sulla cosiddetta direttiva sulle “case green”, che stabilisce nuove regole per le prestazioni energetiche nell’edilizia, allo scopo di ridurre progressivamente le emissioni di gas serra e i consumi energetici nel settore entro il 2030, e di pervenire alla neutralità climatica entro il 2050.


Innanzitutto, la direttiva prevede che tutti gli edifici privati di nuova costruzione siano a emissioni zero a partire dal 2030, mentre i nuovi edifici occupati dalle autorità pubbliche o di loro proprietà dovranno raggiungere quest’obiettivo due anni prima, a partire dal 2028. Per gli edifici residenziali non di nuova costruzione, i paesi membri dovranno adottare misure per garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata (rispetto al 2020) di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035. Gli Stati membri dovranno inoltre ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali che hanno le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033, introducendo requisiti minimi nazionali di prestazione energetica da rispettare per tutto il settore dell’edilizia.


In più, i paesi membri dovranno garantire, se tecnicamente ed economicamente fattibile, l’installazione progressiva di impianti solari negli edifici pubblici e non residenziali, in funzione delle loro dimensioni, e in tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2030. Gli Stati membri dovranno spiegare come intendono predisporre misure vincolanti per decarbonizzare i sistemi di riscaldamento e raffreddamento, eliminando gradualmente entro il 2040 i combustibili fossili usati in questi sistemi. A partire dal 2025, sarà vietata la concessione di sovvenzioni alle caldaie autonome a combustibili fossili. Saranno ancora possibili, invece, gli incentivi finanziari per i sistemi di riscaldamento che usano una quantità significativa di energia rinnovabile, come quelli che combinano una caldaia con un impianto solare termico o una pompa di calore.


La nuova normativa non si applicherà agli edifici agricoli e agli edifici storici, e gli Stati membri potranno decidere di escludere anche altri edifici protetti per il loro particolare valore architettonico o storico, gli edifici temporanei, le chiese e i luoghi di culto. Per la sua adozione definitiva, la direttiva dovrà ora essere approvata formalmente anche dal Consiglio Ue.


Gli edifici sono responsabili del 40% dei consumi energetici e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra nell’Ue, secondo una valutazione della Commissione europea. Il 15 dicembre 2021 la Commissione aveva presentato la sua proposta di revisione della direttiva sulle prestazioni energetiche nell’edilizia, come parte del pacchetto “Pronti per il 55%”, dove la percentuale indicata riguarda l’obiettivo vincolante di riduzione dei gas a effetto serra entro il 2030, come tappa intermedia verso la “neutralità climatica” del 2050. La direttiva è stata modificata durante le trattative con il Consiglio Ue, con un maggiore accento sul carattere adattato a livello nazionale, invece che armonizzato a livello Ue, di una parte degli indicatori per la sua attuazione. Ma resta un elemento fondamentale della strategia di riduzione delle emissioni e di efficientamento energetico del Green Deal Subito dopo il voto della plenaria, l’eurodeputato leghista Angelo Ciocca ha cominciato a disturbare rumorosamente la seduta (c’erano ancora altre votazioni da concludere) usando un fischietto. Ciocca è stato allontanato dall’aula, su richiesta della presidente di seduta che ha definito il suo comportamento “totalmente inaccettabile”, mentre diversi europarlamentari gridavano “buffone, buffone” e, in inglese, “out, out!”. Oltre alla Lega (con tutto il gruppo di estrema destra Id), hanno votato contro la direttiva anche gli eurodeputati italiani di Fdi (con tutto il gruppo dei Conservatori Ecr) e di Fi (a parte Alessandra Mussolini, favorevole), più Fabio Massimo Castaldo, ex M5s passato recentemente ad Azione. Nel voto, il Ppe si è spaccato in tre (72 favorevoli, tra cui un altro italiano, l’altoatesino Herbert Dorfman, del Svp, 54 contrari e 25 astenuti), mentre nel gruppo liberale Renew hanno votato a favore 67 eurodeputati (tra cui i due di Italia Viva, Sandro Gozi e Nicola Danti, più l’indipendente Marco Zullo, ex M5s), con 19 contrari e un solo astenuto. Massicciamente a favore della direttiva, oltre ai Verdi e al M5s, anche i gruppi dei Socialisti e Democratici (solo due contrari e un astenuto) e della Sinistra (26 favorevoli, due contrari, quattro astenuti).

Vino, Oss. Uiv-Ismea: Italia chiude export 2023 a 7,8 mld euro (-0,8%)

Vino, Oss. Uiv-Ismea: Italia chiude export 2023 a 7,8 mld euro (-0,8%)Milano, 12 mar. (askanews) – L’export di vino italiano chiude il 2023 con una flessione tendenziale dell’1% nei volumi (21,4 milioni di ettolitri) e dello 0,8% in valore, a poco meno di 7,8 miliardi di euro. Si tratta, evidenziano le elaborazioni dell’Osservatorio Uiv-Ismea, del terzo bilancio annuale in negativo registrato nel nuovo millennio, dopo la crisi economico-finanziaria del 2009 e l’effetto Covid del 2020. Ma al contrario dei due precedenti, rileva l’Osservatorio, il dato di quest’anno evidenzia difficoltà determinate non solo da variabili congiunturali ma anche da fattori di ordine strutturale, che sembrano peraltro accomunare tutti i principali Paesi produttori. L’Italia conferma comunque la sua leadership nei volumi esportati con la Spagna che scende a poco più di 20 milioni di ettolitri (-4,1%). Ma il 2023 si è distinto anche per un forte incremento di vini sfusi (+12%), destinati soprattutto alla Germania, la cui incidenza sulla tipologia pesa per quasi 2/3 delle esportazioni.


Rispetto alla leggera contrazione complessiva, si intensificano le difficoltà di quelle tipologie e aree produttive bandiera del made in Italy enologico. È il caso dei vini fermi a Denominazione in bottiglia, con i volumi a -6,2% per le Dop e a -4,3% per le Igp. Contrazioni più marcate rispetto alla performance complessiva italiana ma meno evidenti se rapportate a quelle della Francia, che chiude rispettivamente a -11% e -8%. In particolare, in linea con le tendenze mondiali, soffrono soprattutto i rossi del Belpaese, che scendono dell’8% per le Dop e del 6% nel caso delle Igp, un’impasse evidenziata anche dal calo delle esportazioni di vini comuni in bottiglia (-9%). Evidenze che si riflettono anche a livello regionale: -12,5% (volume) per i rossi Dop veneti, -10,5% per i toscani, -5,5% per i piemontesi. Sul versante bianchi, che vedono i Dop a -4,7% e gli Igp a -1,3%, gli Stati Uniti chiudono a -5%, bilanciati dal +3% del Regno Unito (dove però fanno male i veneti Dop, a -10%) e dal +2% dei Paesi Bassi. Stazionario il dato della Germania. Il quadro si fa più sfumato per gli spumanti, che dopo anni di crescita inarrestabile (+223% dal 2010 a oggi) cedono in volume il 2,3% (-1,7% per il Prosecco), con una crescita nei valori del 3,3% (Prosecco a +5,4%) in un contesto inflazionistico che ha favorito l’ascesa dei prezzi. Per lo spumante italiano il 2023 ha visto la caduta in volume nei primi due mercati mondiali (Usa a -12%, Uk a -4,4%), ma anche una buona crescita nell’Est Europa e un andamento ancora più sostenuto in Francia, con un più 25%. Un exploit al quale, secondo l’Osservatorio Uiv-Ismea, ha contribuito l’effetto sostituzione dello Champagne con il Prosecco (+21%) anche dettato dal minor potere di acquisto dei consumatori transalpini.


La geografia dell’export vede una divaricazione netta tra i risultati ottenuti nell’Ue, +5,6% volume e +4,1% valore, ed extra-Ue: -7,5% volume e -4% valore. In difficoltà i top cinque buyer fatta eccezione per la Germania che, forte del boom dello sfuso, chiude a +8,4% (volume). Negativo il bilancio delle esportazioni in Usa, con un tendenziale -9,1%, oltre che in Uk (-1,8%), Svizzera (-3,6%) e Canada (-11,3%). Bene l’export in Francia (+6,7%), a fronte di una forte contrazione nei mercati giapponese (-13,4%) e cinese (-22,3%).

Quirinale, Mattarella ha ricevuto delegazione Unicoop Firenze

Quirinale, Mattarella ha ricevuto delegazione Unicoop FirenzeRoma, 12 mar. (askanews) – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto oggi al Quirinale una delegazione di Unicoop Firenze guidata dalla presidente del consiglio di sorveglianza Daniela Mori e dal presidente del consiglio di gestione, Michele Palatresi, assieme ai consiglieri di sorveglianza Lia Vasarri e Paolo Brunetti e al responsabile relazioni esterne di Unicoop Firenze, Claudio Vanni.


L’incontro è stato concesso in occasione del cinquantesimo della cooperativa che ha festeggiato l’anniversario nel 2023 e che conclude simbolicamente le celebrazioni con l’appuntamento al Quirinale. L’udienza è stata l’occasione per portare al Presidente il saluto di tutta la cooperativa e per raccontare l’impegno di Unicoop Firenze nel tutelare i soci, valorizzare il territorio e realizzare i principi del mutuo soccorso attraverso la propria attività. Al termine dell’incontro, è stata donata al Presidente della Repubblica un’opera del maestro artigiano della tradizione orafa fiorentina Paolo Penko realizzata in occasione del cinquantesimo: nell’opera donata, le mani che si uniscono rappresentano la forza dell’unione e i valori della cooperativa. In dono è stato portato anche il libro “Mezzo secolo di Unicoop Firenze”, il libro scritto da Andrea Giuntini per raccontare i primi cinquanta anni della cooperativa.