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Autore: Redazione StudioNews

Studio: sanzioni Usa spingono Cina a aumentare investimenti ricerca

Studio: sanzioni Usa spingono Cina a aumentare investimenti ricercaRoma, 14 mar. (askanews) – Le sanzioni statunitensi nei confronti delle compagnie cinesi stanno avendo come effetto un incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo del 52,9 per cento in un decennio. Lo afferma uno studio della Changan University di Xian, coordinato dallo studioso Liu Lanjian, di cui dà notizia oggi il South China Morning Post.
Le sanzioni imposte dagli Usa alle aziende tech cinesi hanno colpito qualcosa come 1.000 società dal 2010 al 2020. Il numero di richieste di registrazione di brevetto da parte delle società cinesi è cresciuto in media del 57,6% in seguito di queste sanzioni, ha rilevato lo studio. Tuttavia, anche il costo dell’innovazione è aumentato di quasi il 40%.
“Sotto la politica di controllo della tecnologia (degli Stati uniti), il numero di domande di brevetto e finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo delle imprese hi-tech è aumentato in modo significativo”, hanno affermato Liu e i suoi colleghi in un articolo pubblicato nel Forum sulla scienza e la tecnologia in Cina, una rivista peer-reviewed gestita dall’Accademia cinese per lo sviluppo scientifico e tecnologico di Pechino. “Ma anche il costo dell’innovazione tecnologica è aumentato in modo significativo, rendendo le attività innovative più difficili e meno efficienti”, hanno continuato.
Le opinioni della comunità scientifica si sono divise sugli effetti dei divieti tecnologici statunitensi. Alcuni ricercatori ritenevano che le sanzioni statunitensi avrebbero influenzato il trasferimento di tecnologia, ridotto gli scambi di scienziati cinesi con i migliori ricercatori in Occidente e mantenuto le industrie cinesi nella parte bassa della catena di valore. Altri sostenevano che i divieti avrebbero accelerato l’innovazione della Cina, spinto il governo cinese a elaborare nuove politiche di incentivi o costretto le aziende cinesi a fare meno affidamento sui partner stranieri.
Le società elettroniche cinesi hanno pagato il prezzo più alto, seguite dalle società dei settori informatico e delle telecomunicazioni.
“La Cina è un paese ritardatario nel campo della tecnologia all’avanguardia e ci sono ancora anelli deboli in alcuni campi tecnologici chiave. I prodotti sostitutivi non sono ancora completamente maturi e disponibili e mancano alcuni anelli chiave nella catena di approvvigionamento”, ha affermato il team di Liu.
“Attualmente, i Paesi sviluppati hanno ulteriormente rafforzato il controllo dell’hi-tech. Le imprese hi-tech cinesi rappresentate da Huawei sono forze emergenti che si integrano attivamente nell’economia globale e stanno affrontando enormi rischi causati dal controllo della tecnologia”, ha continuato.
Le sanzioni Usa hanno invece avuto un effetto meno incisivo su altri settori.
La Cina è leader mondiale per quanto riguarda le ricerche in 37 settori tecnologici chiave su 44, secondo un recente rapporto – il “Critical Technology Tracker” – dell’Australian Strategic Policy Institute (ASPI).
Gli Stati Uniti sembrerebbero ottenere alcuni benefici a breve termine dalla loro politica di sanzioni, ma paiono perdere la battaglia a lungo termine contro la Cina perché costringono le aziende cinesi a sviluppare la propria tecnologia, ha affermato il Center for Strategic and International Studies, think tank con sede a Washington, in un rapporto dello scorso anno.

Del Barba: l’Agenda 2030 non si realizza a colpi di decreto

Del Barba: l’Agenda 2030 non si realizza a colpi di decretoMilano, 14 mar. (askanews) – La sostenibilità non si realizza a colpi di decreto, ma dando fiducia e strumenti alle imprese per perseguire obiettivi a impatto sociale e ambientale che vanno oltre il tradizionale obiettivo del profitto. E’ la convinzione di Mauro Del Barba, promotore della legge di istituzione delle aziende benefit del 2015. In occasione della quarta Giornata nazionale dedicata alle Società Benefit, celebrata con un convengo di studi a Milano, Del Barba parla del modello “benefit” come strumento in grado di armonizzare, verso un obiettivo comune, le motivazioni diverse che esprimono imprese, istituzioni, politica e cittadini dalle rispettive visioni di “sostenibilità”.
“La sostenibilità è una questione complessa, che chiama in causa le istituzioni, quindi la politica; chiama in causa i capitali, quindi la finanza; chiama in causa l’intrapresa, quindi le società, le imprese e gli imprenditori – dice Dal Barba raggiunto durante una pausa dei lavori – E’ un mix che deve trovare una sua armonia. Procedere verso gli obiettivi dell’Agenda 2030 a colpi di decreto, è una metodologia che manda in tilt il sistema, perché i cambiamenti sono così profondi che solo una sinergia tra la libertà dell’imprenditore, la forza del capitale, e la capacità della politica di dare direzione può imprimere il giusto passo a questo processo. Quello che le società benefit dicono agli altri attori è: signori guardate che le imprese possono fare di più. Date loro fiducia, date un assetto giuridico come il nostro, che consenta di guardare ai bisogni della società andando oltre lo scopo tradizionale di fare profitto. E vedrete che la nostra esperienza farà emergere e venire a galla tutti quei comportamenti, che poi il legislatore potrà anche sistematizzare e rendere norma. Dobbiamo avere fiducia nel mercato, naturalmente, e nelle capacità dell’imprenditore di assumere dentro di sé e dentro la propria azienda i valori etici che riguardano il sociale e l’ambiente”.
Ma quali sono le caratteristiche che rendono allora le società benefit un modello d’impresa in grado di perseguire concretamente gli obiettivi di sostenibilità? “Le società benefit si propongono di essere il giusto assetto, l’assetto più performante, per affrontare le sfide della sostenibilità dove le imprese sono sottoposte a grandissimi stress da parte del regolatore, da parte il mercato e da parte della finanza – dice Del Barba – E dopo sei anni di collaudo le società benefit possono ben dire di essere l’assetto più avanzato con cui reggere all’urto di queste sfide. Sono loro in grado di esprimere un protagonismo che non può che venire dallo scopo duale. Vale a dire dall’assumere dentro di sé obiettivi di beneficio comune, sociale e ambientale, e portare nella propria governance questi aspetti in una posizione centrale, tanto quanto quello di produrre profitto. In questo modo gli stakeholder entrano nella vita dell’azienda”.
Dopo una prima normativa sancita nel piccolo stato federato USA del Marylad, la normativa italiana sulle società benefit è la prima approvata in uno stato sovrano. Il nostro Paese si trova così a fornire l’esempio normativo, e soprattutto valoriale, a numerosi altri Paesi, Francia e Spagna tra i più recenti. In Italia a fine 2022 le società benefit sono circa 2800, la gran parte delle quali riunite in AssoBenefit, associazione promotrice del convegno e della quale Del Barba è presidente. Al di la dei tecnicismi, ricorda Del Barba, essere una società benefit è una questione di “valori”, valori etici e economici.
“Essere ‘benefit’ non è un qualche cosa di scontato, di immediatamente comprensibile – spiega Dal Barba – Non siamo abituati a pensare alle prese con obiettivi di beneficio comune. Siamo abituati a pensare alle imprese come soggetti a cui dare una direzione attraverso degli obblighi. Ecco la forza che le società benefit vogliono mettere in campo è il protagonismo, è la capacità dell’impresa stessa di darsi degli obiettivi per il bene comune. Abbiamo perso questa abitudine, e AssoBenefit aiuta i propri soci, attraverso le loro stesse esperienze, attraverso lo studio insieme, attraverso il networking, a far emergere e a sistematizzare questi valori affinché siano riconoscibili dal mercato e dalle altre imprese”.
Valori etici che però devono essere misurabili nel loro impatto concreto sul tessuto sociale e ambientale, per non restare delle pure dichiarazioni di principio. E in questo contesto gli attuali strumenti di rendicontazione rispondono in modo efficace a questa necessità? “E certo qualcuno dice: ma tutto questo può poi rimanere una sorta di moto dell’anima. Ma proprio affinché questi valori siano poi messi a terra, le società benefit hanno come obbligo quello di misurare le proprie performance, di avere una governance trasparente – risponde il presidente di AssoBenefit – La questione della misura dell’impatto, è una questione che attiene tutte le imprese. Oggi avere una label, una certificazione, o anche un’autovalutazione che misura una performance di sostenibilità, e ci tengo a dire ‘una’ performance, perché abbiamo ormai capito che c’è una pluralità di misure che deve essere effettuata, è un aspetto che può essere significativo anche per la competitività delle imprese. E quindi va oltre la necessità delle società benefit di rendicontare i propri benefici comuni. Ma ancora una volta quello che emerge dall’esperienza delle società benefit è che tutto ciò aumenta anche la competitività dell’azienda. Le imprese che hanno per vocazione il produrre valore, naturalmente misureranno delle performance superiori. Ma in questo non chiedono vantaggi; si mettono al pari di tutti gli altri, e accettano la sfida”. (nella foto: di Mauro Del Barba e la vice presidente di Assobenefit Monica De Paoli)

Yoon incontra giovedì Kishida: rapporti Tokyo-Seoul verso il sereno

Yoon incontra giovedì Kishida: rapporti Tokyo-Seoul verso il serenoRoma, 14 mar. (askanews) – Un vertice chiave per i rapporti bilaterali e gli assetti in Asia orientale sarà quello che si terrà dopodomani tra il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol e il primo ministro giapponese Fumio Kishida. I due leader discuteranno di come riportare i rapporti bilaterali su un binario di amicizia, come richiesto in particolare dall’Amministrazione Biden, dopo che Seoul ha fatto il passo di offrire una sofferta soluzione all’annosa vicenda dei risarcimenti per le vittime coreane del lavoro forzato durante il dominio coloniale nipponico (1910-1945).
Yoon e Kishida – secondo quanto ha fatto sapere oggi la presidenza sudcoreana – si incontreranno nel primo giorno della visita di stato di due giorni del presidente sudcoreano in Giappone. Il vertice sarà seguito da una cena.
“I due leader discuteranno delle misure per la normalizzazione per le relazioni complessive tra Corea del Sud e Giappone, compresa l’attuazione della soluzione alla questione della sentenza sul lavoro forzato”, ha detto il consigliere di sicurezza nazionale della presidenza sudcoreana Kim Sung-han durante una conferenza stampa ripresa dall’agenzia di stampa Yonhap. “Credo anche – ha proseguito – che ci sarà l’opportunità di parlare dei modi per eliminare le barriere politiche che ostacolano la cooperazione economica tra i due paesi”.
Le relazioni tra i due paesi sono particolarmente tesi da molti anni sia per una vertenza territoriale relativa alle isole Dokdo (in giapponese Takeshima), alla vicenda delle cosiddette “donne di conforto” sfruttate nei bordelli militari della Armata imperiale nipponica fino alla conclusione della seconda guerra mondiale e alla questione del lavoro forzato. Una forte battuta d’arresto è avvenuta nel 2018, quando la Corte suprema sudcoreana ha ordinato a due grandi compagnie nipponiche, la Nippon Steel e la Mitsubishi Heavy Industries, di risarcire una dozzina di vittime coreane sopravvissute del lavoro forzato.
La scorsa settimana, il governo sudcoreano ha annunciato che risarcirà le vittime attraverso una fondazione pubblica sostenuta da donazioni volontarie delle imprese sudcoreane, sollevando dall’obbligo le aziende giapponesi accusate, in quello che è visto come una dimostrazione del forte impegno di Yoon nel migliorare le relazioni bilaterali alla luce dello scenario internazionale molto instabile nella regione – programmi nucleare e missilistico nordcoreano, Taiwan, crescente potenza cinese – e della spinta americana ad allineare le posizioni dei suoi alleati regionali, Seoul e Tokyo appunto. La soluzione promossa da Yoon è fortemente osteggiata da organizzazioni di sostegno alle vittime, nonché dalle anziane vittime stesse, alcune delle quali hanno già firmato un documento per cercare di fermare l’operazione.
Il Giappone, dal canto suo, ritiene che tutte le riparazioni derivanti dal suo dominio coloniale siano state regolate dal trattato del 1965 con cui sono stati ristabiliti i rapporti bilaterali con la Corea del Sud.
In seguito alla sentenza del 2018, che ha portato al congelamento degli asset delle due imprese nipponiche, Tokyo ha reagito cancellando dalla “lista bianca” dei paesi con agevolazioni commerciali e ha imposto il bando ad alcune esportazioni di materiali-chiave per l’industria sudcoreana.
Vittima di questo scontro diplomatico, tra l’altro è stato anche l’Accordo sulla condivisione delle intelligence militari tra i due paesi, che è stato sospeso dal precedente presidente sudcoreano Moon Jae-in, suscitando la preoccupazione degli Stati uniti.
“Questa visita ha il significato di segnalare che il rapporto Corea del Sud-Giappone, che è stato teso fino ad ora, è entrato nella fase di normalizzazione sul serio”, ha detto Kim.
Il consigliere di Yoon ritiene inoltre che il climo migliorato tra Tokyo e Seoul abbia “naturalmente risolto da un punto di vista formale” il blocco della condivisione d’intelligence, anche perché di fatto già oggi questa sta “funzionando bene”. E, anche per quanto riguarda le restrizioni giapponesi, si andrà verso una “naturale soluzione”.
Yoon inizierà il suo viaggio incontrando i residenti coreani in Giappone, nella sua prima visita nipponica da quando è entrato in carica e la prima di un presidente sudcoreano in quasi quattro anni. L’ex presidente Moon Jae-in si recò Osaka nel 2019, ma in quel caso fu solo per partecipare a un vertice G20. L’ultima visita bilaterale è stata quella dell’ex presidente Lee Myung-bak nel dicembre 2011.
Venerdì, Yoon ha in programma di incontrare i membri dell’Unione parlamentare Corea-Giappone e del Comitato di cooperazione Corea-Giappone, tenere una tavola rotonda d’affari con i principali leader aziendali di entrambi i paesi e parlare con studenti universitari giapponesi e sudcoreani al’Università Keio.
La first lady Kim Keon Hee accompagnerà Yoon nel viaggio e parteciperà a vari eventi, tra cui un incontro con la moglie di Kishida, Yuko. “Attraverso il vertice e la cena, i due leader dovrebbero affermare l’un l’altro il loro impegno a sviluppare le relazioni bilaterali costruendo la fiducia personale tra di loro”, ha detto ancora Kim. “La costruzione della fiducia tra il presidente Yoon e il primo ministro Kishida – ha detto ancora – dovrebbe avere un impatto positivo sull’amicizia e sugli scambi tra i popoli dei due paesi in futuro”.
Yoon e Kishida hanno tenuto vertici bilaterali a margine di riunioni multilaterali. Si sono incontrati durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York a settembre e di nuovo durante un incontro guidato dalle nazioni del sud-est asiatico in Cambogia a novembre.
Martedì scorso, l’agenzia di stampa giapponese Kyodo ha riferito che Kishida sta valutando la possibilità di visitare la Corea del Sud dopo aver ospitato il vertice del G7 (G-7) a Hiroshima tra il 19 e il 21 maggio. I media giapponesi hanno anche sostenuto che il primo ministro giapponese sta meditando d’invitare Yoon al vertice del G7.

Kenya, Ruto auspica più imprese italiane nell’hub Konza Technopolis

Kenya, Ruto auspica più imprese italiane nell’hub Konza TechnopolisRoma, 14 mar. (askanews) – Sono già diverse le aziende italiane presenti nel progetto Konza Technopolis, l’hub tecnologico progettato dal governo del Kenya nell’ambito del piano di sviluppo Vision 2030, e il presidente William Ruto auspica che la visita del presidente Sergio Mattarella “susciti maggiore interesse in questo grande progetto pieno di opportunità”.
Riferendo su Twitter dell’incontro avuto oggi con Mattarella, Ruto ha scritto: “Kenya e Italia daranno priorità alla rimozione delle barriere non tariffarie per aumentare il commercio e gli investimenti. In particolare, avvieremo i negoziati su un accordo per porre fine alla doppia tassazione. Questo stimolerà gli investimenti delle imprese italiane in Kenya, migliorerà la bilancia commerciale tra i nostri Paesi e creerà maggiori opportunità economiche per la nostra gente”.
Quindi ha aggiunto: “Il Kenya apprezza l’interesse dimostrato dagli investitori italiani per Konza Technopolis, dove si sono già insediate diverse imprese italiane. Speriamo che questa visita susciti più interesse da parte degli investitori in questo grande progetto pieno di opportunità”.
L’hub tecnologico, situato circa 60 chilometri a sud-est di Nairobi, mira a sostenere l’obiettivo del Kenya di raggiungere lo status di Paese a reddito medio entro il 2030.

Turismo, Spagna presente a BMT con otto coespositori

Turismo, Spagna presente a BMT con otto coespositoriRoma, 14 mar. (askanews) – L’ufficio Spagnolo del Turismo guidato dal direttore Gonzalo Ceballos si presenta presso la BMT di Napoli con uno spazio molto significativo presso il padiglione 6. La Spagna non manca in questo importante appuntamento professionale per il mercato italiano, dopo aver partecipato nelle ultime edizioni, anche nel 2022, anno in cui è stata premiata come migliore ufficio in Italia per quanto riguarda l’attività di promozione digitale. La Spagna è pronta per un 2023 in cui si stanno raggiungendo i numeri e i volumi prepandemici, e in questa riscossa il mercato del centro sud ha molto da dire. Lo stesso Gonzalo Ceballos, direttore dell’Ente Spagnolo per il turismo a Roma ci tiene a sottolineare: “La presenza della Spagna nella BMT anno dopo anno è la prova di quanto la Spagna tiene al mercato centro-sud italiano. Prova di questa importanza è la straordinaria connettività aerea che collega una rete di 15 aeroporti del sud con il nostro paese, il ché rappresenta oltre 3 milioni di passeggeri provvenienti dalle regioni meridionali. È interessante ricordare come l’aeroporto di Napoli è posizionato nel 5º posto in Italia in quanto volume di passeggeri verso la Spagna. La nostra presenza qui consente di mantenere i rapporti con i nostri partners e sviluppare sempre di più un mercato pronto alla ricerca di nuove esperienze e prodotti turistici che la spagna è in grado di offrire”.
In questa edizione l’ente propone tante novità a cominciare sempre dal Centro Multimediale Interattivo (CMI) gestito dall’Ufficio Spagnolo del Turismo a Roma, nel cuore della città stessa. La storica sede, ubicata a Piazza di Spagna, si rinnova un’altra volta per accogliere l’anno giubilare di Caravaca de la Cruz 2024 in collaborazione con la Regione di Murcia. In programma, anche un ciclo di eventi, presenziali, online e ibridi, dedicati alla Regione di Murcia e all’anno giubilare di Caravaca de la Cruz. Inoltre l’attività di promozione delle destinazioni spagnole prosegue (più info su www.events.esperienzaspagna.it ) con la collaborazione di Tour Operator e compagnie aeree quali: Boscolo, Guiness Travel, Volotea, Palladium group, ecc. Nell’ambito della campagna “La Spagna dipingendo il mondo” organizzata dall’Ente a Roma, il Centro Multimediale Interattivo ospiterà un ciclo di eventi mirato a promuovere interessanti destinazioni spagnole attraverso rinomati artisti spagnoli. In occasione del cinquantesimo anniversario della morte dell’artista spagnolo Picasso, l’anno sarà dedicato alla celebrazione della sua opera e della sua eredità artistica, con un programma basato su 16 mostre in Spagna, in città strettamente legate all’artista.

illycaffè si conferma tra le aziende più etiche al mondo del 2023

illycaffè si conferma tra le aziende più etiche al mondo del 2023Milano, 14 mar. (askanews) – illycaffè è stata riconosciuta da Ethisphere come una delle aziende più etiche al mondo del 2023. E’ l’undicesimo anno consecutivo che illycaffè riceve questo riconoscimento ed è tutt’ora l’unica azienda italiana inserita nella lista delle 2023 World’s most ethical companies. Nel 2023, sono state premiate 135 aziende di 19 Paesi e 48 diversi settori.
“Siamo orgogliosi di essere presenti per l’undicesimo anno consecutivo, unica azienda italiana, nella lista delle società più etiche al mondo: un riconoscimento che premia il nostro impegno come azienda familiare che da 90 anni coltiva l’etica di impresa di generazione in generazione – ha affermato Andrea Illy, presidente di illycaffè – Un risultato raggiunto anche grazie alle capacità del management, che ha saputo tradurre questo impegno nella gestione quotidiana del business. illycaffè sta correndo a pieno ritmo verso la carbon neutrality nel 2033 attraverso l’agricoltura rigenerativa e l’economia circolare”.

Legalità, Gualtieri: Roma è tra città sicure, preoccupa spaccio

Legalità, Gualtieri: Roma è tra città sicure, preoccupa spaccioRoma, 14 mar. (askanews) – “Tutti i numeri ci dicono che Roma è tra le città più sicure del mondo. Il tasso di omicidi è tra i più bassi in Italia e in Europa. Credo sia percepito anche dai turisti. Non stiamo parlando di una emergenza sicurezza per i romani o per i turisti. Roma, però, è tra le più importanti piazze di spaccio e c’è una presenza significativa della criminalità organizzata”. Lo ha detto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri intervistato da Rainews24 sugli ultimi omicidi avvenuti nella capitale.
“È presto per parlare di guerra di mafia – ha sottolineato Gualtieri – non sembra questo il caso, ma gli ultimi episodi criminosi non possono non sollecitare allarme, e un impegno ancora maggiore per repressione di questi eventi, e di contrasto al traffico di stupefacenti che va rafforzata”.
“C’è una offerta ma anche una domanda di stupefacenti – ha sottolineato il sindaco – in parte a costo basso. Siamo in campo per la nostra parte, chiediamo il massimo supporto e attenzione allo Stato, alla magistratura e alle forze dell’ordine che già c’è”.

Autonomia, Calderoli a Pais: insularità tra criteri ispiratori

Autonomia, Calderoli a Pais: insularità tra criteri ispiratoriRoma, 14 mar. (askanews) – L’insularità è un tema che “proprio per il suo rilievo costituzionale, merita a mio giudizio un esplicito riferimento nel testo del disegno di legge”. Così il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, in una nota inviata al presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Michele Pais.
“Ritengo necessario recepire il suggerimento, formulato nel corso dell’incontro del 9 marzo scorso con la Conferenza dei presidenti dei Consigli Regionali, e promuovere una modifica del disegno di legge nel corso dell’esame parlamentare, in modo da includere il principio dell’insularità tra i criteri ispiratori dell’autonomia differenziata”, si legge nella nota a firma Calderoli che entro la fine del mese si recherà a Cagliari.
“Lo schema di disegno di legge fa espresso riferimento, ad esempio agli articoli 1 e 9, ad alcuni principi già presenti in Costituzione – quali la differenziazione, l’adeguatezza e la perquazione (sia ordinaria sia infrastrutturale) – che dovranno ispirare i singoli processi di attuazione dell’autonomia differenziata, sì da attagliare ciascuno di essi alle effettive esigenze dei rispettivi territori”, prosegue la nota.
“Tali principi sono in grado di ricomprendere anche il tema dell’insularità, che a sua volta costituisce una delle questioni maggiormente avvertite dalle istituzioni e dalla società della Sardegna, a maggior ragione dopo la modifica dell’art. 119 della Costituzione… in base alla quale la Repubblica riconosce la peculiarità delle isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svntaggi derivati dall’insularità”, sottolinea la nota.

Accordo grano: la Cina finora primo beneficiario, Italia quarta

Accordo grano: la Cina finora primo beneficiario, Italia quartaMilano, 14 mar. (askanews) – È la Cina con 5,2 milioni di tonnellate di prodotti agricoli tra grano, mais e olio di girasole, pari al 21,5% sul totale partito dai porti ucraini da agosto 2022, il Paese che ha più beneficiato del Black Sea grain initiative. È quanto afferma il Centro studi Divulga che ha elaborato i dati Onu delle rotte dei prodotti agricoli partiti dai porti di Chornomorsk (36,4% del totale), Yuzhny (35,8%) e Odessa (27,8%) in questi 240 giorni.
Complessivamente sono 24,2 milioni le tonnellate di prodotti agricoli partiti dai porti ucraini: quasi la metà è mais (49,3%) mentre il 27,2% è grano tenero, il 5,4% è farina di girasole, il 5,1% olio di girasole.
Spagna (4,1 milioni di tonnellate di prodotti pari al 17%) e Turchia (2,7 milioni di tonnellate di prodotti pari all’11,2%) si piazzano rispettivamente al secondo e terzo posto tra i Paesi che più hanno importato dall’Ucraina in questo periodo. L’Italia, invece, con 1,76 milioni di tonnellate (7,3%) è quarta in questa classifica, davanti a Olanda, Egitto, Israele e Bangladesh. In particolare, da agosto 2022, nel nostro Paese sono arrivate 1,2 milioni di tonnellate di mais, fondamentale per l’alimentazione animale, 377mila tonnellate di grano tenero, e quasi 90mila tonnellate di olio di girasole.
Un altro dato significativo, secondo le elaborazioni del Centro studi Divulga, è rappresentato dal fatto che quasi il 55% dei prodotti ha raggiunto i Paesi in via di sviluppo, come quelli del Nord Africa e dell’Asia, allentando il rischio di tensioni sui prezzi del pane che avrebbero potuto provocare instabilità in territori fortemente dipendenti dalle materie prime provenienti dalle aree coinvolti dal conflitto

Isole minori, Calderoli-Musumeci: presto ddl all’esame del Cdm

Isole minori, Calderoli-Musumeci: presto ddl all’esame del CdmRoma, 14 mar. (askanews) – “Il disegno di legge quadro per lo sviluppo delle isole minori è pronto per iniziare il proprio iter istituzionale. Il governo è intenzionato a portare a compimento un’iniziativa che purtroppo si è arenata nel corso della precedente legislatura, con uno sguardo rivolto ai cittadini delle isole marine, lagunari e lacustri. L’incontro di oggi, al quale ha partecipato anche il capo dipartimento della Protezione Civile Curcio, ha avuto esito positivo ed è stato utile per l’ultimo vaglio del testo del ddl quadro al termine dei lavori svolti presso gli Affari Regionali. Il nostro obiettivo è garantire norme e risorse che permettano tutela e sviluppo di questi specifici territori, attraverso il riconoscimento delle criticità naturali di queste aree ed il superamento dei divari geografici, infrastrutturali, amministrativi e dei servizi. Un lavoro molto importante che pone le sue basi nell’attenzione ai territori, mai venuta meno da parte dell’esecutivo e che rivendichiamo con orgoglio. Confidiamo di poter portare in tempi brevi il ddl quadro isole minori all’esame del Consiglio dei ministri”. Lo annunciano il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, ed il ministro per la Protezione civile e le Politiche del Mare, Nello Musumeci.