Meloni: Modi premier più amato, spero anche io stesso consensoNuova Delhi, 2 mar. (askanews) – “Il primo ministro Modi sa che può contare sulla collaborazione italiana a 360 gradi per la riuscita della prossima edizione del G20 e che può contare sull’Italia e sul nostro governo per rafforzare le nostre relazioni. Credo davvero che ci sia un grande lavoro che possiamo fare insieme e chissà che questo non mi porti a raggiungere le vette di consenso del primo ministro Modi che, come si sa, è il più amato al mondo. Non ho la presunzione di arrivare allo stesso obiettivo, ma sicuramente dimostra una grande capacità di leadership per la quale gli faccio le mie congratulazioni”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella dichiarazione al termine dell’incontro con il premier indiano Narendra Modi.
Ucraina, Meloni: spero ruolo centrale India in percorso negozialeNuova Delhi, 2 mar. (askanews) – “Il primo ministro Modi conosce perfettamente la posizione italiana a sostegno pieno della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina e credo che condividiamo entrambi l’auspicio che l’India possa in qualità di presidente del G20 svolgere un ruolo centrale nella facilitazione di un percorso negoziale verso una cessazione delle ostilità, verso una pace giusta”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella dichiarazione al termine dell’incontro con il premier indiano Narendra Modi. “Credo sia stato importante al G20 di Bali mantenere la comunità multilaterale unita su un documento e noi faremo tutto quello che possiamo fare per aiutare la presidenza indiana per fare passi ancora in avanti, per dimostrare ancora una volta la nostra amicizia”, ha aggiunto Meloni.
Modi: daremo nuova energia a relazioni Italia-IndiaRoma, 2 mar. (askanews) – Il premier indiano Narendra Modi ha ringraziato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni per “l’incontro costruttivo” avuto oggi a Nuova Delhi e ha ricordato la “tradizione centenaria e millenaria” delle relazioni tra Italia e India, relazioni a cui “daremo nuova energia, adeguata alle esigenze dei tempi contemporanei”, ha detto il premier indiano. “Per celebrare i 75 anni di relazioni bilaterali vogliamo creare un piano di azione che ci permetterà di far vedere le diversità in termini di industrie, scienza e tecnologia e dei consegumenti in altre aree”.
Guy Bourdin in Armani Silos: una distopia glamour e narrativaMilano, 2 mar. (askanews) – Una distopia glamour; un racconto per immagini che riesce a contenere in ogni scatto più domande narrative; una ricercata aura di mistero che scivola spesso nel noir. La mostra del fotografo francese Guy Bourdin negli spazi milanesi di Armani/Silos è una sorta di avventura in territori solo apparentemente noti, sia a livello di immaginario visivo, sia di codici della fotografia: situazioni e stili che sembrano riconoscibili al primo sguardo, ma che poi, avvicinandosi, rivelano una pluralità di elementi che innescano dubbi e disturbo, ma anche narrazione romanzesca. Non a caso la mostra si intitola “Storyteller”: ogni immagini contiene una sua letteratura potenziale (avrebbe potuto dire Italo Calvino) e intorno a queste diverse possibilità costruisce il secondo livello della propria forza. Il primo è ovviamente quello tecnico del medium: inquadrature, posa, colori saturi, elementi ricorrenti, come per esempio i manichini (che ci parlano, per esempio, del tema della moda, ma anche, per come li utilizza Bourdin, di qualcosa di sottilmente inquietante, di mondi alternativi che scivolano nei territori della fantascienza). Ci sono spesso le modelle, è vero, ma anche il modo in cui vengono ritratte ci parla di una contro-storia, nella quale le cose sono andate diversamente. E da qui sia aprono le porte della narrazione e dell’immaginazione. Le fotografie in mostra sono un centinaio, ventuno in bianco e nero, e si calano con grande efficacia negli spazi del Silos, complici anche un allestimento e un’illuminazione che funzionano alla perfezione. Molti i rimandi al cinema, in particolare ad Alfred Hitchcock, di cui Bourdin, nato nel 1928 e morto nel 1991 – mostra di avere appreso molto lucidamente la lezione di sguardo su ciò che siamo soliti chiamare normalità, ma che nei film del regista così come negli scatti del fotografo si rivela essere solo una patina che non riesce più a nascondere il mistero e l’inquietante. Viene anche da pensare, per certi aspetti, all’idea del “perturbante” di Freud, magari aggiornato con la lezione più contemporanea di Mark Fisher sui concetti di strano (“weird”) e inquietante (“eerie”). Tutte sensazioni che tornano nelle fotografie di Guy Bourdin e che lasciano allo spettatore la convinzione di avere visto molto, ma forse ciò che non si è visto è ancora di più. Il principio della narrazione insomma, quel mistero che anima il desiderio di racconti. Che a loro volta ci portano a ricordare che l’arte – se mai dovesse fare qualcosa, il che non è detto – fa proprio questo: stimola le domande e lascia che sia lo spettatore a cercare delle risposte. Molto semplice, forse banale pure: ma è il punto da cui tutto ha inizio. “Questa mostra – ha detto Giorgio Armani – conferma la mia volontà di fare di Armani/Silos un centro di cultura fotografica contemporanea, includendo ciò che è prossimo al mondo Armani, ma anche ciò che ne è lontano. A prima vista, Guy Bourdin non è un autore a me vicino: il suo era un linguaggio netto, grafico, forte. Nella sua opera quel che si percepisce subito, in superficie, è la provocazione, ma quello che mi colpisce, e che ho voluto mettere in risalto, sono piuttosto la sua libertà creativa, la sua capacità narrativa e il suo grande amore per il cinema. Bourdin non seguiva la corrente e non scendeva a compromessi: un tratto nel quale mi riconosco io stesso, credo non ci sia un altro modo per lasciare un segno nell’immaginario collettivo”. La mostra nello spazio di via Bergognone è aperta al pubblico fino al 31 agosto. (Leonardo Merlini)
Covid, familiari vittime: si riscrive storia strage bergamascaMilano, 2 mar. (askanews) – “Da oggi si riscrive la storia della strage bergamasca e Lombarda, la storia delle nostre famiglie, delle responsabilità che hanno portato alle nostre perdite. La storia di un’Italia che ha dimenticato quanto accaduto nella primavera 2020, non a causa del Covid19, ma per delle precise decisioni o mancate decisioni”. Il direttivo dell’associazione dei familiari delle vittime Covid19 #Sereniesempreuniti commenta così la chiusura delle indagini della Procura di Bergamo che nella maxi inchiesta sul Covid-19 ha rinviato a giudizio circa 20 persone tra cui l’ex premier Giuseppe Conte e l’ex Ministro della Salute Roberto Speranza. Con loro il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e l’ex assessore al Welfare Giulio Gallera e alcuni membri del Cts e altri dirigenti. Dopo 3 anni di indagini, si legge in un comunicato, il Procuratore aggiunto titolare del fascicolo, dottoressa Maria Cristina Rota, insieme al suo team di magistrati, ha individuato delle responsabilità precise nella gestione della primissima fase della pandemia che coinvolgono il settore politico/istituzionale. Responsabilità che riguardano due fatti evidenziati da subito dai familiari con gli esposti presentati in Procura: la mancata zona rossa della bassa Valle Seriana e la mancata attivazione del piano pandemico nazionale mai aggiornato dal 2006. “Da sempre ci siamo battuti per la verità per i nostri cari – continuano gli esponenti del direttivo dell’associazione – nonostante l’omertà che ha sempre contraddistinto questa storia. Siamo andati avanti senza mai scoraggiarci nel percorso di memoria e di giustizia, confidando nella magistratura. Questa decisione non ci restituisce i nostri cari e non cancella le lacrime che abbiamo versato, ma onora la memoria di chi ha pagato in prima persona. A noi che restiamo dà la forza per continuare a combattere con ancora più determinazione le nostre battaglie: quelle della memoria e della difesa della dignità della vita e della morte, perché il sacrificio dei nostri cari non sia vano e mai più una pandemia o una qualsivoglia emergenza ci trovi così impreparati”.
Dialogo Ue-Tanzania, amb. Lombardi: insieme per blue economyRoma, 2 mar. (askanews) – L’ambasciatore di Italia in Tanzania Marco Lombardi ha partecipato, in qualità di membro della Delegazione europea, il 27 febbraio scorso, alla riunione del Dialogo Politico tra UE e Tanzania. La Delegazione europea era guidata dall’Ambasciatore Ue Manfredo Fanti, mentre quella della Tanzania dalla ministra degli Affari Esteri, Professoressa Stergomena Tax. La riunione si è conclusa con un comunicato congiunto in cui si sottolinea che il “dialogo si è svolto in un’atmosfera cordiale e ha affrontato questioni di reciproco interesse, tra cui: diritti umani e democrazia, commercio e investimenti tra la Tanzania e l’Ue, l’accordo di partenariato economico, la strategia dell’ingresso globale dell’Ue, questioni di sicurezza regionale e globale”. “Le parti hanno convenuto di intensificare il dialogo sull’individuazione dei progetti da realizzare nell’ambito di Global Gateway, anche attraverso i Corridoi Strategici previsti” e, “onsiderando l’elevato volume di cooperazione in materia di energia” tra Ue e la Tanzania “e la sua importanza strategica, le parti hanno convenuto di istituire un dialogo sulla cooperazione energetica”, recita la dichiarazione. Ue e Tanzania hanno ribadito “la necessità di continuare a promuovere la democrazia, lo stato di diritto, i diritti fondamentali e ad affrontare le sfide comuni, come i cambiamenti ambientali e climatici e la perdita di biodiversità, al fine di conseguire uno sviluppo sostenibile” e “hanno convenuto di intensificare le consultazioni e la cooperazione sulle questioni di sicurezza marittima” e sull’ “importante ruolo dell’economia blu per lo sviluppo e la crescita dell’economia”. La precedente sessione si era tenuta il 29 ottobre 2021 dopo un’interruzione di quattro anni nell’esercizio in parola. Nel corso della riunione, si è discusso di rispetto dei diritti umani, sviluppo democratico, economic partnership agreement, riciclaggio di denaro, SADC, EAC, Cabo Delgado, Regione di grandi Laghi, aggressione russa all’Ucraina, riforma delle Nazioni Uniti, sicurezza marittima, blue economy e climate change. Lombardi è intervenuto sulla blue economy, facendo presente l’interesse italiano, anche alla luce dello stanziamento UE di 110 milioni di euro, ad avere un ruolo propulsore nello sviluppo sostenibile delle coste della Tanzania. Ha sottolineato che l’Italia, grazie al suo settore privato che ha investito a Zanzibar, negli ultimi venti anni, più di due miliardi di dollari, ha le capacità per contribuire in maniera efficace allo sviluppo sostenibile di sistemi di energie rinnovabili, di progetti di acquacultura ed eco-turismo.
Scontro treni, premier Grecia: è stato un tragico errore umano
“Incidente orribile, senza precedenti nel Paese”. Almeno 43 morti
Roma, 2 mar. (askanews) – In un discorso televisivo dopo il suo ritorno dal luogo dell’incidente ferroviario che ha causato almeno 43 morti, il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis ha affermato che la collisione è stata “principalmente” dovuta “a un tragico errore umano”. “Decine di nostri concittadini, la maggior parte giovani, hanno perso la vita, in un orribile incidente ferroviario, senza precedenti nel nostro Paese”, ha affermato aggiungendo che la decisione di dimettersi del ministro dei Trasporti è stata onorevole. Anche i capi dell’Organizzazione delle ferrovie elleniche (OSE) e della sua controllata ERGOSE hanno presentato le loro dimissioni. Il capostazione locale di Larissa è stato accusato di omicidio colposo e arrestato. Le squadre di soccorso continuano a cercare i sopravvissuti.
Dl Sisma, ok dal Senato. Castelli, di grande rilievo per ricostruzioneRoma, 1 mar. (askanews) – Il Senato ha approvato il Decreto Sisma. “Dopo settimane di duro lavoro, portato avanti con l’impegno di tutti abbiamo approvato una norma di grande rilievo per la ricostruzione”. Ad annunciarlo il Commissario Sisma 2016 Guido Castelli a conclusione della seduta di oggi amPalazzo Madama, che ha visto l’approvazione del Dl dedicato alla ricostruzione nelle aree colpite dal terremoto. “Un sincero ringraziamento – aggiunge Castelli – al sottosegretario Pina Castiello per lo scrupolo con cui ha seguito i lavori e al collega Etel Sigismondi, infaticabile ed encomiabile relatore di maggioranza. Semplificazione, scuole per i nostri bambini e certezze per quanti lavorano nei comuni sul sisma. Andiamo avanti”.
Pd, la “prima” di Schlein: battaglia su Piantedosi e studentiRoma, 1 mar. (askanews) – Elly Schlein comincia dai migranti e dall’antifascismo, la neosegretaria Pd sceglie due temi sui quali nel partito non ci sono divisioni come primi atti ufficiali da leader. Tenere insieme le varie anime è sicuramente una sua priorità, come ha detto anche subito dopo la sua elezione domenica sera, come anche l’impegno ad avere una linea “chiara e riconoscibile”, e sia le parole del ministro Piantedosi, sia il pestaggio degli studenti di Firenze si inquadrano perfettamente in questo schema. Schlein attacca il ministro in audizione in commissione alla Camera, chiedendone le dimissioni e definendo “indegne” le sue parole sul naufragio. Domani, poi, andrà a Crotone dove sarà presente anche il capo dello Stato Sergio Mattarella. Sull’Ucraina, invece, ci pensa Marco Furfaro, possibile vice-segretario, a mandare segnali rassicuranti alla minoranza: “Non cambierà niente”, dice a Repubblica. Nessuno stop all’invio di armi, semplicemente si ribadirà con ancora più forza che “serve un’incessante iniziativa diplomatica dell’Europa”. Una linea che non lascia presagire “strappi” o rivoluzioni anche perché – come dice uno dei parlamentari vicini a Schlein – “comunque abbiamo vinto, ma non stravinto… Loro hanno pur sempre il 46%”. Giusto quindi caratterizzare subito il partito su battaglie importanti, dando anche immediatamente il senso di una ritrovata combattività che potrebbe portare persino ad una mozione di sfiducia contro Piantedosi, ma avendo l’accortezza di coinvolgere tutto il Pd, possibilmente anche negli organismi dirigenti. Più che una gestione unitaria – che non piace a molti sia in minoranza che in maggioranza – il punto sembra essere Bonaccini: anche tra i sostenitori di Schlein diversi pensano che sia opportuno offrire proprio a lui la presidenza dell’assemblea Pd. Come è ancora da definire il discorso sui capigruppo: se la candidatura di Francesco Boccia per il Senato continua ad essere molto forte, il discorso alla Camera pare ancora molto aperto e non è da escludere nemmeno una conferma di Debora Serracchiani. Di questo però Schlein non ha ancora parlato direttamente con Bonaccini. La segretaria, spiega un parlamentare, “ha detto che lo sentirà a breve, forse si incontreranno di persona”. Sarà lì che le carte verranno messe sul tavolo. Il problema è che non tutti sono d’accordo sull’opportunità di affidare un ruolo proprio al presidente dell’Emilia Romagna, qualcuno nella minoranza teme che alla fine si possa scegliere di affidare a Dario Nardella la presidenza dell’assemblea, “ma per tanti di noi non avrebbe senso”, commenta un parlamentare di area Bonaccini. Del resto, anche tra i parlamentari fedelissimi alla neo-segretaria più d’uno ammette: “E’ Bonaccini che ha preso il 46%, non qualcuno dei suoi. E’ più logico affidare a lui un ruolo”. Se ne parlerà ancora, appunto, nei prossimi giorni. C’è tempo fino al 12 marzo – giorno dell’assemblea Pd – per trovare una quadra. Nel frattempo Schlein, a Firenze, sarà in piazza accanto a Giuseppe Conte. Un’immagine che dice molto di come sono destinati a cambiare i rapporti con M5s. Finito il “grande freddo” che era calato con la rottura tra il leader 5 stelle ed Enrico Letta, il Pd di Schlein adesso sarà più spesso sullo stesso terreno del Movimento, in attesa di capire come Conte intenderà rapportarsi con il nuovo corso dei democratici. Fino a domenica l’ex premier pensava di poter sfruttare praterie con la vittoria di Bonaccini. Ora deve ricalibrare la propria strategia e decidere se lavorare ad una ricucitura e ad una convivenza con il Pd di Schlein – che potrebbe rosicchiargli voti – o se insistere nella competizione, spostandosi sempre più a sinistra, dove la neo-segretaria farebbe fatica a seguirlo a meno di non spaccare il partito.
Pubblicati risultati scientifici missione per deviare asteroideRoma, 1 mar. (askanews) – Deviare la traiettoria di un asteroide in rotta di collisione con la Terra, mediante un impatto controllato a massima velocità con una sonda spaziale. È stata questa la sfida della missione DART (Double Asteroid Redirection Test) della NASA conclusa con successo il 26 settembre 2022, nella quale il Politecnico ha avuto un coinvolgimento diretto come parte del team scientifico. I primi risultati scientifici sulla missione DART sono stati pubblicati sull’autorevole rivista Nature all’interno di tre articoli, di cui il ricercatore Fabio Ferrari del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali del Politecnico di Milano è co-autore. L’articolo “Successful Kinetic Impact into an Asteroid for Planetary Defense”, descrive la riuscita del test di tecnologia di impatto cinetico sull’asteroide Dimorphos. La missione DART è stata la prima a testare questa tecnologia a piena scala, dimostrando che è una tecnica efficace per la difesa planetaria, contro eventuali minacce asteroidali. Nello studio “Ejecta from the DART-produced active asteroid Dimorphos”, vengono descritte le osservazioni effettuate con il telescopio spaziale Hubble sul materiale espulso dall’impatto di DART con l’asteroide Dimorphos. Le osservazioni hanno mostrato una complessa morfologia del materiale espulso, condizionata dall’interazione gravitazionale tra l’asteroide e la polvere sotto l’influenza della pressione della radiazione solare. Infine, la dimostrazione dell’efficacia dell’impatto cinetico di un satellite nell’evitare una potenziale collisione con la Terra è riportata in “Momentum Transfer from the DART Mission Kinetic Impact on Asteroid Dimorphos” di cui è coautrice anche la professoressa di Meccanica del Volo del Politecnico Michèle Lavagna. Nell’articolo viene quantificato l’effetto di deflessione prodotto dall’impatto ad alta velocità sull’orbita del sistema binario Didymos, mostrando come l’espulsione dei frammenti generati a seguito dell’impatto abbia contribuito ad aumentare l’efficienza dello scambio di energia tra la sonda e l’asteroide. “DART rappresenta un momento storico per l’esplorazione spaziale: non è solo il primo test di difesa planetaria, ma è anche la prima volta in cui visitiamo un asteroide binario (un sistema dove due asteroidi orbitano attorno ad un centro di gravità comune) e in cui abbiamo la possibilità di osservare come un asteroide possa reagire ad una sollecitazione esterna – spiega Fabio Ferrari, coautore degli studi scientifici su DART. Questo ci ha permesso, e ci permetterà ancora nei prossimi mesi, di studiare la struttura e la storia evolutiva di questi corpi celesti, così vicini a noi ma ancora così poco conosciuti. Il Politecnico di Milano fa parte del team scientifico della missione DART e ha contribuito allo studio degli aspetti legati alla dinamica evolutiva del sistema binario Didymos. Questi riguardano il moto e la stabilità del sistema binario, nonché la struttura interna dei due asteroidi Didymos e Dimorphos. Il Politecnico ha avuto anche un ruolo decisivo nella caratterizzazione del moto dei frammenti espulsi a seguito dell’impatto, e della loro morfologia osservata tramite telescopi orbitali e da Terra.” “È la prima volta che si tenta di deviare un corpo celeste dal suo percorso orbitale naturale in modo percettibile e significativo e di misurarne l’efficacia – aggiunge Michèle Lavagna. Ed è soprattutto la prima volta che, ad assistere all’impatto, ci sia un satellite di taglia estremamente piccola, LICIACube, prima sonda Europea a viaggiare nello spazio profondo. Il suo ruolo è stato fondamentale nell’acquisire immagini durante e dopo l’impatto di DART: immagini che hanno contribuito alla comprensione della composizione e della struttura di Dimorphos e della dinamica del sistema binario asteroideo, avendo registrato la sequenza di formazione dei frammenti post impatto e la loro espansione nello spazio circostante nei minuti a seguire lo scontro di DART. Il Politecnico di Milano, insieme all’Istituto nazionale di astrofisica (INAF), ha contribuito alla progettazione e alla guida di questo piccolo satellite scientifico ed è fattivamente coinvolto nelle attività scientifiche correlate all’analisi delle immagini acquisite per ricostruire l’evoluzione del moto dei frammenti generatisi”.