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Autore: Redazione StudioNews

Cicutto: Biennale Architettura in risposta a bisogni dell’umanità

Cicutto: Biennale Architettura in risposta a bisogni dell’umanitàVenezia, 21 feb. (askanews) – “Negli ultimi anni l’architettura si è affermata come la disciplina che più di altre può e deve dare delle risposte ai bisogni dell’umanità. Quasi alla pari della ricerca scientifica nel campo della medicina, anche all’architettura si chiedono risposte immediate a imperativi urgenti per la sopravvivenza della terra e dei generi che la abitano. Gli anni del Covid lo hanno confermato in modo inequivocabile”. Lo ha detto il presidente della Biennale di Venezia, Roberto Cicutto, presentando la 18esima edizione della Biennale dei Architettura, curata dall’architetto ghanese-scozzese Lesley Lokko.
“La Biennale di Venezia, con gli oltre sei mesi dedicati alla più grande Mostra Internazionale di Architettura del mondo – ha aggiunto il presidente – diventa luogo di osservazione globale toccando con un occhio al futuro tutti i problemi del presente. Non a caso la curatrice Lesley Lokko ha chiamato questa sua edizione The Laboratory of the Future”.
“La Mostra fino a poco tempo fa era vissuta come la rappresentazione del nuovo, del bello e dello sviluppo tecnologico nella scienza della costruzione. Oggi le aspettative e le responsabilità che vengono attribuite a chi si occupa di architettura sono altissime – ha detto ancora Cicutto – e rendono la professione dell’architetto sempre più complessa e concentrata su temi fortemente concreti e rivolti alla realtà che ci circonda, anche se ciò non vuol dire rinunciare alla ricerca estetica. Forse per questo la curatrice ama definire i partecipanti come practitioners, trovando il termine ‘architetto’ riduttivo. E practitioners rende da subito l’idea di un agire concreto e necessario, senza privilegiare canoni estetici o già sperimentati. Le ultime Biennali di Architettura hanno fatto della consapevolezza dei temi improrogabili del mondo il loro centro di gravità: l’edizione di Lesley Lokko si arricchisce per questo di un’attività inedita di college (così come precedentemente hanno fatto tutte le altre arti della Biennale). È un passo importante: il College Architettura non sarà una palestra in cui giovani donne e uomini, laureandi o professionisti all’inizio della loro carriera mostreranno progetti o manufatti architettonici, sarà altresì un vero e proprio campus, che sotto la responsabilità della curatrice e dei tutor da lei scelti aiuterà i partecipanti e noi tutti a comprendere i doveri dell’architettura contemporanea e soprattutto il modo di trasmetterli.
“Un laboratorio del futuro – ha concluso il presidente – non può prescindere da un punto di partenza preciso, da una o più ipotesi in cerca di verifica. Lesley Lokko parte dal suo continente di origine, l’Africa, per raccontarne tutte le criticità storiche, economiche, climatiche e politiche e per dire a tutti “a noi è già successo molto di quanto sta accadendo al resto del mondo. Confrontiamoci per capire dove si è sbagliato finora e come va affrontato il futuro”. È un punto di partenza che invoca l’ascolto di fasce di umanità lasciate fuori dal dibattito, e apre a una molteplicità di lingue zittite per molto tempo da quella che si considerava dominante di diritto in un confronto vitale e improcrastinabile. Io credo che questo sia il vero compito della Biennale di Venezia come istituzione, e non solo per quanto riguarda l’Architettura. Da qui dobbiamo partire per cogliere l’occasione che ci consenta di fare un salto di qualità anche nell’approccio verso tutte le altre discipline”.

Cina rilancia la sua iniziativa “per la sicurezza globale”

Cina rilancia la sua iniziativa “per la sicurezza globale”Roma, 21 feb. (askanews) – La Cina si propone come broker della sicurezza globale, rilanciando la sua Iniziativa per una sicurezza globale (Global Security Initiative), a partire dalla crisi ucraina. Il ministro degli Esteri di Pechino, Qin Gang, ha presentato oggi a Pechino un “concept paper”, dopo che l’alto diplomatico Wang Yi – capo della Commissione centrale esteri del Partito comunista cinese e membro del Politburo – ha annunciato nella Conferenza sulla sicurezza di Monaco un impegno per favorire una soluzione di pace in Ucraina. C’è, in questo senso, attesa per un discorso che terrà il presidente Xi Jinping il 24 febbraio, anniversario dell’invasione russa.
Il Global Times, una voce ufficiale del Partito comunista cinese, ha definito la Gsi come un’iniziativa “che si pone l’obiettivo di eliminare le cause alla base dei conflitti internazionale e per migliorare la sicurezza globale”. E ha messo in particolare evidenza un concetto: “Una guerra nucleare non deve essere mai combattuta”.
Qin Gang, presendando l’iniziativa, l’ha definita “aperta e inclusiva” e ha promesso “sostegno” a ogni paese che voglia “unirvisi e voglia sinceramnete salvaguardare la pace”.
Per quanto riguarda il conflitto ucraino, ha detto ancora Qin, la Cina “continuerà a promuovere i colloqui di pace, a fornire la saggezza cinese per una soluzione politica e a lavorare con la comunità internazionale per promuovere il dialogo e la consultazione in modo da gestire le preoccupazioni di tutte le partie cercare la comune sicurezza”. Contestualmente, ha detto ancora il ministro, “noi inviato tutte le parti coinvolte a smetterla immediatamente di aggiungere combustibile al fuoco, smetterla di spostare le accuse sulla Cina e di estremizzare il discorso sull’Ucraina oggi, e su Taiwan domani”.
Si tratta, quest’ultimo, di un auspicio. Ieri il presidente Usa Joe Biden ha visitato Kiev promettendo ulteriore aiuto militare al presidente ucraino Volodymyr Zelensky contro la Russia, mentre nei giorni precedenti la vicepresidente Kamala Harris aveva accusato Mosca di crimini contro l’umanità e il segretario di Stato Usa Antony Blinken la Cina di star valutando forniture di armi letali alla Russia. Quest’ultima accusa è stata reiterata oggi anche dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.
Wang Yi, dal canto suo, a Mosca ha iniziato un tour molto ampio di consultazione dal segretario del Consiglio di sicurezza russo Nikolai Patrushev, uomo chiave delle relazioni russo-cinesi, che ha garantito sostegno a Pechino per alcuni dossier che stanno a cuore a Xi: Taiwan, Xinjiang, Hong Kong e Tibet. L’alto diplomatico cinese dovrebbe incontrare anche il ministro degli Esteri Sergey Lavrov e forse il presidente Vladimir Putin, il quale ha oggi ha annunciato la sospensione del Trattato Start contro la proliferazione delle armi strategiche offensive. Un vento, insomma, che spira al contrario rispetto agli auspici dell’iniziativa cinese.
Xi ha tenuto finora una posizione defilata nello scenario ucraino. Da un lato non ha condannato l’invasione russa, dall’altro non ha riconosciuto le annessioni di Mosca. Qin ha definito questa posizione “oggettiva e imparziale, basatoa sul merito della questione”.
Nel documento presentato oggi da Qin, e riassunto dal Global Times, Pechino sostiene il suo sostegno a una struttura di gestione della sicurezza globale incentrata sulle Nazioni unite. Inoltre si chieder che i principali paesi del mondo s’impegnino a respingere politiche egeminiche e all’intimidazione, in modo che si possa costruire una coesistenza pacifica.
Tra i concetti chiave proposti dall’iniziativa cinese, c’è quello di una governance complessiva e cooperativa che rispetti la sovranità e l’integrità di tutti i paesi, aderendo ai principi chiave della Carta Onu. Nello stesso tempo, oprenda sul serio le preoccupazioni di sicurezza di tutti paesi. Si tratta di parole che riecheggiano la posizione assunta da Xi lo scorso anno in merito alla questione ucraina.
Inoltre l’iniziartiva chiede che i paesi si impegnino alla soluziomne pacifica delle dispute attraverso dialogo e consultazione, mantenendo un approccio pacifico sia negli ambiti tradizionali della sicurezza, sia in quelli non tradizionali.
Il ministro ha inoltre annunciato che Pechino organizzerà eventi ad alto livello per promuovere questa visione della sicurezza.
La GSI è stata annunciata per la prima volta ad aprile 2022 da Xi Jinping. La presentazione del concept paper è “un passo importante”, ha spiegato il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino Wang Wenbin, che “testimonia della sincerità e della disponibilità della Cina a stare insieme e cercare assistenza reciproca con altri paesi e il suo impegno a sostenere la stabilità globale e promuovere la sicurezza comune come un grande paese responsabile”.
Il documento – ha detto ancora il portavoce – “individua anche piattaforme e meccanismi di cooperazione. Finora, più di 80 paesi e organizzazioni regionali hanno elogiato ed espresso sostegno al GSI. Siamo convinti che con la pubblicazione del concept paper, sempre più paesi e organizzazioni si uniranno allo sforzo di implementare l’iniziativa e formare una maggiore sinergia nel consenso internazionale e nell’azione per trasformarla in realtà”.

Covid, Ricciardi: fare tesoro dell’esperienza. Ci saranno nuove emergenze

Covid, Ricciardi: fare tesoro dell’esperienza. Ci saranno nuove emergenzeRoma, 21 feb. (askanews) – Anni complessi, questi del Covid, e difficili per le decisioni spesso non comprese dalla politica. Ma anche anni che hanno visto l’Italia fare da apripista per altri Paesi. Ed ora il Paese è più pronto, per affrontare nuove emergenze, se e quando ci saranno. A tracciare un bilancio a tre anni dall’identificazione del paziente zero di Codogno di Covid-19 è Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, consigliere scientifico del Ministro della Salute Speranza durante l’emergenza Covid-19.
“Sono stati anni difficili – racconta ad askanews – soprattutto i primi mesi molto difficili, da parte nostra – gli scienziati – per far capire alla politica che bisognava agire con decisione, anche con decisioni inaudite, come il lockdown. Ma sono stati anni anche di grande soddisfazione, perché nel nostro Paese i governi hanno seguito l’evidenza scientifica, a volte un po’ lentamente ma l’hanno sempre fatto. Questo ha differenziato il compito dell’Italia rispetto ad esempio agli Stati Uniti di Trump, al Brasile di Bolsonaro, o alla Gran Bretagna di Johnson. Siamo stati gli apripista e quasi tutti ci hanno seguito”.
“Siamo sicuramente più pronti – assicura Ricciardi -. L’esperienza ci ha insegnato molto. È chiaro che quello che sta succedendo è un po’ il dimenticarsi e il cercare di ritornare alla normalità, che è una cosa naturale. L’errore che non va fatto è dimenticarsi completamente delle lezioni apprese. Ma molto abbiamo appreso, dal punto di vista organizzativo, gestionale, scientifico, tecnologico, sicuramente c’è stato un passaggio importante che non va dimenticato”.
“Quello che è importante ricordare – è l’appello – è che se tutto questo oggi è possibile, cioè fare una vita normale, è per i vaccini e le vaccinazioni. Queste sono state le tecnologie che ci hanno salvato e ci stanno consentendo di tornare alla normalità. Ma non dobbiamo dormire sugli allori. Ci sono molti milioni di italiani che non sono di fatto oggi protetti e sono dunque esposti nel momento in cui ci sia una nuova ondata pandemica a conseguenze più gravi. L’invito è vaccinarsi, vaccinarsi, non accontentarsi della vaccinazione di partenza, ma andare anche sulla quarta o quinta dose per i soggetti più fragili”.
L’esperienza del Covid, sottolinea il professore, “ci ha insegnato che non dovremmo trascurare il servizio sanitario nazionale, non dovremmo trascurare gli investimenti nel personale, nelle attrezzature, nei vaccini, nei farmaci. Perché quando lo facciamo ci troviamo sprovvisti di protezione nel momento in cui ci sarà, e purtroppo ci sarà, una nuova emergenza”.
“E’ una certezza che ci saranno nuove emergenze – aggiunge – perché le condizioni in cui viviamo – l’affollamento, il cambiamento climatico, i viaggi, la mancanza di protezione vaccinale di molte persone – ci inducono a pensare che prima o poi questo si verificherà di nuovo. È dunque importante farsi trovare preparati. Sicuramente abbiamo imparato molto ma non dobbiamo dimenticare: la lezione principale è che dobbiamo avere la memoria forte”.
Di Serena Sartini

Dl Carburanti, ok Camera.Obbligo cartelli prezzi, multe più leggere

Dl Carburanti, ok Camera.Obbligo cartelli prezzi, multe più leggereRoma, 21 feb. (askanews) – Resta l’obbligo per i distributori di carburanti di esporre il prezzo medio regionale sulla reta non autostradale e il prezzo medio nazionale sulle autostrade, ma le multe per chi non lo rispetta sono attenuate. Creazione di un’app specifica da parte del Ministero delle imprese e del made in Italy per consentire ai consumatori la consultazione dal telefonino dei prezzi medi, regionali o nazionali, e dei prezzi praticati dai singoli esercenti. Accisa agevolata sul gasolio utilizzato dai bus turistici della categoria Euro VI.
Queste le principali novità introdotte nel corso dell’iter alla Camera nel decreto legge sulla trasparenza dei prezzi dei carburanti. Dopo il voto di fiducia espresso ieri, il decreto è stato approvato oggi in Aula con 155 voti a favore, 103 contrari e 3 astenuti, passa ora all’esame del Senato e deve essere convertito entro il 15 marzo.
Confermati il meccanismo di calo delle accise sui carburanti in corrispondenza di un maggior gettito Iva derivante dall’aumento del prezzo del greggio, il bonus trasporti fino a 60 euro per l’acquisto di abbonamenti ai mezzi pubblici per le persone più fragili (con reddito non superiore a 20.000 euro), l’esenzione dal computo del reddito imponibile del lavoratore dei buoni benzina erogati dai datori di lavoro privato per l’anno 2023, nel limite di 200 euro ciascuno.
Nello specifico, per quanto riguarda l’obbligo di esposizione dei prezzi medi, regionali e nazionale, il decreto prevede che le medie siano calcolate dal Ministero delle imprese sulla base delle comunicazioni ricevute da tutti gli esercenti. Con un decreto dello stesso Ministero verranno indicate le caratteristiche e le modalità di esposizione della cartellonistica sui prezzi.
La Camera ha modificato il decreto nella parte delle sanzioni, attenuandole. Si prevede l’applicazione di una sanzione da 200 a 2.000 euro, anziché da 500 a 6.000 euro, in caso di violazione degli obblighi di indicazione del prezzo medio e dell’obbligo di comunicazione dei prezzi. La sospensione dell’attività da uno a trenta giorni ora è prevista solo nel caso che la violazione degli obblighi di comunicazione sia reiterata per almeno quattro volte consecutive nell’arco di 60 giorni e non è prevista in caso di violazione reiterata dell’obbligo di esposizione del prezzo medio.
Il decreto infine rafforza le attività del Garante della sorveglianza prezzi, prevedendo il raccordo e il coordinamento con organismi territoriali, quali gli uffici regionali dei prezzi, e una più fattiva collaborazione con l’Istat per l’utilizzo dei dati rilevati dall’istituto di statistica.

Green Film, il protocollo trentino rende sostenibile il cinema

Green Film, il protocollo trentino rende sostenibile il cinemaMilano, 21 feb. (askanews) – Sono stati divulgati a Berlino, nel contesto dello European Film Market, i primi risultati del Green Film Research Lab, il progetto di studio e ricerca triennale finanziato tra i progetti speciali del MiC nel 2021 e supportato dalla collaborazione di CineRegio, Anica e APPA. Il Green Film Research Lab è volto a ottenere informazioni utili per una corretta ed efficace connessione tra audiovisivo e ambiente, in grado di proporre soluzioni e fornire strumenti che permettano una crescita della cultura della sostenibilità all’interno delle competenze cinematografiche.
Alla base del progetto ci sono il disciplinare e la certificazione GREEN FILM, progetto sviluppato nel 2016 da Trentino Film Commission, area di Trentino Sviluppo Spa, per incentivare le produzioni ecosostenibili, che ha assunto una dimensione internazionale grazie ad una rete di Film Commission e fondi regionali e nazionali europei che hanno deciso di utilizzarlo. Questa ricerca vuole porsi come punto di partenza per le industrie cinematografiche che oggi sono chiamate a dare il proprio contributo per sostenere la lotta ai cambiamenti climatici.
I risultati ottenuti provengono dalla comparazione tra i dati raccolti su alcune produzioni che hanno ottenuto la certificazione Green Film nell’arco del biennio 2021-22 e i dati raccolti su alcune produzioni girate in modo tradizionale , in modo da valutare qual è l’impatto ambientale ed economico dell’applicazione del disciplinare. L’analisi comparativa è stata portata avanti dall’azienda Punto3 in collaborazione con APPA Trento, e con la revisione critica di ARPAE Emilia-Romagna per garantire la scientificità dell’approccio.
Gli aspetti fondamentali emersi da questo studio sono due: il primo è la conferma che l’applicazione di ciascuno dei criteri del disciplinare GREEN FILM permette di ridurre gli impatti ambientali in termini di emissioni climalteranti; l secondo è il fatto che l’applicazione del disciplinare comporta il più delle volte anche un risparmio economico. Dal punto di vista delle emissioni climalteranti, rispetto a tutti gli ambiti presi in considerazione dal disciplinare, i due che impattano maggiormente in termini assoluti sono quelli relativi agli alloggi e ai trasporti.
Le azioni specifiche che riducono notevolmente l’impatto in termini di emissioni climalteranti sono: l’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili che comporta un risparmio del 96% di emissioni di CO2 rispetto all’utilizzo di energia proveniente da combustibili fossili; l’approvvigionamento di acqua dalla rete idrica, che comporta un risparmio del 93% di emissioni di CO2 rispetto all’utilizzo di bottiglie di plastica usa e getta; l’eliminazione delle comunicazioni in formato cartaceo che comporta un risparmio di emissioni di CO2 del 75%; la raccolta differenziata dei rifiuti che comporta un risparmio di emissioni di CO2 dell’85%.
Dal punto di vista economico è stato evidenziato che l’applicazione del disciplinare Green Film sui set è un vantaggio anche a livello produttivo, in quanto non implica necessariamente un costo maggiore che i produttori devono sostenere ma, anzi, costituisce spesso un risparmio: Con riferimento agli stessi criteri, emerge che la loro applicazione costa: utilizzo di energia da fonti rinnovabili 2 % in più; utilizzo di acqua potabile (non in bottiglie di plastica) 45 % in meno; non utilizzo di comunicazioni in formato cartaceo 100 % in meno; raccolta differenziata 54% in meno. GREEN FILM è stato già scelto a livello europeo dall’associazione Cine Regio come standard di riferimento per la certificazione delle produzioni sostenibili e diversi Fondi europei si stanno impegnando per adottarlo.

Covid, Ricciardi: non trascurare Ssn, nuove emergenze arriveranno

Covid, Ricciardi: non trascurare Ssn, nuove emergenze arriverannoRoma, 21 feb. (askanews) – L’esperienza del Covid, a tre anni dall’identificazione del paziente zero di Codogno, “ci ha insegnato che non dovremmo trascurare il servizio sanitario nazionale, non dovremmo trascurare gli investimenti nel personale, nelle attrezzature, nei vaccini, nei farmaci. Perché quando lo facciamo ci troviamo sprovvisti di protezione nel momento in cui, e purtroppo ci sarà, ci sarà una nuova emergenza”. Lo dice ad askanews Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, consigliere scientifico del Ministro della Salute Speranza durante l’emergenza Covid-19.
“E’ una certezza che ci saranno nuove emergenze – aggiunge Ricciardi – perché nelle condizioni in cui viviamo – l’affollamento, il cambiamento climatico, i viaggi, la mancanza di protezione vaccinale di molte persone – ci inducono a pensare che prima o poi questo si verificherà di nuovo. È dunque importante farsi trovare preparati. Sicuramente abbiamo imparato molto ma non dobbiamo dimenticare, la lezione principale è che dobbiamo avere la memoria forte”.

I Kraftwerk a luglio in Italia

I Kraftwerk a luglio in ItaliaRoma, 21 feb. (askanews) – I Kraftwerk tornano in tour con un nuovo spettacolo che arriverà in Italia questa estate per due sole date: il 7 luglio a Firenze (Anfiteatro delle Cascine Ernesto De Pascale) e l’8 luglio a Genova (Arena Mare, Area Porto Antico). Le prevendite sono già disponibili su Ticketone e sui circuiti di prevendita abituali https://www.ticketone.it/artist/kraftwerk/?affiliate=ITT.
Rimangono validi i biglietti acquistati per le date inizialmente previste nel 2022 a Firenze e Genova.
Ralf Huetter e soci porteranno sul palco i classici della discografia dei Kraftwerk, da “Autobahn” a “Tour de France Soundtracks”, per uno spettacolo che unisce musica e performance art e si preannuncia unico. La storica band di Duesseldorf, pioniera dell’elettronica, è infatti una vera e propria “Gesamtkunstwerk – un’opera d’arte totale”. Dopo lo straordinario successo del 3D show che ha girato il mondo negli ultimi anni, rimane ancora un mistero quale nuovo e futuristico spettacolo presenteranno quest’anno.
Il progetto multimediale Kraftwerk è stato avviato nel 1970 da Ralf Huetter e Florian Schneider (mancato nel 2020). I due hanno fondato il loro studio elettronico Kling Klang Studio a Duesseldorf, in Germania, dove tutt’ora producono tutti i loro album. A metà degli anni ’70 i Kraftwerk avevano già raggiunto il riconoscimento internazionale per i loro rivoluzionari “paesaggi sonori” elettronici e per la loro sperimentazione musicale attraverso l’uso della robotica e di altre innovazioni tecniche. Con le loro visioni del futuro, i Kraftwerk hanno creato la colonna sonora dell’era digitale di parte XXI secolo.

Putin accusa l’Occidente e lancia una nuova sfida nucleare sullo Start

Putin accusa l’Occidente e lancia una nuova sfida nucleare sullo Start

Cita l’aiuto russo all’Italia per il Covid. Ora “costruire un’economia sovrana”

Milano, 21 feb. (askanews) – Il presidente russo Vladimir Putin attribuisce all’Occidente la colpa del conflitto in Ucraina e affila una nuova minaccia nucleare: “a questo proposito, sono costretto ad annunciare oggi che la Russia sospende la sua partecipazione al trattato sulle armi strategiche offensive”. L’annuncio, il più pesante della giornata, è contenuto nel messaggio all’Assemblea federale – in pratica alla nazione – che Putin ha tenuto oggi. Mosca sospenderà la sua partecipazione al trattato New Start, con gli Stati Uniti, erede del primo Starte e l’unuco per la limitazione degli arsenali nucleari strategici per entrambe le parti: il documento era stato firmato a Praga nel 2010, era entrato in vigore l’anno successivo ed era stato prorogato nel 2021 per altri cinque anni subito dopo l’insediamento del presidente degli Stati Uniti Joe Biden.
L’annuncio è arrivato alla fine delle quasi due ore di discorso di Putin. In gran parte dedicato alle ragioni della guerra in Ucraina. Per Putin “sono i paesi occidentali che hanno iniziato”, “noi abbiamo usato e stiamo usando la forza per fermarla”. E ancora: “Essere forte è diritto della Russia”, “i vertici occidentali non nascondono i loro obiettivi, vogliono infliggere alla Russia, come si suol dire, una sconfitta strategica. Cosa significa? Significa finirci una volta e per tutte, ovvero intendono trasformare il conflitto locale in una fase di confronto globale”.
Nel suo intervento il leader russo ha declinato l’intero ventaglio di accuse all’Occidente collettivo – ormai consuete nel discorso del Cremlino – ma con una retorica particolarmente aggressiva, che descrive una Russia che ha subito per anni, ma che ha “la verità, la ragione dalla propria parte”. Ma oltre alla sfida diretta chiaramente all’America e alleati, il discorso a lungo rinviato è appuntamento con i legislatori e con i cittadini russi, e Putin si è soffermato a lungo sulle implicazioni economiche della rottura con l’Occidente, esortando gli imprenditori russi a investire in patria, a dimenticare i lussi all’estero e cogliere “l’oppurtunità” che ora la Russia a suo avviso si ritrova davanti: costruire una economia sovrana, non più dipendente dalla vendita di materie prime all’Occidente. Ecco in sintesi i passaggi salienti.
“TEMPI DIFFICILI E DI SVOLTA”
“Con il messaggio di oggi parlo in un momento difficile e di svolta per il nostro Paese”, ha detto Putin. Secondo il leader russo, il mondo sta ora subendo cambiamenti radicali e irreversibili. Gli eventi storici più importanti determinano il futuro del Paese e del popolo, quindi ogni russo ha una responsabilità colossale, ha sottolineato il capo dello Stato russo.
L’OCCIDENTE “SE NE FREGA” La guerra in Ucraina è iniziata perchè l’Occidente ha fatto “uscire il genio dalla bottiglia” e di fatto “se ne frega”. La Russia è stata aperta al dialogo sul tema della sicurezza, ha detto Putin, ma in cambio ha ricevuto una reazione ipocrita e l’espansione della NATO. “Volevamo un’Europa con rapporti tra pari”, ha detto Putin, aggiungendo che “nessun Paese al mondo ha tante basi all’estero come gli Usa, sono centinaia, punteggiano tutto il mondo”. E ancora la descrizione del popolo ucraino come “ostaggio del regime di Kiev e dei suoi padroni occidentali, che hanno effettivamente occupato questo paese in senso politico, militare ed economico”.
GUERRE DI CULTURA E CATASTROFE SPIRITUALE Putin si scaglia contro l’Occidente “immorale” e lo accusa di stare attaccando la cultura russa, la religione e la chiesa, oltre a distruggere i propri valori. “Distorcono i fatti storici, attaccano costantemente la nostra cultura, la Chiesa ortodossa russa e altre religioni tradizionali del nostro paese. Guarda cosa fanno con i loro stessi popoli: la distruzione della famiglia, dell’identità culturale e nazionale, la perversione e l’abuso dei bambini sono dichiarati la norma. E i sacerdoti sono costretti a benedire i matrimoni tra persone dello stesso sesso… Come si è saputo, la Chiesa anglicana intende prendere in considerazione l’idea di un Dio neutrale dal punto di vista del genere… Milioni di persone in Occidente capiscono che vengono condotti a una vera catastrofe spirituale”.
IMPATTO DELLE SANZIONI “Vogliono far soffrire il popolo” russo con le sanzioni…”ma i loro calcoli non si sono concretizzati”, ha detto Putin, sottolineando la resilienza russa e una possibile rivalsa. L’economia russa, totalmente isolata dall’Occidente e sotto sanzioni senza precedenti, ha oggi la possibilità di “diventare sovrana, indipendente, senza minacce” implicite dalla dipendenza da altri sistemi economici. “Non ci stiamo semplicemente adattando”, ha aggiunto il leader russo, chiedendo la creazione di 1 milione di posti di lavoro in cinque anni “per garantire la sicurezza e la competitività della Russia”, ha anche dichiarato: “Il compito è concreto: nei prossimi 5 anni, formare circa un milione di specialisti in professioni per l’industria elettronica, l’industria della robotica, nell’ingegneria meccanica, nella metallurgia, nella farmaceutica, nell’agricoltura e nell’industria della difesa, nell’edilizia dei trasporti, nel nucleare e in altre industrie fondamentali per garantire la sicurezza, la sovranità e la competitività della Russia”. Allo stesso tempo, Putin ha confermato la linea di sussidi per le fasce meno abbienti.
“Secondo le stime, già nel secondo trimestre di quest’anno, l’inflazione in Russia si avvicinerà al livello target del 4%” ha detto Putin, annunciando “che i prestiti per il settore reale dovrebbero diventare più accessibili”. Ha inoltre affermato che Mosca vuole continuare “ad aumentare il salario minimo, crescerà più rapidamente dell’inflazione e della retribuzione media. Dall’inizio di quest’anno, il salario minimo è stato indicizzato del 6,5%. Dal 1 gennaio 2024, suggerisco di aumentarlo di un ulteriore 10%”.
E RICORDA GLI AIUTI ALL’ITALIA “Sappiamo essere amici e mantenere la parola, senza esitazione, andiamo in aiuto di chi è in difficoltà”, ha detto Vladimir Putin citando “l’Italia durante la pandemia” di Covid, l’Irlanda e gli aiuti in seguito al sisma in Turchia e Siria.
LA NUOVA MINACCIA NUCLEARE “In Occidente non sono affatto stupidi, vogliono distruggere sul piano strategico la Federazione russa e vogliono ispezionare le nostre strutture militari” ha dichiarato Putin annunciando poi la sospensione del trattato New Start, che ha limitato sinora il numero di testate nucleari strategiche che gli Stati Uniti e la Russia possono schierare e il dispiegamento di missili e bombardieri terrestri e sottomarini (Mosca ha la più grande scorta di armi nucleari al mondo, con quasi 6.000 testate, secondo gli esperti). Ma ora il quadro potrebbe cambiare velocemente.

Sardegna open, Binaghi: “A Torino più ricadute di Sanremo”

Sardegna open, Binaghi: “A Torino più ricadute di Sanremo”Roma, 21 feb. (askanews) – Sarà lo splendido scenario del Tennis Club Cagliari a inaugurare la stagione dei grandi eventi tennistici previsti su suolo italiano nel 2023. Dal 1 al 7 maggio sui campi di Monte Urpinu è in programma, infatti, il “Sardegna Open”, evento premium della neonata categoria Challenger 175.
Appena concluso il loro impegno nel Masters 1000 di Madrid, e sulla strada che li porterà al Foro Italico, i big del tennis faranno tappa in Sardegna per l’atteso primo evento premium del rinnovato calendario Challenger. Un’occasione d’oro per gli atleti di sfidarsi su campi che hanno incorniciato momenti indelebili del tennis italiano e una possibilità in più per gli appassionati di ammirare i big del presente e di vedere all’opera per la prima volta i migliori prospetti del tennis futuro.
“Si apre un’altra stagione di grandi eventi del tennis italiano, che ci accompagnerà tutto l’anno, attraverso un’edizione mai vista degli Internazionali d’Italia, fino al gran finale di Torino – dice il presidente della Federtennis Angelo Binaghi – Gli eventi, sempre maggiori e sempre più importanti, sono il termometro della nostra crescita, costante da anni, cui ora si aggiunge la spinta fortissima del padel. Gli eventi che organizziamo valorizzano e arricchiscono i territori che li ospitano, e contribuiscono a far crescere il nostro movimento. Cagliari è ormai a pieno titolo una delle case del tennis italiano, l’organizzazione di questo nuovo Super Challenger lo conferma”.
E sulle ricadute del Tennis in ambito territoriale aggiunge: “Abbiamo ricevuto in questi giorni lo studio sugli impatti che le Nitto ATP Finals hanno generato sul territorio – ha proseguito Binaghi. La società di analisi che l’ha fatto è la stessa che l’aveva fatto per Eurovision e lo sta facendo per Sanremo. L’ultima edizione delle Finals ha una ricaduta superiore ai 200 milioni sul territorio, Eurovision di circa 25 milioni. Non mi sarei però aspettato che questa edizione delle Finals, senza italiani in campo, avrebbe avuto una ricaduta superiore anche al Festival. Rispetto a Sanremo, le Finals sono state trasmesse in 209 diversi Paesi del mondo, con una total audience di oltre 150 milioni di viewers”.
“Promuovere lo sport vuol dire trasmettere stili di vita sani, fare di conseguenza prevenzione sanitaria. Significa trasmettere sempre un’immagine positiva. Ormai è acclarato che questa sia la strada giusta. Credo che la Regione abbia fatto bene a fare un investimento pluriennale, che consente agli operatori e alle società sportive impegnate in questa attività di migliorarsi di anno in anno e di spendere meglio le risorse pubbliche a loro destinate”.

New Start, l’unico Trattato per limitare numero testate atomiche

New Start, l’unico Trattato per limitare numero testate atomicheRoma, 21 feb. (askanews) – Il Trattato sulla limitazione delle armi nucleari New Start – l’unico ancora in vigore a limitare il numero di testate – era stato firmato nel 2010 a Praga, sotto l’amministrazione Obama e con al Cremlino Dmitry Medvedev.
L’accordo sostituisce di fatto tutte le intese precedenti in materia nucleare, e fissa in particolare una riduzione del 60% nel numero di testate di entrambe le parti rispetto al primo trattato Start, motivo per cui venne salutato come un importante passo avanti verso il disarmo – dal momento che gli arsenali russi e statunitensi costituiscono il 90% del totale globale.
In particolare, i nuovi limiti prevedono un massimo di 1.550 tra testate e bombe nucleari, 800 vettori nucleari (ovvero missili ICBM, sottomarini lanciamissili e bombardieri pesanti), di cui un massimo di 700 operativi contemporaneamente (il che equivale a permettere una riserva di 100 vettori) – tutti limiti ampiamente raggiunti e in alcuni casi superati dall’entrata in vigore dell’accordo, nel 2011.
Il trattato prevede ovviamente anche un regime di ispezione con cui entrambe le parti possono vigilare sull’applicazione delle clausole: in particolare, le parti hanno diritto a 18 ispezioni l’anno, dieci nei siti militari che ospitano i sistemi operativi, otto in quelli che ospitano anche sistemi attualmente anche operativi (vale a dire le riserve di cui sopra), con un preavviso minimo di 32 ore.
Il Covid prima e il conflitto ucraino poi – con le reciproche limitazioni alla concessione di visti – hanno tuttavia di fatto paralizzato i controlli e un negoziato previsto lo scorso novembre in Egitto sulla ripresa delle ispezioni è stato rinviato sine die.
Washington ha quindi accusato la Russia di aver violato gli accordi, poiché la Russia avrebbe di fatto impedito di poter svolgere le attività di ispezione sul proprio terriotrio; da notare che il trattato rimane comunque formalmente in vigore fino al 2026 – dal momento che Mosca ha optato per una “sospensione” e non una “denuncia” formale.
La durata del trattato era infatti decennale, ma nel 2021 Washington e Mosca hanno raggiunto un accordo per una proroga quinquennale, firmata da Joe Biden e Vladimir Putin e ratificata successivamente all’unanimità dalle due camere della Federazione russa (quella del Congresso statunitense non era necessaria).
Di fatto, era stato il Cremlino ad insistere per una proroga senza cambiamenti nei termini del trattato ma l’Amministrazione Trump aveva aspettato fino al 2020 prima di avviare un negoziato condizionato a una serie di richieste, che si era quindi arenato rapidamente; l’intesa definitiva era arrivata su richiesta dell’Amministrazione Biden, allora subentrante.