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Autore: Redazione StudioNews

Siria e Turchia, quasi 20mila i morti, arriva responsabile Onu

Siria e Turchia, quasi 20mila i morti, arriva responsabile OnuRoma, 9 feb. (askanews) – Mentre le Nazioni Unite preannunciano l’arrivo del responsabile degli Aiuti Umanitari Griffiths nella regione tra Siria e Turchia colpita dal devastante terremoto di due giorni fa, sale a quasi ventimila il bilancio delle vittime. E con riferimento alla Siria, i patriarchi delle chiese siriane chiedono la revoca delle sanzioni.
Secondo l’ultimo bilancio reso noto dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan i morti sono almeno 16.546, a cui vanno aggiunte le 3.162 vittime registrate in Siria.
Il responsabile degli aiuti umanitari dell’Onu, Martin Griffiths, sarà in visita sabato e domenica a Gaziantep, Aleppo e Damasco per valutare le necessità umanitarie dopo il terremoto che ha colpito lunedì Siria e Turchia: lo ha annunciato il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.
Guterres ha inoltre insistito sulla necessità di far arrivare un maggior numero di aiuti nelle province nordorientali della Siria, controllate dall’opposizione: “Le strade sono danneggiate, le persone stanno morendo, la vita delle persone viene prima di qualsiasi altra cosa”.
Per quanto riguarda la Siria, l’appello dei Patriarchi e dei capi delle Chiese siriane a rimuovere gli embarghi per fare arrivare gli aiuti al popolo di quel martoriato paese è stato raccolto e rilanciato oggi da L’Osservatore Romano. Il quotidiano della Santa Sede, in prima pagina, pubblica un articolo dal titolo: “Sui siriani il peso insostenibile delle sanzioni” nel quale si ricorda l’appello delle comunità ecclesiali residenti in Siria “affinché vengano immediatamente rimossi embarghi economici e sanzioni che gravano sul Paese”.
Misure definite “inique”, mentre si sollecita l’avvio “di iniziative umanitarie eccezionali e tempestive per soccorrere le popolazioni travolte da sciagure insostenibili”, ricorda il giornale vaticano.
Una appello, quello firmato da tutti i leader religiosi cristiani, nel quale si chiede “alle persone di coscienza viva, sparse in tutto il mondo, affinché alzino la voce chiedendo di porre fine alle sofferenze del popolo siriano e consentire ai cittadini siriani di vivere con dignità, secondo quanto è affermato nella Dichiarazione universale dei diritti umani”.
“Le conseguenze dei provvedimenti restrittivi imposti dall’Occidente a Damasco a partire dal 2011 finiscono di fatto – si legge su L’Osservatore Romano – col complicare ed aggravare le condizioni di vita della popolazione locale, oggi sinistrata, come più volte evidenziato dalla Santa Sede nei consessi internazionali, in un quadro generale sempre più drammatico: il 90 per cento della popolazione vive sotto la soglia di povertà e i siriani, negli ultimi quattro anni, hanno dovuto fare i conti con un incontrollato aumento dei prezzi dei beni di prima necessità e con una sempre maggiore scarsità di acqua, elettricità e carburanti, peraltro nel contesto pandemico globale”.
Infine, il ministro degli esteri italiano Tajani, a margine di un incontro con l’omologo britannico a dichiarato: “I nostri Vigili del fuoco presenti in Turchia stanno facendo di tutto” per aiutare la popolazione colpita dal sisma di lunedì. “Voglio ringraziarli a nome del governo, hanno già salvato più di una persona grazie alla loro capacità ed esperienza”, ha detto oggi il ministro degli Esteri Antonio Tajani, confermando che mancano ancora all’appello sette italiani, l’imprenditore Angelo Zen e una famiglia di origine siriana.
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Gli italiani si dicono sostenibili ma solo 29% beve acqua rubinetto

Gli italiani si dicono sostenibili ma solo 29% beve acqua rubinettoMilano, 9 feb. (askanews) – Nonostante il 96,3% degli italiani dichiari di adottare sempre o talvolta comportamenti sostenibili, meno del 30% (29,5%) consuma con regolarità acqua del rubinetto, ma i giovani potrebbero invertire questa tendenza con un 60% di under 30 che già beve senza problemi l’acqua degli erogatori pubblici. A delineare questo scenario è il Libro Bianco 2023 “Valore acqua per l’Italia”, giunto alla quarta edizione e realizzato dall’Osservatorio istituito dalla Community Valore acqua per l’Italia creata nel 2019 da The European House – Ambrosetti per rappresentare la filiera estesa dell’acqua in Italia, mettendo a sistema i contributi di tutti gli attori che vi operano: dai gestori della rete agli erogatori del servizio, dal settore agricolo a quello industriale, dai provider di tecnologia alle istituzioni preposte.
In tema di acqua pubblica, la conoscenza e percezione degli italiani continuano a essere in contraddizione con i dati fattuali: l’Italia è il primo tra i grandi Paesi europei per qualità dell’acqua in quanto l’85% della risorsa viene prelevata da fonti sotterranee (quindi protette e di qualità) contro il 69% della Germania, il 67% della Francia o peggio ancora il 32% di Spagna e Regno Unito fino al 23% della Svezia. Nel Nord-est c’è maggior fiducia sulla qualità dell’acqua del rubinetto (87,4% degli intervistati la ritiene di livello alto o medio), mentre al Sud e nelle Isole la fiducia scende di oltre 14 punti percentuali al 72,8%. Quello che non convince nel Nord-Italia è soprattutto il sapore, ma al Centro e al Sud non si sentono sicuri della qualità di quest’acqua o non si fidano dell’igiene delle autoclavi.
Come emerge dall’analisi di The European House – Ambrosetti, nonostante un 2022 drammatico dal punto di vista dell’emergenza siccità (quasi il 70% del campione riconosce il 2022 come anno più caldo della nostra storia), il cambiamento climatico viene percepito dagli italiani solo come il terzo problema più grave che affligge il Paese (37,4% delle risposte) dopo la “sanità” (39,9%) e soprattutto l’occupazione e l’economia (62,2%). E se si restringe l’osservazione alla propria zona di residenza il cambiamento climatico scivola al quarto posto fra i problemi più gravi, scavalcato anche dalla carenza di infrastrutture e gestione della mobilità. I 2/3 del campione intervistato, infine, sottostima gli impatti del cambiamento climatico sull’agricoltura.
Il 72% delle persone sottostima il proprio reale consumo giornaliero d’acqua (220 litri pro capite), ma al contempo nove italiani su 10 sovrastimano la propria bolletta: l’88,4% non conosce il costo unitario dell’acqua in Italia, ritenendolo il più delle volte troppo alto. L’Italia è, in realtà, uno dei Paesi europei con la tariffa idrica più contenuta (2,10 euro al metro cubo: si spende meno solo in Bulgaria, Romania e Grecia, mentre in Danimarca si superano i 9 euro al metro cubo e nella vicina Francia il costo è quasi doppio rispetto al nostro Paese. Gli italiani ritengono le proprie spese legate all’acqua troppo elevate, ma oltre la metà di loro (55%) non conosce il bonus idrico o le tariffe agevolate in vigore così come strumenti di monitoraggio dei consumi. In Italia, inoltre, il parco contatori installato ha un’età media di 25 anni (circa 20 milioni di pezzi in totale), fattore che rende più complessa l’installazione di strumenti tecnologici per il monitoraggio e la gestione dei consumi.
Secondo una ricerca specifica che farà parte del Libro Bianco “Valore acqua per l’Italia 2023” condotta da The European House-Ambrosetti sulle aziende operanti nel Servizio idrico integrato (SII) – somministrata alle aziende della Community Valore acqua e alle associate di Utilitalia – la maggior parte delle aziende italiane che opera nel settore “acqua” (6 su 10) sta considerando di applicare o sta già applicando i criteri ambientali della Tassonomia EU nella definizione del proprio piano di investimenti. Forti però le difficoltà incontrate nell’interpretazione degli stessi criteri tecnici: l’83% riguarda la possibilità di corretta valutazione dei potenziali risparmi energetici e il 77% la misurazione delle perdite idriche lungo la filiera. Gli ostacoli maggiori vengono individuati nella complessità della raccolta e valutazione dei dati e delle informazioni richieste, nell’impossibilità di applicare alcuni parametri previsti dalla Tassonomia EU e dalla stessa interpretazione della metodologia di valutazione dei risultati.

Mercato integratori in Italia cresce del 9,5% l’anno, leader in Europa

Mercato integratori in Italia cresce del 9,5% l’anno, leader in EuropaMilano, 9 feb. (askanews) – Nel 2021 il mercato globale degli integratori si è attestato a 150 miliardi di euro, con una crescita annua del 4,7% nell’ultimo triennio, e un’importante spinta verso il futuro: l’innovazione di prodotto (con il 64%) è, infatti, la principale strategia di crescita adottata dai player del settore. In Italia il settore è cresciuto negli ultimi 10 anni ad un tasso annuo medio del 9,5%, un ritmo decisamente più sostenuto rispetto alla performance globale, e oggi è leader a livello europeo.
Da queste premesse è partito il dibattito sul futuro del comparto degli integratori alimentari tra oltre 50 imprenditori e top manager del settore riuniti a Milano in occasione dell’evento “Il settore degli integratori: rimodellare il futuro”, promosso da Integratori & Salute, l’associazione nazionale che rappresenta il comparto degli integratori alimentari, parte di Unione italiana food.
“I trend in atto stanno rivoluzionando il settore della salute, con accelerazioni dovute alla pandemia e all’instabilità geopolitica – ha evidenziato Andrea Fortuna, advisory partner – Health, pharma & life sciences PwC Italia – L’Italia oggi è leader di mercato in Europa nel settore degli integratori con il 26% del market share, seguita da Germania (19%) e Francia (15%) e si colloca all’ottavo posto come esportatore a livello globale”.
Gli integratori giocano anche un ruolo di supporto per i sistemi sanitari nazionali. Un’elaborazione PwC Italia su dati Food supplements europe stima in 1,3 miliardi di euro il potenziale risparmio annuale del sistema sanitario nazionale correlato a minori casi di ospedalizzazione se le persone over 55 o a rischio di malattie cardiovascolari assumessero Omega3 regolarmente. Allo stesso tempo se la popolazione a rischio assumesse giornalmente calcio e vitamina D si potrebbero riscontrare minori fratture ossee correlate all’osteoporosi e avere così un potenziale risparmio per il Ssn di 0,7 miliardi di euro.
“La recente pandemia ha messo in evidenza l’importanza del mantenimento del benessere e della salute per le persone e in questo nuovo scenario gli integratori rivestono oggi un ruolo ancora più importante, che è destinato a crescere. Il futuro degli integratori alimentari sarà sempre più anche nella prevenzione – ha confermato il presidente dell’associazione Integratori & salute, Germano Scarpa – Gli integratori sono già oggi un prezioso strumento per la sostenibilità dei sistemi sanitari e un utilizzo corretto di integratori come strumenti di prevenzione primaria potrebbe certamente generare risparmi rilevanti per il sistema sanitario nazionale”.
Guardando al futuro del settore, tra gli ambiti di azione, al primo posto le aziende mettono l’integrazione e lo sviluppo digitale dei processi aziendali (43%), seguita dagli strumenti digitali per la gestione dell’informazioni medico-scientifica (28%), l’internet of things (20%), gli strumenti digitali per la gestione della relazione con il farmacista (8%) e i sistemi di visualizzazione, realtà virtuale ed aumentata (1%)4.
“Le imprese si trovano davanti due grandi sfide: da una parte il nuovo ordine geopolitico, sempre più complesso e volatile, dove la logica binaria è sempre più tra sistemi aperti e sistemi chiusi; dall’altra il cambiamento tecnologico e la centralità dei dati come vera materia prima della nostra epoca – ha commentato Alec Ross, distinguished adjunct professor Business school dell’Alma Mater di Bologna, ex consigliere di Obama – Nel 2018 i device connessi erano stimati in 23 miliardi, oggi sono 50 miliardi e diventeranno 75 miliardi nel 2025. Impressionante risulta la curva di crescita degli investimenti corporate in Intelligenza Artificiale, passati in 5 anni dai 20 miliardi di dollari del 2016 ai 170 miliardi del 2021”.

Unpli Aps e Ass. Città olio unite per valorizzare l’Evo e le sue terre

Unpli Aps e Ass. Città olio unite per valorizzare l’Evo e le sue terreMilano, 9 feb. (askanews) – Parte da Fiumicino (Roma) il progetto di azioni concrete che vedranno l’Unione nazionale delle Pro loco (Unpli Aps) e l’Associazione nazionale città dell’olio impegnate nella valorizzazione del patrimonio storico, culturale e paesaggistico dei Comuni italiani, “in un’ottica di sviluppo territoriale sostenibile e con particolare riferimento alla cultura e alla civiltà olivicola”. Il percorso comune è stato tracciato nel corso di un’incontro che si è tenuto ieri a Villa Gugliemi nel Comune della città metropolitana di Roma, a cui hanno partecipato il presidente delle città dell’olio, Michele Sonnessa, e quello dell’Unpli, Antonino La Spina, che fa seguito al protocollo d’intesa firmato nel novembre scorso.
“Grazie al coinvolgimento del Comitato Unpli Lazio e con il supporto dell’amministrazione e della Pro Loco di Fiumicino, siamo in grado di realizzare un sogno, quello di unire le forze per sostenere ed amplificare alcune nostre iniziative di successo come la ‘Giornata nazionale camminata tra gli olivi’ e la ‘Merenda nell’oliveta’, che grazie al coinvolgimento diretto delle Pro Loco saranno ancora più partecipate dalla cittadinanza e ricche di proposte culturali e artistiche” ha dichiarato Sonnessa, aggiungendo “ma non ci fermiamo qui, insieme vogliamo avviare programmi culturali mirati alla valorizzazione dei piccoli borghi attraverso conferenze, seminari, workshop e proposte turistiche dedicate all’olio EVO”.
“Diamo concretezza al protocollo di novembre, con l’avvio di una serie di attività di promozione, su base regionale, delle eccellenze dei territori di origine dell’olio extra vergine di oliva” ha affermato La Spina, sottolineando che “abbiamo fatto il punto per individuare azioni congiunte al file di valorizzare non solo l’eccellenza rappresentata dall’olio extra vergine di oliva ma tutto il contesto: dalla cultura olivicola, alle località interessate e al patrimonio culturale in esse presenti”.

A Parma torna Cibus connecting Italy, la fiera sull’alimentare italiano

A Parma torna Cibus connecting Italy, la fiera sull’alimentare italianoMilano, 9 feb. (askanews) – Torna Cibus il 29 e il 30 marzo 2023 alle Fiere di Parma, nella sua tipica veste degli anni dispari, “Cibus connecting Italy”, format di fiera compatto, che in due giorni sviluppa un programma mirato di eventi, panel, attività dimostrative e cooking show. In esposizione oltre 1.000 brand, tutti alfieri del food&beverage made in Italy, e circa cinquecento nuovi prodotti pronti al lancio. Attesi 20.000 professionisti, tra operatori della distribuzione moderna, dell’Horeca e delle catene di ristorazione; un quarto di loro sono buyer esteri provenienti da 90 Paesi, tra questi i top buyer selezionati per l’incoming in collaborazione con Agenzia Ice. Quattro le nuove aree tematiche che Cibus inaugura quest’anno, due tradizionalmente legate al made in Italy (ortofrutta fresca e produzioni artigianali di gelato e pasticceria), due ad alto contenuto innovativo (componenti plant-based e integrazione alimentare).
A “Cibus connecting Italy” il settore alimentare italiano fa il punto sulle prospettive del settore che si conferma forte e competitivo. Nonostante la crisi, infatti, il mercato interno ha tenuto, mentre l’export ha segnato ancora un nuovo record, come dimostrano le ultime stime disponibili sull’anno appena concluso: 176 miliardi di fatturato della sola industria alimentare, con un +13% sul 2021, a fronte di una crescita in volume dell’1% e un commercio estero che, sempre secondo le stime, farebbe registrare un +19% sul 2021 arrivando a 49,2 miliardi di euro, a fronte di una crescita in volume del 5%.
“I risultati del 2022 costituiscono un’ulteriore conferma che l’industria alimentare contribuisce in maniera rilevante alla crescita economica del Paese, di cui rappresenta un asset fondamentale – ha osservato il neopresidente di Federalimentare, Paolo Mascarino – Il successo delle esportazioni dell’alimentare made in Italy testimonia inoltre che l’originalità, la qualità e la sicurezza dei nostri prodotti rimangono una solida garanzia di competitività in tutti i principali mercati internazionali”.
“Cibus 2023 dimostra una visione sempre più organica del made in Italy alimentare – ha commentato Antonio Cellie, ceo di Fiere di Parma – spaziando trasversalmente tra settori ad alto tasso di integrazione commerciale e produttivo. Un operatore visitando Cibus 2023 può comprendere le radici del nostro saper fare spaziando dalle materie prime ai prodotti trasformati passando per i semi-lavorati. Una esperienza davvero immersiva anche grazie ai nostri numerosi ‘Factory&District tour’ dedicati a centinaia di buyers esteri nei diversi territori”.
La principale novità di questa edizione di Cibus è l’inaugurazione del nuovo percorso tematico fruit&vegetables. L’area intende portare in fiera esperienze e innovazioni dei produttori di frutta e verdura fresca, grazie a un ampio programma di eventi e incontri, che affrontano vari temi, quali la logistica sostenibile e solidale, la promozione di stili di vita salutari e delle vendite attraverso lo shopper marketing nutrizionale, la transizione climatica e i suoi effetti sui consumi. Anche il gelato all’italiana approda per la prima volta a Cibus: grazie alla collaborazione con Carpigiani, il comparto delle tecnologie, dei semilavorati, delle basi e degli ingredienti per gelateria e pasticceria si presenta ai professionisti della distribuzione nell’apposita area focus gelato&pastry.
Altra novità l’area riservata al comparto dell’integrazione alimentare e della nutrition. L’innovazione di prodotto e processo è al centro anche dell’area plant based, spazio sviluppato in partnership con l’azienda parmigiana Hi-Food, nel quale visitatori ed espositori potranno degustare alcuni prototipi, conoscere gli ingredienti innovativi di origine naturale e scoprire soluzioni di processing per alimenti con formulazioni a base vegetale o integrativi.

Comitato Regioni, Bianco: lotta inquinamento tema strategico per Europa

Comitato Regioni, Bianco: lotta inquinamento tema strategico per EuropaRoma, 9 feb. (askanews) – “Il rispetto dell’ambiente, della blue economy, del contrasto ai cambiamenti climatici e dell’economia circolare sono battaglie fondamentali sia a livello europeo che regionale e locale”. Lo ha sottolineato Enzo Bianco, presidente del Consiglio nazionale Anci, intervenendo alla 153^ sessione plenaria del Comitato delle Regioni (Cor) che si è svolto a Bruxelles.
“Questi temi – ha aggiunto – sono centrali per lo sviluppo del Mediterraneo e dell’Europa. Le città possono fare molto su questo versante e sono molto impegnate in progetti per il futuro delle prossime generazioni. E’ un tema che sostengo da anni, sin da quando l’Assemblea regionale e locale euromediterranea (Arlem), su mia iniziativa, ha approvato un parere sul miglioramento dell’economia”.
Lo sviluppo sostenibile è stato al centro del dibattito della due giorni, durante cui “sul surriscaldamento globale, inquinamento e crisi ambientale, sono state approvate, con il voto di gran parte della delegazione italiana, alcune mozioni favorevoli ad un incremento della legislazione Ue”, ricorda Bianco.
Durante la riunione è stato anche conferito a Marek Nazarko, sindaco di Michalowo, Comune polacco a ridosso del confine tra Polonia e Bielorussia, il Premio Pawel Adamowicz, istituito dal Comitato europeo delle regioni in partenariato con il comune di Danzica, e riservato ai leader – politici o della società civile – locali che agiscono con coraggio e integrità per soccorrere chi ha bisogno di aiuto e lottano contro l’intolleranza, la radicalizzazione, l’incitamento all’odio, l’oppressione e la xenofobia. La commissione, presieduta da Bianco, ha assegnato il premio a Nazarko che con la sua amministrazione ha fornito ai migranti bisognosi vestiti, pasti caldi e una sistemazione per la notte e si è prodigata per ospitare in un alloggio temporaneo alcune famiglie ucraine in fuga.

Emiliano: Puglia promossa per i Lea del servizio sanitario

Emiliano: Puglia promossa per i Lea del servizio sanitarioRoma, 9 feb. (askanews) – “Quando sono diventato presidente nel 2015, la Puglia si attestava al penultimo posto in Italia per i livelli essenziali di assistenza (Lea): in parole semplici vuol dire che le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario forniva ai cittadini, in Puglia, nel 2015 erano inferiori rispetto al resto del Paese. Abbiamo lavorato moltissimo in questi anni per migliorare la sanità e siamo riusciti non solo a recuperare posizioni ma ad essere inserite tra le regioni più virtuose. La Puglia peraltro è l’unica del Sud promossa proprio sui Lea. Questo per noi è un incoraggiamento importantissimo a proseguire nel lavoro, sappiamo che molto c’è da fare, andremo avanti con ancor più determinazione”. Così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha commentato la valutazione positiva della Puglia nell’erogazione dei Lea: il primo gennaio 2020 è entrato in vigore il Nuovo Sistema di Garanzia (NSG) di erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza, che sostituisce la cosiddetta “griglia LEA”, per la valutazione della qualità dell’assistenza e per l’accesso da parte delle Regioni ad una quota premiale del Fondo Sanitario Nazionale.

A14, Marsilio al Mit con Salvini: rimodulare agenda cantieri

A14, Marsilio al Mit con Salvini: rimodulare agenda cantieriL’Aquila, 9 feb. (askanews) – “Alla presenza del ministro Salvini, abbiamo oggi preso l’impegno di istituire un tavolo tecnico con ASPI e la struttura tecnica del MIT, con l’obiettivo di rimodulare l’agenda dei cantieri sulle nostre autostrade. E’ stato un incontro molto costruttivo, per garantire al più presto una soluzione di buon senso ai troppi cantieri autostradali, in particolare quelli dell’A14.” Lo ha dichiarato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, al termine dell’incontro convocato questa mattina dal ministro per Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, presso la sede del dicastero.
Marsilio ha riferito di aver inoltre “chiesto al ministro di intervenire sul alcune norme che oggi ci costringono a fare troppi cantieri, tutti insieme, su tratte con traffico intenso. Con il risultato che, per eliminare un rischio potenziale, si crea un rischio molto concreto che continua a produrre morti sulle nostre strade. Ringrazio il ministro Salvini per aver dato subito seguito alla mia precedente richiesta, e quella del Presidente delle Marche Acquaroli, di affrontare al più presto il tema della pericolosità dell’A14 e più in generare della fragilità di questa importante infrastruttura autostradale che, servendo da collegamento per l’intera costa adriatica, ha urgentemente bisogno della realizzazione di una terza corsia. Dobbiamo infatti pretendere che anche l’Abruzzo possa usufruire di infrastrutture degne del 21° secolo e che possa guardare al futuro con un sistema stradale e ferroviario capaci di sostenere il traffico e di permettere a cittadini e aziende di poter vivere e prosperare sul nostro territorio con lo stesso diritto di mobilità garantito sulla costa tirrenica”, ha concluso Marsilio.

Vino, Andrea Machetti nuovo direttore del Consorzio del Brunello

Vino, Andrea Machetti nuovo direttore del Consorzio del Brunello

Subentra a Michele Fontana. Presidente Bindocci: scelta di alto profilo

Milano, 9 feb. (askanews) – Il Consiglio di amministrazione del Consorzio del vino Brunello di Montalcino (Siena) ha eletto Andrea Machetti nuovo direttore. Machetti subentra a Michele Fontana in carica da giugno 2020.
“Confido di poter dare al Consorzio un contributo importante per tracciare il futuro di questa grande denominazione” ha affermato il neo direttore, aggiungendo che “tra le priorità quella di potenziare ulteriormente il team di lavoro pronto a raccogliere le sfide che il futuro di impone”. Tra le esperienze manageriali di Machetti ci sono quella a Villa Banfi dal 1983 al 1989, a Castiglion del Bosco fino al 1992, da dove poi si è spostato all’azienda agricola Mastrojanni, dove è rimasto per 30 anni fino al dicembre scorso, come amministratore delegato.
“Siamo doppiamente soddisfatti che Andrea Machetti abbia accettato questo incarico: innanzitutto perché è un manager di successo e di altissimo profilo, profondo conoscitore del brand Brunello e delle dinamiche di mercato, e poi perché è un montalcinese doc, nato e vissuto in questo microcosmo enoico vocato all’eccellenza” ha commentato il presidente del Consorzio, Fabrizio Bindocci, sottolineando che “sotto la sua direzione il Consorzio saprà consolidare la crescita della denominazione”.

Melinda: sistema Sophia in 300 ettari di coltivazione entro il 2025

Melinda: sistema Sophia in 300 ettari di coltivazione entro il 2025Milano, 9 feb. (askanews) – Un sistema di precisione a punto fisso per l’applicazione dei trattamenti fitosanitari e la protezione antibrina per le colture arboree. Una tecnologia che, installata all’interno del frutteto, consente in pratica di indirizzare – valutando tempistica, condizioni meteo e altre parametri – gli antiparassitari in modo mirato sulle colture, riducendo così in modo sostanziale l’impatto ambientale. E’ ‘Sophia’, ovvero Spray Overcanopy PHytosanitary Innovative Application, l’iinnovativa tecnologia per la protezione di precisione delle colture, sviluppata dalla società israeliana Netafim, e gestita in esclusiva in Italia da Melinda e La Trentina per le produzioni del consorzio. A Berlino, nel corso di “Fruit Logistic” – salone europeo del settore dei prodotti ortofrutticoli freschi – Melinda ha annunciato che entro fine anno estenderà l’uso di Sophia dagli attuali 15 ettari di frutteti nella Val di Non a 80 ettari, con l’obiettivo impiantare la nuova tecnologia in complessivi 300 ettari di coltivazione entro il 2025.
Il sistema Sophia consente di mettere in atto una difesa delle colture calibrata, intervenendo al bisogno e non in modo preventivo. In questo modo è possibile applicare le soluzioni per la difesa delle colture in tempi molto più rapidi, permettendo all’agricoltore un utilizzo efficace delle molecole meno impattanti per l’ambiente. Ma i vantaggi non si esauriscono qui. Grazie alle sue caratteristiche tecniche, infatti, Sophia può essere usato con successo per la difesa dei danni da gelo fino a una temperatura di -5° C. Il suo sistema pulsante è in grado di ridurre del 50% l’impiego delle risorse idriche nel confronto con i metodi tradizionali ad alta portata e copertura totale. Si migliora quindi in modo sensibile quantità e qualità della produzione nel pieno rispetto dell’ambiente e della salvaguardia delle risorse naturali.
“L’uso di questa tecnologia apre nuove e importanti prospettive nella coltivazione – ha detto Ernesto Seppi, presidente di Melinda – In primo luogo, si ha la possibilità di operare nelle aree periurbane e di agire anche in condizioni difficili, ad esempio durante le piogge, su frutteti scoscesi e ripidi. In questo modo si tutela la sicurezza degli agricoltori, che non sono più costretti ad avventurarsi di persona nelle aree più impervie, e si riducono i passaggi complessivi dei trattori, limitando così la compattazione del suolo e le emissioni di CO2”.
“L’accordo siglato con Netafim prevede l’utilizzo esclusivo della tecnologia a livello nazionale da parte di Melinda e La Trentina ancora per due anni – ha aggiunto Seppi – La nostra intenzione è quella di espandere l’applicazione e di misurarne i vantaggi concreti per il clima e l’ambiente, calcolando ad esempio l’ammontare di acqua risparmiata e il quantitativo di emissioni evitate. In questo modo il Consorzio potrà continuare a perseguire gli obiettivi di sostenibilità in linea con quanto previsto dalla nuova Politica Agricola Comune, tutelando il nostro territorio e il benessere dei suoi abitanti, dei soci e dei consumatori”.
“La tutela dell’ambiente e la protezione delle risorse naturali sono i principi che ci guidano nello sviluppo di soluzioni per l’agricoltura di precisione sempre più innovative – ha poi detto Stefano Ballerini, country manager di Netafim Italia – La Partnership con il Consorzio Melinda concretizza un approccio all’agricoltura basato su tre valori che sono da sempre al centro del nostro operato: responsabilità verso l’utilizzo delle risorse naturali, salubrità delle produzioni agricole e ricerca della qualità per il consumatore. Il progetto Sophia rappresenta un ambizioso passo avanti nel comune obiettivo di proteggere le colture in modo sempre più sostenibile, prestando attenzione al consumo di risorse e all’impatto sull’ambiente e sulle comunità locali”.