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Autore: Redazione StudioNews

Usa, Trump limita le transizioni di genere per gli under 19

Usa, Trump limita le transizioni di genere per gli under 19Roma, 29 gen. (askanews) – Il presidente Usa Donald Trump ha emesso un ordine esecutivo per limitare le transizioni di genere ai minori di 19 anni. Il provvedimento è stato pubblicato sul sito della Casa Bianca.


“Oggi in tutto il Paese, medici mutilano e sterilizzano un numero crescente di bambini impressionabili con la falsa e radicale affermazione che gli adulti possono cambiare il sesso di un bambino attraverso una serie di interventi medici irreversibili. Questa tendenza pericolosa sarà una macchia nella storia della nostra nazione e deve finire”, si legge nell’atto. “Innumerevoli bambini – prosegue la dichiarazione – si pentono presto di essere stati mutilati e iniziano a comprendere l’orribile tragedia di non poter mai concepire figli propri o allevare i propri figli attraverso l’allattamento al seno. Inoltre, le spese mediche di questi giovani vulnerabili possono aumentare nel corso della loro vita, poiché sono spesso intrappolati tra complicazioni mediche permanenti, una guerra persa con i propri corpi e, tragicamente, la sterilizzazione”.


“Di conseguenza, la politica degli Stati Uniti è quella di non finanziare, sponsorizzare, promuovere, assistere o sostenere la cosiddetta ‘transizione’ di un bambino da un sesso all’altro e di applicare rigorosamente tutte le leggi che vietano o limitano queste procedure distruttive e che alterano la vita”. “Per ‘mutilazioni chimiche e chirurgiche’, viene spiegato, si indica l’uso di bloccanti della pubertà, compresi gli agonisti del GnRH e altri interventi per ritardare l’inizio o la progressione della pubertà con i tempi normali in un individuo che non si identifica con il proprio sesso; l’uso di ormoni sessuali, come bloccanti degli androgeni, estrogeni, progesterone o testosterone, per allineare l’aspetto fisico di un individuo con un’identità diversa dal suo sesso; procedure chirurgiche che tentano di trasformare l’aspetto fisico di un individuo per allinearlo con un’identità diversa dal suo sesso o che tentano di alterare o rimuovere gli organi sessuali di un individuo per minimizzare o distruggere le sue funzioni biologiche naturali”.


Le agenzie Usa dovranno quindi “annullare o modificare” tutte le pratiche che si basano sulle linee guida della World Professional Association for Transgender Health (WPATH) ed entro 90 giorni il segretario alla Salute e ai Servizi Umani “pubblicherà una revisione della letteratura esistente sulle migliori pratiche per promuovere la salute dei bambini che affermano disforia di genere, disforia di genere a rapida insorgenza o altra confusione basata sull’identità”.

Almasri, Meloni: io indagata per aver difeso la sicurezza della nazione

Almasri, Meloni: io indagata per aver difeso la sicurezza della nazioneRoma, 28 gen. (askanews) – “Il procuratore della Repubblica Francesco Lo Voi, lo stesso del fallimentare processo a Matteo Salvini per sequestro di persona, mi ha appena inviato un avviso di garanzia per i reati di favoreggiamento e peculato in relazione alla vicenda del rimpatrio del cittadino libico Al Masri”. L’annuncio su facebook della presidente del Consiglio Giorgia Meloni di essere indagata dalla Procura di Roma, insieme ai ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e al sottosegretario Alfredo Mantovano, contiene già le premesse, nel riferimento “a quel fallimentare processo”, per l’ulteriore escalation contro la magistratura, contraria alle riforme della giustizia volute dal governo.


E se la premier prende forse un abbaglio riferendosi alla figura di chi ha presentato la denuncia, l’avvocato Luigi Li Gotti “ex politico di sinistra molto vicino a Romano Prodi” – perché in realtà Li Gotti ha un trascorso nel Movimento Sociale italiano e poi in Alleanza nazionale prima di passare con l’Italia dei Valori – il bersaglio grosso delle sue parole, cioè la magistratura, a giudizio della premier palesemente avversa al governo di centrodestra, rimane intatto. Tanto che, tra i primi a commentare, il vicepremier Salvini sintetizza: “Vergogna, vergogna, vergogna. Riforma della giustizia, subito”. E l’altro vicepremier, Antonio Tajani, è ancora più esplicito: “Mi sembra veramente una reazione alla riforma del governo sulla separazione delle carriere”. Questi avvisi di garanzia sono “un segnale, un attacco al governo che va respinto totalmente”.


Ripercorrendo la vicenda Al Masri Meloni spiega che “la Corte penale internazionale, dopo mesi di riflessione, emette un mandato di arresto internazionale nei confronti del capo della polizia giudiziaria di Tripoli curiosamente proprio quando questa persona stava per entrare sul territorio italiano dopo che aveva serenamente soggiornato per circa 12 giorni in altri tre stati europei. La richiesta di arresto della procura della Cpi – sottolinea la premier – non è stata trasmessa al Ministero italiano della Giustizia, come invece è previsto dalla legge, e per questo la Corte d’Appello di Roma decide di non procedere alla sua convalida. A questo punto, piuttosto che lasciare questo soggetto libero, noi – sottolinea Meloni riferendosi alla scelta compiuta dal governo – decidiamo di espellerlo e rimpatriarlo immediatamente per ragioni di sicurezza con un volo apposito, come accade in altri casi analoghi. Questa è la ragione per la quale la procura di Roma oggi indaga me, il sottosegretario Mantovano e due ministri”, spiega la premier. Ma “io non sono ricattabile, non mi faccio intimidire. E’ possibile che per questo io sia invisa a chi non vuole che l’Italia cambi e diventi migliore ma anche e soprattutto per questo io intendo andare avanti per la mia strada a difesa degli italiani, soprattutto quando è in gioco la sicurezza della nazione”, assicura la premier.


Forse la sintesi più efficace della vicenda la fa il deputato di Forza Italia Enrico Costa: quella degli avvisi di garanzia alla premier è “una scelta plateale, di marketing giudiziario allo stato puro, diametralmente opposta ad un riserbo istruttorio, che in simili circostanze sarebbe doveroso. Per agghiacciante distacco, il più riuscito spot per la separazione delle carriere”.

Calcio, Sergio Conceicao: “Derby? Ci pensiamo dopo la Dinamo”

Calcio, Sergio Conceicao: “Derby? Ci pensiamo dopo la Dinamo”Roma, 28 gen. (askanews) – Sergio Conceiçao non fa calcoli, domani la Dinamo Zagabria, poi il derby. “Il primo obiettivo era vincere la Supercoppa italiana – ha detto – e lo abbiamo raggiunto. Adesso abbiamo la possibilità di centrare il secondo ovvero conquistare la qualificazione agli ottavi di Champions. Ecco perché non penso al derby, ma a una gara alla volta. Fare calcoli non va bene e non aiuta”. Ai rossoneri serve una vittoria, ma potrebbe bastare anche un pareggio. “Avrei preferito avere più tempo per lavorare perché nel calcio il lavoro è fondamentale per l’evoluzione che vogliamo noi – continua – Stiamo preparando la squadra per le partite decisive che abbiamo, ma una cosa è farlo al video, un’altra è sul campo. Noi sul campo purtroppo abbiamo avuto 40 minuti oggi”.


Sulla lite con Calabria dice: “Il concerto di Lazza? Cose come queste fanno parlare la gente, le persone. Io sono portoghese, ho una cultura diversa ma il linguaggio del calcio è universale: c’è l’allenamento da un’ora e mezzo, due ore al giorno, e poi c’è la vita normale che tutti i calciatori devono fare da professionisti. Non è una chiamata a fare più attenzione per nessuno, non è finito il mondo perché 5-6 calciatori sono andati a un concerto. Ho parlato con i giocatori, io ho le mie regole e ce le ha anche il club. Il concerto non è importante per domani: la cosa più importante per domani è pensare alla Dinamo e a cosa possiamo fare per vincere”

Almasri, Meloni: io indagata per aver difeso sicurezza nazione

Almasri, Meloni: io indagata per aver difeso sicurezza nazioneRoma, 28 gen. (askanews) – “Il procuratore della Repubblica Francesco Lo Voi, lo stesso del fallimentare processo a Matteo Salvini per sequestro di persona, mi ha appena inviato un avviso di garanzia per i reati di favoreggiamento e peculato in relazione alla vicenda del rimpatrio del cittadino libico Al Masri”. L’annuncio su facebook della presidente del Consiglio Giorgia Meloni di essere indagata dalla Procura di Roma, insieme ai ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e al sottosegretario Alfredo Mantovano, contiene già le premesse, nel riferimento “a quel fallimentare processo”, per l’ulteriore escalation contro la magistratura, contraria alle riforme della giustizia volute dal governo.


E se la premier prende forse un abbaglio riferendosi alla figura di chi ha presentato la denuncia, l’avvocato Luigi Li Gotti “ex politico di sinistra molto vicino a Romano Prodi” – perché in realtà Li Gotti ha un trascorso nel Movimento Sociale italiano e poi in Alleanza nazionale prima di passare con l’Italia dei Valori – il bersaglio grosso delle sue parole, cioè la magistratura, a giudizio della premier palesemente avversa al governo di centrodestra, rimane intatto. Tanto che, tra i primi a commentare, il vicepremier Salvini sintetizza: “Vergogna, vergogna, vergogna. Riforma della giustizia, subito”. E l’altro vicepremier, Antonio Tajani, è ancora più esplicito: “Mi sembra veramente una reazione alla riforma del governo sulla separazione delle carriere”. Questi avvisi di garanzia sono “un segnale, un attacco al governo che va respinto totalmente”.


Ripercorrendo la vicenda Al Masri Meloni spiega che “la Corte penale internazionale, dopo mesi di riflessione, emette un mandato di arresto internazionale nei confronti del capo della polizia giudiziaria di Tripoli curiosamente proprio quando questa persona stava per entrare sul territorio italiano dopo che aveva serenamente soggiornato per circa 12 giorni in altri tre stati europei. La richiesta di arresto della procura della Cpi – sottolinea la premier – non è stata trasmessa al Ministero italiano della Giustizia, come invece è previsto dalla legge, e per questo la Corte d’Appello di Roma decide di non procedere alla sua convalida. A questo punto, piuttosto che lasciare questo soggetto libero, noi – sottolinea Meloni riferendosi alla scelta compiuta dal governo – decidiamo di espellerlo e rimpatriarlo immediatamente per ragioni di sicurezza con un volo apposito, come accade in altri casi analoghi. Questa è la ragione per la quale la procura di Roma oggi indaga me, il sottosegretario Mantovano e due ministri”, spiega la premier. Ma “io non sono ricattabile, non mi faccio intimidire. E’ possibile che per questo io sia invisa a chi non vuole che l’Italia cambi e diventi migliore ma anche e soprattutto per questo io intendo andare avanti per la mia strada a difesa degli italiani, soprattutto quando è in gioco la sicurezza della nazione”, assicura la premier.


Forse la sintesi più efficace della vicenda la fa il deputato di Forza Italia Enrico Costa: quella degli avvisi di garanzia alla premier è “una scelta plateale, di marketing giudiziario allo stato puro, diametralmente opposta ad un riserbo istruttorio, che in simili circostanze sarebbe doveroso. Per agghiacciante distacco, il più riuscito spot per la separazione delle carriere”.

Almasri, Anm: non è avviso di garanzia ma un atto dovuto previsto dalla legge

Almasri, Anm: non è avviso di garanzia ma un atto dovuto previsto dalla leggeRoma, 28 gen. (askanews) – “Si segnala, al fine di fare chiarezza, il totale fraintendimento da parte di numerosi esponenti politici dell’attività svolta dalla procura di Roma, la quale non ha emesso, come è stato detto da più parti impropriamente, un avviso di garanzia nei confronti della presidente Meloni e dei ministri Nordio e Piantedosi ma una comunicazione di iscrizione che è in sé un atto dovuto perché previsto dall’art. 6 comma 1 della legge costituzionale n. 1/89. La disposizione impone al procuratore della Repubblica, ricevuta la denuncia nei confronti di un ministro, ed omessa ogni indagine, di trasmettere, entro il termine di quindici giorni, gli atti al Tribunale dei ministri, dandone immediata comunicazione ai soggetti interessati affinché questi possano presentare memorie al collegio o chiedere di essere ascoltati. Si tratta, dunque, di un atto dovuto”. Così in una nota l’Associazione nazionale magistrati.

Palazzo Chigi: effettuata operazione aerea Italia-Giordania per portare aiuti a Gaza

Palazzo Chigi: effettuata operazione aerea Italia-Giordania per portare aiuti a GazaRoma, 28 gen. (askanews) – “Continua l’impegno dell’Italia, accanto ai partner regionali e internazionali, nella stabilizzazione del quadrante mediorientale e nel sostegno alle sue popolazioni. Oggi, elicotteri delle Forze Armate italiane e giordane hanno condotto congiuntamente un’operazione aerea che ha consentito di fornire una concreta e fattiva assistenza alla popolazione della Striscia di Gaza mediante il trasporto di ingenti quantitativi di aiuti umanitari”. E’ quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi.


“Un’attività complementare – prosegue la nota – con l’azione portata avanti attraverso Food for Gaza, meccanismo attivato dalla Farnesina con il quale sono già stati portate nella Striscia oltre 100 tonnellate di aiuti alimentari e sanitari. Nei prossimi giorni arriveranno al Porto di Ashdod 15 camion donati al Programma Alimentare Mondiale e altre 15 tonnellate di aiuti. Un’iniziativa che si aggiunge a quella portata avanti sin dall’inizio della guerra dalle Forze Armate italiane a sostegno dei civili di Gaza con l’attività sanitaria condotta in Egitto da nave Vulcano e a favore di bambini palestinesi anche con medici italiani negli ospedali degli Emirati Arabi Uniti”.

Sogemi intesa con organizzazione produttori Solco Maggiore di Salerno

Sogemi intesa con organizzazione produttori Solco Maggiore di SalernoMilano, 28 gen. (askanews) – Sogemi, la società partecipata dal Comune di Milano che gestisce il mercato alimentare all’ingrosso di Milano, e l’organizzazione di produttori Solco Maggiore hanno sottoscritto un protocollo d’intesa, della durata di tre anni, che ha come obiettivo la valorizzazione e la promozione delle eccellenze agroalimentari all’interno degli spazi mercatali. Tra le attività previste, l’accordo mira a promuovere i prodotti dell’organizzazione di produttori Solco Maggiore, valorizzando il territorio salernitano, oltre che le tradizioni gastronomiche, tramite una distribuzione organizzata nazionale ed europea.


SogeMi garantirà l’approvvigionamento e la distribuzione, supportando la valorizzazione e l’esportazione della produzione locale. Il protocollo prevede anche attività di formazione rivolte ad una vasta platea di interlocutori, in particolare presso la rete di distribuzione organizzata. “Con questo nuovo protocollo d’Intesa, il Mercato Alimentare di Milano continua il suo impegno nella valorizzazione delle eccellenze italiane – ha dichiarato il presidente di SogeMi Cesare Ferrero – La collaborazione con Solco Maggiore, che vedrà SogeMi impegnata nell’approvvigionamento e nella distribuzione dei prodotti agroalimentari, ci permette di rafforzare il legame tra produttori, distributori e consumatori, valorizzando le filiere locali e contribuendo allo sviluppo di un’agricoltura sostenibile e inclusiva. Con il progetto Foody 2025, stiamo trasformando il mercato in un hub agroalimentare innovativo e sostenibile, al servizio della tradizione e della qualità.”


“Siamo animati da un nuovo modo di intendere la qualità del prodotto agricolo quale elemento di valore riconoscibile – ha dichiarato il responsabile generale della Op Solco Maggiore Antonio Vocca – e questa preziosa collaborazione con SogeMi, ci consente di trasferire e di condividere quel sistema di valori che il bene ortofrutticolo porta con sé all’interno di una realtà più ampia. La qualità proposta e, in particolare, i servizi messi in campo andranno ad ottimizzare gli sforzi ed i risultati di un lavoro congiunto, volto a rappresentare il prodotto agricolo nella sua straordinaria ricchezza”.

Ira di Fdi e Meloni per il ‘chissene’ di Santanchè (sempre più isolata)

Ira di Fdi e Meloni per il ‘chissene’ di Santanchè (sempre più isolata)Roma, 28 gen. (askanews) – Questa volta, raccontano, è riuscita a far infuriare proprio tutti. Persino, il suo “amico” Ignazio La Russa. L’intervista ‘a reti unificate’ rilasciata a Gedda dalla ministra del Turismo, Daniela Santanchè, non è proprio piaciuta al suo partito e, soprattutto, alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Tanto che di prima mattina viene costretta a una smentita in cui parla di “ricostruzioni fantasiose”. Solo che gli audio, pubblicati sui siti di Repubblica e Stampa, di fatto, confermano le dichiarazioni che hanno fatto saltare sulla sedia la premier e i dirigenti di via della Scrofa. Intanto, per quel “chi se ne frega” che – come la registrazione certifica – non è rivolto in generale a chi la critica ma ai malumori che arrivano dal suo stesso partito.


Ma ancor di più la presidente del Consiglio non avrebbe gradito il tono, considerato sfidante, con cui Santanché spiega che l’impatto dei processi sul suo lavoro lo valuta lei e solo lei. Questione su cui la premier aveva spiegato di avere una riflessione in corso ma, al momento, non ancora “le idee chiare”. Persino quella che sembra una dichiarazione di affetto imperituro nei confronti del presidente del Senato, quel “non mi abbandonerà mai”, è stato da molti letto come un messaggio subliminale, una sorta di promemoria di quanto le loro sorti siano legate. D’altra parte, lo stesso La Russa, per la prima volta, apertamente ipotizza che il destino di Santanché possa essere segnato. “L’amicizia – dice – prescinde dal fatto politico, sia che rimanga ministra sia che non sia ministra”. Quella di domani resta comunque una data-snodo. La Cassazione si esprimerà infatti sullo spostamento della sede di competenza da Milano a Roma dell’altro processo in cui la responsabile del Turismo è coinvolta, ovvero quello per truffa all’Inps per l’uso della cassa integrazione del periodo Covid. Lo stesso procedimento per il quale in caso di rinvio a giudizio, questa volta sì, Santanché avrebbe detto di essere pronta a dimettersi. Un trasferimento potrebbe allungare i tempi dell’esame. Ma se la competenza dovesse rimanere nel capoluogo lombardo la sentenza potrebbe arrivare nel giro di qualche settimana: uno stillicidio che anche la premier vorrebbe evitare.


Santanché continua a ribadire di non avere alcuna intenzione di lasciare il suo posto a meno che a chiederlo non sia la presidente del Consiglio. Dirimente potrebbe essere solo un incontro tra le due che però al momento non è ancora in agenda. E non soltanto perché Giorgia Meloni vorrebbe arrivare al faccia a faccia solo dopo che la ministra si sarà convinta a fare un passo indietro. La premier, infatti – causa crisi di governo in Serbia – domani e dopodomani non sarà più a Belgrado per la prevista riunione interministeriale. Tuttavia, Santanchè che sarà di ritorno dall’Arabia saudita il 30, rientrerà direttemente su Milano “per impegni già presi”.

Ira Fdi e Meloni per il ‘chissene’ di Santanchè (sempre più isolata)

Ira Fdi e Meloni per il ‘chissene’ di Santanchè (sempre più isolata)Roma, 28 gen. (askanews) – Questa volta, raccontano, è riuscita a far infuriare proprio tutti. Persino, il suo “amico” Ignazio La Russa. L’intervista ‘a reti unificate’ rilasciata a Gedda dalla ministra del Turismo, Daniela Santanchè, non è proprio piaciuta al suo partito e, soprattutto, alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Tanto che di prima mattina viene costretta a una smentita in cui parla di “ricostruzioni fantasiose”. Solo che gli audio, pubblicati sui siti di Repubblica e Stampa, di fatto, confermano le dichiarazioni che hanno fatto saltare sulla sedia la premier e i dirigenti di via della Scrofa. Intanto, per quel “chi se ne frega” che – come la registrazione certifica – non è rivolto in generale a chi la critica ma ai malumori che arrivano dal suo stesso partito.


Ma ancor di più la presidente del Consiglio non avrebbe gradito il tono, considerato sfidante, con cui Santanché spiega che l’impatto dei processi sul suo lavoro lo valuta lei e solo lei. Questione su cui la premier aveva spiegato di avere una riflessione in corso ma, al momento, non ancora “le idee chiare”. Persino quella che sembra una dichiarazione di affetto imperituro nei confronti del presidente del Senato, quel “non mi abbandonerà mai”, è stato da molti letto come un messaggio subliminale, una sorta di promemoria di quanto le loro sorti siano legate. D’altra parte, lo stesso La Russa, per la prima volta, apertamente ipotizza che il destino di Santanché possa essere segnato. “L’amicizia – dice – prescinde dal fatto politico, sia che rimanga ministra sia che non sia ministra”. Quella di domani resta comunque una data-snodo. La Cassazione si esprimerà infatti sullo spostamento della sede di competenza da Milano a Roma dell’altro processo in cui la responsabile del Turismo è coinvolta, ovvero quello per truffa all’Inps per l’uso della cassa integrazione del periodo Covid. Lo stesso procedimento per il quale in caso di rinvio a giudizio, questa volta sì, Santanché avrebbe detto di essere pronta a dimettersi. Un trasferimento potrebbe allungare i tempi dell’esame. Ma se la competenza dovesse rimanere nel capoluogo lombardo la sentenza potrebbe arrivare nel giro di qualche settimana: uno stillicidio che anche la premier vorrebbe evitare.


Santanché continua a ribadire di non avere alcuna intenzione di lasciare il suo posto a meno che a chiederlo non sia la presidente del Consiglio. Dirimente potrebbe essere solo un incontro tra le due che però al momento non è ancora in agenda. E non soltanto perché Giorgia Meloni vorrebbe arrivare al faccia a faccia solo dopo che la ministra si sarà convinta a fare un passo indietro. La premier, infatti – causa crisi di governo in Serbia – domani e dopodomani non sarà più a Belgrado per la prevista riunione interministeriale. Tuttavia, Santanchè che sarà di ritorno dall’Arabia saudita il 30, rientrerà direttemente su Milano “per impegni già presi”.

Libia, Li Gotti: mia la denuncia, da cittadino, su Meloni. Avviso della Procura è dovuto

Libia, Li Gotti: mia la denuncia, da cittadino, su Meloni. Avviso della Procura è dovutoRoma, 28 gen. (askanews) – Cinque giorni fa, “da cittadino”, Luigi Li Gotti ha depositato in Procura a Roma la denuncia sul caso Almasri che ha portato all’avviso di garanzia reso pubblico dalla premier: “favoreggiamento personale” e “peculato” i reati ipotizzati “nei confronti della Presidente del Consiglio dei ministri, del Ministro della Giustizia, del Ministro dell’Interno e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega ai servizi segreti, in relazione – è scritto nel testo consegnato a piazzale Clodio il 23 gennaio scorso – alla liberazione di Osama Almasri, catturato su mandato della Corte Penale Internazionale, con l’accusa di tortura, assassinio, violenza sessuale, minaccia, lavori forzati, lesioni in danno di un numero imprecisato di vittime detenute in centri di detenzione libiche”.


“Si chiede che vengano svolte indagini sulle decisioni adottate e favoreggiatrici del suddetto Osama Almasri, nonché sulla decisione di utilizzare un aereo di stato per prelevare il catturato (e liberato) a Torino e condurlo in Libia”, ha scritto ancora l’avvocato Li Gotti nella denuncia.“Io mi sono limitato – spiega oggi il legale – a presentare una denuncia, da cittadino, ipotizzando dei reati. Non è certo anomalo che, come atto dovuto, la Procura di Roma abbia iscritto nel registro la premier e i ministri. Ora la Procura dovrà fare le sue valutazioni e decidere come proseguire”, eventualmente anche decidendo di trasmettere gli atti al Tribunale dei ministri.