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Castagner: crescita continua, puntiamo a leadership grappa di marca

Castagner: crescita continua, puntiamo a leadership grappa di marcaMilano, 31 gen. (askanews) – “Nel 2023 siamo passati dal 12 al 15% della produzione nazionale di grappa “. Lo ha annunciato Roberto Castagner, il fondatore e Ceo della distilleria trevigiana Castagner, aggiugendo che “l’obiettivo aziendale per i prossimi due anni è fare un balzo di tre punti percentuali e arrivare ad un 15% nella categoria della grappa di marca portandoci nelle prime tre posizioni a livello nazionale”.

Castagner ha poi diffuso anche gli ultimi dati sul mercato della grappa elaborati dalla società di ricerche Circana mettendoli a confronto con quelli aziendali. Con circa 9,4 milioni di bottiglie vendute nel 2023 e un fatturato di 102,6 milioni di euro, la Gdo rappresenta il mercato principale della grappa, che chiude l’anno con il segno meno sia per pezzi venduti (-4,5%), che per fatturato (-0,6%). “Il brand Castagner va in controtendenza con una crescita dell’1,6% dei volumi e del 3,4% del fatturato, raggiungendo il terzo posto come pezzi venduti e il quarto come fatturato” ha spiegato Castagner, rilevando “un miglioramento di un punto percentuale di pezzi nel mercato della grappa di marca, passando dall’11% del 2022 al 12% del 2023. La distilleria registra le migliori performance soprattutto nel Centro e nel Sud Italia, aree vocate principalmente alla tipologia di grappa invecchiata/barricata. Stabili invece il Nord Ovest e il Nord Est, che per storicità sono invece più vocate alla grappa bianca. A trainare la crescita è la “Grappa Barrique Ciliegio” che con un +6,73% di pezzi è il decimo item più venduto in Italia nella categoria grappa, seguito da la “Grappa Amarone Barrique” che con +3,22% di pezzi è il 12esimo item più venduto nel nostro Paese (nel formato da mezzo litro è il primo prodotto più venduto in Italia in quella fascia di prezzo), e dal “Prosecco Ice” che, con un +14,5% di pezzi si classifica al 62esimo posto, “una delle poche grappe bianche a crescere nel nostro Paese dove la tipologia perde il 6,3% di pezzi”.

Il mercato del “fuori casa”, che rappresenta il 27% del mercato italiano della grappa per numero di pezzi e il 31,3% per fatturato totale nel nostro Paese, risulta stazionario per volume (+0,3%) e in crescita per il fatturato (+3%), per gli incrementi di listino intercorsi nel 2023. In questo canale, Castagner registra complessivamente una crescita dell’1,5% del numero di pezzi e del 5,5% di fatturato. A trainare la crescita è la “Grappa Riserva 18 mesi Barrique di Ciliegio” con un +40% per numero di pezzi, e “Linea Fuoriclasse Leon”, linea esclusiva del canale Horeca ed ingrosso, che si mantiene ai livelli del 2022, anno della ripresa. Oggi il mercato della grappa si attesta sulle 30 milioni di bottiglie, una nicchia rispetto al cognac (160 mln), al whisky (1 mld), al rum e alla vodka (3 mld entrambi). “Ciò che ci premia oggi è l’aver creduto 26 anni fa, quando il mercato chiedeva ancora le bianche, nelle grappe barricate, categoria che cresce annualmente avendo progettato il futuro nella barricaia nata nel 1998” ha proseguito Roberto Castagner, evidenziando che “allo stato attuale la capacità della barricaia è stimata in 1,3 milioni di bottiglie totali: questo ci consente di offrire un’ampia gamma di prodotti con invecchiamenti da uno a 24 anni al consumatore”.

Cantina Vignaioli Morellino di Scansano chiude 2023 con +4% fatturato

Cantina Vignaioli Morellino di Scansano chiude 2023 con +4% fatturatoMilano, 31 gen. (askanews) – La Cantina Vignaioli Morellino di Scansano ha chiuso l’esercizio 2022-2023 con un incremento del fatturato del 4% sull’anno precedente, passando da 14,9 a 15,5 milioni di euro. Lo ha reso noto la stessa cooperativa grossetana, spiegando che il canale Gdo Italia ha registrato una crescita del 10%, l’Horeca del 5% “ed è aumentata anche la quota export, soprattutto in Cina e nei mercati asiatici”. La Cantina inoltre “continua a rappresentare un punto di riferimento per l’offerta enoturistica nel territorio”, segnando un +22% sulle degustazioni guidate rispetto al 2022.

“Nonostante il momento critico per il mercato del vino sia in Italia che all’estero, siamo riusciti a mantenere per i soci le stesse liquidazioni dell’anno precedente premiandoli per i tantissimi sacrifici che stanno facendo, dato che l’aumento dei costi riguarda anche la gestione della vigna” ha affermato il presidente della Cantina, Benedetto Grechi, parlando di “un risultato che ci soddisfa, anche se auspichiamo di aumentare le liquidazioni nel prossimo esercizio”. “La performance va letta alla luce degli aumenti dei costi che tutti ben conoscono, era prevedibile che questa situazione avrebbe avuto un’eco importante su questo esercizio e per limitarne gli effetti si è reso necessario un aumento dei listini, entrato però in vigore solo a metà anno e che, in ogni caso, abbiamo contenuto il più possibile (+3%)” ha aggiunto il Dg, Sergio Bucci, precisando che “dovremo aspettare il prossimo anno per capire se questa operazione riuscirà nell’obiettivo di mantenere la marginalità auspicata, ma le stime e i risultati delle vendite dell’ultimo quadrimestre del 2023, che non rientrano nell’esercizio di questo bilancio, ci fanno ben sperare”.

Nello stesso appuntamento in cui è stato approvato il bilancio si sono svolte anche le elezioni del nuovo Cda, che vede riconfermati la maggior parte dei consiglieri uscenti e “si impegna a lavorare nel solco della continuità, seguendo la filosofia attenta alla qualità, al rispetto del consumatore e dell’ambiente che contraddistingue il lavoro della cooperativa”. Dal bilancio di sostenibilità della Cantina, chiuso negli stessi giorni di quello di esercizio, emerge una riduzione del 7% delle emissioni nella produzione di Morellino di Scansano Docg nel periodo compreso tra il 2020 e il 2023. Un minore impatto misurato per la certificazione Viva Sustainable Wine, “da ascriversi – sempre secondo quanto spiegato dalla cooperativa – soprattutto alla gestione del vigneto, sempre più sostenibile grazie al sistema previsionale Sos Wine, nonché ai progressi fatti nelle altre fasi del ciclo di vita di prodotto: packaging, Cantina, distribuzione e prodotto”.

A “Amarone Opera Prima” confronto su futuro della Valpolicella del vino

A “Amarone Opera Prima” confronto su futuro della Valpolicella del vinoMilano, 31 gen. (askanews) – Presenta un bilancio tutto proiettato al futuro “Amarone Opera Prima 2024”, l’nteprima del Consorzio vini Valpolicella che prenderà il via alla Gran Guardia a Verona alle 11 di sabato 3 febbraio con il convegno “Clima, produzione e mercati: la Valpolicella alla prova del cambiamento”. Pensato per riflettere sulle traiettorie e strategie di sviluppo alla luce di un’analisi congiunturale del settore, il talk, moderato dal direttore di Telenuovo, Andrea Andreoli, vedrà confrontarsi, il presidente e il vicepresidente del Consorzio, Christian Marchesini e Andrea Lonardi, il responsabile Osservatorio del vino di Uiv, Carlo Flamini, e Maurizio Ugliano, professore ordinario di Enologia dell’Università di Verona.

“Tagliamo il nastro della 20esima edizione con un record: quest’anno sono 70 le aziende che presentano il millesimo 2019, un numero importante che riflette la forza di una Denominazione che non ha paura di mettersi in discussione” ha spiegato Marchesini, sottolineando che “abbiamo infatti colto l’occasione di questo evento dedicato all’Amarone per mettere a tema i cambiamenti che la tipologia dei rossi e l’intero settore del vino stanno attraversando: un confronto per noi dovuto e necessario che siamo certi porterà a risposte costruttive”. Sul fronte del programma, si prosegue poi con il talk “Amarone Opera Prima: sipario con Vittorio Grigolo”, un appuntamento con l’enfant prodige della lirica mondiale e protagonista dal 2013 del Festival lirico veronese. A seguire, dalle 12.30, si apriranno i banchi di assaggio prima alla stampa e poi agli appassionati (dalle 16.30 alle 19), con questi ultimi che saranno i protagonisti della giornata di domenica 4 febbraio, (dalle 10 alle 17), che si concluderà con il party “Winenot X Amarone Opera Prima” promosso in collaborazione con l’associazione Winenot e il Gruppo Giovani del Consorzio vini Valpolicella (dalle 18 alle 23).

Sul fil-rouge dell’attrattività e del futuro dei mercati anche le due masterclass riservate alla stampa di settore ed estera (su invito) in programma, come “anteprima dell’Anteprima”, per venerdì 2 febbraio, che vedono i wine expert JC Viens e Filippo Bartolotta affrontare rispettivamente i temi del collezionismo come asset di investimento, “Amarone, the next big thing in wine collecting?” alle 11, e dell’evoluzione produttiva, “Amarone: the new wave” alle 14. Amarone Opera Prima è organizzato dal Consorzio Vini Valpolicella con il sostegno di Banco Bpm, Generali Cattolica Assicurazioni, Italsughero, Grafiche Valpolicella, Enoartis e con il patrocinio del Comune di Verona.

Vino, la Cantina veronese Tedeschi inaugura l’archivio dei vini

Vino, la Cantina veronese Tedeschi inaugura l’archivio dei viniMilano, 31 gen. (askanews) – Con una degustazione storica, la Cantina Tedeschi di Pedemonte di Valpolicella (Verona) ha inaugurato l’archivio dei suoi vini, un patrimonio organolettico aperto al pubblico dei collezionisti, degli operatori dell’alta ristorazione e degli appassionati.

La “libreria” delle etichette che racconta l’evoluzione enologica della Valpolicella, si apre ad un livello sotto il piano di ingresso dell’azienda, raggiungibile scendendo un’ampia scala elicoidale. Qui si possono scoprire le innumerevoli sfaccettature dello “stile Tedeschi” e dell’azione del tempo sull’Amarone, il più iconico vino della Valpolicella. La sala ospita circa 6.800 bottiglie, su un totale di vecchie annate che ne conta circa 27mila. Oltre che per la degustazione, i millesimi degli anni Duemila sono disponibili anche per la vendita. Quelle precedenti, più rare in termini quantitativi, sono destinate ad esclusive degustazioni verticali.

“E’ la summa del lavoro della nostra famiglia e un omaggio al valore del nostro territorio” ha spiegato Riccardo Tedeschi, sottolineando che “il suo scopo non è però solo celebrativo, è anche la volontà di creare un luogo che proponga un punto di vista diverso sul nostro Amarone, un vino ecclettico che, sia fresco che invecchiato, si presta ad abbinamenti gastronomici diversi. Perché, come ci ha insegnato nostro padre Lorenzo, per fare un Amarone capace di maturare a lungo – ha concluso – bisogna prima produrre un grande vino”.

Fèlsina, la distribuzione dei vini si fa in casa con Orbacca

Fèlsina, la distribuzione dei vini si fa in casa con OrbaccaMilano, 30 gen. (askanews) – Per la Cantina senese Fèlsina, il percorso che inizia con la vite e si conclude con la distribuzione delle bottiglie è un affare di famiglia, la famiglia Poggiali, che da oggi porta le etichette dell’azienda di Castelnuovo Berardenga nelle mani di Orbacca, il progetto distributivo di vini di qualità di piccoli produttori italiani, francesi e tedeschi, nato nel 2021.

“Inserire Fèlsina tra le aziende distribuite da Orbacca è un passo molto importante, di cui andiamo fieri” ha affermato Giovanni Poggiali, alla guida dell’azienda, aggiungendo che “le realtà rappresentate dalla selezione vini sono state scelte con cura: si tratta di aziende di piccola e media dimensione con cui Fèlsina condivide valori e ideali, oltre a un profondo legame con il singolo territorio di appartenenza. Come per loro – ha concluso – i nostri vini sono frutto della tradizione e della continua ricerca verso i propri territori e vitigni di riferimento, grazie anche a una squadra che è come una famiglia: poter raccontare queste sfaccettature attraverso la nostra stessa distribuzione è un valore aggiunto che ci darà grandi soddisfazioni”. Nata a Siena, a circa venti chilometri di distanza da Fèlsina, Orbacca (la “bacca d’oro” frutto dell’alloro) rappresenta venti Cantine di alcuni dei territori più significativi del panorama vitivinicolo italiano e internazionale.

Vino, al via progetto D-Vino per Istituti alberghieri di Prato e Firenze

Vino, al via progetto D-Vino per Istituti alberghieri di Prato e FirenzeMilano, 30 gen. (askanews) – Partirà domani 31 gennaio ed andrà avanti per tutto il mese di febbraio il ciclo di appuntamenti del progetto di formazione D-Vino dedicato agli studenti degli istituti alberghieri e turistici Francesco Datini di Prato e Aurelio Saffi di Firenze. Si tratta di progetto promosso dall’Associazione Donne del Vino, ideato dalla vicepresidente della delegazione Toscana, Paola Rastelli, con lo scopo di sensibilizzare l’inserimento di materie legate all’enologia nelle scuole professionali. Cinque lezioni per ciascun istituto, che affronteranno la materia con un approccio pragmatico e basato sulle professionalità di produttrici, imprenditrici, giornaliste, ristoratrici, enotecarie, sommelier ed esperte di marketing. Il primo ciclo di incontri si era tenuto lo scorso anno e aveva coinvolto due istituti professionali della provincia di Livorno.

“L’obiettivo del progetto D-Vino è quello di portare il mondo del vino sui banchi di scuola, affinché i futuri professionisti del settore inizino a formarsi già in età scolare” ha spiegato la presidente dell’Associazione Donne del Vino della Toscana, Donatella Cinelli Colombini, aggiungendo che “per produrre, ma soprattutto per comunicare il vino oggi, è essenziale avere una sensibilità che ha origine da lontano e saper legare l’evoluzione della comunicazione tra le nuove generazioni”. “Questo è il modo più efficace per un tema così specifico e ricco di sfaccettature per traghettare nel futuro una cultura del vino sana e orientata all’accrescimento della percezione del vino come prodotto di qualità, contrastando l’abuso di alcool ed il binge drinking” ha proseguito, concludendo “attraverso le esperienze di ciascuna Donna del Vino, sarà dunque importante far riflettere le nuove generazioni, soprattutto sulle molteplici opportunità di lavoro che il mondo del vino può offrire loro”. Le cinque lezioni verteranno in particolare su principi di viticultura ed enologia, piramide produttiva del vino ed economia del vino, territori del vino e principali vini toscani, la comunicazione del vino ed i canali di comunicazione, la degustazione e l’abbinamento cibo-vino, le professioni del vino e l’etica professionale con nozioni di wine management della cantina del ristorante e carta dei vini. Per gli studenti dell’indirizzo turistico Datini di Prato, i temi affrontati saranno inerenti la storia del vino e la comunicazione del vino, i principi di viticultura ed enologia, l’enoturismo tra distretti enoturistici e cantine turistiche, i territori del vino ed i principali vini toscani e l’abbinamento cibo-vino con relativo storytelling.

Vino, Chianti Lovers e Rosso Morellino: al via vendita dei biglietti

Vino, Chianti Lovers e Rosso Morellino: al via vendita dei bigliettiMilano, 30 gen. (askanews) – Si è aperta la vendita dei biglietti per “Chianti Lovers & Rosso Morellino – Anteprima 2024”, in programma il 18 febbraio presso il padiglione Cavaniglia della Fortezza da Basso di Firenze. Una giornata di degustazioni con diverse aree espositive e tecniche, a cui saranno presenti oltre 200 etichette di Chianti e Morellino, di cui la metà saranno nuove annate offerte in anteprima da oltre cento aziende. oltre 200 etichette di Chianti e Morellino di cui la metà saranno nuove annate offerte in anteprima da oltre cento aziende.

I biglietti in prevendita sono disponibili sulla piattaforma online Box Office Toscana. Il pubblico avrà accesso con biglietto dalle 16 alle 21, mentre gli operatori potranno entrare dalle 9.30 alle 21 nella solo area espositiva del Padiglione Cavaniglia. Foto di Alessandro Fibbi

Lollobrigida: su vino senza alcol confronto tecnico in corso

Lollobrigida: su vino senza alcol confronto tecnico in corsoRoma, 30 gen. (askanews) – Sul tema della normativa che regolamenti il vino dealcolato, cioè senza alcol, bevanda che al momento in Italia non può essere denominata “vino”, “stanno valutando scientificando gli uffici quali devono essere gli impegni” da assumere con l’Ue. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida rispondendo a una domanda prima di entrare a palazzo Chigi per il Consiglio dei ministri.

“Ci stiamo confrontando anche con l’Organizzazione internazionale del vino, che è presieduta da un italiano, perché ci sono delle modifiche sostanziali alle produzioni. Alcuni tecnici – ha spiegato Lollobrigida – vedono per esempio nell’alcol uno stabilizzatore naturale del vino che potrebbe mutarne le caratteristiche: se si mutano le caratteristiche potrebbe non essere considerato vino, dopodiché non è vietato vendere una bottiglia di qualcosa che somiglia al vino e chiamarla in un altro modo. Voler chiamare per forza una cosa che cambia radicalmente un prodotto con il nome di quel prodotto è un modo per cercare di di confondere le persone che acquistano. Noi non crediamo che sia la strada giusta”, ha sottolineato il ministro. Tuttavia, ha concluso Lollobrigida, “è ovvio che questo è oggetto anche di discussione che si fa con i tecnici, con gli scienziati che fanno analisi, con i conoscitori delle produzioni, con gli enologi, con un confronto attento. Quando avremo sviscerato del tutto” il dossier “prenderemo una posizione ufficiale”.

Vino, Prosecco Docg lancia Patto con Comuni del Conegliano Valdobbiadene

Vino, Prosecco Docg lancia Patto con Comuni del Conegliano ValdobbiadeneMilano, 30 gen. (askanews) – “Come Consorzio che rappresenta centinaia di realtà produttive e migliaia di viticoltori, abbiamo deciso di inaugurare un nuovo ‘spazio di dialogo’, un primo passo verso quello che auspichiamo sarà un vero e proprio Patto del Territorio. L’ascolto delle esigenze del territorio, la condivisione degli obiettivi e il confronto costante, crediamo siano la chiave per affrontare insieme il prossimo futuro del Conegliano Valdobbiadene”. Lo ha affermato la presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, Elvira Bortolomiol, che il 29 gennaio ha incontrato i 15 sindaci dei Comuni locali per avviare un percorso comune. L’incontro è avvenuto nell’ambito dell’evento di presentazione della prima edizione del Rapporto di sostenibilità del Consorzio, a Villa dei Cedri a Valdobbiadene.

Il Consorzio propone alle amministrazioni alcuni punti di collaborazione sui quali condividere il percorso. “Si tratterà innanzitutto di una piena condivisione degli obiettivi e degli strumenti da attuare e conseguentemente di un impegno reciproco declinato su più fronti” ha spiegato il direttore del Consorzio, Diego Tomasi, precisando che “dalla tutela, conservazione e rigenerazione delle risorse ambientali, alla creazione di un modello viticolo innovativo grazie alle competenze accademiche presenti sul territorio, fino alla mobilità sostenibile e l’efficientamento energetico delle produzioni sul territorio non dimenticando un’azione incisiva di coinvolgimento della cittadinanza”. La proposta di lavoro che il Consorzio avanza alle amministrazioni locali spazia da una campagna di comunicazione per coinvolgere il territorio sulla relazione tra vigneto e sostenibilità ambientale, alla collaborazione attiva per la conservazione ed il miglioramento delle risorse ambientali nelle sue componenti della biodiversità, passando per la verifica dello stato attuale dell’impronta carbonica dovuta all’attività vitivinicola e alla mobilità che rappresenta un fattore di grande utilità territoriale. Infine, si prevede una collaborazione su attività di inclusione sociale, coinvolgendo le aziende produttrici e i rappresentanti delle municipalità per dei percorsi formativi volti all’inserimento aziendale di nuovo capitale umano.

Vino, Ascheri: proteggiamo le Langhe da speculazione e omologazione

Vino, Ascheri: proteggiamo le Langhe da speculazione e omologazioneTorino, 30 gen. (askanews) – “Quando l’offerta è limitata e la domanda aumenta, i prezzi vanno alle stelle e il valore dei nostri terreni, dei nostri asset, è cresciuto tantissimo: questo significa che se oggi una delle nostre Cantine vuole acquistare un ettaro di Barolo devo spendere dai due ai quattro milioni di euro e questo è un problema, perché per ripagarselo servono quattro generazioni e quindi dal punto di vista economico non ha nessun senso, è un valore patrimoniale, esclusivamente finanziario”. A dirlo è Matteo Ascheri, presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, a margine dell’incontro “Changes – Langhe (not) for sale – L’identità e il valore della comunità” che si è tenuto il 29 gennaio all’Officine grandi riparazioni (Ogr) di Torino nell’ambito di “Grandi Langhe 2024”.

A scatenare l’aumento incontrollato dei terreni vitati della zona più esclusiva del vino piemontese (meno di 2.000 ettari per il il Barolo e meno di 800 per il Barbaresco), sono stati principalmente i “grandi investitori esterni” che negli ultimi quindici anni hanno conquistato “tra il 15 e il 20%” delle Cantine delle Langhe. La “voracità” dei grandi gruppi e dei fondi di investimento che nel vino vedono un asset al pari di qualsiasi altro prodotto, e applicano logiche che snaturano completamente la cultura del territorio è un tema attuale e importante non solo qui ma in tutte le zone del nostro Paese fortemente votate alla produzione di vino di qualità. “Questo tipo di evoluzione è per certi versi inevitabile e non esiste una soluzione, perché le scelte di vendere o non vendere sono assolutamente personali, familiari, aziendali e noi non vogliamo entrarci, ma vogliamo che ci sia la consapevolezza che si tratta di decisioni che hanno un impatto sulla comunità. Dobbiamo avere chiaro cosa eravamo, cosa siamo diventati e perché” precisa Ascheri, sollevando un altro tema oltre al prezzo della terra che in Barolo è il più alto d’Italia, e cioé quello del capitale umano locale, il cui depauperamento rischia di compromettere il futuro del vino di questo magnifico e prezioso angolo di Piemonte, e in particolare della produzione delle punte di diamante Barolo e Barbaresco. “Di vino se ne consumerà sempre meno ma di qualità sempre più alta e il problema più grosso sarà quello dell’omologazione” prosegue il 62enne produttore di Bra (Cuneo) evidenziando che “il fattore umano non è solo un tema di proprietà, l’elemento umano è intrinseco nel nostro successo: il mondo delle Langhe è eterogeneo ed è proprio questo caleidoscopio che le rende un unicum”. “La nostra forza consiste nell”irregolarità’: se dalle nostre aziende togliamo la famiglia, andiamo verso l’omologazione ed è come se segassimo il ramo sul quale siamo seduti” continua, parlando di “un problema etico, di comunità” e puntando a smuovere se non le coscienze almeno “l’orgoglio e l’amor proprio” dei suoi colleghi vigneron.

Per spiegare con una battuta come è cambiato il paradigma negli ultimi anni, il presidente del Consorzio ricorda che “una volta quando uno vendeva non lo diceva a nessuno perché si vergognava e chi acquistava non lo diceva a nessuno perché non voleva che si sapesse che aveva speso un sacco di soldi: oggi la prima cosa è fare un comunicato stampa per dirlo a tutti”. “Un tempo – prosegue – il figlio di un contadino lavorava il vigneto, poi si è evoluto e ha incominciato a gestire la Cantina e adesso fa l’export manager e in vigneto non ci va più: è un’evoluzione naturale ma dobbiamo rendercene conto. Serve consapevolezza perché non è possibile pensare ad uno sviluppo che non passi da un mantenimento dei nostri valori distintivi – conclude Ascheri – contano le persone, le loro tradizioni e le loro storie: è questo il patrimonio che dobbiamo passare alle prossime generazioni per poter garantire loro un futuro prospero”. All’incontro, che ha aperto l’ottava edizione della due giorni di presentazioni e anteprime delle nuove produzioni vinicole di ben 300 produttori di Langhe e Roero, è stata presentata una ricerca realizzata dall’Università Cattolica di Milano e Brescia sui fattori che determinano o ostacolano la vendite delle aziende vitivinicole del territorio langarolo. Indagine che, in estrema sintesi, ha evidenziato nei produttori locali (con sfumature diverse tra under e over 40), un forte legame con la proprie radici e la propria storia imprenditoriale che portano ad uno scarso interesse, se non ad una dichiarata diffidenza, verso eventuali investitori esterni, ancor più se estranei al mondo del vino.

Il Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani tutela quattro Docg e cinque Doc e riunisce 568 soci con circa 10mila ettari vitati sul territorio di 96 Comuni, che producono un totale che si aggira sui 66 milioni di bottiglie.