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Fivi: il “Mercato dei vini 2024” si terrà dal 23 al 25 novembre

Fivi: il “Mercato dei vini 2024” si terrà dal 23 al 25 novembreMilano, 19 dic. (askanews) – A seguito del successo ottenuto dalla prima edizione bolognese del Mercato dei vini dei vignaioli indipendenti, Fivi e BolognaFiere annunciano le date della prossima edizione (la tredicesima): sabato 23, domenica 24 e lunedì 25 novembre 2024.

“Dopo questa prima edizione a Bologna il nostro impegno è dedicato a realizzare un Mercato dei Vini 2024 che sia all’altezza delle aspettative di tutti: vignaiole e vignaioli, appassionati, operatori” ha affermato il presidente della Fivi, Lorenzo Cesconi, aggiungendo che “abbiamo imparato molto e sappiamo perfettamente cosa va messo a punto e migliorato. Per noi questo evento è una sorta di manifesto concreto dei nostri valori e dei nostri obiettivi associativi: per questo lo curiamo con tanta attenzione e con la stessa passione con la quale lavoriamo i nostri vigneti e produciamo i nostri vini, ed è questo che lo rende unico, tra i tanti eventi del vino italiano”.

Vino, il Clante d’Oro 2023 di Gaiole in Chianti a Francesco Ricasoli

Vino, il Clante d’Oro 2023 di Gaiole in Chianti a Francesco RicasoliMilano, 18 dic. (askanews) – Il Clante d’oro 2023, massima onorificenza cittadina di Gaiole in Chianti (Siena), è stato assegnato all’imprenditore vitivinicolo Francesco Ricasoli, “che ha sempre posto massima attenzione alla sostenibilità del territorio in campo economico, ambientale, etico e sociale e che ha sempre aiutato tutte le realtà associative locali”. Lo ha reso noto lo stesso Comune toscano, spiegando che la cerimonia si è tenuta come ogni anno alle ex Cantine Ricasoli, in occasione del consueto “Concerto di Natale” del Corpo Bandistico Vannetti.

“Con grade piacere, su proposta della Consulta delle associazioni, il Consiglio comunale di Gaiole in Chianti ha assegnato all’unanimità la massima onorificenza cittadina a Francesco Ricasoli, pronipote del Barone di Ferro, imprenditore di successo, produttore di grandi vini che sono espressione di questa terra e simbolo del Chianti” ha spiegato il sindaco Michele Pescini, ricordando che “da trent’anni alla guida dell’azienda vitivinicola che porta il nome della sua storica famiglia, Francesco Ricasoli ha sempre condotto la propria attività imprenditoriale con una costante attenzione alla sostenibilità del territorio in campo economico, ambientale, etico e sociale, aiutando costantemente il tessuto associativo locale”. Quest’anno è stata assegnata anche una menzione d’onore alla blogger locale Stefania Pianigiani “per aver promosso la tipicità e il valore del nostro patrimonio geografico ed enogastronomico con competenza, passione e forte senso identitario, mantenendo la leggerezza con la quale si autodefinisce orgogliosamente giornalista giardiniera”. Le borse di studio per meriti scolastici, assegnate al termine del ciclo della Scuola Secondaria di primo grado, sono invece andate a Rachele Lastrucci e Vittoria Lepri.

Vino, la Commissione Ue riconosce la nuova Dop “Emilia-Romagna”

Vino, la Commissione Ue riconosce la nuova Dop “Emilia-Romagna”Milano, 18 dic. (askanews) – Oggi la Commissione europea ha aggiunto al registro delle Denominazioni di origine protette i vini della regione Emilia-Romagna, in particolare dei Comuni delle province di Bologna, Modena e Ravenna. Lo ha comunicato la stessa Commissione. I vini “Emilia-Romagna” devono essere ottenuti per almeno l’85% da uve Pignoletto, antico vitigno a bacca bianca, e possono essere prodotti nelle categorie “Vino”, “Vino spumante”, “Vino spumante di qualità” e “Vino frizzante”, e nelle tipologie Passito e Vendemmia tardiva.

“Da Bruxelles arriva un riconoscimento importante per la vitivinicoltura dell’Emilia-Romagna, frutto del grande lavoro fatto nei principali territori vitivinicoli e su etichette che stanno raccogliendo premi e buona reputazione” hanno commentato il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, aggiungendo che “l’Emilia-Romagna ha una posizione consolidata nel mondo del vino, con un’importante crescita sul mercato interno e su quello estero”. “In questi ultimi anni abbiamo visto un’evoluzione economica e produttiva con etichette e Cantine che hanno portato premi e riconoscimenti, segno di un innalzamento della qualità” hanno continuato Bonaccini e Mammi, concludendo “complimenti al Consorzio e alle imprese che ne fanno parte”.

Vino, Cantine Verona: fatturato consolidato 2022-23 a 66,8 mln (+1,7%)

Vino, Cantine Verona: fatturato consolidato 2022-23 a 66,8 mln (+1,7%)Milano, 18 dic. (askanews) – Cantine di Verona, il gruppo cooperativo nato nel 2021 dalla fusione di Cantina Valpantena, Cantina di Custoza e Cantina Colli Morenici, chiude il bilancio 2022-2023 con un fatturato consolidato pari a 66,8 milioni di euro, facendo registrare un +1,7% sul precedente. Lo ha riferito l’importante realtà vitivinicola scaligera, spiegando che i conferimenti complessivi sono aumentati del 18%, che la liquidazione totale ai soci è cresciuta in un anno di ben il 30% e che il patrimonio è arrivato a 30,6 milioni di euro.

“Siamo soddisfatti dei risultati dell’anno trascorso perché rappresentano i numeri più alti conseguiti dal nostro gruppo cooperativo, che acquisiscono ancora più importanza nell’attuale situazione del settore, complessa e caratterizzata da molteplici sfide” ha dichiarato il presidente Luigi Turco, sottolineando che “i traguardi raggiunti testimoniano ancora una volta che il nostro costante impegno nella ricerca di eccellenza e qualità ci sta premiando”. Dal punto di vista degli investimenti Cantine di Verona ha quasi portato a termine il piano predisposto al momento della fusione, che comprendeva la creazione di una nuova linea di imbottigliamento, di una batteria di autoclavi per la produzione dei vini spumanti e frizzanti, l’ampliamento della struttura dei sistemi di refrigerazione e l’installazione di pannelli fotovoltaici nella sede di Quinto di Valpantena (Verona).

“Nel 2024 installeremo il nuovo impianto fotovoltaico previsto a Custoza, che ha avuto dei ritardi a causa di impedimenti burocratici” ha proseguito Turco, spiegando che “siamo inoltre attualmente impegnati nell’implementazione di un nuovo gestionale e in un progetto riorganizzativo, al fine di ottenere un maggiore efficientamento degli asset aziendali e di valorizzare al meglio le risorse interne”.

Vino, Masi dedica uno speciale Amarone all’Anno del Drago in Cina

Vino, Masi dedica uno speciale Amarone all’Anno del Drago in CinaMilano, 18 dic. (askanews) – Il 24 febbraio 2024 la Cina entrerà nell’anno lunare del Drago e per celebrare questo importante e sentito passaggio, la Cantina veronese Masi presenta il “Costasera Lunar-New Year of the Dragon”, una limited edition del suo “Costasera Amarone Classico 2018”.

Dopo la bottiglia per l’Anno del Coniglio, Masi rinnova dunque il suo omaggio alle culture orientali alla luce della quarantennale presenza dei suoi Amarone nei mercati asiatici. “Mercati che hanno sempre avuto un ruolo fondamentale nel nostro percorso di crescita internazionale e di visione del marchio” ha spiegato Alessandra Boscaini, direttore vendite di Masi Agricola, sottolineando che “la cultura cinese in particolare, con la sua storia millenaria, vanta un’incredibile ricchezza di simboli e tradizioni a cui ci siamo ispirati per la collezione ‘Costasera Lunar’, ‘promozionata’ su WeChat e Little Red Book, le piattaforme di e-commerce e social network più diffuse in Asia, con un impatto significativo sulla crescente community di consumatori dell’area”. La confezione e l’etichetta di “Costasera Lunar-New Year of the Dragon” sono decorate con i tradizionali motivi rossi e un maestoso drago dorato fluttuante, che richiama la danza iconica delle celebrazioni del Capodanno Cinese, sempre più conosciuto e partecipato dalle comunità asiatiche nel mondo. Con l’edizione di quest’anno, Masi dà il via a una collana di 12 bottiglie da collezione dedicate ai segni zodiacali del calendario lunare cinese, caratterizzate da etichette speciali e uniche offerte in astuccio singolo simboleggianti l’iconografia dello zodiaco, che ne spiegano il significato.

Vino, Cantina Tollo: nel 2023 esportazioni cresciute del 18,4%

Vino, Cantina Tollo: nel 2023 esportazioni cresciute del 18,4%Milano, 18 dic. (askanews) – E’ di 49,9 milioni di euro, sostanzialmente in linea con quello dell’anno scorso, il fatturato dell’esercizio di bilancio 2022-2023 di Cantina Tollo, presentato il 17 dicembre ai soci della cooperativa teatina. Spicca il dato dell’export, cresciuto del 18,4% e trainato da Russia, Germania, Canada, Paesi Bassi e Francia. Oltre alla quota delle esportazioni, è aumentato anche il valore del vino biologico, che ha registrato un incremento del 6% rispetto al 2022, attestandosi sul 7% della produzione totale.

“I nostri vini raccontano la bellezza e le tradizioni delle terre abruzzesi oltre i confini nazionali” ha dichiarato il presidente, Luciano Gagliardi, sottolineando che “l’aumento della quota export ne è la prova evidente, così come lo sono i riconoscimenti ottenuti da parte della critica internazionale su prestigiose testate come James Suckling, Falstaff e Vinous”. Durante l’incontro con i soci è stato inoltre presentato anche il secondo bilancio di sostenibilità della Cantina, strumento che ha lo scopo di misurare le performance in fatto di sostenibilità ambientale, economica e sociale. In quest’ottica è stato adottato il Codice etico, che disciplina molti aspetti della vita aziendale e introduce nuove norme di condotta individuali e collettive, con l’obiettivo di definire la qualità e la competitività sostenendone lo sviluppo nel tempo.

La cooperativa con sede a Tollo, con 620 soci e 2.500 ettari coltivati dalle colline del litorale fino alle pendici della Maiella, commercializza 18 milioni di bottiglie all’anno. La produzione si concentrata sui vitigni tipici e autoctoni del territorio: Montepulciano, Trebbiano, Pecorino, Passerina, Maiolica e Cococciola. L’azienda esporta praticamente in tutta Europa, oltre che in Giappone, Stati Uniti, Canada, Russia, India e Cina.

Vino, Centinaio: servizio di Report fa solo scandalismo approssimativo

Vino, Centinaio: servizio di Report fa solo scandalismo approssimativoMilano, 18 dic. (askanews) – “‘Report’ continua la sua campagna denigratoria contro le eccellenze agroalimentari italiane. I nostri produttori di vino sono stati bollati come imbroglioni senza scrupoli da una trasmissione che continua a fare scandalismo approssimativo anziché buona informazione. Faccio fatica a capire il gusto che prova Ranucci a screditare i nostri prodotti migliori”. Lo afferma il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio, responsabile del dipartimento Agricoltura e Turismo della Lega.

“Il vino italiano è esportato e amato in tutto il mondo perché è di ottima qualità, le norme che ne regolano la produzione sono rigorose e ancor di più lo sono i disciplinari per le Indicazioni Geografiche” prosegue Centinaio, aggiungendo che “non esiste un malcostume diffuso e non ha senso mettere sullo stesso piano prodotti naturali utilizzati durante la lavorazione con additivi chimici illegali”. “È evidente che anche tra i produttori vitivinicoli ci sia chi imbroglia e deve essere individuato e punito” sottolinea Centinaio, concludendo, “su costoro, le inchieste giornalistiche fanno bene a puntare i riflettori, ma è inaccettabile che pochi impostori possano macchiare la reputazione di un comparto nazionale che è corretto e che semmai subisce la concorrenza sleale di aziende straniere”.

Vino, Città del Vino: servizio Report inaccettabile, settore è sano

Vino, Città del Vino: servizio Report inaccettabile, settore è sanoMilano, 18 dic. (askanews) – “Il mondo del vino italiano è sano, produttivo, competitivo, in grado di generare qualità, ricchezza diffusa ed occupazione, un comparto che è sottoposto a tutta una serie di controlli, a regole, disciplinari di produzione previsti dalle singole denominazioni, e che queste norme le rispetta. Ovviamente nei casi di comportamenti illegali, e non conformi ai disciplinari e alle altre leggi, è auspicabile, come avviene, che le autorità competenti facciano gli opportuni controlli e sanzioni. Lo stesso vale per il mio comune, Tollo, in Abruzzo, regione vitivinicola colpita in modo pesante dalla peronospora, causando una diminuzione della produzione delle uve fino al 70 per cento e circa 240 milioni euro di fatturato. Gettare discredito genericamente su un settore sano, screditare agricoltori, imprese e famiglie, come ha fatto ieri ‘Report’, non è corretto e non è accettabile. Serve chiarezza dell’informazione e non mistificazione della realtà”. Lo ha dichiarato il presidente dell’Associazione Città del Vino, nonché sindaco di Tollo (Chieti) chiamato in causa dal servizio “Piccoli chimici” della trasmissione d’inchiesta “Report” andato in onda il 17 dicembre su Rai3.

“Nel territorio di Tollo è presente un’economia del vino sana, legale e corretta, un sistema vitivinicolo fatto di quasi 500 viticoltori che si spaccano la schiena per dare un prodotto d’eccellenza e creare ricchezza” ha proseguito Radica, aggiungendo “così come il sistema vitivinicolo abruzzese che è composto da migliaia di viticoltori eccellenti e onesti che hanno fatto grande l’Abruzzo, divenuta in pochi anni una regione vinicola d’eccellenza. Ed è così in tutta Italia. Il flagello della Peronospora – ha concluso – ha rappresentato una catastrofe per l’economia vitivinicola tollese ed abruzzese, e sono necessari in tempi rapidi e certi ristori al comparto, da parte della Regione Abruzzo e del governo nazionale”.

Vino, Consorzio: tra qualche settimana avremo la Docg Cirò Riserva

Vino, Consorzio: tra qualche settimana avremo la Docg Cirò RiservaMilano, 18 dic. (askanews) – Dopo il Pubblico accertamento avvenuto il 16 novembre scorso e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, per il via libera alla Docg Cirò Riserva “manca ora solo l’approvazione da parte della Comunità Europa”. “Bisognerà aspettare ancora qualche settimana perché il riconoscimento sia ufficiale, tuttavia l’iter burocratico, iniziato nel 2019, simboleggia la volontà di elevare il territorio e riconoscere il valore vitivinicolo e il pregio che esso possiede e renderlo competitivo all’interno del mercato” ha spiegato il presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Cirò e Melissa, Raffaele Librandi, sottolineando che “la scelta di far conferire il marchio Docg solo al Rosso Doc Cirò Riserva è motivata dalla volontà di valorizzare al meglio l’astro nascente della nostra Denominazione, un vino con la giusta struttura e carattere da poter essere competitivo sul mercato. Un vino – ha ricordato – prodotto con uno dei vitigni più identitari della nostra regione, il Gaglioppo”.

Quando si parla di zona “classica”, da cui nasce il Rosso Doc Cirò Riserva, si intendono i comuni di Cirò e Cirò Marina, ricorda il Consorzio, aggiungendo che il comprensorio si sviluppa all’estremo Nord della provincia di Crotone, sul litorale della costa Ionica e nel suo entroterra collinare, sino alle prime pendici della Sila. Comprende un territorio esteso per circa 20mila ettari che si estende lungo la fascia litorale ionica per circa 25 km e si spinge per oltre 10 km nell’entroterra.

Vino, Uiv: da “Report” occasione mancata di servizio pubblico

Vino, Uiv: da “Report” occasione mancata di servizio pubblicoMilano, 18 dic. (askanews) – “Riteniamo che l’inchiesta di ‘Report’ sul vino in onda ieri sera sia stata un’occasione di servizio pubblico mancata per la testata della Rai. Siamo fermamente convinti che un giornalismo libero sia necessario per la crescita del sistema Paese e dei suoi asset, ma in questo caso si è clamorosamente mancato l’obiettivo”. Così il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi, ha commentato il servizio “Piccoli chimici” della trasmissione d’inchiesta “Report” andato in onda il 17 dicembre su Rai3.

“Se da una parte ‘Report’ ha giustamente rilevato, come fatto in precedenza da Uiv, alcune attività non consentite dalla legge come il commercio di uva da tavola per fare il vino, dall’altra ha pedissequamente confuso pratiche perfettamente legali con altre illegali, additivi chimici con prodotti dell’uva consentiti” ha proseguito Frescobaldi, aggiungendo che “è poi imbarazzante affidare la narrazione a un sedicente esperto di vino, lui sì ‘piccolo chimico’, con considerazioni da ‘Bar Sport’ che non rendono onore alla trasmissione”. “‘Report’ ha fatto di un’erba un fascio lasciando intendere che il settore sia pervaso dal marcio” ha continuato il presidente di Uiv, conludendo che “anziché evidenziare e circostanziare le zone d’ombra si è scelta la strada del qualunquismo, e questo fa male sia ai consumatori che a un asset in grado di rendere 7,5 miliardi di euro all’anno di bilancia commerciale con l’estero e dare lavoro a quasi un milione di persone”.