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Accordo Consorzio Vino Nobile – Unicredit per supportare Cantine

Accordo Consorzio Vino Nobile – Unicredit per supportare CantineMilano, 6 giu. (askanews) – UniCredit e il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano hanno siglato un nuovo accordo per affiancare le aziende del territorio, “supportandole nella realizzazione degli investimenti e nel loro percorso di crescita, al fine di rafforzarne le potenzialità di sviluppo, sostenendone la liquidità e rispondendo alle necessità determinate dall’attuale contesto di mercato”. Lo ha riferito lo stesso Consorzio, spiegando che grazie a questa convenzione la banca “renderà tra l’altro disponibili per le imprese afferenti al Consorzio soluzioni mirate in tempi rapidi, in termini di credito e di consulenza, attraverso il supporto di un team di specialisti e grazie alle sinergie di network del Gruppo”.

“Una collaborazione, quella con UniCredit, che punta a sostenere la crescita del nostro territorio e delle nostre imprese, grazie alla possibilità di continuare a investire in miglioramenti che contribuiscono all’innalzamento della reputazione del nostro prodotto a livello internazionale” ha dichiarato il presidente del Consorzio, Andrea Rossi, aggiungendo che “questo accordo costituisce inoltre un vero e proprio progetto di sistema capace di stimolare un virtuosismo economico che negli ultimi anni ha caratterizzato Montepulciano, dove il 70% dell’economia (tra diretta e indotta) ruota proprio intorno al Vino Nobile di Montepulciano”.

Vino, da Eataly è il mese delle bollicine, con focus sulle autoctone

Vino, da Eataly è il mese delle bollicine, con focus sulle autoctoneMilano, 6 giu. (askanews) – Dal 12 giugno al 16 luglio Eataly dedica più di un mese al racconto dei vini frizzanti, selezionando oltre 500 etichette di bollicine, con un’attenzione particolare per quelle da vitigni autoctoni.

Nelle enoteche dei suoi punti vendita sarà allestito il tavolo delle bolle autoctone: un banco di degustazione diviso in Metodo Classico, Metodo Martinotti (o Charmat) e rifermentati, con la possibilità di fare una degustazione guidata da un esperto di Eataly. Tra i vinificati con metodo Classico si può assaggiare l’Erbaluce, il Carricante o il Bellone, mentre tra i vinificati con metodo Charmat la Ribolla Gialla, il Vermentino nero o il Lambrusco Grasparossa; tra i rifermentati la Falanghina, la Garganega o il Pignoletto. “Raccontare questa ricchezza e educare alla scelta di una bollicina a denominazione locale è il focus delle enoteche di Eataly, luoghi in grado di incidere qualitativamente sul consumo di vino offrendo un nuovo approccio all’acquisto” ha spiegato il Group CEO Eataly, Andrea Cipolloni, aggiungendo che “la presenza dei produttori, degustazioni e personale altamente qualificato fanno vivere l’enoteca come un punto d’incontro aperto a tutti, da chi il vino lo produce a chi lo seleziona e acquista. Luoghi in cui incontri, eventi e formazione sono propedeutici a stimolare un modello di consumo di vino più consapevole e attento alla nostra straordinaria tradizione enologica”.

I ristoranti del gruppo accompagneranno la ricchissima carta di bollicine con alcuni piatti tipici dell’estate. Completa il panorama delle possibilità il ricco programma di corsi a tema, il tour delle enoteche di Eataly e gli incontri con i produttori che durante tutti i fine settimana si alterneranno fornendo occasioni per completare la conoscenza del mondo del vino.

Nei Colli Berici i vini nascono tra ville palladiane e castelli

Nei Colli Berici i vini nascono tra ville palladiane e castelliMilano, 6 giu. (askanews) – I Colli Berici sono una sorta di “altro Veneto”. Queste dolci colline tra i 250 e i 450 metri di altezza che corrono per poco meno di 25 chilometri nella territorio più a Sud di Vicenza, sono infatti una sorta di “oasi” di biodiversità, uno spazio libero dall’incontinente edificazione che caratterizza questa regione. Curiosamente però, a differenza di zone del Veneto ben più compromesse dal punto di vista ambientale, non solo per gli insediamenti commerciali e industriali ma anche per la presenza di monoculture coltivate in maniera intensiva, questo territorio di circa 165 km quadrati è ancora poco conosciuto e merita davvero di essere scoperto.

Un po’ come i suoi vini, la cui qualità è in costante ascesa, a partire da quelli figli dei suoi due vitigni autoctoni, la Garganega e il Tocai Rosso, a cui dai primi dell’Ottocento sono stati affiancati quelli internazionali, con il Franc che qui è stato il primo Cabernet d’Italia a ricevere la Doc. Sempre che fosse effettivamente il Franc, perché per anni è stato confuso con il Carmenére, vitigno originario del Médoc che qui ha avuto un grandissimo successo. Buona parte dei 750 ettari vitati complessivi dei Colli Berici sono circondati da boschi e a fianco delle viti, spesso ci sono gli ulivi. Qui la vite si coltiva fin dalla notte dei tempi, e l’acqua dei due grandi laghi che intorno all’anno Mille bagnava i piedi dei Berici, ha lasciato suoli calcarei, con argille rosse e basalti, che associati alle temperature miti, a una buona escursione termica, e a precipitazioni molto contenute, ha creato un microclima ideale, sopratutto per i vini rossi. Infatti il 72% della superficie vitata della Doc Colli Berici è coltivata a bacca nera (Merlot, Cabernet Sauvignon, Tai Rosso e Cabernet Franc), mentre le uve bianche più allevate sono, nell’ordine, Chardonnay, Pinot Bianco, Sauvignon e Garganega. Ai bordolesi dal lungo affinamento (con un legno qui ancora molto evidente), fa da contraltare il Tai Rosso (figlio del Tocai rosso, e con i medesimi geni del Cannonau sardo, del Grenache francese e della Garnacha spagnola), modernissimo nella sua freschezza e croccante genuinità, in grado, a differenza della versione Riserva, di restituire l’identità del suo terroir e l’autenticità dei suoi vignaioli, oltre che di contenere la gradazione alcolica che qui sui Berici difficilmente scende sotto i 13,5 gradi. A darsi un gran daffare per promuovere questo territorio, è il Consorzio Vini Colli Berici e Vicenza che tutela due Denominazione: la Doc Colli Berici (1973), la cui produzione annua si attesta su circa 1,7 milioni di bottiglie, e la Doc Vicenza (2000) che fa, a seconda degli anni, tra le 500mila e le 600mila bottiglie. Nato a cavallo tra il 2011 e il 2012 dalla fusione tra il Consorzio Colli Berici (fondato nel 1982) e il Consorzio Vini Vicenza Doc (aperto nel 2000), questo Ente consortile conta oggi 28 soci: 25 Cantine private, due cooperative (Vitevis e Gruppo Cantine Colli Berici che fa parte del Gruppo Collis) e un imbottigliatore (Cielo e Terra Spa, controllata dal Gruppo Cantine Colli Berici). Le due cooperative rappresentano circa l’80% del totale della superficie vitata e il 70% dell’imbottigliato, anche perché la media della vigna delle aziende agricole si aggira intorno ai 10 ettari, nonostante la presenza di aziende importanti come Piovene e Inama.

Da sei anni, a dirigere l’Ente consortile, che rappresenta oltre il 98% delle aziende, c’è Giovanni Ponchia, professionista appassionato e uomo innamorato di queste terre. “Se nel 2022, per la siccità, la produzione in collina è stata inferiore di quasi il 30% rispetto all’anno precedente, la qualità non è diminuita, anzi è in costante crescita e registriamo un aumento del valore medio delle bottiglie: calano quelle nella fascia ‘entry level’, sale la fascia media e qualche produttore entra anche in quella ‘premium’” ha spiegato Ponchia ad askanews, ricordando che i vini vicentini hanno iniziato ad essere premiati sulle guide specializzate e a comparire sui periodici internazionali dedicati al vino. Ad essere consapevoli del buon lavoro svolto da queste aziende private sono anche le Cantine sociali che qui, più che in altri territori, contribuiscono a fare squadra all’interno del Consorzio, consci della necessità di promuovere i vini del territorio in platee diverse. “Il dato dell’export è invece ancora basso – precisa Ponchia – perché si attesta intorno al 40%, con i mercati principali rappresentati da Svizzera, Austria, Germania e Russia”. Qui, come in altre Denominazioni “minori”, il problema principale è quello di farsi conoscere sia in Italia che all’estero, e una delle chiavi è quella di promuovere un territorio con una natura viva, costellato di castelli, ville palladiane e antichi mulini a ruota verticale, meta ideale per il turismo sostenibile a partire da quello legato al vino. “I Berici impressionano tutti quelli che ci vengono per la prima volta perché si respira un’atmosfera di un altro tempo, è un territorio che ha un insieme di storia, architettura e natura con pochi eguali in Italia” spiega Ponchia, aggiungendo che “c’è cosi tanta storia che facciamo fatica a metterla in fila e a raccontarla. Qui non parliamo di un vino, di una varietà né di uno stile – continua – qui si parla di tanti vini, di tante varietà e di tanti stili diversi: siamo complicati da raccontare e proprio per questo ci dobbiamo impegnare di più”. Preso dunque atto che fare sintesi è impossibile, “siamo convinti che il modo migliore per farci conoscere e apprezzare sia far venire le persone qui perché vedano e tocchino con mano” continua il direttore, spiegando che “negli ultimi due anni ci siamo quindi impegnati a portare in queste zone operatori di lingua tedesca, e nel prossimo biennio ci concentreremo sui Paesi Scandinavi, puntando sui mercati più ricettivi dei vini rossi, magari quelli un po’ più avvezzi ai rossi con gradazioni importanti”. Ma oltre all’incessante attività di promozione classica, il Consorzio si è anche “inventato” una serie televisiva di 14 puntate da 12 minuti ciascuna, trasmesse dal circuito nazionale 7 Gold, durante le quali Ponchia intervista i produttori e parla dei Colli Berici spiegando la morfologia e la relativa produzione enologica.

Infine non si può citare il bel libro pubblicato nel 2020 dal Consorzio, dal titolo “Colli Berici – Le Terre, le vigne e le ville”. Un volume di 219 pagine in italiano e in inglese curato sempre da Ponchia, che di questo altipiano racconta tutto ciò che si deve sapere e anche di più, dato che in appendice ci sono persino le schede con le caratteristiche delle annate vinicole 2000-2019.

Vino, l’11 giugno “Merano WineFestival Georgia” a Chateau Mukhrani

Vino, l’11 giugno “Merano WineFestival Georgia” a Chateau MukhraniMilano, 6 giu. (askanews) – Oltre 350 vini in degustazione, seminari, masterclass e showcooking: “Merano WineFestival” approda a Tbilisi in Georgia, terra che custodisce ottomila anni di cultura vitivinicola. In collaborazione con la Georgian Wine Association, la rassegna meranese ideata da The WineHunter Helmuth Köcher varca per la seconda volta i confini italiani con un evento, domenica 11 giugno, che celebra le eccellenze georgiane e italiane wine & food nel suggestivo contesto di Chateau Mukhrani, storica Cantina che sorge a qualche chilometro dalla capitale georgiana.

Alla manifestazione saranno presenti oltre 350 etichette provenienti da 60 aziende produttrici georgiane: occasione in cui avranno luogo le degustazioni per l’assegnazione dei The WineHunter Qvevri Award. Presenti anche una selezione dei migliori 30 prodotti gastronomici georgiani, e cinque Consorzi di Tutela della Campania, insieme ai vini del Consorzio Barbera D’Asti e Monferrato. Un format simile alla rassegna meranese che include, oltre alla parte espositiva di prodotti wine & food, anche un ricco programma di talk, seminari, masterclass e showcooking. Al Palace Winter Garden, è prevista, tra l’altro, la “Masterclass vini d’Italia” diretta da Helmuth Köcher dedicata ai vini campani e piemontesi, mentre Seyit Karagözoglu, proprietario Pasaeli Wines, cura la degustazione di rare varietà turche, e Giorgi Samanishvili, presidente della National Wine Agency of Georgia guida il tasting di vini rossi di differenti regioni della Georgia.

L’11 e 12 giugno i vini campani a Napoli per “Campania.Wine”

L’11 e 12 giugno i vini campani a Napoli per “Campania.Wine”Milano, 6 giu. (askanews) – L’11 e il 12 giugno le bellezze architettoniche e monumentali di Napoli accoglieranno “Campania.Wine”, rassegna promossa e organizzata in cooperazione dai cinque Consorzi di Tutela Vini della Campania: i Consorzi del Sannio, del Vesuvio, dei Vini d’Irpinia, Viticaserta e Consorzio Vita Salernum Vites, oltre che da quello del Pomodorino del Piennolo Vesuvio Dop.

L’obiettivo della manifestazione è quello di valorizzare e promuovere i vini a Indicazione Geografica della Campania e i loro produttori-attori, attraverso un suggestivo itinerario di conoscenza esperienziale rivolto ad esperti, giornalisti di settore, addetti ai lavori e appassionati del mondo del vino. Un intenso programma della durata di due giorni con degustazioni, masterclass, seminari, wine tour, wine talk e wine forum in due luoghi di assoluto pregio: Galleria Umberto I, monumentale opera del XIX secolo, e Museo artistico politecnico di Napoli (Musap) a Palazzo Zapata, monumentale palazzo di origine seicentesca affacciato sulla elegante piazza Trieste e Trento. Il taglio del nastro è in programma domenica 11 giugno alle ore 11 presso la Galleria Umberto I, che ospiterà il walk-around tasting con i banchi d’assaggio delle cantine (aperto sia l’11 che il 12 giugno dalle 11 alle 19.30), alla presenza di rappresentanti istituzionali e operatori del mondo vinicolo campano. Il Musap sarà invece la sede delle masterclass e dei laboratori di approfondimento sulle denominazioni. Per gli appassionati, oltre al percorso degustazione in Galleria, è previsto il programma di masterclass “La Campania in 10 vini” condotte da Chiara Giorleo in collaborazione con Ais Campania.

Lunedì 12 giugno alle 11.30 al Musap si terrà il “Campania.Wine Sustainability Forum: la bellezza dei paesaggi della Campania e il ruolo dell’enoturismo”, focus sulle potenzialità turistiche del settore vitivinicolo in un territorio di grande attrattività come quello campano. Alle 17, è prevista invece l’iniziativa speciale “La Campania che ama la Campania 2023”, assegnazione dei riconoscimenti alle migliori carte dei vini con referenze regionali condotta dai giornalista Luciano Pignataro. L’iniziativa ha il patrocinio del Comune di Napoli e della Regione Campania ed è realizzata con il cofinanziamento dell’Unione Europea, Campagna Medways EU “European Sustainability. From Mediterranean to the East: new ways to advance Food”.

Enogastronomia, mete migliori sono Sicilia, Emilia-Romagna, Campania

Enogastronomia, mete migliori sono Sicilia, Emilia-Romagna, CampaniaMilano, 6 giu. (askanews) – Sicilia (46%), Emilia-Romagna (44%) e Campania (40%): è questo il podio della classifica delle migliori mete italiane dal punto di vista enogastronomico. Le stesse tre Regioni, ma in ordine diverso (Emilia-Romagna, Campania e Sicilia), sono anche quelle i cui prodotti e specialità culinarie sono le più note ai turisti italiani. Per le città., la top tre è composta da Napoli, Bologna e Roma. E’ uno dei dati che emergono dalla sesta edizione del “Rapporto sul turismo enogastronomico italiano” curato da Roberta Garibaldi, che è stata presentata oggi alla stampa al Palazzo del Touring Club Italiano a Milano.

“Ci sono destinazioni che hanno grandi opportunità di sviluppo, gli stessi italiani conoscono poco i prodotti di determinate regioni, ma queste destinazioni devono diventare più competitive, accrescendo le competenze professionali, attraendo giovani talenti e individuando soluzioni alle difficoltà attuali nel reperimento di lavoratori per il settore” evidenzia l’Associazione italiana turismo enogastronomico, aggiungendo che “a livello politico, manca consapevolezza sul valore dell’enogastronomia per il turismo italiano. Inoltre, il recepimento delle normative sull’enoturismo e l’oleoturismo è in divenire, e non tutte le Regioni hanno emanato i decreti attuativi” continua, sottolineando che “tra gli aspetti positivi compare la previsione, nel nuovo disegno di legge sull’enoturismo, della realizzazione di un portale nazionale dedicato”. “Il turismo sta andando benissimo e ci sono delle previsioni di crescita estremamente importanti, e in questo momento, a livello europeo, le esperienze enogastronomiche sono considerate le più gradite superando tutte quelle di altro tipo. Se a questo aggiungiamo che l’Italia è la meta più desiderata, abbiamo un tris d’assi che dobbiamo giocarci nei migliori dei modi nel prossimo futuro” afferma ad askanews Roberta Garibaldi a margine della presentazione del rapporto, evidenziando che “da questo lavoro emerge un turista curioso, innovativo, che vuole sperimentare e mettersi in gioco, ‘bleisure’ e che cerca offerte diversificate. Risalta però a – prosegue – anche un grande gap tra l’interesse alle esperienze e l’effettiva fruizione: il turista vuole un accesso facile alle esperienze che oggi non c’è, così come quando prenota un volo o un albergo”.

“Ci vuole inoltre un approccio sostenbile che oggi è una ‘condicio sine qua non’, e un grande intervento da parte del pubblico che deve riuscire a sciogliere tutti i nodi che ci sono” continua Garibaldi, secondo cui il tema più importante e delicato “è sicuramente quello di mappare le esperienze e di renderle facilmente disponibili al turista, questo per iniziare, poi dovremo svilupparle e mapparle”.

Alluvione, Barilla dona un milione per impianti sportivi nel Ravennate

Alluvione, Barilla dona un milione per impianti sportivi nel Ravennate



Alluvione, Barilla dona un milione per impianti sportivi nel Ravennate


Alluvione, Barilla dona un milione per impianti sportivi nel Ravennate




























1686038404 Alluvione Barilla dona un milione per impianti sportivi nel Ravennate

Milano, 6 giu. (askanews) – Barilla ha donato un milione di euro per la ricostruzione degli impianti sportivi destinati a bambini e ragazzi, in due dei comuni del Ravennate più colpiti dall’alluvione, Conselice e Sant’Agata sul Santerno. Con questo finanziamento alla Protezione Civile, il gruppo alimentare di Parma permetterà la ricostruzione di strutture dedicate alla socialità e al coinvolgimento dei ragazzi, come il Palazzetto dello Sport a Sant’Agata sul Santerno e i campi sportivi a Conselice. La parte eventualmente rimanente della donazione verrà destinata ad altri interventi individuati dalla Protezione Civile. Gli interventi, spiega una nota, sono stati definiti di concerto con la Protezione Civile, le amministrazioni comunali e la Regione Emilia-Romagna e saranno resi possibili grazie ad un protocollo d’intesa con la Protezione Civile.

Fin dalle prime fasi dell’emergenza, Barilla era intervenuta nelle aree colpite con la propria colonna mobile d’emergenza, una squadra formata da volontari della Protezione Civile, tra cui dipendenti dell’azienda che, supportati da un camion-cucina, hanno offerto cibo, solidarietà e soccorso nelle aree alluvionate. L’alluvione ha completamente allagato il Palazzetto dello Sport a Sant’Agata e per poterlo utilizzare nuovamente sarà necessaria la totale sostituzione del pavimento e il rifacimento degli impianti elettrici e termici. Anche gli impianti sportivi e i campi polivalenti di Conselice sono stati allagati dal fango e dovranno essere completamente ripristinati. Entrambi gli impianti sportivi sono collegati ai Poli scolastici e costituiscono per i giovani importanti luoghi di aggregazione e svago.

“Barilla è nata in Emilia-Romagna ed è profondamente riconoscente a questo territorio e alle sue persone per i grandi risultati che ha potuto raggiungere nel corso della sua lunga storia – ha dichiarato Luca Barilla, vicepresidente del Gruppo Barilla – Anche per questo, essere vicini alla comunità nei momenti di necessità è una parte importante della missione di Barilla come impresa italiana”. Sarà attivata dalle prossime settimane una collaborazione anche con il progetto Giocampus estate. In particolare, le ragazze e i ragazzi dei due Comuni potranno accedere alle strutture di Giocampus Estate a Parma, che offre la possibilità di vivere una o più settimane “in movimento”: dalla giocoleria al calcio, dal rugby all’arte passando per i laboratori del gusto, prestando attenzione all’ambiente con specifiche attività educative e formative.

Barilla, in passato, aveva già sostenuto altre iniziative di ricostruzione: nel 2009 aveva finanziato la ricostruzione, a meno di 100 giorni dal sisma, della scuola e del plesso sportivo di San Demetrio Ne’ Vestini, la prima scuola a riaprire i battenti in tutto l’hinterland de L’Aquila, che ha permesso ai ragazzi di iniziare regolarmente l’anno scolastico. Inoltre aveva contribuito a finanziare la ricostruzione di una nuova scuola a Mirandola, nel Modenese, realizzata ex novo al posto del vecchio edificio demolito per i danni causati dal sisma dell’Emilia del 2012.

Il 9 giugno a Brescia spettacolo “Parole al vino” con Quarna e Rossato

Il 9 giugno a Brescia spettacolo “Parole al vino” con Quarna e RossatoMilano, 5 giu. (askanews) – Il 9 giugno alle 18 al Museo Diocesano di Brescia andrà in scena lo spettacolo “Parole al vino”, un incontro “tra vino, poesia e territorio” realizzato in collaborazione con Francesco Quarna e Maurizio Rossato di Radio Deejay. Con loro ci sarà la giornalista Laura Donadoni, “The italian wine girl”, e attraverso le sue interviste “a chi il vino lo vive e lo produce scopriremo le eccellenze del territorio”.

“Brescia e Bergamo sono province a forte vocazione vitivinicola e non possiamo celebrare la Capitale italiana della Cultura senza ricordare l’importanza della tradizione agricola di questi territori che è concreta espressione e testimonianza della passione per la ricerca di risultati qualitativi sempre più ambiziosi” ha dichiarato Giovanna Prandini, presidente di Ascovilo che promuove lo spettacolo nell’ambito di Brescia-Bergamo Capitale della Cultura 2023. “Abbiamo radici comuni ed il nostro compito come associazione dei Consorzi di tutela è fare emergere le espressioni originali e inaspettate, le piccole produzioni dei vignaioli e di quelle imprese agricole che hanno scelto la strada della certificazione di qualità che ricordiamo è sinonimo di sicurezza alimentare e conoscenza: l’arte di saper trasformare le uve in vini di pregio” ha aggiunto Prandini, concludendo che “cultura è testimoniare la tradizione di lavoro, di solidarietà, di innovazione enogastronomica in un territorio dalla bellezza inaspettata, tutto da scoprire”.

La serata è a ingresso gratuito e non è necessaria la prenotazione.

Etichette Irlanda, Alleanza Cooperative: esposto a Commissione Ue

Etichette Irlanda, Alleanza Cooperative: esposto a Commissione UeMilano, 5 giu. (askanews) – “Abbiamo avuto modo di esprimere i nostri dubbi rispetto alla legittimità dell’iniziativa irlandese sugli health warnings, ora abbiamo formalizzato la nostra contrarietà con la presentazione di un esposto alla Commissione europea affinché possa fare chiarezza rispetto ad una posizione che riteniamo sproporzionata e incompatibile con il diritto europeo”. Con queste parole il coordinatore Vino di Alleanza Cooperative Agroalimentari, Luca Rigotti, annuncia l’avvenuta notifica di un reclamo alla Commissione europea per denunciare la violazione da parte dell’Irlanda del diritto UE, con particolare riferimento agli articoli 34 e 36 del del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea.

“Con questa iniziativa l’Irlanda ha di fatto introdotto in maniera unilaterale delle restrizioni e degli ostacoli al commercio, – ha detto Rigotti – un’azione che va a ledere e a mettere in discussione i principi del mercato unico. È necessario lavorare – ha aggiunto – per una maggiore armonizzazione della regolamentazione europea, senza frammentare il mercato interno con regole discriminatorie come quelle irlandesi, basate tra l’altro su un approccio ideologico, allarmistico e penalizzante per il vino, che non pone alcuna differenza tra abuso e consumo responsabile, l’unico che invece riteniamo corretto”. Ora la Commissione europea, che nel dicembre scorso aveva ritenuto di non precedere nei confronti della proposta di legge irlandese, dovrà esprimersi durante la prossima riunione, fissata per il 21 giugno, del Comitato Barriere Commerciali del WTO così come, conclude Luca Rigotti, “è assolutamente importante contrastare i fenomeni di eccessivo consumo di alcol, ma riteniamo che questo obiettivo possa essere raggiunto solo mediante la condivisione di una politica di prevenzione che metta al centro un approccio basato sul consumo moderato, campagne di educazione e di adeguata e corretta informazione a favore dei consumatori”.

La notifica del reclamo avviene a pochi giorni dalla ratifica della legge irlandese che, dal 22 maggio 2026, imporrà la presenza in etichetta delle bevande alcoliche di messaggi sugli effetti dei prodotti alcolici sulla salute.

Vino, 7-8 giugno “Enovitis in campo”: fiera di comparto da 2 mld anno

Vino, 7-8 giugno “Enovitis in campo”: fiera di comparto da 2 mld annoMilano, 5 giu. (askanews) – Sono 172 gli espositori che mercoledì 7 e giovedì 8 giugno trasformeranno con “Enovitis in campo” i filari dell’azienda agricola Erian-Cantina Bottenago a Polpenazza del Garda (Brescia), nella più grande esibizione live in Italia di macchine e attrezzature per la viticoltura. In vetrina, alla 17esima edizione della rassegna dinamica di Unione italiana vini (Uiv), ci sarà il meglio delle ultime proposte sul fronte della tecnologia e della sostenibilità ambientale per un settore, quello delle macchine specializzate, a servizio di un comparto “Vigneto” da 2 miliardi di euro di fatturato l’anno.

Secondo l’indagine sulla filiera del vino in Italia realizzata dall’Osservatorio del vino Uiv-Vinitaly e diffusa nell’aprile scorso, sono infatti più di 10.250 gli addetti impiegati nelle circa 400 aziende in vigna, tra “impianto e vivaistica” (470 mln di euro l’anno), “difesa e fertilizzanti” (800 mln) e “meccanizzazione” (730 mln), per un complessivo che vale il 38,8% del fatturato della filiera indiretta del vino made in Italy. Alla manifestazione, che ad ogni edizione attrae enologi, agronomi, tecnici, viticoltori ed aziende vitivinicole da tutto il Paese, è possibile vedere all’opera, verificandone i risultati, le più moderne tecnologie, materiali e attrezzature impiegabili in tutte le operazioni agronomiche: impianto del vigneto, protezione fitosanitaria e nutrizione, gestione del suolo e della chioma, irrigazione, gestione e recupero della biomassa, sistemi di controllo e rilevamento per la viticoltura di precisione. Stando alle elaborazioni dell’Osservatorio su base Istat, pur registrando una contrazione dell’8% sulle performance 2021, lo scorso anno le vendite all’estero di macchine per l’agricoltura (in cui il vitivinicolo pesa per circa il 50%) hanno superato i 900 milioni di euro, con un saldo della bilancia commerciale in attivo per quasi 580 milioni di euro. Destinazione di sei macchinari esportati su dieci si confermano i mercati comunitari che, tuttavia, hanno registrato tra gennaio e dicembre 2022 una flessione della domanda pari al 21%, complice il calo in doppia cifra degli acquisti da Francia (-35%), Spagna (-33%) e Austria (-40%). Ottima invece la risposta sul fronte extra-Ue, che ha visto gli Stati Uniti più che raddoppiare gli acquisti (+109%) nel corso dello scorso anno. Il trend globale torna in positivo (+38%) nel primo bimestre 2023, sollevato anche dalla ripresa dei principali partner commerciali europei (Francia +116% a fine febbraio).

“Enovitis in campo” si aprirà alle 11 con la premiazione, in collaborazione con Vinidea, dei vincitori dell’Innovation Challenge Lucio Mastroberardino 2023, il contest volto a valorizzare soluzioni più innovative presentate in fiera. Spazio poi al “Vigneto del futuro tra qualità e sostenibilità – Innovation Agri Tour” (a cura della rivista “Trattori”) e al focus di Pek Automotive sulla transizione dal lavoro manuale all’automazione. Chiudono la prima giornata due appuntamenti a tema emergenza idrica: quello sull’irrigazione a rateo variabile a cura dell’Università di Milano e Rivulis, e quello sul “Progetto Drive Life: come gestire siccità e carenza idrica” a cura di Image Line. Torna sul tema anche il primo approfondimento di giovedì mattina a cura dell’Università di Bologna, iFarming e Rivulis, dedicato a “Irrigazione multifunzionale: raffrescante e anti-brina”. Icl si concentra poi sull’”Offerta nutrizionale su misura per produrre uve di qualità in funzione degli obiettivi enologici”, mentre Federbio Servizi chiude il programma convegni della 17esima edizione con “Il vigneto in biologico: impianto, gestione agronomica e difesa”.