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Vino, Masi alla fiera internazionale di Cannes dedicata al duty-free

Vino, Masi alla fiera internazionale di Cannes dedicata al duty-freeMilano, 28 set. (askanews) – Rinnovata presenza della Cantina veronese Masi Agricola tra i premium brand della “Tfwa World Exhibition & Conference” il salone internazionale dedicato al duty-free e travel retail che si terrà dall’1 al 5 ottobre al “Palais des Festivals et des Congrès” di Cannes, in Francia.

Tra le prime aziende del vino ad entrare nel settore duty-free, Masi parteciperà alla fiera con un focus sui suoi vini dedicati a questo specifico canale, “Nectar Campofiorin” e “Nectar Costasera”, selezioni speciali dei due vini icona di Masi: “Campofiorin” e “Costasera”. L’azienda ha spiegato che il Campofiorin, anche nella versione “Nectar”, con l’annata 2020 che sarà presentata in fiera, si rinnova con uno sfondo aggiunto nell’etichetta, ma soprattutto “con un leggero ritardo nella vendemmia e un incremento della percentuale di uve appassite per ottenere un prodotto ancora più rotondo”. Il “Nectar Costasera”, la cui annata 2019 sarà svelata in anteprima proprio al salone, si caratterizza per una maggior presenza di uva Corvina e con lievi aggiornamenti nel packaging. “In quasi 60 anni – ha spiegato Pier Giuseppe Torresani, Export and travel retail sales director di Masi – il ‘Campofiorin’ ha creato una vera e propria categoria, quella dei ‘Supervenetian’, diventandone il leader indiscusso, una bandiera del made in Italy distribuita in oltre 140 Paesi in tutti i canali: ristorazione, hotellerie, enoteche specializzate, Gdo, online e travel retail”.

Al pubblico della TFWA la Cantina presenterà anche l’annata 2022 dei due vini biologici e non filtrati “Fresco di Masi”, che sono proposti con una bottiglia estremamente leggera. Anche in questa edizione, lo stand Masi sarà attiguo a quello degli altri membri della “Travel Retail Fine Wine Alliance”, che quest’anno salgono a sei includendo Albert Bichot, Cono Sur, González Byass, Symington e Famille Perrin di Châteauneuf du Pape. L’appuntamento per un “exclusive tasting” con i vini di queste sei aziende è fissato per martedì 3 ottobre alle 17.30 presso il “Mandala Beach” lungo la Croisette.

Vendemmia, Consorzio Lugana Doc: previsto un calo medio del 30%

Vendemmia, Consorzio Lugana Doc: previsto un calo medio del 30%Milano, 28 set. (askanews) – “Grazie alla proficua collaborazione con Regione Lombardia e Regione Veneto, in cui la Denominazione ricade e a cui il Consorzio di tutela Lugana Doc ha richiesto il monitoraggio in campo del potenziale produttivo per l’annata 2023, è possibile comunicare al mercato i dati previsionali della vendemmia in corso e stimare una riduzione media delle rese che si assesta intorno al 30%”. L’annuncio dell’ente consortile arriva a seguito delle grandinate che hanno colpito parte dei vigneti del Lugana Doc.

“In una fase di complessità vendemmiale che coinvolge diverse regioni vitivinicole italiane, che hanno dovuto fronteggiare sia avversità atmosferiche che fitopatologiche, diventa sempre più importante comunicare al mercato le previsioni vendemmiali nella maniera più trasparente possibile, a tutela della Denominazione e della qualità del prodotto” ha spiegato il presidente del Consorzio, Fabio Zenato, sottolineando che “siamo sempre più convinti che un comparto maturo, serio, debba necessariamente accettare la sfida della trasparenza, perché solo in questo modo si è in grado di far comprendere ai consumatori le difficoltà della produzione vitivinicola, resa oggi ancor più problematica a causa di fenomeni intensi, talvolta molto estesi, alla luce delle gravi mutazioni climatiche”. “Ritengo sia arrivato il momento di fare delle scelte coraggiose nei confronti del mercato, azioni possibili grazie ad un costante lavoro di squadra e condivisione degli obiettivi da parte di tutta la filiera” ha aggiunto il direttore del Consorzio, Edoardo Peduto, evidenziado che “questo tipo di iniziative rientrano in una precisa visione di lungimiranza nell’ambito delle attività di tutela e vigilanza messe in atto per preservare ed aumentare la credibilità della filiera nel tempo”.

Il Consorzio del Lugana Doc propone dunque un nuovo approccio all’analisi degli andamenti produttivi e una comunicazione più trasparente. “In queste settimane abbiamo lavorato fianco a fianco con il Consorzio per mappare con precisione l’impatto del maltempo sul versante lombardo della Doc e quindi produrre una documentazione utile a consentire le azioni di verifica delle dichiarazioni di resa in questa vendemmia 2023” ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste di Regione Lombardia, Alessandro Beduschi, parlando di “una collaborazione fondamentale per tutelare con trasparenza e concretezza, anche in un’annata particolarmente complessa, uno dei tesori del nostro patrimonio vitivinicolo, i produttori e i consumatori che lo apprezzano sempre di più”. Sempre in merito alla vendemmia, il Consorzio precisa che dopo un periodo estivo molto caldo e soleggiato, le piogge della fine del mese di agosto ed inizio settembre “hanno garantito una buona alternanza termica fra giorno e notte, con temperature diurne miti e notti fresche, che hanno permesso alla pianta di proseguire nella maturazione delle uve, migliorando sensibilmente il potenziale qualitativo nella parte finale della stagione vegetativa”. Per la raccolta dunque “si conferma un ritardo di circa 12 giorni rispetto alla scorsa annata, con i primi dati analitici che fanno vedere un interessante potenziale in termini di freschezza e acidità ed un potenziale alcolico leggermente inferiore rispetto al 2022”.

Vino, il 9 e 10 ottobre Partesa torna a Milano con “Wine Cube”

Vino, il 9 e 10 ottobre Partesa torna a Milano con “Wine Cube”Milano, 28 set. (askanews) – Partesa festeggia i 25 anni del progetto “Partesa per il vino” con la terza edizione di “Wine Cube-A Great Experience”, l’evento riservato agli operatori di settore che si terrà lunedì 9 e martedì 10 ottobre nelle sale di Studio Novanta a Milano. Due giorni di degustazioni, incontri e business tra gli operatori del fuoricasa e 71 produttori vinicoli partner di Partesa, provenienti da Italia, Francia, Spagna, Austria, Germania, Slovenia e, per la prima volta, anche dagli Stati Uniti.

A “Wine Cube” sarà possibile assaggiare 486 vini, tra rossi, bianchi e spumanti e partecipare a sei masterclass con alcuni noti wine expert. Si inizia il 9 ottobre alle 12 con Andrea Gori che guiderà i partecipanti alla scoperta de “I Metodi Classici italiani”, a cui seguirà alle 14.30 Marco Sabellico con “Aglianico a confronto: Campania e Basilicata”, e alle 17 “Viaggio nel mondo Riesling” tra Italia, Austria e Germania condotta da Eros Teboni. Il 10 ottobre si aprirà alle 12 con una masteclass dedicata allo Champagne, “Aube, Cote de Blanc e Vallèe della Marne a confronto”, guidata da Vania Valentini, proseguirà alle 14.30 con la degustazione di sette diverse etichette in “Declinazione del Sangiovese” condotta da Eros Teboni, e si concluderà con “Elizabeth Spencer: alla scoperta dei vini americani”, un viaggio negli Stati Uniti accompagnati da Charlie Arturaola. “Wine Cube è un’occasione imperdibile per conoscere centinaia di affascinanti etichette e i loro produttori, di farsi guidare dalla grande competenza dei nostri wine specialist, nonché di incontrare i grandi esperti nazionali e internazionali che si uniranno a noi per questa terza edizione” ha spiegato Alessandro Rossi, National category manager wine di Partesa, società specializzata nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale horeca del Gruppo Heineken Italia. Attiva da 34 anni, Partesa opera in 15 regioni con 40 depositi, impiega un migliaio di persone e conta oltre 37mila clienti, a cui offre più di settemila referenze nell’ambito della birra, del vino, degli spirits, delle bevande analcoliche e del food.

Inoltre, Partesa ha rinnovato per il quarto anno consecutivo la partnership con “Milano Wine Week” (MWW), in programma dal 7 al 15 ottobre nel capoluogo lombardo, manifestazione durante la quale proporrà interessanti momenti di approfondimento. Sabato 7 ottobre, a Palazzo Bovara, Eros Teboni guiderà due “verticali”: la prima racconterà la storia del Soave attraverso le annate 2007, 2013, 2017, 2022 di Monte Fiorentine e le annate 2005, 2012, 2015, 2018 di Amarone Punta 470 firmate da Ca’ Rugate, mentre la seconda proporrà la degustazione di sei annate di Orbel Riesling (2016, 2017, 2018, 2020, 2021 e 2022) di Lisa Bunn Winery, Cantina della Mosella (Germania). Sempre con la guida di Teboni, mercoledì 11 ottobre, la Signature Kitchen Suite ospiterà la masterclass “Le Denominazioni a bacca bianca che hanno fatto la storia”, e poi quella dedicata alle Denominazioni a bacca rossa. Infine, a salire sul palco della kermesse milanese per l’ultimo brindisi sarà proprio Alessandro Rossi che, venerdì 13 ottobre alla Signature Kitchen Suite, condurrà due masterclass dedicate alle eccellenze nostrane: alle 15 su “I Metodi Classici italiani” e alle 17 su “I grandi passiti italiani”.

Barolo en primeur, Ascheri: le Langhe del vino fanno squadra

Barolo en primeur, Ascheri: le Langhe del vino fanno squadraMilano, 27 set. (askanews) – “Quasi cento cantine hanno deciso di donare le proprie bottiglie in vari formati per la nuova edizione di Barolo en primeur: questo risultato straordinario dimostra che le Langhe del vino fanno squadra e puntano insieme verso un obiettivo comune”. Lo ha dichiarato Matteo Ascheri, presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Langhe e Dogliani, in merito alla terza edizione dell’asta solidale che si terrà il 27 ottobre al Castello di Grinzane Cavour (Cuneo).

“Il grande successo della scorsa edizione, grazie a cui abbiamo raccolto importanti fondi per la Scuola Enologica, dedicati alla formazione e alla ricerca, sono il primo passo di un percorso che intendiamo sostenere con forza anche nei prossimi anni” ha aggiunto Ascheri, parlando di “un progetto capace di sfruttare anche la forte spinta di un mercato che apprezza sempre di più il Barolo e il Barbaresco sia per la grande qualità del vino, sia per la possibilità di investimento, che nell’en primeur trova una delle migliori opportunità di realizzazione”.

Vino, Raviola: risultato importante portare Barolo en primeur a Londra

Vino, Raviola: risultato importante portare Barolo en primeur a LondraMilano, 27 set. (askanews) – “Londra è uno delle principali piazze per i vini di qualità: portare Barolo en primeur su quel palcoscenico è un risultato di grande valore, che apre a nuove prospettive. Raggiungere la City non sarebbe stato possibile senza la partnership con Christie’s, la più importante casa d’asta al mondo, che collabora con Barolo en primeur fin dalla prima edizione e che quest’anno ha permesso di alzare ulteriormente l’asticella, ospitando l’asta nella sua sede inglese e promuovendola in prima persona sui propri canali”. Lo ha affermato Ezio Raviola, presidente di Fondazione Cassa Di Risparmio di Cuneo (CRC), tra i promotori della terza edizione dell’asta solidale che si terrà il 27 ottobre al Castello di Grinzane Cavour (Cuneo)

“Possiamo dire senza timore che Barolo en primeur, in sole tre edizioni, si è imposto come uno degli eventi più significativi per il mondo del vino a livello internazionale” ha proseguito, sottolineando che si tratta di “un’occasione unica per promuovere nel mondo un’eccellenza del nostro territorio e nel contempo, raccogliere importanti risorse a sostegno di iniziative benefiche”. Fondazione Crc è proprietaria della vigna “Cascina Gustava” situata proprio sotto il famoso Castello di Grinzane Cavour, sede dell’Enoteca regionale piemontese. Il vigneto di quasi 4 ettari è da sempre utilizzato dalla Scuola Enologica di Alba e quest’anno andranno all’asta andranno 12 barrique dell’annata 2022 prodotte proprio qui.

Vino, il 27 ottobre torna l’asta solidale Barolo en primeur

Vino, il 27 ottobre torna l’asta solidale Barolo en primeurMilano, 27 set. (askanews) – Dopo aver raccolto quasi un milione e mezzo di euro nelle prime due edizioni a favore di 37 progetti e iniziative benefiche, Barolo en primeur torna il 27 ottobre al Castello di Grinzane Cavour (Cuneo), per una nuova edizione della grande asta solidale promossa da Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e da Fondazione CRC Donare ETS, in collaborazione con il Consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani. L’obiettivo è quello di finanziare attività sociali attraverso l’asta solidale delle barrique di Barolo Vigna Gustava (che sorge ai piedi del Castello e fu vinificata dal Conte Camillo Benso) e i lotti comunali di Barolo e Barbaresco, due dei “fine wine” italiani più apprezzati al mondo.

L’asta vedrà collezionisti e filantropi presenti nelle sale dello splendido maniero piemontese, o collegati in live streaming dalla sede di Christie’s a New York e, quest’anno, anche da quella di Londra. Il successo internazionale dell’evento, infatti, porterà l’asta anche nella capitale inglese, una delle più importanti città al mondo per consumo di vini di pregio, nonché luogo in cui la celebre casa d’aste fu fondata nel 1766. Quest’anno all’asta andranno 12 barrique di Barolo Vigna Gustava 2022, vinificate a cura del Laboratorio Enosis Meraviglia di Donato Lanati, ognuna realizzata in maniera separata “per conferire a tutte una personalità differente e unica, frutto anche dell’avvenuta parcellizzazione della vigna in base all’esposizione, all’altitudine e all’età delle viti”. A ciascuna barrique è annesso, sotto forma di video, un commento di Antonio Galloni, celebre critico enologico e Ceo di Vinous, che ogni anno valuta la qualità e le caratteristiche di questo Barolo. Undici barrique saranno associate all’asta solidale il 27 ottobre e il ricavato sarà interamente devoluto ad associazioni no profit e enti del terzo settore per progetti e iniziative sociali nei settori della salute, della ricerca, delle arti, dell’inclusione sociale, della promozione culturale e della sua salvaguardia. Il dodicesimo lotto verrà invece battuto durante l’asta mondiale del Tartufo Bianco d’Alba a novembre, sempre dal Castello di Grinzane Cavour e in live streaming con Hong Kong, e il ricavato andrà alla charity internazionale “Mother’s Choice”, che opera dal 1987 in favore dei bambini orfani e delle giovani donne in difficoltà.

Inoltre Barolo en primeur vedrà la partecipazione di un centinaio di produttori del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, che doneranno al progetto 1.336 bottiglie di Barolo e Barbaresco della vendemmia 2022: 1.034 esemplari da 0,75 litri, 242 magnum e 60 Jeroboam. Le Cantine partecipanti si uniranno sotto il nome del Comune di produzione, completando l’asta con 10 lotti comunali composti da bottiglie soprattutto di grandi formati, più pregiate per il loro valore sia economico che collezionistico. L’asta dei lotti comunali inizierà online già venerdì 6 ottobre, estendendo così l’arco temporale per presentare offerte. La chiusura avverrà, però, sempre il 27 ottobre al Castello di Grinzane Cavour, ancora una volta scandita dall’iconico colpo di martello di Cristiano De Lorenzo, direttore di Christie’s Italia. Non solo, con “Barolo en primeur Exclusive Tasting”, da venerdì 20 a venerdì 27 ottobre, 25 tra i migliori produttori delle Langhe apriranno al grande pubblico le porte delle loro Cantine per delle degustazioni esclusive di Barolo e Barbaresco en primeur 2022, proprio quelle bottiglie che saranno poi battute all’asta il 27 ottobre. Un’occasione straordinaria che per la prima volta permetterà agli appassionati di avvicinarsi in prima persona all’”esclusivo” mondo dell’en primeur.

Dopo Giuseppe Penone e Michelangelo Pistoletto, quest’anno l’etichetta delle bottiglie di Barolo all’asta sarà realizzata dalla celebre pittrice nigeriana Otobong Nkanga.

Vino, Onav-Ordine medici di Milano: il consumo deve essere moderato

Vino, Onav-Ordine medici di Milano: il consumo deve essere moderatoMilano, 27 set. (askanews) – Moderazione. E’ questo il comun denominatore degli interventi che si sono susseguiti al convegno “In Vino Veritas”, promosso dall’Organizzazione nazionale assaggiatori di vino (Onav) e dall’Ordine dei medici di Milano, che si è tenuto nei giorni scorsi nel capoluogo lombardo. L’incontro tra mondo della medicina e mondo del vino aveva come obiettivo quello di fornire al pubblico “un quadro completo per poter costruire la propria opinione” sugli eventuali rischi per la salute connessi al consumo di vino. E, in grande sintesi, l’indicazione che è arrivata è stata quella che il consumo di vino deve essere consapevole e moderato.

Se è impossibile identificare una quantità di vino consigliata, alla luce dei fattori genetici e metabolici differenti da soggetto a soggetto, tutti i relatori hanno condannato il cosiddetto “binge drinking”, l’abbuffata di alcolici nel giro di pochissimo tempo, che si registra tra giovani e giovanissimi. “Durante la pandemia il consumo di alcol è cresciuto, specie per i ‘binge drinkers’, i bevitori compulsivi, a dimostrazione che esso ha una correlazione con aspetti psicologici e sociologici” ha spiegato il pediatra Alberto Martelli, aggiungendo che “la risposta può essere introdurre dei percorsi nelle scuole, a condizione che si possano educare i ragazzi a comprendere le regole, puntando sull’ascolto e sulla comunicazione con loro per capire quali sono i meccanismi che li spingono a bere”. “Non dobbiamo imporre divieti, dobbiamo accettare tutto con moderazione, senza costrizioni o stress, basti pensare che oggi anche in molte diete non viene proibito il cioccolato, atteggiamento impensabile solo qualche anno fa” ha detto l’ematologa Marta Riva, evidenziando che un consumo moderato di vino può anche avere effetti potenzialmente positivi, come “un effetto preventivo sulla trombosi arteriosa e sulla corretta coagulazione del sangue, oltre all’azione antinfiammatoria dei polifenoli”. “A livello cardiologico i flavonoidi contenuti nel vino possono avere un effetto cardioprotettivo, soprattutto nella patologia ischemica, e non solo possono aiutare la riduzione dell’LDL (il cosiddetto “colesterolo cattivo”) e della aggregazione piastrinica, ma possono agire sulla disfunzione endoteliale e avere un effetto antinfiammatorio” ha spiegato il cardiologo Maurizio Losito, ricordando che “la quercetina e il resveratrolo in particolare hanno proprietà antiipertensive, anti trombogeniche e antinfiammatorie”. Secondo l’epatologa Chiara Becchetti, persino per il fegato,l’organo più colpito dagli effetti negativi dell’alcol, il consumo moderato di vino “può avere effetti positivi nella riduzione delle fibrosi”.

Infine per quanto riguarda la salute mentale, Milena Lambri, membro del comitato scientifico di Onav e docente di Enologia e Analisi sensoriale all’Università Cattolica, ha spiegato che “ognuno di noi sente nel vino un numero di elementi proporzionali alla sua soglia di percezione (fattore che può essere comunque allenato) e questa capacità gratifica e consente di perfezionare la conoscenza di sé. Inoltre – ha concluso – secondo una ricerca del Massachusetts General Hospital, il vino ha la capacità di agire positivamente sull’ipertensione perché riduce lo stress”. “L’alcol nel vino rappresenta circa il 10% del totale, e ci sono molti altri elementi che lo rendono un prodotto straordinario” ha chiosato Vincenzo Gerbi, presidente del Comitato scientifico di Onav, aggiungendo che “così come nei farmaci abbiamo il principio attivo e l’eccipiente, che è solo un veicolo: nel vino l’alcol è l’eccipiente mentre il principio attivo è costituito da acini organici, sali minerali, glicerolo e polifenoli”.

Il presidente dell’Ordine dei Medici di Milano, Roberto Carlo Rossi, ha auspicato “che ci siano altri momenti formativi come questo”, mentre il presidente nazionale di Onav, Vito Intini, ha sottolineato che “chi conosce il vino beve meno ma meglio, perché impara a conoscere i propri sensi, a capire le sue componenti e ad apprezzare ciò che sta dietro al calice: l’alcol, in tutto questo, ci interessa poco, se non per la conservazione del prodotto”.

Vendemmia, Dop Santorini (Grecia): crolla quantità ma qualità alta

Vendemmia, Dop Santorini (Grecia): crolla quantità ma qualità altaMilano, 27 set. (askanews) – Ha raggiunto solo il 30% della media annuale la vendemmia della Dop Santorini che si è appena conclusa nell’isola più meridionale dell’arcipelago delle Cicladi, in Grecia. Un crollo nella produzione dovuto alla siccità invernale, seguita dai forti venti primaverili, da una forte grandinata ad aprile e da un prolungato periodo di caldo intenso durante l’estate. Nonostante questo, secondo l’enologo dell’unione delle cooperative dell’isola, “Santo Wines”, Nikos Varvarigos, “dalle uve raccolte verranno prodotti vini con caratteristiche di alta qualità: le premesse sono molto buone”.

Istituita nel 1971, la Dop Santorini è una delle Denominazioni del progetto volto alla promozione e valorizzazione dei prodotti vulcanici, Heroes of Europe Volcanic Agriculture (Heva) finanziato dall’Ue. Progetto che include anche i nostri Consorzio di Tutela Vini Soave e Lessini Durello, e il Consorzio veneto del formaggio Monte Veronese. I vigneti contano 1.200 ettari sparsi in tutta l’isola, di cui il 75% sono coltivati ad Assyrtiko, un vitigno a bacca bianca locale a piede franco, “resistente alle condizioni secche, alla peronospora e alla botrite, che si adatta bene a diversi terreni e climi e mantiene alti livelli di acidità durante la maturazione”. Con l’Assyrtiko si producono corposi vini bianchi secchi invecchiati in acciaio e in botte di rovere, ma anche passiti e vini frizzanti. Le altre varietà attualmente coltivate a Santorini sono le bianche Aidani e Athiri, e le rosse Mavrotragano e Mandilaria. Quest’isola dell’Egeo ha conservato sistemi di allevamento antichissimi, tra cui il “kouloura” che prevede che la vite non venga legata ma potata a forma di alberello. Con i tralci intrecciati con una corda vegetale intorno al tronco e ai rami, si forma una spirale che si chiude a cerchio ad un’altezza tra i 10 e i 20 centimetri. Questo sistema ha come vantaggi la riduzione della perdita d’acqua, la maggiore esposizione delle foglie alla luce solare e la minore necessità di trattamenti fitosanitari.

“La vendemmia di quest’anno mostra che i vini di Santorini continueranno a diventare sempre più rari” spiega Markos Kafouros, presidente di “Santo Wines”, realtà che produce circa 2,3 milioni di litri di vino, il 35-40% dei quali esportati prevalentemente in Germania, Stati Uniti, Canada e Regno Unito. “La Dop Santorini sta assistendo a un sempre crescente interesse nei suoi confronti, affiancato da un aumento delle vendite che nel 2022 è stato del +13% rispetto all’anno precedente” prosegue il presidente della cooperativa fondata nel 1947 e che oggi, con 1.200 soci, è la più grande organizzazione di Santorini. “Santo Wines si impegna a salvaguardare l’agricoltura tradizionale locale – conclude il presidente – con l’obiettivo di produrre vini di Santorini a Denominazione di origine protetta di alta qualità e di promuovere lo sviluppo agricolo sostenibile”.

Vino, sono 12 i “Tre Bicchieri 2024” del Trentino: crescono i fermi

Vino, sono 12 i “Tre Bicchieri 2024” del Trentino: crescono i fermiMilano, 27 set. (askanews) – Sono 12 i vini del Trentino che hanno ottenuto i “Tre Bicchieri”, il riconoscimento più alto assegnato dalla guida “Vini d’Italia 2024” del Gambero Rosso. A salire sul podio più alto sono stati quest’anno “L’Ora 2021” di Pravis, “San Leonardo 2018” di San Leonardo, “Teroldego Rotaliano Sangue di Drago 2020” di Marco Donati, “Teroldego Rotaliano Vigilius 2020” di De Vescovi Ulzbach, “Trentino Pinot Nero Faedi 2020” di Bellaveder, “Trentino Riesling 2022” di Pojer & Sandri, “Trento Brut 976 Riserva del Fondatore 2012” di Letrari, “Trento Brut Altemasi Graal Riserva 2016” di Cavit, “Trento Brut Rotari Flavio Riserva 2015” di Rotari, “Trento Extra Brut Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2012” di Ferrari, “Trento Extra Brut Rosé 2018” di Moser, e “Trento Inkino Extra Brut Rosè 2019” di Mas dei Chini.

Quest’anno il volume evidenzia il notevole progresso dei vini fermi, sia per quanto riguarda le valutazioni (con il record di etichette arrivate in finale) “ma soprattutto per carattere, unicità e grande aderenza al territorio”. Decisiva in questo senso la scelta di “puntare sulle varietà da uve autoctone, così come anche su vitigni” – spiegano i curatori della guida – a partire da “interpretazioni validissime di Nosiola”, “senza tralasciare variazioni a base di Marzemino, un rosso ancora troppo sottovalutato, e l’importante presenza del Teroldego”. Ma oltre i vini da uve della tradizione non mancano quelli da vitigni internazionali: con “il Pinot Nero che ben scandisce la sua elegante complessità, così come il Riesling offre grinta e schiettezza”. Il Trentino dunque si conferma un territorio “ricco di vini assolutamente identitari e con ottimo prezzo”. “I Trento rimangono comunque sulla vetta della regione, e sotto la definizione ‘Bollicine di Montagna’ si muove una delle zone spumantistiche più convincenti d’Italia” aggiungono i critici del Gambero Rosso, evidenziando le tante conferme tra i premiati, e un elenco che sottolinea l’ottimo andamento delle versioni Rosé e annovera alcune validissime nuove entrate. Gentilezza e determinazione, in sintesi, per rilanciare il comparto enologico trentino e ribadire che Trento non è solo spumante classico”.

Vino, grande successo per l’evento “Oltrepò – Terra di Pinot Nero”

Vino, grande successo per l’evento “Oltrepò – Terra di Pinot Nero”Milano, 27 set. (askanews) – Sono stati circa 300 gli operatori e giornalisti nazionali e internazionali che hanno preso parte alla terza edizione di “Oltrepò – Terra di Pinot Nero: un territorio, un vitigno, due eccellenze”, organizzato dal Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese. La manifestazione dedicata all’Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg e al Pinot nero dell’Oltrepò Pavese Doc si è svolta come ogni anno presso l’Antica Tenuta Pegazzera di Casteggio (Pavia) ed è stata ancora una volta un successo, con giornalisti specializzati provenienti da Spagna, Belgio, Germania, Polonia, Stati Uniti, Portogallo e Ungheria che hanno affollato i banchi d’assaggio delle 34 Cantine, molte delle quali vere punte di diamante del territorio.

“Questo evento ci consente di parlare e approfondire il tema del Pinot Nero, un orgoglio delle nostre Denominazioni, che negli ultimi anni stiamo lavorando per far conoscere sempre di più” ha commentato la presidente del Consorzio, Gilda Fugazza, ricordando che con questo evento “la parola l’abbiamo data alle aziende, che ancora una volta hanno dimostrato il valore e la qualità dei loro vini”. “L’ottima risposta degli operatori di settore e della stampa sono la riprova del sempre maggiore interesse verso questo territorio e della volontà di raccontarlo al meglio” ha aggiunto il direttore del Consorzio, Carlo Veronese, evidenziando ad askanews “la presenza insieme con aziende anche piccolissime, delle due grandi Cantine cooperative del territorio”. Veronese ha sottolineato anche “la grande collaborazione delle aziende, sia per l’organizzazione di questa manifestazione sul territorio, che per tutti gli eventi che abbiamo fatto quest’anno con lo stesso gruppo di Cantine e con gli stessi vini a Roma, a Milano e a Monza”. “Settimana scorsa ero in Giappone per un evento dove c’era prevalentemente Pinot Nero, che ripeteremo durante un tour negli Stati Uniti nei prossimi giorni” ha proseguito il direttore, concludendo che le masterclass di Casteggio “hanno sottolineato un grande fermento e una qualità dei vini sempre maggiore, segno che la strada è quella giusta”. Operatori, sommelier e giornalisti hanno potuto degustare 95 etichette ai banchi dei produttori, a cui si sono aggiunti quelli delle degustazioni guidate sulle bollicine e sui rossi fermi. “I metodo classico che abbiamo assaggiato hanno profili molto diversi ma sono tutti legati da un filo conduttore dato dall’alta qualità ed eleganza che sono in grado di esprimere” ha spiegato Jacopo Cossater, relatore della masterclass dedicata all’Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg, sottolineando che “sono prodotti che hanno un rapporto qualità prezzo incredibile, perfetti per la ristorazione grazie alla grande abbinabilità”. “C’è molta sensibilità, un’interpretazione sempre più autentica delle caratteristiche identificative del Pinot Nero in Oltrepò: i vini risultano più eleganti, con al centro il frutto, senza essere troppo marcati con i legni” ha affermato Filippo Bartolotta, che ha guidato la masterclass su questi grandi rossi, dicendosi “curioso di scoprire cosa succederà nei prossimi anni”.

E’ proprio il Pinot Nero a trainare più di tutti la crescita qualitativa della viticultura in questo triangolo di 13mila ettari vitati a Sud del Po, dai quali si ricavano complessivamente ogni anno 75 milioni di bottiglie. L’Oltrepò è la prima zona d’Italia per produzione del Pinot Nero, con il 75% dell’intero vigneto italiano. Il suo Metodo Classico, unica Docg del territorio, è il suo punto di forza, e anno dopo anno cresce in qualità, fama e vendite, arrivate a circa 600mila bottiglie. Ed è proprio al Metodo Classico, ancor più del Pinot Nero fermo, a cui guardano aziende importanti del vino italiano. Dopo l’investimento della famiglia Zonin nella Tenuta il Bosco di Zenevredo nell’ormai lontano 1987, sono sbarcati in Oltrepò i piemontesi Cordero alla magnifica Tenuta San Giorgio a Santa Giuletta, poi i veronesi Tommasi con l’acquisizione della Tenuta Caseo a Canevino, e quest’anno la franciacortina Guido Berlucchi che ha comperato Vigne Olcru a Santa Maria La Versa, e la veronese Masi che ha acquistato Casa Re a Montecalvo Versiggia. Un ulteriore segnale delle grandi potenzialità di questo territorio.