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Fiera dei vini di Piacenza: nel Comitato Micheloni, Maietta e Tortorelli

Fiera dei vini di Piacenza: nel Comitato Micheloni, Maietta e TortorelliMilano, 15 apr. (askanews) – La Fiera dei Vini, mostra mercato in programma dal 18 al 20 novembre a Piacenza Expo, annuncia il Comitato tecnico istituito per garantire la qualità delle aziende partecipanti. Ne fanno parte Cristina Micheloni, agronoma, ricercatrice e consulente per l’agricoltura biologica nei progetti europei; Antonello Maietta, former president di Ais, giornalista e divulgatore enogastronomico; e Fosca Tortorelli, giornalista, degustatrice e Master sommelier Alma-Ais.

Lo ha annunciato in una nota Piacenza Expò, spiegando che “in nemmeno un mese dall’apertura delle iscrizioni sono oltre 150 le aziende che hanno già fatto richiesta di partecipazione, di cui il 25% sono biologiche”. Non mancherà inoltre un padiglione dedicato agli Artigiani del Cibo, che porteranno da tutta Italia selezionate proposte gastronomiche. “Siamo soddisfatti dell’ottima risposta dei produttori alla Mostra Mercato” ha dichiarato il direttore di Piacenza Expo, Sergio Copelli, spiegando che “ci rende particolarmente felici l’alto numero di aziende vinicole biologiche aderenti, per le quali abbiamo previsto una sezione dedicata, ispirandoci a ‘Millesimé Bio’, fiera internazionale di vini biologici di Montpellier (Francia)”.

La Fiera consente ai visitatori di comprare direttamente dai produttori.

Vino, alla Milano Design Week la spumantiera sostenibile di Montelvini

Vino, alla Milano Design Week la spumantiera sostenibile di MontelviniMilano, 15 apr. (askanews) – In occasione della Milano Design Week la Cantina dell’Asolo Prosecco DOCG, Montelvini, presenta una spumantiera che coniuga l’aspetto della sostenibilità a un’estetica che riproduce la forma a scudo tipica delle proprie etichette. Questo oggetto di eco-design sarà esposto alla mostra “Esprit Magicien” alla Fabbrica del Vapore di via Procaccini 4, curata da Patrizia Catalano e Maurizio Barberis nell’ambito di “HoperAperta”, il cui vernissage inaugurale si terrà, su invito, il 18 aprile.

La bowl, progettata dallo studio Argine e realizzata in tiratura limitata da un laboratorio locale, è fabbricata con un biopolimero ricavato dalla canna da zucchero che non contiene derivati del petrolio. E’ stampata in 3D, tecnica che consente di eliminare gli sprechi, ridurre al minimo l’energia necessaria per la produzione e impiegare materie prime eco compatibili e riciclabili. Con sede a Venegazzù, piccola frazione di Volpago del Montello (Treviso), Montelvini è di proprietà della famiglia Serena, oggi rappresentata dalla quinta generazione.

Cons. Morellino di Scansano DOCG: Vinitaly ricco di spunti e conferme

Cons. Morellino di Scansano DOCG: Vinitaly ricco di spunti e confermeMilano, 15 apr. (askanews) – “È stato un Vinitaly ricco di spunti e molte conferme per la nostra denominazione: raccogliamo i frutti del lavoro delle aziende che negli ultimi anni hanno dato vita a vini di spessore, che hanno contribuito a rendere chiara l’identità dei nostri vini”. Così il direttore del Consorzio Morellino di Scansano DOCG, Alessio Durazzi, traccia un bilancio della partecipazione della Denominazione alla 55esima edizione di Vinitaly che si è concluso nei giorni scorsi a Veronafiere.

Per la partecipazione del Consorzio al Salone internazionale del vino e dei distillati di Verona è stata ricca di incontri professionali proficui e costruttivi, con dirette social, meeting con buyers internazionali e degustazioni. “Lo stand istituzionale è stato il teatro di molti appuntamenti che, in maniera trasversale, ha accolto professionisti del mondo del vino, stampa specializzata e consumatori mettendo in mostra il nuovo slancio produttivo” evidenzia Durazzi, aggiungendo che “la qualità dei vini e la strategia messa a punto dal board del Consorzio, infatti, stanno consolidato un trend in continua crescita sia di valore che di immagine per la denominazione storica della Maremma”. Gli sforzi da parte del Consorzio adesso si concentrano sulla quinta edizione di “Rosso Morellino”, l’evento in house della denominazione che quest’anno si svolgerà il 14 e il 15 maggio. La novità di questa edizione sarà l’apertura al pubblico di appassionati con un evento che vedrà protagonisti i produttori in un importante banco d’assaggio e un grande show con la presenza di un prestigioso ospite, il cui nome sarà annunciato nei prossimi giorni. Confermata anche la parte dedicata agli operatori del settore, che si svolgerà presso le ex scuole elementari di Scansano, con approfondimenti e masterclass per mettere in primo piano le tipicità del Sangiovese della costa toscana.

Vino, il 6 maggio torna il Sabato del Vignaiolo di Fivi: 22 appuntamenti

Vino, il 6 maggio torna il Sabato del Vignaiolo di Fivi: 22 appuntamentiMilano, 14 apr. (askanews) – Il 6 maggio in tutta Italia torna il “Sabato del Vignaiolo”, seconda edizione dell’evento diffuso organizzato dalle Delegazioni locali della Federazione italiana vignaioli indipendenti (Fivi) per raccontare al pubblico e agli appassionati le realtà territoriali degli oltre 1.500 soci.

Ventidue gli appuntamenti organizzati da Nord a Sud in altrettante località della penisola: aziende agricole e cantine soprattutto, ma anche luoghi d’arte o ristoranti appartenenti alla rete dei “Punti di affezione” Fivi, che diventano teatro d’incontro diretto con i vignaioli e le vignaiole dell’associazione. Gli eventi hanno format diversi, liberamente decisi e organizzati dai vignaioli di ogni diverso territorio: banchi d’assaggio singoli o collettivi, masterclass, pic-nic e passeggiate nei vigneti, musica live. Il “Sabato del Vignaiolo” vuole offrire agli appassionati del vino una giornata di festa e relax, ma anche di scoperta del lavoro dei vignaioli, delle tradizioni che si tramandano di generazione in generazione, delle eccellenze dei territori in cui coltivano i loro vigneti.

“Dopo il grande successo della prima edizione, che ha coinvolto quasi 10mila partecipanti nei vari appuntamenti, le Delegazioni locali si sono riattivate con un’energia davvero entusiasmante” ha dichiarato la vicepresidente di Fivi, Diletta Nember, spiegando che “se l’anno scorso gli eventi erano 18, quest’anno saranno ben 22, con novità come l’Abruzzo, la Liguria, le Langhe e il Roero, che testimoniano come questo evento sia entrato ormai nel cuore delle vignaiole e dei vignaioli”. “Questi appuntamenti sono per noi un’occasione unica per incontrarsi, consolidare i legami associativi e i rapporti positivi tra colleghi” ha proseguito Nember, concludendo che “per il pubblico, è l’occasione per conoscere i vignaioli nella loro massima espressione di genuinità e autenticità, vocaboli spesso abusati ma mai veri come in questo caso”. Il programma completo degli appuntamenti è pubblicato su https://fivi.it/sabato-del-vignaiolo/.

Vino, il 17 aprile a Tortona si tiene l’incontro “Quo vadis Derthona?”

Vino, il 17 aprile a Tortona si tiene l’incontro “Quo vadis Derthona?”Milano, 14 apr. (askanews) – La valorizzazione di un territorio attraverso il suo vino, il Derthona Timorasso, e le sue eccellenze enogastronomiche sarà il tema al centro del talk show “Quo vadis Derthona? – Voci autorevoli da territori di successo”, in programma lunedì 17 aprile alle 18 nel Teatro Civico di Tortona (Alessandria).

Per l’occasione, il vignaiolo Walter Massa, presidente e ideatore del marchio “Terre Derthona”, dialogherà con il fondatore di Eataly, Oscar Farinetti, lo storico e scrittore Luciano Bertello, il presidente di Banca d’Alba, Tino Cornaglia, il direttore artistico di R&P Davide Rampello e il titolare del ristorante 3 stelle Michelin “Dal Pescatore” di Canneto sull’Oglio (Mantova), Antonio Santini. “Oggi possiamo senz’altro affermare di essere giunti a un primo, importante, traguardo: il Tortonese è infatti entrato nel cosiddetto “salotto buono” del gusto, del vino e dei territori di tendenza, come testimonia il vivace movimento turistico in corso e la crescente domanda di prodotti tipici” ha affermato Massa, spiegando che “arrivare a tutto questo, seppure molto impegnativo, è stato tutto sommato facile rispetto a ciò che ci aspetta: siamo stati infatti aiutati, in questo percorso, dal momento storico, dalla posizione geografica, dalla strepitosa genetica del vitigno Timorasso”. “Ora – ha concluso – siamo arrivati al punto in cui dobbiamo guardare avanti con la giusta mentalità”.

L’appuntamento di lunedì prossimo si muove proprio in questo senso, dando la possibilità agli stakeholder del territorio di dialogare e interagire con referenti di primo piano del settore enogastronomico e dello story telling. Al termine dell’incontro sarà aperto anche un dibattito con il pubblico presente, quindi, si proseguirà con la presentazione del libro “Osterie della tradizione tra Langa, Roero, Monferrato e Tortonese” di Luciano Bertello (ed. San Paolo Periodici 2022). L’ingresso è libero con prenotazione obbligatoria. Per la registrazione e il programma completo si può consultare il sito www.terrederthona.it. L’evento è organizzato da Terre Derthona (associazione Strada del Vino e dei Sapori dei Colli Tortonesi) con i patrocini di Regione Piemonte, Provincia di Alessandria, Comune di Tortona, Consorzio di Tutela Vini dei Colli Tortonesi, Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli Tortonesi, Slow Food e Banca d’Alba. Proprio nelle ultime settimane, il territorio tortonese è al centro di un’inedita operazione di promozione, basata sulle sue eccellenze e sulle sue peculiarità, ed è iniziata anche la posa di una nuova segnaletica stradale con il marchio “Terre Derthona”, che identifica il comprensorio tra Monferrato, Lomellina, Oltrepò e la zona vicina alla Liguria. Tante, del resto, sono le specialità tipiche di questa terra: al vino si aggiungono infatti unicità come il formaggio Montebore, il salame nobile del Giarolo, le pesche di Volpedo, le ciliegie di Garbagna, i tartufi dell’Appennino, gli ortaggi della Valle Scrivia.

A Rita Cucchiara il Premio Ciliegia d’Oro sostenuto da Toschi Vignola

A Rita Cucchiara il Premio Ciliegia d’Oro sostenuto da Toschi VignolaMilano, 14 apr. (askanews) – E’ stato assegnato a Rita Cucchiara il Premio “Ciliegia d’Oro”, riconoscimento istituito nel 1981 e sostenuto dalla storica azienda Toschi Vignola, viene assegnato ogni anno ad un personaggio di origine modenese che si è distinto in campo nazionale nel settore sociale, culturale, imprenditoriale, sportivo e umanitario. Tra i vincitori del premio delle passate edizioni: Luciano Pavarotti, Enzo Ferrari, Luca Toni, Valerio Massimo Manfredi, Anna Molinari, Luca Cordero di Montezemolo e Massimo Bottura.

“La giuria ha assegnato la Ciliegia d’Oro 2022 alla professoressa Rita Cucchiara riconoscendo il grande valore del suo impegno in campo accademico, scientifico e culturale” spiegato i promotori del premio, sottolineando che “si è distinta a livello internazionale per i suoi studi e progetti sull’intelligenza artificiale e le applicazioni in campo industriale, medico e sviluppo tecnologico per la sicurezza”. “Grazie all’attività accademica presso l’università di Modena e Reggio Emilia, ha allargato gli orizzonti della ricerca informatica verso nuovi paradigmi di intelligenza artificiale, generando ricadute positive sul tessuto imprenditoriale del territorio e preparando giovani risorse ad affrontare nuovi aspetti in ambiti finora inesplorati” si precisa nelle motivazioni del premio, sottolineando che “il suo impegno l’ha portata a ricoprire incarichi di grandi rilievo e posizioni strategiche per il progresso tecnologico in Italia ed all’Estero. Un impegno per lo sviluppo della società e benefici per la collettività”. Rita Cucchiara è un ingegnere elettronico e informatico, professore ordinario di Ingegneria Informatica e di Visione artificiale presso il Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università di Modena e Reggio Emilia. I suoi studi hanno portato a sistemi per la sorveglianza e la sicurezza, per il riconoscimento di persone e per l’interazione uomo-robot. Negli ultimi anni si è concentrata su modelli generativi di immagini e di testo, anche con applicazioni industriali, nella sicurezza e nella salute. È responsabile scientifico dell’AImage Lab presso l’UNIMORE e dirige l’Artificial intelligence research and innovation center (Airi) di Modena e l’unità Ellis (European labs of learning and intelligent systems) a Modena. È stata fondatrice e direttrice dal 2018 al 2021 del Laboratorio nazionale italiano di intelligenza artificiale e sistemi intelligenti del CINI (Consorzio Inter-universitario nazionale per l’informatica).

“L’impatto della tecnologia sulle nostre vite e sul mondo del lavoro anima i dibattiti più accesi su più livelli di discussione” dichiara Massimo Toschi, presidente del Centro Studi Vignola, spiegando che “un punto fermo però è che l’evoluzione non si ferma e va utilizzata come opportunità di sviluppo e di miglioramento delle nostre vite”. “La ricerca e lo sviluppo di nuove frontiere tecnologiche rappresentano un passaggio fondamentale per il progresso della società” prosegue Toschi, sottolineando che “l’impegno e la passione della professoressa Rita Cucchiara vanno proprio in questa direzione. I riconoscimenti internazionali, gli incarichi ai più alti livelli istituzionali e il suo contributo alla formazione di tanti giovani – conclude – sono la prova concreta del grande valore del lavoro che ha svolto e che continuerà a svolgere, portando lustro e prestigio al nostro territorio”. La cerimonia di premiazione si svolgerà sabato 6 maggio alle 18 nella Sala dei Contrari del Castello di Vignola alla presenza della sindaca Emilia Muratori, del presidente del Centro studi Massimo Toschi e delle autorità locali.

Dal 22 al 25 aprile a San Quirico d’Orcia c’è l’”Orcia Wine Festival”

Dal 22 al 25 aprile a San Quirico d’Orcia c’è l’”Orcia Wine Festival”

Milano, 14 apr. (askanews) – Dal 22 al 25 aprile a San Quirico d’Orcia andrà in scena “Orcia Wine Festival” 2023, dodicesima edizione della mostra mercato dedicata ai vini della Orcia Doc. Alla manifestazione di quest’anno parteciperanno sedici produttori con i loro banchi di assaggi e sono in programma quattro degustazioni tecniche guidate da Onav Siena, masterclass e trekking nelle cantine della Val d’Orcia, territorio vinicolo patrimonio Unesco.

“Un’edizione pensata sia per i tanti appassionati del vino che per i turisti” ha spiegato la presidente del Consorzio del Vino Orcia, Giulitta Zamperini, aggiungendo che “avremo infatti nel programma attività più tecniche, per affrontare il vino in maniera professionale, ma anche di avvicinamento alle cantine del territorio”. L’evento è promosso dal Comune di San Quirico d’Orcia, in collaborazione con il Consorzio, e si svolge nelle sale di Palazzo Chigi Zondadari, oltre che sul territorio. Il programma prenderà il via sabato 22 aprile con il taglio del nastro alle 12. Le cantine presenti saranno Bagnaia, Campotondo, Capitoni, Dirimpettaio, Donatella Cinelli Colombini, Fabbrica Pienza, La Nascosta, Loghi, Olivi – Le Buche, Podere Albiano, Palazzo Massaini, Poggio Grande, Sampieri del Fa’, Sassodisole, Tenuta Sanoner, Val d’Orcia Terre Senesi, Vegliena.

Nata nel febbraio 2000, l’Orcia Doc raccoglie nella sua area di produzione dodici Comuni a Sud di Siena. A oggi sono 153 gli ettari di vigneti dichiarati su un totale potenziale di 400. La produzione media annua si attesta intorno alle 255mila bottiglie realizzate dalle circa 60 cantine nel territorio, di cui oltre 30 socie del Consorzio di tutela che dal 2014 ha l’incarico di vigilanza e promozione Erga Omnes nei confronti di tutti i produttori della denominazione.

UIF: Carlotta Fabbri neo presidente del Gruppo Prodotti per Gelato

UIF: Carlotta Fabbri neo presidente del Gruppo Prodotti per GelatoMilano, 13 apr. (askanews) – Carlotta Fabbri è stata nominata Presidente del Gruppo Prodotti per Gelato di Unione Italiana Food e presiederà Consiglio e Assemblea del Gruppo nel quadriennio 2023 – 2027.

Classe 1984, Fabbri è rappresentante della 5a generazione della Famiglia che ha fondato 118 anni fa la Fabbri1905 SpA. Carlotta Fabbri inizia la sua carriera in agenzie di comunicazione e presto diventa reporter del Resto del Carlino di Bologna. Nel 2005 entra in Fabbri1905 all’interno della Filiale argentina e nel 2012 rientra dal sud America e ricopre cariche all’interno di tutte le aree aziendali, fino ad approdare all’area Commerciale e Marketing. Attualmente riveste il ruolo di Digital Sales & Marketing Director. Come Presidente del Gruppo Prodotti per Gelato si prefigge di supervisionare e implementare le attività promozionali del comparto e di consolidare i rapporti con le istituzioni, i media, le fiere e le associazioni di riferimento del settore artigianale, con lo scopo primario di rafforzare strategiche relazioni di filiera e la collaborazione su progetti d’interesse comune. Inoltre, si continuerà a guardare con attenzione al consolidamento dello sviluppo dell’export, soprattutto verso quei mercati con spazi di ottimizzazione.

Aderiscono a UIF – Gruppo Prodotti per Gelato – i principali produttori italiani di ingredienti per gelateria e pasticceria, che totalizzano nel loro insieme un fatturato di 850 milioni di euro, pari all’80% dell’intero fatturato del settore.

E’ nata “Piwi Italia”, gruppo che promuove i vini da vitigni resistenti

E’ nata “Piwi Italia”, gruppo che promuove i vini da vitigni resistentiMilano, 12 apr. (askanews) – E’ nata Piwi Italia, un gruppo di lavoro formato da vignaioli nostrani che coltivano vitigni resistenti alle malattie fungine. La prima pietra della sezione italiana della Piwi International è stata posata nel corso della 55esima edizione di Vinitaly che si è conclusa nei giorni scorsi a Veronfiere.

Oggi in Italia sono iscritte al registro nazionale delle varietà di vite per vino 36 varietà, 18 a bacca rossa e 18 a bacca bianca. Le Regioni che hanno autorizzato la coltivazione di queste varietà (in parte o tutte) sono Abruzzo, Provincia di Bolzano, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Piemonte, e la provincia di Trento. Le aziende che coltivano Piwi sono 165 e commercializzano 290 vini, con una superficie vitata stimata di alcune migliaia di ettari. Nel 2022 sono stati realizzati in Italia quasi quattro milioni di innesti delle varietà Piwi. Scopo di “Piwi Italia” è quello di promuovere i prodotti ottenuti dai vitigni Piwi e di diffondere la coltivazione delle varietà resistenti anche nelle altre regioni, “supportando queste richieste con informazioni scientifiche, tecniche viticole ed approfondimenti economici per rendere la viticoltura più sostenibile”. L’organo di gestione del gruppo di lavoro in Italia sarà composto da due rappresentanti per ogni regione o provincia autonoma, a cui potranno iscriversi tutte le persone interessate a seguire e tenersi aggiornati sulla viticoltura ed enologia dei vitigni Piwi.

Piwi International è nata nel 1999 come gruppo di lavoro su iniziativa di Pierre Basler, ha sede a Wadenswill (Svizzera) e conta su 16 delegazioni.

Vino, Alois Lageder: cambio clima? Compreremo terreni da 1.000 mt in su

Vino, Alois Lageder: cambio clima? Compreremo terreni da 1.000 mt in su




Vino, Alois Lageder: cambio clima? Compreremo terreni da 1.000 mt in su




















Bolzano, 12 apr. (askanews) – Se letteralmente sta per ‘la parte più alta’, il termine latino Summa in italiano significa ‘compendio di saperi’. Queste due definizioni racchiudono insieme il senso della due giorni che si tiene ogni anno nel delizioso Casòn Hirschprunn & Tòr Löwengang della Tenuta della storica azienda agricola Alois Lageder. La cornice è quella di Magré, piccolo comune dell’Alto Adige, poco più vicino a Bolzano che a Trento, a 250 metri sul livello del mare, sotto il quale si estende un immenso meleto, esempio lampante del peso dell’agricoltura industriale. Da 24 anni Summa è un crocevia di vignaioli ‘alternativi’, un luogo di incontro e confronto su buone pratiche in vigna e in cantina, in un borgo isolato e protetto dalle montagne. Qui prima del vino ci sono l’uva, le piante, il suolo, l’aria, l’acqua, le bestie (dalle galline ai buoi), la frutta, la verdura, le erbe aromatiche, i cereali, gli uomini e le donne: la natura e le persone che la abitano e la vivono rispettandola. Qui il vino è una parte del tutto: ‘microcosmo e macrocosmo’ storpiando il fondatore dell’Antroposofia, Rudolf Steiner, da cui nasce la biodinamica che caratterizza da oramai trent’anni la Cantina Lageder, che di Summa è l’artefice.

‘L’intuizione è stata quella di portare i nostri ospiti qui invece che continuare ad andare noi a Vinitaly’ racconta ad askanews Alois Lageder, quinta generazione della famiglia di vignaioli altoatesini, ricordando che l’idea nacque trent’anni fa nell’ambito di Vinexpo (il salone del vino che si tiene a Bordeaux dal 1981, ndr ). ‘La cosa interessante non era la fiera, quanto essere invitati a cena in uno Chateau a fare le degustazioni’ spiega, aggiungendo che ‘nel 1999, con alcuni produttori, abbiamo messo insieme cinque cantine francesi con altrettante tedesche, austriache e italiane per fare una presentazione tutti insieme in uno Chateau che credo fosse Gazin’. ‘Quell’anno chiamai Castello di Ama, Conti Costanti, Jermann e Bruno Giacosa e poi l’anno dopo decisi di organizzare l’incontro da me e così è iniziato tutto’. Da venti cantine, si è arrivati alle 110 dell’edizione che si è da poco conclusa, scelte per la loro indiscutibile qualità. Un criterio che però inizia a stare stretto. ‘Oggi potremmo averne anche 300, abbiamo tantissime richieste’ spiega Alois, rivelando però ‘che l’anno prossimo vorremmo concentrarci ancora di più su aziende biodinamiche o biologiche, realtà che interpretano l’agricoltura come noi, con i nostri stessi valori’. ‘Anche perché nel 2024 non solo tutti i nostri vini saranno biologici o biodinamici – evidenzia – ma lo saranno anche le uve conferite dai nostri 80 vignaioli: un sogno che si realizza’. L’edizione che andrà in scena il 13 e 14 aprile 2024 potrebbe segnare comunque un nuovo record di Cantine, che potrebbero salire fino a 130, probabilmente non di più per motivi di spazio. A Summa si viene accolti in un grande cortile, un luogo privato che diventa di tutti, come l’intero borgo che prende vita e si anima tra viuzze e palazzi. Il vino è appunto una parte del tutto, elemento vitale che, per dirla con Alois ‘non è solo un prodotto della natura ma anche l’espressione del nostro atteggiamento spirituale’. Nonostante la costante crescita di produttori, di addetti ai lavori, di pubblico e di interesse generale registrati in questi anni, Summa ha mantenuto un ‘allure’ di esclusività, per le quinte incantate che lo delimitano e lo proteggono, per il concentrato di eccellenze che lo compongono, per i modi aristocratici di chi lo organizza. Un’affascinante ‘elite’ a cui si sente di appartenere per il solo fatto di frequentarlo. ‘Credo che per chi viene qui sia molto importante respirare il senso del gruppo’ dice Alois, quindi ‘un senso di appartenenza, di condivisione e di valori’ destinato a rafforzarsi si se arriverà a restringere il campo a chi ha scelto biologico e/o biodinamico non solo come metodo di lavoro ma come visione della vita.

L’azienda, fondata nel 1823, conta oggi su oltre 55 ettari di vigneti coltivati con approccio olistico, sostenibilità e circolarità. E’ da anni una realtà solida e riconosciuta sia in Italia che all’estero, che ha chiuso il 2022 con un fatturato di 19,6 milioni di euro, il 60% del quale rappresentato dall’export in 65 Paesi. La sua forza sono vini di grande personalità che rappresentano le diverse anime dell’Alto Adige, territorio dove le vigne condizionano sempre più il paesaggio e l’economia. Regione ricca, ancorata alle tradizioni ma capace, tra le prime, di scommettere su bioedilizia, architettura sostenibile e energie alternative, con giovani che scalpitano per fare bene. Come Clemens, Anna e Helena, i tre figli di Veronika e Alois Lageder, sesta generazione che oggi gestisce l’azienda. ‘Vedo con grande piacere i miei figli andare avanti’ dice Alois con una punta di orgoglio e commozione, spiegando ‘tu arrivi fino ad un certo punto, fai una grande curva verso l’alto che poi si appiattisce e non riesce più a salire, è normale, probabilmente è un fatto di età, e invece loro partono da quel livello e riescono ad andare ancora più in alto. Sono molto contento che ci sia stato il passaggio generazionale – chiosa – lo abbiamo fatto bene, e questo permetterà all’azienda di fare un altro salto di qualità’. “Quando ho preso in mano l’azienda nel 1974, l’Alto Adige era noto solo oltralpe come fornitore di vini rossi, perché storicamente eravamo la zona viticola più a Sud dell’impero austroungarico’ ricorda Alois, aggiungendo che fu la sorella (con il marito che per 40 anni è stato l’enologo dell’azienda), a vedere l’altra faccia della medaglia e cioè che, al contrario, ‘per il mercato italiano eravamo la zona viticola più a Nord e quindi quella più adatta ai vini bianchi’. Prima di sua sorella e pochissimi altri vignaioli, lo avevano intuito solo gli spumantisti che compravano i bianchi sfusi, mentre gli altri produttori altoatesini capirono che era necessario puntare sui bianchi negli anni Novanta, quando al centro del loro lavoro misero prima di tutto quella qualità che oggi è un marchio di fabbrica riconosciuto.

‘Di strada ne abbiamo fatta tanta in questi cinquant’anni ma le cose sono sempre in continua evoluzione e bisogna trovare nuove strade per raggiungere livelli ancora più alti’ continua Alois, che ricordando quanto fosse tradizionalista il mondo vitivinicolo in cui è cresciuto (‘non si poteva toccare nulla’), rivela l’importanza dell’incontro con il celebre produttore della Napa Valley, Robert Mondavi. ‘Lui mi ha insegnato due cose, la prima è che non si può dire che una cosa va bene se non si provato a fare il contrario, e la seconda è che non si deve mai essere soddisfatti perché si possono sempre fare dei vini più buoni’. ‘Questo mi ha portato a capire che la tradizione è il punto di partenza e non di arrivo, e che sperimentare è essenziale per andare avanti e continuare a crescere’ prosegue, evidenziando che ‘in Alto Adige noi abbiamo sempre preso una strada un po’ diversa da quella degli altri e anche questo forse è una mia, una nostra, caratteristica, non mi è mai piaciuto seguire la massa ma trovare una mia strada’. ‘Ad esempio non credo nei vini ‘potenti’, ‘muscolari’, di 15 gradi, per me questo non è il vino’ si scalda, sottolineando che ‘il vino deve essere piacere, deve poter essere abbinato ai piatti leggeri che siamo soliti mangiare, e quindi dobbiamo cercare di fare vini freschi, pieni di tensione, di vitalità e non troppo alcolici: meglio meno che più alcol’. Quinta o sesta generazione che sia, i Lageder continuano a guardare lontano e in alto. Già, perché il cambiamento climatico che imperversa, spinge i vignaioli a puntare verso altitudini una volta impensabili, non più colline ma montagne. ‘Siamo intenzionati ad acquistare dei terreni a mille metri e oltre’ rivela Alois, spiegando che ‘non faremo lo sbaglio che è stato fatto qui nella valle, dove ci sono monocolture intensive inaccettabili’. ‘Spero che la politica dia delle direttive precise, ad esempio se uno vuole impiantare dei vigneti in montagna li deve togliere dalla pianura, quella pianura che un secolo fa era piena di prati dove i pastori portavano a far pascolare i loro greggi d’inverno. Oggi invece il prato non esiste più’ dice amareggiato, spiegando che ‘noi porteremo un approccio diverso, vigneti certo, ma anche prati, campi, bosco, delle culture miste come abbiamo fatto qui, dove insieme con le viti ci sono alberi da frutto, prati e grano’. ‘Bisogna insomma ripensare completamente questo modello di monocoltura in pianura’ aggiunge, concludendo ‘trovo i giovani di oggi molto più preparati, più seri e con un approccio molto più professionale di quello che avevamo noi alla loro età e quindi sono molto fiducioso ma è drammatico che si trovino a dover salvare il mondo che la generazione di mio padre e la mia hanno devastato’.