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Vino, fatturato di 10,5 mln per il neonato Gruppo Marilisa Allegrini

Vino, fatturato di 10,5 mln per il neonato Gruppo Marilisa AllegriniMilano, 1 apr. (askanews) – Si chiude con un fatturato di 10,5 mln di euro, in linea con le previsioni, il primo bilancio consolidato del neonato Gruppo Marilisa Allegrini, che comprende le tre Tenute di proprietà della famiglia Mastella-Allegrini: Villa Della Torre a Fumane (Verona), Poggio Al Tesoro a Bolgheri (Livorno) e San Polo a Montalcino (Siena). “In un contesto di mercato caratterizzato da significative turbolenze e costanti oscillazioni il risultato dei nostri primi nove mesi è tutt’altro che scontato. E’ stata una sfida sicuramente impegnativa e ambiziosa ma conferme come queste ci dimostrano che la strada è quella giusta” ha commentato la presidente Marilisa Allegrini, precisando che “il 70% del fatturato è rappresentato dall’estero, il 25% dall’Italia e il 5% dall’ospitalità, con quest’ultima che ci permette di accorciare i passaggi che ci sono tra produttore e consumatore e sarà dunque una parte sempre più importante del nostro progetto perché considero strategica una crescita integrata e sinergica tra vino e ospitalità”. In questo senso, a settembre è prevista l’inaugurazione della nuova “casa” di Poggio al Tesoro a Bolgheri.


“Con ospitalità non intendo indicare solo le camere ma anche la vendita diretta delle bottiglie” ha proseguito la Cavaliere del lavoro, sottolineando che “ci siamo dati come obiettivo di arrivare al 2030 raddoppiando il fatturato, con 5 mln di euro rappresentati proprio dell’ospitalità”. “Grazie alle nuove 16 assunzioni fatte nel 2024 (con un’età media di 35 anni), i nostri dipendenti sono arrivati a 63, di cui 32 dedicati alla produzione e 12 all’ospitalità” ha aggiunto la presidente, spiegando che “l’obiettivo principale del 2025 è quello di creare la holding del Gruppo”. Questo piano di espansione si inserisce in un più ampio contesto di crescita, che deriva anche dall’aumento della produzione dei vini Villa Della Torre a partire dall’annata 2024 e che, sempre nel quinquennio, porterà il Gruppo a produrre un milione di bottiglie. A Vinitaly 2025 il Gruppo sarà presente con un ampio e ripensato stand al Padiglione 9 (Stand B15): novità di questa edizione, l’area dedicata ai winelovers, pensato per offrire degustazioni non solo agli addetti ai lavori. Alla Fiera di Verona faranno il loro debutto ufficiale i vini prodotti nei dieci ettari di vigneto del Brolo di Villa Della Torre (versioni “aggiornate” di Valpolicella Classico Superiore e Amarone), e quelli del progetto Peaks&Valleys dedicato a Verona, con quattro nuove referenze oggi “tirate” in meno di 40mila bottiglie ma destinate a crescere rapidamente: “Valpolicella Classico Monte Lencisa Doc 2024”, “Lugana Selva del Vescovo Doc 2024”, “Soave Classico Castelcerino Doc 2024” e “Soave Classico Fittà Doc 2024”.


Nell’anno delle celebrazioni per il Cinquecentenario di Palazzo Te, Villa Della Torre presenterà infine un nuovo vino nato dalla collaborazione avviata nel novembre 2022 con la Fondazione mantovana.

Luca Raccaro eletto presidente del Consorzio Tutela Vini Collio

Luca Raccaro eletto presidente del Consorzio Tutela Vini CollioMilano, 1 apr. (askanews) – Luca Raccaro è stato eletto presidente del Consorzio Tutela Vini Collio al posto di David Buzzinelli. Lo ha deciso il nuovo Cda nominato dall’assemblea dei soci. Vignaiolo del Collio e titolare con il fratello dell’azienda di famiglia, Raccaro rappresenta la nuova generazione della viticoltura friulana: con la sua nomina a 36 anni, diventa il più giovane presidente nella storia del Consorzio Collio.


“Rafforzeremo l’unità della Denominazione e lavoreremo con determinazione per valorizzare la qualità delle nostre produzioni, promuovere la sostenibilità e rafforzare il legame con i consumatori e le comunità locali” ha detto il neo presidente, aggiungendo che “collaboreremo con tutti gli attori del territorio, con spirito costruttivo e inclusivo, per affrontare insieme le sfide future e cogliere nuove opportunità. Tra gli obiettivi imminenti – ha spiegato – il primo grande appuntamento sarà l’evento istituzionale in programma per ottobre, dedicato al Friulano: un’occasione unica per raccontare il nostro territorio attraverso le sue varietà simbolo”. Oltre ai vicepresidenti Karin Princic (Colle Duga) e Paolo Corso (Tenuta Borgo Conventi), il nuovo Consiglio di amministrazione che si è insediato ufficialmente il 1 aprile, è composto anche da Riccardo Marcuzzi (Soc. Agr. Colsoreli), Luca Raccaro (Raccaro Soc. Agricola), David Buzzinelli (Carlo di Pradis), Matteo Livon (Livon), Alessandro Pascolo (Vini Pascolo), Fabjan Korsic (Korsic Wines), Sasa Radikon (Radikon), Matej Figelj (Soc. Agr. Fiegl), Jannis Paraschos (Soc. Agr. Paraschos), Michele Tomba (Bolzicco Fausta) e Tamara Podversic (Podversic Damijan).


L’assemblea ha inoltre approvato all’unanimità il Bilancio consuntivo erga omnes 2024, il Bilancio preventivo erga omnes 2025 e le relative quote. È stato inoltre rinnovato l’incarico al sindaco unico, Alessandro Caprara. Il Bilancio 2024 ha registrato quasi il 60% dei costi impiegati per attività di promozione. Le risorse sono state utilizzate per coprire le attività istituzionali, con un significativo incremento degli investimenti destinati alla promozione e valorizzazione della Denominazione. “Il 2024 ha segnato un momento di grande slancio per il Consorzio – ha dichiarato la Direttrice Lavinia Zamaro – non solo per i festeggiamenti del 60esimo anniversario ma anche per le attività promozionali svolte all’estero, dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, e per l’intenso lavoro di incoming con operatori e stampa, sia italiani che internazionali. Questo ci ha permesso di rafforzare l’identità del Collio e proiettare la nostra eccellenza verso il futuro”. “In questi anni abbiamo ottenuto risultati importanti, portando avanti progetti fondamentali come la delibera relativa all’inserimento a Disciplinare dei vini ottenuti con macerazione e l’avvio del percorso per la formalizzazione di un nuovo vino prodotto solo da varietà tradizionali” ha ricordato il presidente uscente, David Buzzinelli, sottolineando “anche i traguardi raggiunti dal punto di vista della visibilità e del posizionamento del brand”.

Enoturismo, a Verona debutta “Vinitaly Tourism” con 64 Cantine italiane

Enoturismo, a Verona debutta “Vinitaly Tourism” con 64 Cantine italianeMilano, 1 apr. (askanews) – L’enoturismo entra nel raggio di azione del 57esimo Salone internazionale del vino e dei distillati con il numero zero di “Vinitaly Tourism”, il nuovo progetto di Veronafiere per la promozione delle experience nelle Cantine del Belpaese. In programma mercoledì 9 aprile, “Vinitaly Tourism” debutta con 64 Cantine, 16 buyer tra tour operator, agenzie di viaggio, online travel agency selezionati da Veronafiere e provenienti da Stati Uniti, Germania, Spagna e Italia, e 174 matching b2b in formato “speed date” già calendarizzati (2 piano Palaexpo, Business Center, Ingresso A1), conferenze ed una nuova ricerca redatta da Roberta Garibaldi, presidente di Associazione italiana Turismo Enogastronomico, frutto di una serie di indagini svolte su un campione rappresentativo di 1.500 turisti italiani.


“La crescita dell’enoturismo registrata negli ultimi anni in Italia ci restituisce la fotografia di un patrimonio ancora inespresso nelle sue complessive potenzialità” ha affermato il Dg di Veronafiere, Adolfo Rebughini, spiegando che “‘Vinitaly Tourism’ intende essere la leva fieristica per lo sviluppo del turismo dei territori del vino e, quindi, delle aziende del nostro Paese. Vinitaly è da sempre il baricentro delle tendenze e l’inserimento di questa nuova area nel palinsesto della manifestazione – ha concluso – accelera un piano di programma che, nei prossimi anni, potrà approdare anche nei nostri eventi internazionali”. Secondo il Report sull’enoturismo realizzato da Roberta Garibaldi, la transizione in atto è evidente: dal semplice “drinking wine”, il consumatore si sta orientando sempre più verso il “living wine”, ovvero il vino non come prodotto di consumo quotidiano, bensì come esperienza da degustare a 360 gradi all’interno di un programma enoturistico che vede la Cantina come esperienza più memorabile del viaggio e il prodotto-vino come icona dell’enogastronomia italiana. I risultati indicano che l’attenzione verso la visita alle Cantine ed ai territori di produzione continua a crescere. In particolare, il numero di turisti italiani che ha visitato i luoghi del vino è passato dal 60% del 2021 al 77% del 2025. E le Cantine si confermano negli anni come le “mete” preferite tra i luoghi di produzione: il 40% dei turisti italiani dichiara di aver visitato almeno una Cantina nel corso dei viaggi più recenti, contro il 32% del 2024 e il 29% del 2021. Inoltre, tra le icone enogastronomiche italiane, il vino primeggia con il 38,1% delle preferenze davanti all’olio Evo (24%), alla pizza (22%), alla pasta (15%) e ai formaggi (11%). E la visita alle Cantine con degustazione vini è considerata dai viaggiatori italiani come l’esperienza enogastronomica più memorabile vissuta nel corso dei propri viaggi (26% delle preferenze).


Il potenziale del turismo enogastronomico è alto ma il business rischia di essere penalizzato per la presenza di alcune criticità, evidenziate nel Report. Gli intervistati sottolineano la mancanza di informazioni chiare sull’esperienza (es. orari, costi, contenuti), che è stata rimarcata dal 58% dei visitatori italiani, e dalle limitazioni di orario e di giornate della visita (54%), principalmente dovuta al fatto che molte Cantine restano chiuse nei giorni festivi. Un altro fattore critico è legato al timore dei controlli stradali con il rischio di una sospensione della patente: a indicarlo è più della metà degli intervistati (53%). Interessante il punto sul prezzo atteso: il 63% dei turisti italiani dichiara che il prezzo ha limitato la decisione di visitare un’azienda di produzione (fra cui le Cantine), e se il 31% è disposto as impegnare una somma compresa tra i 21 e 40 euro per visita, c’è un 36% che non intende pagare oltre i 20 euro, ma un terzo che si dichiara disponibile ad un esborso superiore. Per Roberta Garibaldi: “I dati evidenziano chiaramente l’importanza di strutturare azioni di sistema mirate per valorizzare il turismo enogastronomico e le aree rurali, riconoscendo nelle aziende agricole il fulcro strategico per lo sviluppo sostenibile dei territori. Occorre affrontare con determinazione il nodo dei trasporti, investire nella formazione e incentivare le risorse umane, affinché gli operatori possano migliorare la propria offerta e attrarre flussi turistici durante tutto l’anno”. Per quanto riguarda le mete del vino più apprezzate dai winelover italiani e internazionali, secondo l’analisi delle tracce digitali condotta in collaborazione con Data Appeal, Langhe/Barolo, Chianti e Montalcino hanno ottenuto il più alto gradimento. Invece, tra le destinazioni turistiche più desiderate e caratterizzate dalla presenza di produzioni vitivinicole, emerge che i turisti italiani vorrebbero visitare le Cinque Terre (20,1% di preferenze) ed il Salento (19,9%), i tedeschi sono più orientati verso il Chianti (38%) e il territorio di Montepulciano (27%), gli inglesi verso l’Etna (33%) e il Chianti (30%) così come gli americani che però sono più orientati verso il Chianti (41%) e a seguire l’Etna (32%).


Vinitaly tourism ospiterà un calendario di appuntamenti tematici sul futuro dell’enoturismo, tra sfide e opportunità, organizzato con il coordinamento scientifico di Roberta Garibaldi e il supporto tecnico di Winedering.

Consorzio Vini Asolo Montello celebra a Vinitaly i suoi primi 40 anni

Consorzio Vini Asolo Montello celebra a Vinitaly i suoi primi 40 anniMilano, 1 apr. (askanews) – In occasione di Vinitaly, il Consorzio di Tutela Vini Asolo Montello celebra i suoi primi 40 anni di attività. Un anniversario importante che rappresenta non solo un bilancio ma anche un omaggio a una storia fatta di passione, dedizione e continua evoluzione. Un percorso frutto di una visione condivisa da tutti i produttori che operano nei territori di Asolo e del Montello (Treviso), un luogo dove la cultura del vino è radicata e ha saputo evolversi nel tempo.


Il via alle celebrazioni verrà dato il 7 aprile alle 10 con un brindisi inaugurale aperto al pubblico presso lo stand istituzionale (Padiglione 8 – Stand F7) della fiera veronese. I produttori dell’Asolo Prosecco Superiore Docg, del Montello Docg e del Montello Asolo Doc, devono la propria identità a vitigni autoctoni come Glera, Perera, Recantina e Bianchetta, ma sono anche stati fra i primi in Italia a produrre rossi da taglio bordolese e ad introdurre la versione Extra Brut nel mondo del Prosecco, testimoniando la capacità del Consorzio di rinnovarsi pur non dimenticando le proprie radici.


Durante la fiera, il Consorzio offrirà una serie di masterclass per approfondire la conoscenza delle sue Denominazioni. La prima si intitola “Asolo Prosecco Superiore Docg – Elevate your Choice” e sarà tenuta da Elisa De Polo (sabato alle 11, Mattia Asperti (sabato alle 14.30), Alberto Bassi (domenica alle 16), Andrea Gori (lunedì alle 14.30) e Gianpaolo Giacobbo (martedì e mercoledì alle 10). La seconda, “I Rossi del Montello – Un Mondo da Scoprire” sarà curata da Andrea Gori (lunedì alle 16) e da Gianpaolo Giacobbo (martedì alle 15). Da domenica a martedì, a partire dalle 12 alle 14, i vini del territorio saranno accompagnati dal formaggio Piave grazie alla collaborazione con il Consorzio Tutela Formaggio Piave Dop, e da piatti tipici locali preparati dagli chef del territorio. La proposta gastronomica sarà curata domenica 6 aprile da Ristorante 1922 di Ciano del Montello, lunedì 7 aprile da Ristorante Boomerang di Giavera del Montello, e martedì 8 aprile da Ristorante Da Gerry di Monfumo.


Vinitaly sarà l’occasione per scoprire anche la storia di queste terre: non solo Asolo e il suo centro storico ma anche Villa Barbaro a Maser, progettata da Andrea Palladio e il Museo Gypsoteca Antonio Canova a Possagno (che custodisce le opere del celebre scultore), il Montello con l’Abbazia di Sant’Eustachio (dove Monsignor Della Casa scrisse il celebre Galateo) e i percorsi della Grande Guerra.

Consorzio Doc Prosecco: partnership con “Tour del Mediterraneo Vespucci”

Consorzio Doc Prosecco: partnership con “Tour del Mediterraneo Vespucci”Milano, 1 apr. (askanews) – Il Consorzio di Tutela della Doc Prosecco ha annunciato la sua partnership con il “Tour del Mediterraneo Vespucci” e il “Villaggio IN Italia”. In questa occasione, il Consorzio “avrà l’opportunità di mettere in luce l’eccellenza dei propri prodotti attraverso attività di comunicazione mirate e grazie alla presenza all’interno del “Villaggio IN Italia” con due corner esclusivi. Il primo è la “Conference hall” (Tesa dell’Arsenale-Magazzino41), uno spazio che ospiterà attività di networking e incontri con il pubblico, che degusterà le bollicine veneto-friulane al termine dei convegni. Il secondo è “Lounge Italia” (Circolo Ufficiali, Campo de la Tana), una zona esclusiva riservata ad autorità e personalità di spicco.


Uno degli appuntamenti più attesi sarà la visita a bordo della Nave Amerigo Vespucci della squadra Prosecco Doc Imoco Volley domenica 30 marzo 2025 alle 10, “un’occasione speciale per il Consorzio Prosecco Doc di sottolineare alcuni dei suoi valori più importanti: l’orgoglio italiano, lo sport, la sostenibilità, l’inclusività, il fair play e, insieme alla gioia di una competizione positiva, la solidarietà. La presenza della squadra “contribuirà a rafforzare il brand Prosecco, in linea con l’impegno del Consorzio a promuovere il proprio prodotto in contesti sportivi e sociali”. “Siamo entusiasti di essere parte di questa straordinaria iniziativa che vede unire due simboli di eccellenza del Made in Italy: l’Amerigo Vespucci, emblema della tradizione e della cultura navale italiana, e il nostro Prosecco Doc, ambasciatore della qualità e della tradizione vitivinicola” ha spiegato il presidente del Consorzio, Giancarlo Guidolin, aggiungendo che “questo evento rappresenta un’opportunità unica per celebrare la nostra identità nazionale e consolidare la nostra presenza internazionale, rafforzando il legame tra due settori che, pur appartenendo a mondi diversi, condividono un impegno comune nel portare nel mondo il meglio della nostra cultura e delle nostre tradizioni”.

Vino, Cantina San Michele Appiano: un’opera di Robert Pan per “Appius”

Vino, Cantina San Michele Appiano: un’opera di Robert Pan per “Appius”Milano, 1 apr. (askanews) – La secolare arte del vino della Cantina San Michele Appiano incontra l’arte sperimentale e astratta di Robert Pan nel progetto “Appius. Arte. Amore. Alto Adige”. Nei giorni scorsi, all’interno della nuovissima cantina dedicata ad “Appius”, cuvee creata con la selezione delle migliori uve di Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Grigio e Sauvignon prodotte dai vigneti storici del Comune di Appiano, è stata svelata l’opera d’arte dell’artista bolzanino, primo passo di un progetto artistico più ampio che vuole celebrare la bellezza a tutto tondo. La presentazione ufficiale arriva al termine di un progetto studiato per oltre un anno da tutto il team della Cantine.


“Per una cuvee capace di stupire l’olfatto ed il palato, volevamo creare un legame con un concetto di arte visiva altrettanto potente e affascinante: quest’opera di Robert Pan ci è sembrata fin da subito il corrispettivo perfetto dell’eleganza e del carattere di ‘Appius’” ha affermato Klaus Pardatscher, presidente della realtà cooperativa nata nel 1907, che oggi conta 320 soci viticoltori che operano su 390 ettari di vigneti. L’opera di Pan (grande 1,5 metri per 1,2), è stata scomposta in 10 elementi unici riprodotti in etichette in vetroresina applicate su altrettanti Mathusalem (bottiglie da 6 litri) di “Appius 2019”, firmate dall’artista e da Hans Terzer, pioniere dei grandi vini bianchi altoatesini. L’opera è stata scelta per i colori, in sintonia con l’immagine di “Appius”, e per le quattro forme astratte, che ricordano i quattro vitigni protagonisti della cuvee. Queste dieci esclusive bottiglie non saranno destinate alla vendita ma verranno custodite gelosamente in Cantina e stappate solo in occasioni davvero speciali o dedicate a opere di beneficenza selezionate. A queste si aggiunge un’edizione limitata di 150 repliche formato Magnum, che saranno disponibili per l’acquisto a partire da metà aprile.


“Con spazi e geometrie appositamente concepiti per sottolineare ed evidenziare la grandezza di questo vino e la sua evoluzione nel tempo”, la nuova cantina di “Appius” ha disposti lungo il perimetro speciali tini di acciaio color bronzo satinato dalla forma tronco-conica, mentre al centro trova posto una sala degustazioni illuminata da finestre zenitali, che lasciano entrare la luce naturale. “Fin dalle prime fasi di progettazione, nella nostra visione la cantina di “Appius” doveva essere un luogo ideale di ispirazione e contemplazione, un luogo in cui immergersi in un’esperienza sensoriale completa dedicata unicamente a questo vino” ha spiegato l’enologo Jakob Gasser, aggiungendo che “una volta conclusa la realizzazione dell’opera, è nata l’idea di adornarla con opere d’arte che potessero tradurre la visione artistica del nostro vino più importante ma anche l’amore per il nostro lavoro e per la nostra terra, l’Alto Adige. Il linguaggio artistico astratto e sperimentale di Robert Pan – ha concluso Gasser – che si caratterizza per un’esplorazione del colore, della luce e della materia, ci è sembrato l’abbinamento perfetto per avviare questo progetto di unione tra arte e vino, dedicato al nostro ‘Appius’”.

Vino, 26 produttori danno vita all’associazione Custodi del Lambrusco

Vino, 26 produttori danno vita all’associazione Custodi del LambruscoMilano, 31 mar. (askanews) – Nel cuore dell’Emilia nasce l’associazione i Custodi del Lambrusco. A costituirla ventisei produttori, tra piccole e grandi realtà, delle province di Modena e Reggio Emilia, “uniti dalla volontà di difendere, valorizzare e (ri)posizionare il Lambrusco nel panorama dei grandi vini”. Accomunati dalla qualità come filo conduttore, i Custodi “puntano a riscrivere la storia di uno dei vini più rappresentativi dell’Emilia-Romagna con un linguaggio contemporaneo, diretto e sensibile alle novità”.


“Non si tratta solo di tutela ma di affermazione: il Lambrusco è storia, cultura e identità di un territorio, e merita di essere riconosciuto come tale” ha dichiarato Fabio Altariva, presidente della neonata associazione, aggiungendo che “i Custodi del Lambrusco nascono con una missione chiara: riscrivere il futuro di questo vino. Vogliamo esaltarne il valore autentico, senza compromessi, e restituirgli il ruolo che merita tra i grandi vini. Il Lambrusco – ha concluso – non è solo un vino: è la storia, la cultura e l’identità di un territorio che vogliamo proteggere e raccontare, per chi c’era prima di noi e per chi verrà dopo”. Le ventisei aziende agricole vitivinicole associate, come previsto dal loro statuto, svolgono l’intero ciclo produttivo del vino, dalla coltivazione delle uve fino all’imbottigliamento e alla commercializzazione del prodotto finale. Si tratta di: Azienda agricola Manicardi, Azienda agricola Messori, Azienda agricola Pezzuoli, Azienda agricola San Paolo, Ca’ de’ Medici, Cantina della Volta, Cantina Divinja, Cantina Ventiventi, Cantina Vezzelli Francesco, Cantina Zucchi, Cavaliera, Cleto Chiarli tenute agricole, Fattoria Moretto, Garuti Vini, La Battagliola, La Piana Winery, Le Casette, Lini 910, Marchesi di Ravarino, Opera02, Podere il Saliceto, Rinaldini Az. Agr. Moro, Terraquilia, Venturini Baldini, Villa di Corlo, Zanasi società agricola.

Vino, Mionetto chiude il 2024 con fatturato record di 181 mln (+18%)

Vino, Mionetto chiude il 2024 con fatturato record di 181 mln (+18%)Milano, 31 mar. (askanews) – “Al Vinitaly brinderemo all’importante crescita registrata dalla Cantina: un anno positivo, chiuso con un fatturato record di 181 milioni di euro (circa +18% rispetto al 2023) e la conferma di una solida presenza nel mercato internazionale, con l’export che rappresenta l’82% del totale, riaffermando l’importanza del mercato Usa e evidenziando ottimi risultati in mercati consolidati ed emergenti con un’offerta che unisce eccellenza enologica, contemporaneità e piacere di vivere”. Lo ha annunciato Alessio del Savio, Technical Director, Winemaker e Management Board Spokesman di Mionetto, storico brand di Valdobbiadene (Treviso).


Alla 57esima edizione di Vinitaly che andrà in scena a VeronaFiere dal 6 al 9 aprile, Mionetto sarà presente non solo con i suoi Prosecco ma anche con le sue due alternative analcoliche. “Negli ultimi anni, la domanda di drink a basso contenuto alcolico o completamente dealcolate è cresciuta in modo importante, spinta da un pubblico sempre più attento ad un consumo consapevole” ha affermato Paolo Bogoni, Chief Marketing Officer e Management Board Executive, spiegando che “in questo scenario, Mionetto si propone di offrire soluzioni in linea con i nuovi stili di vita grazie a “Mionetto 0.0% Alcohol Free” e “Mionetto Aperitivo Alcohol Free” che, combinati insieme, portano la leggerezza del low/no alcohol allo Spritz per nuove occasioni di consumo nel segno del piacere e della convivialità”. Per un approfondimento sul tema, al Salone internazionale del vino e dei distillati di Verona, lunedì 7 aprile Mionetto dedicherà un talk al mondo dell’alcol free in collaborazione con Vincenzo Pagliara, Best Bartender 2023 al Roma Bar Show. Grazie alla sua esperienza di mixologist e imprenditore, Pagliara approfondirà tendenze, segreti e novità di questo mercato e delle rispettive occasioni di consumo. A questo momento di confronto seguirà una degustazione di cocktail inediti, firmati dal mixologist, pensati per esaltare il carattere unico di Mionetto Aperitivo.


Quest’anno le novità legate al mondo del Prosecco interessano due delle linee simbolo della Cantina di Valdobbiadene. Si tratta della nuova veste della “Luxury Collection”, introdotta per la prima volta nella Gdo con il “Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Extra Dry”, che si pone come obiettivo quello di consolidare la presenza del brand, offrendo al consumatore un prodotto premium, e della nuova “Prestige Collection”. Quest’ultima, “con un look più elegante e contemporaneo e un marchio sempre più protagonista che valorizza e rafforza la presenza a scaffale”, adotterà una speciale bottiglia leggera, pensata per coniugare estetica, funzionalità e sostenibilità.

Dazi vino, Ca’ di Rajo: comunità italoamericana gioca ruolo importante

Dazi vino, Ca’ di Rajo: comunità italoamericana gioca ruolo importanteMilano, 31 mar. (askanews) – “Siamo in una fase negoziale e dobbiamo affrontarla con lucidità. Non dobbiamo trasmettere paura e insicurezza, perché faremmo il gioco della controparte. I Repubblicani sono imprenditori prima che politici: il loro focus è il business, e la loro capacità negoziale è indubbia. Siamo certi che il dialogo sarà fondamentale per trovare una soluzione equilibrata”. Lo ha detto Fabio Cecchetto, titolare, assieme ai fratelli Alessio e Simone, del gruppo veneto Ca’ di Rajo, in merito ai dazi sul vino e gli alcolici annunciati dal presidente Usa, Donald Trump.


Per il Gruppo veneto, che integra tre aziende vitivinicole tra Veneto e Friuli (Ca’ di Rajo, Terre di Rai e Aganis) e un ramo dedicato alla distribuzione, il mercato statunitense vale circa 1 milione di euro l’anno nella vendita dell’imbottigliato. Cecchetto ha rimarcato inoltre la forza rappresentata dalla comunità italiana negli Stati Uniti: “I nostri connazionali emigrati sono i nostri migliori ambasciatori, è attraverso di loro che dobbiamo fare rumore, perché l’opinione pubblica americana si interessi di queste dinamiche”.


Ca’ di Rajo si unisce quindi all’appello di tutto il comparto vitivinicolo italiano per una strategia comune che valorizzi il Made in Italy. “Siamo certi – ha concluso Cecchetto – che il nostro patrimonio enologico saprà imporsi ancora una volta: il Made in Italy vincerà sempre”.

Vino, Gaja: sì ai vitigni resistenti ma non devono entrare nelle Doc

Vino, Gaja: sì ai vitigni resistenti ma non devono entrare nelle DocMilano, 31 mar. (askanews) – “I vitigni resistenti è bene che siano piantati ma non devono entrare nelle Doc. Abbiamo lavorato per valorizzare le Denominazioni con le loro diversità, tipicità e caratteristiche, con i resistenti che vengono prodotti ovunque sarebbe una gravissima omologazione, un inquinamento delle Doc”. A dirlo è è il celebre produttore piemontese Angelo Gaja, durante la prolusione che ha aperto ad Alba (Cuneo) l’anno accademico dell’Accademia italiana della vite e del vino (Aivv) al Centro di Ricerca interdipartimentale “Viticoltura e vino” (CONViVi) dell’Università di Torino nella Capitale delle Langhe.


“Con il cambiamento climatico, che preoccupa per la salute del vigneto, c’è da imparare a conviverci. I patogeni, sempre più aggressivi, non li puoi far fuori tutti e allora diventa importante la capacità di adattamento (nel vigneto, in cantina, sul mercato), di introdurre nuove scelte e non pensare che quella sia la scelta definitiva” ha proseguito l’accademico Gaja, spiegando che tra le scelte possibili c’è quella di “piazzare i vigneti in altitudine ma senza estirpare o spostare altrove i boschi che vanno lasciati dove si trovano”. Per quanto riguarda i nuovi cloni, “c’è ancora troppo da aspettare e non c’è tempo, quindi occorre proteggere i vecchi vigneti, quelli che danno la qualità”. Per Gaja, inoltre, di fronte agli “attacchi” a cui è sottoposto il consumo di vino, è importante cambiare il modo di comunicare. “L’Organizzazione mondiale della Sanità ha detto che l’alcol è veleno in qualsiasi quantità, non solo se ne abusa, e noi siamo fermi, non abbiamo introdotto novità. Dobbiamo renderci conto che combattere contro la ricerca è una battaglia persa e allora dobbiamo rimodulare il nostro messaggio: bere con misura, se sai bere superi i rischi che comporta, consapevoli che tutti gli abusi fanno male e che l’alcol crea dipendenza”. In quest’ottica l’85enne produttore ha aperto ai vini dealcolati: “Ero partito contro, mi sembravano un errore ma adesso non sono contrario, la ricerca metterà meglio a punto il modo di produrli”.


Per quanto riguarda il mercato serve puntare ancora di più sulla qualità e sul valore (“dobbiamo lavorare per passare da 2 a 12 euro a bottiglia anche se calano i consumi”), mentre l’Intelligenza artificiale “stimolerà la creatività e abbiamo bisogno di creatività. Ci sarà il naso artificiale – ha evidenziato Gaja – per la misura dell’acidità, del tannino, della concentrazione ma non dell’eleganza: per quella ci vorrà sempre l’uomo”. Quello dell’IA è stato uno dei temi principali in discussione ad Alba. Tecniche di IA e di machine learning trovano spazio per le misure e analisi specifiche con la finalità di controllare lo stato chimico-fisico del vino, come valutare la presenza di off-flavour, il livello di solfiti (SO2) o la filtrabilità e aiutano l’enologo nelle decisioni. L’IA è in grado di esaminare una enorme quantità di dati in brevissimo tempo, questa mole di analisi trattate permette la costruzione di modelli sempre più robusti, aumentando quindi la capacità di predire l’evoluzione di fenomeni chimici o biochimici anche in una matrice complessa quale il vino. Per questo viene applicata per predire la qualità, salubrità e per l’autenticazione.


La due giorni di Alba si è aperta con i riconoscimenti degli accademici. Quello di onorario è stato assegnato oltre a Gaja anche a Oscar Farinetti, Ferdinando Frescobaldi, Emilio Pedron e Luca Rigotti. In tutto 48 nuovi accademici hanno fatto ingresso nell’Accademia. “I nuovi Accademici debbono rappresentare nuova linfa” ha detto il presidente Rosario Di Lorenzo, sottolineando che “si apre in una prestigiosa sede universitaria una nuova annata nel segno della ricerca e dell’innovazione nel campo della viticoltura”.