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Il 13 e 14 maggio a Nizza Monferrato ritorna “Nizza è Barbera”

Il 13 e 14 maggio a Nizza Monferrato ritorna “Nizza è Barbera”Milano, 26 apr. (askanews) – Sabato 13 e domenica 14 maggio a Nizza Monferrato (Asti) ritorna “Nizza è Barbera”, l’evento dedicato alla Barbera d’Asti Docg e al Nizza Docg a cui parteciperanno 70 produttori con 400 etichette in degustazione. Quest’anno si potrà assaggiare la prima Riserva del Nizza Docg proveniente dalle sei macroaree della zona di produzione: sarà presentata in anteprima domenica alle 17 nell’ex chiesa della Santissima Trinità. La degustazione è guidata dall’Associazione Produttori del Nizza, con l’intervento del presidente Stefano Chiarlo e dei produttori.

Tra i tanti appuntamenti, a Palazzo Crova, sede dell’Enoteca Regionale del Nizza, sono previste “degustazioni esperienziali e olfattive” sulla Barbera, mentre pranzo e cena con banco d’assaggio dei vini dei produttori presenti si terranno all’osteria vineria “La Signora in Rosso”. Inoltre ci saranno i prodotti enogastronomici delle aziende della filiera corta “T’Amo”. Prevista anche la “notte bianca”, con negozi aperti e proposte gastronomiche nel centro cittadino, dove saranno allestiti tre “Wine Point” con una selezione di etichette delle due Docg. In piazza Garibaldi, in piazza XX Settembre e nel centro storico l’Associazione Commercianti Nicesi “Nizza con il cuore”, organizzerà uno street food locale. Domenica è atteso un tour guidato in bicicletta alla scoperta dei cru del Nizza Docg. Sabato si inizia alle 9,30 con il brindisi d’apertura al Foro Boario di piazza Garibaldi e si prosegue fino alla sera di domenica. La manifestazione è organizzata dal Comune di Nizza Monferrato e dall’Enoteca Regionale di Nizza, con il supporto di Consorzio della Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, Associazione Produttori del Nizza e Astesana Strada del Vino, e il patrocinio della Regione Piemonte, Provincia di Asti e Camera di Commercio di Asti.

Dal 26 al 28 maggio a Milano il primo Festival dedicato all’aperitivo

Dal 26 al 28 maggio a Milano il primo Festival dedicato all’aperitivoMilano, 26 apr. (askanews) – Il prossimo 26 maggio torna il “World Aperitivo Day”, la giornata internazionale dell’aperitivo lanciata per la prima volta nel 2022 con la firma del “Manifesto dell’aperitivo” e che, per l’edizione 2023, si trasforma in un festival che coinvolgerà Milano ma non solo. Da venerdì 26 maggio a domenica 28 maggio, il capoluogo lombardo ospiterà infatti al Nhow Hotel di via Tortona 35, una tre giorni con tasting, masterclass e momenti di intrattenimento dedicati sia al pubblico che ai professionisti.

Dopo il successo della prima edizione, il format, realizzato da MWW Group, realtà milanese specializzata nel settore enogastronomico (“Milano Wine Week” e “Milano Food Week”), si amplia per valorizzare questo momento conviviale, sensibilizzando anche sul consumo responsabile degli alcolici. Organizzato in collaborazione con Fipe-Confcommercio, il “World Aperitivo Day” prevede che tutti i locali della Penisola possano aderire gratuitamente proponendo eventi a tema, pairing d’autore o menù speciali che verranno inseriti nel calendario ufficiale. Con un’unica regola a cui attenersi: rispettare il Manifesto dell’aperitivo, il disciplinare stilato durante la precedente edizione, che attraverso dieci semplici regole descrive le “buone pratiche” da seguire per realizzare un vero aperitivo all’italiana. Tra queste, l’abbinamento obbligatorio tra una bevanda e una preparazione gastronomica e la presenza di almeno il 50% di ingredienti Made in Italy.

Vino, tre giorni di incontri per ribadire binomio Pantelleria-Zibibbo

Vino, tre giorni di incontri per ribadire binomio Pantelleria-ZibibboMilano, 26 apr. (askanews) – Ribadire e difendere l’inscindibile binomio Pantelleria-Zibibbo. E’ questo l’obbiettivo principale del summit dedicato al futuro vitivinicolo e agricolo della magnifica isola vulcanica in provincia di Trapani. Organizzata dal Comune pantesco, sotto la spinta del sindaco Vincenzo Campo e il coinvolgimento di un esperto di economia, enologia, agronomia e distretti come Giampietro Comolli, la tre giorni si terrà al 5 al 7 maggio con il titolo “Zibibbo è Pantelleria”, scelto per evidenziare quanto questi due termini siano da millenni una cosa unica quando si parla di vino e di territorio.

Lo Zibibbo, nome sia del vitigno che del vino dolce che se ne ottiene, è stato portato a Pantelleria dagli arabi, qui si è radicato e sviluppato dando risultati importantissimi e celebrati in tutto il mondo, tanto che nel 2014 la coltivazione ad alberello tipica di quest’isola è diventata Patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco. Da qualche anno però, all’interno della Doc Sicilia e della Igp Terre Siciliane, si stanno impiantando e producendo vini con in etichetta il nome Zibibbo: stiamo parlando oramai di oltre duemila ettari di vigne piantate, contro i 400 rimasti sull’isola, dove circa 350 vignaioli, con enorme impegno e fatica, danno vita ai vini delle Doc Pantellerie Moscato, Passito e Zibibbo dolce. Non può quindi che partire da questo dato, la riflessione che si svilupperà attraverso diversi incontri tra produttori, esperti di agroambiente e enologia, e giornalisti. Momenti di confronto per ragionare a partire dalle difesa dell’identità dello Zibibbo pantesco, patrimonio unico che va rilanciato e valorizzato, magari pensando ad una Docg Pantelleria Zibibbo, che comprenda l’intera produzione dell’isola. Un percorso di rinascita che aveva preso il via nel 1997, quando le aziende più rappresentative dell’isola fondarono il “Consorzio volontario di tutela e valorizzazione dei vini a Doc dell’Isola di Pantelleria” e che, tra i suoi scopi, si era dato anche quello di salvare dall’abbandono e dal deterioramente i terrazzamenti “eroici” sui quali i vigneti hanno dimora da secoli, una delle espressioni più antiche dell’agricoltura del Mediterraneo. Perché la vite e il vino che se ne ricava sono frutti dell’identità e della cultura del loro territorio, di chi li lavora e di chi ci vive.

Quello che prenderà il via alle 16 di venerdì 5 maggio fino al pomeriggio di domenica 7 sarà una discussione a tutto tondo, che unirà il mondo vitivinicolo a quello della sostenibilità, alla ricerca di soluzioni concrete per le tante piccole imprese dell’”isola nera”. Dai bandi per gli agricoltori, recupero delle vigne abbandonate e rivitalizzazione dei campi, fino ai fondi del Pnrr, ma anche un ragionamento sulle azioni già messe in campo e su quelle ancora da sviluppare da parte dell’Amministrazione comunale sul fronte dell’enoturismo, sul rapporto fra aree urbane e rurali, sugli interventi di salvaguardia idrico-forestale, sulle azioni per le aziende e per incentivare i giovani panteschi a tornare ad investire nella loro terra anche fuori dai periodi turistici. Gestione, cura e resilienza del territorio per uno sviluppo a 360 gradi dell’isola, insieme con innovazione tecnologica e sviluppo dell’agriturismo per attrarre nuovi target turistici. Analisi, dibattiti e confronti ma anche tour e percorsi escursionistici per toccare con mano le tipicità e qualità produttive pantesche fra vigneti eroici, uliveti, muretti a secco, giardini panteschi il meglio dell’enogastronomia dell’isola: oltre il vino, i capperi, l’origano, l’olio, i fichi d’india, e via dicendo.

”Maso delle Rose Alto Adige Doc” di Weger miglior Sauvignon blanc 2021

”Maso delle Rose Alto Adige Doc” di Weger miglior Sauvignon blanc 2021Milano, 24 apr. (askanews) – Il “Maso delle Rose Alto Adige Doc” di Josef Weger si è classificato primo al quinto Concorso nazionale del Sauvignon 2021 che si è tenuto nell’ambito della manifestazione Sauvignon Experience 2023 che si è svolta a Cortaccia in Alto Adige.

Al secondo posto della classifica dei miglior Sauvignon Blanc italiani del 2021, è arrivato “Ombrasenzombra Colli Piacentini Doc” di La Tosa e al terzo posto a pari merito il “Praesulis Alto Adige Doc” di Gump Hof e il “Andrius Alto Adige Doc” di Cantina Andriano. Durante la premiazione, che ha avuto luogo nella barricaia della Cantina Kurtatsch, il presidente dell’Associazione Sauvignon Alto Adige, Andreas Kofler, ha sottolineato che “questa manifestazione nasce dalla volontà di offrire un palcoscenico di grande qualità a uno dei vini bianchi più apprezzati al mondo, il Sauvignon Blanc. L’esito del quinto Concorso nazionale – ha concluso – dimostra non solo quanto questo vitigno rivesta un ruolo centrale nel panorama vinicolo del nostro Paese, ma mette anche in luce la sua capacità di offrire un’ampia varietà di sfaccettature in base alle diverse stilistiche produttive e alle variegate espressioni del terroir di provenienza”. La giuria era formata da 25 degustatori scelti fra enologi, sommelier e rappresentanti della stampa di settore coordinata dal Moritz Trautmann. Oltre 80 i campioni di Sauvignon Blanc dell’annata 2021 che hanno preso parte al Concorso, provenienti da cantine di nove diverse zone vitivinicole: Sicilia, Marche, Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino, Alto Adige, Lombardia e Piemonte.

Uiv: in nuova campagna di promozione turismo manca il vino, peccato

Uiv: in nuova campagna di promozione turismo manca il vino, peccatoMilano, 23 apr. (askanews) – “Mare, storia, paesaggio, monumenti, Vespa, pizza e…acqua. E’ un peccato che manchi proprio il vino nella nuova campagna globale di promozione turistica del nostro Paese costruita attorno ad una moderna Venere del Botticelli ritratta in diversi luoghi e occasioni tipicamente italiane. Una campagna, lanciata dal ministero del Turismo con ben nove milioni di euro, in cui manca proprio il prodotto tricolore in testa nella bilancia commerciale con l’estero tra i comparti del Made in Italy tradizionale. Si parla tanto di promozione integrata, di fare rete, ma poi si perdono queste occasioni. Peccato”. Così Unione italiana vini (Uiv) ha commentato sul proprio sito e sulla sua pagina linkedin la nuova campagna internazionale di promozione turistica del ministero del Turismo ed Enit, realizzata con il contributo del Dipartimento per l’Informazione e l’editoria della presidenza del Consiglio.

Il Consorzio Aceto Balsamico di Modena Igp compie trent’anni

Il Consorzio Aceto Balsamico di Modena Igp compie trent’anniMilano, 23 apr. (askanews) – Il Consorzio Aceto Balsamico di Modena Igp compie trent’anni: costituitosi nel 1993 con appena 12 produttori, il Consorzio dell’Aceto Balsamico di Modena oggi conta 49 soci. “Celebriamo un successo che nessuno trent’anni fa avrebbe mai immaginato e che si è tradotto in un valore importante per il nostro territorio e per la notorietà internazionale di Modena come simbolo dell’eccellenza agroalimentare” ha detto la presidente del Consorzio, Mariangela Grosoli nel corso dei festeggiamenti che si sono svolti nel Palazzo Ducale della città emiliana dove sono intervenuti, tra gli altri, il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio, il presidente della Commissione Agricoltura, Luca De Carlo, l’europarlamentare Paolo De Castro, oltre che il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e il sindaco, Gian Carlo Muzzarelli.

Nel corso di un incontro dedicato alle prospettive di tutela ed evoluzione del sistema dei prodotti Dop e Igp, la presidente del Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena, Mariangela Grosoli, e il presidente del Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, Enrico Corsini, hanno annunciato la costituzione di un Consorzio di secondo livello tra le due realtà della Igp e della Dop, attraverso il quale i due enti opereranno insieme per il bene dei prodotti e del territorio. “L’esperienza del Consorzio è doppiamente felice – ha ricordato Bonaccini – in questi trent’anni ha saputo esaltare un prodotto unico al mondo e ha dimostrato come mettersi insieme e lavorare fianco a fianco sia la strada vincente per competere sui mercati internazionali”. “L’Aceto Balsamico di Modena è un elemento identitario del nostro territorio, parte della storia non solo gastronomica della città” ha spiegato Muzzarelli, sottolineando che “uno dei punti fondamentali della rinascita turistica della nostra città e di tutto il territorio provinciale è del resto legato all’enogastronomia”.

Lungo questi tre decenni molto è stato fatto a livello nazionale, comunitario e internazionale, sia dal punto di vista della promozione che da quello della tutela dei marchi e della denominazione. Il successo del prodotto a livello globale ha fatto sì che divenisse un prodotto particolarmente imitato spingendo il Consorzio ad attivarsi anche sotto il profilo legale. “Le eccellenze agroalimentari sono una risorsa non solo per i singoli produttori ma per tutto il sistema-Italia” ha dichiarato Centinaio, continuando “per questo abbiamo il dovere di tutelarle: i prodotti Dop e Igp sono unici per la qualità, la tradizione e per il loro legame con il territorio”. Al termine dell’evento, è stato consegnato un riconoscimento ai dodici soci fondatori: Acetificio Pontiroli Artos, Aceto Balsamico del Duca di Adriano Grosoli, Azienda Agricola Manicardi, Bellei Luigi e Figli, Bertoni Sante, Carandini Emilio e C., Cesare Fiorucci, Elsa di Federzoni Sabrina ed Elena, Fattorie Giacobazzi, Gran Deposito Aceto Balsamico Giuseppe Giusti, Modenaceti e Monari Federzoni.

Dopo aver toccato il suo record storico nel 2021, con una produzione certificata che ha superato i 100 milioni di litri e oltre un miliardo di euro al consumo, nel 2022 l’intero comparto dell’Aceto Balsamico di Modena ha registrato una flessione del 5%. Oggi oltre il 90% della sua produzione viene esportata in 130 Paesi. Complessivamente, al mondo dell’Aceto Balsamico di Modena appartengono 95 cantine, 47 concentratori, 79 acetaie e 174 confezionatori, con oltre mille addetti. Cifre che lo collocano come il primo ambasciatore del Made in Italy per l’export e nella top five delle specialità alimentari Dop e Igp italiane, al fianco delle Dop Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma e Mozzarella di Bufala Campana.

Il Consorzio pomodoro Pachino Igp al Macfrut di Rimini

Il Consorzio pomodoro Pachino Igp al Macfrut di RiminiMilano, 22 apr. (askanews) – Il Consorzio di tutela del pomodoro Pachino Igp festeggerà i 20 anni dal riconoscimento della indicazione geografica al Macfrut di Rimini dal 3 maggio. “Un’edizione storica – dichiara il presidente Sebastiano Fortunato – che segna il ventennale dal riconoscimento IGP per il nostro Consorzio e che abbiamo voluto celebrare con un grande stand, che ogni giorno sarà teatro della migliore tradizione enogastronomica italiana, con le ricette a base di Pachino Igp ideate dallo chef Alessandro Circiello”.

Lo stand, al Padiglione D4, si collocherà accanto al Pianeta Rosso, il nuovo format sviluppato da Macfrut e Agroter per i protagonisti della filiera del pomodoro: lo spazio del Consorzio sarà punto d’incontro per ospiti istituzionali e addetti al settore, che nei tre giorni di fiera potranno confrontarsi con le diverse realtà del comparto, per meglio comprendere le dinamiche di produzione e vendita di questo prodotto del nostro made in Italy, universalmente riconosciuto come l’oro rosso di Sicilia.

Riforma IG, Origin Italia: ora serve quadro normativo semplificato

Riforma IG, Origin Italia: ora serve quadro normativo semplificatoMilano, 21 apr. (askanews) – “Una proposta che rilancia la visione politica delle IG come uno dei pilastri di sviluppo agroalimentare dell’Unione Europea e che promuove l’affermazione di un modello condiviso e forte tra i vari Paesi membri”. Così Origin Italia, l’Associazione che riunisce i Consorzi di Tutela dei prodotti agroalimentari Dop e Igp, ha accolto il via libera della Commissione Agricoltura al Parlamento Europeo alla relazione di Paolo De Castro sul regolamento IG.

Un vota che segna per Origin Italia “un importante rafforzamento del ruolo dei Consorzi di tutela, un aumento della protezione delle IG, ma anche semplificazione delle procedure e un passo concreto verso la sostenibilità (non solo ambientale) delle filiere IG”. Il testo approvato inoltre “conferma e rafforza il ruolo centrale della Commissione Europea per lo sviluppo dell’economia agroalimentare, limitando l’Euipo a un ruolo puramente consultivo e su questioni tecniche”. “Ora che il primo passo è stato compiuto occorre tutto il supporto da parte degli Stati Membri, in particolare chiediamo sostegno alla premier Giorgia Meloni e al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che già hanno sostenuto fortemente la riforma nelle fasi iniziali dei Triloghi, affinché i risultati ottenuti dal Parlamento Europeo non vengano erosi o minacciati nella fase finale e per arrivare a un quadro legislativo più chiaro per consolidare il sistema ma anche per evitare interpretazioni spesso contraddittorie da parte delle istituzioni nazionali e regionali” ha dichiarato il presidente di Origin Italia, Cesare Baldrighi, sottolineando che “l’obiettivo è giungere entro l’autunno all’approvazione finale e l’Italia dovrà giocare un ruolo determinante per difendere lo strumento oggi più importante per tutelare e promuovere la qualità agroalimentare italiana, e su questo il Governo potrà contare sul supporto attivo e convinto della nostra associazione e di tutti i suoi Consorzi soci”.

“Da un lato dobbiamo dare grande merito al lavoro della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, ed in particolare a Paolo De Castro, per il lavoro condotto, che ha permesso di correggere e rilanciare la portata della Riforma come proposta nel 2022 dalla Commissione Europea” ha affermato il presidente di Origin Mondo e vicepresidente di Origin Italia, Riccardo Deserti, parlando di “una proposta che davvero rilancia la visione politica delle IG come uno dei pilastri di sviluppo agroalimentare dell’Unione Europea e che promuove l’affermazione di un modello condiviso e forte tra i vari Paesi membri”.

Vino, il 7-8 maggio prima edizione di Ciliegiolo di Maremma e d’Italia

Vino, il 7-8 maggio prima edizione di Ciliegiolo di Maremma e d’ItaliaMilano, 21 apr. (askanews) – Domenica 7 e lunedì 8 maggio alla fortezza Orsini di Sorano (Grosseto) si terrà la prima edizione di “Ciliegiolo di Maremma e d’Italia”, una kermesse con degustazioni e masterclass dedicata a questo vitigno a bacca nera autoctono della Toscana ma coltivato in diverse regioni del Centro Italia.

L’obiettivo dell’evento, organizzata dal Consorzio Tutela Vini Maremma Toscana con il patrocinio del Comune di Sorano, è proprio quello di riunire tutti i produttori di Ciliegiolo, varietà che sta tornando ad essere valorizzata in purezza con diversi vini Doc e Igt del Centro Italia, a differenza di quanto avveniva in passato, quando le uve venivano vinificate in assemblaggio con altre varietà, in primis il Sangiovese. Oggi questo vitigno viene coltivato in Toscana, Umbria, Lazio, Emilia-Romagna, Marche, Liguria, Basilicata, Abruzzo e, in modo minoritario, in altre cinque regioni del nostro Paese. La maggiore diffusione di questo vitigno è comunque in Toscana, dove si contano circa 525 ettari, quasi il 60% dei quali sono concentrati in provincia di Grosseto dove danno vita a numerose etichette della DOC Maremma Toscana Ciliegiolo.

Riforma IG, Federdoc: importante aver rafforzato concetto stesso di IG

Riforma IG, Federdoc: importante aver rafforzato concetto stesso di IGMilano, 21 apr. (askanews) – “Un voto importante perché ha rafforzato il concetto stesso di IG, che ne rafforza la tutela e sancisce lo stop al passaggio di gestione dei disciplinari all’Euipo, una esternalizzazione di competenze che avrebbe rappresentato un grave vulnus per l’intero sistema”. Così Federdoc ha commentato in una nota il via libera della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo alla proposta di regolamento delle Indicazioni geografiche (IG).

“E’ stata confermata la peculiarità del settore vino, caratterizzato da una politica di qualità con strumenti normativi specifici” ha continuato la Confederazione nazionale dei Consorzi volontari per la tutela delle denominazioni dei vini italiani, ricordando che “questo voto garantisce un livello di protezione più elevato alle IG, con specifico riferimento alla protezione online e all’impiego delle stesse come ingredienti di prodotti composti elaborati e trasformati”. L’auspicio ora – ha concluso il presidente di Federdoc, Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi – è che l’orientamento scaturito dalla votazione odierna rappresenti una traccia precisa per le decisioni future, con una particolare attenzione al ‘pacchetto vino’ che richiede delle specificità che a molti sembrano sfuggire”.