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Vino, nel Trevigiano focus su modi per ridurre impatto grandine in vigna

Vino, nel Trevigiano focus su modi per ridurre impatto grandine in vigna


Vino, nel Trevigiano focus su modi per ridurre impatto grandine in vigna – askanews.it



Vino, nel Trevigiano focus su modi per ridurre impatto grandine in vigna – askanews.it



















Milano, 27 mar. (askanews) – Contenere i danni diretti e favorire la ripresa della coltura dopo grandinate ed eventi estremi. È l’obiettivo del convegno che si terrà giovedì 30 marzo ad Arcade, nel Trevigiano (Ristorante Tre Pioppi, ore 15), territorio che tra il 24 e 25 maggio 2022 fu colpito da violente grandinate e vento forte che danneggiarono più dell’80% dei vigneti.

Organizzato da Condifesa Treviso, Vicenza e Belluno, e Edizioni L’Informatore Agrario nell’ambito della rassegna “Vite in campo tour”, questo appuntamento punta a delineare strategie concrete di risposta a eventi avversi come quelli della scorsa primavera, a partire anche da alcuni casi studio sperimentati dagli organizzatori direttamente in campo, e che saranno oggetto di una visita guidata nei vigneti delle aziende agricole Caramini e Rossetto. Qui sarà possibile osservare tre approcci di potatura: Sylvoz potato (totale), Sylvoz non potato, e doppio capovolto con speroni attivi, con dimostrazione di stralciatura e piegatura dei tralci. “Quando eventi distruttivi, quali gelate tardive e violente grandinate colpiscono il vigneto, le alternative per il viticoltore sono generalmente due: provare a difendere le uve sfuggite ai fenomeni estremi, o, nei casi più gravi, rivolgere le sue attenzioni al rinnovo della forma di allevamento” anticipa Tommaso Frioni, ricercatore dell’Università Cattolica di Piacenza che al convegno analizzerà le “Risposte fisiologiche della vite a un evento grandinigeno”, aggiungendo che “tuttavia, non sempre è possibile desumere l’entità reale dei danni sulle uve e sul tralcio, e inoltre la tempestività di esecuzione di eventuali interventi può essere determinante: iIn tale chiave, la conoscenza di alcuni processi fisiologici della vite può venire in soccorso”.

Secondo l’agronomo Enzo Corazzina, protagonista del focus sulle buone pratiche in vigneto ,”a seguito di una grandinata, più o meno intensa, comunque sempre dannosa, le scelte agronomiche che il viticoltore deve adottare tempestivamente dovranno mirare anzitutto a una rapida cicatrizzazione delle ferite, sia sui tralci che sui grappoli, tramite l’applicazione di prodotti fungicidi, a base di sali di rame in particolare e nel rispetto dei tempi di carenza”. “Inoltre, va stimolata una buona ripresa vegetativa, anche per mezzo di speronature dei germogli nel caso di forti grandinate primaverili, al fine di ottenere a fine stagione tralci ben lignificati in grado di resistere ai rigori invernali” prosegue Corazzina, concludendo che “infine, con la potatura invernale, sarà necessario lasciare una maggiore carica di gemme per ceppo e per ettaro, data la minore fertilità che le viti grandinate manifestano normalmente”.

Vino, a Soave un incontro sull’enoturismo organizzato dal Consorzio

Vino, a Soave un incontro sull’enoturismo organizzato dal Consorzio


Vino, a Soave un incontro sull’enoturismo organizzato dal Consorzio – askanews.it



Vino, a Soave un incontro sull’enoturismo organizzato dal Consorzio – askanews.it


















Milano, 27 mar. (askanews) – Vino oggi significa anche enoturismo: in questi ultimi anni c’è stato un vero boom che ha visto diverse destinazioni che, da prettamente vinicole si sono anche trasformate in destinazioni turistiche. Ma come rendere un paesaggio o un territorio ricco di storia anche una destinazione turistica ambita e desiderabile? E quali sono gli elementi che i diversi protagonisti di un comprensorio produttivo devono tener ben presenti nella prospettiva di uno sviluppo enoturistico virtuoso e gratificante? Sono alcune delle questioni che verranno affrontate lunedì 27 marzo alle 16.30 a Palazzo del Capitano a Soave (Verona) nel corso dell’incontro “Enoturismo: potenziale Soave”.

All’appuntamento, voluto dal Consorzio di Tutela del Soave in collaborazione con Comune di Soave, Strada del Vino Soave, Associazione Pro Loco di Soave, prenderanno parte Riccardo Borghero, segretario generale Camera di Commercio di Verona, Roberta Garibaldi, docente di Tourism Management all’Università degli Studi di Bergamo e Presidente Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, Francesca Caldarola, Destination Verona & Garda Foundation, Giacomo Ballerini, coordinatore del progetto Educazione Turismo, Stefano Tulli, fondatore di Winedering, Mariagrazia Bertaroli, presidente Consorzio Turismo dell’olio, Gerardo Giorgi, marketing manager Consorzio Chianti Classico.

Vino, Buglisi firma nuova grafica Monovarietali Bio di Baglio di Pianetto

Vino, Buglisi firma nuova grafica Monovarietali Bio di Baglio di Pianetto


Vino, Buglisi firma nuova grafica Monovarietali Bio di Baglio di Pianetto – askanews.it



Vino, Buglisi firma nuova grafica Monovarietali Bio di Baglio di Pianetto – askanews.it



















Milano, 27 mar. (askanews) – La Cantina siciliana Baglio di Pianetto, ha affidato all’artista palermitano Andrea Buglisi il progetto di restyling delle etichette della sua linea “Monovarietali Bio”. Docente di Discipline pittoriche e scenografiche al liceo artistico Catalano di Palermo, Buglisi è attivo nella rigenerazione urbana di quartieri e luoghi del capoluogo siciliano attraverso murales di grande impatto, divenuti ormai punto di riferimento del movimento della street art non solo italiana. Tra le sue opere più importanti e celebri, vi è “La porta dei Giganti”, composta da due grandi raffigurazioni dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, realizzate nel 2021 nei pressi dell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo.

“Le opere che ho realizzato per Baglio di Pianetto, giocano in maniera lirica ed ironica con alcuni elementi tipici legati al vino e tracciano un viaggio immaginario che va dalle campagne della provincia alla città di Palermo” ha spiegato l’artista, aggiungendo che “così, figure di uomini e donne retrò di diverse età, si trovano ad interagire con elementi naturali legati al vino, creando un mix di tradizione ed innovazione”. Certificati biologici, come tutta la produzione dell’azienda fondata del conte Paolo Marzotto nel 1997 a Santa Cristina di Gela, sulle colline a pochi chilometri da Palermo, i sette vini che compongono la linea Monovarietali Bio sono quattro bianchi ottenuti dai vitigni Insolia, Catarratto, Viognier e Grillo, coltivati a Santa Cristina di Gela nella Tenuta Pianetto in provincia di Palermo, e da tre rossi ottenuti da Syrah, Nero d’Avola e Frappato, coltivati nella Tenuta Baroni di Noto, in provincia di Siracusa. In una nota, l’azienda ha spiegato che la decisione di rinnovare le etichette di questa linea “nasce dal desiderio di raccontare tramite l’arte una storia che vede come protagonista il vino celebrando allo stesso tempo il territorio di origine”. Un progetto fortemente voluto da Francesco Tiralongo, l’ad di Baglio di Pianetto prematuramente scomparso lo scorso 2 marzo, che ne aveva seguito passo passo lo sviluppo attraverso un confronto con Andrea Buglisi.

Baglio di Pianetto comprende un totale di circa 160 ettari, di cui 110 attualmente in produzione, ubicati in tre diversi areali della Sicilia. Oltre alla tenuta sulle prime colline dell’entroterra palermitano (dove l’olio completa la produzione dell’azienda agricola a conduzione integralmente biologica), e a quella nella Sicilia Sud-Orientale a pochi km dalla costa, Baglio di Pianetto ha avviato di recente un progetto in collaborazione con Cantine Valenti di Passopisciaro, sul versante Nord dell’Etna.

Consorzio Vino Chianti Classico sponsor del Florence Korea Film Fest

Consorzio Vino Chianti Classico sponsor del Florence Korea Film Fest


Consorzio Vino Chianti Classico sponsor del Florence Korea Film Fest – askanews.it



Consorzio Vino Chianti Classico sponsor del Florence Korea Film Fest – askanews.it



















Milano, 27 mar. (askanews) – Il Consorzio Vino Chianti Classico è sponsor ufficiale della 21esima edizione del “Florence Korea Film Fest”, il festival di cinema dedicato alla cinematografia sudcoreana che si terrà a Firenze dal 30 marzo al 7 aprile. Tra gli ospiti di quest’anno, il premio Oscar Bong Joon-ho, la star Park Hae-il e la regista Yim Soon-rye che andranno anche a visitare il territorio del Chianti Classico, per assaggiare i vini del Gallo Nero e incontrare alcuni produttori della zona.

In una nota, il Consorzio ha ricordato che nel 2021 il valore complessivo dell’export italiano in Corea del Sud “è stato di 5,3 mld di euro (contro i 4,7 del 2020) e che nello stesso anno i volumi dei vini del Gallo Nero esportati nel Paese asiatico sono triplicati, mentre nel 2022 è cresciuto il valore medio per bottiglia”. “Siamo fiduciosi nel fatto che la relazione con la Corea del Sud possa consolidarsi ulteriormente nei prossimi anni che saranno ancora di più improntati sulla capacità di noi viticoltori di trasferire il nostro territorio nella bottiglia, mantenendo saldo l’obiettivo della qualità, intesa come unione di autenticità e grande impegno in tutte le fasi produttive, in particolare nell’attenzione in vigna” ha dichiarato il presidente del Consorzio, Giovanni Manetti, sottolineando che “il mercato coreano sta premiando questa nostra scelta produttiva, una scelta di cui siamo estremamente orgogliosi e di cui presenteremo a breve i risultati nel nuovo evento di giugno a Seoul”. Nel 2023 il Consorzio Vino Chianti Classico si ripresenterà infatti sul mercato coreano per il terzo anno consecutivo, con un grande evento di degustazione, il 20 giugno, nella capitale Seoul, con la partecipazione dei produttori; oltre a questo evento, il Consorzio organizzerà incoming di operatori e stampa nel proprio territorio di produzione.

“Poter essere presenti, con i nostri vini, al Florence Korea Film Fest, è per noi un grande onore, noi produttori del Chianti Classico ci sentiamo molto vicini al popolo sud-coreano” ha continuato Manetti, aggiungendo che “un aspetto che ci accomuna credo sia la grande capacità di coniugare tradizione e innovazione: il Chianti Classico con i suoi 300 anni di storia e la continua attenzione all’innovazione sia in vigna che in cantina e la Corea del Sud, una nazione da sempre all’avanguardia tecnologica, sempre ‘connessa’, ma al tempo stesso profondamente legata ai valori della tradizione”.

Tenute Leone Alato amplia portafoglio con distribuzione Masseria Li Veli

Tenute Leone Alato amplia portafoglio con distribuzione Masseria Li Veli


Tenute Leone Alato amplia portafoglio con distribuzione Masseria Li Veli – askanews.it



Tenute Leone Alato amplia portafoglio con distribuzione Masseria Li Veli – askanews.it



















Milano, 27 mar. (askanews) – Il gruppo veneto Le Tenute del Leone Alato (di proprietà di Genagricola) distribuisce da marzo in maniera esclusiva la storica azienda salentina Masseria Li Veli, ampliando ulteriormente il suo portfolio dopo l’ingresso nella linea distributiva di Agricola Pinino di Montalcino e della Maison Burtin di Épernay, in Champagne. “Questa ulteriore tappa ci consente di arricchire l’offerta verso il segmento premium e super premium, in linea con il percorso di crescita che Leone Alato ha intrapreso dal 2021” ha spiegato il chief commercial officer di Leone Alato, Francesco Domini, spiegando che “vogliamo costruire un portfolio che vede coinvolti tra i 5 e i 6 partner distributivi, che costituisca il 20% del fatturato complessivo del gruppo”. “L’obiettivo principale è quello di lavorare su un assetto multiregionale piuttosto che porci come un mero distributore commerciale – ha concluso – per poter garantire la giusta attenzione a tutti i marchi, nel rispetto delle singole identità e riuscire a costruire il valore desiderato, vero obiettivo di Leone Alato”.

Costruita a fine Ottocento dal marchese ed economista salentino, Antonio de Viti de Marco, Masseria Li Veli è stata comprata nel 1999 da un gruppo di investitori guidati dall’azienda vinicola toscana Avignonesi, ma nel 2008 l’intera proprietà è stata acquistata dai fratelli Edoardo e Alfredo Falvo che ancora oggi dirigono le attività dell’azienda, con la collaborazione del cugino Alessandro. “Guardiamo a questa nuova collaborazione con grande fiducia e ottimismo” ha affermato Edoardo Falvo, spiegando che “abbiamo chiuso un brillante 2022 con quasi 800mila bottiglie vendute in 30 diversi Paesi e con l’estero che ha rappresentato quasi il 70% del totale”. “Eravamo alla ricerca di un partner distributivo che fosse prima di tutto un produttore e che condividesse con noi determinati valori e principi – ha concluso – e questo lo abbiamo certamente trovato in Leone Alato”. L’azienda salentina destina alla viticoltura 48 ettari della proprietà, i più rappresentativi dei quali hanno impianti ad alberello ad elevata densità: 5.120 piante per ettaro, con sesto d’impianto a settonce. I vitigni sono Negroamaro, Primitivo, Susumaniello, Malvasia Nera, Fiano, Verdeca e Aleatico. Da segnalare il progetto Askos dedicato alla ricerca, selezione e valorizzazione dei vitigni autoctoni pugliesi in via di estinzione: proprio due Askos, la Verdeca e il Susumaniello, sono tra i vini di punta dell’azienda, premiati con diversi riconoscimenti.

Unesco, Fortunato (Pachino Igp): candidatura cucina italiana ci dà fiducia

Unesco, Fortunato (Pachino Igp): candidatura cucina italiana ci dà fiducia


Unesco, Fortunato (Pachino Igp): candidatura cucina italiana ci dà fiducia – askanews.it



Unesco, Fortunato (Pachino Igp): candidatura cucina italiana ci dà fiducia – askanews.it


















Milano, 24 mar. (askanews) – La candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale Unesco raccoglie il plauso anche del Consorzio di tutela del pomodoro di Pachino Igp che oltre a esprimere “grande soddisfazione” per la notizia ha riconosciuto il merito al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida “per il risultato concreto e la risposta immediata sul fronte del made in italy: con le sue azioni decise e l’attenzione posta al comparto – ha detto Sebastiano Fortunato, presidente del Consorzio – ha ridato grande fiducia a chi come noi porta avanti con grande sacrificio l’impegno a produrre un prodotto buono, sano e sostenibile, protagonista indiscusso della migliore cucina italiana e apprezzato in tutto il mondo”.

“Questa candidatura – ha aggiunto – è anche una dimostrazione di grande sensibilità e lungimiranza da parte del ministro Sangiuliano, che ha avuto l’intuizione di abbinare la forte capacità attrattiva della nostra lunga tradizione enogastronomica a quella dell’immenso patrimonio culturale italiano”.

Federcuochi: felici della candidatura cucina italiana a patrimonio Unesco

Federcuochi: felici della candidatura cucina italiana a patrimonio Unesco


Federcuochi: felici della candidatura cucina italiana a patrimonio Unesco – askanews.it



Federcuochi: felici della candidatura cucina italiana a patrimonio Unesco – askanews.it


















Milano, 24 mar. (askanews) – “Siamo felici e profondamente grati ai ministri Lollobrigida e Sangiuliano, che hanno deciso di candidare la cucina italiana a patrimonio dell’Unesco. La Federazione italiana cuochi è stata tra i primi promotori di questa candidatura, che darà ancora maggiore lustro alla cultura enogastronomica italiana e alla dieta mediterranea, universalmente riconosciuta come stile di vita più sano al mondo”. Così Federcuochi commenta la notizia della candidatura ufficiale della cucina italiana da parte del governo a patrimonio immateriale dell’umanità Unesco per il 2023. La decisione nel merito è attesa nel 2025. “I cuochi – conclude la federazione – sono i principali ambasciatori e custodi di questo patrimonio culturale immateriale e delle sue tradizioni”.

A Roma Wine Cube: 1.500 visitatori, 3.700 bottiglie stappate

A Roma Wine Cube: 1.500 visitatori, 3.700 bottiglie stappate


A Roma Wine Cube: 1.500 visitatori, 3.700 bottiglie stappate – askanews.it



A Roma Wine Cube: 1.500 visitatori, 3.700 bottiglie stappate – askanews.it



















Roma, 24 mar. (askanews) – Grande successo per la prima edizione romana di “Wine Cube – A Great Experience”, l’evento di Partesa – azienda leader in Italia nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale Ho.Re.Ca. – che il 20 e 21 marzo ha animato gli spazi del Salone delle Fontane esplorando tre nuove modalità di vivere l’esperienza vino: Degustazione, Formazione e Comunicazione.

Un format nuovo, pensato per creare vere occasioni di condivisione, dialogo, incontro e di business tra operatori, esperti e produttori vinicoli, che dopo il gran debutto a Milano lo scorso autunno, è arrivato nella Capitale per dare il via ai festeggiamenti per i 25 anni di “Partesa per il Vino”, l’innovativo progetto nato nel 1998 che ha portato Partesa a diventare punto di riferimento per il vino di qualità nel fuoricasa italiano. Un brindisi – informa una nota – che ha coinvolto più di 1.500 visitatori, con 3.700 bottiglie stappate tra oltre 400 etichette di 67 produttori italiani ed europei, 49 vini degustati in 6 masterclass esclusive, e decine di post, hashtag e condivisioni sulla pagina Instagram @PartesaForWine.

Per l’occasione, nuovo look, firmato dal graphic designer Gianni Rossi, per il portale Partesa for Wine, che si arricchisce di nuovi contenuti – dai video del talk show “Fulgor Wine Theatre” alle pillole audio della nuova serie podcast “Wine Cube: storie dal mondo del vino” – pensati per raccontare in modo nuovo e innovativo il mondo del vino.

Crea, grani antichi siciliani più resilienti e proteici dei moderni

Crea, grani antichi siciliani più resilienti e proteici dei moderni


Crea, grani antichi siciliani più resilienti e proteici dei moderni – askanews.it



Crea, grani antichi siciliani più resilienti e proteici dei moderni – askanews.it



















Roma, 24 mar. (askanews) – Varietà di grani “antichi” siciliani più proteici, con migliori proprietà antiossidanti e più resistenti a siccità e cambiamenti climatici sono state recuperate, collezionate e caratterizzate dal punto di vista morfologico e genetico, grazie a uno studio condotto dai Centri di ricerca CREA Cerealicoltura e Colture Industriali e Difesa e Certificazione, i cui risultati sono stati pubblicati recentemente sull’International Journal of Molecular Sciences.

Il lavoro – informa il CREA – nasce dall’interesse scientifico rivolto alla valorizzazione della biodiversità dei grani locali siciliani di un gruppo di ricerca che comprende, oltre ai ricercatori di due Centri del CREA (Difesa e Certificazione sede di Bagheria, PA e Cerealicoltura e Colture Industriali sede di Acireale, CT), l’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del CNR di Palermo, l’Università Mediterranea di Reggio Calabria e la Stazione Consorziale Sperimentale di Granicoltura per la Sicilia di Caltagirone (CT). “Grazie al lavoro di recupero, conservazione e mantenimento da parte del personale della Stazione Consorziale Sperimentale di Granicoltura per la Sicilia, – dichiara Maria Carola Fiore, ricercatrice del CREA Difesa e Certificazione e coautrice dello studio – il nostro team di ricercatori ha potuto chiarire, con un’accurata caratterizzazione morfo-biometrica e con l’ausilio di marcatori molecolari, le relazioni genetiche esistenti tra le 39 varietà locali siciliane, presenti nella collezione originale, frutto dell’attività di raccolta, descrizione e caratterizzazione condotta da Ugo De Cillis agli inizi del secolo scorso, altre varietà locali di frumenti duri e teneri raccolte e coltivate in Sicilia e Calabria, nonché di farro monococco, dicocco e spelta, per un totale di 126 accessioni studiate”.

La caratterizzazione genetica – effettuata attraverso marcatori in grado di evidenziare differenze anche molto specifiche nella sequenza di DNA – come atteso, ha reso possibile distinguere le diverse specie della preziosa collezione di grani “antichi”, ovvero frumento tenero (T. aestivum ssp. aestivum), farro monococco (T. monococcum ssp. monococcum), farro spelta (T. aestivum, ssp. spelta) e le 4 sottospecie di Triticum turgidum: grano duro (ssp. durum), turgido (ssp. turgidum), turanico (ssp. turanicum) e farro dicocco (ssp. dicoccum). “Le varietà locali – spiega Alfio Spina, dirigente di ricerca del CREA Cerealicoltura e Colture Industriali e coautore dello studio – sono molto più alte delle attuali varietà, caratteristica che le rende maggiormente adatte all’agricoltura biologica, grazie al fatto che riescono ad essere competitive nei confronti delle piante infestanti, sono più proteiche e, quindi, contengono più glutine di quelle moderne, anche se è un glutine con caratteristiche viscoelastiche diverse, meno tenace, ma sono meno produttive delle moderne perché spesso la resa è inversamente proporzionale al contenuto proteico. Inoltre, – conclude lo studioso CREA – abbiamo riscontrato che alcune varietà locali, come la ‘Timilia’, essendo più ricche di acidi fenolici, hanno maggiori proprietà antiossidanti e sono resistenti a patogeni e ad eventi climatici estremi in quanto per secoli, a partire dalla loro origine e introduzione in coltura, hanno resistito a sbalzi termici, picchi di temperature molto elevati e siccità”.

Sono state analizzate, inoltre, le relazioni genetiche e la struttura dei gruppi genetici delle diverse accessioni di grano duro tra varietà “antiche” e moderne e, nello specifico, il livello di variabilità genetica di due varietà locali, la “Timilia” e il “Russello”, diffusamente coltivate in Sicilia, la cui semola viene utilizzata come materia prima in molti prodotti alimentari, presenti non solo nei mercati locali, ma anche nei banchi dei supermercati. Classificare questo importante patrimonio di biodiversità cerealicola, evolutosi nel corso dei secoli nell’ambiente mediterraneo, – conclude il CREA – potrebbe permette di selezionare nuove varietà più resilienti ai cambiamenti climatici e maggiormente adatte a sistemi colturali sostenibili. Inoltre, è fondamentale per una filiera in rapida crescita, come quella dei grani “antichi” siciliani, poter contare su un sistema di tracciabilità che renda riconoscibile la qualità del prodotto, a tutela del lavoro di chi produce e delle esigenze di un consumatore sempre più attento ed esigente.

Dal pizzattone all’esagonotto: l’innovazione alimentare si racconta a Cibus

Dal pizzattone all’esagonotto: l’innovazione alimentare si racconta a Cibus


Dal pizzattone all’esagonotto: l’innovazione alimentare si racconta a Cibus – askanews.it



Dal pizzattone all’esagonotto: l’innovazione alimentare si racconta a Cibus – askanews.it



















Milano, 23 mar. (askanews) – Dal pizzattone all’esagonotto passando per la kombucha: il futuro dell’alimentare passa da queste e altre novità, creative nel nome quanto nella sostanza, che saranno protagoniste a Cibus connecting Italy, la fiera dedicata all’alimentare made in Italy, che si appresta ad accogliere 20mila visitatori da tutto il mondo a Parma, dal 29 al 30 marzo.

Il salone quest’anno conta 1.000 brand in esposizione, 500 prodotti innovativi, 100 dei quali selezionati per l’innovation corner. Tra i trend censiti nelle novità, si confermano le tendenze salutistiche e la crescente attenzione alla sostenibilità e ai nuovi packaging, mentre non accenna a calare il trend legato alla valorizzazione di sapori locali. Nello specifico sono cinque i macro trend emergenti dalle nuove produzioni: Healthy & natural, che raccoglie le referenze ad alto contenuto salutistico; territory valorization, un fil rouge che racconta l’Italia tramite prodotti con forti richiami alle tipicità dei territori, quali produzioni DOP e IGP o ingredienti di provenienza 100% nazionale e/o regionale; better for us, un insieme di prodotti dai profili di sostenibilità e/o dalla matrice plant-based; unguilty pleasures, una rassegna di referenze indulgence; horeca revolution, galleria di innovazioni pensate per il canale del fuori casa. Tra le novità che attingono alla tradizione, innovandone il gusto, rientrano il pizzattone, un panettone già farcito con pomodoro, mozzarella e origano, l’esagonotto, una nuova trafila di pasta corta artigianale, concepita come un pennone liscio a base esagonale, per esaltare le caratteristiche della pasta di Gragnano IGP; il caviale del Centa, una spalmabile a base di acciughe, capperi e olive taggiasche che ricorda il prezioso prodotto. Novità anche sul fronte dei prodotti salutistici con lo snack di patata leggero, realizzato con farina di piselli al gusto basilico, il pane cheto senza glutine, pensato per chi segue una dieta chetogenica e a basso contenuto di carboidrati e la kombucha, bevanda analcolica e a ridotto apporto di calorie, a base di tè fermentato.