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Leolandia alza il sipario sui nuovi spettacoli con Esiste davvero!

Leolandia alza il sipario sui nuovi spettacoli con Esiste davvero!Roma, 11 mar. (askanews) – A Leolandia, il parco a tema più amato dai bambini a due passi da Milano, continua la stagione più lunga di sempre: dopo i fasti del Carnevale, il parco cambia veste e alza il sipario sulla nuova stagione degli spettacoli dal vivo, che si confermano uno degli appuntamenti più apprezzati dagli ospiti di ogni età, occasione ideale per ritemprarsi tra una giostra e l’altra nelle giornate ancora fresche di fine inverno.


Tra le sorprese più attese, il primo posto spetta alla nuova edizione di Esiste Davvero!, lo show “cult” lanciato da Leolandia nel 2022 che riunisce per la prima volta tutti i personaggi dei cartoni animati più amati dai bambini sullo stesso palcoscenico. Trionfo di fantasia, musica e ritmo, con 3 cambi d’abito tra paillettes, colori sgargianti e ben 1.000 metri di tulle arcobaleno, Esiste Davvero! in 2 anni di programmazione ha coinvolto decine di migliaia di ospiti, aggiudicandosi il premio come Miglior Attrazione per Famiglie ai Parksmania Awards, gli oscar dei parchi divertimento. Dal 23 marzo debutterà con una nuova trama e con un ospite d’eccezione: accanto a Leo e Mia, Masha e Orso, Bing e Flop, Ladybug e Chat Noir e ai tre Superpigiamini, entrerà infatti nel cast anche Bluey, fenomeno del momento nel mondo dei cartoni animati. Novità anche nella colonna sonora, con un brano inedito cantato dal vivo in apertura, seguito dall’ormai iconico jingle Esiste Davvero! Esiste Davvero! è rivolto a tutta la famiglia per la trama che entusiasma i piccoli e la qualità dell’allestimento che occhieggia ai grandi, e si affianca a tanti nuovi appuntamenti, come In vacanza con Leo e Mia: dove trascorreranno le avventure estive i due simpatici padroni di casa di Leolandia? Leo opta per la montagna, Mia per il mare ma con le loro canzoni entrambe le mete saranno raggiunte insieme al pubblico con una scatenatissima baby dance che farà ballare anche i bambini più timidi! Decisamente più adrenalinico il ritorno de L’Isola Perduta, il musical acrobatico che vede oltre 30 artisti internazionali accompagnare una giovane ricercatrice alle prese con la costruzione di un totem di luce, tra pappagalli colorati e tutti gli animali della giungla. Confermato, inoltre, il Banchetto dei Pirati: l’atmosfera di Cuba coinvolgerà grandi e piccini nella colorata festa per celebrare la conquista di una nuova terra oltreoceano piena di colori, musica ed energia.


Ad animare le giornate del parco anche tanti ospiti speciali, a cominciare da Hello Kitty, che festeggia in esclusiva a Leolandia il suo cinquantesimo anniversario con uno spettacolo inedito tratto dall’ultima serie televisiva “Hello Kitty Superstyle!”: i bambini potranno cantare insieme alla loro beniamina e aiutarla a risolvere un divertente intrigo che nascerà proprio durante lo show! Da non perdere anche l’appuntamento del 6 aprile con Lucilla, i cui biglietti sono già in vendita sul sito del parco: conosciutissima dai piccoli e dai loro genitori, la fatina cantante tornerà a Leolandia a grande richiesta, presentando dal vivo per la prima volta il singolo Una lettera vera, uscito in questi giorni, e l’inedito Il safari africano, in uscita a metà aprile.


Leolandia ha chiuso la stagione 2023 con più di un milione di visitatori ed oltre 40 milioni di fatturato. Il risultato si accompagna ad un EBIDTA cresciuto in modo proporzionalmente maggiore. Tutte le informazioni relative al parco, compresi i giorni e gli orari di apertura, e i dettagli delle promozioni sono disponibili sul sito www.leolandia.it.

Per 91% italiani inglese rilevante al lavoro ma 64% lo studia solo a scuola

Per 91% italiani inglese rilevante al lavoro ma 64% lo studia solo a scuolaMilano, 10 mar. (askanews) – Nove italiani su 10 sono consapevoli che l’inglese giochi un ruolo importante per la propria vita lavorativa (91%). Da noi la conoscenza della lingua è considerata un vero e proprio fattore di empowerment. Tuttavia il 64% ha imparato l’inglese esclusivamente a scuola, con un percorso medio che dura 6,6 anni. A tracciare il quadro è una ricerca commissionata da Pearson, editore nel settore education, a Bps Insight, condotta in Italia, Arabia Saudita, Florida, Giappone e Brasile per sondare l’impatto della conoscenza della lingua inglese come carburante per una vita migliore a 360 gradi. In tutti i Paesi oggetto dell’indagine, eccezion fatta per il Giappone che appare ancora linguisticamente chiuso, questa rilevanza è pienamente riconosciuta da oltre l’85% degli intervistati e lo sarà ancora di più nei prossimi cinque anni.


Oltre l’80% degli intervistati ritiene che la conoscenza dell’inglese sia una condizione fondamentale per avere vantaggi a livello economico in campo lavorativo, tanto che il 40% ritiene che una buona conoscenza della lingua inglese possa portare a un aumento salariale del 50-80%. Questa convinzione è fortissima in Arabia Saudita (98%) al pari della Florida. Per quanto riguarda invece l’Italia, il 91% ritiene che conoscere l’inglese sia importante per la propria vita lavorativa. I motivi principali che muovono l’apprendimento dell’inglese sono l’accesso a una gamma di posizioni professionali più ampia (44%) e l’opportunità di retribuzioni migliori (42%). Rispetto alle altre nazioni, inoltre, l’Italia si distingue per essere l’unico che riconosce a questa competenza il ruolo di fattore chiave nel momento in cui l’intelligenza artificiale dovesse portare alla ricerca di un’alternativa professionale. Insomma, l’inglese è un vero e proprio fattore di “empowerment”, in particolare per le donne, per cui questa lingua diventa un’importante leva per superare determinati gap.


Secondo la ricerca di Pearson, il lavoro è on top come stimolo per apprendere la lingua inglese. Il suo uso quotidiano tra gli italiani è molto più comune di quanto si pensi (36%) e lo è ancora di più tra coloro che hanno competenze avanzate, dove il 70% lo usa quotidianamente. La maggior parte degli studenti italiani (58%) afferma inoltre che troverebbe lavoro più facilmente se conoscesse meglio questa lingua. “La vera rivoluzione avviene quando nella percezione degli studenti e delle studentesse la lingua inglese da disciplina di studio si trasforma in uno strumento per comunicare, viaggiare, lavorare e vivere. L’idea del ruolo cruciale della lingua inglese nella propria sfera personale e professionale è molto forte nelle ragazze, come testimonia il dato Istat in base al quale l’86% degli studenti universitari di lingua è donna” afferma Letizia Cinganotto, PhD Università per Stranieri di Perugia Milano, 10 mar. (askanews) – Al di là del lavoro, il principale agente motivatore per l’apprendimento dell’inglese per gli italiani è la voglia di viaggiare di più (69%). Sapere l’inglese è ormai imprescindibile anche nei contesti sociali e culturali. Basti pensare alle categorie più giovani, cresciute a videogames e musica hip-hop. Ma anche per le altre fasce d’età questa lingua costituisce un migliore accesso alla socialità, alla cultura, alla moda, all’arte e, più in generale, all’intrattenimento. “Ciò che una volta fu un’esigenza, oggi è un’opportunità – afferma Steven Sprague, president of The british chamber of commerce for Italy – L’inglese non è solo la lingua degli affari, ma il ponte che collega culture e mercati globali. In un mondo sempre più interconnesso, padroneggiare l’inglese non è solo un vantaggio competitivo, ma una necessità per il successo nel commercio internazionale”.


In Italia, il percorso medio di apprendimento dell’inglese dura 6,6 anni con il 64% che ha imparato l’inglese esclusivamente a scuola e il 23% che ha imparato l’inglese sia a scuola sia all’università. Poco più della metà degli italiani (55%) afferma di aver raggiunto un buon livello di inglese attraverso l’istruzione formale contro il 45% globale. In Italia, come in altri mercati, l’ostacolo più significativo all’apprendimento dell’inglese è la mancanza di tempo (39%), seguita dal divario tra istruzione formale e requisiti sul posto di lavoro (34%) e limitate opportunità di praticare (32%). Non è un caso che la classificazione di “inglese scolastico” corrisponda a una conoscenza della lingua di livello minimo. “Questa nuova ricerca dimostra l’importanza dell’inglese nell’aiutare le persone a condurre una vita più appagante sia dentro che fuori dal posto di lavoro – ha affermato Gio Giovannelli, presidente di Pearson, English language learning – Eppure, molte persone lottano ancora con una mancanza di fiducia nella propria conoscenza dell’inglese, che ha un impatto sulla loro capacità di svolgere le attività quotidiane al lavoro, di interagire con gli altri e persino di interagire semplicemente con il mondo che li circonda o sui social media”.

Libri, Walter Rodinò anticipa temi di “Idee, ideologie, ideali”

Libri, Walter Rodinò anticipa temi di “Idee, ideologie, ideali”Roma, 10 mar. (askanews) – In attesa dell’uscita prossima del suo libro “Idee, ideologie, ideali” , lo scrittore Walter Rodinò dà un’anticipazione sul tema “Dalla sacralizzazione dell’assetto costituzionale ad una riforma per migliorare la democrazia”. Continua dunque la serie dello scrittore, esperto in Comunicazione, dei suoi libri caratterizzati anche dal titolo sempre con tre parole. “Una trilogia” che avrà seguito a formare una collana su vari temi.


“In Italia, per nostra fortuna, vige un sistema liberale e democratico ma, c’è sempre un ma, ritenuto intoccabile scrive Rodinòm -. Si è sviluppata una sorta di atmosfera sacrale intorno all’attuale assetto costituzionale, che impedisce qualsiasi adattamento alle mutevoli circostanze e al nuovo habitat geopolitico multipolare, qualsiasi possibilità di ripensamento, anche se potrebbe portare a risultati migliorativi per la nostra democrazia. Come se ri-pensare diversamente funzioni e competenze facesse di nuovo sprofondare il Paese nelle tenebre di decenni che tutti vorrebbero dimenticare. Alle proposte di riforma più audaci, si accompagna sempre l’eco delle accuse più variegate, dalla voglia di autoritarismo a quelle di criptofascismo. Se usassimo di meno la pancia e un po’ più la testa, ci renderemmo conto che tale atteggiamento riposa su alcuni malintesi concettuali e non mette in risalto un punto essenziale”. Per Rodinò “Il primo equivoco è che l’assetto liberale, proprio per definizione, non può che liberamente mettersi in discussione. Non certo per uscire dal recinto della democrazia (il che è impossibile, in tale frangente storico), ma per migliorare in termini di efficienza nella risposta all’accelerazione forsennata che il processo storico della globalizzazione ha impresso alle democrazie liberali. Nel 1946 il mondo era diviso in blocchi d’influenza che ingessavano naturalmente l’evoluzione del mondo. In tale contesto, a maggior vantaggio, l’Italia non subiva la concorrenza né dei paesi comunisti, compresa la Cina, e nemmeno di quelli usciti o in procinto di uscire dalle dominazioni coloniali. Il sistema, perciò, poteva tranquillamente riposare sulla legge formulata dai Padri Costituenti che, in larga parte, ricordiamolo, erano ancora legati a una visione ideologica ottocentesca. Gli eventi di crescente democratizzazione susseguitisi velocemente nel dopoguerra, hanno allargato a dismisura gli attori sul palco della scena mondiale. L’inedito fenomeno dei BRICS (le economie di Brasile, Russia, India e Cina) che comprende anche paesi mediorientali (l’Iran) e addirittura africani (Egitto ed Etiopia) è solo uno dei tanti riflessi dello scongelamento geopolitico avvenuto dopo il 1989. Per un’apparente paradosso, proprio la vittoria universale dell’idea di democrazia liberale, ha vertiginosamente messo in discussione il nostro ruolo di capofila. Se Gianni De Michelis negli anni Ottanta poteva ancora vantarsi di un’Italia ai primissimi posti delle nazioni più industrializzate del mondo, oggi, in piena deindustrializzazione da global economy, siamo scesi a occupare posti di rincalzo nella graduatoria mondiale. Se, forse, la realtà istituzionale non ha preso atto di ciò che sta accadendo, è anche vero che pare poco munita degli strumenti per evitare lo splashdown finale. La nostra struttura impone ritmi lenti (anzi: lentissimi) nel rispondere adeguatamente alle sfide del nuovo millennio. La diffusa sensazione popolare è che in Italia nessuno pare decidere niente, se no quando si devono recepire decisioni sovranazionali, e questo attendismo si riflette inevitabilmente sul sistema-Paese, dalla giustizia al lavoro alla sanità, settori ormai impastoiati in iter e assolvimenti macchinosi e dispersivi a cui nessuno sembra voler metter mano. Anche il pacifico uccello marino chiamato dodo, finché poteva aggirarsi nella deserta isola di Mauritius cibandosi di semi e radici, prosperò tranquillamente; quando l’isola, in seguito alla prima grande globalizzazione innescata da Cristoforo Colombo, fu invasa dagli Olandesi alla fine del XVI secolo, per il dodo non ci fu nulla da fare. Incapace di volare e di contrastare quegli aggressivi intrusi, si estinse in nemmeno un secolo”.


Il secondo malinteso “riposa sulla paura del passato prossimo. Qualunque modifica alla Costituzione viene guardata col sospetto di una ricaduta nell’inferno di un occulto autoritarismo: come se dei postmoderni Pinochet o Videla, dismessi gradi e mostrine, in un rassicurante completo grigio perla, potessero annidarsi fra le pieghe delle riforme pronti a ghermire la nostra fragile democrazia. E se tale riflesso pavloviano è intrinsecamente sbagliato, lo è ulteriormente oggi, 2024, in una situazione di rapporti e alleanze internazionali che non permette all’Italia di muoversi come un’individualità a sé stante, con impennate autarchiche. Il multiculturalismo, la secolarizzazione e, soprattutto, l’interconnessione concessa dalla rapidissima rivoluzione social-digitale, fa sì che l’Italia sia legata a comportamenti ed etiche istituzionali largamente condivisi da altre democrazie; un italiano, un norvegese, un tedesco sono ormai immersi in un flusso condiviso di notizie, pulsioni e consapevolezze pienamente “democratici”. I timori per una “pretesa del comando” sono, perciò, infondati e inesistenti”. Da ultimo, “il punto essenziale. Pare assai grottesco che le raffinatissime o allarmate disquisizioni sulla forma istituzionale italiana avvengano spesso in assenza di Italiani. Come se i titolari della sovranità fossero un maldestro inciampo da interpellare svogliatamente solo in occasione delle elezioni. Nei talk show, ad esempio, il giornalista intervista un politico che rimpalla la vexata quaestio a un costituzionalista che ispira un opinionista il quale, a sua volta, cita lo storico preferito dal giornalista che, in estasi, si rifà sotto col politico … Un gioco dell’oca consumantesi in un girotondo che non porta da nessuna parte. E anche un poco allucinato poiché la volontà popolare che nessuno nomina, per paura o perché non conviene, pare il Convitato di pietra di Don Giovanni. Presente, ma non interpellata. In realtà, cosa pensano gli Italiani? I sondaggi si susseguono, ma paiono fatti per celarne i desideri più che esprimerli e tramutarli in azione politica. Gli Italiani sono, nella maggior parte, sfiduciati e rassegnati. Dagli impacci burocratici, dai bizantismi, dalle piroette di chi decide poco e, spesso, lo fa non nel loro interesse. Gli Italiani hanno preso pure a rimpiangere gli uomini della Prima Repubblica dai quali potevano dirsi, coi loro limiti, pienamente rappresentati”. “Gli Italiani sentono l’indefinibile nostalgia non dell’uomo forte, ma di un leader che dica un sì che sia un sì, senza infingimenti o trucchi o retromarce più o meno velate. Gli Italiani hanno bisogno e richiedono sicurezza. Di chi? Di una serie di statisti che infondano quella serenità che deriva dall’osservare un orizzonte stabile. In fondo reclamano poco, solamente una direzione di marcia condivisa; e dei partiti abili a intrattenere con l’elettorato un rapporto basato su una corrispondenza di reciproca fiducia e che non s’interroghi continuamente sui limiti di tale fiducia. Questo sarà reso possibile solo da una riforma che riporti gli elettori a scegliere la persona e la maggioranza in grado di interpretare i loro bisogni in un momento di trapasso epocale. E che plachi il loro grande smarrimento”, conclude Rodinò.

Massoneria, Leo Taroni Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia

Massoneria, Leo Taroni Gran Maestro del Grande Oriente d’ItaliaRoma, 5 mar. (askanews) – Dopo una dura battaglia elettorale il romagnolo Leo Taroni ha battuto il calabrese Tonino Seminario ed è diventato Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia per il prossimo quinquennio. La sua vittoria è stata minima, con solo qualche decina di voti a favore. Leo Taroni ha avuto successo puntando contro le infiltrazioni mafiose nelle logge italiane. Taroni è ora pronto a prendere in mano il Grande Oriente d’Italia già dalla prossima Gran Loggia prevista per il prossimo 5-7 Aprile a Rimini.

Fattoria Latte Sano festeggia i 75 anni di attività

Fattoria Latte Sano festeggia i 75 anni di attivitàRoma, 5 mar. (askanews) – Settantacinque anni e non sentirli. Fattoria Latte Sano, storica azienda lattiero-casearia alle porte della Capitale, situata nella Riserva del Litorale Romano, festeggia i suoi 15 lustri di attività, all’insegna della costante valorizzazione della filiera e degli allevatori locali.


Con 65 milioni di litri di latte lavorati a fine 2023 (di cui il 70% fresco), provenienti da una filiera corta e controllata, 130 conferitori rigorosamente locali, 2 stabilimenti di produzione (Roma e Rieti), 4 piattaforme logistiche, 8000 punti vendita serviti ogni giorno nella regione da oltre 200 mezzi isotermici refrigerati, Fattoria Latte Sano si presenta oggi come il primo operatore di latte fresco nel Lazio (storicamente tra le regioni più vocate al suo consumo) e il terzo in Italia, dopo Centrale del Latte Italia e Parmalat, considerando la sua presenza sia nella grande distribuzione organizzata (GDO) sia quella nel canale del normal trade. Il tutto grazie a una sempre maggiore capacità produttiva (75mila litri di latte fresco confezionati ogni ora, insieme ai 12mila litri di Uht e Esl in bottiglia, per un totale di 87mila litri l’ora), un’organizzazione aziendale sempre più capillare, altissimi standard di servizio e puntualità nelle consegne: fattori che hanno permesso nel 2023 a Fattoria Latte Sano di varcare, con prodotti Uht e Esl, i confini regionali e distribuire anche in Toscana, Umbria, Abruzzo, Campania, Sardegna, Sicilia e parte della Puglia.


Il processo di crescita aziendale si è consolidato sempre più anche nelle lavorazioni per conto terzi, producendo per importanti marchi della GDO. Attività queste che hanno consentito di chiudere il 2022 con oltre 100 milioni di Euro di fatturato consolidato, con una stima di incremento di un +20% nel 2023 appena concluso. “Quali gli obiettivi del 2024? Sicuramente consolidare la nostra leadership nella regione, sviluppare maggiormente la nostra posizione anche fuori dei confini laziali e continuare ad investire le nostre risorse in macchinari ed impianti ad alto contenuto tecnologico, nell’ampliamento della nostra capacità di stoccaggio e nell’implementazione del nostro impianto fotovoltaico”, spiega Marco Lorenzoni, presidente di Fattoria Latte Sano.


“Da sempre infatti il nostro latte fresco è un eccellente esempio di filiera corta, munto nelle campagne romane e lavorato a pochi chilometri di distanza dalle stalle dove viene prodotto, nel rispetto dell’ambiente e delle proprietà organolettiche che lo caratterizzano. L’asset in cui ancora crediamo è infatti la produzione di latte fresco di qualità, in un’ottica di valorizzazione non solo della filiera ma anche di un’eccellenza del nostro territorio. Tutto ciò nonostante la realizzazione di prodotti freschi sia sempre più impegnativa da portare avanti”. Ma non basta. Tra le mission aziendali nel 2024 c’è anche la promozione del latte fresco e dei suoi derivati come ingrediente di qualità, da utilizzare in pasticceria, gelateria e nella cucina gourmet. Grazie alla holding Ariete Fattoria Latte Sano, il gruppo opera infatti sia nella produzione diretta di derivati del latte (panna, mozzarella e ricotta) che nella commercializzazione di prodotti alimentari a proprio marchio ed a marchio di terzi (oltre 160 referenze). Da qui la collaborazione, già avviata nel 2023, con brand ambassador: per mettere a punto prodotti sempre più vicini alle esigenze dei professionisti del settore. Ma anche per andare incontro ai nuovi gusti dei consumatori. E siccome il latte è anche il prodotto principe della colazione italiana ecco nascere nel 2022, nell’ambito dell’iniziativa Latte Art, il Decalogo per il cappuccino perfetto, 10 regole per la corretta preparazione dell’amatissimo caffellate. Attività questa che vede il gruppo Latte Sano impegnato presso bar e gelaterie in una capillare attività di formazione: proprio per trasmettere un adeguato know how circa le proprietà organolettche e l’utilizzo ottimale del prodotto.

Pasqua, menù a prova di pairing con consigli Maison Comte de Montaigne

Pasqua, menù a prova di pairing con consigli Maison Comte de MontaigneRoma, 28 feb. (askanews) – La scelta delle bollicine può davvero fare la differenza per il successo del menù di Pasqua. Ma quali sono i migliori pairing? Comte de Montaigne, Maison di Champagne de Prestige dell’Aube, ci regala alcuni preziosi consigli per esaltare ogni portata con il brindisi perfetto.


Champagne Rosé: il pairing ideale per salumi, carpacci e paté. Il Rosé Grande Réserve, 100% Pinot Noir dall’espressione fruttata e vinosa, è il vero re della tavola in abbinamento agli antipasti pasquali. Ideale come pairing con i salumi stagionati grazie alla sua bocca strutturata e vinosa, fresca ed elegante, smorza l’acidità dovuta alla percentuale di grasso del salume. Qualche esempio? Salumi come lo Strolghino di Culatello DOP, il prosciutto francese di Bigorre o la Pata Negra rappresentano l’abbinamento ideale. Ma non solo. Il Rosé è una scelta azzeccata anche per esaltare il sapore del carpaccio di vitello o di tonno oppure del paté di fegato toscano.


Il Blanc de Blancs esalta primi piatti e risotti gourmet. Il Blanc de Blancs, finezza dello Chardonnay al suo apogeo, è un pairing azzeccatissimo per un primo piatto a base di pesce, come le linguine all’astice oppure all’aragosta, un piatto raffinato della tradizione campana. I suoi aromi di agrumi, frutta esotica e fiori bianchi esaltano, senza sovrastarlo il sapore delicato del crostaceo, donando al palato una piacevole sensazione di armonia e freschezza. La mineralità e l’eleganza dello Chardonnay si sposano alla perfezione anche con un risotto primaverile e gourmet, come quello al pecorino e scampi crudi profumati allo zenzero.


La Cuvée Spéciale: abbinamento vincente con agnello, fois gras e formaggi. La Cuvée Spéciale, quintessenza del Pinot Noir, é ideale in abbinamento a selvaggina, foie gras e formaggi. Ma soprattutto, è perfetta con il secondo d’agnello, il piatto principe nel menu pasquale secondo la tradizione, del quale esalta il sapore grazie alla sua bolla strutturata e complessa. Sia preparato alla romana che come abbacchio al forno con le patate, che alla lucana, cioè impanato, questo secondo piatto viene esaltato dalla complessità del Pinot Nero e dagli aromi di frutta rossa e nera, di spezie e di crosta di pane.


A ogni Colomba le bollicine “giuste”. Da sempre Pasqua è sinonimo di Colomba. E, oggi più che mai, questa golosa creazione dolciaria non smette di conquistare i gourmet con declinazioni che sposano l’innovazione alla selezione dei migliori ingredienti della tradizione. Brut ed Extra Brut sono il brindisi più azzeccato per le colombe alle creme, delle quali mitigano l’elevata dolcezza grazie alla combinazione equilibrata fra acidità, lunghezza e mineralità. E ancora: il Blanc de Blancs è ideale con la Colomba Classica, mentre il Rosé de Saignée è super azzeccato con le Colombe alla frutta e con quelle più “innovative”. Glicemia sotto controllo in poche mosse (anche a Pasqua). Per evitare che le dolci indulgenze pasquali si trasformino in un “attentato calorico” alla nostra linea, è consigliabile seguire alcune semplici regole, come raccomanda la Private Nutritionist Ilenia Grieco: “Una fetta di colomba classica da 100 grammi apporta circa 350 calorie ed una alle creme può raggiungere fino a 500 calorie. Ecco perché, per evitare picchi glicemici che possono pesare sulla bilancia, è preferibile concedersi il tanto amato dolce a colazione, ad esempio in abbinamento allo yogurt greco, oppure dopo il pranzo o la cena, avendo cura però di dimezzare la porzione del primo e di aprire il pasto con una insalata di carciofi, che riduce l’assorbimento dei grassi, per concludere con un secondo di carne o pesce”, spiega la Dottoressa Grieco. E ancora: per evitare i picchi glicemici può essere utile iniziare la giornata con una colazione salata, idratarsi correttamente e consumare verdure crude prima dei pasti principali. “Più che il giorno di Pasqua, però, il momento critico è sicuramente nei giorni successivi”, prosegue la Private Nutritionist. E raccomanda di “aumentare l’idratazione fino a due litri circa di acqua e tisane non zuccherate, evitare digiuni e dieta liquida, puntando invece su alimenti a basso indice glicemico e antinfiammatori come mirtilli, frutti rossi, cannella, verdure, crude, pesce, legumi”. Champagne, oltre i falsi miti: in un calice solo 80 calorie. Una doverosa precisazione arriva direttamente da Philippe Narcy, Enologo della Maison Comte de Montaigne, che sfata un falso mito sullo Champagne: “Esistono numerosi studi scientifici che confermano le proprietà benefiche dello Champagne per il nostro organismo e possiamo anche sfatare un falso mito: le bollicine non fanno ingrassare, anzi. Hanno una ridotta gradazione alcolica – di soli 12° contro la media di 13°-14° dei vini rossi e bianchi – consentendo quindi di ridurre le calorie per calice da 130 a circa 80”.

Moda, Sebastiano Milano presenta la collezione Se’Lavy

Moda, Sebastiano Milano presenta la collezione Se’LavyRoma, 21 feb. (askanews) – Cos’è che rende l’arte tale? Una domanda complessa, ma perché fare queste inutili discriminazioni? Tutto è arte. Così, camminando in un laboratorio calzaturiero italiano, si incontra l’arte in ogni cosa, non solo nelle scarpe. Questo fu il cardine della corrente Dada nata a Zurigo nel 1916 e capitanata da Marcel Duchamp. La sua opera principale è la riproduzione del più celebre dipinto al mondo, la Monna Lisa di Leonardo, riproposta in serie e con un provocatorio pizzetto. Come quest’opera connette arte classica e contemporanea così Sebastian Milano propone una collezione che faccia da ponte tra il passato del brand ed il suo futuro. La nuova Fall Winter 2024/25, SE’LAVY, è stata presentata oggi a Milano nello showroom di proprietà in Via Pietro Paleocapa n.4.


Come accaduto per la stagione precedente una bellissima occasione per vivere in anteprima la nuova collezione e di sentirla raccontare direttamente da Angelica Fagioli e Dori Hazan, Brand & Creative Director. Durante l’evento ha fatto la sua prima apparizione anche il secondo modello di limited edition, ispirata all’opera di Man Ray, “The Lips” (1966).


SE’LAVY si ispira al nome dell’Alter ego femminile di Marcel Duchamp: una donna elegante, con abiti alla moda e che sfida le convinzioni dell’epoca… Non esistono più certezze, ma solo dubbi, interrogativi e dilemmi. Ready-made, reinterpretazione e fluidità di genere diventano così le fonti di ispirazione con cui Sebastian Milano realizza la sua Fall Winter 24-25. Nasce anzitutto il modello DADA, un omaggio al prodotto più surrealista della cultura dadaista – “The Lips” di Man Ray – e il secondo progetto Limited Edition in sole 99 paia: un sandalo nero, adornato da labbra ‘imperfette’ che vogliono ridonare alla femminilità una naturalezza che negli anni ha rischiato di perdersi.


Attorno alla corrente del dadaismo orbita poi tutta la collezione disegnata da Dori Hazan: il direttore creativo di Sebastian Milano gioca con la percezione utilizzando nuovi materiali che confondono lo spettatore. “È un jeans?” “È un bracciale? “È pelle?” Tutto può essere tutto. E tutto, con un range size dal 34 al 44, può essere indossato da tutti. Un concetto che conferma il messaggio FEM4ALL come punto di partenza di ogni collezione. La Fall Winter 2024/25, anch’essa prodotta in Italia da esperti artigiani, è stata esposta nello showroom Sebastian Milano, contornata da utensili ed oggetti provenienti dal laboratorio di produzione ai quali sono stati affidati il senso di esistere come arte ed il compito di rappresentare il lavoro manuale che si cela dietro ogni calzatura. Sembrare ed apparire sono concetti molto diversi da essere. È così che funziona, è così la vita. Baby Se’lavy.

I vincitori del Premio Innovazione e Startup a Beer & Food Attraction

I vincitori del Premio Innovazione e Startup a Beer & Food Attraction

Roma, 21 feb. (askanews) – Il Premio Innovazione e il Premio Startup Beer & Food Attraction – ITALIAN EXHIBITION GROUP 2024 e #BBTechExpo ha decretato, dopo una selezione del Comitato di Valutazione, i progetti più innovativi presenti in fiera. Le categorie spaziano dai concept innovativi alla sostenibilità, dal labeling al packaging fino all’utilizzo di tecnologie digitali per migliorare l’efficienza del prodotto.


Attraverso l’area StartUp e il Distretto Innovazione, realizzato in collaborazione e con la main partnership dell’ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori, Italian Exhibition Group SpA ha consolidato il proprio ruolo di incubatore con l’obiettivo di creare nuove opportunità di business e favorire il dialogo tra il mondo delle imprese e le giovani realtà imprenditoriali che offrono tecnologie, servizi e soluzioni nel settore Out of Home. I vincitori del Premio Innovazione sono stati: Birrificio Otus, Cooperativa Italiana Catering, Blubai, Labeldoo, Emma e Partesa. I vincitori del Premio Startup sono stati: Forniamolaristorazione, YEASTIME e FOURGREEN.


“Le fiere si basano sull’innovazione: per noi è di fondamentale importanza accogliere ogni anno nuovi progetti e nuove realtà imprenditoriali a cui dare spazio e opportunità di presentarsi direttamente sul campo, così da capire quello che potrà essere il loro impatto sul mercato. La nostra intenzione è continuare a essere la casa per questo tipo di innovazioni” così Corrado Peraboni, amministratore delegato di Italian Exhibition Group. “L’innovazione nel mondo food & beverage sta compiendo passi da gigante. Le nuove tecnologie rappresentano un aiuto fondamentale per lo sviluppo delle imprese nel settore horeca: dall’applicazione dell’intelligenza artificiale ai portali web, dagli smart payment alla sostenibilità degli ingredienti. E tante di queste eccellenze sono state ospitate proprio all’interno del distretto innovazione e area startup promosso da Beer&Food Attraction e Italian Exhibition Group e come Angi – Associazione Nazionale Giovani Innovatori siamo lieti di essere main partner di questo straordinario progetto di successo”. Così Gabriele Ferrieri Presidente ANGI.

Percorso longevità, importanza formazione e solido approccio scientifico

Percorso longevità, importanza formazione e solido approccio scientificoRoma, 3 feb. (askanews) – Cosa hanno in comune un centro di crioterapia all’avanguardia che costruisce percorsi di benessere ad ampio spettro volti al miglioramento dello stile di vita e un metodo che deriva dall’esperienza “spaziale” del suo fondatore? La ferma convinzione che, per portare le persone a capire davvero quanto sia importante la cura della propria salute e stile di vita, servono maggiore scientificità e professionisti autorevoli che lavorano con la stessa visione: supporto fondamentale per tutti coloro che desiderano compiere un percorso di benessere completo, efficace e nel lungo termine. Nasce da tutto questo il sodalizio tra Cryovis, centro di crioterapia a Milano pioniere nell’aver portato in Italia la prima criocamera elettrica total body a – 110°, e il Dr. Filippo Ongaro – medico degli astronauti per oltre sette anni e primo italiano a essersi certificato in medicina anti-aging e medicina funzionale negli USA. È così che Cryovis, attraverso uno specifico percorso di formazione dei propri specialisti, si evolve diventando un vero e proprio HUB DELLA LONGEVITÀ certificato Metodo Ongaro®.


Il centro pilota della longevità: studiare in profondità ogni persona per sviluppare il programma pro-longevity migliore e aiutare poi la persona a metterlo in pratica. “Essere il primo centro partner Metodo Ongaro® dedicato alla longevità, arricchisce i nostri i principi di un approccio dalla grande valenza scientifica, frutto di anni di studio e pratica da parte di Filippo Ongaro, in particolare quelli legati al cambiamento delle abitudini e dello stile di vita. Questo rappresenta per noi di Cryovis un momento cruciale. Si tratta infatti del naturale compimento di un percorso e di una visione che ha come focus il miglioramento della qualità di vita e che è possibile solo con un approccio integrato che lavori a vari livelli. Grazie al Metodo Ongaro® infatti, si lavora sulla persona in sinergia, guidandola nel cambiare le proprie abitudini, e individuando mancanze e possibilità di miglioramento sotto tutti i punti di vista: alimentazione, allenamento, lavoro interiore, cura del proprio stato di salute in generale. La crioterapia è parte centrale del percorso e agisce da potente “booster di nutrimento” per il corpo e l’anima”, afferma Simone Doti, longevity coach e founder di Cryovis, che conta due 2 centri multidisciplinari e all’avanguardia a Milano e professionisti con grande esperienza tra cui trainer, nutrizionisti, psicologi e life coach, medici funzionali, tutti certificati Metodo Ongaro®.


Utilizzata già ai tempi di Ippocrate nel 400 a.c. e portata in auge dai giapponesi, la terapia del freddo è ormai una pratica curativa consolidata, che sfrutta le basse temperature per ottenere numerosi benefici. Un tempo più associata all’ambito fisioterapico, dove veniva utilizzata prettamente per risolvere traumi acuti, è oggi invece dimostrato scientificamente che la crioterapia è in grado di portare benessere sotto molteplici aspetti che ruotano attorno allo stile di vita di una persona. Andando così, idealmente, ad aggiungersi ad alimentazione, allenamento, nutraceutica e meditazione, quelli che sono considerati i quattro pilastri del benessere, supportandoli e fungendo da acceleratore, per raggiungere un unico e grande risultato: costruire un percorso volto alla longevità. Il Metodo Ongaro®. Oggi la longevità sta assumendo un ruolo sempre più centrale, sia con finalità antiaging che di miglioramento dello stile di vita. L’avanzamento tecnologico, le nuove ricerche, i progressi nel campo della medicina moderna, ma soprattutto nuovi percorsi dedicati alla longevità si pongono sempre più come obiettivo quello “del vivere bene a lungo”. In questi percorsi diventa fondamentale “rendere il tema della longevità pratico e concreto ossia calarsi nella vita delle persone e aiutarle a cambiare le abitudini negative in gesti quotidiani salutari – conclude il Dr. Ongaro – noi puntiamo non solo sul valutare attentamente la condizione della persona ma anche sull’educarla ad acquisire e installare le nuove abitudini salutari. Per questo, oltre alla nostra attività verso il pubblico generale, ci siamo concentrati sulla formazione dei professionisti della salute, dal medico al farmacista, dallo psicologo al personal trainer, dal biologo nutrizionista al fisioterapista, per renderli più capaci di aiutare le persone a cambiare abitudini e stile di vita”.

FS, “La freccia” di febbraio: inizia un nuovo viaggio

FS, “La freccia” di febbraio: inizia un nuovo viaggioRoma, 1 feb. (askanews) – Benvenuti a bordo de La Freccia di febbraio. È con il tradizionale saluto del capotreno ai viaggiatori che l’appena nominato direttore responsabile del magazine, Dario Cirrincione, responsabile Communication del Polo Passeggeri, invita lettrici e lettori a seguirlo in questo nuovo viaggio la cui parola chiave è fiducia.

Un percorso che questo mese si snoda tra personaggi, destinazioni e sul fil rouge del Festival di Sanremo ormai alle porte. Cominciamo con Raoul Bova, volto di copertina, che grazie al suo passato da sportivo ha capito l’importanza del “non sentirsi arrivati”. L’attore che interpreta Don Matteo ha iniziato l’anno con diversi progetti all’insegna dei sentimenti positivi, come la serie I fantastici 5, in cui allena un gruppo di atleti paralimpici. E a proposito di sport, a febbraio sono in programma due grandi eventi in partnership con Frecciarossa: dal 14 al 18 torna a Torino la Frecciarossa Final Eight, che assegna la Coppa Italia di basket 2024, mentre il 17 e il 18 febbraio a Trieste si disputa la Coppa Italia Frecciarossa di volley femminile.

Non mancano le proposte per scoprire alcuni angoli del nostro Paese anche grazie al treno, come suggerisce l’Amministratrice Delegata di Enit, Ivana Jelinic, che ha rilasciato un’intervista alla Freccia. Tra le mete del mese ci sono le distese innevate della Val di Fiemme, in provincia di Trento, che si prepara a ospitare i Giochi olimpici e paralimpici invernali 2026 di cui FS è Premium Partner; il Cammino dei cappuccini che va da Fossombrone ad Ascoli Piceno; e la provincia di Reggio Calabria, nota per la coltivazione del bergamotto. Spazio anche all’arte e alla fotografia. A Torino sono in mostra la Prima Monna Lisa, che potrebbe essere stata dipinta da Leonardo, e i reportage di guerra realizzati da Robert Capa e Gerda Taro. Mentre a Roma si ripercorre la figura del grande cantautore Rino Gaetano grazie a una rassegna curata dal nipote Alessandro.

Infine, tante le interviste ai protagonisti dello spettacolo: dal conduttore Fabrizio Biggio, tra le rivelazioni di Viva Rai2!, ad Andrea Ortis, attore, regista e autore dell’opera musical La Divina Commedia, fino all’attrice Antonella Attili in tv con Màkari e a teatro con uno spettacolo sulla corruzione. Tutto questo e altro ancora su La Freccia di febbraio, da sfogliare e leggere in formato digitale su FSNews, e in copia cartacea, che i lettori potranno prendere sulle Frecce di Trenitalia, nei FRECCIALounge e FRECCIAClub e portare con sé. I contenuti del mensile di FS Italiane si possono leggere anche sul canale Telegram FSNews e i profili su X fsnews_it e LaFreccia_Mag.