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Politecnico, nuovi spazi e laboratori per Ingegneria Ambientale

Politecnico, nuovi spazi e laboratori per Ingegneria AmbientaleMilano, 12 set. (askanews) – Riqualificazione dei laboratori per potenziare le infrastrutture di ricerca: sono questi alcuni degli obiettivi del Piano Strategico 2023-2025 del Politecnico di Milano che la rettrice, Donatella Sciuto, ha voluto sottolineare all’inaugurazione del nuovo edificio e dei nuovi laboratori del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’ateneo milanese. E per il DICA si tratta di un momento e di un anniversario particolarmente significativo.

“Oggi – ha detto ad askanews il professor Attilio Frangi, direttore del Dipartimento – festeggiamo 10 anni dalla nascita del nostro Dipartimento, ma in particolare festeggiamo la fine di questo lungo processo di riorganizzazione e riqualificazione, con la consegna dell’ultimo lotto di edifici per 4000 metri quadri, che contengono uffici, spazi comuni e nuovi laboratori”. Il sistema laboratoriale del Dipartimento, ospitato nell’edificio 4 del Politecnico, è stato arricchito da cinque nuovi ambienti per un totale di 1500 metri quadrati. E tra i beneficiari dei nuovi spazi c’è il Laboratorio di Ingeneria Ambientale (LIA), che dal 1957 si occupa di inquinamento e depurazione, ma non solo. “Attualmente – ci ha spiegato la professoressa Francesca Malpei, coordinatrice del LIA – tutte le nostre attività si possono ricondurre a due generali obiettivi molto importanti, non solo per la società, ma anche per l’ingegneria, che sono il concetto del One Health, cioè avere una salute unica, vuol dire proteggere sempre più la qualità dell’ambiente per proteggere la salute umana. L’altro grosso obiettivo e concetto è quello della circolarità, ormai molto diffuso. Noi ce ne occupiamo andando andando a vedere dal punto di vista tecnico tutte le possibilità di recuperare energia e materiali da scarti, che siano liquidi come le acque reflue o che siano solidi come rifiuti: questo è sicuramente quello che anche nei prossimi anni sarà sempre più necessario svolgere”.

Tra gli altri laboratori che sono stati oggetti del rinnovamento degli spazi ci sono il SoLINano Lab, dove si studiano le interazioni tra solidi e liquidi a livello microscopico in combinazione con analisi chimiche uniche nel loro genere, oppure la Collezione Petrografica, che conserva importanti campioni di minerali e una raccolta unica di rocce lucidate. Altri due laboratori coinvolti sono quello di Diagnostica e Indagini sui materiali del Costruito e quello di Microsistemi, Micromeccanica e Misure. Luoghi che portano avanti la ricerca anche alla luce di un concetto di sostenibilità sempre più profondo. “Siamo in una fase storica – ha aggiunto il direttore Frangi – in cui emerge con drammatica evidenza la fragilità dell’ambiente naturale e dell’ambiente costruito, anche per effetto dei cambiamenti climatici. Noi siamo quindi chiamati a progettare interventi strutturali che ne migliorino la resilienza, la resistenza, ma lo facciano in maniera sostenibile e poi siano attenti alla transizione energetica”.

Nell’ambito del DICA, poi, continuano a operare altri laboratori storici, che si concentrano su temi come l’idraulica e l’interazione tra i liquidi e i solidi a livello macro oppure sulle componenti ingegneristiche e strutturali legate alla realizzazione delle strade. Per un’idea di ingegneria civile che pensa se stessa in relazione alle sfide del presente e del futuro.

P.A., AccessiWay offre 100 dichiarazioni di accessibilità

P.A., AccessiWay offre 100 dichiarazioni di accessibilitàRoma, 31 ago. (askanews) – Entro il 23 settembre di ogni anno bisogna aggiornare la Dichiarazione di Accessibilità, strumento mediante il quale le Amministrazioni divulgano pubblicamente lo stato di fruibilità di ciascun sito web e applicazione mobile di cui sono titolari. In occasione di questa scadenza, AccessiWay lancia un’iniziativa senza precedenti: offrire gratuitamente la propria competenza e il proprio know-how permettendo a ben 100 Amministrazioni di redigere la propria Dichiarazione di Accessibilità in conformità ai dettami della Direttiva UE 2016/2102. La DDA rappresenta una prima fotografia dello stato di accessibilità di un sito web o di un’App: importante guida per le persone con disabilità che devono accedere a servizi e informazioni.

Semplicemente collegandosi all’indirizzo web http://100dda.accessiway.com/, sarà possibile attivare il supporto del team specializzato di AccessiWay per svolgere un’analisi di qualità, con audit soggettiva e non solo automatica, necessaria per la Dichiarazione di Accessibilità; Ministeri, Regioni, Comuni, Città Metropolitane e Istituzioni in genere potranno così evitare, in tempo e gratis, una violazione normativa con la responsabilità stabilita dall’articolo 9 della Legge n. 4/2004. Cento Enti, anche quelli che già possiedono una DDA e che comunque la dovranno rinnovare entro il 23 settembre, grazie al supporto gratuito di AccessiWay riceveranno il “Modello di Autovalutazione di accessibilità” fornito da AgId perfettamente compilato e conforme; una volta completata la procedura, la PA riceverà da AgId una e-mail contenente un link da inserire nel footer del sito web o nella sezione apposita dello store relativa alle app mobili.

“La nostra mission aziendale è rendere internet accessibile, e la trasparenza verso l’utente è una componente fondamentale di questo percorso – dichiara Edoardo Arnello CEO di AccessiWay -. La Dichiarazione di Accessibilità è il primo passo per l’avvio di un percorso di adeguamento a 360° che possa così contribuire alla cultura di un web universalmente accessibile. Gli enti pubblici sono la trincea dei servizi al cittadino, questo fronte deve essere accessibile a tutti”. L’iniziativa, che ha un valore reale di oltre 150.000 €, è volta a favorire il continuo miglioramento del livello di accessibilità della Pubblica Amministrazione; quest’ultima deve essere chiamata a farsi esempio delle buone pratiche volte alla piena inclusione delle persone con disabilità.

Spazio, sabato il lancio della prossima missione a raggi X

Spazio, sabato il lancio della prossima missione a raggi XRoma, 21 ago. (askanews) – La missione XRISM (X-Ray Imaging and Spectroscopy Mission) è pronta per il lancio del 26 agosto 2023. Osserverà gli oggetti e gli eventi più energetici nel cosmo e svelerà l’evoluzione dell’Universo e la struttura dello spazio-tempo.

XRISM è una collaborazione tra la Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA) e la NASA, con una significativa partecipazione dell’ESA. Il lancio sarà trasmesso in diretta in giapponese e inglese sul canale YouTube di JAXA. In cambio della fornitura di hardware e consulenza scientifica, all’ESA verrà assegnato l’8% del tempo di osservazione disponibile, il che consentirà alle scienziate e agli scienziati europei di proporre sorgenti celesti da osservare nei raggi X e di compiere progressi in questo campo dell’astronomia.

“L’astronomia a raggi X ci offre l’opportunità di studiare i fenomeni più energetici dell’Universo. È la chiave per rispondere a domande importanti nell’astrofisica moderna: come si evolvono le strutture più grandi dell’Universo, come la materia di cui siamo composti è stata distribuita nel cosmo e come l’evoluzione delle galassie è plasmata dall’azione degli enormi buchi neri al loro centro”, afferma Matteo Guainazzi, Project Scientist dell’ESA per XRISM: “XRISM rappresenterà il prezioso trait d’union per le altre missioni a raggi X dell’ESA: XMM-Newton, che continua a funzionare perfettamente dopo 24 anni nello spazio, e Athena, il cui lancio è previsto per la seconda metà degli anni 2030”.

Spazio, il payload Ariel supera il Preliminary Design Review

Spazio, il payload Ariel supera il Preliminary Design ReviewMilano, 3 ago. (askanews) – Il payload della missione dell’Esa Ariel (Atmospheric Remote-sensing Infrared Exoplanet Large-survey), il futuro investigatore di esopianeti, ha superato con successo la Preliminary Design Review (Pdr). Il consorzio europeo di Ariel, di cui fanno parte Asi, Inaf e Università di Firenze, ha lavorato per nove mesi alla documentazione tecnica volta a valutare la fattibilità, le prestazioni e la robustezza del design del payload, al fine di garantire che i sistemi progettati fossero in grado di soddisfare i requisiti tecnici, scientifici e operativi della missione. A maggio 2023 il comitato di revisione dell’Esa ha confermato il completamento della Pdr. Un passo cruciale per la missione, che può ora procedere all’ultimo step prima della fase di produzione, la Critical Design Review.

“Asi è soddisfatta della positiva conclusione della Pdr, che gratifica per il lavoro svolto dal team scientifico nazionale e dalle aziende coinvolte – commenta Barbara Negri, responsabile Volo Umano e Sperimentazione Scientifica dell’Asi- Il principale contributo italiano al payload della missione Ariel è la realizzazione e test del telescopio, un progetto molto impegnativo non solo per l’ambiente criogenico in cui dovrà lavorare (-220°C), ma anche per il materiale da utilizzare e per la sua forma ellittica. Nella missione Ariel ci sono anche altre importanti responsabilità italiane: l’elettronica di controllo dello strumento (Icu) e il ruolo dei nostri scienziati a livello di sistema di payload per gli aspetti elettronici e termici”. “Siamo molto soddisfatti del successo di questa fase cruciale del percorso che ci porterà al lancio di Ariel – sottolinea la ricercatrice Inaf Giusi Micela, uno dei due italiani della missione e membro dell’Ariel Science Team per Esa -.L’Italia ha responsabilità importanti sia scientifiche che tecnologiche nella missione e il risultato ottenuto è il frutto del grandissimo lavoro svolto dal team, che ha lavorato intensamente e senza sosta, con grande spirito di sacrificio e adattamento alle situazioni. La comunità italiana, con il suo impegno e il suo talento, sta contribuendo attivamente su molteplici aspetti della missione. Inoltre, siamo felici di vedere un crescente coinvolgimento di giovani ricercatori entusiasti, che avranno l’opportunità di sfruttare al meglio le ricche opportunità scientifiche offerte da Ariel. Iprossimi anni saranno impegnativi ma sicuramente gratificanti per tutta la comunità”.

Dedicata allo studio delle atmosfere di pianeti in orbita intorno a stelle diverse dal Sole, Ariel osserverà un campione variegato di esopianeti da giganti gassosi a pianeti di tipo nettuniano, super-Terre e pianeti terrestri nelle frequenze della luce visibile e dell’infrarosso. Sarà la prima missione spaziale a realizzare un “censimento” della composizione chimica delle atmosfere planetarie, fornendo indizi fondamentali per comprendere i meccanismi di formazione ed evoluzione dei pianeti al di là del Sistema Solare. La missione indagherà il ruolo del nostro sistema planetario nel contesto cosmico, affrontando i complessi quesiti riguardanti l’origine della vita nell’Universo.

Spazio, al via Zeprion: in orbita per sviluppare nuovi farmaci

Spazio, al via Zeprion: in orbita per sviluppare nuovi farmaciMilano, 2 ago. (askanews) – Un esperimento lanciato con successo oggi, mercoledì 2 agosto, verso la Stazione Spaziale Internazionale (Iss), potrebbe portare ad una validazione del meccanismo di funzionamento di un protocollo del tutto innovativo per lo sviluppo di nuovi farmaci contro gravi malattie neurodegenerative e non solo. Frutto di una collaborazione internazionale che coinvolge diversi istituti accademici e l’azienda israeliana SpacePharma, l’esperimento ZePrion vede un fondamentale contributo dell’Italia attraverso l’Università Milano-Bicocca, l’Università di Trento, la Fondazione Telethon, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), e l’Istituto di biologia e biotecnologia agraria del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ibba). Decollato con la missione spaziale robotica di rifornimento Ng-19 dalla base di Wallops Island, in Virginia (Usa), ZePrion si propone di sfruttare le condizioni di microgravità presenti in orbita per verificare la possibilità di indurre la distruzione di specifiche proteine nella cellula, interferendo con il loro naturale meccanismo di ripiegamento (folding proteico). L’arrivo di Ng-19 e Zeprion sulla Iss è previsto per venerdì 4 agosto, quando in Italia saranno all’incirca le 8:00.

Il successo dell’esperimento ZePrion fornirebbe un possibile modo per confermare il meccanismo molecolare alla base di una nuova tecnologia di ricerca farmacologica denominata Pharmacological Protein Inactivation by Folding Intermediate Targeting (Ppi-Fit), sviluppata da due ricercatori delle Università Milano-Bicocca e di Trento e dell’Infn. L’approccio Ppi-Fit si basa sull’identificazione di piccole molecole (dette ligandi), in grado di unirsi alla proteina che costituisce il bersaglio farmacologico durante il suo processo di ripiegamento spontaneo, evitando così che questa raggiunga la sua forma finale. “La capacità di bloccare il ripiegamento di specifiche proteine coinvolte in processi patologici apre la strada allo sviluppo di nuove terapie per malattie attualmente incurabili”, spiega Pietro Faccioli, professore dell’Università Milano-Bicocca, ricercatore dell’Infn, coordinatore dell’esperimento e co-inventore della tecnologia Ppi-Fit.

Un tassello finora mancante per la validazione della tecnologia è la possibilità di ottenere un’immagine ad alta risoluzione del legame tra le piccole molecole terapeutiche e le forme intermedie delle proteine bersaglio (quelle che si manifestano durante il ripiegamento), in grado di confermare in maniera definitiva l’interruzione del processo di ripiegamento stesso. In genere, questo tipo di immagine viene ottenuta analizzando con una tecnica chiamata cristallografia a raggi X cristalli formati dal complesso ligando-proteina. Nel caso degli intermedi proteici, però, gli esperimenti necessari non sono realizzabili all’interno dei laboratori sulla Terra, in quanto la gravità genera effetti che interferiscono con la formazione dei cristalli dei corpuscoli composti da ligando e proteina, quando questa non abbia ancora raggiunto la sua forma definitiva. Questo ha spinto le ricercatrici e i ricercatori della collaborazione ZePrion a sfruttare la condizione di microgravità che la Stazione Spaziale Internazionale mette a disposizione.

Spazio, prime immagini dal telescopio Euclid: “Sono ipnotizzanti”

Spazio, prime immagini dal telescopio Euclid: “Sono ipnotizzanti”Milano, 31 lug. (askanews) – Sono arrivate sulla Terra le prime immagini del telescopio spaziale europeo Euclid. Talmente incredibili per la loro nitidezza che alcuni scienziati le hanno definite “immagini ipnotizzanti”. A riprenderle sono stati i due strumenti, con forte contributo italiano, appena accesi: Vis (VISible Instrument) e Nisp (Near Infrared Spectrometer Photometer) che sono ancora in fase di calibrazione. Alla loro realizzazione hanno giocato un ruolo importante a livello continentale, l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).

Anche se mancano un paio di mesi prima che Euclid cominci a fornire la sua vera nuova visione del cosmo, il raggiungimento di questo traguardo mostra che gli scienziati e gli ingegneri sono fiduciosi che il telescopio ed i suoi strumenti funzionino bene. Gli ottimi risultati fin qui ottenuti, indicano che il telescopio spaziale raggiungerà gli obiettivi scientifici per cui è stato progettato, e forse molto di più. “Dopo più di 11 anni di progettazione e sviluppo di Euclid, è esaltante ed estremamente emozionante vedere queste prime immagini – afferma Giuseppe Racca, project manager di Euclid per l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) – È ancora più incredibile se pensiamo di vedere solo poche galassie qui, prodotte con una messa a punto minima del sistema. Euclid, una volta calibrato completamente, osserverà miliardi di galassie per creare la più grande mappa 3D del cielo mai vista prima”.

“Le immagini degli strumenti Vis e Nisp diffuse oggi dimostrano la bontà della catena di acquisizione della luce raccolta nel campo di vista del telescopio di Euclid. – riferisce Mario Salatti, responsabile per Asi della realizzazione del contributo italiano agli strumenti scientifici a bordo del satellite Euclid – Il team industriale coinvolto nella costruzione del cuore delle unità elettroniche dei due strumenti Vis e Nisp e il team scientifico che ne ha sviluppato il software guardano con grande soddisfazione alla qualità di queste immagini da cui viene confermato il raggiungimento delle specifiche di progetto”. Lo strumento VISible di Euclid (Vis) scatterà immagini super nitide di miliardi di galassie per misurarne le forme. Già dalla prima immagine si intravede la capacità che avrà il Vis; mentre alcune galassie sono molto facili da individuare, molte altre sono macchie sfocate nascoste tra le stelle, in attesa di essere svelate da Euclid in futuro. Sebbene l’immagine sia ricca di dettagli, l’area di cielo che copre è in realtà solo circa un quarto della larghezza e dell’altezza della Luna piena.

Testati droni di salvataggio all’interno di due vulcani italiani

Testati droni di salvataggio all’interno di due vulcani italianiMilano, 22 lug. (askanews) – Alcuni droni interconnessi sono stati inviati in territorio vulcanico per testarne l’utilizzo per la protezione civile, al fine di migliorare gli interventi in caso di calamità naturali utilizzando la nuova tecnologia Pnt.

Il progetto, denominato Pathfinder, è supportato dal programma Navisp (Navigation Innovation and Support Programme) dell’Esa. Due campagne di test sono state condotte finora, intorno al vulcano attivo dell’isola di Stromboli e all’interno della riserva naturale Cratere degli Astroni, in un cratere vulcanico vicino Napoli.

Cybersecurity, è boom di attacchi informatici: +138% nel 2022

Cybersecurity, è boom di attacchi informatici: +138% nel 2022Milano, 19 lug. (askanews) – Il 2022 è stato l’anno boom del cybercrime. Stando alla fotografia scattata dal Rapporto Censis-Iisfa (Associazione Italiana Digital Forensics) “Il valore della Cybersecurity in Italia. La sicurezza informatica garanzia di benessere e libertà”, nel 2022 gli attacchi informatici a infrastrutture sono più che raddoppiati rispetto all’anno precedente (+138%). Tra il 2012 e il 2021, nell’arco di quasi dieci anni, i reati informatici denunciati all’Autorità giudiziaria dalle Forze di Polizia sono raddoppiati (+155,2%) in controtendenza con l’andamento totale dei reati (-25,4%). Sono Milano e Roma a guidare la classifica delle prime 10 Province per numero di reati informatici denunciati (rispettivamente 24.077 e 21.637). È, però, Torino a primeggiare per numero di reati in rapporto alla popolazione (7,8 reati ogni mille abitanti).

Nel corso dell’ultimo anno al 76,9% degli italiani è capitato di imbattersi almeno in una minaccia informatica. Il 60,9% del totale ha ricevuto un sms o un messaggio su WhatsApp con invito a cliccare su un link sospetto, mentre il 56% è stato bersaglio di e-mail ingannevoli. Il numero crescente di attacchi informatici a enti e istituzioni ha condizionato la sfera emotiva e i comportamenti degli italiani. Per il 62,9% di loro sono stati fonte di ulteriore preoccupazione rispetto all’attuale situazione di crisi, nel 53,2% hanno ingenerato la paura che i propri dati possano essere rubati e il 24,4% si collega meno a Internet per svolgere attività online. Il 28,8% degli italiani dichiara di sapere precisamente cosa si intende per cybersicurezza, una quota cresciuta del 4,5% in confronto al 2022 (quando erano il 24,3%). Oltre 7 italiani su dieci utilizzano una password per il wi-fi di casa (75,2%); il 71,5% fa uso di password diverse in funzione dei servizi utilizzati; il 70,3% ha un antivirus installato e aggiornato sul Pc di casa e il 75% sul Pc di lavoro. I sistemi di autenticazione più complessi della password (autenticazione biometrica oppure Otp via sms) sono, invece, utilizzati dal 54%. Il backup dei propri file è una pratica che accomuna il 59,5% degli italiani. Per la salvaguardia del proprio cellulare, invece, il 77,1% consente gli aggiornamenti periodici del software di sistema, mentre il 62,6% utilizza per accedere al proprio cellulare oltre alla password altri fattori (PIN, OTP, impronta digitale o riconoscimento facciale). Nel 2022 le imprese italiane con 10 e più addetti che hanno avuto un problema di sicurezza Ict sono state il 15,7%, (circa 30 mila unità in valore assoluto), mentre il 20,6% degli italiani è stato testimone nell’ultimo anno di almeno un attacco informatico sul proprio luogo di lavoro. A giugno 2022, le imprese anti-hacker hanno raggiunto la quota di 3.147 (+5,4% rispetto al mese di settembre dell’anno precedente).

Il Rapporto Censis-Iisfa evidenzia inoltre come il 40% delle imprese abbia riscontrato nel 2022 forti difficoltà nella ricerca di lavoratori: percentuale che nel caso dell’Ict (Information and Communications Technology) sale al 52%. Accanto al software developer o al data engineer, il Cyber Security Specialistè indicato tra le figure emergenti più legate alla transizione digitale nelle previsioni di fabbisogni occupazionali e professionali a medio termine (2023-2027) per il settore dell’informatica e delle telecomunicazioni. “Il valore della Cybersecurity – commenta Gerardo Costabile, Presidente di Iisfa (Associazione Italiana Digital Forensics) e amministratore delegato di DeepCyber (Maggioli Group) – è ormai sempre più strategico per il nostro Paese. La dimensione della sicurezza informatica e della salvaguardia dei dati personali ha assunto una sua indiscutibile centralità. In un momento storico particolare, dove l’intelligenza artificiale sta facendo passi da gigante, questo studio dimostra che l’elemento umano può fare ancora la differenza. Occorre consolidare una cybersicurezza nazionale che renda i cittadini sempre più consapevoli dei rischi che corrono utilizzando gli strumenti informatici, mentre le aziende sono chiamate a migliorare la loro postura e coinvolgere tutta la popolazione nella formazione sul tema. Serve una nuova cultura digitale, che mi auguro possa presto coinvolgere attivamente anche l’intero sistema scolastico”.

Secondo Giuseppe De Rita, presidente del Censis, “ci sono segnali nella società italiana che indicano la diffusione di posture difensive, talvolta inconsapevoli, contro gli effetti malevoli del cybercrime e degli attacchi informatici, oramai una costante dell’attuale fase storica. Su questa reazione sociale dal basso occorre lavorare per accrescere la consapevolezza sul cyber risk e per creare le condizioni affinché i livelli di protezione crescano anche tra le componenti della popolazione più vulnerabile per condizione sociale, culturale o anagrafica”. “L’incremento dei dati informatici è un fattore correlato all’aumento della superficie digitale che è stato il risultato un po’ anche della pandemia – rileva Bruno Frattasi, Direttore Generale Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale -. Stiamo utilizzando sempre di più i mezzi digitali in correlazione a quella che è la trasformazione digitale del Paese, che è un bene che avvenga ed è un processo che non si deve fermare. La missione che abbiamo come Agenzia è quella di far capire a tutti che la trasformazione digitale deve avvenire in sicurezza, ovvero attraverso continui e adeguati investimenti nel campo della sicurezza informatica”.

“Difendere noi stessi, i nostri dati, le nostre infrastrutture strategiche è una priorità assoluta da gestire in sinergia con gli alleati europei, con quelli occidentali, con il tessuto produttivo del Paese e con le migliori eccellenze della ricerca”, sottolinea Alessio Butti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per l’Innovazione, che assicura: “L’impegno profuso dal governo e dall’Europa su questo fronte sta dando i suoi frutti”.

Digitale, Fantinati (Igf Italia): cresce ruolo ingegneri accanto a medici

Digitale, Fantinati (Igf Italia): cresce ruolo ingegneri accanto a mediciRoma, 6 lug. (askanews) – “L’Intelligenza artificiale non potrà sostituire il lavoro del medico, soprattutto rispetto alla diagnosi e alle delicate decisioni sulla cura. Ma sarà in grado di sgravarlo da quei compiti ripetitivi che causano stanchezza nell’essere umano, mentre la macchina può adempierli all’infinito con una qualità standard”. Lo ha detto Mattia Fantinati, presidente dell’Internet Governance Forum dell’Onu (Igf Italia) durante il convegno ‘DigitalHealth Policy’, organizzato a Roma da Igf Italia con il Consiglio nazionale degli ingegneri.

L’attenzione si è a lungo concentrata sull’inedito ruolo degli ingegneri in sanità, grazie alla digitalizzazione. “Gli ingegneri, figure sempre più trasversali, hanno l’expertise tecnica necessaria per sviluppare e implementare le tecnologie come l’Ia, l’apprendimento automatico, l’Internet delle cose e la blockchain – ha aggiunto Fantinati – garantendo la sicurezza dei dati sanitari e l’integrità delle informazioni sensibili dei pazienti”. “In ogni caso, la sfida del digitale è sempre più centrale per l’innovazione nella sanità e Igf Italia – ha concluso Fantinati – darà il proprio contributo per l’elaborazione delle migliori policy che tengano insieme efficienza delle soluzioni, tutela della privacy e pregnanza etica nell’uso delle tecnologie”.

Spazio: conclusa con successo la prima missione suborbitale italiana

Spazio: conclusa con successo la prima missione suborbitale italianaMilano, 29 giu. (askanews) – È partita oggi alle ore 16.30, dallo spazioporto America di Virgin Galactic (in New Mexico – USA), la missione Virtute-1 (Volo Italiano per la Ricerca e la Tecnologia sUborbiTalE) che ha visto l’equipaggio italiano, composto da due Ufficiali dell’Aeronautica Militare e un ingegnere del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), decollare a bordo della navicella spaziale Vss Unity (classe SpaceShipTwo), per un volo dalla durata totale di novanta minuti.

“Il Ministero della Difesa ed in particolare l’Aeronautica Militare, con il proprio patrimonio di competenze, è proiettato naturalmente alla valorizzazione e la tutela della space defense e security – ha commentato il generale Luca Goretti, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare – Il volo spaziale è un dominio aeronautico tutto da esplorare e rappresenta una sfida tecnologica dove competenze tecniche e industriali nazionali possono fare la propria parte a pieno titolo. Lo sviluppo scientifico, imprenditoriale e militare devono lavorare insieme per assicurare anche in questo dominio la giusta rilevanza. Ciò garantirà il mantenimento della dell’eccellenza nel comparto Aerospaziale Nazionale”, ha concluso il generale Goretti. Al comando della missione Virtute-1, nata da un accordo commerciale tra l’Aeronautica Militare e Virgin Galactic, il Col. Walter Villadei, ingegnere spaziale e cosmonauta, che ha anche coordinato le attività operative e addestrative dell’equipaggio italiano, che include il Ten. Col. Angelo Landolfi, medico aerospaziale con il ruolo di responsabile per gli aspetti medici dell’equipaggio italiano e degli esperimenti di medicina proposti dall’Aeronautica Militare, e Pantaleone Carlucci, ingegnere e ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), con il ruolo di responsabile degli esperimenti di bordo proposti dal Cnr stesso.

Durante il volo suborbitale, a seguito allo spegnimento del motore, la cabina della Vss Unity è infatti diventata un laboratorio scientifico all’interno del quale l’equipaggio ha potuto condurre test – in condizioni di microgravità – relativi a medicina, materiali avanzati, fisica dei fluidi, fisiologia. I progetti di ricerca sono stati coordinati dall’Istituto di Medicina Aerospaziale dell’Aeronautica Militare (Imas) di Milano; dall’Ospedale Maggiore Policlinico e l’Università degli Studi di Milano; dal Dipartimento di Ingegneria Industriale e Scienze Matematiche della Facoltà di Ingegneria dell’Università Politecnica delle Marche. Le informazioni acquisite forniranno dati utili per la ricerca scientifica applicabile, oltre che al settore tecnologico, a quello medico: i risultati consentiranno di studiare gli effetti di agenti quali radiazioni, radicali liberi e stress ossidativo, alla base di molte patologie e principale causa di invecchiamento cellulare.

La missione Virtute-1, che per Virgin Galactic inaugura l’era dei voli commerciali, è in linea con il Piano Spaziale della Difesa, che ha lo scopo di incrementare – con il supporto del mondo della ricerca e dell’industria -, le attuali conoscenze in materia spaziale, aerospaziale e sul volo suborbitale, verificando e valutando i possibili sviluppi delle tecnologie oggi disponibili.