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”Frammenti” in mostra a Varese a Rassegna di diritto pubblico dell’economia

”Frammenti” in mostra a Varese a Rassegna di diritto pubblico dell’economiaRoma, 27 mag. (askanews) – Il 25 e 26 maggio si è svolta a Varese la sesta edizione della “Rassegna di diritto pubblico dell’economia”, organizzata da Upel Italia, sotto la direzione organizzativa del suo direttore Claudio Biondi. Il congresso ha assunto ormai rilevanza a livello nazionale e, nel corso delle due giornate, si sono avvicendati sul parterre lombardo importanti rappresentanti delle istituzioni, tra cui il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il Presidente della Corte dei Conti, Guido Carlino, e l’ex Procuratore Nazionale Antimafia, onorevole Federico Cafiero de Raho, il presidente dell’Ice, Matteo Zoppas, insieme con prestigiosi relatori provenienti dalle magistrature superiori di Corte dei conti e Consiglio di Stato nonché dal mondo accademico.

Nella splendida cornice di Villa Panza, sede del congresso, è stato presentato il libro “Frammenti” di Stefano Glinianski, consigliere della Corte dei Conti. Il libro, accompagnato da una mostra fotografica, dopo essere stato presentato all’Universita Orientale di Napoli, all’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna e nella capitale al Campidoglio, approda così a Varese mostrando suggestive immagini del cosiddetto sud del mondo, in particolare Africa e Medioriente ed il cui ricavato sarà devoluto integralmente alla Comunità di Sant’Egidio. “Il libro del consigliere Glinianski – ha dichiarato il Sindaco di Varese, Davide Galimberti – testimonia le sue eccellenti qualità umane. Conoscevamo Stefano quale fine giurista, non ancora come interprete sensibile di una parte di umanità sfortunata e fragile”.

Il programma congressuale ha visto protagonisti due importanti giornalisti: Giancarla Rondinelli, del Tg1 – Porta a porta, e Peter Gomez, direttore della edizione on line del “Fatto Quotidiano”. Tema centrale dell’evento: la nuova disciplina codicistica degli appalti, con tutti i suoi risvolti, anche patologici quali l’inefficienza degli apparati burocratici e la corruzione. “Occorre concedere maggior fiducia alle stazioni appaltanti e aiutare i funzionari a superare i propri timori”, ha detto il Presidente Anac, avv. Giuseppe Busia.

Il funambolo tra i grattacieli: Andrea Loreni e la libertà

Il funambolo tra i grattacieli: Andrea Loreni e la libertàMilano, 27 mag. (askanews) – “Il funambolismo non è un’arte della morte, ma un’arte della vita, vissuta al limite del possibile”, diceva lo scrittore americano Paul Auster. Il funambolismo, aggiungiamo noi, è una forma dell’umano: una lezione di solitudine quasi assoluta che diventa però condivisione, spazio, emozione. E così guardare Andrea Loreni, funambolo italiano che sfida le grandi altezze, mentre attraversa il cielo tra il Bosco Verticale, è un modo per guardare a noi stessi. Perché, come dice lo stesso Loreni, il cavo su cui si cammina, quei pochi millimetri di strada, in fondo sono solo uno specchio. “Come ci si arriva su quel cavo? – ha detto il funambolo torinese ad askanews – Ci si arriva con tanto tempo, tanta pazienza. Avevo visto i grattacieli appena costruiti ed avevo pensato che fosse una camminata da fare”.

L’occasione per farla, dopo molti anni che sono stati in qualche modo di preparazione, è stata l’inaugurazione del festival BAM Circus alla Biblioteca degli Alberi di Milano. E Andrea ha attraversato il cielo, leggero come un artista di strada e profondo come un essere umano realmente presente a se stesso. “Non vorrei che fosse né una sfida né un modo di essere migliore o cose di questo genere – ha aggiunto Loreni – è la mia strada in qualche modo per realizzare la mia libertà”. Una libertà che è anche festa, che è condivisione, che è possibilità di tracciare vie alternative, di dare nuove visioni a un mondo sempre più appiattito, ma non meno desideroso di cambiare e tornare a essere più umano.

Gallerie d’Italia, a Milano arriva “Una collezione inattesa”

Gallerie d’Italia, a Milano arriva “Una collezione inattesa”Milano, 25 mag. (askanews) – Intesa Sanpaolo apre al pubblico dal 26 maggio al 22 ottobre 2023 alle Gallerie d’Italia di Milano “Una collezione inattesa. Viaggio nel contemporaneo tra pittura e scultura” percorso espositivo temporaneo a cura di Luca Massimo Barbero, che presenterà una selezione di opere in dialogo con l’esposizione permanente “Cantiere del ‘900”.

Con oltre 70 opere generalmente non esposte nella sede milanese, tra le quali le più recenti acquisizioni della Collezione Intesa Sanpaolo, questo percorso dedicato all’arte italiana e all’arte contemporanea internazionale si incentrerà sul dialogo tra le diverse ricerche scultoree di alcuni dei maggiori protagonisti del XX Secolo in confronto ad importanti approfondimenti intorno alla pittura del Secondo Dopoguerra. Ulteriore, fondamentale contributo all’allestimento, proviene dalle opere selezionate dalla Collezione Luigi e Peppino Agrati, oggi parte del patrimonio artistico gestito da Intesa Sanpaolo. “Questo nuovo percorso espositivo, in continuità con il Cantiere del ‘900 – ha detto Giovanni Bazoli, Presidente Emerito di Intesa Sanpaolo – rientra nel programma indirizzato a diffondere la conoscenza e la condivisione delle nostre raccolte di arte moderna e contemporanea. In particolare, si offre nuovamente al pubblico l’opportunità di apprezzare opere facenti parte della Collezione Luigi e Peppino Agrati che ha arricchito con capolavori di respiro internazionale il patrimonio artistico della banca. Nei magnifici spazi della Gallerie di Piazza Scala si propone un viaggio appassionante nell’arte del Novecento”.

I visitatori saranno accolti all’ingresso del museo dalla grande opera in marmo bianco Femme Paysage di Jean Hans Arp del 1966, a rappresentare l’ampia raccolta di sculture della Collezione Henraux oggi confluita in Intesa Sanpaolo. Arp apre, come una sorta di punto focale, all’allestimento dedicato all’artista Bruno De Toffoli, autore firmatario di uno dei Manifesti dello Spazialismo, movimento espressione della ricerca plastica e strettamente legato a Lucio Fontana. Sarà questa una rara occasione di approfondimento per vedere riunite le nove sculture di questo Artista meno noto al grande pubblico e mai esposte in un così serrato confronto. Un allestimento con radici cronologiche che partono dai grandi Maestri della scultura del XX Secolo destinati a segnare la produzione figurativa delle arti plastiche italiane. Sarà così possibile ammirare nelle prime sale, tre grandi artisti del Novecento come Arturo Martini con La Pisana, Marino Marini con la Pomona e Giacomo Manzù con il Grande Cardinale Seduto, opere raramente esposte insieme e qui riunite come emblematiche delle radici della scultura italiana.

Un momento completamente inedito sarà la sala dedicata a Fausto Melotti nella quale verrà mostrato per la prima volta al pubblico un importante corpus fittile del Maestro, protagonista anche della scultura ceramica, attraverso un particolare allestimento che presenterà 19 opere rappresentative dei suoi contenitori e vasi ceramici tra cui quattro importanti Korai. Interessante il dialogo tra l’opera Coppia in filo di rame già esposta nel percorso permanente delle Gallerie d’Italia e un’altra opera, anch’essa in filo di rame, proveniente dalla collezione Luigi e Peppino Agrati. Grazie al confluire delle varie raccolte ci sarà una sala interamente dedicata a Lucio Fontana come evidente rimando al tema dello Spazialismo. Di questo Maestro, figura centrale dell’arte contemporanea del XX Secolo e riconosciuta internazionalmente, si esporranno importanti opere tra cui il grande Concetto spaziale. Attese del 1965. Qui riuniti per dare continuità alla tradizione moderna e contemporanea della scultura in ceramica vi saranno alcuni piatti denominati Antica Savona, creazioni fittili spazialiste e l’importante nucleo delle tre Nature in bronzo e terracotta.

Significativa anche la sala dedicata all’azzeramento e alla monocromia nell’arte contemporanea internazionale dei primissimi anni Sessanta, il cui perno sarà la scultura Complex Form di Sol LeWitt, recentemente entrata nelle Collezioni Intesa Sanpaolo. In questo spazio il pubblico troverà un confronto armonico tra un maestro del minimalismo americano come Robert Ryman e protagonisti della ricerca italiana come Piero Manzoni, Alberto Burri, Toti Scialoja e Enrico Castellani presente con il monumentale lavoro Superficie bianca 35 del 1966. Nelle due sezioni successive sarà invece possibile indicare in modo preciso, seppur sintetico, alcune ricerche legate all’astrazione e al segno della pittura alla fine degli anni Cinquanta. Emblematici di quella ricerca sono artisti come Carla Accardi con l’opera Senza Titolo, Giulio Turcato e Antonio Sanfilippo con Superficie 45/C/63. Si presenta al pubblico un importante dipinto di Corrado Cagli, Il flauto di canna, che rappresenta la continuità del grande pittore aprendo le sperimentazioni degli anni Sessanta. L’opera introdurrà idealmente al nucleo di sculture di Pietro Consagra, tra cui Bifrontale malachite, dedicate al tema della ricerca sulle Pietre e sui Marmi che l’Artista conduce negli anni Settanta e Ottanta del Novecento e che, tramite l’utilizzo delle preziose e seducenti materie, esemplifica con queste opere quella scultura frontale di cui egli è teorico e scultore.

Il percorso espositivo prevede nel passaggio verso il “Cantiere del ‘900” un ideale cannocchiale tematico e visivo con opere di artisti che, partendo dall’astrazione classica, giungono nel Secondo dopoguerra ad una pittura sempre più minimale e procedurale. È il caso di un’artista come Bice Lazzari qui presente con Misura 9, Mario Nigro con un’astrazione pittorica prossima alla pittura analitica e di concetto come Roman Opalka che procede giorno per giorno alla stesura numerica componendo queste grandi e rarissime tele che sono alla soglia del monocromo.

Alcuni studi qui esposti accenneranno alle modalità poetiche ed esecutive di Sol LeWitt. Di questo Maestro americano sarà l’accenno dell’importante scultura Three Cubes (Straight) del 1969, appena giunta nelle Collezioni Intesa Sanpaolo, ad assumere quasi l’aspetto di una scala architettonica entrando nello spazio di “Cantiere del 900”, la cui prospettiva costituita da profili cubici inquadrerà il punto di arrivo di questo percorso rappresentato dalla recente acquisizione Abstraktes Bild del 1984 di Gerhard Richter.

Un funambolo a Milano: Andrea Loreni nel cielo per BAM Circus

Un funambolo a Milano: Andrea Loreni nel cielo per BAM CircusMilano, 25 mag. (askanews) – Due dei grattacieli simbolo di Milano: il Bosco verticale e la Torre Unicredit. Un filo teso nel vuoto tra essi e un uomo, un funambolo che lo attraverserà. Il 26 maggio Andrea Loreni camminerà a 140 metri di altezza in una nuova tappa del suo percorso che lo ha portato a essere l’unico funambolo italiano specializzato in traversate a grandi altezze.

“Tecnicamente – ha raccontato ad askanews l’artista torinese – si cammina su un cavo, che in fondo non è un gesto commesso, in un certo senso, è camminare. D’altra parte però c’è la necessità, almeno questo è il mio modo di essere funambolo, di farsi carico del rischio. Ma non solo il rischio di essere sul cavo, è il rischio dell’esistenza, non è una roulette russa. Si tratta della parte di rischio che abbiamo nella vita di tutti i giorni, solo che lì è molto esplicito, non puoi fare finta che non ci sia, non puoi evitarlo. Quindi devi scegliere di fartene carico e camminarci in mezzo”. La performance di Loreni inaugura la seconda edizione di BAM Circus – il Festival delle Meraviglie al Parco, che si tiene a Milano alla Biblioteca degli alberi della Fondazione Riccardo Catella fino al 28 maggio. A presentarcelo Francesca Colombo, direttore generale culturale di BAM: “Una tre giorni di teatro di strada contemporaneo: circo, performance, laboratori, momenti di attività wellness, tutti pensati per risvegliare il senso di meraviglia e le emozioni di meraviglia che c’è in ognuno di noi”.

Una meraviglia che passa attraverso il fascino colorato delle suggestioni creative del circo e dell’arte di strada, ma che viene catalizzata soprattutto da quell’uomo sospeso su un filo, che in fondo riguarda tutti noi che cerchiamo ogni giorno degli appigli per affrontare la vita. “Quando vedo gli spazi vuoti, come quando sono salito per la prima volta sui grattacieli e ho guardato dall’altra parte – ha concluso Loreni – è spaventoso. Un cavo mi mette una piccola strada, una piccola sicurezza; molto piccola, ma è una via, dopodiché in verità il cavo è uno specchio”.

Uno specchio perché è il corpo del funambolo, il suo essere lì, a modificare le condizioni. Ma uno specchio anche perché certifica una presenza, un modo possibile di stare nel mondo.

Luo Qi e Giovanni Cerri al Centro Culturale di Milano

Luo Qi e Giovanni Cerri al Centro Culturale di MilanoMilano, 24 mag. (askanews) – L’arte come linguaggio universale, ponte interculturale tra Occidente e Oriente, strumento privilegiato di dialogo fra culture differenti. “Memory of History”, progetto espositivo biennale ideato dagli artisti e Luo Qi e Giovanni Cerri, dopo aver inaugurato in Cina al Ningbo Art Museum nella provincia di Zehijang (14 febbraio – 14 marzo 2023), sarà contemporaneamente e al The Roof Art Museum nello storico Liangzhu Cultural Center di Hangzhou dal 16 maggio al 29 giugno, e in Italia al Centro Culturale di Milano dal 25 maggio al 16 giugno.

Le 24 opere esposte a Milano, oltre a sottendere il valore comune ai due artisti di “sentire” il richiamo dell’arte del passato come indispensabile premessa all’espressione contemporanea, mettono a confronto due stili e due linguaggi espressivi molto diversi fra loro, tenuti tuttavia insieme dalla consapevolezza comune che il linguaggio dell’arte ha una forza inclusiva assoluta e straordinaria, capace di azzerare distanze culturali e sociali. Luo Qi, nato a Hangzhou nella provincia di Zhejiang nel 1960, offre una riflessione visiva sull’eredità dell’immagine medievale e sulla sua reinterpretazione contemporanea, che rinnovi quel tipo di patrimonio iconografico e lo riporti alla luce con nuovi tratti, nuove luci e nuove tonalità. Nelle sue opere non traspare solo un’analisi dell’immagine medievale, ma una conoscenza del linguaggio dei gesti, dei simboli, dei colori. L’approccio di Luo Qi, che riconosce al Medioevo una grande ricchezza di contenuti, non è storico, ma iconografico: questo permette all’artista di rivisitarlo esaltandone la ricchezza delle immagini e ricreando un suo “personale Medioevo”.

Giovanni Cerri, artista milanese classe 1969, rivisita il paesaggio urbano – sia quello riferito ad architetture di carattere storico, sia quello periferico, più “anonimo” – con l’aggiunta della tematica urgente e “mondiale” dell’emergenza climatica. Luoghi che ci appaiono sotto una nuova luce, inquietante nella sua caratterizzazione di un ambiente post-umano.

Modellare l’imperfezione: le sculture di Pelletti da Ersel

Modellare l’imperfezione: le sculture di Pelletti da ErselMilano, 23 mag. (askanews) – Le immagini della classicità, da riconoscere per poi poterle ripensare. È questo in sostanza il meccanismo intellettuale che sostiene l’esposizione “KOSMOS e KAOS”, dello scultore Massimiliano Pelletti, presentata da Ersel nei propri spazi milanesi di via Caradosso. Una mostra che indaga la materia prima della forma e che, partendo da un immaginario condiviso, si muove verso nuove prospettive dell’autorialità.

“Io sono l’autore di quest’opera – ha detto Pelletti ad askanews – insieme alla materia stessa, perché il risultato finale che si ottiene lavorando questa pietra è sempre una mediazione tra l’idea dello scultore e ciò che effettivamente la materia ti ha concesso di fare”. Interessante anche il fatto che l’artista, che viene da Pietrasanta, uno dei luoghi simbolo della scultura in Italia, non utilizzi il marmo, ma materiali molto meno perfetti. “In questo caso – ha aggiunto – abbiamo una pietra, che si chiama calcare grottoso: non esistono cave dove reperirla, si può trovare solo in alcuni terreni, per esempio nell’entroterra toscano. Questa pietra ha la caratteristica di avere delle irregolarità, dei difetti ed è una cosa c he mi piace molto. Mi piace molto confrontarmi con i difetti e cercare di trasformare queste imperfezioni della materia in pregio sopra l’opera”.

La mostra, curata da Barbara Paci e Cesare Biasini Selvaggi, si inserisce nei progetti culturali di Ersel, come ci ha confermato Paola Giubergia, responsabile delle Relazioni esterne dell’azienda. “Questa mostra – ha detto – ha suscitato il nostro interesse, un po’ per il personaggio, un po’ per la materia, un po’ per la tipologia di queste sculture, che riprendono le forme storiche e classiche, ma hanno una visione molto contemporanea, una lavorazione molto tecnica, con questo fortissimo contrasto tra la modernità e il passato, che in questo contesto si coniuga in maniera perfetta”. Guardando le sculture e la loro matericità complessa si avverte anche la sensazione del tempo e del suo scorrere, ma pure la possibilità dell’arte di attraversarlo e, per così dire, restringerlo, magari dentro uno sguardo fatto di micromosaico in vetro e oro.

Turismo Lombardia, al via da maggio Sentiero dei celti e dei liguri

Turismo Lombardia, al via da maggio Sentiero dei celti e dei liguriMilano, 12 mag. (askanews) – E’ tutto pronto per il taglio del nastro del primo cammino che collega Milano al mare, aperto a tutti gli escursionisti da fine maggio. Si chiama il ‘Sentiero dei Celti e dei Liguri’ il percorso che attraversa Lombardia, Emilia Romagna e Liguria, presentato in Piazza Città di Lombardia, con la partecipazione dell’assessore regionale al Turismo, Marketing territoriale e Moda Barbara Mazzali e del team di esploratori che ha ideato l’evento, patrocinato dalla Regione.

La città di partenza è Milano, quella di arrivo Sestri Levante.Il percorso per intero è lungo 222 chilometri, divisi in 10 tappe. Prevede sia tratti di pianura, che di collina o montagna. Il Sentiero si snoda lungo le varie forme che l’acqua, simbolo di vita e natura, può assumere: i Navigli di Milano, il parco e riserva Mab-Unesco del fiume Ticino, il grande fiume Po, i fiumi dell’Appennino Tidone, della Val Trebbia, passando anche per la Val d’Aveto, le sorgenti del Monte Sacro Penna, ammirando cascate, impervie gole, torrenti carsici della Val Graveglia, per sfociare infine nel Mar Ligure. “Milano sarà la prima area metropolitana collegata al mare attraverso un sentiero escursionistico definito e collaudato”, ha dichiarato l’assessore al Turismo, Marketing territoriale e Moda, Barbara Mazzali. “Si tratta – ha proseguito – di un progetto che incontra le crescenti richieste di turismo sostenibile, outdoor, di grande valore ambientale e culturale. L’iniziativa segue una logica di riequilibrio territoriale, in un’alleanza tra città e montagna, volta a unire aree urbane, dove i cittadini hanno fame di natura, con aree interne, ricche di luoghi verdi ma con poche risorse e scarsa visibilità”.

“L’obiettivo – ha concluso l’assessore – è anche destagionalizzare il turismo: i camminatori del ‘Sentiero dei Celti e dei Liguri’ fanno trekking durante tutto l’anno, portando valore in angoli poco noti della nostra straordinaria Lombardia”. Il progetto ha il patrocinio di Regione Lombardia, del Consorzio Alte Valli, di AIGAE – Associazione Italiana Guide Ambientali ed Escursionistiche e di gran parte parte dei Comuni attraversati dal Sentiero. L’itinerario è adatto a tutte le età e a tutti i livelli di esperienza dell’escursionista: dal più competente a chi si avvicina per la prima volta al mondo dell’outdoor. Alcuni tratti di percorso sono impegnativi ma sono state studiate varianti più agevoli.

Dal 14 al 23 maggio avrà luogo il collaudo tecnico finale del percorso a cura degli esploratori del team del ‘Sentiero dei Celti e dei Liguri’. Da fine Maggio 2023, si potrà richiedere la propria credenziale di cammino sul sito www.sentierodeicelti.it, dove sarà possibile trovare anche tutte le informazioni relative alle tappe e alla strutture ricettive, oltre alla mappa GPX. Secondo l’ultimo rapporto di Terre di Mezzo, il 34% dei camminatori italiani viene dalla Lombardia: se a questi aggiungiamo Emilia-Romagna, Liguria, Emilia e Toscana, regioni che gravitano attorno a questo itinerario, la percentuale sale a ben il 64% e Milano è un punto di inizio facilmente raggiungibile con mezzi in modo sostenibile.

Endless Journey, Milano vista attraverso uno smartphone Motorola

Endless Journey, Milano vista attraverso uno smartphone MotorolaMilano, 12 mag. (askanews) – Il design come caratteristica peculiare di Milano nel mondo. Parte proprio da qui la mostra fotografica organizzata da Motorola in collaborazione con Tiziano Demuro e Sergio Raffaele, autori del progetto Under Milano. Da sempre brand attento al design, con i propri device, mix perfetto di bellezza estetica e performance, Motorola ha deciso di celebrare la edge 40 family con una mostra, valorizzando così il comparto fotografico di alta qualità che caratterizza la nuova gamma di smartphone, in grado di scattare fotografie in qualsiasi condizione di luce.

La protagonista della mostra è proprio la community del design che ha riempito Milano dal 17 al 23 aprile, dando vita alla mostra “Endless Journey. La bellezza è ovunque”, visitabile in Spazio Lenovo (Corso Matteotti 10, Milano) a partire da venerdì 12 maggio fino a domenica 28 maggio. Le fotografie che compongono il percorso di visita della mostra sono state scattate interamente con l’ultimo smartphone top di gamma del brand, motorola edge 40 pro, parte della edge 40 family.

La edge 40 family è composta da motorola edge 40 pro e motorola edge 40, due smartphone dalle caratteristiche uniche e dal design iconico. Motorola edge 40 pro, smartphone premium della edge 40 family, si distingue proprio per il suo design curvo “endless edge”, ma sono tante le caratteristiche che hanno reso questo prodotto il compagno perfetto per i fotografi, autori della mostra, come il sistema a tripla fotocamera ad alta risoluzione con un numero di pixel di messa a fuoco 32 volte superiore rispetto al PDAF tradizionale, per prestazioni più rapide e precise in qualsiasi condizione di luce. Motorola edge 40 è il secondo componente della famiglia, un device che vanta feature avanzate come il display curvo, il caricatore da 68W per una ricarica ultrarapida, una potente fotocamera da 50MP con ampia apertura focale f/1.4, la certificazione IP68 per la protezione all’immersione e a polvere e acqua, senza dimenticare un design elegante e curato nei minimi dettagli. A scattare le immagini sono stati Tiziano Demuro e Sergio Raffaele, i due fotografi autori del progetto Under Milano. Il loro luogo d’elezione per scattare è la metropolitana, capolavoro del design milanese: è lì che la loro estetica urbana si esprime al meglio. Under Milano sceglie, infatti, di rappresentare la registrazione dell’accadere, il dettaglio quasi trascurabile che esprime però – con una forza inaspettata – il passaggio delle vite di milioni di persone, intrecciandosi a quella dello spettatore. Un nuovo capitolo del progetto Under Milano è stato scritto con “Endless Journey. La bellezza è ovunque”. Attraverso 32 immagini scattate con il nuovo smartphone motorola edge 40 pro, la mostra racconta quella moltitudine di segni, gesti, dettagli e spazi che, nella vita d’ogni giorno, l’occhio non riesce a catturare.

“Motorola guarda da sempre con attenzione al mondo del design, e la nuova gamma edge 40 dimostra, tra le altre cose, il nostro impegno nel creare prodotti che uniscano la cura dei dettagli, la ricerca del bello e l’innovazione nei materiali.”, dichiara Giorgia Bulgarella, head of marketing di Motorola Italia. “edge 40 pro ed edge 40, oltre al design, si distinguono anche per un comparto foto di ultima generazione in grado di cogliere ogni sfumatura, come dimostra questa mostra realizzata interamente con edge 40 pro, grazie agli artisti di Under Milano”. “Da 5 anni Under Milano raccoglie dettagli, gesti, spazi della metropolitana milanese. Durante l’ultima Design Week abbiamo continuato la nostra ricerca sperimentando le possibilità del nuovo edge 40 pro.” sottolineano Tiziano Demuro e Sergio Raffaele di Under Milano. “Le stazioni, i vagoni, le scale mobili, i lunghi corridoi che collegano una linea a un’altra non sono solo luoghi di passaggio ma diventano teatro di piccole storie quotidiane che si consumano in assoluto silenzio e rivelano a uno sguardo più attento momenti di bellezza”.

Solitudine e condanna, da Ica a Milano Moccia e Hazara

Solitudine e condanna, da Ica a Milano Moccia e HazaraMilano, 11 mag. (askanews) – Due mostre che esplorano i temi della solitudine e della condanna, istanze potenti che stanno al centro delle nostre vite. Sono progetti artistici presentati in Fondazione Ica a Milano, spazio di ricerca contemporanea che indaga con sguardo laterale e interessante al sistema dell’arte.

Rebecca Moccia, una delle più brillanti interpreti della scena italiana, ha portato qui il suo “Ministry of Loneliness”, progetto a cura di Chiara Nuzzi, che esplora la tematica della solitudine e la sua politicizzazione a partire dall’esperienza collettiva di isolamento sperimentata nel corso della pandemia globale del 2020. Punto centrale del ragionamento dell’artista l’esistenza, in diversi Paesi, di veri e propri ministeri della Solitudine, che in qualche modo appaiono una profezia che si autoavvera. “Qui a Fondazione Ica – ha detto Rebecca Moccia ad askanews – ho ricostruito in maniera metaforica questo Office for Policy on Loneliness and Isolation che ho visitato nel parlamento giapponese, perché anche in Giappone hanno un vero e proprio ministero della solitudine, e in questo display espositivo ho poi inserito i lavori che ho fatto in questo periodo”. Lo sguardo di Moccia tocca le strutture politiche e sociali che modellano lo stato emotivo della solitudine e la percezione che ne deriva, che come un’ombra invisibile attraversa tutte le società occidentali.

Francesca Recchia ha invece curato la mostra “Condemnation”, dell’artista afghano Aziz Hazara, che ha provato a raccontare i decenni di guerra che l’Afghanistan ha attraversato, scardinando le narrazioni stereotipate che ne sono spesso scaturite. “Il titolo Condemnation – ci ha detto l’artista – viene dal modo in cui la parola condanna è stata usata da diversi politici in diversi momenti dell’intervento americano in Afghanistan. Queste dichiarazioni di condanna sono legate a episodi di attacchi suicidi”. In mostra il percorso espositivo con sei opere di Hazara costruisce una esperienza multimediale, che prova a tratteggiare la complessa relazione tra religione, società e politica nella vita quotidiana degli afghani.

Musica che diventa fotografia, Alberto Nacci all’ADI di Milano

Musica che diventa fotografia, Alberto Nacci all’ADI di MilanoMilano, 5 mag. (askanews) – Il suono e la voce che diventano fotografia. L’immateriale che si fa visuale e prova a unire mondi e discipline diverse. L’ADI Design Museum di Milano ospita la mostra “Frames” di Alberto Nacci, musicista, regista e fotografo bergamasco, che esplora terreni di confine tra le arti. Partendo dai suoi film dedicati ai musicisti, da quali ha ricavato dei fermo immagine che ora vengono esposti come opere a sé stanti.

“Questo progetto – ha detto Nacci ad askanews – nasce dall’idea di raccontare la relazione profonda che c’è tra il gesto del musicista e il suo strumento musicale. Ciascuna inquadratura e ogni piano luce è pensati perché ogni frame possa essere stampato, possa avere una sua autonomia espressiva e quindi essere proposto come un’opera d’arte”. Lo spazio sotterraneo dell’ADI Museum diventa una sorta di cassa di risonanza visiva per il lavoro di Nacci, che offre una nuova prospettiva sul tema della rappresentazione della musica e sulla sua possibile interpretazione. “Per me – ha aggiunto l’artista – la musica è il respiro delle mie immagini”.

Un respiro che diventa fotografia, che si colloca comunque su un territorio di confine, quasi astratto, come se lo stesso oggetto d’arte si pensasse in una forma meno esplicita, più sfumata. “Questa dimensione materica è interessante – ha concluso Nacci – ma proviene da una visione della musica attraverso la gestione della luce. L’immaterialità del suono e della luce diventano concrete nella stampa delle opere che proponiamo in questa mostra”. L’esposizione è aperta al pubblico, che può anche ascoltare le registrazioni dei musicisti in uno spazio dedicato, fino al 3 giugno.