Vino, piano della Commissione contro surplus, calo consumi e cambio climaBruxelles, 28 mar. (askanews) – La Commissione europea ha presentato una proposta legislativa che modifica tre regolamenti riguardanti il settore vitivinicolo dell’Ue, con nuove misure nel quadro della Politica agricola comune (Pac) volte a garantire la competitività e la vitalità di questo settore nei prossimi anni, di fronte a tre diverse sfide che deve affrontare: le nuove tendenze che si stanno affermando tra i consumatori, con un calo della domanda di vino che va avanti ormai da cinque anni, i cambiamenti climatici, e le incertezze del mercato, già presenti negli anni scorsi ma che sono diventate ora particolarmente preoccupanti dopo l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca e le minacce di una guerra dei dazi.
Per affrontare queste sfide, nel luglio 2024 era stato istituito il Gruppo di alto livello sulla politica vinicola, con il compito di individuare le esigenze del settore e proporre soluzioni insieme agli attori del mercato e agli Stati membri. Alle riunioni del gruppo di alto livello, cominciate nel settembre scorso, hanno partecipato tutti i 27 direttori generali dei ministeri nazionali dell’agricoltura, e sulla base delle analisi economiche effettuate si è arrivati alle raccomandazioni politiche che sono state sostenute, col consenso di tutti, nel dicembre dell’anno scorso. A febbraio, il Commissario Ue all’Agricoltura, Christophe Hansen, aveva annunciato al Parlamento europeo la proposta che è stata presentata oggi, e che è stata progettata proprio per tradurre le più urgenti raccomandazioni del Gruppo di alto livello in azioni legislative concrete, che riguardano: 1) una maggiore flessibilità per le misure contro le eccedenze e 2) per quelle che regolano l’impianto o il reimpianto dei vigneti; 3) un sostegno maggiore per l’adattamento al cambiamento climatico e la mitigazione dei suoi effetti; 4) norme più chiare e più articolate per il marketing e le denominazioni dei prodotti innovativi, dei vini aromatizzati e di quelli a gradazione alcolica ridotta o nulla; 5) norme armonizzate a livello Ue per l’etichettatura digitale tramite QR code, che contiene le informazioni nutrizionali e sugli ingredienti; 6) un’estensione da tre a cinque anni delle misure di promozione dell’enoturismo, con la possibilità di beneficiare del sostegno estesa ai consorzi di tutela dei vini; 7) un’estensione, anche qui da tre a cinque anni, delle campagne promozionali dei vini europei nei Paesi terzi finanziate dall’Ue.
‘Il settore vitivinicolo dell’Ue è una pietra angolare del tessuto culturale ed economico europeo. Rappresentando il 60% della produzione mondiale e il 60% del valore del vino esportato nel mondo, il settore svolge un ruolo fondamentale nelle economie rurali ed è strettamente legato alle tradizioni, alla gastronomia e al turismo europei’, sottolinea una nota della Commissione, e aggiunge: ‘Mentre la politica vinicola dell’Ue ha avuto molto successo nel proteggere le qualità e promuovere i vini europei, i cambiamenti demografici e nei modelli di consumo in corso, le sfide climatiche e le incertezze del mercato stanno mettendo a dura prova il settore’. Fonti della Commissione hanno spiegato ieri che ‘nelle analisi che sono state fatte nei mesi scorsi, si evidenziavano chiaramente dei fattori importanti che stavano inficiando il settore vitivinicolo: in particolare una riduzione dei consumi che si è accelerata a partire dal periodo post-Covid, un cambiamento dei comportamenti dei consumatori, e l’impatto del cambiamento climatico sulla produzione che fa sì che le produzioni annuali sono fluttuanti molto più che un tempo. Inoltre, c’è anche una certa difficoltà di esportazioni sui mercati principali nei Paesi terzi, e questo quando ancora non si paventavano i dazi che si stanno concretizzando oggi’.
‘La crisi in cui siamo – hanno puntualizzato le fonti – è diversa dal passato, è un misto tra fattori congiunturali e fattori strutturali, che continuano nel lungo periodo. E in più è molto frammentata, perché ha un impatto diverso da regione a regione e nei diversi segmenti produttivi: in alcune regioni possiamo vedere che il settore vitivinicolo tiene ancora bene, mentre in altre la crisi è molto profonda’. Ecco, di seguito, che cosa comportano in concreto le proposte della Commissione, che ora dovranno essere esaminate e approvate dai co-legislatori, il Parlamento europeo e il Consiglio Ue.
1) Adattamento del regime di autorizzazioni Le proposte prevedono innanzitutto più flessibilità nell’uso, da parte degli Stati membri, delle misure volte a prevenire i surplus di produzione e stabilizzare il mercato. Viene data agli Stati membri la possibilità di limitare, e perfino di bloccare del tutto, l’attribuzione di autorizzazioni per nuovi impianti, sia a livello nazionale, sia regione per regione. Uno Stato membro può constatare che in alcune regioni il mercato è più promettente, e quindi lasciare le autorizzazioni esistenti o anche attribuire nuove autorizzazioni, bloccandole invece totalmente in altre regioni. Inoltre, ci sarà una procedura accelerata nel caso in cui gli Stati membri fossero interessati ad applicare la ‘vendemmia verde’ (la rimozione di tutte le uve da un vigneto prima della maturazione), oppure l’estirpazione di vigneti in determinate aree che soffrono di un eccesso di produzione. Entrambe le misure sarebbero finanziate con fondi nazionali e approvate dalla Commissione con procedure d’urgenza. 2) Più flessibilità per il reimpianto Per quanto riguarda le autorizzazioni di reimpianto, la proposta estende la durata delle autorizzazioni da tre a otto anni, e sospende anche le sanzioni penali per coloro che non le utilizzeranno. ‘In questo modo si vuole dare più possibilità ai produttori per valutare meglio quanto e cosa piantare in funzione dell’evoluzione di mercato. Chi è incerto, invece di piantare subito per paura di perdere l’autorizzazione o di incorrere in penali, avrà più tempo a disposizione per decidere, conservando ancora l’autorizzazione per lungo tempo. Questo non è il caso invece per le autorizzazioni dei nuovi impianti, che aumentano la superficie a vigneto: in questo caso, la proposta mantiene ancora la durata di tre anni, e la sanzione in caso di non utilizzo’ da parte dei beneficiari, hanno spiegato le fonti. 3) Sostegno contro il cambio climatico Gli Stati membri potranno aumentare l’assistenza finanziaria dell’Ue fino all’80% dei costi di investimento ammissibili per misure volte alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici; quindi, uno strumento aggiuntivo a disposizione per coloro che effettivamente vogliono e hanno necessità di fare degli investimenti per cercare di ridurre il rischio dei cambiamenti climatici. 4) Nuove regole di marketing e nuove denominazioni per vini dealcolati o a bassa gradazione La riduzione dei consumi a lungo termine, acceleratasi negli ultimi anni, e il cambiamento del comportamento dei consumatori necessitano un adeguamento dell’offerta, con prodotti più innovativi, che rispondono di più a queste nuove tendenze. Una delle misure previste è l’aumento del tasso di sostegno Ue per misure di innovazione, che viene portato anche qui all’80% dell’investimento. Un altro pacchetto di misure che questa proposta contiene è relativo ai vini dealcolati. ‘La riforma del 2021 li aveva introdotti come parte della categoria vini, ma quelle regole, stabilite soprattutto per gli spumanti, che sono i vini dealcolati più richiesti dai consumatori, si sono dimostrate eccessivamente rigide. Le modifiche proposte facilitano la produzione di questi spumanti dealcolati e in più anche dei vini aromatizzati, che hanno anch’essi un tasso di sviluppo notevole perché rispondono alla richiesta dei consumatori’, hanno spiegato ancora le fonti della Commissione, precisando che la proposta mira a definire delle denominazioni comuni in tutta Europa per i vini di questa categoria, ‘con nomi che siano più attraenti e più familiari ai consumatori’. Invece di vini ‘totalmente dealcolati’ o ‘parzialmente dealcolati’, come prevede l’attuale legislazione europea, l’idea è quella di usare denominazioni come ‘vini senza alcol’ o ‘zero zero’ se l’alcol è inferiore allo 0,05%, ‘vini a bassa gradazione’ o ‘light’ se invece la gradazione alcolica supera lo 0,5%, ma resta comunque sotto il 30% del livello minimo previsto per quella categoria di vini. Questo vale anche per i vini aromatizzati, che con le norme attuali non possono essere dealcolati. 5) Etichettatura, QR code armonizzato a livello Ue Ci sono stati negli anni scorsi, soprattutto in Italia, molti articoli sull’etichettatura elettronica, il cosiddetto ‘QR code’ per i vini, che contiene le informazioni nutrizionali e sugli ingredienti, destinate ai consumatori. In alcuni paesi, ad esempio, sull’etichetta accanto al QR code doveva esserci la scritta ‘ingredienti’, in altri ‘informazioni nutrizionali’, in altri entrambe. Ora sarà la Commissione a decidere i dettagli dell’etichettatura per i vini, con un ‘atto delegato’ (decisioni esecutive che possono essere bloccate solo dalla maggioranza qualificata degli Stati membri), in modo armonizzato per tutta l’Ue, per eliminare i costi inevitabili per le imprese di norme diverse nei diversi Stati membri. 6) Potenziamento dell’enoturismo Il ‘turismo del vino’, o enoturismo, è un motore di promozione e consumo del vino che si sta espandendo sempre di più, con una immagine di marketing positiva, integrata con la gastronomia, il paesaggio e il territorio locali. Delle misure per promuovere l’enoturismo già esistono, ma non sono molto utilizzate perché oggi i beneficiari sono solo le organizzazioni interprofessionali. Con la nuova proposta della Commissione, anche i consorzi di tutela, che gestiscono i vini protetti da indicazioni geografiche e svolgono un ruolo primario nel mercato e sono perfettamente integrati nel territorio, riceveranno assistenza per sviluppare l’enoturismo, contribuendo a stimolare lo sviluppo economico nelle aree rurali. 7) Promozione dei vini europei nei Paesi terzi La durata delle campagne promozionali finanziate dall’Ue per consolidare la presenza dei vini europei nei mercati nei paesi terzi sarà estesa da 3 a 5 anni. Le misure di promozione in paesi terzi che già esistono si sono dimostrate troppo brevi per molti operatori, che non sono riusciti a consolidare i loro mercati nei paesi extra Ue. Di qui la richiesta, accolta dalla Commissione, di prevedere un allungamento dei tempi. ‘Il Commissario Hansen è ben cosciente che l’Unione europea non si può permettere di perdere parti di questo settore così strategico per il sostentamento di tante zone rurali’, hanno riferito ancora le fonti comunitarie. La proposta, hanno concluso, verrà ora inviata al Parlamento europeo e al Consiglio Ue, ‘e dato il grande supporto che c’è stato, sia nel Gruppo di alto livello che da parte del Parlamento, si spera che ci sarà una rapida approvazione’.