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Al via il primo sistema di tracciabilità della filiera del riso

Al via il primo sistema di tracciabilità della filiera del risoRoma, 7 mag. (askanews) – Un sistema di tracciabilità del ris grazie alla stampa di QR Code dinamici che conferiscono un’identità digitale unica a ogni confezione di prodotto. Il progetto, il primo in Italia di tracciabilità della filiera italiana del riso, dal campo al consumatore finale, è targato Antares Vision Group, multinazionale italiana leader nella tracciabilità e nel controllo qualità. Antares Vision Group ha sviluppato la tecnologia hardware e software per il progetto dopo essere stato selezionato come partner tecnologico da BF S.p.A., il più importante gruppo agro-industriale italiano, per l’iniziativa “Filiera Trasparente”.


Ogni pacco di riso del brand “Le Stagioni d’Italia” sarà, quindi, dotato di un QR Code in etichetta che permette ai consumatori di seguire il ciclo di vita del prodotto attraverso il sistema di tracciabilità. Si tratta del primo progetto di questo tipo, realizzato in collaborazione con RurAll, società partecipata da Antares Vision Group, il Gruppo BF, Bluarancio (Coldiretti) e SDF Group, con l’obiettivo di favorire la transizione ecologica e digitale del settore agroalimentare, attraverso un ecosistema tecnologico di raccolta ed elaborazione dei dati provenienti dalla filiera agroalimentare. Saranno quindi tracciabili tutte le informazioni relative alla filiera, a partire dal poligono di coltivazione e passando poi per ogni fase di trasformazione e lavorazione, sino alla creazione di un’identità digitale unica attraverso la stampa di un QR Code applicato su ogni singola confezione di prodotto.


Il QR Code è univoco, consente cioè di identificare e tracciare ogni specifico pacco di riso, ed è anche dinamico, cioè permette al consumatore di avere visibilità della filiera sino al singolo appezzamento di terreno dell’agricoltore che ha fornito il riso. Grazie alla geolocalizzazione, il consumatore finale che scansiona il QR Code riceverà come promozioni attive in una determinata area geografica, ricette personalizzate o dati relativi a sostenibilità e qualità, come garanzia della trasparenza della filiera.

Mascarino: servono norme che favoriscano sviluppo agroalimentare

Mascarino: servono norme che favoriscano sviluppo agroalimentareMilano, 7 mag. (askanews) – “Gli imprenditori italiani non hanno paura delle sfide di mercato, conoscono bene i consumatori, fanno prodotti straordinari e sanno di poter vincere sui mercati di tutto il mondo. Le vere sfide sono quelle regolatorie, i regolamenti e le leggi che i governi mettono e che molto spesso danneggiano il settore agroalimentare. Cercheremo l’aiuto del governo italiano e delle istituzioni europee proprio per agevolare con le loro norme lo sviluppo del settore agroalimentare”. Lo ha detto il presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino, al convegno “Dinamiche competitive internazionali nel settore agroalimentare” organizzato al Cibus di Parma.


“Il settore alimentare è la prima industria del Paese – ha detto – quest’anno ha raggiunto un risultato record quasi 200 miliardi di fatturato, 53 di export, in dieci anni ha raddoppiato l’export. Risultati davvero straordinari e soprattutto confermano la grande fiducia della popolazione verso l’industria alimentare che nove italiani su 10 considerano società di cui avere fiducia per quello che fanno per il Paese”.

Al via campagna Efsa Safe2Eat per scelte alimentari consapevoli

Al via campagna Efsa Safe2Eat per scelte alimentari consapevoliRoma, 7 mag. (askanews) – Sulla scia del successo ottenuto nei tre anni precedenti, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e i suoi partner negli Stati membri dell’UE hanno avviato la campagna Safe2Eat 2024. Precedentemente nota come #EUChooseSafeFood, la campagna torna ora con un nuovo nome e un rinnovato impegno al fine di sensibilizzare i cittadini europei alle questioni di sicurezza alimentare.


Quest’anno la campagna amplia il suo campo d’azione coinvolgendo 18 paesi, che uniscono le forze per aiutare i consumatori a prendere decisioni informate sui loro alimenti. Tra i paesi partecipanti dell’edizione 2024 figurano Romania, Cechia, Ungheria, Grecia, Estonia, Croazia, Italia, Lettonia, Cipro, Slovenia, Spagna, Lussemburgo, Slovacchia, Austria, Polonia, Portogallo, Irlanda e Macedonia del Nord. Da una ricerca condotta dall’Efsa nel 2023, in collaborazione con Ipsos, è emerso che quasi il 70% degli europei manifesta un interesse nell’ambito della sicurezza alimentare. Tuttavia circa il 60% ritiene che le informazioni relative alla sicurezza alimentare siano troppo tecniche e difficili da capire. Per questo motivo la nuova edizione della campagna mira a comunicare i fondamenti scientifici alla base dei nostri alimenti in modo chiaro, accurato ma rassicurante e comprensibile. L’obiettivo è di consentire ai cittadini di prendere decisioni informate sul loro consumo alimentare, garantendo sicurezza e salute nelle loro scelte quotidiane.


Con il motto #Safe2EatEU, la campagna continua a incentrare i suoi sforzi sull’educazione dei cittadini in relazione a vari aspetti della sicurezza alimentare, tra cui le malattie di origine alimentare, le tecniche corrette di preparazione del cibo, l’importanza di leggere le etichette alimentari e la promozione di pratiche di riduzione dello spreco alimentare. La campagna evidenzia inoltre l’importanza di una dieta equilibrata, la sicurezza degli integratori alimentari e la necessità di indicazioni sulla salute dei prodotti alimentari scientificamente comprovate. Cerca inoltre di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla sicurezza degli additivi alimentari e dei nuovi alimenti, nonché sulla presenza di allergeni alimentari.

Mascarino: nuova Ue non penalizzi ma aiuti industria a crescere

Mascarino: nuova Ue non penalizzi ma aiuti industria a crescereMilano, 7 mag. (askanews) – “Quello che chiediamo alla prossima legislatura è agevolare e aiutare l’industria a crescere perchè dovremo competere in un mondo multi-polare dovuto a quello che sta accedendo. E’ molto importante che i nuovi regolamenti europei agevolino piuttosto che svantaggiarla”. A dirlo a margine dell’assemblea pubblica di Federalimentare, in corso a Cibus a Parma, il presidente Paolo Mascarino.


“L’Europa ha imposto regole nella passata legislatura che non hanno agevolato l’industria alimentare – ha detto – come le regole sul packaging, introducendo l’obbligo del riuso in Italia che è leader mondiale sul riciclo, alcune regole sulla deforestazione che rendono difficile l’importazione di alcuni prodotti come il caffè e il cacao da Paesi del Terzo Mondo, regolamentazioni che non hanno aiutato l’industria alimentare europea

Cia: bene Dl Agricoltura, ma manca registro telematico cereali

Cia: bene Dl Agricoltura, ma manca registro telematico cerealiRoma, 7 mag. (askanews) – Un decreto che risponde alle emergenze più impellenti del settore agricolo, con misure attese e sollecitate più volte dalla Confederazione, come la moratoria sui mutui, gli aiuti alle filiere in sofferenza, il rafforzamento delle pratiche sleali. Manca però Granaio Italia, su cui non sono accettabili ulteriori rinvii e, quindi, urge lavorare in Parlamento per la sua reintroduzione. Così il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, commenta il Dl Agricoltura, all’indomani della presentazione in conferenza stampa a Palazzo Chigi.


“In attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale – spiega Fini – possiamo già dire che, con il decreto, cominciamo ad avere le prime risposte concrete alle esigenze dell’agricoltura. Oltre al sostegno al credito delle aziende con la moratoria, sono molto importanti le risorse aggiuntive per kiwi e cereali, i ristori per flavescenza e peronospora, la spinta annunciata sugli abbattimenti dei cinghiali, anche con l’esercito, per far fronte alla PSA e l’avvio, finalmente, di una regolamentazione del fotovoltaico a terra, che non intralci o impedisca le coltivazioni agricole”. Positiva, in particolare, la norma sulle pratiche sleali che prevede di fissare un costo medio di produzione per ogni singolo prodotto agricolo, con la certificazione di Ismea, “che va nella direzione della proposta lanciata da Cia nel suo Piano nazionale per l’agricoltura, e dove si possono fare ulteriori miglioramenti per arrivare a prezzi davvero equi – aggiunge Fini -. Resta lo stupore per la proroga inaspettata del Registro telematico per il grano, strumento fondamentale per riportare trasparenza sui mercati, per il quale serve trovare una soluzione al più presto”.

D’Eramo (Masaf): 12 milioni per progetti di filiere biologiche

D’Eramo (Masaf): 12 milioni per progetti di filiere biologicheRoma, 7 mag. (askanews) – E’ stato pubblicato, sul portale del Masaf, l’Avviso per la selezione di proposte progettuali da parte di Filiere biologiche per favorire forme di produzione agricola a ridotto impatto ambientale e per la promozione di filiere e distretti di agricoltura biologica. Lo rende noto il sottosegretario al ministero dell’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Luigi D’Eramo, che ha la delega al settore, che annuncia uno stanziamento complessivo che ammonta a 12 milioni di euro.


“Continuiamo con azioni concrete a sostenere lo sviluppo di un settore strategico e a fornire ai produttori strumenti per promuovere la transizione ecologica del comparto agroalimentare e per realizzare una sostenibilità sia ambientale che economica e sociale”, spiega il sottosegretario. “Ogni singolo progetto presentato – continua D’Eramo – dovrà avere un importo non inferiore a 300mila euro e non superiore a 500 mila euro, e dovrà essere realizzato entro 24 mesi dalla comunicazione della sua approvazione”. I progetti dovranno avere carattere nazionale, ovvero gli interventi dovranno essere distribuiti sul territorio di cinque o più regioni e/o province autonome.


Tra gli interventi ammissibili ci sono iniziative per lo scambio di conoscenze e per azioni sulla produzione bio; iniziative per servizi di consulenza volte a supportare le aziende e i giovani agricoltori; iniziative per misure promozionali quali concorsi, fiere ed esposizioni a favore dei prodotti agricoli biologici. Le domande per accedere alle agevolazioni dovranno essere inviate al Masaf tramite Pec a partire dalle 12 del 3 giugno 2024 e fino alle 12 del 17 giugno 2024.

Pomodoro Pachino porta i profumi di Sicilia al Macfrut di Rimini

Pomodoro Pachino porta i profumi di Sicilia al Macfrut di RiminiRoma, 7 mag. (askanews) – IL Consorzio di Tutela del Pomodoro di Pachino IGP torna al Macfrut di Rimini con un grande stand, nel quale nei tre giorni di fiera si alterneranno momenti di riflessione sulle tematiche legate alla filiera a momenti di intrattenimento, con cooking show incentrati sull’oro rosso di Sicilia. L’8 maggio, giorno inaugurale del Macfrut, è previsto un incontro dal titolo “Il Pomodoro di Pachino IGP tra tradizione e innovazione”, al quale parteciperanno rappresentanti istituzionali, esperti del settore e partner del Consorzio. Il 9 maggio, inoltre, alcune Lady Chef della Federazione Italiana Cuochi, si avvicenderanno nella preparazione a mano dei formati di pasta classici della tradizione isolana.


“Quest’anno – spiega il presidente del Consorzio Sebastiano Fortunato – abbiamo voluto arricchire il format introdotto lo scorso anno con una novità assoluta: il Pachino Party. Nei giorni 8 e 9 maggio, infatti, dalle 18 alle 20, i nostri ospiti potranno gustare cocktail e piatti ricchi di gusto a base di pomodoro di Pachino IGP e ingredienti tipici siciliani”. Lo stand ospiterà anche 11 partner del Consorzio, ognuno con la propria postazione personalizzata: Harmoniz Seed Italy Srl, Vilmorin, Casa Verde Italia, Raggio Verde, United Genetics Srl, Metalmeccanica Luciano Srl, Europack Srl, Agrisementi Srl, Sata Srl, Pulisystem, Gi.St.El Plast Srl. L’iniziativa è co-finanziata dalla Regione Sicilia.

Da Mediterranea progetto su accordo filiera pomodoro da industria

Da Mediterranea progetto su accordo filiera pomodoro da industriaRoma, 7 mag. (askanews) – Un accordo di filiera sul pomodoro da industria. E’ il primo progetto di Mediterranea, l’associazione nata a gennaio scorso da un accordo tra Confagricoltura e Unione Italiana Food. Il progetto è stato presentato oggi a Parma, in occasione del Cibus, alla presenza del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida e del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.


Rafforzare le filiere e la loro efficienza dal campo alla tavola, la sostenibilità delle produzioni ed efficientare la rete logistica e dei sistemi di stoccaggio, sono infatti tra gli obiettivi dichiarati di Mediterranea e questo primo progetto va esattamente in questa direzione. L’iniziativa affonda le radici sul successo del “Protocollo d’intesa grano duro-pasta”, con l’obiettivo di estendere il modello ad altre filiere rappresentate da Unione Italiana Food e Confagricoltura fra cui, appunto, quello del pomodoro. Il partner tecnico sarà Value Groovers, spin off dell’Università della Tuscia di cui è presidente Emanuele Blasi che seguirà la prima progettualità di filiera promossa da Mediterranea, facendo tesoro dell’esperienza del Protocollo e dell’innovativo modello FRUCLASS testato nell’ambito della filiera grano duro-pasta.


L’Italia, con oltre 5 milioni di tonnellate è il terzo produttore mondiale di pomodoro da industria, dopo California e Cina. Seguono la Turchia, con circa la metà della produzione italiana, e la Spagna, che ha una produzione sostanzialmente equivalente. I “top five producer” di pomodoro da industria rappresentano quasi il 70% della produzione mondiale. In Italia si sono coltivati nel 2023 oltre 68mila ettari, per il 57% nel Nord Italia e per il 43% nel Centro-Sud. Le superfici sono in aumento, mentre la produzione è in flessione (-1,3%) sostanzialmente per motivi climatici.


Tra gli obiettivi del progetto di Mediterranea, l’individuazione di modelli organizzativi, tecnologici ed industriali a supporto di una garanzia qualitativa, nutrizionale e geografica dei prodotti a base di pomodori da industria. Per Massimiliano Giansanti, presidente di Mediterranea, “con Mediterranea intendiamo strutturare le filiere agroalimentari italiane in modo che diventino sempre più competitive sui mercati. Attraverso accordi e certificazioni a favore della tracciabilità e della sostenibilità, Confagricoltura e Unionfood insieme si impegnano a incrementare le produzioni e sviluppare accordi con soggetti terzi per sostenere l’alta qualità dell’export agroalimentare italiano”.


Per Paolo Barilla, vicepresidente di Mediterranea, “la ricchezza, la varietà e la natura dei prodotti rappresentati da Unione Italiana Food sono complementari alla dieta mediterranea nel suo complesso. Per questo, insieme a Confagricoltura, abbiamo costruito una struttura per la promozione e valorizzazione delle filiere mediterranee e dei prodotti italiani di eccellente qualità che in quel paniere si collocano, in una logica di integrazione di filiera e tra più filiere, ben rappresentate da entrambi i soci fondatori.”

Lollobrigida: bene formaggi in ristoranti, smentite chiacchiere su obbligo

Lollobrigida: bene formaggi in ristoranti, smentite chiacchiere su obbligoMilano, 7 mag. (askanews) – “Per me il protocollo di oggi è importante per due cose: ovviamente smentire tutte le chiacchiere che giravano sull’obbligatorietà nei menù e sostenere invece che il governo aveva sollecitato le due associazioni che oggi hanno sottoscritto il protocollo, Afidop che rappresenta il mondo della produzione dei formaggi e l’associazione più rappresentativa della ristorazione”. A dirlo il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che a Cibus ha preso parte alla firma del protocollo tra Afidop e Fipe – Confcommercio che prevede la realizzazione di linee guida per valorizzare i formaggi nel fuori casa. “Non c’è bisogno dell’obbligatorietà – ha rimarcato – uno Stato che rende obbligatorio spesso è oppressivo, lo Stato deve sollecitare alcune iniziative di sistema, mettere insieme legittimi interessi per permettere alla propria nazione di crescere”.


Lollobrigida ha fatto presente che “Più cresce il prezzo del formaggio e più la filiera cresce grazie alla ristorazione italiana che si è messa a disposizione e grazie ai nostri impenditori che ci garantiscno qualità noi avremo nei menù i formaggi italiani”.

Afidop-Fipe: linee guida per valorizzare formaggi Dop e Igp nei ristoranti

Afidop-Fipe: linee guida per valorizzare formaggi Dop e Igp nei ristorantiParma, 7 mag. (askanews) – Arrivano un vademecum per la corretta valorizzazione nei ristoranti dei formaggi italiani certificati. L’Associazione formaggi italiani Dop e Igp (Afidop) e la Fipe – Confcommercio, la Federazione italiana pubblici esercizi, hanno siglato un protocollo d’intesa e lanciato le prime linee guida destinate alla ristorazione per garantire una maggiore tutela e valorizzazione dei prodotti caseari certificati nel fuori casa. I prodotti caseari certificati sono i primi per valore nel comparto delle Dop alimentari con 8,6 miliardi di euro di valore al consumo, mentre per la ristorazione i consumi ammontano a 92 miliardi di euro.


La presentazione delle linee guida è avvenuta nell’ambito di Cibus, la fiera dell’alimentare italiano a Parma fino al 10 maggio, alla presenza del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che nelle scorse settimane si era espresso sulla necessità di promuovere i formaggi italiani sulle tavole dei ristoranti. Oggi, secondo uno studio GriffeShield per Afidop, i formaggi Dop sono di casa in un ristorante italiano su quattro, ma solo uno su 10 li valorizza, riportandone la corretta denominazione nel menu. Le nuove linee guida hanno l’obiettivo di contrastare questa tendenza: il vademecum pensato per i ristoratori riporta per ognuno dei 21 formaggi attualmente certificati (e altri ne potrebbero arrivare in futuro, in totale sono 55 i formaggi Dop e Igp) la corretta denominazione nei menu, la descrizione delle loro caratteristiche e le indicazioni sulle modalità di conservazione. Inoltre saranno presenti consigli sulla mise en place e sul mantenimento delle proprietà organolettiche.


Uno strumento utile per la ristorazione italiana, che attraverso l’esperienza degli addetti ai lavori punta a educare correttamente il consumatore, in Italia, ma anche all’estero, dove i formaggi sono il prodotto italiano più utilizzato nei ristoranti (94,7%) dopo il vino per la preparazione dei piatti della cucina italiana (seguono poi a pari merito olio e pasta e infine i salumi). Il protocollo siglato a Cibus punta anche a contrastare l’italian sounding, che genera un giro d’affari stimato in oltre 90 miliardi di euro (dati Ismea-MASAF). I formaggi certificati sono, da sempre, tra le vittime preferite di questo fenomeno, che tocca anche il fuori casa. Secondo le stime Fipe, nel mondo esistono circa 600mila ristoranti che si autodefiniscono italiani. Di questi soltanto 2.218 lo sono davvero. “Grazie alla sinergia Afidop-Fipe e alle linee guida sviluppate, sarà possibile sensibilizzare i professionisti del settore, ristoratori e chef, sull’importanza di scegliere e utilizzare i formaggi Dop e Igp – ha detto il presidente di Afidop, Antonio Auricchio – di seguire precise modalità di conservazione per permettere ai consumatori di gustarli al meglio e di valorizzarli correttamente all’interno dei menu, contrastando così anche il problema della contraffazione e permettendo a questi autentici ambasciatori della tradizione casearia italiana di essere legittimamente riconosciuti. Valorizzare i formaggi Dop e Igp nella ristorazione significa garantire ai consumatori la possibilità di apprezzare anche fuori casa prodotti unici e di alta qualità, frutto di secolari tradizioni”. “Valorizzare le produzioni certificate nei menù permette a un comparto così importante dell’economia di promuovere e diffondere una cultura in grado di esaltare l’unicità e l’altissima qualità del patrimonio agroalimentare italiano – ha aggiunto Aldo Mario Cursano, vice presidente vicario Fipe-Confcommercio – Con le linee guida non solo daremo ai titolari di pubblici esercizi gli strumenti idonei per dotarsi di prodotti di alta qualità, ma anche ai consumatori la certezza di consumare cibo eccellente e di provenienza certificata”.


Dopo la crisi pandemica, i consumi fuori casa hanno ripreso a crescere (+7% a valore nel 2023), con la ristorazione tornata sopra i livelli pre-Covid (+3,9%). Anche i 55 formaggi a denominazione Dop e Igp italiani, a fronte di 590mila tonnellate prodotte nel 2023, hanno raggiunto un fatturato alla produzione che supera i 5 miliardi di euro, pari a quasi un terzo del valore totale alla produzione dei prodotti lattiero-caseari italiani. Sul fronte export i formaggi Dop-Igp rappresentano ormai stabilmente quasi il 60% del fatturato export dei formaggi nazionali, per un valore stimato che sfiora i 3 miliardi di euro (+11%). E il 2024 si apre con dati in crescita: a gennaio sono soprattutto Grana Padano e Parmigiano Reggiano (+25% in volume) a fare da traino; bene anche il Gorgonzola (+7%), il Pecorino Romano (+4%), i duri DOP grattugiati (+16%).