Torna a Grottaglie ‘Orecchiette nelle ‘nchiosce’ il 6-7 agostoRoma, 9 lug. (askanews) – Torna a Grottaglie, nel cuore del Tarantino, “Orecchiette nelle ‘nchiosce – on the road”, l’evento culinario straordinario che si terrà il 6 e 7 agosto 2024 giunto alla sua decima edizione.
Con i suoi vicoli bianchi, chiamati ‘nchiosce, e le dimore storiche del centro, la città delle ceramiche pugliese si trasformerà in un percorso gastronomico che celebra la ricca tradizione culinaria pugliese e le sue più recenti rivisitazioni. Undici chef prenderanno parte a questa kermesse enogastronomica, offrendo agli ospiti una varietà di prelibate ricette che interpretano la regina delle tavole pugliesi: l’orecchietta.
Le cantine e i birrifici artigianali locali esalteranno ulteriormente l’esperienza culinaria, e due laboratori permetteranno ai partecipanti di imparare a preparare manualmente le orecchiette. In uno di questi laboratori ci sarà Nunzia Caputo, pastaia a Bari vecchia, famosa per le sue ‘inimitabili’ orecchiette fatte in casa.
Cia: in decreto min. Salute cannabidiolo tra medicine stupefacentiRoma, 9 lug. (askanews) – Nuovo provvedimento “che mortifica gli agricoltori che in questi anni hanno investito soldi e lavoro nella filiera della canapa industriale”. Lo dice Cia-Agricoltori Italiani, spiegando che un decreto del ministero della Salute ha inserito il cannabidiolo (CBD) a uso orale nella tabella dei medicinali stupefacenti, d’improvviso e senza prevedere alcun confronto con gli operatori del settore.
“Non si tratta solo di una misura discutibile dal punto di vista legale, sanitario, scientifico – commenta Cia in una nota – ma di un intervento che può complicare ancora di più la tenuta di una filiera già duramente provata dai pregiudizi. Lo dimostra la discussione in atto in Parlamento sull’emendamento al Ddl Sicurezza che intende vietare la coltivazione, la lavorazione e la vendita delle infiorescenze della canapa industriale e dei suoi derivati”. “Siamo di fronte a interventi ideologici che rischiano di azzoppare una filiera ad alto valore aggiunto e a trazione giovanile, con un enorme potenziale produttivo tra cosmesi, erboristeria, bioedilizia, florovivaismo, tessile – ricorda il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini – e che già oggi vale 500 milioni di fatturato annuo e conta più di 10 mila posti di lavoro in tutta Italia”.
Per questo “invitiamo il Governo a una discussione approfondita con gli operatori del settore, a partire dalla convocazione del Tavolo di filiera della canapa già istituzionalizzato presso il Ministero dell’Agricoltura – aggiunge Fini – Lavoriamo insieme per valorizzare, e non affossare, un prodotto che è alla base di filiere di eccellenza del Made in Italy agroindustriale”.
Masaf: Igp cavolfiore Piana del Sele traguardo importanteRoma, 9 lug. (askanews) – La pubblicazione del riconoscimento Igp per il Cavolfiore della Piana del Sele nella Gazzetta Ufficiale Europea è “un altro importante traguardo per l’agroalimentare italiano di qualità: l’Italia può vantare un ulteriore riconoscimento di Indicazioni Geografiche Protette”. Così il Masaf in una nota dopo che oggi la Commissione europea ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea serie L il riconoscimento della IGP il “Cavolfiore della Piana del Sele” (IGP).
Salgono così a 327 le DOP, IGP e STG italiane riconosciute a livello europeo, a conferma della leadership della nostra Nazione nel campo delle indicazioni geografiche dell’agroalimentare. Il Cavolfiore della Piana del Sele è un prodotto tipico, legato in modo inscindibile al proprio territorio, il cui riconoscimento consentirà di salvaguardarne il prestigio e la qualità sui mercati nazionali ed europei. Il clima della Piana del Sele, spiega il Masaf, caratterizzato dall’azione termoregolatrice esercitata congiuntamente dal Mar Tirreno e dalla catena montuosa degli Alburni, che protegge il territorio dai venti freddi provenienti dai Balcani, interagisce positivamente con le peculiarità pedologiche dei terreni che sono costituiti da uno spesso strato superficiale di suolo, di natura vulcanico-alluvionale, formatosi in conseguenza delle diverse eruzioni del Vesuvio nonché dell’attività alluvionale del fiume Sele.
Ciò ha generato suoli molto ricchi di macro e microelementi, in particolare potassio, calcio, magnesio e ferro, che sono coinvolti nei processi metabolici che conferiscono al prodotto le sue esclusive caratteristiche di resistenza alla cottura e quindi croccantezza, così come il cospicuo valore di magnesio, stimolando una maggiore attività fotosintetica, contribuisce sia ad aumentare la dolcezza, sia a fissare un più attraente colore verde delle foglie. Tutto ciò ha suscitato un apprezzamento diffuso dei corimbi di “Cavolfiore della Piana del Sele”, testimoniato dall’incremento continuo della produzione registrato negli anni.
Per settore distillatorio 2023 difficile e 2024 ancora incertoRoma, 9 lug. (askanews) – Un 2023 difficile e un 2024 ancora incerto. Assodistil, l’associazione nazionale industriali distillatori di alcoli e acquaviti, nella 78esima assemblea annuale, svoltasi oggi a Roma, fa il punto sul settore distillatorio che ha passato un anno, il 2023, fatto di luci e ombre. E le prospettive non sono migliori per il 2024 che si profila complesso, con una vendemmia tra le più scarse degli ultimi 76 anni e l’aumento dell’incidenza dei costi fissi.
A questo si aggiunge anche la minaccia del Pakistan, Paese Extra UE, che beneficia di un regime commerciale preferenziale esente dai dazi alle importazioni nel mercato UE. Nonostante una leggera flessione nel 2023 rispetto al 2022, l’aumento dei volumi di importazione di etanolo dal Pakistan in Italia è stato del 160% rispetto al 2021 con un danno complessivo stimato per le aziende di bandiera che nel 2023 ammonta ad oltre 30 milioni di euro. AssoDistil, in collaborazione con molti altri produttori UE e tramite le associazioni rappresentative unionali ha recentemente presentato alla Commissione europea un dossier che dimostra l’urgente necessità di attivare clausole di salvaguardia esistenti nel Regolamento GSP per frenare i fenomeni di abuso di condizioni favorevoli, come nel caso pakistano. “Siamo in attesa di un pronto intervento di Bruxelles che ripristini immediatamente i dazi per l’importazione dell’etanolo nell’Unione Europea, indispensabili per ristabilire la competitività dei produttori europei nei confronti di un Paese in cui non vengono rispettate le regole sul lavoro, sull’ambiente e sul sociale”, ha spiegato Antonio Emaldi, presidente di AssoDistil.
Anabio-Cia: incidere su fisco e burocrazia per rilancio biologicoRoma, 9 lug. (askanews) – Procedure di certificazione più snelle, campagne informative e di comunicazione per incentivare i consumi, meno burocrazia nella fase di conversione al biologico e in quella di mantenimento, sgravi fiscali per i produttori del bio, uniformità in Europa riguardo a produzione, commercializzazione e controlli nel comparto e maggiori sostegni a ricerca, innovazione e formazione per il settore. Sono questi i sei pilastri su cui costruire il futuro dell’agricoltura biologica oggetto del memorandum messo a punto da Anabio, l’associazione di Cia-Agricoltori Italiani per la promozione del settore, che oggi è tornata a parlarne in Assemblea nazionale, a Roma, ribadendo le priorità per rilanciare le produzioni bio nazionali.
In Italia, infatti, il settore continua a crescere in termini di superfici e operatori del bio: sono 2,4 milioni gli ettari coltivati (+ 7,5%) con un’incidenza media sulla Sau totale prossima al 19% (quasi un campo su cinque) e ben oltre quota 92 mila gli addetti, 83 mila le aziende, quasi il 10% in più rispetto a quattro anni fa. Eppure, il peso del bio nella Gdo è fermo al 3% per un giro d’affari sui 2,1 miliardi di euro. “Dobbiamo fare di più e tutelare il podio europeo del biologico Made in Italy anche sul fronte dei consumi – ha detto il presidente nazionale di Anabio-Cia, Giuseppe De Noia – La crescita del mercato interno deve superare e consolidare la doppia cifra (+9% nel 2023). Per questo bisogna accelerare con il Piano d’azione nazionale per il bio e fare la differenza, soprattutto con iniziative concrete e mirate che diffondano in modo più organico e capillare, corrette informazioni sul valore delle produzioni biologiche”.
Cia Capitanata: su pomodoro rispettare gli accordi sul prezzoRoma, 9 lug. (askanews) – No a tagli arbitrari sul prezzo del pomodoro dalla controparte industriale, gli accordi fatti vanno rispettati. Angelo Miano, presidente provinciale di Cia Capitanata, fa il punto della situazione in un periodo centrale per la campagna del pomodoro: “le notizie che ci giungono dai campi per la campagna del pomodoro ci preoccupano – dice in una nota – In alcuni casi, nonostante l’accordo sottoscritto sul prezzo che stabilisce 150 euro/tonnellata per il tondo e 160 euro per il lungo, la controparte dei produttori cerca di imporre valori anche significativamente più bassi. I patti non sono questi. Ci si attenga rigorosamente e con serietà all’intesa faticosamente raggiunta”.
Miano aggiunge che “spesso i compratori cercano di imporre un abbassamento del prezzo, facendo leva sul presunto stato di deterioramento di una quota-parte del carico. Vogliamo ricordare che questi aspetti sono già stati considerati, e ad essi è stato già dato un valore, in sede di sottoscrizione dell’accordo stipulato sul prezzo del pomodoro da industria per il bacino del Centro-Sud. Tagli ulteriori non sono né equi né fanno parte dei patti”. Secondo Miano la parte industriale punta a “svendere il prodotto trasformato nei supermercati e, di conseguenza, non riesce a rispettare gli accordi sui prezzi da corrispondere agli agricoltori, utilizzando quella forbice contrattuale del +/- 20% per un ribasso. I produttori, inoltre, continuano ad affrontare la carenza di acqua a scopo irriguo. Difficilmente i campi di pomodoro potranno essere irrigati per tutto il periodo necessario lungo tutto il mese di agosto e anche a settembre inoltrato. Questo significa che una parte del prodotto andrà perduto”.
I rilievi effettuati portano a stimare in 31mila ettari la superficie di terreni agricoli, nel Centro-Sud, che quest’anno sono stati occupati dalle piantagioni di pomodoro. Nel 2023, furono circa 25mila. Vi è dunque un incremento pari a quasi 6mila ettari.
Consorzi arance Sicilia: aiuti subito o rischio desertificazioneRoma, 9 lug. (askanews) – “Rischiamo la desertificazione del territorio e se non si pone riparo, con tutti i mezzi a disposizione, a questa situazione al deserto dell’agricoltura seguirà inevitabilmente anche una catastrofe economica e occupazionale”. Il Consorzio Arancia Rossa di Sicilia e Consorzio Arancia di Ribera DOP stanno lavorando insieme a una piattaforma di richieste alle istituzioni per avere aiuti immediati per salvaguardare la produzione dei due consorzi, punte di diamante della agrumicoltura siciliana di qualità.
Alla base delle richieste la preoccupazione per la gravissima siccità che ha colpito tutta la Sicilia e che non ha precedenti, almeno nell’ultimo cinquantennio. “Tutti gli agrumicoltori siciliani fanno da anni i conti con problemi atavici in materia di gestione degli invasi e delle reti. Rischiamo la desertificazione del territorio e se non si pone riparo, con tutti i mezzi a disposizione, a questa situazione al deserto dell’agricoltura seguirà inevitabilmente anche una catastrofe economica e occupazionale”, spiegano i presidenti dei due consorzi di tutela Salvatore Daino e Gerardo Diana. La piattaforma di richieste allo studio dei consorzi è aperta alla collaborazione di tutti i consorzi, le organizzazioni di categoria agricole “e di quanti hanno a cuore il futuro dell’agrumicoltura siciliana”, rendono noto i vertici dei consorzi Arancia Rossa IGP e Ribera DOP. Tra i punti sensibili inseriti nel documento, l’attuazione della riforma dei consorzi di bonifica, procedure semplificate per l’accesso ai fondi già stanziati dai governi (nazionale e regionale) per fronteggiare la siccità, snellimento delle pratiche burocratiche per poter ricercare e attingere all’acqua autonomamente e lo stop agli esosi ruoli di riscossione emessi dai consorzi di bonifica anche in assenza totale di servizi irrigui.
Daino precisa che le richieste e i suggerimenti “sono mirati a salvare nell’immediato la stagione di commercializzazione, ormai alle porte, e a fare in modo che non ci si debba più trovare impreparati dinnanzi a eventi naturali come quello in corso”.
Il Cavolfiore della Piana del Sele è ufficialmente IgpRoma, 9 lug. (askanews) – Il Cavolfiore della Piana del Sele è diventato ufficialmente una Igp. Il che porta il numero delle Dop e Igp campane a quota 29 e fa salire l’Italia, nel complesso cibo e vino, a 856 prodotti tutelati.
Nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea di oggi, 9 luglio, è stata infatti registrata la denominazione “Cavolfiore della Piana del Sele IGP”. Secondo i dati aggiornati dell’Osservatorio Qualivita, così la Campania si conferma nona regione per numero di Dop e Igp del cibo e del vino con 58 prodotti certificati. La zona di produzione del Cavolfiore della Piana del Sele IGP nei comuni di Albanella, Altavilla Silentina, Battipaglia, Bellizzi, Capaccio Paestum, Eboli, Giungano, Montecorvino Pugliano, Montecorvino Rovella, Pontecagnano Faiano, nella provincia di Salerno, in Campania.
Il Cavolfiore della Piana del Sele IGP si presenta di forma tondeggiante con un calibro di valore minimo di 13 cm, di consistenza compatta e croccante. Il prodotto è immesso al commercio allo stato fresco, in diverse tipologie: provvisto delle foglie che ricoprono il corimbo; con foglie recise almeno 3 cm al di sopra del corimbo; con foglie recise almeno 3 cm al di sopra del corimbo, ma in numero inferiore rispetto al prodotto coronato; provvisto delle cinque foglie più interne e privo della parte non commestibile del peduncolo. E infine privo di foglie e protetto con film di plastica anche microforata.
Filiera carni e agrumi in Sicilia uniti per economia circolareRoma, 9 lug. (askanews) – La filiera agrumicola e quella delle carni in Sicilia si uniscono per attivare il recupero di uno scarto della lavorazione degli agrumi, il pastazzo, per integrare l’alimentazione dei bovini da carne e creare una filiera chiusa a zero scarti. La collaborazione si inserisce all’interno del progetto TRICK – Product data TRAceabIlity information management by bloCKchains interoperability and open circular service marketplace.
Finanziato nell’ambito del programma europeo Horizon 2020, TRICK vanta oltre 30 partner da tutta Europa e punta a integrare tecnologie avanzate, come la blockchain, per migliorare la tracciabilità e promuovere pratiche di economia circolare nel settore alimentare, oltre quello tessile. Il progetto, avviato nel maggio 2021 e in conclusione a ottobre di quest’anno, è focalizzato sulla tracciabilità dei prodotti, l’efficienza circolare e la minimizzazione dell’impronta ambientale, promuovendo pratiche etiche e socialmente responsabili lungo tutto il ciclo di vita dei prodotti.
Due i progetti definiti: il trattamento del pastazzo proveniente da agrumi in regime biologico e quello da agrumi in regime convenzionale, oltre al monitoraggio e alla registrazione di dati ambientali dal momento della raccolta degli agrumi e a quello della vendita finale e del passaggio all’industria dei succhi. Gli agrumi inviati all’industria sono stati trasformati in succhi e il loro sottoprodotto, il cosiddetto pastazzo, inviato a un allevatore dell’ennese in regime biologico: l’obiettivo è quello di integrare l’alimentazione dei bovini con un “alimento” ricco di fibre e antiossidanti. Il secondo pilot ha riguardato l’utilizzo del pastazzo proveniente da lavorazione di agrumi in regime convenzionale e il suo impiego in impianti di estrazione del biogas (metano) in associazione con altre varietà di residui vegetali. Da questa lavorazione non si è ottenuto solo il biogas ma anche un residuo, chiamato “digestato”, che verrà utilizzato come ammendante in agricoltura.
Federica Argentati, presidente del Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia, spiega in una nota: “la collaborazione con il DiProCarni nasce perché crediamo anche in questo processo virtuoso di economia circolare per l’alimentazione animale che ci permette di costruire, per i nostri sottoprodotti, una valida alternativa che nasce, peraltro, dalla collaborazione con aziende di altre filiere strutturate in Distretto”.
Psa, da giunta regionale Toscana novità su contenimento cinghialiRoma, 9 lug. (askanews) – La Regione Toscana, nella seduta di giunta di ieri 8 luglio, ha approvato una delibera per agevolare il contenimento e il controllo dei cinghiali che devastano le cotture e sono un vettore della Peste suina africana.
Due le principali novità, hanno spiegato il presidente della Toscana Eugenio Giani e la vice presidente con delega all’agricoltura Stefania Saccardi. “La prima e più importante riguarda un primo stanziamento di 20mila euro destinato all’acquisto di celle frigorifere e allestimento di centri di raccolta della selvaggina, senza di cui abbattere i cinghiali risulta complicato se non impossibile. Si tratta di un contributo destinato agli ambiti territoriali di caccia – hanno spiegato Giani e Saccardi – e di questi primi ventimila euro quindicimila saranno indirizzati agli Atc che hanno uno o più comuni in zone di restrizione 2 e 1, collegate al rischio di peste suina, e cinquemila agli Atc confinanti”. Allo stato attuale saranno pertanto indirizzati alle province di Massa Carrara e Lucca. Una seconda novità riguarda la possibilità, per le imprese agricole, di poter usare propri dipendenti cacciatori per l’abbattimento dei cinghiali nei terreni di proprietà: su delega ed autorizzazione della polizia provinciale e in area interessate dalla peste suina e non vocate, come le aree agricole. Fino ad oggi la possibilità riguardava solo i proprietari e conduttori dei terreni.
Nella delibera si ribadisce che proprietari e dipendenti possono sempre intervenire come partecipanti agli interventi di controllo e contenimento in ambito urbano. C’è anche un richiamo, nel testo licenziato dalla giunta, alle polizie provinciali, che devono rispondere alle richieste di intervento entro ventiquattro ore. “Con questa delibera – hanno concluso Giani e Saccardi – pensiamo di aver dato una risposta concreta alle preoccupazioni degli agricoltori”.