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Lollobrigida: se cresce valore prodotto sale valore lungo filiera

Lollobrigida: se cresce valore prodotto sale valore lungo filieraRoma, 28 ott. (askanews) – “Il ruolo della filiera è importante perché, facendo crescere il valore del prodotto sul mercato, si riesce a pagare il produttore a un prezzo più alto quando si tratta, come in questo caso, di trasformazione”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, a margine della presentazione di Filiera pasta al Masaf.


“Questa operazione – ha aggiunto – vede impegnato il governo italiano a proteggere non il tipo di trasformazione vietandone altri, ma a valorizzare quello migliore per la qualità, per la salute e per il gusto. Dove si è riusciti a valorizzare le filiere – ha quindi ricordato Lollobrigida – le cose hanno funzionato, ci sono tanti esempi: alla crescita del valore del Parmigiano Reggiano corrisponde un aumento del prezzo del late all’interno della filiera. Sono casi inconfutabili ed è ovvio che va difeso il valore di quel prodotto”. Per questo motivo, ha sottolineato ancora il ministro “chiamarla pasta e dire che tutto è uguale da una connotazione al mercato che mette in discussione l’impegno molto oneroso che serve per dare un prodotto di qualità, che ovviamente si riverbera sul prezzo finale. Due pacchi di pasta possono assomigliarsi ma contengono cose estremamante diverse”.


Ovviamente, valorizzare la pasta di qualità, non vuol dire “cancellare la pasta con prezzi più bassi ma significa dare il giusto valore al prodotto di qualità nei mercati che si possono permettere quella qualità come elemento centrale, auspicando che in futuro questo possa farlo tutto il mondo seguendo il principio del buon cibo di qualità per tutti”. Per quanto riguarda la valorizzazione dell’ingrediente principale della pasta, ovvero il grano, il ministro ha detto: “oggi la produzione di grano italiano arriva fino a un certo punto, inutile raccontarci che in pochi giorni si possa produrre tutto con il grano italiano, questo porterebbe a una contrazione delle nostre esportazioni. Il rischio però è che ci sia anche da parte del mondo industriale una scelta di occupare spazi di mercato concorrendo sul prezzo e abbassando la qualità del prodotto: questa è una scelta non condivisibile, la chiave è informare correttamente il consumatore perchè la trasparenza non è mai un problema”.

Prandini: ridare attenzione al comparto pasta e grani

Prandini: ridare attenzione al comparto pasta e graniRoma, 28 ott. (askanews) – L’obiettivo di Filiera pasta è “ridare attenzione al comparto pasta e grani: la pasta in questi anni ha sempre più perso valore sul posizionameno nel punto vendita, è stata usata come prodotto di richiamo per la vendita di altri prodotti. Noi vogliamo avere una interlocuzione diretta con la Grande distribuzione: abbiamo rispetto dei marchi della Gdo, ma riteniamo che si debba riscoprire il marchio aziendale e industriale, che dietro ha una storia, una distintività e una qualità”. Lo ha detto Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, intervenendo al Masaf alla presentazione di Filiera pasta, o strumento organizzativo nato all’interno di Filiera Italia per tutelare l’intero settore italiano della pasta e valorizzare il Made in Italy di qualità.


“Da un lato abbiamo l’industria della pasta – ha proseguito Prandini – dall’altro il lavoro degli agricoltori e solo aumentando il valore riconosciuto al prodotto trasformato riusciremo con contratti di filiera a dare il giusto riconoscimento economico ai produttori”. Obiettivo dell’azione di Filiera pasta sarà quindi “fare in modno che agricoltura, industria e Gdo non siano nemici ma alleati nel porre al centro una strategia per l’intero comparto agroalimentare del paese. Per questo – ha annunciato Prandini – faremo anche la Filiera del pomodoro, le Filiere zootecniche etc. Siamo convinti che quando il consumatore è informato fa una scelta consapevole e premiante dei prodotti di qualità”.

Lollobrigida: Filiera pasta rafforza il nostro sistema alimentare

Lollobrigida: Filiera pasta rafforza il nostro sistema alimentareRoma, 28 ott. (askanews) – Filiera pasta, lo strumento organizzativo nato all’interno di Filiera Italia per tutelare l’intero settore italiano della pasta e valorizzare il Made in Italy di qualità, fa parte della “realizzazione di un processo di rafforzamento di un sistema legato alla produzione della pasta che è elemento caratterizzante del nostro sistema alimentare e del nostro export”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, nel corso della presentazione di Filiera pasta al Masaf, a cui hanno partecipato anche l’amministratore delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia, e il presidente di Coldiretti Ettore Prandini.


Sul rafforzamento del sistema di produzione della pasta, ha aggiunto il ministro, “abbiamo già dato segnali di investimento tali da dare un riscontro positivo a ciò che per noi garantisce il concetto di sovranità alimentare – ha aggiunto Lollobrigida – ovvero catene certe di approvvigionamento per il nostro sistema di consumo e per il nostro sistema di trasformazione, incentivando le produzioni nazionali di filiera per garantire la qualità percepita e il valore aggiunto. Questo non significa chiudersi ma privilegiare ciò che garantisce all’interno del sistema una equa remunerazione per tutti”. Il ministro ha poi ricordato la presenza italiana al Sial di Parigi e gli incontri avuti nei giorni scorsi “in Marocco, in Egitto, da cui emerge sempre grandissima attenzione a tutto ciò che sappiamo fare, siamo sempre pronti e disponibili ad aiutare gli altri e a fare crescere il valore delle loro produzioni ma chiediamo la garanzia di una protezione per le nostre Indicazioni geografiche e il nostro prodotto”.

Nasce “Filiera pasta” a interno Filiera Italia a tutela settore

Nasce “Filiera pasta” a interno Filiera Italia a tutela settoreRoma, 28 ott. (askanews) – Nasce, all’interno di Filiera Italia, “Filiera pasta”, un nuovo strumento organizzativo per tutelare l’intero settore italiano della pasta e valorizzare il Made in Italy di qualità. Lanciata stamattina al Masaf alla presenza del ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, dell’amministratore delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia, del presidente di Coldiretti Ettore Prandini e del segretario generale Vincenzo Gesmundo, Filiera Pasta ha l’obiettivo di difendere la tracciabilità lungo la filiera, la promozione delle tradizioni, la ricerca e l’innovazione della produzione per garantire la distintività del settore e contrastare il fenomeno dell’omologazione dei processi produttivi della pasta e della corsa a ribasso degli standard che avvantaggiano altri Paesi produttori.


“Rappresentare e tutelare gli interessi di intere filiere agroalimentari – ha detto Ettore Prandini, presidente Coldiretti – che fondano la loro attività produttiva sulla qualità e sul legame tra innovazione e tradizione – a partire dalla pasta per la quale il nostro Paese vanta la leadership mondiale con un fatturato complessivo che ha superato i 6,3 miliardi di euro – non è solo il primo obiettivo di Filiera Italia, bensì quello di tutte quelle aziende storiche italiane che per preservare l’arte della produzione della pasta italiana e promuovere il made in Italy di alta qualità in Italia e nei mercati esteri decidono di fare sistema”. “Con Filiera pasta – ha poi aggiunto Vincenzo Gesmundo segretario generale Coldiretti – l’associazione Filiera Italia realizza anche nel settore del grano e della pasta fondamentale per il nostro made in Italy, quella alleanza tra agricoltori e industrie di trasformazione già realizzata in altre filiere. Rilancio e valorizzazione del grano italiano, contratti di filiera che assicurino un’equa ripartizione del valore aggiunto, comunicazione e promozione per differenziare sul mercato internazionale questo prodotto distintivo da quello omologato ed Italian sounding”.


“In uno scenario dove la globalizzazione dei mercati porta con sé grandi opportunità, ma anche rischi di omologazione degli alimenti – ha spiegato Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia – le aziende del comparto che credono nelle proprie specificità intendono puntare sulla riconoscibilità e sul valore premium della pasta italiana nei mercati internazionali, anche per contrastare la concorrenza sempre più diffusa e agguerrita di prodotti a basso costo realizzati in Turchia, Spagna”. Questo nuovo strumento organizzativo mira a realizzare attività e iniziative di formazione, supporto tecnico verso i propri soci, sensibilizzazione, ricerca e sviluppo, tutela e valorizzazione della filiera. “E soprattutto rappresentanza, tramite Filiera Italia, ai tavoli istituzionali nazionali ed europei. Un impegno – ha concluso Scordamaglia – che ha portato diversi produttori a investire nella differenziazione dei propri prodotti, qualificando e rivitalizzando l’offerta verso i consumatori, tanto con riguardo ai metodi di lavorazione certificati, quanto alla selezione delle materie prime e fino alla etichettatura ‘residui zero’”.

Giusto prezzo e strategia nazionale a centro assemblea Federbio

Giusto prezzo e strategia nazionale a centro assemblea FederbioRoma, 28 ott. (askanews) – La definizione di un prezzo che ripaghi il lavoro nei campi, assicurando la sopravvivenza e lo sviluppo di un’attività strategica a livello nazionale che rispetti i diritti dei lavoratori e quelli della terra e renda accessibile ai cittadini alimenti di qualità. Saranno questi i temi al centro della seconda Assemblea dei produttori biologici organizzata da FederBio che si terrà mercoledì 30 ottobre a Roma e riunirà le 14 associazioni socie FederBio, ma è aperta a tutti gli operatori agricoli.


A più di un anno dalla presentazione del ‘Manifesto dei produttori’, che elencava le richieste del mondo del biologico, l’assemblea sarà l’occasione per fare il punto sulle politiche di sviluppo dell’agricoltura priva di sostanze chimiche di sintesi. E il tema del “giusto prezzo” dei prodotti biologici è sempre più rilevante per garantire la sostenibilità ambientale e socio-economica, ma anche per aumentare il consumo del biologico, cambiando l’attuale paradosso: l’Italia è il maggiore produttore del continente europeo e contemporaneamente agli ultimi posti nelle vendite. All’assemblea interverrà anche Luigi D’Eramo, sottosegretario al Mministero dell’Agricoltura. Tra i partecipanti della giornata, i rappresentanti delle principali associazioni del settore: Maria Grazia Mammuccini, Ppresidente FederBio, Cristiano Fini, presidente CIA, Maria Letizia Gardoni, coordinatrice della sezione soci produttori FederBio, Giuseppe De Noia, presidente di ANABIO CIA, Nicoletta Maffini, presidente AssoBio, Marco Paravicini, vicepresidente FederBio.

Premio Mutti: 7 milioni di incentivi alla filiera del pomodoro

Premio Mutti: 7 milioni di incentivi alla filiera del pomodoroRoma, 28 ott. (askanews) – Un importo straordinario di incentivi per 7 milioni di euro distribuiti lungo tutta la filiera, che si aggiungono al prezzo concordato e pagato per il pomodoro. E’ il premio erogato quest’anno da Mutti, il più alto mai riconosciuto nella storia dell’azienda, che ha riunito per la prima volta in un unico evento l’intera filiera, dal nord al sud d’Italia, a Reggio Emilia in occasione della 25esima edizione del Premio Pomodorino d’Oro, nato per valorizzare la qualità del pomodoro e l’impegno dei migliori agricoltori che hanno contribuito alla buona riuscita della campagna di lavorazione.


Mutti conclude in questi giorni la campagna di lavorazione del pomodoro, trasformando 565.000 tonnellate di materia prima, 100% italiana, nonostante le condizioni climatiche particolarmente sfidanti che hanno caratterizzato la stagione estiva 2024, che ha registrato un’eccessiva piovosità nella Pianura Padana e, al contrario, una dura siccità al Sud Italia. “Quest’estate siamo stati costretti a interpretare due campagne diametralmente opposte. Se da un lato nel Nord le continue piogge hanno portato a tempi estremamente dilatati e rese di campo di gran lunga inferiori rispetto ai volumi medi, nel Sud del Paese la difficoltà è stata quella di gestire una scarsità d’acqua che non si verificava come tale da anni” spiega in una nota Massimo Perboni, direttore del Servizio Agricolo di Mutti.


Sono circa 70 i giorni nei quali, generalmente, si concentra la campagna di trasformazione del pomodoro, dalla metà di luglio fino alla fine di settembre ma il 2024 ha fatto eccezione, costringendo a una campagna che si è protratta fino alla fine del mese di ottobre, comportando un ulteriore sforzo da parte delle oltre 800 famiglie di agricoltori italiani con i quali Mutti collabora. “Il 2024 è stato un anno decisamente più complicato del previsto, il più difficile tra quelli affrontati nei 30 anni trascorsi da quando, nel ’94, ho preso la guida dell’azienda ma, insieme alla parte agricola, siamo riusciti a portare a termine la campagna con qualità e passione” ha detto Francesco Mutti, amministratore delegato dell’azienda. “In un momento così complesso, nel venticinquesimo anniversario del nostro premio, abbiamo voluto che l’evento per la consegna del Pomodorino d’Oro fosse uno solo, come una sola, unica, è la nostra filiera”.


Ad aggiudicarsi il primo posto per il pomodoro tondo è stata l’azienda agricola piacentina Il Giglio di Benzi, di Gabriele Mazzocchi, collaboratrice di Mutti dal 2019 e protagonista negli ultimi anni di un’importante crescita, che l’ha portata dal 25esimo posto del 2020 al primo in soli quattro anni. Per quanto riguarda le varietà del sud, pomodoro lungo e pomodoro ciliegino, i vincitori sono state rispettivamente le aziende agricole di Gianfranco Anzivino, di Troia (FG), e Turco Fortuna, di Lesina (FG). Per il pomodoro datterino, unica delle quattro categorie che vede competere entrambe le filiere, Nord e Sud, ad essere premiata è stata l’azienda agricola di Roberto Brui, di Ferrara.

Mutti premia con 7 mln di euro agrocoltori dopo difficile annata pomodoro

Mutti premia con 7 mln di euro agrocoltori dopo difficile annata pomodoroMilano, 28 ott. (askanews) – Mutti conclude in questi giorni la campagna del pomodoro 2024, con 565.000 tonnellate di materia prima trasformata. Si tratta di pomodori tutti di provenienza italiana nonostante le condizioni climatiche particolarmente sfidanti che hanno caratterizzato la scorsa stagione estiva, con un’eccessiva piovosità nella Pianura Padana e, al contrario, una dura siccità al Sud Italia. A fronte, infatti, dei circa 70 giorni in cui, generalmente, si concentra la campagna di trasformazione del pomodoro (da metà luglio fino alla fine di settembre) quest’anno la campagna che si è protratta fino alla fine di ottobre. Un ulteriore sforzo da parte delle oltre 800 famiglie di agricoltori italiani con cui Mutti collabora e che ha deciso di supportare assecondandone i tempi e mettendo loro a disposizione un sistema di incentivi economici straordinari per 7 milioni di euro. “Il 2024 è stato un anno decisamente più complicato del previsto ha commentato Francesco Mutti, amministratore delegato dell’azienda – il più difficile tra quelli affrontati nei 30 anni trascorsi da quando, nel ’94, ho preso la guida dell’azienda ma, insieme alla parte agricola, siamo riusciti a portare a termine la campagna con qualità e passione”.


“Quest’estate siamo stati costretti a interpretare due campagne diametralmente opposte – ha spiegato Massimo Perboni, direttore del servizio agricolo di Mutti – Se da un lato nel Nord le continue piogge hanno portato a tempi estremamente dilatati e rese di campo di gran lunga inferiori rispetto ai volumi medi, nel Sud del Paese la difficoltà è stata quella di gestire una scarsità d’acqua che non si verificava come tale da anni. In questo contesto, ancora una volta abbiamo potuto contare sulla capacità dei nostri produttori. Fidarci dell’esperienza della parte agricola e assecondare i suoi tempi si è rivelata la scelta migliore per portare a conclusione una campagna molto complessa, ma che ancora una volta chiudiamo certi di aver raggiunto gli standard qualitativi prefissati”.Per valorizzare il lavoro di squadra, Mutti ha deciso di riunire per la prima volta in un unico evento l’intera filiera, dal nord al sud d’Italia, a Reggio Emilia in occasione della 25esima edizione del suo Premio Pomodorino d’Oro, nato per valorizzare la qualità del pomodoro e l’impegno dei migliori agricoltori. Un impegno, quello della filiera, che anche quest’anno è stato riconosciuto e premiato attraverso un ampio programma di incentivi economici – che si aggiungono al prezzo concordato e pagato per il pomodoro – pari a un circa 7 milioni di euro distribuiti lungo tutta la filiera, il più alto mai riconosciuto nella storia dell’azienda. “In un momento così complesso, nel venticinquesimo anniversario del nostro premio, abbiamo voluto che l’evento per la consegna del Pomodorino d’Oro fosse uno solo, come una sola, unica, è la nostra filiera – ha aggiunto Mutti – Ora più che mai è importante proseguire e insistere sulla strada della collaborazione, uniti, perché condividiamo tutti lo stesso obiettivo: portare sulle tavole di chi sceglie Mutti il miglior pomodoro possibile”.


Ad aggiudicarsi il primo posto per il pomodoro tondo è stata l’azienda agricola piacentina Il Giglio di Benzi, di Gabriele Mazzocchi, collaboratrice di Mutti dal 2019 e protagonista negli ultimi anni di un’importante crescita, che l’ha portata dal 25esimo posto del 2020 al primo in soli quattro anni. Per quanto riguarda le varietà del sud, pomodoro lungo e pomodoro ciliegino, i vincitori sono state rispettivamente le aziende agricole di Gianfranco Anzivino, di Troia (FG), e Turco Fortuna, di Lesina (FG). Per il pomodoro datterino, unica delle quattro categorie che vede competere entrambe le filiere, Nord e Sud, ad essere premiata è stata l’azienda agricola di Roberto Brui, di Ferrara. 

Anicav: in 2 anni +70% produzione pomodoro Cina, Italia la più penalizzata

Anicav: in 2 anni +70% produzione pomodoro Cina, Italia la più penalizzataMilano, 26 ott. (askanews) – “Su questa vicenda del pomodoro cinese, prodotto in aree come lo Xinjiang dove è palese la violazione dei diritti umani e c’è una scarsa se non nulla attenzione all’ambiente, non si capisce perché l’Unione Europea non si sia posta alcun problema a differenza di Stati Uniti e Gran Bretagna”. Giovanni De Angelis, direttore generale dell’associazione nazionale degli industriali conserve alimentari vegetali (Anicav), denuncia la “preoccupazione reale” di tutto il comparto della trasformazione del pomodoro da industria per l’arrivo sui mercati internazionali dei prodotti cinesi “che diventano nostri concorrenti”. Un fenomeno che vede l’Italia, “il principale protagonista di questo mercato in Europa, come il Paese maggiormente penalizzato”.


Le parole del dg di Anicav si uniscono all’allarme lanciato dalle pagine del Financial Times, da Francesco Mutti, amministratore delegato dell’omonimo gruppo. “Dovremmo bloccare l’importazione di concentrato di pomodoro dalla Cina o introdurre una tassa del 60% su questo prodotto – ha detto il numero uno del gruppo alimentare italiano – in modo che il suo costo non sia così diverso da quello dei prodotti italiani”. La preoccupazione per la concorrenza sleale cinese, in questa fase, è amplificata dall’aumento dei volumi. “Quest’anno la produzione in Cina è passata a 11 milioni di tonnellate dai 6 milioni di due anni fa: è evidente che raddoppiando quasi la produzione e non essendo loro dei grandi consumatori, tutto il pomodoro in più rispetto ai consumi interni è destinato ai mercati esteri e questo crea delle difficoltà per quanto ci riguarda perché diventano nostri concorrenti nel mondo”, ha spiegato De Angelis. Secondo i dati del World processing tomato council nel 2022 la quantità totale di pomodori lavorati in Cina è stata di 6,2 milioni di tonnellate, di cui oltre 5 milioni di tonnellate nello Xinjiang, regione più volte al centro delle denunce delle organizzazioni internazionali per lavori forzati e violazione dei diritti umani, e un altro milioni in Mongolia. Quest’anno, sempre secondo il Wptc, la Cina ha sfiorato quota 11 milioni di tonnellate (10,45 milioni). “Noi siamo da sempre esportatori del pomodoro trasformato e tendiamo ad avere una politica non protezionistica – ha sottolineato De Angelis – Culturalmente siamo per mercati aperti e liberi ma su questa vicenda del pomodoro cinese prodotto in alcune aree come quella dello Xinjiang dove è palese la violazione dei diritti umani e c’è una scarsa attenzione all’ambiente non si capisce perché l’Unione Europea non si sia posta il problema a differenza di Stati Uniti e Gran Bretagna”. L’Europa, afferma De Angelis “deve dotarsi di una garanzia di reciprocità nel rispetto delle regole: noi apriamo le porte delle nostre frontiere a patto che si rispettino le medesime condizioni dei nostri produttori e trasformatori. Laddove ci sono poi violazioni dei nostri standard etico-sociali e ambientali noi chiediamo politiche di divieto”.


La concorrenza extra-europea fa leva sul prezzo condizionando tutto il mercato: “Noi non abbiamo timori a confrontarci sulla qualità coi competitor – osserva il dg Anicav – ma in una situazione congiunturale come quella attuale, per quanto vogliamo imporre la nostra qualità che giustifica un prezzo più alto, laddove quest’ultimo è molto, molto più basso noi subiamo una concorrenza sleale. Al tempo stesso è altrettanto evidente che noi non possiamo abbassarlo a quel livello”. “Sugli scaffali tedeschi – continua – si sta assistendo a un proliferare di prodotti derivati non europei che era inimmaginabile solo qualche anno fa e questo è sintomatico della pressione internazionale soprattutto della Cina”. In questo scenario di mercato, l’Italia è il Paese che in Europa più di tutti ha interesse a fermare questo fenomeno di “dumping sociale e ambientale”: con 5,4 milioni di tonnellate trasformate nel 2023 ci siamo confermati il terzo trasformatore al mondo dopo Stati Uniti e Cina. “Noi siamo il primo esportatore di prodotti derivati dal pomodoro destinati direttamente al consumatore finale – ricorda De Angelis – La percentuale dei prodotti lavorati che esportiamo si avvicina al 60%”. Una quota che resta prevalentemente in Europa, mercato di riferimento col 60% delle nostre esportazioni “ma non trascuriamo i mercati extra Ue, che sono legati ai flussi migratori del passato dei nostri connazionali: qui primo tra tutti troviamo il Regno Unito, poi ci sono Usa, Giappone e Australia. Naturalmente gli Usa sono produttori e l’esportazione è poca cosa, noi lì abbiamo una quota di mercato importante anche se c’è un italian sounding rilevante. Diverso è invece il caso del Giappone che ci riconosce come partner di qualità”.


Come Anicav in un documento ufficiale rivolto alle istituzioni europee sono state chieste “politiche protezionistiche anti-dumping o di salvaguardia verso Paesi che hanno bassi o inesistenti standard ambientali ed etico-sociali, imponendo o il divieto di importazione o cercando di arginare questa tendenza. Stati Uniti e Gran Bretagna lo hanno già fatto. Questo documento l’abbiamo presentato al tavolo del pomodoro presso il Masaf e stiamo lavorando affinchè sia il nostro governo a presentare l’istanza alle istituzioni europee”. Spagna e Portogallo, che sono Paesi trasformatori del pomodoro, “possono sostenere la nostra causa perchè è un problema condiviso. Diciamo che in Ue l’Italia rappresenta più della metà della produzione, l’altra metà è frazionata: buona parte la copre la Spagna poi ci sono Portogallo, Francia e Grecia”. “Sicuramente – conclude – siamo il principale protagonista di questo mercato ma anche quello maggiormente penalizzato”.

World pasta day, gli spaghetti Barilla biglietti per la metro a New York

World pasta day, gli spaghetti Barilla biglietti per la metro a New YorkRoma, 25 ott. (askanews) – Usare un pacco di spaghetti per aprire i tornelli della metro di New York, almeno per oggi sarà possibile. Ad assicurarlo è Barilla, marchio italiano leader nella produzione di pasta, che in occasione del World pasta day, in collaborazione con la metropolitana di New York ha trasformato le iconiche scatole di “Spaghetti numero 5” in “Togetherness Tickets”, cioè biglietti per viaggiare gratuitamente. Oggi, per tutto il giorno, i pendolari newyorkesi arrivati alla stazione metro di Hudson Yards di Manhattan troveranno un chiosco Barilla che offrirà, invece che biglietti, scatole di spaghetti munite di un sensore che consentirà di aprire i tornelli e viaggiare gratis.


L’idea di Barilla è quella di offrire alle persone la possibilità di cambiare routine e usare la pasta per connettersi con amici e familiari, soprattutto dopo che un sondaggio commissionato dall’azienda italiana ha rilevato che il 63% degli intervistati, negli ultimi due anni, ha mangiato da solo a causa dei frenetici impegni lavorativi e il 37% ha imputato i pasti solitari alle distanze. L’idea degli spaghetti biglietto vorrebbe proprio aiutare, almeno per un giorno, a raggiungere un amico e festeggiare con un piatto di pasta. “In Barilla riconosciamo che alcuni dei ricordi più preziosi della vita si formano intorno alla tavola con i propri cari, ma gli impegni possono allontanarci da ciò che conta di più – ha dichiarato Ilaria Lodigiani, chief category & marketing officer di Barilla – In occasione della giornata mondiale della pasta, offriamo a famiglie e amici l’opportunità di riconnettersi e celebrare l’unione intorno a un pasto condiviso, per favorire legami più profondi e godere di momenti che durano tutta la vita”.

Milano, il pollo di Giannasi acquisito dalla catena di ipermercati Finiper

Milano, il pollo di Giannasi acquisito dalla catena di ipermercati FiniperMilano, 25 ott. (askanews) – Per i milanesi è sinonimo di pollo allo spiedo, con una storia alle spalle di quasi 60 anni. Ora Giannasi, il chiosco di Porta Romana a Milano, entra nell’orbita di Finiper Canova, gruppo della gdo ancora oggi controllato dal suo fondatore, l’imprenditore ultra novantenne Marco Brunelli.


In una nota il gruppo Finiper Canova ha infatti annunciato l’acquisizione di una partecipazione di maggioranza del chiosco milanese conosciuto fin dal 1967 soprattutto per il suo rinomato pollo. “Questa collaborazione – si legge in una nota – vuole accompagnare il percorso di crescita di Giannasi che mira a espandere la propria presenza sul territorio, con l’apertura di nuovi chioschi e punti vendita, mantenendo intatta la sua identità e tradizione”. Il gruppo Finiper “si impegna a rispettare e preservare i valori fondanti che hanno reso Giannasi un’icona cittadina, garantendo la continuità in termini di qualità, servizio e coerenza con la sua storica offerta. La continuità sarà anche garantita da Paola Giannasi, figlia del fondatore, che rimarrà attiva nella gestione del brand meneghino, ispirandone lo sviluppo futuro”. Il gruppo Finiper, che ha chiuso il 2023 con oltre tre miliardi di fatturato, opera prevalentemente nel settore della gdo e si suddivide in quattro aree: ipermercati Iper La grande i, supermercati Unes, con il marchio il Viaggiator Goloso, le diverse insegne legate al settore della ristorazione (tra cui Ristò, Rom’Antica, CremAmore e Portello Caffè) e le attività immobiliari che consistono nella gestione, o nella contitolarità della gestione, di gallerie commerciali, tra cui Il Centro di Arese e Piazza Portello a Milano.


L’operazione con il chiosco Giannasi ha l’obiettivo, spiegano le parti, “di assicurare una crescita armoniosa e graduale che mantenga le caratteristiche uniche e riconosciute che hanno contribuito al successo di Giannasi. La priorità è garantire che i clienti possano continuare a riconoscere in Giannasi la stessa autenticità e qualità che hanno sempre amato”.