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Too good to go: in un anno 4,8 mln alimenti salvati con le box dispensa

Too good to go: in un anno 4,8 mln alimenti salvati con le box dispensaMilano, 24 mag. (askanews) – A un anno dl lancio del progetto box dispensa, Too good to go ha calcolato di aver evitato lo spreco di 4,8 milioni di prodotti alimentari ancora buoni e perfettamente consumabili, per un valore commerciale di oltre 13,5 milioni di euro. Box dispensa è la soluzione, nata a maggio dello scorso anno, per contrastare lo spreco di cibo lungo la filiera attraverso la collaborazione con le industrie. In totale, dall’avvio dell’iniziativa, sono state consegnate direttamente nelle case degli italiani oltre 290.000 box di cui 156.000 nel corso del 2023, e altre 134.000 da inizio anno ad oggi. Numeri supportati da una crescita continua: solo nei primi tre mesi del 2024 infatti, l’aumento degli ordini è stato del 20% rispetto all’ultimo trimestre 2023. In questo modo, inoltre, è stata evitata l’emissione di 4.541 tonnellate di CO2e e l’utilizzo non necessario 1.362.420.000 di litri di acqua e di oltre 4.700.000 m2 di suono per anno.


Questo progetto consente alle aziende di gestire meglio le loro eccedenze, evitando lo spreco dei prodotti che non raggiungono gli scaffali dei supermercati o dei negozi per problemi di etichettatura, packaging, ordini annullati o fluttuazioni della domanda e dell’offerta. I consumatori, dal canto loro, invece, hanno la possibilità, ovunque in Italia, di acquistare prodotti ancora buoni ad un prezzo vantaggioso, contribuendo a ridurre lo spreco alimentare. “Siamo entusiasti dei risultati raggiunti e dell’impatto positivo generato da box dispensa in questo primo anno e siamo sicuri che il progetto continuerà a crescere sempre più – commenta Mirco Cerisola, Italy country director di Too good to go – Riscontriamo quotidianamente l’apprezzamento degli utenti, che hanno a disposizione ovunque si trovino, un’opportunità per acquistare del cibo ancora buono a un prezzo vantaggioso, e un interesse sempre crescente da parte delle aziende dell’industria alimentare, che intravedono in box dispensa una soluzione perfetta per gestire i loro prodotti a rischio spreco. Basti pensare che al momento del lancio i partner coinvolti erano una quindicina e nel giro di un solo anno sono arrivati ad essere oltre 60. Un dato che testimonia l’efficacia del progetto e l’impatto che in poco tempo è riuscito a generare”.


Ad oggi sono 64 le aziende che hanno scelto di collaborare con il progetto – tra cui realtà come Bauli, Caffè Borbone, cameo, Kraft Heinz, Loacker, Mutti, Riso Scotti e tante altre – per donare una seconda vita ai loro prodotti che non trovano spazio sul mercato.

Petrini: da multinazionali greenwashing con dieta mediterranea

Petrini: da multinazionali greenwashing con dieta mediterraneaMilano, 24 mag. (askanews) – “Bisogna fare attenzione perché sta crescendo un fenomeno di greenwashing cioè di appropriazione indebita di tematiche e nomi. Ci sono delle multinazionali del cibo che promuovono la dieta mediterranea e questo non va bene. Prepariamoci perché avremo molti soggetti che si faranno belli a parole e nei fatti fanno il contrario”. E’ quanto afferma Carlo Petrini, fondatore di Slow food Italia ospite a Fuori tg su Raitre, rispondendo ad una domanda sul valore della dieta mediterranea.

Zuegg punta sulle composte 100% da frutta e senza residui di pesticidi

Zuegg punta sulle composte 100% da frutta e senza residui di pesticidiMilano, 23 mag. (askanews) – Zuegg, azienda veronese nata nel 1890, lancia una linea di composte “zero residui 100% da frutta”, che contengono l’80% di frutta e zucchero d’uva. Le composte sono realizzate interamente con frutta coltivata in Italia, secondo il metodo senza residui di pesticidi, a garanzia dell’ambiente e della qualità.


La novità in casa Zuegg è frutto della fusione di due linee precedenti, senza residui di pesticidi e 100% da frutta, e dei relativi punti di forza. E risponde ai tre driver di acquisto delle confetture da parte dei consumatori italiani: l’alta percentuale di frutta, associata a una maggiore qualità e miglior gusto, un ridotto contenuto di zuccheri, percepito come più salutare, la genuinità del prodotto, attribuita all’origine delle materie prime e alla lista ingredienti corta. La frutta utilizzata nella preparazione di queste composte proviene da cultivar selezionate e deriva da pratiche di gestione agronomica integrata, improntate, oltre che alla sicurezza alimentare, alla salvaguardia dell’ambiente. La frutta raccolta non contiene, infatti, alcun residuo (né nella buccia, né nella polpa) delle sostanze impiegate nella cura delle piante e dei loro frutti. Questo per garantirne la salubrità, preservandola dagli attacchi degli insetti, funghi, acari e batteri nocivi. “Senza residui di pesticidi” significa residui di pesticidi inferiori al limite di quantificazione analitico dello 0,000001% (zero tecnico) per ciascuna delle molecole analizzate (oltre 650). Un profilo analitico, quindi, al di sotto dei limiti massimi di residui fissati dalla normativa europea per i prodotti alimentari. La nuova linea rientra sotto il cappello de “I frutteti di Oswald Zuegg”, inserendola all’interno del “cru” di filiera. La nuova gamma è declinata in sette gusti, albicocche, frutti di bosco, mirtilli, pesche, arance e limoni, lamponi, fragole e fragoline.


“Da oltre 130 anni, a guidarci è la passione per i valori in cui crediamo, per la terra che lavoriamo e per le persone che rendono unica la nostra azienda – commenta Gaia Romani, head of marketing & trade marketing presso Zuegg group – Nate con l’intento di rispondere in modo efficace alle esigenze dei consumatori, le nuove composte concretizzano la best practice di Zuegg nel garantire elevata qualità grazie a un metodo di coltivazione attento alla sicurezza alimentare e al rispetto per l’ambiente, uniti alla promessa del sapore autentico della frutta”.

Elezioni Ue, Cia Toscana: la politica ascolti l’agricoltura

Elezioni Ue, Cia Toscana: la politica ascolti l’agricolturaRoma, 23 mag. (askanews) – “La nostra volontà e il nostro impegno è quello di far conoscere quelli che sono i problemi della nostra agricoltura alla politica. Gli agricoltori vogliono un giusto reddito per tutto ciò che producono con grande sacrificio, non vogliono essere assistiti. In dieci anni la Toscana ha perso il 28,3% di aziende agricole e oltre il 15% di superfice agricola.


Lo ha sottolineato Valentino Berni, presidente Cia Toscana al convegno che si è svolto a Firenze, dal titolo “La riforma dele politiche europee per la sostenibilità, l’innovazione e l’affermazione dell’impresa agricola” e moderato da Giordano Pascucci, direttore Cia Toscana. Durante il convegno si sono susseguiti interventi di rappresentanti delle istituzioni, forze politiche, candidati alle prossime elezioni europee. E’ intervenuto Roberto Scalacci, dirigente Agricoltura Regione Toscana. “Il valore lungo la filiera è il problema da affrontare – ha ribadito Berni – Ad ogni prodotto agricolo deve essere riconosciuto il giusto valore. Non più procrastinabile una legge nazionale sul tema ma si deve agire anche a livello europeo. In primis, oltre alla revisione della Direttiva per le pratiche sleali, si chiede un osservatorio UE su costi, prezzi e marginalità. Bisogna intervenire anche su una revisione delle politiche finalizzate ad incentivare l’aggregazione e le relazioni di filiera. Il valore delle filiere nasce dalla materia prima” ha detto Berni.

Centro agroalimentare Roma, in 2023 utile 709mila euro

Centro agroalimentare Roma, in 2023 utile 709mila euroRoma, 23 mag. (askanews) – L’assemblea dei Soci del Centro Agroalimentare Roma (CAR), società prevalente a capitale pubblico detenuto da Roma Capitale, Regione Lazio e Roma Metropolitana, ha esaminato e approvato oggi il bilancio d’esercizio 2023, che si è chiuso con un utile di 709.640 euro e un margine operativo lordo di 4,8 milioni di euro, pari a circa il 25,4% rispetto al valore della produzione.


Nonostante la situazione di forte stress derivante dalla congiuntura macroeconomica, il 2023 è stato un anno positivo per il CAR: la maggiore stabilità dei costi delle materie prime ha ridotto il costo energetico comportando una leggera diminuzione del valore della produzione (-8,6%), bilanciata da un netto miglioramento del reddito ante imposte, che si è attestato a 1,1 milioni di euro. Oltre al conto economico anche lo stato patrimoniale ha registrato un miglioramento: il patrimonio netto si attesta a 71,1 milioni di euro, in aumento rispetto al 2022 a seguito del risultato d’esercizio positivo.


Oltre agli interventi di manutenzione ordinaria programmati nel prossimo triennio per un valore complessivo di 6 milioni di euro, il bilancio 2023 consentirà alla società di fare anche alcuni interventi straordinari, con un investimento di ulteriori 6 milioni di euro in 3 anni, necessari per la conservazione e il mantenimento della struttura del CAR, realizzata oltre 20 anni fa. Il progetto di ampliamento, che aumenterà la superficie del CAR di 200mila mq, è ormai prossimo all’inizio dei lavori e le nuove richieste di insediamento logistico-produttivo da parte di grandi aziende è in crescita. Sono inoltre in programma dei progetti di efficientamento e modernizzazione del CAR per circa 13 milioni di euro, di cui 10 milioni finanziati dal PNRR. “Il CAR sta crescendo sia in termine di volumi di merce che negli spazi, e si sta consolidando come uno dei maggiori food hub europei”, commenta Fabio Massimo Pallottini, direttore generale del CAR.


Il sistema CAR nel 2023 ha mosso circa 1,3 milioni di tonnellate di prodotto ortofrutticolo, di cui il 70% proveniente dal territorio nazionale, 140mila tonnellate di prodotto ittico di cui il 40% proveniente dall’Italia e 24mila tonnellate di carne.

Lollobrigida: lattiero caseario è strategico per i made in Italy

Lollobrigida: lattiero caseario è strategico per i made in ItalyRoma, 23 mag. (askanews) – “Il comparto lattiero caseario rappresenta un settore strategico per Made in Italy, un asset a cui il Sistema Italia non può rinunciare in termini di qualità, economia e posti di lavoro”. Lo scrive sulla pagina Facebook, il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, che oggi si trova a Milano per la 79esima Assemblea generale di Assolatte.


“Come Governo Meloni, continueremo ad essere al loro fianco, lavorando in sinergia per sfruttare appieno le infinite potenzialità di crescita dei prodotti lattiero caseari e difendendo le nostre eccellenze da ogni modello che le aggredisce, sia sul piano interno, sia a livello internazionale a cominciare dall’Unione europea”, ha concluso il ministro.

A Brescia 24-25 maggio torna la Guida alle Birre di Slow Food

A Brescia 24-25 maggio torna la Guida alle Birre di Slow FoodRoma, 23 mag. (askanews) – Torna a Brescia il 24 e il 25 maggio, in occasione della presentazione della nona edizione della Guida alle Birre d’Italia di Slow Food Editore, l’appuntamento con le birre artigianali. Due giorni di convegni, talk, degustazioni e incontro con i birrai per conoscere e apprezzare questa realtà.


Dal 2008, grazie a una rete di 101 collaboratori, la Guida offre uno spaccato dell’Italia della birra completo e ricco di particolari. All’inizio i birrifici in Italia erano poco più di 200, oggi hanno superato quota 1000. Nell’edizione 2025, in libreria da venerdì 24 maggio e sullo store di Slow Food Editore, sono raccontate 511 realtà e recensite 2767 etichette, segnalati 785 locali dove è possibile bere o acquistare birra artigianale italiana. Non mancano i riconoscimenti assegnati ogni anno dai curatori della guida: 49 le Chiocciole (i migliori birrifici d’Italia, secondo la Guida), 101 con l’Eccellenza (i birrifici che esprimono un’elevata qualità’ media su tutta la produzione) e 43 con il premio Filiera (realtà che si dedicano con particolare attenzione alla produzione diretta delle materie prime), novità di questa edizione. Del totale delle birre recensite ben 779 etichette sono state premiate.


Al centro dell’evento è la novità dell’edizione 2025: la riflessione sulla filiera, un argomento caro a Slow Food impensabile sino a qualche anno fa e segno di un settore che vuole crescere puntando al territorio e alla qualità: “l’Italia non produce nemmeno un terzo del malto necessario ai propri birrifici – puntualizza Luca Giaccone – e ne importa più del doppio di quello che immette sul mercato. Per il luppolo va anche peggio, il nostro Paese nemmeno compare nelle statistiche internazionali. I birrifici potevano e dovevano affrontare questo limite e siamo contenti di poter registrare una diffusa sensibilità’ sul tema. Siamo ancora molto lontani dalla filiera chiusa, ma i tempi ci sembrano maturi per premiare quelle aziende che sull’argomento stanno facendo il difficile sforzo di cambiare le cose”.

Fipe: dehors sono valore per comunità e driver investimenti

Fipe: dehors sono valore per comunità e driver investimentiRoma, 23 mag. (askanews) – “Il 42% dei Pubblici Esercizi, tra il 2020 e il 2023, ha investito per allestire o ammodernare i dehors dei propri locali, per un valore che tocca i 700 milioni di euro. Parliamo di circa 110.000 imprese che hanno agito per rispondere alle nuove esigenze di consumo della clientela nel rispetto dell’interesse pubblico alla sicurezza e al decoro urbano”. Lo ha detto il vice direttore generale di FIPE-Confcommercio, Luciano Sbraga, che ieri è intervenuto in audizione dinanzi la X Commissione della Camera dei Deputati nell’ambito dell’esame della proposta di legge C. 1486 Caramanna sui Dehors.


“La proposta di legge va nella direzione auspicata da tempo dalla Federazione e ha i meriti – ha detto Sbraga – non solo di consacrare lo straordinario valore che ha assunto nelle città italiane la presenza di dehors collegati a ristoranti e caffè, ma anche la volontà di mettere in maggiore connessione Soprintendenze e Comuni, consentendo una migliore valorizzazione degli spazi su cui poter strutturare la somministrazione all’aperto. La pandemia ha fatto emergere con forza un nuovo modo di vivere gli spazi pubblici affidando ai dehors di ristoranti e caffè un ruolo decisivo nella caratterizzazione del paesaggio urbano e nel miglioramento della qualità della vita”. Il vice direttore generale ha anche ricordato che Fiper “da sempre sostiene la necessità di un cambiamento di paradigma che segni il passaggio dall’attuale occupazione di suolo alla progettazione dello spazio pubblico. Il problema – ha spiegato Sbraga – non sono i Pubblici Esercizi, tantomeno i dehors, ma l’assenza di una progettazione integrata dello spazio urbano in grado di permettere la coesistenza armonica di tutti gli elementi che lo compongono, inclusi i locali con i loro dehors”.


Emblematico il caso di Roma, dove “nonostante una crescita intensa e veloce delle installazioni di dehors a seguito dell’emergenza sanitaria ed a causa di politiche estremamente restrittive adottate in precedenza, oltre il 70% dei cittadini ritiene che i dehors siano un punto di ritrovo dove prima non c’era nulla, che riqualifichino persino il patrimonio edilizio preesistente, che migliorino l’estetica dell’ambiente urbano e che rappresentino degli importanti presidi di legalità e sicurezza lungo le strade della città”, ha concluso Sbraga.

Nasce alleanza per agroecologia contro desertificazione suolo

Nasce alleanza per agroecologia contro desertificazione suoloRoma, 23 mag. (askanews) – Un’alleanza dell’agroecologia per far fronte alla desertificazione del suolo agricolo, all’impoverimento degli agricoltori e al cibo contaminato. E’la novità emersa nel corso dea congresso dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, che ha concluso a Roma la tre-giorni dedicata ai suoi primi 100 anni di vita. Una alleanza si estende a tutto il mondo del biologico, con largo spazio alla ricerca scientifica grazie alla presenza della Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica.


Focus sulla crisi sociale con Nadia El-Hage Scialabba, ecologa ex-dirigente della FAO e collaboratrice del Swette Center dell’Università statale dell’Arizona e con i rappresentanti di Rete Humus e Upbio. Prossimo appuntamento a settembre, con la presentazione ufficiale della nuova alleanza agroecologica per riunire molto più che gli attori del biologico e del biodinamico. “Nel secolo trascorso abbiamo acquisito tecniche e competenze scientifiche che permettono oggi all’Italia di essere il primo esportatore europeo di prodotti biodinamici, facendo a meno degli input chimici, costosi e dannosi, che azzerano la fertilità dei terreni”, ha spiegato Carlo Triarico, presidente dei biodinamici. “In un momento in cui l’agricoltura non remunera più il lavoro, i costi produttivi diventano insostenibili e le aziende agricole diminuiscono in numero per essere accorpate nei grandi latifondi industriali, c’è bisogno di un’azione globale di risanamento della terra. Questo è il compito dei biodinamici, ma non solo, per i prossimi 100 anni”.


Secondo Tricarico, nonostante la recente revisione della Pac 2023-2027 abbia previsto la riduzione di tutti i presidi ambientali senza sanare davvero i problemi degli agricoltori, rimane l’obiettivo di coprire una superficie del 25% coltivata a biologico entro il 2027. Oggi raggiungiamo il 18,7%. E’ un percorso che possiamo completare solo se alziamo la qualità dei processi agricoli, senza rendere convenzionale l’agricoltura biologica”.

Espresso italiano punta su sostenibilità e capitale umano

Espresso italiano punta su sostenibilità e capitale umanoRoma, 23 mag. (askanews) – L’Espresso italiano guarda al futuro tra sostenibilità, risorse umane e nuovi segmenti di mercato. Aumenta infatti l’attenzione del settore verso il riuso dei prodotti di scarto, la sostenibilità, la ricerca, ma anche lìattenzione al capitale umano e al consumo domestico dove la moka trova sempre meno spazio sostituita da macchine che usano caffè in grani. E’ quanto emerge da una survey interna effettuata da Iei (Istituto Espresso Italiano) su un campione di aziende per capire la loro evoluzione.


“Il mondo del caffè sta affrontando importanti temi per il futuro, tra cui la sostenibilità, il tema delle risorse umane e l’esplorazione di nuovi segmenti di mercato. Le aziende Iei, devo dire sono molto virtuose da questo punto di vista, soprattutto sono aziende dinamiche che guardano al futuro con attenzione operando investimenti importanti anche in questi momenti difficili”, spiega il presidente dell’Istituto Espresso Italiano, Luigi Morello.