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Ismea: export agrolimentare verso quota 70 miliardi a fine 2024

Ismea: export agrolimentare verso quota 70 miliardi a fine 2024Roma, 10 ott. (askanews) – Export agroalimentare italiano verso quota 70 miliardi a fine 2024, visto che il bilancio dei primi sei mesi dell’anno chiude con una crescita del 7,1%. La bilancia commerciale del settore torna a essere in attivo di oltre 430 milioni di euro e si registrano 34 miliardi di euro di vendite all’estero realizzate dai vini e dagli alimenti tricolore. L’export verso gli Stati Uniti cresce del 17% e quello verso il Giappone del 50%. I principali mercati si confermano Germania, Francia e Stati Uniti. E’ quanto emerge dall’ultimo report Ismea sugli scambi con l’estero appena pubblicato: si fa quindi sempre più concreta la prospettiva di raggiungere quota 70 miliardi di euro di export entro la fine del 2024.


Il settore mostra infatti una crescita significativa, in contrasto con il calo complessivo delle esportazioni nazionali di beni e servizi (-1,1%), sottolinea Ismea. Un risultato a cui hanno contribuito sia l’industria alimentare, con un incremento dei flussi in valore del 7,7%, sia la componente agricola (+3,4%). Nello stesso periodo, le importazioni sono cresciute a un ritmo inferiore (+1,4% rispetto al primo semestre 2023), complice il ridimensionamento dei prezzi delle commodity agricole dopo la fiammata del 2022, determinando un netto miglioramento del saldo commerciale italiano, che torna positivo e pari a 433 milioni di euro.


Osservando le dinamiche dei mercati di sbocco, le esportazioni italiane sono aumentate in maniera generalizzata verso la maggior parte delle destinazioni. Spicca la crescita a doppia cifra negli Stati Uniti (+17%), dove l’aumento è stato trainato dai prodotti di punta del made in Italy come vini, spumanti, olio EVO e pasta e in Giappone, dove l’incremento in valore dell’export è stato di quasi il 50%, dopo la battuta d’arresto osservata nel 2023. Ottime anche le performance in Romania (+11%) e Australia (+18%). Guardando alla top 10 dei principali mercati, Germania, Francia e Stati Uniti si confermano ai primi tre posti, seguiti da Regno Unito, Spagna, Paesi Bassi, Svizzera, Belgio, Polonia e Austria. A livello merceologico, tornano a crescere le esportazioni di vini in bottiglia (+2%), che confermano il primato tra i prodotti più esportati, con un peso del 7,6% sul totale e un valore di 2,6 miliardi di euro. Positiva anche la dinamica degli spumanti, che raggiungono quasi 1,1 miliardi di euro (+7%).


Tra i comparti in crescita, spiccano i derivati dei cereali, con un aumento dell’8% in valore, guidato dai prodotti di panetteria e pasticceria, più che dalla pasta. In aumento anche il fatturato estero dei formaggi stagionati (+7,5%), dei formaggi freschi (+6%) e, in maniera più marcata, dell’olio di oliva (+64%). Spostando l’analisi sul lato passivo della bilancia commerciale, le importazioni, composte perlopiù da materie prime non trasformate e prodotti semilavorati, hanno invece mostrato un calo per i principali cereali, soia, farina di soia e olio di palma. Al contrario, sono aumentate in modo consistente le importazioni dei primi due prodotti importati: caffè non torrefatto (+12% in valore) e olio di oliva (+33%).

Il 12-13 ottobre la sagra del riso di Simaxis in Sardegna

Il 12-13 ottobre la sagra del riso di Simaxis in SardegnaRoma, 10 ott. (askanews) – Il riso sardo del territorio di Oristano sarà protagonista nel weekend a Simaxis per la 30esima edizione della Sagra del riso. Un appuntamento che sarà aperto da un momento di confronto sul settore, organizzato da Coldiretti Oristano in collaborazione con la Pro Loco e il Comune di Simaxis che si terrà sabato 12 ottobre, dal titolo “Il riso Oristanese: eccellenza nel panorama nazionale e internazionale”.


“Se si considera che l’Oristanese è il territorio dove si concentra la quasi totalità della risicoltura sarda, su una estensione regionale di 3.783 ettari, ben 3.398 sono tutti nei terreni della provincia (dati ISTAT – anno 2023) – dicono il presidente e direttore di Coldiretti Oristano, Paolo Corrias ed Emanuele Spanò – ci si rende subito conto di quanto sia importante questa coltura per il nostro territorio. Un settore che presenta grandi opportunità per i produttori risicoli ma anche qualche criticità quali i notevoli costi di trasporto e i danni annosi da fauna selvatica”. L’appuntamento di sabato sarà occasione per parlarne ed evidenziare l’esigenza di tutelare le imprese risicole che vedono sottratta parte della loro redditività da diversi fattori esogeni su cui si può intervenire.

Confagri Belluno: vendemmia con buone rese e buona qualità

Confagri Belluno: vendemmia con buone rese e buona qualitàRoma, 10 ott. (askanews) – Una vendemmia con buone rese e buona qualità, anche se è ancora presto per tracciare un bilancio definitivo: i bianchi sono stati tutti vendemmiati, mentre all’appello mancano alcuni rossi del Feltrino, che hanno bisogno di tempi più lunghi per la maturazione. E’ il primo bilancio di Confagricoltura Belluno della vendemmia bellunese per il 2024, una vendemmia che si profila decisamente migliore rispetto all’anno scorso, quando si segnarono perdite di produzione dal 30% al 50% in conseguenza di grandinate importanti.


“In Valbelluna il grosso è stato raccolto – sottolinea Enzo Guarnieri, presidente dei viticoltori di Confagricoltura Belluno – e, in generale, mi sembra di cogliere una certa soddisfazione da parte di tutti. L’annata era iniziata con grandi difficoltà, perché le incessanti piogge da marzo a giugno avevano creato parecchi problemi nel periodo della fioritura e dell’allegagione”. La seconda parte della stagione. per fortuna, è stata più favorevole, con un periodo di secco che ha forse rallentato un pochino lo sviluppo, ma tra fine luglio e i primi di agosto tutto ha cominciato a procedere in maniera ottimale. E quindi si è arrivati a un buon risultato. Grandinate pesanti non ce ne sono state e anche la peronospora, tutto sommato, è stata tenuta sotto controllo.


Commento positivo anche da Marco De Bacco, viticoltore di Confagricoltura e presidente del Consorzio Coste del Feltrino: “Quest’anno siamo partiti più preparati, ponendo particolare attenzione in campagna alla luce di quello che era successo l’anno scorso, con le perdite pesanti causate anche dalla peronospora. Chi ha lavorato bene, con i trattamenti giusti, ha avuto un buon raccolto e una qualità molto alta, come nel 2022. Chi, invece, ha esitato a intervenire quando era il momento, ha perso quasi tutta l’uva a causa delle malattie fungine”. Come sempre sono andate meglio le zone della viticoltura storica, sulle rive del monte Aurin, grazie al clima più favorevole e alle varietà autoctone Bianchetta, Pavana, Gata e Turca, che sono molto più resistenti delle varietà internazionali. Soddisfazione stanno dando anche le varietà resistenti come il Solaris e il Souvigner Gris, che consentono di produrre dei vini bianchi interessanti, “mentre sulle varietà a bacca rossa c’è ancora parecchio da lavorare, sia in termini di risultati enologici che di resistenza”, ha concluso.

Presentato ddl riconoscimento imprese distribuzione Horeca

Presentato ddl riconoscimento imprese distribuzione HorecaRoma, 10 ott. (askanews) – E’ stato presentato al Senato, a prima firma del satore Matteo Gelmetti, il disegno di legge per il riconoscimento delle imprese della distribuzione food and beverage operanti nel canale Horeca.


L’obiettivo del disegno di legge presentato al Senato è quello di certificare la qualità dell’attività delle imprese operanti nel settore della distribuzione di prodotti alimentari e di bevande del canale Horeca, riconoscendo il ruolo che esse svolgono per la diffusione delle eccellenze agroalimentari italiane, della promozione del made in Italy e dello sviluppo imprenditoriale dell’accoglienza. Le principali novità riguardano il riconoscimento e la qualificazione normativa della categoria degli operatori e l’istituzione di un elenco nazionale delle imprese operanti nel settore della distribuzione del canale Horeca; la creazione, presso il ministero delle Imprese e del made in Italy, di un Comitato di vigilanza per l’elenco nazionale delle imprese della distribuzione HORECA, con il compito di elaborare proposte per lo sviluppo del comparto, provvedere alla revisione dell’elenco con cadenza biennale e supportare il Ministero nelle attività di tenuta dell’elenco nazionale.


In una nota, Italgrob, la Federazione Italiana Distributori Horeca, accoglie con favore la presentazione del disegno di legge che intende disciplinare normativamente le oltre 3.400 aziende della distribuzione del food and beverage, presenti sul territorio nazionale. “Quando questa legge verrà approvata, il mondo della distribuzione Horeca Italiana entrerà in una nuova era – commenta in una nota Antonio Portaccio, presidente di Italgrob – Questa iniziativa, che vede il pieno sostegno da parte di Italgrob, rappresenta un passo fondamentale per valorizzare l’operato dei distributori attivi nel settore della ristorazione e dell’ospitalità, ben 3.400 aziende in Italia. La proposta garantirà alla nostra categoria un prezioso ‘riconoscimento’ nell’ambito di una filiera di valore, come quella del mercato dei consumi fuoricasa, che rappresenta un asset fondamentale per l’economia del Paese, oltre che settore di straordinaria valenza culturale e sociale”.


“È il primo traguardo di un percorso che stiamo portando avanti da tempo – ha spiegato il direttore generale di Italgrob, Dino Di Marino. – Il lavoro di sensibilizzazione sulle peculiarità del nostro settore ha contribuito a far sì che gli attori istituzionali prendessero coscienza dell’importante ruolo economico e sociale della nostra categoria”.

Fedagripesce lancia ricettario per cucinare specie ittiche aliene

Fedagripesce lancia ricettario per cucinare specie ittiche alieneRoma, 10 ott. (askanews) – Più specie ittiche aliene in tavola per contenere l’invasione e trasformare una minaccia in risorsa. Nel Mediterraneo oggi ci sono 1000 specie aliene. Dato destinato ad aumentare visto che tra 30 anni 1 specie ittica su 3 potrebbe essere straniera secondo le stime di Confcooperative-Fedagripesca. E così Confcooperative Fedagripesca ha realizzato, con il contributo del Masaf e la collaborazione dei biologi della cooperativa Euroacque, “Ricettario extraterrestre per cucine terrestri”.


Dal pesce scorpione, alla triglia tropicale, passando per il pesce pappagallo al granchio blu, sono tante le specie ittiche alla base di ricette semplici e gustose ispirate alla cucina asiatica e sud americana che le vede protagoniste della loro cultura gastronomica. Grazie al ricettario si potrà imparare a riconoscere e cucinare pesci, molluschi e crostacei che sempre più spesso si trovano sui nostri banchi del pesce. “Crediamo che il contenimento di specie aliene più o meno invasive passi anche dal consumo e da una giusta informazione che aiuti i consumatori a capire cosa si sta acquistando e poi a come esaltarlo in cucina. Un modo anche per valorizzare il lavoro dei pescatori che loro malgrado si trovano nelle reti sempre più spesso esemplari originari di altre latitudini”, afferma Paolo Tiozzo vicepresidente Confcooperative Fedagripesca.


E gli italiani sono ben disposti all’idea di ampliare i loro orizzonti gastronomici. Secondo un sondaggio dell’associazione 5 italiani su 6 vorrebbero una offerta più variegata di prodotti ittici, ma a frenare gli acquisti ci sono la mancanza di informazioni e le difficoltà nell’impiegare in cucina specie non conosciute.

Dal Crea zootecnia di precisione per allevamenti meno inquinanti

Dal Crea zootecnia di precisione per allevamenti meno inquinantiRoma, 10 ott. (askanews) – Con la zootecnia di precisione sarà possibile avere allevamenti meno inquinanti e un maggiore benessere animale. Il tutto grazie a dispositivi e sensori digitali di precisione per l’alimentazione automatizzata dei bovini, sistemi di monitoraggio del peso e misuratori del metano emesso dai ruminanti per produzioni di qualità attente al benessere animale e più sostenibili dal punto di vista ambientale. Questi sono alcuni dei risultati di PLF4Milk, nell’ambito del progetto Agridigit per l’agricoltura di precisione finanziato dal Masaf, realizzati dal Crea Zootecnia e Acquacoltura e presentati oggi a Roma.


“Il progetto – spiega in una nota il responsabile scientifico Fabio Abeni, ricercatore del Crea Zootecnia e Acquacoltura – nasce dall’esigenza di impostare un quadro complessivo dei dati disponibili in formato digitale, in particolare quelli provenienti da sensori e altri sistemi informativi presenti a livello aziendale nell’allevamento bovino e bufalino, con l’obiettivo di sviluppare sistemi di supporto alle decisioni, per migliorare l’efficienza del processo produttivo e la qualità del benessere animale”. I dispositivi e i sensori digitali testati nel sottoprogetto vanno dai sistemi di alimentazione, agli analizzatori automatizzati del latte, alle videocamere per la valutazione dello stato di ingrassamento dei bovini, passando per i misuratori del metano emesso dai ruminanti, fino alle tecnologie wireless per monitorare lo stato del benessere animale. Partendo dalla memorizzazione della ricetta per la preparazione giornaliera dell’alimentazione delle bovine, il sistema di alimentazione automatizzato inserisce, miscela e distribuisce la dieta prevista, quando rileva che è necessaria una nuova distribuzione di alimento fresco.


Allo stesso tempo, il dispositivo è in grado di registrare tutte le operazioni che esegue e, quindi, consente all’allevatore un monitoraggio delle quantità di alimento distribuito e degli orari in cui questo avviene. L’analizzatore automatizzato del latte testa micro-campioni raccolti in sala di mungitura e convogliati direttamente in questo dispositivo che, automaticamente, determina markers indicatori dello stadio riproduttivo della bovina, la condizione di salute della mammella e il suo stato nutritivo. Una videocamera per la valutazione dello stato di ingrassamento della bovina al termine di ogni mungitura fornisce all’allevatore un punteggio che va da 1 (vacca magra) a 5 (vacca troppo grassa).

Torna il corso per diventare casari della Mozzarella di bufala Dop

Torna il corso per diventare casari della Mozzarella di bufala DopRoma, 10 ott. (askanews) – Tutto pronto per la nuova edizione del corso per diventare casari, organizzato dalla Scuola di formazione del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, attraverso la società in house Mbc Service. “Così il nostro Consorzio getta le basi per garantire un futuro a questa filiera e affrontare le tante sfide del mondo contemporaneo con strumenti adeguati. Siamo convinti che puntando sul binomio giovani-formazione potremo trasmettere una tradizione antica che deve sapersi rinnovare sempre”, spiega in una nota il presidente del Consorzio di Tutela, Domenico Raimondo.


Le lezioni inizieranno il prossimo 5 novembre e sono aperte le iscrizioni al percorso formativo, riconosciuto dalla Regione Campania, che consente di ottenere la qualifica di “Addetto alle lavorazioni lattiero-casearie”. Solo 20 i posti a disposizione per un’iniziativa che rappresenta una concreta possibilità di futuro lavorativo nella filiera della mozzarella di bufala campana Dop. Il progetto prevede 250 ore di formazione. Le lezioni sono divise in una prima fase di teoria, a cui seguirà il periodo di pratica in laboratorio e infine lo stage nei caseifici. Si potranno apprendere nozioni di chimica e fisica, si imparerà anche come gestire una cagliata e si studieranno i processi di filatura e formatura. Il corso trasferisce, infatti, ai partecipanti le conoscenze tecnico-professionali per garantire la produzione di prodotti caseari, a partire dalla mozzarella di bufala, operando sull’intero processo di trasformazione del latte.


Al termine del corso è previsto un esame finale di idoneità. Ad oggi, 9 allievi su 10 hanno trovato un impiego nel settore lattiero-caseario dopo aver concluso il percorso. Il corso organizzato dal Consorzio, infatti, si distingue perché consente di entrare direttamente in contatto con i protagonisti del comparto della Bufala Dop, di avere a disposizione le migliori risorse professionali e di effettuare stage in una delle realtà socie dell’organismo di tutela. Inoltre, gli studenti “diplomati” entreranno a far parte di un albo a disposizione delle aziende in cerca di personale.

Uila Pesca: unire tutte le voci per proposte concrete per settore

Uila Pesca: unire tutte le voci per proposte concrete per settoreRoma, 10 ott. (askanews) – “Una sola voce che metta insieme sindacato, parti datoriali e pescatori per presentare alle istituzioni proposte concrete che valorizzino la pesca come attività strategica per il Made in Italy, permettendo al settore di affrontare le sfide contemporanee e future senza zavorre ideologiche che ne penalizzino lo sviluppo. Uno sviluppo che deve partire dalla necessità di innovare il settore e di riconoscere il giusto valore del lavoro dei pescatori, la loro cultura e la loro attenzione verso la sostenibilità ambientale”. Lo ha detto ieri la segretaria generale della Uila Pesca, Maria Laurenza, in apertura del convegno “Orizzonte pesca: lavoro, tradizione e innovazione” organizzato a Fiumicino, con l’obiettivo di esaminare e discutere, con tutti gli attori del comparto, le principali criticità e le sfide che coinvolgono il settore.


All’incontro, che si inserisce nell’ambito delle attività connesse all’esecuzione del Programma Nazionale Triennale della Pesca e dell’Acquacoltura, è intervenuto il sottosegretario Masaf Patrizio Giacomo La Pietra che ha ribadito la sua attenzione al mondo della pesca, accogliendo l’invito ad una collaborazione partecipata per individuare in modo condiviso misure adeguate allo sviluppo del settore e alla salvaguardia dei livelli occupazionali. E in messaggio di saluto la Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, che ha sottolineato il suo impegno a mantenere vivo il confronto con le parti sociali. I lavori, presieduti da Fabrizio De Pascale, segretario nazionale Uila Pesca, sono stati animati da numerosi interventi tra cui Giancarlo Righini, assessore regionale con delega alla pesca, Mauro Colarossi, capo ufficio Reparto Pesca Marittima e Capitanerie di porto, Stefano Costa, assessore comunale con delega alla pesca – Comune di Fiumicino, Federico Bigoni, vicepresidente Federpesca, Daniela Borriello, responsabile Pesca e Acquacoltura Coldiretti e Giampaolo Buonfiglio, copresidente Alleanza Cooperative Italiane-settore pesca. Le conclusioni sono state svolte da Enrica Mammucari, segretaria generale Uila.

Coldiretti: nel Centro Nord di nuovo vigneti e campi allagati

Coldiretti: nel Centro Nord di nuovo vigneti e campi allagatiRoma, 10 ott. (askanews) – Ancora vigneti franati e cantine sott’acqua, campi allagati e danni alle strutture. Sono gli effetti della nuova ondata di maltempo che ha colpito il Centro Nord, secondo il monitoraggio effettuato dalla Coldiretti nelle campagne italiane.


In Liguria, nella zona di Sarzana (La Spezia), le precipitazioni hanno causato frane nei vigneti, mentre alcune cantine sono state allagate con danni a produzioni e macchinari. Allagati anche campi coltivati a ortaggi. Problemi anche in Umbria, dove le zone più interessate sono quelle del Perugino, colline marscianesi e Orvietano. Le abbondanti piogge e l’esondazione di alcuni fiumi hanno causato frane, smottamenti e l’allagamento dei terreni appena predisposti per la semina. Ma i nubifragi bloccano anche la raccolta delle olive e le ultime fasi della vendemmia. Dall’inizio dell’anno sono oltre 3100 gli eventi estremi che nel 2024 hanno colpito l’Italia tra nubifragi, grandinate, tempeste di vento e tornado, secondo l’analisi Coldiretti su dati Eswd. Si tratta del 10% di quelli registrati sull’intero territorio dell’Unione Europea.


La nuova ondata di maltempo rende ancora più pesante il bilancio dei danni causati all’agricoltura italiana dai cambiamenti climatici che tra siccità e nubifragi sono arrivati alla cifra di 8,5 miliardi di euro, secondo la stima di Coldiretti.

Nasce in Italia la Carta per turista enogastronomico sostenibile

Nasce in Italia la Carta per turista enogastronomico sostenibileRoma, 9 ott. (askanews) – E’ stato presentato oggi al TTG Travel Experience, manifestazione italiana di riferimento per la promozione del turismo mondiale, un progetto inedito a livello globale frutto della collaborazione di sette organizzazioni nazionali e internazionali. Si tratta di CarTES, la Carta per il Turista Enogastronomico Sostenibile. Questo documento è destinato a diventare un progetto pilota per l’applicazione su larga scala a livello europeo.


La “Carta per il Turista Enogastronomico Sostenibile” è un vademecum per fare esperienza in modo sostenibile dell’enogastronomia di un territorio, nel rispetto dell’ambiente, della cultura e della comunità locale. Iter Vitis porterà il progetto a livello internazionale. CarTES sarà infatti diffusa nei 24 Paesi aderenti all’Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa, e tradotta nelle lingue locali per garantirne la massima accessibilità. Verrà presentata a tutta la rete il 18 ottobre in Moldova, in occasione dell’assemblea del XV anniversario. Aree pilota saranno la Grecia, l’Erzegovina e la Moldova.


Questa iniziativa rappresenta il primo di un percorso più ampio mirato alla creazione di una rete di consapevolezza e collaborazione che stimoli l’intero comparto agroalimentare e vitivinicolo italiano, dall’essere un’eccellenza in termini produttivi e sostenibili, a divenire un riferimento nell’ambito turistico grazie alla diffusione di buone pratiche e modelli di comportamento virtuosi. Le organizzazioni che hanno aderito al progetto e realizzato la Carta per il Turista Enogastronomico Sostenibile sono: Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, Associazione Nazionale Città del Vino, Associazione Nazionale Città dell’Olio, Federazione Italiana delle Strade del Vino, dell’Olio, dei Sapori, Terranostra-Coldiretti, Iter Vitis, Unpli – Unione delle pro loco italiane e Associazione Consulta Nazionale dei distretti del cibo. Tutti i soggetti coinvolti hanno operato a titolo gratuito, sposando la causa e il valore dell’iniziativa.