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Copa Cogeca: ok a codice aggiornato etichettatura green mangimi

Copa Cogeca: ok a codice aggiornato etichettatura green mangimiRoma, 16 dic. (askanews) – A seguito di una valutazione completa di 12 mesi, lo SCoPAFF sulla nutrizione animale della Commissione europea ha ufficialmente approvato il Codice aggiornato di buone pratiche di etichettatura Copa-Cogeca e FEFAC per i mangimi composti. L’approvazione alla riunione del 2-3 dicembre “segna un significativo passo avanti nella promozione della produzione sostenibile di mangimi e nella riduzione delle emissioni della produzione di bestiame”, commenta il Copa Cogeca in una nota.


Ispirato alla proposta della Direttiva sulle dichiarazioni verdi, il codice aggiornato include linee guida dettagliate per comunicare le prestazioni ambientali dei mangimi per animali agli allevatori, affrontando aree di impatto chiave come cambiamenti climatici, eutrofizzazione e tecniche di riduzione delle emissioni del bestiame. Il Codice migliorato, che integra la metodologia PEFCR Feed for Food-Producing Animals e il database del Global Feed LCA Institute, offre un approccio armonizzato all’etichettatura che supporta gli sforzi del settore dei mangimi per ridurre il suo impatto ambientale. Sviluppato con il supporto di FEFANA, il Codice fornisce anche chiare raccomandazioni per comprovare le dichiarazioni ambientali per i mangimi composti, in particolare in relazione alle tecniche di riduzione delle emissioni del bestiame. Più specificamente, garantisce che i produttori di mangimi possano riferire in modo trasparente sull’impatto ambientale dei loro prodotti, migliorando la trasparenza del settore dei mangimi sia nei confronti degli allevatori che dei consumatori. Includendo informazioni su 16 categorie di impatto ambientale, tra cui l’uso dell’acqua e la biodiversità, affronta la necessità di una rendicontazione accurata per soddisfare i requisiti sulle emissioni di gas serra di Scope 3.


L’approvazione del Codice aggiornato “rappresenta una pietra miliare importante nel percorso verso una produzione sostenibile di mangimi e bestiame. Grazie a questo quadro armonizzato, il settore dei mangimi è ora meglio posizionato per contribuire a ridurre le emissioni della produzione di mangimi e bestiame”, conclude il Copa Cogeca.

Planet Farms ottiene la certificazione B Corp

Planet Farms ottiene la certificazione B CorpMilano, 16 dic. (askanews) – Planet Farms, azienda agritech specializzata nell’agricoltura verticale, ha ottenuto la certificazione B Corp, rilasciata da B Lab. Questo traguardo consente all’azienda di entrare a far parte di un gruppo che conta a oggi 320 B Corp in Italia e più di 2.000 in tutta Europa, impegnate nella promozione di un’economia inclusiva, equa e orientata al progresso.


L’azienda già dallo scorso anno aveva assunto il titolo di Società Benefit, introducendo nel proprio statuto l’impegno di generare un impatto positivo sulla società e sull’ambiente congiuntamente al profitto finanziario. Il processo di valutazione ha analizzato le pratiche e i risultati aziendali considerando cinque differenti categorie: governance, lavoratori, comunità, ambiente e clienti. Il punteggio finale ottenuto da Planet Farms è di 84,1, superiore alla media nazionale e alle medie del settore manifatturiero e delle aziende della fascia dimensionale di riferimento. La certificazione è stata ottenuta da Planet Farms Holding Società Benefit includendo nella valutazione tutte le società del gruppo. “La certificazione B Corp rappresenta una milestone importante per il percorso di Planet Farms, il riconoscimento dei valori Esg che rappresentano le fondamenta dell’azienda e del nostro impegno concreto verso l’ambiente e la società – commenta Daniele Benatoff, Ceo Planet Farms Holding – Abbiamo già messo in atto politiche aziendali e valutazioni ambientali, tra cui il Life Cycle Assessment e la misurazione della Carbon Footprint, oltre a un codice di condotta per i fornitori e un importante piano di welfare aziendale per i nostri dipendenti, ma il percorso non si chiude qui. La certificazione misura e attesta questo impegno consentendoci di mettere in campo nuove sfide, a favore di un impatto rigenerativo che produca ancora più inclusività ed equità”.

Esselunga: 4 mln pasti donati ogni anno attraverso il Banco Alimentare

Esselunga: 4 mln pasti donati ogni anno attraverso il Banco AlimentareRoma, 16 dic. (askanews) – Nuovo episodio della campagna “Non c’è una spesa che non sia importante” di Esselunga in cui racconta l’impegno contro lo spreco alimentare, che rende importante anche “la spesa che non fai”. Un impegno che si traduce in circa 2.000 tonnellate di cibo, l’equivalente di oltre 4 milioni di pasti, devoluti ogni anno. Tutto ciò è possibile grazie alla collaborazione ventennale con Banco Alimentare, che permette a Esselunga di donare le eccedenze a scopo sociale, attraverso una catena organizzativa sistematica, controllata e sicura, in grado di raccogliere e distribuire prodotti food, anche freschi e freschissimi.


Lo stile è nuovo rispetto agli episodi precedenti della campagna. La centralità della spesa come gesto quotidiano che accompagna le storie delle persone viene confermata e si arricchisce di un nuovo punto di vista, quello di chi non può acquistare il cibo ma lo riceve in dono. Da qui il claim “Non c’è una spesa che non sia importante. Anche quella che non fai”. Lo spot, firmato dall’agenzia creativa di New York SMALL, è stato lanciato con un teaser da 10 secondi in rotazione sulle principali reti televisive dal 15 dicembre, mentre questa sera verrà trasmesso nel formato da 75 secondi. La regia è di Dario Fau, premiato quest’anno con un Leone d’Argento al Festival internazionale della creatività, prestigioso riconoscimento in ambito pubblicitario.

Caffè al bar: per i consumatori è un momento di socialità

Caffè al bar: per i consumatori è un momento di socialitàRoma, 16 dic. (askanews) – Il caffè al bar ha una forte componente di socialità. Questo è il valore preponderante, oltre a vivere il piacere di gustare un prodotto di qualità. Di caffè, cultura e consumi in Italia se ne è occupata la survey voluta dall’Istituto Espresso Italiano e condotta da Furio Camillo con Sylla che ha coinvolto consumatori (adulti e GenZ) e baristi, con l’obiettivo di comprendere le loro preferenze e motivazioni. La ricerca ha permesso di indagare le dinamiche di consumo di tre gruppi distinti: i consumatori adulti, gli adolescenti e i baristi, ciascuno con specifiche abitudini e percezioni. Quello che è emerso è la conferma che il caffè non è solo una bevanda, ma è un’esperienza che coinvolge i sensi, rappresenta un momento di connessione sociale e riflessione personale ed è profondamente radicato nella cultura italiana.


“Da circa 30 anni IEI investe sulla certificazione di prodotto, un modello che a sua volta nasce da oltre 70mila test in tutto il mondo – spiega in una nota Luigi Morello, presidente dell’Istituto Espresso Italiano – l’indagine di oggi conferma che qualità si traduce nel piacere sensoriale per il 73% degli intervistati, ecco dunque una conferma all’impegno di IEI nel cercare di migliorare sempre di più la qualità di prodotto offerta dalle aziende italiane dell’espresso e di promuovere l’analisi sensoriale anche ai baristi”. L’apprezzamento tra gli adulti si è rivelato altissimo, 8,6%, il dato emerso rappresenta un ottimo risultato anche tra giovani della GenZ under 18 che valutano l’importanza a 6,9. Risultato significativo considerando che del segmento dei teen ager, pur frequentando poco il bar, il 7% ci va tutti i giorni e quasi ii 15% almeno una volta a settimana. Cosa cercano? Locali confortevoli per relazionarsi, prodotti sostenibili e un prezzo accessibile.


Per entrambi i target, adulti e adolescenti, la qualità del caffè è il principale driver di scelta di un bar, 73,9%. Tuttavia, gli adulti attribuiscono maggiore importanza alla professionalità del barista (7 su 10), mentre i GenZ under18 preferiscono locali comodi dove trascorrere del tempo. Nelle scelte, tuttavia, sia adulti che under18 si lasciano influenzare più dai consigli di parenti e amici che da pubblicità o influencer. La ricerca ha evidenziato e diviso in sette cluster i vari tipi di consumatori: gli esteti solitari, i frequentatori disinteressati, i socializzatori pratici, gli individui che amano sperimentare, gli amanti della qualità riflessivi, gli energici individualisti, gli addicted del caffè e gli Esploratori di Gusto. Uno degli aspetti che derivano dai cluster è legato alla valorizzazione della sostenibilità.

Al via la campagna commerciale del marrone dell’Appennino Rmiliano

Al via la campagna commerciale del marrone dell’Appennino RmilianoRoma, 16 dic. (askanews) – Elevata disponibilità di prodotto (+65% rispetto al 2023) e buoni riscontri di mercato: è partita la prima campagna commerciale del “Marrone dell’Appennino Emiliano – Sapore di Montagna”. Un prodotto che ha visto aggregarsi tre consorzi, il Consorzio Castanicoltori dell’Appennino Bolognese, il Consorzio Castanicolo dell’Appennino Modenese e il Consorzio Castanicoltori dell’Appennino Reggiano, oltre all’azienda Mitica Srl, al Gruppo Alegra di Faenza e a Coop Italia che distribuisce in esclusiva il prodotto.


“Il progetto è nato in una terra, quella emiliano-romagnola, che conosce il valore dell’aggregazione e sa che può essere vincente, se di qualità – commenta Renzo Panzacchi, coordinatore dell’Associazione consorzi castanicoltori Appennino emiliano-romagnolo – siamo convinti che l’unione faccia la forza e, con questo spirito, abbiamo sviluppato il marchio collettivo ‘Marrone dell’Appennino Emiliano’. Oggi possiamo contare su circa 200 produttori che operano su una superficie di 800 ettari dislocati nelle tre province di Bologna, Modena e Reggio: i volumi disponibili, nettamente superiori a quelli dell’anno passato, ci permettono di essere ottimisti sulla campagna commerciale appena partita”. L’analisi dei dati produttivi parla di un raccolto 2024 che è tornato ai livelli medi storici, dopo gli enormi danni causati nel recente passato dal cinipide del castagno, la famosa ‘vespa cinese’, che per diversi anni dal 2009 ha flagellato i nostri areali e compromesso la capacità produttiva dei castagneti. “E il risultato avrebbe potuto essere ancora migliore se le abbondanti piogge cadute verso la fine della raccolta non avessero impedito l’uso delle macchine raccoglitrici, costringendo molti produttori ad interrompere una raccolta già resa complessa dalla scarsa disponibilità di manodopera che affligge tutto il settore agricolo”.

Cioccolato Modica Igp punta su cacao Igp e zucchero 100% italiano

Cioccolato Modica Igp punta su cacao Igp e zucchero 100% italianoRoma, 16 dic. (askanews) – Un nuovo primato per il Cioccolato di Modica Igp, che oltre ad essere il primo e unico cioccolato al mondo a denominazione, nel 2018 è stato tra i primi prodotti del made in Italy ad adottare il contrassegno di Stato e oggi è il primo a dotarsi del nuovissimo Passaporto digitale, composto da un contrassegno sicuro personalizzato e univoco ed un sistema digitale di informazioni specifiche che consente al consumatore di riconoscere l’autenticità e sicurezza del prodotto, la sua tracciabilità e la sua storia.


Il contrassegno sarà esposto su ogni barretta di Cioccolato di Modica Igp e ne garantirà autenticità e identità, essendo di fatto una piccola banconota realizzata dal Poligrafico con avanzate tecnologie di progettazione e stampa di sicurezza, tra cui l’impiego di carta filigranata, grafismi di sicurezza, guilloche, fibrille e inchiostri speciali, come ha spiegato il sottosegretario al Masaf Patrizio La Pietra intervenuto oggi alla presentazione del nuovo Passaporto digitale per il Cioccolato di Modica Igp con il Consorzio e l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Intanto, nel 2024 il Cioccolato di Modica Igp ha prodotto 22,3 milioni di barrette di cioccolato, l’87% delle quali, pari a 18,2 milioni, prodotto dalle 15 aziende aderenti al Consorzio di tutela, organismo riconosciuto ufficialmente dal Masaf proprio la scorsa settimana. “Per il Governo è importante valorizzare e supportare le filiere che puntano sulla qualità – ha detto il sottosegretario La Pietra – e con il Passaporto digitale spero che il Cioccolato di Modica sia un esempio virtuoso anche per gli altri Consorzi”.


Ma i progetti, per il cioccolato di Modica Igp, non si fermano qui. Nino Scivoletto, presidente del Consorzio, ha spiegato che “il cioccolato di Modica Igp è il prodotto trasformato per il quale vengono rilasciate più autorizzazioni. Oggi il Passaporto digitale – ha detto – ci da una sicurezza totale”. E, dopo avere reso Modica “la città a cui si pensa quando si parla di cioccolato”, ora il Consorzio ha un altro obiettivo in mente: diventare “il primo cioccolato Igp fatto con fave di cacao Igp”. Come? Con una serie di accordi con i due maggiori paesi produttori di cacao: la Costa d’Avorio e l’Indonesia. Nel primo caso, dalle autorità indonesiane è già stata presentata alla Commissione Europea richiesta del riconoscimento Igp per il cacao del distretto di Berau e speriamo nel 2025 di potere avere il primo cioccolato di Modica Igp da fave certificate”. Ancora, il cda del Consorzio “si sta attrezzando per avviare a Modica un impianto prodottivo di lavorazione in cui avere una pasta amara lavorata in Sicilia” e, grazie a una serie di incontri con le aziende della Costa d’Avorio, primo paese produttore, avere “una fornitura di cacao direttamente per il consorzio”. Infine, “abbiamo in corso un progetto con Coprob Italia Zuccheri – ha concluso Scivoletto – per produrre il cioccolato di Modica Igp con zucchero grezzo di barbabietola al 100% italiano”.


Il contrassegno, ha aggiunto Francesco Soro, amministratore delegato dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, “garantisce tracciabilità e unicità del prodotto, oltre ad essere uno strumento di marketing e di comunicazione. Con il ministro Lollobrigida – ha detto – stiamo ragionando perché anche il food, su base volontaria, possa avere l’emblema della Repubblica sul prodotto. Questo rafforza le tutele perché la contraffazione è un reato, ma è un reato aggravato anche la contraffazione dell’emblema della Repubblica”. Il progetto del passaporto digitale è stato realizzato dalla partnership tra Poligrafico e Zecca dello Stato, CSQA Certificazioni e Fondazione Qualivita ed è un sistema che traccia il patrimonio informativo sulla storia del prodotto IG e connette in modo diretto filiera e consumatore. Sul modello della tracciabilità dei vini (fascette), prevede un contrassegno personalizzato con una grafica che evoca la specificità del prodotto e realizzata con elementi di sicurezza riconducibili alla stampa di carte per banconote.


Il contrassegno è collegato a tutto il patrimonio informativo messo a disposizione dall’ente certificatore, dai produttori e da tutti gli operatori coinvolti e può essere interrogato tramite l’app Trust your Food, che permette, inoltre, il contatto diretto produttore-consumatore e la consultazione di approfondimenti a valore aggiunto sul prodotto stesso unendo strumenti anticontraffazione e per la tracciabilità e per comunicare la qualità certificata.

Nescafé con PiantiAmo il futuro arriva a Ferrara: 200 alberi in città

Nescafé con PiantiAmo il futuro arriva a Ferrara: 200 alberi in cittàMilano, 16 dic. (askanews) – Nestlé Professional, attraverso il brand di caffè Nescafé, collabora con tutta la filiera, a partire dalle comunità di coltivatori fino al consumatore, per costruire una catena di valore. Con questo spirito è nato nel 2023 il progetto “PiantiAmo il futuro: un albero per ogni macchina del caffè che rinasce” rivolto alle strutture alberghiere. In sostanza per ogni macchina del caffè revisionata che gli hotel sceglieranno di installare al posto di una nuova, Nescafé donerà e pianterà un albero. Obiettivo? Piantare 500 alberi in 3 anni.


Lo scorso anno sono state piantate 100 piante nell’area Balossa all’interno del Parco Nord Milano. Nel 2024, in continuità con il progetto di Nescafé di rigenerazione urbana, Nelle mie mani, sono stati donati e saranno piantati, in alcune aree verdi della città di Ferrara, 200 tra alberi e piante. Infatti, grazie anche al contributo di Bwh Hotels Italia & Malta e di altri hotel indipendenti affiliati a Si Supply, centrale acquisti del gruppo Bwh, gli alberi e le piante sono stati collocati lungo la Nuova Darsena di Ferrara e in alcune aree verdi della città. “Siamo lieti di poter proseguire con questo importante progetto al fianco della città di Ferrara e con partner alberghieri d’eccezione, con i quali condividiamo l’impegno e l’attenzione alla tutela dei territori – ha dichiarato Paolo Pisano, marketing manager Nestlé pofessional bvande e tade aset mnager. Un altro passo verso l’obiettivo di donare e piantare 500 alberi in 3 anni e dare così un importante contributo per la riqualificazione delle aree verdi da restituire ai cittadini”.

Ok Comm. Ue a 167 mln sgravi contributivi in Dl Agricoltura

Ok Comm. Ue a 167 mln sgravi contributivi in Dl AgricolturaRoma, 16 dic. (askanews) – La Commissione Europea ha approvato gli sgravi contributivi previsti nel Decreto Agricoltura, adottato lo scorso maggio. Le risorse, pari a 167 milioni di euro, rappresentano un sostegno fondamentale per gli imprenditori agricoli di Emilia-Romagna, Marche e Toscana, territori duramente colpiti dagli eventi climatici estremi del maggio 2023 e dalle conseguenze economiche legate al conflitto russo-ucraino. Lo rende noto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, sul proprio profilo Fb.


“Questo intervento, finalizzato a rafforzare la liquidità delle imprese agricole – spiega il ministro – testimonia l’impegno concreto del Governo Meloni nel supportare il settore primario. Un ringraziamento va alla ministra Marina Elvira Calderone, con la quale abbiamo lavorato a questi interventi per sostenere le imprese agricole in un momento di grande difficoltà, promuovendone la competitività e garantendo il necessario sostegno agli operatori del comparto in situazioni di emergenza”, conclude Lollobrigida.

Turismo enogastronomico in 2024 in Italia cresce del 12% sul 2023

Turismo enogastronomico in 2024 in Italia cresce del 12% sul 2023Roma, 16 dic. (askanews) – Il turismo enogastronomico in Italia è cresciuto nel 2024 del 12% rispetto al 2023 e un aumento del 49% sul 2016; vale 41,1 miliardi di euro e la Toscana è la regione più richiesta tra i turisti italiani, seguita da Emilia-Romagna e Puglia. E’ stata presentata oggi a Parma la settima edizione dello studio annuale ideato da Roberta Garibaldi e realizzato da Aite-Associazione Italiana Turismo Enogastronomico.


Il Rapporto 2024 ha posto l’accento sulle azioni necessarie per trasformare un business già consolidato in uno strumento strategico nazionale per lo sviluppo armonico del territorio, rivitalizzando i borghi e le aree rurali. “Urgono modifiche normative, investimenti pubblici per infrastrutture e centri museali, formazione e comunicazione dedicate, innovazione tecnologica, un nuovo modello di governance”, ha affermato Garibaldi. I dati del Rapporto certificano che si è ulteriormente consolidato il legame tra gli italiani e il viaggio alla ricerca di cibo, vino, olio e tutte le altre tipicità agroalimentari del territorio italiano. Il 70% degli intervistati dichiara infatti di aver svolto almeno una vacanza negli ultimi tre anni con questa motivazione primaria.


E mentre il turismo domestico generalista ha segnato un calo nel corso dell’ultima stagione estiva, quello enogastronomico non ha deluso, anzi: c’è un ampio bacino di domanda, stimato in 14,5 milioni di potenziali turisti del gusto, che opta prevalentemente per mete domestiche (64%). La destinazione preferita tra gli italiani, sia per i viaggi passati (39,3%) che per quelli futuri (33,9%), è la Toscana; a seguire troviamo Emilia-Romagna e Puglia, che s’invertono nell’ordine se consideriamo le intenzioni di viaggio. Come nei semestri passati, l’enogastronomia si conferma fra le esperienze più desiderate anche per i turisti europei: il 15,3% della popolazione del Vecchio Continente (circa 20,6 milioni di potenziali turisti) ha intenzione di affrontarle nei viaggi in programma per questa stagione invernale, a prescindere dalla tipologia di viaggio (mare, city break, culturali e outdoor). Ed è alto anche l’interesse per le mete e le attrazioni a tema cibo dei mercati long-haul: in particolare svettano le destinazioni del Far East (Giappone, Corea del Sud, Cina) e il Brasile.

Slow Food presenta il progetto “Presidiamo la Calabria”

Slow Food presenta il progetto “Presidiamo la Calabria”Roma, 16 dic. (askanews) – Al via Presidiamo la Calabria, il progetto di Slow Food Italia, in sinergia con Slow Food Calabria e sostenuto dall’assessorato all’Agricoltura, Risorse Agroalimentari e Forestazione della Regione Calabria, attraverso il Fondo Sviluppo e Coesione 21-27, che ha l’obiettivo di tutelare le piccole produzioni di qualità. Il progetto, presentato nell’ambito dei festeggiamenti per il ventennale del Presidio Slow Food del Moscato di Saracena, porterà entro il 2026 all’avvio in Calabria di almeno sei nuovi Presìdi Slow Food e alla segnalazione di almeno dieci nuovi prodotti sull’Arca del Gusto di Slow Food.


“La Calabria è una regione che custodisce una biodiversità ricca e preziosissima, un patrimonio non solo sotto il profilo agroalimentare ma identitario e culturale per l’intero territorio e le comunità che lo abitano – ha sottolineato Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia – Il progetto Presidiamo la Calabria rappresenta un esempio concreto di come si possa costruire un’alleanza solida per sostenere e facilitare la conversione dei sistemi produttivi verso modelli più equi e sostenibili. Ciascun nuovo Presidio Slow Food e ogni segnalazione sull’Arca del Gusto sono la dimostrazione che in ogni angolo d’Italia c’è un contadino, un pescatore, un allevatore, un artigiano del cibo che non si piega alle logiche della grande distribuzione che tende alla mercificazione del cibo”. “Ci siamo e faremo la nostra parte, a livello istituzionale, perché attraverso questo nuovo progetto storie e percorsi come quelli che hanno interessato con successo il Moscato di Saracena possano diventare modelli da seguire e replicare: la Calabria ha tanto dare, in termini di eccellenze e qualità agroalimentare, e con la preziosa collaborazione di Slow Food sarà certo possibile fare tanto, sempre più e meglio”, ha dichiarato Gianluca Gallo, assessore all’Agricoltura, Risorse Agroalimentari e Forestazione della Regione Calabria.


La straordinaria varietà di ecosistemi che può vantare la Calabria si riflette anche nei numeri: a oggi, nella regione sono attivi 13 Presìdi e altri 86 prodotti sono segnalati sull’Arca del Gusto. All’Alleanza Slow Food aderiscono 14 tra cuochi e pizzaioli, mentre nella guida Osterie d’Italia sono recensiti 73 locali. Più di 900 soci animano le 9 Condotte e le 16 Comunità attive sul territorio.