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Berni (Grana Padano): dazi Usa per noi sono un danno pesante

Berni (Grana Padano): dazi Usa per noi sono un danno pesanteRoma, 3 apr. (askanews) – “La scelta di Trump è un pesante danno per noi e un grave errore che penalizza i consumatori americani, che pagheranno di più incidendo quindi anche sulla loro inflazione”. Così in una nota Stefano Berni, direttore generale del Consorzio Grana Padano Dop, all’indomani della introduzione dei nuovi dazi imposti dal Presidente Trump, che fanno lievitare il prezzo del formaggio del 20%, mette seriamente a rischio il consolidamento di questo mercato e le prospettive future dell’export negli USA.


Con 215.000 forme esportate e una crescita del 10,53% rispetto al 2023, gli Stati Uniti hanno rappresentato nel 2024 il terzo mercato per il Grana Padano DOP, la denominazione di origine protetta più consumata al mondo. “Finora, su ogni forma di Grana Padano esportata negli Stati Uniti era applicato un dazio pari al 15% del valore fatturato per circa 2,40€ al kg – spiega Berni – Con l’aumento del 20%, il prelievo allo sbarco in USA salirà a quasi 6 euro al kg al consumo che si amplificheranno ulteriormente, con inevitabili conseguenze sui prezzi americani”. “Il 39% esibito ieri sera sulle tabelle di Trump non è vero per quanto riguarda il caseario – precisa Berni – perché il dazio all’ingresso in UE di formaggi americani è di circa 1,8 euro al kg, quindi inferiore a quanto noi da sempre paghiamo, e con i nuovi dazi diventerebbe appena 1/3 di quanto noi dovremo pagare da oggi in poi. Quindi, almeno per noi, è un’inesattezza colossale che il dazio aggiuntivo sia la metà del dazio addebitato ai formaggi USA perché, ripeto, a noi oggi costa il triplo per entrare negli USA rispetto a quello che i formaggi USA pagano per entrare da noi”.


Berni sottolinea quindi l’urgenza di un intervento politico e diplomatico: “le istituzioni italiane ed europee devono attivarsi immediatamente per contrastare questo contraccolpo, adottando tutte le misure necessarie a tutelare le esportazioni dei prodotti colpiti da questi dazi ingiustificati e per noi assai penalizzanti. Siamo sconcertati perché ogni qualvolta c’è tensione internazionale i formaggi di qualità vengono colpiti oltre misura. È successo nel 2014 con l’embargo russo post invasione in Crimea e da allora non esportiamo più un solo kg in Russia. È successo dall’ottobre 2019 al febbraio 2021, nell’ultimo tratto del Governo Trump, potrebbe succedere in Cina tra poco ed è successo di nuovo in USA oggi”. Secondo gli esperti del settore, inoltre, questa misura favorirà soprattutto la diffusione negli USA di prodotti “Italian sounding”, che sfruttano nomi e suggestioni della tradizione italiana senza offrire le stesse garanzie di qualità e autenticità. “Siamo il formaggio DOP più venduto al mondo esportando nel 2024 il 51,2% – conclude Berni – Trovare velocemente spazi aggiuntivi ulteriori fuori dall’Italia sarà quasi impossibile e spero che nessuno provi ad insegnarci come e dove collocare le forme che non andranno più in USA”.

Roberto Caponi nuovo direttore generale di Confagricoltura

Roberto Caponi nuovo direttore generale di ConfagricolturaRoma, 3 apr. (askanews) – Roberto Caponi è il nuovo direttore generale di Confagricoltura. Romano, una figlia, laureato in giurisprudenza e abilitato alla professione di avvocato, dopo esperienze in primari studi legali di diritto commerciale e del lavoro, Caponi entra a Palazzo della Valle nel 1988, dove ricopre, negli anni, diversi ruoli nell’ambito delle politiche del lavoro, della gestione delle risorse umane e del Patronato ENAPA, fino alla più recente carica di direttore delle politiche del lavoro e welfare.


È attualmente presidente dell’Ente bilaterale agricolo nazionale (EBAN), componente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (CIV) INAIL e consigliere di amministrazione di Enpaia. In passato è stato anche consigliere del CIV INPS. Esperto in materia di lavoro e previdenza in agricoltura, è autore di numerosi articoli e pubblicazioni sull’argomento. “Sono certo – commenta in una nota il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – che Roberto Caponi, grazie alla lunga esperienza nelle relazioni industriali e sindacali e alla profonda conoscenza della nostra Organizzazione, sia a livello centrale, sia territoriale, saprà guidare la struttura in modo solido verso le numerose sfide che ci attendono. Sono molto soddisfatto, inoltre, che la Giunta confederale si sia dimostrata coesa e determinata nella scelta del nuovo DG, e che il Comitato Direttivo abbia condiviso con convinzione la sua figura”.


La Confederazione ringrazia calorosamente l’avvocato Antonio Vincenzi per aver garantito una transizione armoniosa e allo stesso tempo intende ringraziare per il lavoro, l’impegno profuso e i risultati raggiunti il precedente direttore generale, Annamaria Barrile, durante il suo mandato.

Presentata Macfrut: 1.400 espositori, il 40% internazionali

Presentata Macfrut: 1.400 espositori, il 40% internazionaliRoma, 3 apr. (askanews) – Un aumento del 6% dell’area espositiva, oltre 1.400 espositori, spiccata presenza internazionale al 40%, 1500 top buyer da tutto il mondo interconnessi con gli espositori in una apposita piattaforma networking. E ancora: tre simposi mondiali (Biotecnologie, Patata, Piante Aromatiche del Mediterraneo), l’Egitto come Paese partner, il Lazio come Regione protagonista, tanti Saloni tematici su trend e tendenze del settore coordinati da un team di esperti, un campo prova sull’innovazione frutticola e orticola. Per un totale di oltre un centinaio di eventi nel corso di tre giorni. E’ stata presentata oggi Macfrut 2025, che si svolgerà da martedì 6 a giovedì 8 maggio 2025 al Rimini Expo Centre, in contemporanea con Fieravicola, la manifestazione internazionale dedicata alla filiera avicunicola.


Oggi è stata anche annunciata una novità per l’edizione 2026, ovvero un cambio di date: Macfrut 2026 si svolgerà, infatti, ad aprile e precisamente dal 14 al 16 aprile. La scelta della nuova data, è stato spiegato, è dettata dalla necessità di usufruire di nuovi spazi nei padiglioni fieristici riminesi con l’obiettivo di sviluppare nuovi format innovativi. Il messaggio di questa 42esima edizione è “la salute vien mangiando” e l’ortofrutta è alla base della sana alimentazione. In altre parole è “Healthy food”, come è stata chiamata la novità di Macfrut 2025, la grande arena insieme a esperti scientifici, chef e testimonial di fama nazionale che si faranno portavoce di questi valori a partire dalla campionessa olimpica Valentina Vezzali, presente alla conferenza stampa dell’evento.


Alla presentazione di Macfrut 2025 presso Agenzia ICE a Roma sono intervenuti tra gli altri il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, Matteo Zoppas presidente Agenzia ICE, Sergio Marchi direttore Ismea, Renzo Piraccini presidente Macfrut, Giancarlo Righini assessore all’Agricoltura della Regione Lazio. Con una presenza di espositori esteri superiore al 40%, Macfrut si conferma l’evento fieristico agrifood più internazionale del panorama italiano. Paese partner sarà l’Egitto, protagonista con una grande area con 40 aziende. Sempre nel contesto del Continente Africano ci sarà il Mali con una sessantina di aziende, ma anche la Repubblica Democratica del Congo con oltre 30 e Ghana con 20 imprese. Tra le new entry la Tanzania con uno stand nazionale, così come l’Iraq presente con il supporto di UNIDO.


Più in generale in ambito internazionale forte la presenza da Centro e Sudamerica: Costa Rica, Panama, Cile, Repubblica Dominicana, Cuba e la new entry Ecuador. Ampia anche la presenza dall’Europa dove si segnalano un nutrito gruppo di imprese di produzione dalla Spagna. In fiera saranno presenti oltre 1500 top buyer da tutto il mondo, grazie al supporto di Agenzia ICE, con un particolare focus sui grandi importatori ortofrutticoli europei ed internazionali, in particolare dal Brasile divenuto uno dei grandi mercati di sbocco.

Dazi, Copa e Cogeca: dialogare con Usa, evitare guerra commerciale

Dazi, Copa e Cogeca: dialogare con Usa, evitare guerra commercialeRoma, 3 apr. (askanews) – La Copa e la Cogeca esortano “vivamente” i decisori politici dell’UE e degli Stati Uniti a portare avanti nei prossimi giorni ogni sforzo diplomatico possibile per evitare una guerra commerciale, lavorando “in modo costruttivo per affrontare le controversie senza compromettere i benefici commerciali esistenti, garantendo che gli agricoltori e le cooperative agricole possano continuare a contribuire alla sicurezza alimentare e alla resilienza economica su entrambe le sponde dell’Atlantico”. Così in una nota il Copa e la Cogeca dopo che ieri sera il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato il nuovo Reciprocal Tariffs Act, che impone un’imposta aggiuntiva del 20% sui prodotti dell’UE, destinata a entrare in vigore nei prossimi giorni.


L’introduzione di dazi aggiuntivi, precisano i sindacati europei, minaccia di interrompere le catene di approvvigionamento globali, far salire i prezzi e limitare l’accesso al mercato per gli agricoltori e le cooperative agricole su entrambe le sponde dell’Atlantico, con significative conseguenze economiche per il settore agricolo. Secondo Copa e Cogeca c’è il concreto rischio di un’escalation delle tensioni commerciali tra due partner commerciali chiave, che minacciano di minare un settore che fa affidamento sulla stabilità e su mercati aperti e prevedibili. Il presidente della Copa Massimiliano Giansanti, nella sua reazione iniziale, ha sottolineato che “gli agricoltori e le cooperative agricole europee stanno già affrontando sfide crescenti, dai crescenti costi di produzione alle pressioni legate al clima. Queste nuove tariffe aggiungeranno ulteriore incertezza e tensione finanziaria al nostro settore, colpendo sia i produttori che i consumatori – ha detto Giansanti – Garantire la nostra sicurezza alimentare deve essere la bussola dell’Europa in questi tempi difficili, poiché la nostra sicurezza nazionale comune inizia da lì. Esortiamo i decisori politici di entrambe le parti a cercare il dialogo ed evitare un conflitto commerciale su vasta scala”.


E secondo il presidente della Cogeca Lennart Nilsson “le misure commerciali di ritorsione non avvantaggeranno gli agricoltori né nell’UE né negli Stati Uniti. Al contrario, limiteranno le nostre opportunità, aumenteranno i prezzi e indeboliranno la resilienza delle aziende agricole. Invitiamo entrambe le amministrazioni a dare priorità ai negoziati ed esplorare tutte le vie diplomatiche prima di ricorrere a misure che potrebbero avere conseguenze durature”.

Dazi, Lollobrigida: ragioniamo e troviamo soluzioni -rpt

Dazi, Lollobrigida: ragioniamo e troviamo soluzioni -rpt— ripetizione con titolo corretto — Roma, 3 apr. (askanews) – “Quelle di Bertinelli sul Parmigiano Reggiano sono parole sagge. Ha fatto il confronto con le precedenti sanzioni di Trump, da cui emerge che il Parmigiano era anelastico, ovvero che non è cambiato molto: chi vuole il parmesan lo compra, chi vuole il Parmigiano Reggiano in passato è stato disposto a pagarlo di più”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, intervenendo alla presentazione del Macfrut 2025, che si terrà a Rimini dal 6 all’8 maggio.


Il riferimento è a un comunicato del presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano Dop, Nicola Bertinelli, secondo il quale “l’aumento del prezzo non porta automaticamente ad una riduzione dei consumi. Negli Stati Uniti – ha detto Bertinelli – chi compra il Parmigiano Reggiano fa una scelta consapevole: ha infatti un 93% di mercato di alternative che costano 2-3 volte meno. Imporre dazi su un prodotto come il nostro aumenta solo il prezzo per i consumatori americani, senza proteggere realmente i produttori locali”. Il ministro Lollobrigida ha poi aggiunto: “in queste ore ho sentito un po’ di persone che facevano calcoli sulle perdite dovute alla imposizione di dazi ma non c’era un dato sciantifico. Noi abbiamo Ismea, l’Ice, tanti analisti: ragioniamo e troviamo pragmaticamente delle soluzioni”, ha concluso.

Cia: a dazi Usa serve risposta negoziale immediata da Ue

Cia: a dazi Usa serve risposta negoziale immediata da UeRoma, 3 apr. (askanews) – “La politica dei dazi è sbagliata e controproducente. Adesso non bisogna andare in ordine sparso ma agire uniti come Europa, con un approccio non di sudditanza. Occorre un’azione diplomatica rapida, forte e decisa”. Così il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, dopo l’annuncio di dazi al 20% da parte del presidente americano Donald Trump.


Dazi che colpiranno indistintamente tutti i prodotti europei, a partire dall’agroalimentare Made in Italy. Per questo per Cia serve subito una risposta ferma e immediata dell’Ue per aprire una trattativa e scongiurare una guerra commerciale con un’escalation devastante in cui perderebbero tutti. Allo stesso tempo, continua il presidente di Cia, “è necessario ridefinire le politiche di globalizzazione, che evidentemente stanno mostrando tutte le loro crepe, anche attraverso il ruolo del WTO”.

Dazi, Lollobrigida: chi vuole davvero prodotto italiano lo compra

Dazi, Lollobrigida: chi vuole davvero prodotto italiano lo compraRoma, 3 apr. (askanews) – “Quelle di Bertinelli sul Parmigiano Reggiano sono parole sagge. Ha fatto il confronto con le precedenti sanzioni di Trump, da cui emerge che il Parmigiano era anelastico, ovvero che non è cambiato molto: chi vuole il parmesan lo compra, chi vuole il Parmigiano Reggiano in passato è stato disposto a pagarlo di più”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, intervenendo alla presentazione del Macfrut 2025, che si terrà a Rimini dal 6 all’8 maggio.


Il riferimento è a un comunicato del presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano Dop, Nicola Bertinelli, secondo il quale “l’aumento del prezzo non porta automaticamente ad una riduzione dei consumi. Negli Stati Uniti – ha detto Bertinelli – chi compra il Parmigiano Reggiano fa una scelta consapevole: ha infatti un 93% di mercato di alternative che costano 2-3 volte meno. Imporre dazi su un prodotto come il nostro aumenta solo il prezzo per i consumatori americani, senza proteggere realmente i produttori locali”. Il ministro Lollobrigida ha poi aggiunto: “in queste ore ho sentito un po’ di persone che facevano calcoli sulle perdite dovute alla imposizione di dazi ma non c’era un dato sciantifico. Noi abbiamo Ismea, l’Ice, tanti analisti: ragioniamo e troviamo pragmaticamente delle soluzioni”, ha concluso.

Dazi, Lollobrigida: chi vuole davvero prodotto italiano lo compra

Dazi, Lollobrigida: chi vuole davvero prodotto italiano lo compraRoma, 3 apr. (askanews) – “Quelle di Bertinelli sul Parmigiano Reggiano sono parole sagge. Ha fatto il confronto con le precedenti sanzioni di Trump, da cui emerge che il Parmigiano era anelastico, ovvero che non è cambiato molto: chi vuole il parmesan lo compra, chi vuole il Parmigiano Reggiano in passato è stato disposto a pagarlo di più”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, intervenendo alla presentazione del Macfrut 2025, che si terrà a Rimini dal 6 all’8 maggio.


Il riferimento è a un comunicato del presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano Dop, Nicola Bertinelli, secondo il quale “l’aumento del prezzo non porta automaticamente ad una riduzione dei consumi. Negli Stati Uniti – ha detto Bertinelli – chi compra il Parmigiano Reggiano fa una scelta consapevole: ha infatti un 93% di mercato di alternative che costano 2-3 volte meno. Imporre dazi su un prodotto come il nostro aumenta solo il prezzo per i consumatori americani, senza proteggere realmente i produttori locali”. Il ministro Lollobrigida ha poi aggiunto: “in queste ore ho sentito un po’ di persone che facevano calcoli sulle perdite dovute alla imposizione di dazi ma non c’era un dato sciantifico. Noi abbiamo Ismea, l’Ice, tanti analisti: ragioniamo e troviamo pragmaticamente delle soluzioni”, ha concluso.

Prandini: dazi, Ue vari piano rilancio settori produttivi

Prandini: dazi, Ue vari piano rilancio settori produttiviRoma, 3 apr. (askanews) – “Questa deve anche essere l’occasione per l’Europa, che deve rimanere unita più che mai in questa fase e dialogare con un’unica voce, di mettere in campo un piano di rilancio dei settori produttivi, a partire dalla sburocratizzazione, ma anche iniettando nuove risorse”. Così il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini. Secondo una stima di Coldiretti, sarebbe di 1,6 miliardi di euro il costo che graverebbe sui consumatori americani con l’introduzione dei dazi aggiuntivi al 20% nei confronti della Ue, e quindi anche dell’Italia, annunciati dal presidente Donald Trump. Dazi che comporteranno un calo delle vendite che danneggerà le imprese italiane, oltre ad incrementare il fenomeno dell’italian sounding.


Per questo Prandini chiede alla Ue un taglio di quella “burocrazia inutile che ha rallentato tutto e colpito le nostre aziende in maniera significativa. Ci vuole un’iniezione di nuove risorse economiche – aggiunge – Investire in digitalizzazione e innovazione e con agricoltura precisione per quanto riguarda il nostro settore. Servono nuove risorse per internazionalizzazione e in questo momento diventa fondamentale diversificare i mercati. Dobbiamo diventare più competitivi abbassando costi imprese”. “Dinanzi alla decisione Usa è di vitale importanza evitare mosse avventate. Va messa in in campo la diplomazia”, aggiunge il segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo. “L’Italia e l’Europa – conclude Gesmundo – devono portare avanti il dialogo poiché la logica dei dazi e controdazi ha dimostrato nel tempo di essere miope e controproducente per tutti”.

Lollobrigida: aprire nuovi mercati ma non rinunciare agli Usa

Lollobrigida: aprire nuovi mercati ma non rinunciare agli UsaRoma, 3 apr. (askanews) – “Noi abbiamo Ismea, l’Ice, tanti analisti: ragioniamo e troviamo pragmaticamente delle soluzioni. Apriamo nuovi mercati ma non rinunciamo nemmeno a chiacchiere al mercato Usa. Non sono convinto affatto che gli statunitensi rinuceranno al valore delle produzioni italiane a nessun costo: e sono pragmatico più che ottimista”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, intervenendo alla presentazione del Macfrut 2025, che si terrà a Rimini dal 6 all’8 maggio. Un intervento anticipato perché il ministro deve “partecipare a una riunione per cercare di capire cosa sta accadendo in un mercato importante come quello statunitense” all’indomani dell’annuncio di dazi aggiuntivi anche per la Ue nella misura del 20% da parte del presidente Usa Donald Trump.


“Una delle questioni che si pone ora: è dobbiamo aprire nuovi mercati? – ha detto Lollobrigida – Ma perchè, abbiamo mai smesso di cercare di aprire nuovi mercati? Questa è una banalità, ma non dobbiamo pensare di chiuderne altri per nostra scelta. Le condizioni possono variare, ma si deve eliminare il fattore isterimo, si deve essere attenti e pragmatici”. Il ministro ha sottolineato che l’Italia non ha intenzione di rinunciare al mercato statunitense che è “il nostro mercato principale dopo la Ue” e ha ribadito che gli sforzi europei devono essere “tutti incentrati a evitare una guerra commerciale, questa è la prima scelta – ha detto – se poi la guerra ci sarà la faremo, ma ora vanno evitati isterismi”.


“Vanno valutati i dati, Ice farà la sua parte valutando le tabelle ancora non molto leggibili dei nuovi dazi, capiremo l’effetto di quelli della prima presidenza Trump e cercheremo di capire le contromosse utili per sostenere eventuali settori che dovessero andare in crisi, valutando i fatturati su un periodo biennale, questa è la mia idea, per capire se ci sarà una contrazione o una crescita”. Lollobrigida ha quindi ricordato che l’Italia punta sull’aumento del valore aggiunto, “e non per forza su un aumento della produzione. Preferisco vedere crescere il valore aggiunto in agrucoltura – ha ribadito – piuttosto che un aumento delle produzioni in modo massivo su un territorio che lo permette solo in modo marginale. L’Italia non è la nazione della quantità ma del valore aggiunto dato dalla qualità”.