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Il 28/11 al Masaf tavolo lavoro sull’olio extravergine Dop-Igp

Il 28/11 al Masaf tavolo lavoro sull’olio extravergine Dop-IgpRoma, 20 nov. (askanews) – Un momento di confronto tra i Consorzi di Tutela, gli operatori del settore e le istituzioni sull’olio extravergine Dop e Igp, un comparto che ha grandi potenzialità di crescita proprio a partire dal valore dei territori d’origine. Si svolgerà il 28 novembre a Roma, a partire dalle 10.30 nella Sala Cavour del Masaf la conferenza promossa da Origin Italia dal titolo “Olio Extravergine d’Oliva: il fattore IG”. L’evento sarà anche occasioneper fare il punto della situazione sulla produzione e sui consumi, con Ismea che anticiperà alcuni dati aggiornati in una delle annate più complicate dal punto di vista produttivo degli ultimi dieci anni.

“Abbiamo voluto promuovere una giornata di riflessione e indirizzo su un comparto che ancora non si esprime nel migliore dei modi nel settore delle DOP IGP – commenta Cesare Baldrighi, presidente di Origin Italia – per dare vita a uno sviluppo economico proprio partendo dal fattore IG, ovvero il valore di esprimere la qualità attraverso il territorio di produzione”. Saranno presenti le associazioni di categoria con Davide Granieri, presidente di Unaprol, e Tommaso Loiodice, presidente di Unapol, alcuni Consorzi di tutela tra i quali quello dell’Olio EVO della Riviera Ligure DOP, con il suo direttore Giorgio Lazzaretti, Fabrizio Filippi presidente del Consorzio dell’Olio EVO Toscano IGP e Mario Terrasi, presidente del Consorzio Tutela Olio Evo Sicilia IGP. Inoltre Martino Giuliano, direttore del Consorzio Italia Olivicola, Michelle Sonnessa, presidente dell’Associazione Città dell’Olio e altre realtà della filiera. Le conclusioni della mattinata saranno affidate al ministro Lollobrigida.

Carrello anti-inflazione, NielsenIQ: a ottobre marca privata traina volumi

Carrello anti-inflazione, NielsenIQ: a ottobre marca privata traina volumiMilano, 20 nov. (askanews) – Nel primo mese di applicazione dell’iniziativa carrello anti-inflazione i volumi dei beni di largo consumo confezionato (comparto grocery) in tutti i canali distributivi in Italia sono cresciuti dell’1,7% su settembre, contro un -0,1% di settembre. A rilevarlo è NielsenIQ nel suo ultimo studio focalizzato sul trimestre anti-inflazione in cui analizza nel dettaglio l’andamento dei consumi delle famiglie italiane focalizzando l’attenzione sui volumi di vendita, l’acquisto di prodotti e il livello delle promozioni.

Analizzando le singole settimane del primo mese dell’iniziativa voluta dal Mimit, il picco dei volumi cade nella seconda settimana con un +2,8%. Inoltre, l’indice dei prezzi varia di 2 punti percentuali tra settembre e ottobre, passando da un 7% a un 5%. Un aspetto interessante emerge dal dettaglio tra prodotti dell’industria di marca e quelli a marchio del distributore. Secondo i dati NielsenIQ i volumi restano di segno negativo anche se in risalita. A ottobre, infatti, i volumi dell’industria di marca si attestano al -0,5% rispetto al -1,6% di settembre ma con un indice di crescita dei prezzi sulla categoria in discesa fino a 6,2% (-1,4 punti percentuali vs settembre). La quota di mercato della marca a ottobre cala dello 0,5% attestandosi al 67,1% a totale Italia.

Risultati più rilevanti per quanto riguarda i prodotti a marchio del distributore. A livello di volumi, nel primo mese del trimestre anti-inflazione NielsenIQ registra un +5,4% rispetto al +2,5% segnalato a settembre e un indice dei prezzi del 3,4%, valore in discesa rispetto al 6,5% di settembre. Infine, la quota di mercato sale al 32,9% sul totale Italia per tutti i canali distributivi e proprio nell’ultima settimana del mese di ottobre si tocca la quota record del 33,1%. Sul fronte delle vendite in promozione a totale Italia, per tutti i canali distributivi della Gdo del comparto dei beni di largo consumo, il mese di ottobre segna un aumento delle promozioni del +1,2% rispetto allo 0,9% di settembre. La crescita si conferma anche per la mdd con +2,9% ad ottobre, più 1,5% rispetto a settembre, mentre per i marchi dell’industria l’indice delle promozioni cala da +0,9 punti di settembre a +0,5 di ottobre.

Oggi Agrifish: a odg pesca per il 2024, zone rurali e Ngt

Oggi Agrifish: a odg pesca per il 2024, zone rurali e NgtRoma, 20 nov. (askanews) – E’ in corso a Bruxelles l’incontro tra i ministri dell’Agricoltura e della Pesca, che discuteranno per la prima volta sulle possibilità di pesca per il 2024 nell’Atlantico e nel Mare del Nord, nel Mediterraneo e nel Mar Nero. I ministri cercheranno anche di approvare una serie di conclusioni su una visione a lungo termine per le zone rurali dell’UE e, tra gli altri argomenti, discuteranno lo stato di avanzamento della proposta di regolamento sulle nuove tecniche genomiche.

Per quanto riguarda le Nuove tecniche genomiche (NGT), la presidenza spagnola fornirà pubblicamente informazioni sullo stato di avanzamento dei lavori in corso sulla proposta di regolamento sulle piante ottenute mediante alcune nuove tecniche genomiche e sui loro prodotti alimentari e mangimi. Si prevede, si leggein una nota, che anche la delegazione croata fornisca informazioni sull’argomento. Ancora, la Commissione aggiornerà i ministri sull’attuazione della strategia forestale dell’UE per il 2030, la delegazione austriaca dovrebbe fornire informazioni sul gruppo “For Forest”, mentre la delegazione tedesca dovrebbe informare i ministri sulle misure di sostegno per paesi partner riguardo alla deforestazione. Inoltre, la delegazione italiana dovrebbe fornire informazioni al Consiglio sul ruolo degli agricoltori nel garantire la sostenibilità delle aree rurali, e la delegazione francese dovrebbe fornire informazioni su un’applicazione parziale delle BCAA 8 per il 2024.

Da Regione Piemonte 1,6 mln per 431 apicoltori locali

Da Regione Piemonte 1,6 mln per 431 apicoltori localiRoma, 20 nov. (askanews) – Sono 431 gli apicoltori piemontesi ammessi a finanziamento sul bando 2023 dello sviluppo rurale 2023 – 2027 con una copertura finanziaria complessiva di 1,6 milioni di euro. Il bando rientra tra gli interventi agroclimaticoambientali del nuovo sviluppo rurale, tra i primi che la Regione ha aperto nel mese di aprile 2023, e intende sostenere coloro che si impegnano per cinque anni a praticare l’attività apistica in aree e ambienti più favorevoli agli impollinatori, contribuendo anche a preservarne la biodiversità e gli ecosistemi.

A favore del comparto apistico il Complemento di sviluppo rurale del Piemonte assegna 8 milioni di euro in cinque anni. “Per la prima volta diamo aiuti sostanziosi e diretti agli apicoltori professionisti che devono affrontare le forti criticità causate dal cambiamento climatico, criticità che in questi anni hanno colpito il settore a livello nazionale e regionale”, sottolinea in una nota l’assessore all’Agricoltura e cibo della Regione Piemonte Marco Protopapa.

A Roma il 3 dicembre Panettone Maximo: 42 pasticcerie in gara

A Roma il 3 dicembre Panettone Maximo: 42 pasticcerie in garaRoma, 20 nov. (askanews) – Torna il 3 dicembre al Salone delle Fontane all’Eur, la quinta edizione del festival del panettone artigianale che, da quest’anno, comprenderà 42 pasticcerie e forni provenienti da varie regioni, giudicati da una giuria di pasticceri e giornalisti gastronomici. Il contest premierà i migliori panettoni d’Italia, ci saranno anche show cooking con i pastry chef di ristoranti “stellati” e un vero e proprio “Christmas Market” dove poter degustare e acquistare lievitati, cioccolata, tartufo, bollicine e tante altre leccornie.

Sarà premiato il “miglior panettone artigianale d’Italia” nelle categorie classico e al cioccolato di tutta Italia: prima volta in chiave nazionale per dare spazio a quelle realtà artigianali che, in ogni regione, anno dopo anno lavorano per proporre alla propria clientela prodotti di altissimo livello. I lievitati saranno valutati secondo il disciplinare regolato nel decreto emanato dal ministero dell’Economia e delle Finanze il 22 luglio 2005, intitolato “Disciplina della produzione e della vendita di taluni prodotti dolciari da forno”, in cui esso specifica gli ingredienti obbligatori, quelli facoltativi e il processo produttivo di alcuni dolci tipici tra cui appunto il panettone, che viene qui definito “prodotto dolciario da forno a pasta morbida, ottenuto per fermentazione naturale da pasta acida, di forma a base rotonda, con crosta superiore screpolata e tagliata in modo caratteristico, di struttura soffice ad alveolatura allungata e aroma tipico di lievitazione a pasta acida”.

Torna a Roma Uva Fiera, mostra mercato sui vitigni autoctoni

Torna a Roma Uva Fiera, mostra mercato sui vitigni autoctoniRoma, 20 nov. (askanews) – Va in scena il 2-3 dicembre presso la Città dell’Altra Economia a Roma, Uva Fiera 2023, la fiera che celebra i vignaioli italiani che, vinificandoli in purezza, danno dignità ai vitigni “minori”. Una mostra mercato di vini ottenuti da vitigni autoctoni organizzata da La Pecora Nera e da Pasquale (Paky) Livieri.

29 le aziende italiane che presenteranno le loro etichette agli appassionati e agli operatori del settore che, oltre a degustare, potranno anche acquistare i vini presenti. “È il giusto posto per permettere a vini realizzati con uve autoctone, spesso da taglio, di esprimere il loro potenziale in purezza. Da nord a sud abbiamo selezionato vignaioli artigiani che incontreranno un pubblico di operatori di settore e consumatori finali raccontando attraverso il calice come questi vini possano conquistare il giusto posto con caratteristiche olfattive e gustative talvolta dimenticate”, spiega in una nota Pasquale Livieri. Tanti i monovitigni in degustazione: Ciliegiolo, Trebbiano (d’Abruzzo, Toscano, dell’Umbria, Trebbiano Verde laziale), Uva Durella, Ribolla, Pallagrello, Nero di Troia, Bianchello, Garganega, Cococciola, Caniolo, Lecinaro, Verdeca, Grechetto, Cabernet Sauvignon, Massaretta, Canaiolo Nero, Palava, Timorasso, Bellone, Vermentino, Carricante, Erbaluce di Caluso.

Fao aggiungerà più varietà sementi a paniere alimentare globale

Fao aggiungerà più varietà sementi a paniere alimentare globaleRoma, 20 nov. (askanews) – Il ruolo dei semi nell’affrontare le sfide globali, come la perdita di biodiversità e il cambiamento climatico, e la necessità di una maggiore varietà nel “paniere alimentare” mondiale delle colture chiave: è la tematica al centro dell’attenzione della riunione dell’organo direttivo del Trattato sulla salvaguardia delle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura in corso a Roma alla Fao.

“La diversità della genetica vegetale rende possibili ricerche e innovazioni agricole significative per promuovere la resilienza, migliorare la sicurezza alimentare e sostenere i mezzi di sussistenza delle comunità rurali, compresi donne e giovani”, ha detto QU Dongyu, direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) nel discorso di apertura della Decima Sessione dell’Organo Direttivo del Trattato Internazionale. Il tema di quest’anno, “Dai semi alle soluzioni innovative: salvaguardare il nostro futuro”, è un riconoscimento agli agricoltori, ai coltivatori di piante, ai ricercatori agricoli e ai curatori delle banche dei semi che lavorano per conservare e migliorare le risorse genetiche delle piante in tutto il mondo, ha affermato Qu.

Le risorse fitogenetiche sono fondamentali per la nostra dieta e il ruolo del Trattato è quello di garantire che queste siano salvaguardate e accessibili come parte di soluzioni di sistemi agroalimentari innovativi, sostenibili e resilienti. L’incontro, che durerà dal 20 al 24 novembre e vedrà la partecipazione di oltre 600 delegati provenienti da tutto il mondo, discuterà di come il Trattato Internazionale – un accordo vincolante, con il suo segretariato basato presso la FAO – può tenere il passo con i cambiamenti portati da fattori come gli impatti della crisi climatica, che sta distruggendo le colture tradizionali degli agricoltori in tutto il mondo e minacciando la capacità del pianeta di nutrire in modo sostenibile una popolazione in crescita. Il Trattato, adottato nel 2001, elenca 64 delle colture chiave che compongono il nostro “paniere alimentare” globale. Tra le questioni che l’incontro esaminerà c’è se questo elenco debba essere aggiornato per accogliere un maggior numero di raccolti.

“Dobbiamo garantire una varietà più abbondante nel paniere alimentare mondiale se vogliamo soddisfare in modo sostenibile i bisogni alimentari e nutrizionali preservando la biodiversità”, ha detto il direttore generale della FAO. Una maggiore diversità di semi significa maggiore resilienza per i sistemi agroalimentari, poiché le varietà di semi adattate a livello locale possono offrire profili nutrizionali migliori, ricchi di vitamine e minerali. I partecipanti delibereranno sulle strategie per conservare questi semi nelle banche genetiche e nei campi agricoli e per renderli disponibili per l’uso da parte di ricercatori, coltivatori di piante e agricoltori.

A San Quirico d’Orcia tre giorni sull’extravergine di oliva

A San Quirico d’Orcia tre giorni sull’extravergine di olivaRoma, 19 nov. (askanews) – Tre giorni interamente dedicati all’oro verde delle colline della Val d’Orcia. Si terrà a San Quirico d’Orcia la 30esima edizione della Festa dell’Olio, in programma dall’8 al 10 dicembre, organizzata da Comune e Pro Loco. Durante il fine settimana, per le vie della cittadina della Val d’Orcia, i sapori e i profumi dell’olio nuovo, folclore popolare, l’occasione per visitare paesaggi famosi nel mondo e per degustare la nuovissima annata dell’olio extravergine con i produttori protagonisti.

Un’edizione che lascia spazio anche al trekking, alle degustazioni nelle aziende e a quelle guidate svolte in collaborazione con Aicoo, per una festa che fa dell’oro verde il re indiscusso della tradizione della Val d’Orcia.

Import cereali in aumento in quantità e valore in primo 8 mesi

Import cereali in aumento in quantità e valore in primo 8 mesiRoma, 17 nov. (askanews) – Importazioni di cereali, semi oleosi e farine proteiche nei primi otto mesi del 2023 in aumento sia nelle quantità di 852.000 tonnellate (+6,0%), sia nei valori di 341,7 milioni di euro (+5,6%), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le esportazioni dall’Italia invece sono risultate in diminuzione nelle quantità di 361.000 tonnellate (-10,9%) ed in aumento nei valori di 150,1 milioni di euro (+4%), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sono i dati forniti da Anacer, l’associazione nazionale cerealisti italiani.

L’incremento delle quantità importate è dovuto principalmente al frumento (+1,1 milioni di tonnellate, di cui +346.000 t di grano tenero e +800.000 t di grano duro). Risultano in calo invece gli arrivi degli altri cereali in granella, in particolare di mais (-173.000 t, pari a -3,9%). Il riso diminuisce di 68.000 tonnellate nelle quantità (-23%) e di 20,8 milioni di euro nei valori (-8,9%). Nel settore dei semi oleosi e proteici si registrano in aumento le quantità importate sia dei semi e frutti oleosi (+69.000 t), sia delle farine proteiche (+7.900 t). La riduzione delle quantità esportate si deve alle minori vendite all’estero di grano duro in granella (-225.000 t), dei prodotti trasformati (-118.000 t) e della pasta (-62.000 t). L’export di riso risulta sostanzialmente stabile con oltre 450.000 t vendute all’estero. L’incremento dei valori in esportazione è dovuto principalmente al riso (+112 milioni di euro, pari a +22,5%), alla pasta alimentare (+93,3 milioni di euro, pari a +4,8%) ed ai mangimi a base di cereali (+53,8 milioni di euro, pari a +12,8%).

Assolatte: rivedendo norme vetuste settore sarebbe più competitivo

Assolatte: rivedendo norme vetuste settore sarebbe più competitivoRoma, 17 nov. (askanews) – Semplicemente rivedendo una normativa vetusta, risalente per molti aspetti ai primi del Novecento, si potrebbe aiutare il comparto lattiero caseario a diminuire i costi di produzione e renderlo, di conseguenza, più competitivo. E’ quanto ha spiegato in una intervista ad Askanews Massimo Forino, direttore di Assolatte, l’associazione aderente a Confindustria che rappresenta le industrie italiane del comparto lattiero-caseario, il primo settore dell’agroalimentare italiano. Una delegazione di Assolatte il 13 novembre scorso ha incontrato il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, per “esaminare alcuni problemi che preoccupano molto il settore, veniamo da anni difficili”.

In un contesto complicato, tra fiammate inflattive e costi di produzione in salita, difficile accesso al credito, necessità di favorire l’ingresso di giovani nelle aziende e problemi di competitività, quale aiuto potrebbe arrivare al settore dalla politica? “Servirebbe rivedere completamente la struttura dei costi – dice Forino – perchè oltre a intervenire limitatamente sui prezzi dei prodotti bisognerebbe ridurre i costi di produzione. In Italia abbiamo una normativa in molte parti vetusta, che risale ai primi anni del Novecento. La definizione di formaggio – prosegue – è riportata in un regio decreto del 1925, quando il latte era un’altra cosa e l’industria quasi non esisteva. Semplicemente rivedendo una serie di norme vecchie alle quali devono sottostare agricoltori e industriali, senza intaccare qualità e sicurezza dei prodotti, si potrebbero ottenere dei costi di produzione inferiori e rendere il settore più competitivo, con una diminuzione anche dei prezzi di vendita, in un settore dove la marginalità è molto ridotta”. Proprio nell’incontro al Masaf con il ministro si è discusso del problema dei costi di produzione e dei costi agricoli, che sono esplosi tra il 2022 e il 2023. “A fronte di una disponibilità degli industriali a riconoscere prezzi crescenti – aggiunge il direttore di Assolatte ad Askanews – abbiamo visto il prezzo del latte alla stalla salire da 0,38 a dicembre 2021 a 0,60 centesimi a dicembre 2022. Ora siamo a 0,50 centesimi e il prezzo del latte medio di quest’anno probabilmente sarà di 0,52, quindi superiore alla media dell’anno scorso che fu 0,51. Quindi, sul prezzo del latte ci sono pochi margini e il mondo agricolo continua ad avere altissimi costi di produzione”. Per questo al ministro è stato segnalato anche il fatto che “a livello europeo il prezzo alla stalla è 0,43 centesimi, quindi è molto basso e questo pone un problema di competitività, perchè ci confrontiamo con prodotti esteri a prezzi molto più bassi”.

Alla distribuzione, invece, “i prezzi al dettaglio sono cresciuti in modo importante, con una percentule di aumento però inferiore a quella dei costi: i costi medi industriali sono aumentati del 24% e i fatturati del 18%. Quindi il differenziale sta erodendo i margini industriali. Ora – auspica Forino – speriamo che la situazione si stabilizzi, ma ci sono tensioni sulle materie grasse, su panna e burro: i prezzi all’ingrosso stanno mostrando una leggera risalita, speriamo non salgano troppo altrimenti la stabilizzazione dei prezzi al dettaglio incontrerà un ostacolo, mentre noi vogliamo fare arrivare i prezzi a livelli più vicini alla capacità di spesa degli italiani”. E se è vero che il carrello degli italiani sta diventando sempre più leggero quanto a prodotti ma sempre più pesante quanto al prezzo, Forino precisa che “una cosa sono gli aumenti percentuali e una cosa gli aumenti assoluti: fino al 2021 un italiano medio spendeva in latticini 0,85 centesimi al giorno. Dopo l’esplosione dei costi siamo arrivati a 0,92-0,93 centesimi al giorno. Quindi c’è l’inflazione e ha colpito anche il nostro settore, ma l’incidenza assoluta dei costi di produzione è abbastanza ridotta rispetto ad altri settori. Non è quella del lattiero-caseario la voce che dovrebbe preoccupare gli italiani”.

Ovviamente, gli aumenti dei costi agricoli e di produzione rendono più complicati gli investimenti, anche perché “è completamente cambiata la logica del credito. Fino a 2 anni fa si ottenevano mutui a tassi interessanti – ricorda Forino – sotto il mezzo punto percentuale, ora siamo al 4,5% e questo incide sia sugli investimenti per gli adeguamenti alle nuove logiche di maggiore sostenibilità ambientale e per le normative europee sulle plastiche sia per i prodotti stagionati che ricorrono al credito impegnando il formaggio in garanzia”. Ultimo ma non ultimo, nel settore lattiero-caseario c’è un problema di ricambio generazionale e di figure professionali specifiche: le aziende segnalano difficoltà a trovare personale qualificato che sostituisca le fasce anziane, anche se la maggior parte dei dipendenti nelle aziende del settore caseario ha tra 50 e 60 anni. “Spesso ci viene segnalato un problema nel trovare manutentori e tecnici – dice il direttore di Assolatte – C’è un problema di mancanza di giovani, eppure questo è un settore che ha tenuto e che è in forte sviluppo, con una domanda di lavoratori in crescita. speriamo che si possano fare azioni di formazione per favorire l’accesso di nuove generazioni”. “E’ vero che la cucina italiana tira ma non dobbiamo fare tutti l’alberghiero: servono tecnologi alimentari, veterinari, manutentori, periti industriali, perché quello che arriva in tavola parte da processi industriali gestiti da esperti”.

Infine, una notazione sul ddl sul cibo sintetico approvato ieri alla Camera in via definitiva, visto che anche nel settore del latte si parla da un po’ di tempo delle opportunità della produzione in vitro. “Noi siamo d’accordo sull’andare con i piedi di piombo e usare denominazioni corrette. C’è una questione di sicurezza alimentare che riguarda ad esempio anche le proteine del latte. C’è anche un tema di brevettabilità dei processi – spiega Forino – oggi il latte si ottiene dalla mungitura di animali: pensare che venga sostituito in tutto o in parte da prodotti ottenuti in fermentatori di grandi gruppi industriali spaventa. E poi c’è il tema della denominazione: se in futuro questi prodotti fossero sicuri e immessi sul mercato, questo per noi non sarebbe latte, bisognerà (come è stato fatto con i prodotti di origine vegetale, ndr) normare la definizione, avere specifiche sanitarie, fare una valutazione di impatto sull’economia. Sul tavolo c’è anche un tema sociale, visto che il comparto lattiero caseario è il primo settore dell’industria agroalimentare europea e non solo italiana”. “Noi – conclude il direttore di Assolatte – pensiamo che questa battaglia va fatta a livello europeo. L’obiettivo di fare una norma nazionale per poi arrivare a fare una norma armonizzata in Europa, è un percorso rischioso ma valido”.