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Agricoltura, Lollobrigida: oggi sono arrivati risultati concreti

Agricoltura, Lollobrigida: oggi sono arrivati risultati concretiRoma, 26 mar. (askanews) – “Avevamo chiesto di rivedere lo strumento della Pac e oggi possiamo ben dire che sono arrivati dei risultati concreti e risposte che metteranno in condizioni gli agricoltori di avere un reddito più equo”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, in conferenza stampa al termine della riunione dell’Agrifish a Bruxelles.


“A Bruges (durante il consiglio informale dei ministri della Pesca, ndr.) e a Bruxelles abbiamo parlato di 2 tematiche importanti che riguardano la sovranità alimentare e europea – ha detto Lollobrigida – ovvero di come rafforzare i settori della pesca e dell’agricoltura che in questi anni hanno visto sacrifici importanti per le produzioni interne a fronte di un mercato globale che vede la Ue in concorrenza con altri player globali”. “Abbiamo chiesto – ha proseguito il ministro – che visioni ideologiche non prevalgano sul senso pratico e sulla necessità di affrontare emergenzze geopolitiche. Crediamo che l’Italia sia stata protagonista nelle oggettive risposte che il mondo dell’agricoltura sta ricevendo in questi giorni”.


Lollobrigida ha quindi ricordato che “il Governo italiano ha scelto di posizionarsi in maniera netta e chiara in favore dell’agricoltura sostenibile, in linea con i trattati di Roma. Avevamo chiesto di rivedere lo strumento della Pac e oggi possiamo ben dire che sono arrivati dei risultati concreti”. Dal vertice Agrifish è emersa anche, ha spiegato il ministro, la “necessità di garantire il prezzo dei prodotti rispetto alla concorrenza sleale e anche quella di trovare un equilibrio all’interno della filiera, che spesso vede il produttore sacrificato rispetto a posizioni dominianci. Noi abbiamo chiesto più attenzione su questo e intravediamo una corresponsabilizzazione complessiva delle nazioni europee sul tema”, visto che “il mondo agricolo chiede che non ci siano posizioni dominanti che schiaccino quello che viene pagato ai produttori in maniera non giustificata. Su questo intendiamo agire”.

Copagri: bene misure semplificazione per 65% beneficiari Pac

Copagri: bene misure semplificazione per 65% beneficiari PacRoma, 26 mar. (askanews) – “Grazie all’odierno via libera del Comitato Speciale Agricoltura-CSA alla proposta di revisione e semplificazione della PAC presentata dalla Commissione UE verranno ridotti gli oneri amministrativi a carico degli agricoltori, come ripetutamente richiesto dalla Copagri, e si andrà nella direzione di garantire agli Stati Membri una maggiore flessibilità nell’applicazione delle misure previste dai Piani Strategici Nazionale, che potranno ora essere modificati due volte l’anno”. Lo sottolinea il presidente della Copagri Tommaso Battista, a margine della riunione del CSA, l’organo che si occupa di preparare i lavori del Consiglio Agricoltura e Pesca dell’Ue.


La proposta della Commissione Europea, che dovrebbe presumibilmente entrare in vigore alla fine della primavera, passerà ora al vaglio della plenaria del Parlamento Europeo alla fine del prossimo mese di aprile, come prevede la procedura d’urgenza che la Commissione Agricoltura ha deciso di utilizzare per accelerare il più possibile l’iter legislativo del provvedimento. Solo al termine di questi passaggi il testo sarà poi formalmente approvato dal Consiglio dell’UE e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. Battista plaude anche all’operato del governo e della diplomazia italiana, grazie al quale è stata accolta una delle proposte avanzate con forza dalla Confederazione.


“Il testo approvato dal Consiglio UE, inoltre, introduce dei sensibili miglioramenti in merito ai rigidi vincoli ambientali cui sono sottoposti i produttori agricoli comunitari, confermando, fra le altre cose, l’atteso rinvio per l’obbligo di lasciare il 4% dei terreni a riposo ed esentando le aziende agricole sotto i 10 ettari dai controlli e dalle sanzioni relative al rispetto dei requisiti di condizionalità previsti dalla PAC”, aggiunge il presidente, facendo notare che “le piccole aziende rappresentano il 65% circa dei beneficiari della PAC”. “È chiaro che i problemi sul tavolo degli agricoltori restano ancora molti, a partire dalla scarsa redditività, dalla distribuzione del valore lungo la filiera e dagli alti costi di produzione – spiega – ma è indubbio che questa prima risposta delle istituzioni comunitarie rappresenti un passo avanti verso le legittime istanze delle migliaia di produttori agricoli che da mesi chiedono un rapido cambio di passo”.

Commissione Ue approva piano italiano da 600 mln a sostegno pesca

Commissione Ue approva piano italiano da 600 mln a sostegno pescaRoma, 26 mar. (askanews) – La Commissione Europea ha approvato, ai sensi delle norme UE sugli aiuti di Stato, un piano italiano da 600 milioni di euro per favorire gli investimenti nel settore della pesca e dell’acquacoltura. L’obiettivo è promuovere la cooperazione e l’integrazione tra gli operatori del settore della pesca e dell’acquacoltura e stimolare migliori relazioni di mercato.


In particolare, il piano sosterrà lo sviluppo di contratti settoriali, attraverso aiuti agli investimenti che saranno distribuiti tra una serie di beneficiari operanti nei diversi segmenti del settore, dalla produzione alla trasformazione e alla commercializzazione dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura. Il piano di aiuti sarà aperto alle aziende di tutte le dimensioni attive nel settore della pesca e dell’acquacoltura. Nell’ambito della misura, che durerà fino al 31 dicembre 2029, gli aiuti assumeranno la forma di sovvenzioni dirette e/o finanziamenti agevolati.


La Commissione ha ritenuto che questo piano “sia necessario e appropriato per incoraggiare gli investimenti nel settore della pesca e dell’acquacoltura”. Inoltre, la Commissione ha ritenuto che “sia proporzionato poiché limitato al minimo necessario e avrà un impatto limitato sulla concorrenza e sugli scambi tra Stati membri”.

Assobibe: stupiti da orientamento Consulta su Sugar tax

Assobibe: stupiti da orientamento Consulta su Sugar taxRoma, 26 mar. (askanews) – “Siamo davvero stupiti dalla pronuncia della Consulta, ma ancora di più dalle motivazioni che si basano su un razionale scientifico contestabile e, soprattutto, slegato dai consumi reali in Italia”. Lo ha detto Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe, associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche, commentando la sentenza n. 49 della Corte Costituzionale depositata oggi con la quale si dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale sulla Sugar tax.


“Rimaniamo convinti che per affrontare patologie multifattoriali come sovrappeso, obesità e diabete occorrano approcci integrati – prosegue Pierini – una misura che colpisce un unico alimento non può pagare e non modifica comportamenti non equilibrati. I Paesi agiscono con approcci diversi e in molti casi la Sugar tax è stata introdotta per incentivare la riformulazione: noi l’abbiamo fatto senza bisogno di tasse – spiega Pierini – arrivando a tagliare del 41% lo zucchero immesso a scaffale”. Un taglio avvenuto anche attraverso azioni volontarie e protocolli siglati con il ministero della Salute, e applicando rigide autolimitazioni nella vendita verso i consumatori più fragili come i bambini. “Lasciamo da parte cavilli giuridici in cui giudici affermano che lo zucchero sia da contrastare solo se presente nelle bibite – aggiunge Pierini – La scelta se tenere una nuova tassa, oggi inutile e dannosa per famiglie e imprese, è del Governo. Le imprese chiedono scelte basate su evidenze, numeri e buon senso”.


In merito al riferimento ai risultati ottenuti in Paesi dove la Sugar tax è stata applicata di cui si legge nella sentenza, Assobibe ricorda che si tratta di mercati molto diversi da quello italiano, visto che l’Italia è all’ultimo posto in UE per consumi pro capite (54 litri/annui)1, e che l’impatto dei soft drink sulla dieta degli italiani è infinitesimale: 1% adulti, 0,6% bambini. Inoltre, l’efficacia della tassa sulla riduzione dell’incidenza di sovrappeso, obesità e diabete “non è dimostrata”, sostiene Assobi be: nell’area definita come Zona Europa, che comprende oltre 53 paesi, l’OMS registra che, al 2020, la Sugar tax era stata inserita in 10 sui 53 Stati, il 19% del totale area3, producendo una contrazione dei consumi solo nel breve periodo per poi tornare ai livelli pre tassa. In mercati con tasse sulle bevande analcoliche come Messico, Finlandia, Cile, Regno Unito, Francia e Irlanda i tassi di obesità sono in crescita4, a dimostrazione che la tassa non si traduce in un miglioramento della dieta, tanto che alcuni Paesi hanno iniziato a eliminare la tassa sui soft drink.

Agrofarmarci, aziende investono 30 mln anno in ricerca e sviluppo

Agrofarmarci, aziende investono 30 mln anno in ricerca e sviluppoRoma, 26 mar. (askanews) – 30 milioni di euro all’anno investiti in ricerca e sviluppo, un costante aumento della Sau coltivata attraverso strumenti 4.0 e un altrettanto continuo aumento delle superfici destinate al biologico. È questo il quadro che emerge dal nuovo Osservatorio Agrofarma, un report che, con cadenza semestrale, fornisce informazioni sullo stato dell’arte dell’agricoltura italiana e del comparto agricolo.


Il report è stato presentato oggi a Palazzo Madama su iniziativa del senatore Luca De Carlo, presidente della Commissione Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare del Senato della Repubblica. Dal report emerge l’immagine di un settore in crescita, trainato da imprese strutturate e con alta propensione all’innovazione, impegnate su un mercato che a sua volta ha registrato una crescita costante negli ultimi anni, ha spiegato Enrica Gentile, CEO & Founder Areté Srl, a cui è stata affidata la responsabilità scientifica del progetto.


Il costante miglioramento nell’uso degli agrofarmaci e degli altri input produttivi risulta, infatti, chiaramente dal report attraverso l’analisi del comparto dell’agricoltura digitale. Nel 2023 il 9% della SAU italiana (analizzata su un campione di 8,3 milioni di ettari) è stata coltivata attraverso strumenti 4.0, continuando ad essere uno dei settori di maggiore crescita (+ 71%), con un mercato che nel 2023 valeva 2,5 miliardi di euro.

Coldiretti: bene semplificazione Pac, ora moratoria sui debiti

Coldiretti: bene semplificazione Pac, ora moratoria sui debitiRoma, 26 mar. (askanews) – “Il via libera degli Stati membri alla proposta di semplificazione della Pac rappresenta una prima risposta importante alle richieste della Coldiretti a tutela delle imprese agricole, alla quale deve ora seguire una moratoria sui debiti delle aziende”. Così in una nota il presidente della Coldiretti Ettore Prandini commenta l’approvazione da parte dei 27 Stati membri della revisione della Politica agricola comune, con una serie di misure di alleggerimento degli adempimenti burocratici delle quali andranno a beneficiare cinquecentomila piccoli agricoltori italiani come richiesto da Coldiretti.


Prandini, che ha avuto una serie di incontri istituzionali a Bruxelles in occasione del Consiglio, spiega che quello di oggi è “un primo passo che va ora rafforzato con una semplificazione ancora più profonda di tutte le regole della Pac che gravano su tutte le aziende, a prescindere dalla loro dimensione, considerato che oggi un agricoltore spende un terzo del suo tempo per riempire moduli e carte burocratiche”. Positivo per Coldiretti, anche il rinvio del voto sul regolamento sul Ripristino natura, su cui si è discusso in Consiglio Ambiente Ue, per la mancanza di una maggioranza favorevole dopo che contro la proposta di regolamento si è costituito un fronte di Paesi, guidato proprio dall’Italia e comprendente Olanda, Svezia, Polonia, Finlandia, Belgio, Austria e Ungheria.


Al centro dei lavori del Consiglio Agricoltura Ue anche il tema delle nuove tecnologie di miglioramento genetico raggruppate sotto la denominazione Tea o Ngt (Tecnologie di Evoluzione Assistita). “Si tratta di tecniche che non hanno nulla a che fare con i vecchi Ogm e si tratta di un sostegno della competitività delle imprese agricole che hanno la necessità di innovare per crescere. La vera transizione ecologica – conclude Coldiretti – passa da soluzioni pragmatiche, che aiutino concretamente gli agricoltori a ridurre input chimici e risorse naturali, ma anche ad adattarsi alle nuove patologie e ai nuovi insetti che sempre più si diffondono anche in Europa a causa dei cambiamenti climatici”.

Icam Cioccolato chiude 2023 con +7% fatturato a 216,5 mln

Icam Cioccolato chiude 2023 con +7% fatturato a 216,5 mlnRoma, 26 mar. (askanews) – Un fatturato in crescita del 7% rispetto al 2022, a 216,5 milioni di euro nonostante gli aumenti del costo dell’energia prima e l’impennata del prezzo del cacao. E’ il bilancio di ICAM Cioccolato, azienda lecchese leader nella produzione e commercializzazione di cioccolato e semilavorati del cacao, una delle poche aziende in Italia che segue l’intero processo di trasformazione del cacao.


In crescita 36% dal 2019 nel fatturato, ICAM ha dovuto gestire le difficoltà che hanno caratterizzato il settore, ovvero gli aumenti del costo dell’energia prima e l’impennata del prezzo del cacao ed riuscita nel 2023 a tornare alla situazione pre-pandemia con un EBITDA a doppia cifra. L’estero oggi rappresenta per ICAM il 56% del fatturato. Oltre alla sede italiana di Orsenigo (CO), l’azienda è oggi presente in Uganda con ICAM Chocolate Uganda ltd., con degli uffici commerciali negli Stati Uniti (Agostoni Chocolate US), nel Regno Unito (ICAM Chocolate UK) e, le ultime due subsidiary nate, ICAM France e ICAM Chocolate Perù Sac.


“Oggi viviamo un contesto socio-economico particolarmente complesso – ha dichiarato Adelio Crippa, direttore generale di ICAM Cioccolato – Il costante aumento delle quotazioni del cacao, cominciato nel 2023, ha vissuto un’importante impennata nei primi mesi del 2024, passando dalle 3.400 sterline/ton a fine dicembre alle 5.500 sterline/ton di fine febbraio. Un aumento vertiginoso e un altrettanto preoccupante calo della disponibilità della materia prima che sta creando non poche preoccupazioni al mercato – ha spiegato – Con l’obiettivo di impattare il meno possibile sui nostri clienti, e a cascata sul consumatore finale, stiamo continuando, da una parte, a portare avanti relazioni dirette e di lungo periodo con le cooperative di coltivatori per tenere monitorato il problema della disponibilità, dall’altra siamo in costante comunicazione con i nostri clienti con aggiornamenti periodici sulla situazione e fissando degli aumenti di prezzi calmierati ma necessari per sostenere l’intera filiera attraverso modalità sostenibili”.

Lollobrigida: Pac più giusta e meno burocrazia è vittoria Italia

Lollobrigida: Pac più giusta e meno burocrazia è vittoria ItaliaRoma, 26 mar. (askanews) – “Con il via libera a Bruxelles del Comitato speciale Agricoltura, oggi compiamo un ulteriore passo verso la revisione e la semplificazione della PAC. La votazione di oggi è un risultato fondamentale frutto anche del documento strategico presentato dall’Italia all’Agrifish lo scorso febbraio e dell’azione del Governo, che ha portato con successo il tema dell’agricoltura sul tavolo dello scorso Consiglio europeo”. Così in una nota il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, commentando il via libera da parte del Consiglio Europeo a una revisione mirata della Pac.


“Ringrazio il Presidente Giorgia Meloni, il collega Raffaele Fitto e la nostra diplomazia per il lavoro di squadra portato avanti in questi mesi – ha detto Lollobrigida – Andiamo avanti con la revisione della Politica Agricola Comune, fortemente voluta dal nostro Governo, e che permetterà all’Europa di avere un’agricoltura più giusta e più rispettosa del ruolo dell’agricoltore. Riduciamo gli oneri amministrativi e burocratici, consentiamo maggiore flessibilità nel rispetto dei vincoli ambientali – ha concluso il ministro – e tuteliamo il diritto di ogni cittadino di avere cibo sano, prodotto nei nostri territori e non importato da Nazioni che non rispettano i nostri stessi diritti”.

Copa Cogeca: da Consiglio Ue segnale positivo su semplificazioni

Copa Cogeca: da Consiglio Ue segnale positivo su semplificazioniRoma, 26 mar. (askanews) – Un segnale positivo quello giunto oggi dai rappresentanti degli Stati membri nel Comitato speciale Agricoltura (CSA), che hanno approvato le misure di semplificazione proposte dalla Commissione europea. In una nota il Copa e la Cogeca ribadiscono il sostegno al pacchetto di semplificazione e accolgono con favore questa mossa della Commissione europea, “che dimostra una comprensione delle difficoltà incontrate sul terreno” dagli agricoltori.


Il Copa e la Cogeca ritengono che questi cambiamenti forniranno maggiore flessibilità agli agricoltori nell’attuazione della transizione verso un’agricoltura più sostenibile in modo da considerare il suolo, le condizioni climatiche e locali e le specificità in tutta l’UE. “Ci aspettiamo soprattutto che queste misure di semplificazione – spiegano – facilitino le modifiche ai piani strategici nazionali della politica agricola comune (PAC) e rendano il loro processo di approvazione molto più rapido”. “Le misure devono essere applicate retroattivamente al gennaio 2024 – concludono Copa e Cogeva – e devono garantire la prevedibilità e la stabilità tanto necessarie agli agricoltori fino al 2027. Chiediamo ora al Parlamento europeo di impegnarsi rapidamente e di fornire un feedback positivo entro la fine di aprile sulle proposte, in modo che possano essere attuate sul campo dagli agricoltori”.

Parmigiano Reggiano, in 2023 supera record 3 mld euro al consumo

Parmigiano Reggiano, in 2023 supera record 3 mld euro al consumoRoma, 26 mar. (askanews) – Superato il record dei 3 miliardi di euro al consumo, produzione stabile a 4 milioni di forma, vendite totali in aumento dell’8.4% e un prezzo medio all’ingrosso che ha registrato un lieve calo (-5%) rispetto al 2022, ma è in decisa ripresa nel 2024. Oggi, nel corso dell’annuale conferenza stampa il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha presentato i dati economici del 2023.


Per la Dop, si è trattato di un anno di grandi sfide: i caseifici e gli operatori commerciali hanno collocato sul mercato la produzione più alta, quella del 2021 (4,1 milioni di forme), in un contesto legato alle incertezze macroeconomiche causate dai conflitti internazionali e al trend inflattivo che ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie. Nonostante queste premesse, spiega il Consorzio, il 2023 è stato un anno positivo. Nel complesso, il giro d’affari al consumo ha toccato il massimo storico di 3,05 miliardi di euro contro i 2,9 miliardi del 2022, con un aumento del 5%. Risultati positivi per le vendite totali a volume (+8,4%), sostenute da un andamento positivo dell’export (+5,7%), e, soprattutto, delle vendite in Italia (+10,9%): un exploit sorretto in modo particolare dalla convenienza relativa del Parmigiano Reggiano nei canali retail e ingrosso, dovuta a un calo delle quotazioni del prodotto stagionato e al contemporaneo aumento dei prezzi dei prodotti alternativi.


Questa tendenza ha coinvolto anche il mercato del “fresco”: per il Parmigiano Reggiano 12 mesi da caseificio produttore la media annuale delle quotazioni all’origine, pari a 10,12 €/kg, ha registrato nel 2023 un lieve calo del 5% rispetto alla media del 2022 (10,65 €/kg). La produzione è risultata stabile rispetto al 2022: 4,014 milioni di forme vs 4,002 milioni nel 2022 (+0,3%). Tra le provincie della zona di origine, prima per produzione è Parma (1.350.415 forme vs 1.357.224, -0,50%), seguita da Reggio Emilia (1.217.380 forme vs 1.245.159, -2,23%), Modena (860.971 forme vs 849.145, +1,39), Mantova (476.361 forme vs 455.439, +4,59) e Bologna (109.173 forme vs 95.303, +14,55%). Tale stabilizzazione costituisce un punto di forza per guidare il comparto verso condizioni di equilibrio negli anni di commercializzazione 2024 e 2025.


La quota Italia si attesta al 57%. Per quanto riguarda i canali distributivi, la GDO rimane il primo (65%), seguita dall’industria (17,1%), che beneficia della crescente popolarità dei prodotti caratterizzati dalla presenza di Parmigiano Reggiano tra gli ingredienti. Il canale Horeca rimane fanalino di coda, e quindi con un enorme potenziale di sviluppo, attestandosi all’8,2% del totale. Il restante 9,9% è distribuito negli altri canali di vendita. Le vendite dirette dei caseifici (per oltre l’85% in Italia, con circa 8.000 t. vendute) rappresentano il 5% delle vendite totali e hanno registrato un forte aumento (+10,8%)


La quota export rappresenta oggi il 43%, con una crescita del 5,7%. Risultati particolarmente positivi in Spagna (+7,8%), Francia (+6,9%), Stati Uniti, primo mercato estero per la Dop (+7,7%) e Australia (+21,8%). Uniche note negative sono quelle registrate in Canada (-6,5%) e Giappone (-8,2%), rispettivamente per problemi legati alle quote e al cambio. “Il 2023 è stato un anno di grandi sfide per il Parmigiano Reggiano, ma si è concluso con risultati positivi, con vendite al +8,4% ed esportazioni al +5,7%”, ha dichiarato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio. “Nel prossimo futuro, il Consorzio dovrà sempre più investire sulla crescita nei mercati esteri, che rappresentano il futuro della nostra Dop. Ciò impone una partnership sempre più forte tra i produttori e quei commercianti che dispongono di una rete vendite e della forza per affrontare i mercati internazionali. È evidente come, in questo scenario, gli USA svolgano un ruolo fondamentale; motivo per cui siamo particolarmente preoccupati dal risultato delle elezioni di novembre, in cui rischia di prevalere una politica di protezionismo”.