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Agricoltura, concluso PSRN 2014-2022: 2,8 mld per competitività aziende

Agricoltura, concluso PSRN 2014-2022: 2,8 mld per competitività aziendeRoma, 7 giu. (askanews) – Investire nell’efficienza della risorsa idrica per rispondere concretamente all’emergenza siccità. Tutelare e migliorare la biodiversità animale. E soprattutto proteggere il raccolto, gli animali, le piante, grazie a una grande campagna di incentivazione degli strumenti assicurativi.

Sono queste le fondamenta sulle quali è stato costruito il Programma di Sviluppo Rurale Nazionale (PSRN) 2014-2022, cofinanziato dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR), di cui oggi a Roma sono stati illustrati i risultati nell’evento di chiusura organizzato dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste. Un piano da 2,8 miliardi che rappresenta una delle grandi leve strategiche per la competitività delle imprese agricole italiane. Quattro le priorità fondamentali: proteggere, stabilizzare, tutelare, investire, con l’obiettivo di accompagnare gli agricoltori italiani verso sistemi produttivi più moderni, flessibili e sostenibili da un punto di vista economico, sociale e ambientale. Un cammino che il Masaf intende continuare a perseguire con il nuovo ciclo di programmazione 2023-2027. L’adesione delle imprese agricole italiane al Programma è stata importante. Il Piano ha consentito di assegnare 2,2 miliardi di contributi agli agricoltori per l’adesione agli strumenti di Gestione del Rischio, una necessità – quella delle assicurazioni anticatastrofali – sempre più sentita dalle imprese a causa degli eventi estremi a cui devono fare fronte. A oggi, per tutte le campagne attivate (2015-2022) sono state ammesse a finanziamento 1.104.826 domande, per un importo di circa 2,1 miliardi di euro di cui il 95% già liquidato.

Grande attenzione da parte delle imprese agricole italiane anche alla misura destinata alle infrastrutture per l’irrigazione. Il Programma ha investito con forza sul miglioramento della capacità di accumulo delle acque e sulla riduzione delle perdite delle reti, rendendo così più efficiente l’uso dell’acqua dell’agricoltura italiana. Il Programma è andato a incidere su una superficie pari a circa 546.000 ettari corrispondente al 18% della superficie attrezzata per l’irrigazione. Complessivamente è stato ottenuto un risparmio idrico di circa 236 milioni di metri cubi per ogni stagione irrigua, l’equivalente di 94.000 piscine olimpioniche. Altra voce importante del PSRN è quella del miglioramento genetico del patrimonio zootecnico e la biodiversità animale attraverso la creazione di un sistema informatico in modalità “Open Data”. La piattaforma informatica è stata sviluppata nell’ambito del progetto LEO (Livestock Environment Opendata – Piattaforma Opendata per la Zootecnia) che raccoglie informazioni su circa 190 razze allevate in Italia, di cui 150 autoctone o a limitata diffusione. Un progetto in grado di mettere a disposizione degli allevatori una enorme quantità di informazioni utili per il miglioramento del potenziale genetico delle nostre razze e del livello quali-quantitativo delle produzioni zootecniche nazionali.

Audizione in Comagri Senato a contrasto bracconaggio ittico

Audizione in Comagri Senato a contrasto bracconaggio itticoRoma, 7 giu. (askanews) – Oggi, con l’audizione in commissione Agricoltura al Senato, della Fiops (Federazione italiana operatori pesca sportiva) e della Fipsas (Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee), prosegue l’iter a contrasto del bracconaggio ittico. Lo rende noto il senatore della Lega Giorgio Maria Bergesio a margine delle audizioni.

“Un fenomeno – commenta – che danneggia coloro che operano nell’assoluto rispetto delle regole e che negli anni ha assunto una dimensione transnazionale. Come Lega, su questo tema il nostro impegno è sempre stato ed è massimo: già la scorsa legislatura abbiamo presentato un ddl per colmare l’attuale vuoto normativo della disciplina della pesca professionale, mettendo in campo azioni concrete di contrasto alla pesca illegale e permettendo una maggiore tracciabilità del pescato a tutela, non soltanto degli operatori professionali che operano nel rispetto delle regole, ma anche della salute stessa dei consumatori”.

Al via nuova campagna Slow Food contro i pesticidi in Europa

Al via nuova campagna Slow Food contro i pesticidi in EuropaRoma, 7 giu. (askanews) – Al via la nuova campagna di Slow Food per un’Europa libera dai pesticidi. Il lancio avviene in concomitanza con la Giornata mondiale della sicurezza alimentare. “Diciamo addio ai pesticidi!” sarà una campagna europea online, in collaborazione con altre organizzazioni, per coinvolgere i cittadini, fare pressione sugli attori politici nazionali ed europei. La campagna vuole dare seguito all’Iniziativa dei cittadini europei Salviamo api e agricoltori, sostenuta da 1,1 milioni di firme.

“Nel 2022, la Commissione europea ha pubblicato una nuova proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (Sur), che mira a ridurre del 50% l’uso dei pesticidi nell’Unione europea entro il 2030, per proteggere la natura, gli impollinatori e le persone – spiega Madeleine Coste, responsabile delle politiche di Slow Food in Europa – Questa proposta ha incontrato una feroce resistenza da parte dell’agroindustria e dei suoi sostenitori, sfidando il consenso scientifico che riconosce la necessità di trasformare il nostro attuale sistema alimentare per garantirne la sicurezza nel lungo periodo”. Slow Food mette a disposizione uno strumento online attraverso il quale i cittadini europei possono facilmente inviare e-mail personalizzate ai membri del Parlamento europeo, per ricordare loro che il futuro delle giovani generazioni e della biodiversità non può essere garantito senza la riduzione dei pesticidi.

“Il regolamento Ue sui prodotti fitosanitari è un passo fondamentale per ottenere una significativa riduzione dell’uso dei pesticidi – aggiunge Coste -. Mentre parliamo, i decisori politici di tutta Europa stanno discutendo questa nuova normativa, e molti di loro cercano di farla deragliare. La decisione finale verrà presa nei prossimi mesi e la voce di tutti noi è fondamentale per contribuire a sostenere una regolamentazione sui pesticidi ambiziosa”. 

In Toscana 5 mln per 13 progetti su consulenza in agricoltura

In Toscana 5 mln per 13 progetti su consulenza in agricolturaRoma, 7 giu. (askanews) – Saranno tutti finanziati i progetti di consulenza in agricoltura che sono entrati nella graduatoria della sottomisura 2.1 del Psr (Programma di sviluppo rurale) della Regione Toscana. La sottomisura 2.1 è finalizzata proprio alla concessione di un sostegno economico per aiutare gli agricoltori, i silvicoltori, gli altri gestori del territorio ad avvalersi di servizi di consulenza specifici e migliorare così le prestazioni economiche e ambientali, il rispetto del clima e la resilienza climatica della loro azienda agricola.

Grazie all’incremento di 235mila euro approvato nell’ultima giunta regionale su proposta della vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi, la dotazione finanziaria a disposizione del bando ‘Sostegno ad avvalersi di servizi di consulenza’ è salita a 5 milioni e 235mila euro, cifra che permette di scorrere tutta la graduatoria portando a 13 i progetti interamente finanziati. “Abbiamo voluto disporre lo scorrimento di tutta la graduatoria – ha detto la vicepresidente Saccardi – perché consideriamo un tassello importante l’attività di consulenza nel comparto agricolo e forestale toscano per sostenere il maggior numero possibile di aziende sul territorio, soprattutto in questo particolare periodo storico in cui la competitività e la competenza sono fattori essenziali per una efficace gestione aziendale”.

Presidio Coldiretti a porto Bari contro crollo prezzi grano duro

Presidio Coldiretti a porto Bari contro crollo prezzi grano duroRoma, 7 giu. (askanews) – Presidio della Coldiretti al porto di Bari, davanti a una nave carica di frumento arrivata da Vancouver: i prezzi del grano duro, infatti, sono crollati del 40% proprio grazie all’import dal Canada, cresciuto di 9 volte nel 2023. Mentre sugli scaffali il costo della pasta per le famiglie è salito del 14%.

Il presidio è stato organizzato dalla Coldiretti in Puglia che è la principale regione produttrice di grano, con 10 milioni di quintali raccolti in media all’anno. Sotto accusa le manovre speculative con un deciso aumento delle importazioni di grano duro dal Canada, aumentate del 747%, e passate da 33,8 milioni di chili dello scorso anno ai 286,2 milioni attuali nei primi due mesi del 2023, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat. In Canada il grano, ricorda la Coldiretti, viene coltivato utilizzando glifosate in preraccolta come disseccante, secondo modalità vietate in Italia. Di fronte al Varco Vittoria, all’uscita dal porto di Bari, dove scaricano le navi piene di grano straniero, gli agricoltori hanno innalzato cartelli e striscioni con scritto: “Ci vogliono 4 chili grano per 1 caffe”, “No grano no pane”, “No grano no pasta”, “Stop grano al glifosate”, “Stop speculazioni”, “Il giusto pane quotidiano”, “Stop grano giramondo”, “Guerra del grano”, “Sos grano made in Italy”, “+747% import grano da Canada”, “Basta prezzi grano in caduta libera”, “Pasta made in Italy ma con grano tricolore”, “Prezzi pasta + 14% ma grano giù del 40%”.

“Non è accettabile – afferma Coldiretti – che di fronte all’aumento del 14% del prezzo della pasta al consumo rilevato dall’Istat a maggio, il grano duro nazionale necessario per produrla venga invece sottopagato appena 33 centesimi al chilo agli agricoltori. Proprio quando sta per partire la raccolta è necessario adeguare subito – sottolinea la Coldiretti – le quotazioni del grano duro per sostenere la produzione in un momento difficile per l’economia e l’occupazione”. “E’ necessario riattivare da subito – conclude Coldiretti – la Commissione Unica Nazionale per il grano duro, la cui attività in via sperimentale è stata sospesa nell’ottobre del 2022, perché fornisce trasparenza al mercato e offre la possibilità di poter mettere attorno ad un tavolo tutti gli attori della filiera eliminando le distorsioni e i frazionamenti delle borse merci locali”.

Integratori alimentari: li assumono 30 mln italiani, business da 4 miliardi

Integratori alimentari: li assumono 30 mln italiani, business da 4 miliardiMilano, 6 giu. (askanews) – Li assumono 30 milioni di italiani e rappresentano un mercato in costante crescita nel nostro Paese. Parliamo degli integratori alimentari che sempre di più entrano a far parte della routine dei nostri connazionali, a partire dai giovani, a complemento di uno stile di vita attivo e di un’alimentazione equilibrata. Ne abbiamo parlato con Germano Scarpa, presidente di Integratori e salute, associazione parte di Unionfood che rappresenta il comparto in Italia, in occasione della presentazione di un’indagine realizzata dal Future Concept Lab sul rapporto degli italiani con questi prodotti.

“Nel 2022 il mercato degli integratori in Italia valeva 4 miliardi e tenga presente che è ancora in crescita – ci ha detto Scarpa – e la crescita media negli ultimi 10 anni è stata del 9,8% è un mercato che, anche a momenti alterni, è sempre cresciuto e non ha avuto involuzioni. Il mercato europeo ne vale 17 di miliardi quindi l’Italia è veramente il protagonista, seconda la Germania, terza la Francia e quarta la Spagna”. Come ha spiegato lo stesso Scarpa, anche nell’anno funestato dall’inflazione che ha eroso il potere d’acquisto degli italiani, gli integratori hanno continuato a crescere a volume, nonostante un fisiologico rialzo dei prezzi che, in Italia a differenza di altri Paesi come la Germania, mediamente si mantengono su una fascia medio-alta. I volumi fanno dunque sperare in una prospettiva di sviluppo ulteriore che, come emerge dalla ricerca, cela una rinnovata attenzione da parte degli italiani al proprio benessere basata su tre elementi:

“Dalla ricerca emerge una triade che orienterà il futuro e che è molto cresciuta in questi ultimi anni – ha spiegato Francesco Morace, sociologo e presidente di Future concept lab – è una triade che è costituita dalla salute che supera il 60% dell’adesione, ma questo non è una novità, la seconda è quella dell’ambiente la grande novità e la terza è l’alimentazione. Quindi salute ambiente e alimentazione creano una triade virtuosa che gli italiani cercano di metabolizzare nella loro vita quotidiana e gli integratori diventano dei facilitatori di questa triade del benessere”. Nell’ultimo anno, oltre il 73% degli italiani ha assunto integratori almeno una volta, e tra questi ci sono soprattutto adulti tra i 35 e i 54 anni con una leggera prevalenza femminile. Nel momento in cui scelgono di comprarli, il medico (48,4%), e subito dopo il farmacista (36,3%) sono i primi a essere consultati per un consiglio, privilegiando, nel 70% dei casi, la farmacia o la parafarmacia come luogo di acquisto. Ma quali sono le ragioni per cui si integra la propria alimentazioni con questi prodotti specifici? “Il primo elemento che supera il 30% delle adesioni è l’attenzione al sistema immunitario – ha specificato Morace – E’ chiaro che la pandemia ha portato una grande quantità di persone a considerare con grande attenzione il sistema immunitario, poi c’è la tonicità, il sonno, la memoria. La cosa che colpisce è che gli integratori diventano compagni di vita quotidiani che a seconda dei casi integrano la nostra idea di qualità della vita”.

Un’idea che si basa anche sulla fiducia nella ricerca scientifica: per il 60% degli italiani riuscirà a sviluppare ritrovati per vivere a lungo in salute e questa percentuale è trainata al rialzo dai giovani che hanno una visione pragmatica anche nelle scelte che attengono al proprio benessere. Una indicazione che sembra riflettere una certa consapevolezza sul ruolo degli integratori alimentari, che non sono farmaci e in quanto tali non curano malattie ma aiutano a mantenere in salute chi in salute lo è già. Non a caso tra le priorità del comparto, oltre alle aggregazioni, c’è la necessità di continuare a innovare per sviluppare nuovi prodotti sempre più funzionali alle esigenze dei singoli: “L’innovazione in qualsiasi settore industriale è importantissima ma in questo lo è ancora di più. Questo settore lo ha sempre fatto e probabilmente uno dei suoi grandi successi è stata l’alta capacità di innovare. Diciamo però che oggi in Europa l’innovazione è un po’ frenata da regole che andrebbero riviste proprio alla luce del fatto che noi parliamo di nutrienti e di effetto metabolico e non di sostanze attive e di effetto farmacologico – ha lamentato Scarpa – In questo momento il rischio di impresa e di innovare, senza mettere ovviamente a rischio la salute del consumatore, è frenato da alcuni balzelli burocratici che andrebbero se non altro rivisti”. Anche perchè, conclude Scarpa “in America si innova seguendo il concetto del rischio di impresa e non abbiamo segnalazioni di grandi disastri fatti dagli integratori: vuol dire che le imprese sono coscienti di fare cose senza ledere il consumatore e lì stanno correndo un po’ più dell’Europa”.

Agricoltura, 166 mln euro per macchinari innovativi nelle scuole

Agricoltura, 166 mln euro per macchinari innovativi nelle scuoleRoma, 6 giu. (askanews) – Oltre 166 milioni di euro per l’acquisto di strumentazione e specifiche attrezzature green, sostenibili e digitali fino ad un massimo di spesa di 250mila euro per gli istituti agrari, alberghieri, nautici ed aeronautici e fino a 350mila euro per ciascuna scuola con più di un indirizzo. Lo prevede un decreto emanato dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Di questi fondi, 59,3 milioni di euro sono destinati esclusivamente alle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.

“Ringraziamo il ministro Valditara per aver previsto questo stanziamento di risorse che permetterà agli istituti tecnici e agrari di rinnovare finalmente il proprio parco macchine affinché gli studenti possano usufruire di mezzi all’avanguardia tecnologica per mettere in pratica ciò che apprendono”, dichiara in una nota Andrea Borio, presidente di Federacma, Federazione Confcommercio che raggruppa le associazioni nazionali dei rivenditori di macchine agricole e da giardinaggio. “Nel nostro comparto ci sono molti posti di lavoro, tecnici e qualificati, oggi disponibili e che gli studenti potrebbero occupare grazie ad una formazione adeguata. Lo stanziamento previsto – conclude – non potrà che migliorare e innalzare il livello della didattica, soprattutto dal punto di vista della pratica, invogliando sempre più studenti ad intraprendere, ci auguriamo, percorsi lavorativi e professioni connesse alla meccanica agraria”.

Ismea: in primi 3 mesi 2023 quotazioni record per Pecorino Romano

Ismea: in primi 3 mesi 2023 quotazioni record per Pecorino RomanoRoma, 6 giu. (askanews) – Quotazioni record nel primo trimestre del 2023 per il Pecorino Romano dopo gli aumenti registrati nel corso del 2022. Un trend che sta trainando al rialzo anche i prezzi del latte ovino. E’ quanto emerge dal report Agrimercati di ISmea sulla situazione congiunturale agricola dei primi tre mesi dell’anno.

I prezzi elevati del Pecorino Romano, se da un lato hanno incentivato le produzioni, però, dall’altro lato hanno scoraggiato la domanda estera. Per quanto riguarda il mercato delle carni ovicaprine, i prezzi degli agnelli nelle settimane precedenti la Pasqua 2023 hanno registrato una contrazione rispetto alla stessa fase della campagna precedente; il calo maggiore è stato registrato per la categoria degli agnelli di 12-20 kg. In linea generale, nei primi mesi del 2023 la tensione sul mercato lattiero caseario mondiale ha iniziato a rallentare, grazie al calo dei prezzi delle materie prime e una ripresa della produzione di latte nel bacino boreale. A livello nazionale, le consegne di latte sono ancora in forte diminuzione come conseguenza di costi di produzione ancora molto elevati. I prezzi alla stalla, spiega Ismea, risultano ancora assestati su valori molto elevati, ma le quotazioni cedenti del latte spot sulla scia delle dinamiche continentali delle principali commodity casearie lasciano intendere per i prossimi mesi un cambio di rotta.

Agricoltura, Prandini: il 5 luglio proposta Commissione Ue su Tea

Agricoltura, Prandini: il 5 luglio proposta Commissione Ue su Tea


Agricoltura, Prandini: il 5 luglio proposta Commissione Ue su Tea


Agricoltura, Prandini: il 5 luglio proposta Commissione Ue su Tea






























1686055322 Agricoltura Prandini il 5 luglio proposta Commissione Ue su Tea

Roma, 6 giu. (askanews) – Il 5 luglio è prevista la presentazione della proposta della Commissione europea. Lo annuncia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, a Bruxelles per una serie di incontri istituzionali, a pochi giorni dall’approvazione dell’emendamento al decreto siccità che dà il via libera alla sperimentazione in campo delle tecniche di evoluzione assistite. All’ordine del giorno degli incontri il tentativo di accelerare la presentazione del nuovo quadro regolamentare per lo sviluppo delle nuove tecniche di selezione genomica, che distingua nettamente i vecchi ed obsoleti ogm dalle tecniche di evoluzione assistita.

“Per rispondere alla sfida dei cambiamenti climatici, della difesa della biodiversità e affrontare l’obiettivo della sovranità alimentare, la ricerca agraria – sottolinea Prandini – ha oggi a disposizione nuove tecnologie di miglioramento genetico che permettono di riprodurre in maniera precisa e mirata i risultati dei meccanismi alla base dell’evoluzione biologica naturale, raggruppate sotto la denominazione Tea (Tecnologie di Evoluzione Assistita). Tecniche che non implicano l’inserimento di Dna estraneo alla pianta”. “È necessario che la spinta a livello italiano – sottolinea Prandini – sia seguita immediatamente dal livello europeo”. Durante gli incontri Prandini ha ribadito di ritenere “inaccettabile che questa proposta venga utilizzata dal Vice presidente della Commissione Frans Timmermans per spingere soprattutto il Parlamento europeo ad approvare norme ideologiche e prive di basi scientifiche come quella sul Ripristino della natura o sulla riduzione dell’utilizzo dei pesticidi”.

Ismea: vino, in primo trimestre giacenza prodotto +3,8% su 2022

Ismea: vino, in primo trimestre giacenza prodotto +3,8% su 2022


Ismea: vino, in primo trimestre giacenza prodotto +3,8% su 2022


Ismea: vino, in primo trimestre giacenza prodotto +3,8% su 2022




























1686055022 Ismea vino in primo trimestre giacenza prodotto 38 su 2022

Roma, 6 giu. (askanews) – Un primo trimestre dell’anno non brillante per il vino italiano. Il mercato italiano del vino risulta infatti appesantito da una “giacenza” di prodotto che supera del 3,8% quella dello stesso periodo dell’anno scorso. Lo rileva l’Ismea nel rapporto Agrimercati sulla congiuntura agricola del primo trimestre del 2023.

A questa maggior disponibilità di prodotto, si contrappone una contrazione della domanda sia interna che estera. I dati del commercio con l’estero dei primi due mesi mostrano una leggera flessione dell’export in volume, e un incremento in valore che, però, non rassicura gli operatori. In Italia, dopo le flessioni dello scorso anno anche il primo trimestre del 2023 chiude con un bilancio negativo nella grande distribuzione per il vino. La domanda poco attiva, spiega Ismea, influenza l’andamento dei prezzi che nei primi mesi del 2023 mostrano una tendenza cedente su tutti i segmenti. Alle problematiche di mercato si aggiungono in alcune aree, quelle più colpite dal maltempo delle ultime settimane, le preoccupazioni per la tenuta dei vigneti perché l’eccessiva pioggia potrebbe anche vanificare i controlli messi in atto per le patogene.