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Giansanti: Tea priorità, Ue trovi accordo entro fine legislatura

Giansanti: Tea priorità, Ue trovi accordo entro fine legislaturaRoma, 11 dic. (askanews) – “C’è bisogno di tecniche produttive all’avanguardia, per far crescere la sostenibilità ambientale del sistema agricolo. In quest’ottica, non è una buona notizia il mancato raggiungimento di un’intesa in seno al Consiglio Agricoltura UE sull’inquadramento delle nuove tecniche genomiche nell’ordinamento dell’Unione”. Così il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti sugli aggiornamenti in arrivo da Bruxelles in merito alla discussione in corso in Agrifish sul nuovo regolamento sulle tecniche genomiche.

“I problemi emersi non sembrano insolubili. Ringraziamo la delegazione italiana per il positivo contributo assicurato alla discussione”, aggiunge Giansanti. Ad avviso di Confagricoltura è ancora possibile raggiungere un accordo prima della fine della legislatura. “L’invito che rivolgiamo al Parlamento europeo e alla presidenza di turno belga, che sarà in carica dal primo gennaio – prosegue Giansanti – è di mantenere il dossier delle tecniche genomiche in cima alla lista delle priorità, per evitare il rinvio delle decisioni alla fine dell’anno prossimo dopo le elezioni al Parlamento UE e l’insediamento della nuova Commissione”.

“Sarebbe difficile da comprendere un ritardo di quasi un anno per avviare la messa a disposizione delle imprese agricole di uno strumento innovativo, già utilizzato peraltro in alcuni dei grandi Paesi produttori nostri competitor, che consente di salvaguardare le produzioni, riducendo allo stesso tempo la pressione sulle risorse naturali”, conclude il presidente di Confagricoltura.

Agricoltura, nasce Confagricoltura Liguria

Agricoltura, nasce Confagricoltura LiguriaRoma, 11 dic. (askanews) – Nasce Confagricoltura Liguria, dalla unificazione delle province in un unico soggetto regionale. A Terrazza Colombo i vertici delle Confagricoltura di Genova, La Spezia, Savona ed Imperia hanno deliberato la loro unificazione nella Confagricoltura Liguria. “Un passaggio organizzativo – ha sottolineato il presidente ligure di Confagricoltura, Luca De Michelis – che ci inorgoglisce, dando alla nostra articolazione territoriale una veste moderna, smart e sempre più attenta alle esigenze delle imprese agricole che necessitano di rappresentanza sindacale al passo con i tempi”.   Tempi che hanno visto mutare, nell’ultimo decennio, i riferimenti, con la scomparsa delle Comunità Montane prima, il superamento delle province dopo, fino all’accorpamento del sistema Camerale, qui come nel resto del Paese. All’evento ha presenziato anche il presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti che ha ricordato come l’unicità dell’agricoltura ligure, nel panorama nazionale, costituisca uno straordinario connubio tra territorio e sue produzioni d’eccellenza, ricordando inoltre la strategicità della Liguria come Porto del Mediterraneo.   Il direttore Generale di Confagricoltura, Annamaria Barrile, ha ricordato come un assetto organizzativo moderno debba essere la base di un’Organizzazione professionale che deve essere sempre più smart e rapida nel dare risposte ai propri associati.   Nel dibattito con il Presidente della Regione, Giovanni Toti, è emerso come quello agricolo sia un settore straordinariamente importante per la Liguria, sia dal punto di vista economico che culturale, identitario e turistico. “Dalla fatica dei nostri produttori – ha ricordato Toti –  nascono prodotti apprezzati in tutto il mondo, a partire dall’olio, dal basilico e dal vino. Per questo abbiamo messo a disposizione oltre 207 milioni per il settore agricolo, da spendere nei prossimi anni per sostenere le nostre eccellenze e chi lavora ogni giorno per tenerle vive e portarle sulle nostre tavole e non solo”.    Ai lavori hanno partecipato anche il Capo dipartimento delle Politiche Europee e Internazionali e dello sviluppo ruraledel Masaf, Giuseppe Blasi, presente a Genova per il convegno di presentazione del nuovo periodo di programmazione dello sviluppo rurale, unitamente al Vice Direttore del Dipartimento Agricoltura della Regione, Federico Marenco.  

Carne coltivata, Slow food: no battaglia ideologica, ripensare allevamenti

Carne coltivata, Slow food: no battaglia ideologica, ripensare allevamentiMilano, 11 dic. (askanews) – “Il divieto alla produzione e vendita della carne coltivata secondo Slow Food non chiude la discussione: la apre” afferma Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia sulla legge sulla carne coltivata, firmata pochi giorni fa dal Presidente della Repubblica. “Non possiamo ridurre a battaglia ideologica un tema complesso, che ha a che fare con il sistema alimentare, il suolo, il paesaggio, la cultura del cibo e la sovranità alimentare – prosegue – Non servono provvedimenti che vietino la produzione e la vendita di alimenti prodotti da colture cellulari o tessuti di animali come quello appena divenuto ufficialmente legge, ma informazioni corrette, che consentano a tutti di scegliere. Proibire è una scorciatoia. Serve un’analisi onesta, capace di accogliere la complessità”.

Il cibo non è un carburante per far funzionare l’organismo, somma algebrica di proteine, grassi e carboidrati. Il cibo è prima di tutto espressione culturale, linguaggio. È parte integrante dell’identità dei popoli, frutto di saperi, tradizioni, innovazioni, scambi di conoscenza. Secondo Slow Food, il problema di un’eccessiva produzione di carne non si risolve passando dagli allevamenti intensivi ai laboratori, ma si affronta analizzando e modificando il modello che ha originato questa distorsione. Un modello che ha trasformato l’agricoltura in industria e l’ha consegnata alla finanza, spezzando il suo legame con la terra e la natura, prosegue, trasformando un’attività circolare (dove nulla era scarto) in un settore che produce più del 30% delle emissioni di CO2, inquina la terra e l’acqua, compromette la nostra salute. E fa tutto questo in nome di una popolazione in crescita da sfamare, nascondendo la verità di un cibo prodotto per essere in buona parte sprecato. “Oggi una manciata di multinazionali controlla quasi tutto: la produzione di semi, fertilizzanti chimici, pesticidi, mangimi, prodotti farmaceutici; la genetica animale, l’allevamento, la macellazione, la distribuzione; perfino le compagnie nautiche che trasportano mangimi e farine attraverso il globo” continua Nappini.

Slow Food invita a “dare un’occhiata all’elenco dei finanziatori della ricerca sulla carne coltivata per capire quale sia la direzione: da Bill Gates a Sergey Brin di Amazon a Richard Branson della Virgin Group. Ma anche JBS, Cargill e Tyson Foods, ovvero le stesse multinazionali che controllano la filiera della carne. Di fatto, proprio chi è fra i principali responsabili della deriva attuale dell’allevamento, e ne detiene il controllo a livello globale, ora che il settore inizia a intravedere minacce all’orizzonte investe sulla carne coltivata usando gli stessi strumenti e gli stessi schemi: brevetti e monopoli”. Da qui l’invito di Slow Food Italia è ad “aprire una riflessione su un modello diverso di allevamento, che si ponga onestamente delle domande sull’accesso alle risorse naturali e sul diritto alla sovranità alimentare”, conclude Nappini.

Il pollo romagnolo diventa presidio Slow Food

Il pollo romagnolo diventa presidio Slow FoodRoma, 11 dic. (askanews) – Cresce il numero dei prodotti Slow Food in Emilia-Romagna: il pollo romagnolo, antica razza autoctona, dopo aver rischiato l’estinzione sarà ora il 19esimo presìdio dell’Emilia-Romagna. Il nuovo Presìdio è stato presentato oggi a Bologna dall’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, assieme a Raffaella Ponzio, responsabile Presìdi Slow Food Italia.

Abituato a razzolare in grandi spazi, in grado di volare anche sugli alberi, così da difendersi da solo da volpi, faine e altri predatori, il pollo romagnolo fino al dopoguerra è stato una presenza fissa nelle aie contadine. Questa gallina variopinta è uscita di scena con l’avvento dell’agricoltura industriale, perché poco adatta all’allevamento intensivo e di taglia piccola. L’ultimo allevamento è stato trovato nel ravennate nel 1997 e a quel punto gli allevatori custodi dell’Arvar, l’associazione razze e varietà autoctone romagnole e nazionali, assieme all’università di Parma, ne hanno selezionato le uova, i pulcini hanno ricominciato a circolare ed è cresciuto l’interesse fra allevatori custodi. Oggi in Romagna ci sono poco più di duemila polli romagnoli che razzolano liberamente all’aria aperta, numeri lontani dagli allevamenti intensivi, ma che possono essere intercettati da chi cerca una ristorazione di qualità.

“Il Presidio del pollo romagnolo – ha spiegato Raffaella Ponzio, responsabile Presìdi Slow Food Italia – è nato per sostenere un gruppo di allevatori che da anni, per passione, conservano la biodiversità zootecnica e rappresentano una piccola, virtuosa, economia locale”. “Il sostegno ai Presìdi Slow Food – ha detto l’assessore Mammi – capaci di creare cultura e identità, porta avanti un progetto che coinvolge le comunità locali e persegue obiettivi come salvare la biodiversità, tutelare gli ecosistemi e le risorse naturali, tutelare la salute dei consumatori e promuovere filiere eque dal punto di vista sociale.

Copagri: Contratti di fiume fondamentali per transizione ecologica

Copagri: Contratti di fiume fondamentali per transizione ecologicaRoma, 11 dic. (askanews) – “Il Contratto di Fiume è uno strumento innovativo fondamentale per la riqualificazione fluviale del Paese, con evidenti e significative ripercussioni sull’attività agricola, sulla gestione del territorio, sulla tutela della biodiversità, dei suoli e di tutte le zone interne della Penisola, senza contare i positivi risvolti in termini occupazionali”. Lo sottolinea il presidente della Copagri Tommaso Battista, annunciando la partecipazione della Confederazione Produttori Agricoli al XII Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume, in programma il 18 e 19 dicembre a Napoli.

“E’ fondamentale, quindi, tenere alta l’attenzione sulle numerose opportunità offerte da questi accordi, che oltre a contribuire allo sviluppo locale, sono finalizzati a una migliore gestione e utilizzo delle risorse idriche, contribuendo, inoltre, alla pianificazione del territorio e alla tutela dell’ambiente”, aggiunge Battista, spiegando che la Copagri parteciperà alla prima giornata dei lavori, il 18 dicembre, rappresentando le proprie istanze nelle assemblee dedicate alla Regioni del Nord e a quelle del Sud e delle isole. “A cinque anni dal XI incontro nazionale tenutosi nel 2018 a Roma, si farà il punto sui risultati del grande lavoro fatto e delle sfide da affrontare nel futuro, partendo dai contenuti di un ‘Documento di Posizione e Proposta’ elaborato negli ultimi mesi, che sarà portato all’attenzione del governo e delle regioni, con il fine ultime di dare sempre maggior concretezza a una gestione più condivisa di fiumi, laghi e coste e uscire dalla cultura dell’emergenza”, spiegano il vicepresidente della Copagri Giovanni Bernardini, che interverrà all’assemblea delle Regioni del Nord, e il presidente della Copagri Calabria Francesco Macrì, il quale parteciperà invece all’assemblea delle Regioni del Sud e delle isole.

“Si parla spesso di transizione ecologica, ma è impensabile raggiungere questo importante traguardo senza prima andare a sistemare il territorio e senza lavorare guardando al medio-lungo periodo, mirando alla corretta manutenzione dei territori fluviali e alla salvaguardia dal rischio idraulico; tutto ciò passa necessariamente dai Contratti di Fiume, che vanno pertanto sostenuti convintamente ed economicamente dalle Regioni e dal Governo”, concludono Bernardini e Macrì.

Consorzio Cantuccini Toscani Igp ottiene riconoscimento tutela

Consorzio Cantuccini Toscani Igp ottiene riconoscimento tutelaRoma, 11 dic. (askanews) – E’ arrivata l’investitura ufficiale per il Consorzio Cantuccini Toscani IGP: il Consorzio di Tutela ha ottenuto il riconoscimento con Decreto del Masaf, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 9 dicembre 2023. Il ministero attribuisce quindi al neo-costituito Consorzio il ruolo di tutela e valorizzazione del prodotto, svolto in precedenza a titolo privato dall’associazione dei produttori sin dal 2016.

Il Consorzio, di cui fanno parte 21 aziende di tutta la Toscana, è rappresentativo di oltre il 90% della produzione certificata sul territorio regionale, passata da 1.587 t nel 2017 a 4.122 tonnellate nel 2021, con il valore alla produzione salito nello stesso periodo da 12 a 37 milioni di euro, risultato che porta questo prodotto ai vertici delle DOP e delle IGP toscane, anche in termini di export. “Si tratta di un riconoscimento – spiega il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani – per un prodotto alimentare identitario della nostra regione. Un percorso, iniziato nel 2011, che si concretizza adesso grazie all’impegno di tutti i protagonisti, pubblici e privati. Con la indicazione geografica tipica i cantuccini toscani avranno una maggiore tutela e potranno beneficiare di un’adeguata promozione sia in Italia che all’estero”.

“Siamo molto soddisfatti – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – e ringrazio il sottosegretario per le politiche agricole alimentari La Pietra per il supporto che ci ha dato. Questo riconoscimento rappresenta un ulteriore passo avanti nella direzione di una maggiore tutela prima di tutto e di una promozione di questo prodotto che per la sua qualità può aspirare a obiettivi ancora più ambiziosi”.

Apre in Italia il primo Carrefour Contact, a Milano

Apre in Italia il primo Carrefour Contact, a MilanoRoma, 11 dic. (askanews) – Ha aperto in Italia, in piazza Angilberto a Milano, il primo Carrefour Contact, un nuovo format già presente in Francia che punta tutto sulla marca privata per abbassare del 10% i prezzi di vendita, rendendola l’insegna tra le meno care della città.

Michele Stefanoni, direttore Ipermercati, Supermercati Diretti e Cash & Carry Carrefour Italia, spiega che si tratta di “un vero e proprio cambio di insegna, da Market a Contact, che si svilupperà su 960 mq di superficie, senza le classiche promozioni, come ad esempio i cataloghi. Vogliamo infatti contribuire a diventare un fattore di vitalità e di sicurezza per i cittadini e le cittadine che vivono il quartiere, soprattutto nelle aree più periferiche della città e che rischiano un impoverimento di attività, se trascurate”. La nuova strategia di Carrefour Contact si focalizza sulla valorizzazione della marca privata. L’assortimento è stato razionalizzato, eliminando buona parte delle marche nazionali, aumentando la presenza dei prodotti Carrefour, con attenzione alla marca Simpl. Il punto vendita conta oltre 7.000 referenze in totale, tra largo consumo confezionato, freschi e non food.

L’inaugurazione del nuovo punto vendita di Angilberto contribuisce, insieme al progetto “Negozi e Botteghe in zona Angilberto” promosso dal Comune, a rivitalizzare il quartiere che si sviluppa intorno a piazza Angilberto II.

Peronospora uva, in Puglia perso 1/3 produzione: stato calamità

Peronospora uva, in Puglia perso 1/3 produzione: stato calamitàRoma, 11 dic. (askanews) – Annata da dimenticare in Puglia per la vendemmia, che paga il conto degli eventi estremi e degli attacchi di peronospora che hanno caratterizzato il 2023: oltre 1/3 delle produzioni è andato perduto, con le quantità in alcuni areali crollate dal 40% fino al 90%, mentre sono aumentati in misura esponenziale i costi di produzione. Coldiretti Puglia in una nota esprime soddisfazione per l’approvazione dalla Giunta della Regione Puglia della proposta urgente al Masaf di declaratoria delle eccezionali avversità atmosferiche per potere accedere al Fondo di Solidarietà Nazionale. La peronospora ha colpito in particolare i territori dei comuni delle province di Bari/BAT, Foggia, Brindisi, Taranto, e Lecce. La proposta si basa sulle relazioni dei Servizi Territoriali di Foggia, Bari/BAT, Taranto, Brindisi e Lecce.

In particolare a livello regionale la peronospora ha tagliato mediamente del 40% i quantitativi di uva in tutta la regione. I tecnici sul territorio stanno raccogliendo le segnalazioni in tutte le province, con una conta dei danni a macchia di leopardo in alcuni vigneti del 60/70% con punte fino al 100% di prodotto in alcuni areali. Il settore, spiega Coldiretti Puglia, “ha bisogno di misure urgenti per fare fronte alla perdita di prodotto e quindi di valore, ma anche di giornate di lavoro con un effetto negativa sull’occupazione, conseguenze drammatiche per il settore sia dell’uva da tavola che dell’uva da vino”.

Fitofarmaci, ovunque impatto negativo su insetti impollinatori

Fitofarmaci, ovunque impatto negativo su insetti impollinatoriRoma, 11 dic. (askanews) – L’uso di fitofarmaci, anche se regolarmente consentiti, influisce negativamente sui bombi, insetti impollinatori delle colture e della flora spontanea, appartenenti alla stessa famiglia delle api, in tutti i paesaggi europei: è quanto emerge dal monitoraggio condotto in 128 siti di 8 Paesi europei dal Consorzio costituito da 42 partner con il fondamentale contributo del CREA, centro di ricerca Agricoltura e Ambiente (CREA-AA).

Lo studio “Pesticide use negatively affects bumble bees across European landscapes” è appena stato pubblicato sulla rivista internazionale Nature. Nell’ambito del progetto PoshBee – Pan-European assessment, monitoring, and mitigation of Stressors on the Health of Bees (Monitoraggio europeo della salute delle api), è stata condotta la valutazione dei fattori di stress attraverso uno studio di campo a livello europeo con un focus su colza e meleti, in quanto colture presenti in tutta Europa, sottoposte a differenti pressioni di parassiti e di fitofarmaci e fonte di nutrimento per gli impollinatori. I fitofarmaci in uso, pur se regolarmente autorizzati, hanno avuto un effetto negativo sullo sviluppo e la riproduzione delle colonie di bombi. Il polline raccolto e immagazzinato dai bombi, infatti, è risultato contaminato da più fitofarmaci: 8 differenti molecole per colonia in media, ma in alcuni casi sono stati riscontrati fino a 27 diversi composti, in prevalenza fungicidi. E’ stato calcolato, quindi, un indice di rischio sulla base della tossicità di tali sostanze e della loro concentrazione nel polline: 9 insetticidi sono risultati responsabili del 99% del rischio.

Nonostante le normative europee impongano limiti all’uso dei fitofarmaci proprio per garantire che le perdite di individui nelle colonie di api mellifere (Apis mellifera) non superino il 10%, è stato riscontrato che più della metà delle colonie di bombi monitorate ha subito decremento di popolazione maggiore del 10%. Questi decrementi sono risultati esacerbati nei siti con agricoltura più intensiva.

Trasformazione prodotti agricoli, 30 mln da R. Piemonte

Trasformazione prodotti agricoli, 30 mln da R. PiemonteRoma, 11 dic. (askanews) – E’ pubblicato sul sito della Regione Piemonte il bando del Complemento di sviluppo rurale 2023 – 2027 a sostegno dell’agroindustria per investimenti per la trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli. La dotazione finanziaria complessiva è di 30 milioni di euro.

“La filiera agroindustriale piemontese può contare su finanziamenti significativi per interventi che migliorano la produttività delle imprese e rendono più competitivi i nostri prodotti agroalimentari sui mercati”, sottolinea in una nota l’assessore regionale all’Agricoltura e Cibo Marco Protopapa. Possono presentare domanda di contributo le imprese singole o associate entro il 29 febbraio 2024, termine di scadenza del bando. L’aiuto è concesso sotto forma di contributo in conto capitale, pari al 40% della spesa ammissibile.