Lollobrigida: lattiero caseario è strategico per i made in ItalyRoma, 23 mag. (askanews) – “Il comparto lattiero caseario rappresenta un settore strategico per Made in Italy, un asset a cui il Sistema Italia non può rinunciare in termini di qualità, economia e posti di lavoro”. Lo scrive sulla pagina Facebook, il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, che oggi si trova a Milano per la 79esima Assemblea generale di Assolatte.
“Come Governo Meloni, continueremo ad essere al loro fianco, lavorando in sinergia per sfruttare appieno le infinite potenzialità di crescita dei prodotti lattiero caseari e difendendo le nostre eccellenze da ogni modello che le aggredisce, sia sul piano interno, sia a livello internazionale a cominciare dall’Unione europea”, ha concluso il ministro.
A Brescia 24-25 maggio torna la Guida alle Birre di Slow FoodRoma, 23 mag. (askanews) – Torna a Brescia il 24 e il 25 maggio, in occasione della presentazione della nona edizione della Guida alle Birre d’Italia di Slow Food Editore, l’appuntamento con le birre artigianali. Due giorni di convegni, talk, degustazioni e incontro con i birrai per conoscere e apprezzare questa realtà.
Dal 2008, grazie a una rete di 101 collaboratori, la Guida offre uno spaccato dell’Italia della birra completo e ricco di particolari. All’inizio i birrifici in Italia erano poco più di 200, oggi hanno superato quota 1000. Nell’edizione 2025, in libreria da venerdì 24 maggio e sullo store di Slow Food Editore, sono raccontate 511 realtà e recensite 2767 etichette, segnalati 785 locali dove è possibile bere o acquistare birra artigianale italiana. Non mancano i riconoscimenti assegnati ogni anno dai curatori della guida: 49 le Chiocciole (i migliori birrifici d’Italia, secondo la Guida), 101 con l’Eccellenza (i birrifici che esprimono un’elevata qualità’ media su tutta la produzione) e 43 con il premio Filiera (realtà che si dedicano con particolare attenzione alla produzione diretta delle materie prime), novità di questa edizione. Del totale delle birre recensite ben 779 etichette sono state premiate.
Al centro dell’evento è la novità dell’edizione 2025: la riflessione sulla filiera, un argomento caro a Slow Food impensabile sino a qualche anno fa e segno di un settore che vuole crescere puntando al territorio e alla qualità: “l’Italia non produce nemmeno un terzo del malto necessario ai propri birrifici – puntualizza Luca Giaccone – e ne importa più del doppio di quello che immette sul mercato. Per il luppolo va anche peggio, il nostro Paese nemmeno compare nelle statistiche internazionali. I birrifici potevano e dovevano affrontare questo limite e siamo contenti di poter registrare una diffusa sensibilità’ sul tema. Siamo ancora molto lontani dalla filiera chiusa, ma i tempi ci sembrano maturi per premiare quelle aziende che sull’argomento stanno facendo il difficile sforzo di cambiare le cose”.
Fipe: dehors sono valore per comunità e driver investimentiRoma, 23 mag. (askanews) – “Il 42% dei Pubblici Esercizi, tra il 2020 e il 2023, ha investito per allestire o ammodernare i dehors dei propri locali, per un valore che tocca i 700 milioni di euro. Parliamo di circa 110.000 imprese che hanno agito per rispondere alle nuove esigenze di consumo della clientela nel rispetto dell’interesse pubblico alla sicurezza e al decoro urbano”. Lo ha detto il vice direttore generale di FIPE-Confcommercio, Luciano Sbraga, che ieri è intervenuto in audizione dinanzi la X Commissione della Camera dei Deputati nell’ambito dell’esame della proposta di legge C. 1486 Caramanna sui Dehors.
“La proposta di legge va nella direzione auspicata da tempo dalla Federazione e ha i meriti – ha detto Sbraga – non solo di consacrare lo straordinario valore che ha assunto nelle città italiane la presenza di dehors collegati a ristoranti e caffè, ma anche la volontà di mettere in maggiore connessione Soprintendenze e Comuni, consentendo una migliore valorizzazione degli spazi su cui poter strutturare la somministrazione all’aperto. La pandemia ha fatto emergere con forza un nuovo modo di vivere gli spazi pubblici affidando ai dehors di ristoranti e caffè un ruolo decisivo nella caratterizzazione del paesaggio urbano e nel miglioramento della qualità della vita”. Il vice direttore generale ha anche ricordato che Fiper “da sempre sostiene la necessità di un cambiamento di paradigma che segni il passaggio dall’attuale occupazione di suolo alla progettazione dello spazio pubblico. Il problema – ha spiegato Sbraga – non sono i Pubblici Esercizi, tantomeno i dehors, ma l’assenza di una progettazione integrata dello spazio urbano in grado di permettere la coesistenza armonica di tutti gli elementi che lo compongono, inclusi i locali con i loro dehors”.
Emblematico il caso di Roma, dove “nonostante una crescita intensa e veloce delle installazioni di dehors a seguito dell’emergenza sanitaria ed a causa di politiche estremamente restrittive adottate in precedenza, oltre il 70% dei cittadini ritiene che i dehors siano un punto di ritrovo dove prima non c’era nulla, che riqualifichino persino il patrimonio edilizio preesistente, che migliorino l’estetica dell’ambiente urbano e che rappresentino degli importanti presidi di legalità e sicurezza lungo le strade della città”, ha concluso Sbraga.
Nasce alleanza per agroecologia contro desertificazione suoloRoma, 23 mag. (askanews) – Un’alleanza dell’agroecologia per far fronte alla desertificazione del suolo agricolo, all’impoverimento degli agricoltori e al cibo contaminato. E’la novità emersa nel corso dea congresso dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, che ha concluso a Roma la tre-giorni dedicata ai suoi primi 100 anni di vita. Una alleanza si estende a tutto il mondo del biologico, con largo spazio alla ricerca scientifica grazie alla presenza della Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica.
Focus sulla crisi sociale con Nadia El-Hage Scialabba, ecologa ex-dirigente della FAO e collaboratrice del Swette Center dell’Università statale dell’Arizona e con i rappresentanti di Rete Humus e Upbio. Prossimo appuntamento a settembre, con la presentazione ufficiale della nuova alleanza agroecologica per riunire molto più che gli attori del biologico e del biodinamico. “Nel secolo trascorso abbiamo acquisito tecniche e competenze scientifiche che permettono oggi all’Italia di essere il primo esportatore europeo di prodotti biodinamici, facendo a meno degli input chimici, costosi e dannosi, che azzerano la fertilità dei terreni”, ha spiegato Carlo Triarico, presidente dei biodinamici. “In un momento in cui l’agricoltura non remunera più il lavoro, i costi produttivi diventano insostenibili e le aziende agricole diminuiscono in numero per essere accorpate nei grandi latifondi industriali, c’è bisogno di un’azione globale di risanamento della terra. Questo è il compito dei biodinamici, ma non solo, per i prossimi 100 anni”.
Secondo Tricarico, nonostante la recente revisione della Pac 2023-2027 abbia previsto la riduzione di tutti i presidi ambientali senza sanare davvero i problemi degli agricoltori, rimane l’obiettivo di coprire una superficie del 25% coltivata a biologico entro il 2027. Oggi raggiungiamo il 18,7%. E’ un percorso che possiamo completare solo se alziamo la qualità dei processi agricoli, senza rendere convenzionale l’agricoltura biologica”.
Espresso italiano punta su sostenibilità e capitale umanoRoma, 23 mag. (askanews) – L’Espresso italiano guarda al futuro tra sostenibilità, risorse umane e nuovi segmenti di mercato. Aumenta infatti l’attenzione del settore verso il riuso dei prodotti di scarto, la sostenibilità, la ricerca, ma anche lìattenzione al capitale umano e al consumo domestico dove la moka trova sempre meno spazio sostituita da macchine che usano caffè in grani. E’ quanto emerge da una survey interna effettuata da Iei (Istituto Espresso Italiano) su un campione di aziende per capire la loro evoluzione.
“Il mondo del caffè sta affrontando importanti temi per il futuro, tra cui la sostenibilità, il tema delle risorse umane e l’esplorazione di nuovi segmenti di mercato. Le aziende Iei, devo dire sono molto virtuose da questo punto di vista, soprattutto sono aziende dinamiche che guardano al futuro con attenzione operando investimenti importanti anche in questi momenti difficili”, spiega il presidente dell’Istituto Espresso Italiano, Luigi Morello.
Lollobrigida: bene operazione cc e Masaf contro truffa a fondi UeRoma, 23 mag. (askanews) – “Ringrazio i Carabinieri del reparto Tutela agroalimentare di Messina che all’interno delle attività in stretta collaborazione con il Masaf, hanno scoperto la truffa di un’azienda agricola che aveva dichiarato la concessione sull’area della base militare dell’aeroporto militare di Sigonella, percependo così le risorse messe a disposizione per l’agricoltura dall’Europa”. Lo dice il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.
“L’operazione di sequestro è l’ennesima prova del grande impegno che da tempo mettiamo nell’ arginare il grave fenomeno dell’illegalità che colpisce l’intero comparto nazionale. È nostro dovere proteggere il settore da chi ne approfitta e mette in cattiva luce chi lavora onestamente”, conclude il ministro.
Agroalimentare, Tonitto 1939 si espande nell’Europa dell’EstRoma, 22 mag. (askanews) – I gelati dell’azienda ligure Tonitto 1939 concquistano l’Europa dell’Est. I primi mesi del 2024 hanno segnato infatti un cambio di passo all’estero per i gelati Tonitto 1939, mercato che ha fatto registrare un record di vendite nel primo trimestre 2024. L’azienda italiana, leader in Italia per il sorbetto e per il gelato senza zuccheri aggiunti, infatti, è riuscita ad avviare numerosi progetti di ampio respiro, conquistando gran parte dell’Europa dell’Est. Proprio il mercato estero pesa circa il 30% del proprio fatturato totale e nell’ultimo anno è cresciuto di un ulteriore 10%.
Con i gelati a marchio Tonitto, la realtà ligure è approdata in Bulgaria, Macedonia del Nord, Kosovo, Croazia e Repubblica Ceca, mentre il progetto più prossimo a partire è una partnership importante in Bosnia Erzegovina. Inoltre, in estate, lato Private Label (mercato in constante crescita che pesa circa il 70% dell’intero fatturato rispetto a quello del brand), partiranno nuovi progetti in Serbia, Grecia, Romania e Repubblica Ceca e una seconda collaborazione sempre in Grecia. Due progetti che in totale valgono circa un milione come volumi annuali.
Tonitto 1939, sempre con il proprio brand è entrata direttamente in Marocco e negli Emirati Arabi Uniti e ha inoltre l’obiettivo di insediarsi col brand Tonitto all’interno di mercati che hanno una stagionalità opposta a quella dell’emisfero boreale. Per questo sono stati avviati nuovi importanti dialoghi in Sud America e in particolare in Perù. Per quanto riguarda l’Italia, nel primo trimestre 2024 l’azienda ha registrato un record di vendite e l’obiettivo a fine 2024 è quello di raggiungere quota 10 milioni di euro. “Stiamo lavorando su diversi fronti per continuare a crescere anno dopo anno. I risultati che stiamo ottenendo in questi primi mesi e le risposte concrete che stiamo avendo dai nostri partner ci lasciano ben sperare per il futuro – spiega Alberto Piscioneri, General Manager Tonitto 1939 -. Essere riusciti a penetrare mercati così variegati è motivo di grande orgoglio”.
Proprio per cercare di ampliare ulteriormente il proprio portafoglio clienti, Tonitto 1939 parteciperà il 28 e 29 maggio ad Amsterdam alla fiera internazionale “Il Mondo del Marchio del Distributore” della PLMA, organizzata dalla Private Label Manufacturers Association, che ospiterà oltre 2.900 espositori provenienti da 70 paesi all’interno di uno spazio espositivo di 43.000 mq.
illycaffè si riconferma B corp: significativo miglioramento sul 2021Milano, 21 mag. (askanews) – A illycaffè è stata riconfermata la certificazione B Corp “grazie al suo costante impegno lungo la filiera e alla sua capacità di generare un impatto positivo verso i dipendenti, le comunità di riferimento e l’ambiente”. La certificazione B Corp, spiega una nota dell’azienda triestina, viene rilasciata dall’organizzazione internazionale B Lab che misura le performance sociali e ambientali dell’azienda secondo gli standard previsti dal B impact assessment (Bia) e prevede la revisione dell’analisi e la conseguente ricertificazione ogni tre anni. Nel 2024 illycaffè ha ottenuto il punteggio di 90,4 registrando un significativo miglioramento rispetto alla certificazione del 2021.
“Siamo orgogliosi del risultato raggiunto che testimonia l’impegno di illycaffè a crescere in modo sostenibile, responsabile e trasparente – afferma Cristina Scocchia, ad di illycaffè – La scelta di perseguire i propri obiettivi di business creando valore durevole e condiviso lungo tutta la filiera è un modello economico positivo che come B Corp ci siamo impegnati a promuovere perché siamo convinti che oggi, più che mai, anche il settore privato debba fare la propria parte per sostenere la transizione verso modelli che garantiscano il futuro delle persone e dell’ambiente”. I progressi più rilevanti degli ultimi tre anni hanno riguardato il rafforzamento della governance di sostenibilità con la costituzione di una task force aziendale composta dalla totalità dei C-level; l’inserimento degli obiettivi Esg nello schema degli incentivi del top management; l’evoluzione del bilancio verso il reporting integrato, riflesso della sempre maggiore connessione tra strategia, andamento economico-finanziario e contesto sociale e ambientale nel quale il gruppo opera; l’ulteriore rafforzamento, lungo le filiere di approvvigionamenti di beni e servizi, del ruolo svolto dalle tematiche Esg nelle fasi di selezione, valutazione ed evoluzione dei partner; il riconoscimento dell’unicità dell’Università del Caffè di illycaffè come mezzo di formazione per tutta la filiera; l’ottenimento della certificazione di parità di genere che attesta l’adozione di un approccio sistemico alla tematica; rafforzamento dell’impegno verso la lotta al cambiamento climatico tramite l’adozione di un target Net Zero di SBTi, riflessa anche dal trend, in costante miglioramento, nella riduzione della carbon footprint aziendale (-5,3% nel 2023 rispetto l’anno precedente, usando la metodologia di calcolo market-based).
Grana Padano, Renato Zaghini confermato alla presidenza del consorzioMilano, 21 mag. (askanews) – Mandato bis alla presidenza del Consorzio tutela Grana Padano per Renato Zaghini, confermato all’unanimità nella prima riunione del consiglio d’amministrazione eletto nell’assemblea generale del 18 aprile scorso.
Mantovano, sessantotto anni, sposato, due figli di 47 anni e 43 anni, Zaghini è da 25anni presidente del Caseificio europeo società agricola cooperativa di Bagnolo San Vito (Mn) e per 17 anni, prima di essere eletto alla massima carica, nel Consorzio Grana Padano è stato tesoriere. “Questa nuova elezione mi onora e mi commuove ancora più della prima, che ricordo maturò nel pieno della pandemia – commenta Zaghini – Eravamo in pieno lockdown, avevamo davanti un futuro indecifrabile e pieno di incognite. Assunsi con tutti i vertici del Consorzio e con gli associati un impegno verso le oltre 3.800 stalle e i 50mila soggetti coinvolti nella filiera: non avremmo lasciato a terra una sola goccia di latte. Oggi, i dati della produzione, che con 5.456.500 forme prodotte nel 2023 ed un aumento del 4,69% rispetto all’anno precedente ci confermano il formaggio Dop più consumato nel mondo e con un export superiore al 48% delle forme marchiate vendute all’estero, dimostrano che da quel tunnel siamo usciti. Ma questo successo non ci consente affatto di dimenticare che le guerre ai confini dell’Europa e in Medio Oriente sono altre pericolose emergenze con le quali un player mondiale come il Grana Padano si deve confrontare”.
Zaghini sottolinea gli impegni fondamentali fissati nell’ultima assemblea generale e quindi al primo posto nell’agenda sua e di tutto il Consorzio. “La produzione resta sotto attenta osservazione ed il cda rinnovato dovrà innanzitutto varare il nuovo piano produttivo, uno strumento ideato 20 anni fa proprio dal Consorzio Grana Padano in una situazione pesante per tutto il settore lattiero caseario, che non solo ha portato il Grana Padano alla sua leadership, ma ha pure aperto la strada a numerose altre realtà del settore” Ma l’impegno vede in particolare la novità della definizione del piano strategico pluriennale per il Grana Padano già approvato nell’assemblea del dicembre 2023 e in grado di indicare la rotta per il futuro. “Occorrerà, infatti, individuare le esigenze e abitudini alimentari dei consumatori – ha sottolineato Zaghini – e muoversi in linea con esse, in modo da rimodulare il posizionamento strategico del nostro prodotto. Fino a qualche anno fa, per esempio, chi avrebbe scommesso sull’esplosione delle vendite di grattugiato soprattutto nell’export? Pochissimi”.
Agli italiani (70%) le merendine piacciono farcite, meglio se alle cremeMilano, 21 mag. (askanews) – Nove italiani su 10 consumano le merendine italiane a merenda, in media due volte a settimana. In particolare, è la bontà il primo criterio di scelta, con il 70% degli italiani che attribuisce importanza al gusto seguito da praticità (42%), sicurezza alimentare (41%), porzionatura (40%) e versatilità (22%). A fotografare il rapporto di “Italiani e merendine” è un’indagine commissionata da Unione italiana food ad Astra Ricerche, attraverso un sondaggio online.
Sette italiani su 10 ammettono di preferire le merendine farcite a quelle semplici. In particolare, tra le diverse tipologie di farcitura il 34% preferisce quelli in creme ai ripieni in frutta (27%). Le farciture più amate includono crema al cioccolato (46%), crema pasticcera (42%), crema al cioccolato e nocciola (39%), crema al pistacchio (36%) e crema alla nocciola (35%). Parlando sempre di gusto, tra gli ingredienti più soddisfacenti per sei italiani su 10 le gocce di cioccolato sono al primo posto, seguite da granella di zucchero e di frutta secca (entrambe al 29%), mirtilli rossi (26%) e glassa di zucchero (24%). Tra le varie tipologie di merendine disponibili sul mercato, le preferenze degli italiani si indirizzano in primis verso quelle a base di pasta sfoglia, scelte dal 42% del campione. Seguono quelle a base di pan di spagna (25%), plumcake (21%) e pasta frolla (12%). Oltre al gusto, una caratteristica che sta assumendo sempre più rilievo nell’industria alimentare è la consistenza che riveste un ruolo distintivo anche nell’esperienza di consumo di una merendina. La varietà di consistenze influisce sull’esperienza sensoriale, aggiungendo un elemento di piacere tattile e di soddisfazione al palato. In base allo studio, infatti, le consistenze più amate nelle merendine dai nostri connazionali sono quella “soffice”, indicata da circa sei italiani su 10 (56%) e “cremosa” (48%). Seguono croccante (29%), friabile (28%), compatta (19%), spugnosa (16%) e ruvida (5%).
Il rapporto degli italiani con le merendine rivela poi delle curiosità sul modo in cui le consumano: se il 31% preferisce mangiarle a piccoli morsi, un 20% ama aprirle facendo scoppiare la confezione. Più indietro ma a pari punteggio chi separa la farcitura per gustarla prima (16%) e chi tocca la sofficità della merendina con le mani prima di assaggiarla (16%) e infine una piccola parte dei nostri connazionali (7%) assaggia il ripieno con le dita prima di iniziare a mangiare la merendina.