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In Toscana ok a bando da 2,5 mln per agricoltura di precisione

In Toscana ok a bando da 2,5 mln per agricoltura di precisioneRoma, 28 nov. (askanews) – Approvato il bando attuativo dell’intervento “Pratiche agricoltura di precisione” per il 2024 nell’ambito del Feasr – Piano Strategico della PAC (PSP) 2023-2027. L’intervento, che ha una dotazione finanziaria di 2 milioni e 500mila euro, vuole promuovere l’adozione di tecniche di agricoltura di precisione e prevede un sostegno annuale per ettaro differenziato per azioni (fertilizzazioni, trattamenti fitosanitari,Irrigazioni) e gruppi colturali (erbacee, ortive e arboree) a favore dei agricoltori che si impegnano ad adottare almeno una pratica di agricoltura di precisione.

“Con questo bando – spiega la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – vogliamo sostenere l’adozione di pratiche di agricoltura di precisione per una produzione sostenibile, che consenta agli imprenditori agricoli un maggior rispetto degli agroecosistemi e dei cicli naturali così come anche indicato nelle Linee Guida Nazionali per lo sviluppo dell’Agricoltura di Precisione in Italia”. L’intervento prevede un periodo di impegno di durata pari a cinque anni. L’importo complessivo del sostegno varia a seconda della superficie complessiva per azione e gruppo colturale interessato dall’impegno. Il termine ultimo per la presentazione della domanda è il 31 dicembre 2023.

Copagri Lombardia: serve urgentemente riunione tavolo latte

Copagri Lombardia: serve urgentemente riunione tavolo latteRoma, 28 nov. (askanews) – E’ necessario convocare urgentemente una nuova riunione del Tavolo di filiera del settore lattiero-caseario, istituito a novembre 2021, ma riunitosi l’ultima volta nell’ormai lontanissimo marzo 2022. Lo chiede in una nota il presidente della Copagri Lombardia Roberto Cavaliere, annunciando la presenza della Federazione all’imminente appuntamento con l’edizione 2023 delle Fiere Zootecniche Internazionali, in programma dal 30 novembre al 2 dicembre a Cremona.

“Nonostante i nostri ripetuti appelli – dice – sono cadute nel vuoto le richieste per lavorare sulla pianificazione e sulla programmazione del comparto zootecnico nel medio-lungo periodo, condizione fondamentale per fare in modo che il settore resti il fiore all’occhiello dell’agricoltura nazionale”. Il comparto, infatti, è in grave difficoltà a causa “degli aumenti dei costi di produzione, delle remunerazioni insoddisfacenti, delle problematiche di carattere sanitario e delle annose questioni che da anni frenano lo sviluppo del comparto”.

“Oggi – spiega Cavaliere – ci troviamo in una condizione nella quale per gli allevatori è sempre più complicato guardare al futuro con ottimismo e serenità; e questo assunto vale sia per la zootecnia da latte, che sconta costi di produzione aumentati di circa 10 centesimi al litro nel 2022 e di altri 2,5 centesimi al litro nel 2023, superando i 53 centesimi al litro circa, che per quella da carne, con le quotazioni di soia e mais che hanno quasi raggiunto rispettivamente i 70 euro e i 30 euro al quintale”.

Aree interne, rinnovato accordo Regione Toscana e Anci

Aree interne, rinnovato accordo Regione Toscana e AnciRoma, 28 nov. (askanews) – Proseguire e rafforzare le attività di collaborazione tra Regione e Anci Toscana a sostegno delle aree interne del territorio regionale, caratterizzate da spopolamento e minore vitalità economica. La giunta regionale, con una delibera presentata dalla vicepresidente Stefania Saccardi, ha destinato 170.000 euro per dare continuità alle attività intraprese con Anci Toscana nella prima fase del percorso di elaborazione delle strategie d’area interna della programmazione 2021-2027, rinnovando l’accordo di collaborazione per la seconda fase del procedimento unico che porterà alla definizione delle strategie e degli interventi finanziabili.

L’accordo si inserisce nell’ambito del protocollo d’intesa triennale 2022-2025 “per lo sviluppo delle politiche per la montagna e per le aree interne, volto al contrasto e alla prevenzione del fenomeno dello spopolamento”. “Il lavoro fatto con Anci ha dato buoni frutti – commentano il presidente Eugenio Giani e la vicepresidente e assessora alle aree interne Stefania Saccardi – ed abbiamo quindi deciso di rinnovare l’accordo fino al 2024, per fare in modo che le strategie territoriali elaborate nella prima fase da parte degli enti locali delle 6 aree interne coinvolte possano trovare ulteriore sviluppo e realizzazione. Riteniamo che siano necessari servizi e risorse per fare in modo che chi vive e lavora nelle aree interne abbia tutte le condizioni per restare, o tornare: solo valorizzando i patrimoni territoriali locali possiamo garantirne crescita e sviluppo e insieme contrastare il pericolo dello spopolamento”.

Federacma: fondo Ismea per innovazione finito in poche ore

Federacma: fondo Ismea per innovazione finito in poche oreRoma, 28 nov. (askanews) – Sono bastate poche ore dall’apertura per esaurire le risorse finanziarie destinate al Fondo Innovazione per quest’annualità, pari a 75 milioni di euro. Il portale di Ismea, l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, è stato letteralmente preso d’assalto con oltre 27.000 ingressi nella prima ora e 4.500 domande in compilazione. Alle 16:15 risultavano convalidate complessivamente 1.883 domande: 1.696 a valere sulla dotazione nazionale e 187 a valere sulla riserva, pari a 10 milioni di euro, per le imprese con sede operativa nelle zone colpite dall’alluvione dello scorso maggio.

“Nonostante le scontate problematiche di tipo tecnico – dichiara Andrea Borio, presidente di Federacma, Federazione Confcommercio delle associazioni nazionali dei rivenditori di macchine agricole e da giardinaggio – il Fondo Innovazione di Ismea ha rispecchiato le aspettative finendo la dotazione a disposizione in pochissimo tempo. Una ulteriore testimonianza di come gli agricoltori bramino innovazione ma confidano tutti nel contributo di queste misure pubbliche che, però, purtroppo accontentano solo pochi. Dinanzi alla mole di domande presentate, chiediamo il possibile scorrimento degli elenchi di chi si è candidato affinchè anche le risorse previste per il 2024 vengano destinate in maniera immediata per portare innovazione nei campi italiani. Del resto, sono state accettate domande sino al 133% del totale delle risorse a disposizione”. “Al ministro Francesco Lollobrigida, intanto – conclude Borio – va il plauso per aver aggiunto in Legge di Bilancio, ora in discussione in Parlamento, ulteriori 25 milioni di euro per rimpinguare la misura gestita da Ismea e andando così incontro alle esigenze di ulteriori agricoltori”.

Eataly, Cipolloni: 2023 dovrebbe chiudere in utile, azienda va molto bene

Eataly, Cipolloni: 2023 dovrebbe chiudere in utile, azienda va molto beneMilano, 27 nov. (askanews) – Eataly dovrebbe chiudere in utile nel 2023, “dipende se ci sarà qualche svalutazione però l’azienda va molto bene”. A parlare è l’amministratore delegato Andrea Cipolloni, da un anno circa alla guida della catena di negozi alimentari made in Italy fondata da Oscar Farinetti e oggi controllata dalla Investindustrial di Andrea Bonomi. “Dovremmo chiudere in positivo”, ha anticipato a margine di un evento in Bocconi l’ad di Eataly che lo scorso anno aveva chiuso con una perdita di 28,7 milioni di euro.

“Chiuderemo un anno molto buono – ha detto Cipolloni – con un Ebitda intorno ai 41 milioni di euro contro i 25 dell’anno scorso che era già stato record storico per questa azienda, per cui bene”. Anche sul 2024 ha usato parole di prudente ottimismo: “Dobbiamo ancora comunicarlo agli azionisti, ma veniamo da un anno molto buono, vediamo la possibilità di crescere e avremo altre possibilità di crescita”. L’Italia, nello specifico, nella geografia dei mercati in cui opera Eataly “sta andando bene: entrando adesso a Milano si capisce quello che vogliamo essere e quello che dobbiamo essere: non si entra in un negozio, non si entra in un ristorante si entra veramente in un posto diverso da tutti gli altri”. Nè l’ad teme per il prossimo anno un contraccolpo sui consumi: “Siamo proprio posizionati in un modo che ci consente, lavorando bene sul marchio, sui prodotti, sull’offerta e sull’esperienza, di non soffrire particolarmente”, ha detto mostrandosi ottimista anche sul Natale, per noi un momento “molto importante”. “Nell’azienda c’è da fare, anche in maniera differenziata: Nord America ed Europa hanno esigenze molto diverse, siamo anche molto forti in Middle east e continuiamo a crescere”, ha sottolineato anticipando l’apertura giovedì a Roma Termini. “E’ la prima apertura di questa nuova fase in Europa mentre c’è già stata una nuova apertura in Nord America a Toronto per cui è una apertura importante, la prima in una stazione ferroviaria – ha spiegato a margine di un evento in Bocconi – ne seguirà una seconda in Germania nel primo trimestre del 2024”.

In Itala “ci misuriamo con un format molto più piccolo, di soli 700 metri quadrati che abbiamo già provato a Serravalle outlet con successo. Il Nord America per noi è molto importante visto che facciamo già quasi il 70% delle nostre vendite lì” ha detto ricordando che “mercoledì apre il terzo punto vendita negli Stati uniti a Soho”. Tuttavia Roma Termini “è un segnale di grandissima attenzione all’Italia in particolar modo e all’Europa dove vogliamo essere attenti a cogliere delle opportunità”. La nuova apertura su Roma Termini, tuttavia, non significa che ci sarà più travel retail nel futuro di Eataly: “Abbiamo tante richieste ma le valutiamo con grande attenzione perchè vogliamo sicuramente cogliere delle opportunità dopo il grandissimo successo di Fiumicino però rimaniamo un’azienda con una vocazione completamente diversa. Deve rimanere una cosa marginale ma che ci completa molto e per il marchio può essere molto importante”.

A proposito della forza del brand, nel tratteggiare la strategia di crescita nel prossimo futuro, Cipolloni parla della linea a marchio del distributore, lanciata con i panettoni e che proseguirà con altre categorie merceologiche. Per questa private label premium è prevista una crescita anche al di fuori dei negozi a marchio Eataly. Ma l’ad non vuole definirla “una private label perchè normalmente queste linee hanno un prodotto di marca di riferimento e si posizionano in una fascia più bassa come prezzo. Noi abbiamo un marchio straordinario e abbiamo capito che lavorando sul marchio possiamo avere successo – ha spiegato – abbiamo iniziato con la linea dei panettoni che sta avendo un grandissimo successo ma la prossima settimana arriva sui punti vendita la nuova linea della pasta, poi arriverà il caffè, il cioccolato. Non prevediamo di andare su un numero di referenze altissimo, ci bastano 200-250 prodotti proprio perchè non dobbiamo sostituire nessun altro prodotto. Pensiamo che ci sia veramente mercato, magari anche fuori dai nostri punti di vendita perchè il marchio è evocativo e molto forte”. E alla domanda dove potremo trovare i prodotti a marchio Eataly ha replicato: “Forse ci sono già” in altri punti vendita che sono “solo esclusivamente negozi di altissima gamma sicuramente non nella gdo, tipo Harrods, ma è solo un esempio”

Agroalimentare, Casalasco acquisisce il 70% di De Martino srl

Agroalimentare, Casalasco acquisisce il 70% di De Martino srlRoma, 27 nov. (askanews) – Casalasco S.p.A., prima filiera integrata del pomodoro da industria in Italia, ha siglato l’intesa per l’acquisto del 70% di De Martino s.r.l., storica trading company specializzata nella commercializzazione di conserve alimentari italiane nel mondo, con l’obiettivo di rafforzare la propria filiera e consolidare la presenza nei mercati dell’Estremo Oriente e del Nord Europa, con un particolare focus in Giappone e Scandinavia. Lo rende noto un comunicato dell’azienda.

De Martino s.r.l., società della famiglia De Martino che opera da decenni nel settore del food per la valorizzazione ed esportazione del Made in Italy a livello globale, detiene relazioni dirette con importanti players sui mercati Orientali (Giappone e Sud Est Asiatico) oltre che Nord Europa sviluppando un volume d’affari di circa 40 milioni di euro fortemente concentrato sui derivati del pomodoro. Grazie a questa operazione, Casalasco, che esporta circa il 70% della sua produzione prevalentemente in Europa con un focus particolare in Germania, Francia e Uk, ha la possibilità di espandere ulteriormente i suoi piani di commercializzazione con l’obiettivo di portare la qualità del prodotto italiano in tutto il mondo. Il mercato asiatico, sempre più importante in termini di volumi ed apprezzamento dei prodotti food italiani, è uno dei principali target della società che da anni presidia la distribuzione giapponese sia nel canale Retail che in quello della ristorazione anche grazie ad un ufficio commerciale locale.

L’acquisizione di De Martino consentirà un notevole aumento dei volumi commercializzati che si rifletterà in una crescita prevista di circa il triplo degli attuali ricavi sia in Giappone che in Scandinavia. Questa operazione rientra nella strategia di crescita di Casalasco avviata negli ultimi anni e volta ad acquisire un controllo sempre più ampio della filiera. Innovazione agricola, investimenti industriali e acquisizioni sul mercato sono la dimostrazione di un continuo impegno per soddisfare la domanda e rispondere alle esigenze dei consumatori. “Attraverso questa nuova operazione vogliamo rafforzare la nostra presenza su mercati che consideriamo strategici, in particolare in termini di valorizzazione del Made in Italy – dichiara Costantino Vaia, CEO del Gruppo Casalasco. “La partnership con operatori qualificati e di grande esperienza, come nel caso di De Martino, ci permetterà di essere operativi fin da subito su queste aree geografiche, con lo scopo di raggiungere obiettivi di crescita e reddittività in tempi più brevi”.

L’operazione De Martino rappresenta un altro passo del piano strategico iniziato con l’acquisizione di Emiliana Conserve nel 2022 dopo ingresso del fondo QuattroR nel capitale della società. In un’ottica di continuità operativa e gestionale, Wolfgang De Martino resterà titolare del 30% delle quote e riconfermato Amministratore Delegato della struttura.

Intesa industria alimentare e sindacati a contrasto piaga violenza donne

Intesa industria alimentare e sindacati a contrasto piaga violenza donneMilano, 23 nov. (askanews) – “Nell’ambito delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dell’industria alimentare, le parti hanno stabilito di adottare da subito azioni concrete ed efficaci per contrastare la violenza di genere e le molestie nei luoghi di lavoro”. Ad annunciarlo congiuntamente le associazioni datoriali e Fai, Flai e Uila in vista del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.

“Le undici associazioni datoriali del settore (Ancit, Anicav, Assica, Assitol, Assobibe, Assobirra, Assolatte, Federvini, Mineracqua, Unaitalia e UnionFood) hanno deciso di accogliere le proposte avanzate nella piattaforma sindacale presentata da Fai, Flai e Uila che mirano a incrementare le tutele normative ed economiche in favore delle donne che sono vittime di violenza. Le parti hanno quindi realizzato in data 23 novembre, una specifica intesa finalizzata, attraverso il coinvolgimento dell’ente bilaterale di settore, a sostenere, anche economicamente, le vittime di questi comportamenti inaccettabili ma che, purtroppo, sono ancora tristemente presenti nel Paese”. L’obiettivo, spiegano, “è quello di consentire una ancor maggiore esigibilità di quanto già stabilito dal contratto collettivo nazionale su questo tema e di attivare ulteriori strumenti in grado di dare risposte concrete ed efficaci alle lavoratrici coinvolte”.

“Si tratta di un nuovo importante passo che le parti sociali dell’industria alimentare hanno voluto percorrere per contribuire all’eliminazione di questa autentica piaga della società – concludono – e alla sempre maggiore diffusione anche nel nostro settore di una cultura che condanni la violenza di genere in tutte le sue forme, per combattere i femminicidi e ogni prevaricazione, molestia, minaccia, sopraffazione fisica, psicologica e economica nei confronti delle donne”.

Olio di oliva, collezione Crea in Banca Coi del germoplasma

Olio di oliva, collezione Crea in Banca Coi del germoplasmaRoma, 23 nov. (askanews) – La collezione del germoplasma olivicolo del CREA è stata riconosciuta ufficialmente, unica in Italia, quale “Collezione internazionale del network del Consiglio Oleicolo Internazionale – COI”, durante la 118 sessione dei Membri del Consiglio oleicolo internazionale (Plenary session of 118th session of the Council of Members), svoltasi oggi 23 novembre.

Lo ha reso noto Enzo Perri, direttore del CREA Olivicoltura Frutticoltura e Olivicoltura: “oggi l’Italia ha ottenuto un grande e meritato successo attraverso l’avvenuto riconoscimento, da parte del COI, il Consiglio Oleicolo Internazionale, della collezione del Crea quale Collezione internazionale di germoplasma olivicolo del network COI”. La collezione del CREA è la più grande collezione nazionale di germoplasma olivicolo, seconda, dopo la Spagna, per numero di varietà di olivo al mondo. Si tratta di un patrimonio di agrobiodiversità, esteso su due aree (Mirto Crosia e Rende) entrambe in Calabria, e composto da 600 varietà, di cui 200 autenticate e comuni alla collezione Spagnola.

Insieme a quelle del Marocco, della Francia, della Turchia, dell’Argentina e d’Israele, la collezione CREA è in prima linea nello studio del germoplasma e nella ricerca di genotipi tolleranti o resistenti, in risposta a nemici esterni, come Xylella fastidiosa e Verticillium Dhaliae e i cambiamenti climatici, quali incremento delle temperature medie invernali, siccità e eventi meteorici non previsti (grandine, nebbia e gelate fuori stagione) che stanno pregiudicando la produzione olivicola mondiale. Il network di Collezioni COI internazionali consentirà, nei prossimi anni, di comprendere maggiormente l’agrobiodiversità dell’olivo, il fabbisogno di freddo invernale della pianta e di selezionare quelle varietà in grado di tollerare la riduzione del freddo invernale – che sta già condizionando negativamente la fioritura – e di assicurare, quindi, la produzione di olive, nonostante l’incremento delle temperature in atto.

Agricoltura, oltre 40mila ettari coltivati per aiutare l’Africa

Agricoltura, oltre 40mila ettari coltivati per aiutare l’AfricaRoma, 23 nov. (askanews) – Oltre 40mila ettari coltivati per la aiutare l’Africa grazie alla creazione di posti di lavoro, alla fornitura di beni e servizi, allo sviluppo delle agroenergie da fonte rinnovabile e alla trasmissione di conoscenza e tecnologia per la produzione locale, oltre allo sviluppo di nuove reti di vendita con i farmers market. E’ il progetto promosso da Coldiretti con BF, Filiera Italia e Cai (Consorzi Agrari d’Italia), presentato in occasione dell’apertura del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato a Villa Miani a Roma in collaborazione con The European House – Ambrosetti.

“Il progetto – evidenziano in una nota Coldiretti, BF, Filiera Italia e Cai – si inserisce in uno scenario di contatti e scambi a livello internazionale con la collaborazione del ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale e del ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare per accordi per la fornitura di macchinari, tecnologia, sementi e conoscenze ma anche prodotti alimentari di base”. La collaborazione punta a rafforzare la cooperazione con i paesi in via di sviluppo, dall’Algeria all’Egitto, dall’Angola al Ghana, per promuovere un’agricoltura sostenibile e responsabile in Africa, aumentare la sicurezza alimentare principale causa di instabilità e fornire una alternativa concreta al fenomeno delle migrazioni, evitando il depauperamento sociale, economico e ambientale di quei territori. Nello specifico si prevede la coltivazione su 10mila ettari in Algeria, 15mila in Egitto, 8mila in Angola e 7mila in Ghana.

Il progetto prevede la produzione di colture strategiche per il consumo locale, dal frumento alla soia, dal mais al riso, dalle banane a ortaggi e frutta di vario tipo. Il governo locale dei diversi Paesi si impegna ad acquistare la maggior parte del raccolto (fra il 50% e 80%) a prezzi definiti e la parte restante a prezzi di mercati oppure viene ceduto a privati. Le sementi vengono fornite da Sis (Società italiana sementi). Consorzi Agrari d’Italia (Cai) si occupa di fornire materiali e macchinari, dai fitofarmaci con etichette d’uso in lingua locale ai macchinari in vendita o noleggio, mentre gli agricoltori locali potranno seguire corsi di formazione e specializzazione erogati da BF. “L’obiettivo è esportare un modello di sviluppo che punti sulla valorizzazione delle realtà locali – spiega il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini – sfruttando le potenzialità dell’impresa familiare e sostenendo così i piccoli produttori del Sud del mondo. E’ importante favorire filiere di prodotti locali destinati a soddisfare il fabbisogno alimentare del territorio anche attraverso la creazione di mercati contadini a chilometri zero”.

In arrivo 106 mln per sostenere imprese agricole Emilia Romagna

In arrivo 106 mln per sostenere imprese agricole Emilia RomagnaRoma, 23 nov. (askanews) – In arrivo 106 milioni di euro per sostenere le imprese agricole dell’Emilia-Romagna nel post alluvioe. E, tra risorse europee, nazionali e dello Sviluppo rurale, i fondi a disposizione ammontano a oltre 325 milioni di euro. I fondi su cui l’Emilia-Romagna può contare fino a ora per il comparto agricolo sono un terzo dei danni diretti e indiretti accertati, che ammontano a 900 milioni di euro.

I 106 milioni sono risorse provenienti dal Complemento di Sviluppo Rurale 2023-2027 delle singole Regioni, che hanno riconosciuto in via solidale fondi all’Emilia-Romagna per l’agricoltura, profondamente colpita dalle alluvioni di maggio, come già avvenuto in passato per altre calamità sul territorio nazionale. I conti dei danni nel settore agricolo provocati dall’alluvione ammontano a oltre 900 milioni di euro e la Regione, col presidente Stefano Bonaccini e l’assessore all’Agricoltura, Alessio Mammi, ha illustrato oggi in una conferenza stampa le principali linee di finanziamento previste per gli indennizzi alle imprese agricole. A partire dalla somma di 106 milioni di euro definita ieri in Commissione Politiche Agricole e oggi ratificata in Conferenza Stato-Regioni.

Complessivamente l’Emilia-Romagna può contare su fondi per far ripartire il settore agricolo per oltre 325 milioni di euro tra risorse nazionali ed europee. “A fronte di un evento epocale abbiamo iniziato subito a lavorare per mettere in sicurezza i territori colpiti e sostenere imprese e cittadini: con le somme urgenze subito e poi in piena collaborazione con la struttura commissariale una volta insediata – affermano Bonaccini e Mammi in una nota – Il settore agricolo, che vede l’Emilia-Romagna ai primissimi posti in Italia per consistenza del tessuto produttivo, con oltre 55mila imprese, ha subìto un colpo micidiale e ha necessità di tutti i sostegni possibili per ripartire”. L’assessore Mammi, in accordo con la Consulta agricola regionale, ha indicato le priorità di utilizzo del fondo di solidarietà di 106 milioni. I fondi saranno impiegati per investimenti produttivi agricoli, la competitività delle aziende, la prevenzione e il ripristino del potenziale produttivo, tecniche di lavorazione ridotta dei suoli, attuazione di strategie di sviluppo locale attraverso i Gruppi di azione locali e assistenza tecnica. Fondamentali saranno anche gli interventi sulle frane nei suoli agricoli.