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Vino, WM Nomisma: nei primi 9 mesi del 2023 in Gdo -3% a volume

Vino, WM Nomisma: nei primi 9 mesi del 2023 in Gdo -3% a volumeMilano, 20 nov. (askanews) – A causa dell’aumento dei prezzi di “food” e “beverage” (+3,1% per il vino nell’ultimo anno), dal 2021 al primo semestre del 2023 si sono persi 6.700 euro pro capite, con tre italiani su quattro che hanno iniziato ad aumentare gli acquisti dei generi in promozione e a fare attenzione a ridurre gli sprechi alimentari. Nello specifico, nei primi nove mesi del 2023, le vendite di vino nella Gdo italiana si sono contratte di oltre il 3% a volume, mentre il canale Horeca, pur registrando tendenze positive, sta rallentando la propria crescita a causa di flussi turistici inferiori a quelli dello scorso anno, e della riduzione della frequenza con cui gli italiani si concedono un pranzo o una cena fuori casa. E’ quanto emerge da una survey sui consumatori finali in Italia realizzata dall’osservatorio Wine Monitor di Nomisma.

Nel periodo gennaio-settembre 2023, in Italia il retail ha registrato un valore di vendite di vino pari a 65 miliardi di euro, in crescita a valore rispetto allo stesso periodo del 2022 per effetto dell’inflazione, ma ancora in rosso a volume seppur si stia iniziando a intravedere un’attenuazione del calo. Dopo anni di crescita, infatti, il 2022 aveva segnato una riduzione dei volumi di vino venduti in distribuzione moderna (-5,8%), che tuttavia rappresentava un riallineamento dopo l’importante crescita registrata nel periodo pandemico. Per quanto riguarda le tipologie di vino, dall’analisi di Nomisma emerge che in Gdo a valore performano meglio gli Igp/Dop e i bianchi (che contengono la contrazione rispettivamente a -3,5% e -3,1%), mentre nei discount i trend migliori riguardano bianchi e vini da tavola (-2,9% e -2,3%) e, soprattutto, i rosati (in crescita del +1,8% per volumi e +7,8% a valore), seppur questi ultimi rivestano un ruolo marginale in termini di dimensione delle vendite. Gli spumanti sono invece l’unica categoria che cresce anche a volume in Gdo, anche se a trainare le vendite sono i vini generici che si caratterizzano per un differenziale di prezzo importante rispetto agli charmat secchi o a marchio Doc e Docg (-30%) e che dunque sono preferiti dal consumatore italiano per via della loro maggiore convenienza.

Tuttavia, la congiuntura economica negativa impatta non solo sulla distribuzione moderna, ma su tutti i canali di consumo. Dalla survey realizzata da Nomisma ad ottobre 2023 emerge come il 76% degli italiani che ha bevuto vino nell’ultimo anno, lo ha fatto a casa propria o di parenti e amici, solo il 24% invece in locali e ristoranti. Per coloro che erano soliti consumare vino in casa, nel 2023 in un caso su cinque hanno ridotto o addirittura smesso di consumare vino. Relativamente alla fruizione fuori casa, invece, il 21% degli intervistati ha dichiarato di aver ridotto i consumi, mentre il 4% ha smesso di consumare vino. Inoltre, rispetto ad oggi, nei prossimi sei mesi tre intervistati su quattro dichiarano che le abitudini di consumo di vino in casa e fuori casa rimarranno stabili, e solo un 5% prevede un aumento. Quanto ai canali, il 24% dei consumatori italiani dichiara l’intenzione che inizierà ad acquistare o lo farà più spesso direttamente dai produttori (anche in questo caso a guidare è in primis il fattore prezzo), così come il 9% utilizzerà maggiormente i canali online, format al quale si rivolgono soprattutto i consumatori con una maggiore disponibilità di spesa anche in virtù di un’offerta che si focalizza principalmente su vini di fascia medio-alta.

Fedagripesca: da filiera ittica potenziale 50mila nuovi lavoratori

Fedagripesca: da filiera ittica potenziale 50mila nuovi lavoratoriRoma, 20 nov. (askanews) – Meno burocrazia, risorse per svecchiare la flotta dei pescherecci, più formazione e innovazione per attrarre lavoratori e imprese. Con adeguate politiche di sviluppo e rilancio la filiera ittica potrebbero generare nei prossimi anni oltre 50 mila nuovi occupati, con più spazio per donne e giovani. A stimarlo è Fedagripesca-Confcooperative in occasione della giornata mondiale delle pesca che si celebra domani, martedì 21 novembre.

“Occorre invertire la tendenza – spiega in una nota Paolo Tiozzo, vicepresidente Fedagripesca-Confcooperative per – evitare che entro il 2033 8 pescherecci su 10 restino fermi in porto per mancanza di personale. Un settore che negli ultimi 10 anni ha registrato la fuoriuscita del 16% dei lavoratori, passando da circa 30mila imbarcati ai poco meno di 24 mila, di cui circa 19.000 a tempo pieno, facendo registrare il 16% in meno di occupati”. Secondo Fedagripesca è importante favorire in tutti i modi, a partire dalla formazione scolastica, il coinvolgimento dei giovani nella pesca e nell’acquacoltura facendo leva sull’enorme potenzialità dell’economia blu che rappresenta circa il 9 per cento del valore aggiunto nazionale in un Paese con 7.500 km di coste e più di 600 comuni costieri.

“La filiera ittica con le sue 33.242 imprese rappresenta il 14.6% dell’economia del mare. Un euro prodotto dalla nostra filiera ne attiva 1.9 sul resto dell’economia”, conclude Tiozzo.

Federbio e Wwf: in manovra risorse insufficienti per crescita bio

Federbio e Wwf: in manovra risorse insufficienti per crescita bioRoma, 20 nov. (askanews) – Un quadro complessivamente non soddisfacente, con solo l’1,4% delle risorse di competenza del Masaf destinate al biologico. Una cifra insufficiente per garantire la riduzione dei costi di produzione e certificazione delle aziende agricole e l’aumento dei consumi dei prodotti biologici certificati da parte delle persone più vulnerabili.

FederBio e WWF Italia hanno esaminato insieme i contenuti della Tabella 13 del disegno di legge N. 926, “Bilancio di previsione dello Stato 2024 e bilancio pluriennale 2024-2026”, relativi alle risorse finanziarie di competenza del ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste, per individuare le misure e le risorse previste per lo sviluppo e la gestione dell’agricoltura biologica. Dall’analisi emerge un quadro “complessivamente non soddisfacente”, con un totale di risorse assegnate ai capitoli specifici dedicati alle filiere agroalimentari certificate in biologico di 33.957.727 euro, che corrispondono a circa 1,4% dell’intero budget (2.434.630.489 euro) previsto per il Ministero competente nel 2024.

Secondo FederBio e WWF sono necessarie, non solo maggiori risorse, ma anche specifiche misure fiscali. E dunque le associazioni richiedono un maggiore impegno nel bilancio nazionale per il 2024 a sostegno del biologico, “che rappresenta oggi in Italia il principale strumento per una vera transizione ecologica dell’agricoltura”. FederBio e WWF hanno predisposto alcune proposte di emendamenti che sono state inviate ai parlamentari. In particolare, le due associazioni propongono la rimodulazione delle aliquote IVA in relazione alle esternalità ambientali, positive e negative, dell’agricoltura eliminando le agevolazioni previste per pesticidi e fertilizzanti chimici di sintesi e abbassando l’IVA al 4% per tutti i prodotti biologici di consumo e i mezzi tecnici ammessi in agricoltura biologica.

Le due organizzazioni auspicano anche l’introduzione di un credito di imposta per la certificazione delle imprese biologiche inserite nell’elenco nazionale degli operatori certificati, per ridurre i costi della certificazione oggi a totale carico delle aziende agricole. Tra le proposte, l’utilizzo della fiscalità nazionale da parte degli Stati membri dell’Unione Europea per promuovere l’incremento della superficie agricola utilizzata in agricoltura biologica che viene raccomandata peraltro anche dalle Strategie UE “Farm to Fork” e “Biodiversità” al 2030. Inoltre, la revisione delle aliquote IVA e l’azzeramento dei costi di certificazione utilizzando il credito di imposta potranno essere un incentivo importante per la transizione ecologica della nostra agricoltura e per raggiungere gli obiettivi indicati dal Green Deal. Un altro emendamento riguarda la costituzione di un fondo per l’incentivo al consumo di prodotti biologici certificati da parte di donne in stato di gravidanza e bambini sino ai 3 anni, quale strumento per la prevenzione di malattie croniche connesse all’assunzione di alimenti contenenti residui di prodotti chimici di sintesi utilizzati in agricoltura.

Altri due emendamenti riguardano gli Enti di ricerca non vigilati dal Ministero dell’Università e della Ricerca (Art.60 del DDL 926), per i quali si propone di inserire tra i loro obiettivi, in maniera esplicita, anche la transizione ecologica dell’agricoltura e dell’agroalimentare nazionale secondo le norme unionali di produzione biologica certificata; il Fondo per le emergenze in agricoltura (Art. 74 del DDL 926), per il quale si propone di inserire in maniera esplicita una riserva del 25% per gli operatori del settore biologico in coerenza con gli obiettivi di crescita quantitativa del settore fissati dal Piano Strategico Nazionale. Infine, FederBio e WWF, propongono variazioni al capitolo 7742 della Tabella 13 del DDL 926 relativo ai “Contributi ad enti ed istituzioni di ricerca nonché assegnazioni al fondo per la ricerca nel settore dell’agricoltura biologica e di qualità già incluse nel fondo di cui all’articolo 2 della legge 24 dicembre 2007, n. 244 comma 616”, aumentando la previsione di competenza per il 2024 ad almeno 2 milioni di euro; sempre nella Tabella 13, capitolo 2325 relativo al “Fondo per le mense scolastiche biologiche”, si propone di aumentare la previsione di competenza per l’anno 2024 ad almeno 10 milioni di euro.

Manovra, FederBio e Wwf: Solo 1,4% risorse di competenza Masaf al biologico

Manovra, FederBio e Wwf: Solo 1,4% risorse di competenza Masaf al biologicoMilano, 20 nov. (askanews) – FederBio e Wwf Italia giudicano “non soddisfacente” il quadro che emerge dalla bozza delle legge di bilancio per quanto riguarda le risorse assegnate al bio. Alle filiere agroalimentari certificate in biologico, lamentano le due associazioni, sono riservate poco meno di 34 milioni di euro, che corrispondono a circa 1,4% dell’intero budget (2.434.630.489 euro) previsto per il Masaf nel 2024.

Secondo FederBio e WWF sono necessarie, non solo maggiori risorse, ma anche misure fiscali in grado di ridurre il costo della produzione e della certificazione a carico delle aziende agricole e rilanciare i consumi dei prodotti biologici certificati in un momento di difficoltà economica per le famiglie italiane. Secondo l’Osservatorio Sana il valore del mercato biologico al consumo in Italia è stato di 5,474 miliardi di euro (luglio 2022-luglio 2023), con un aumento del 9% rispetto al 2022. Una crescita, minore rispetto agli anni precedenti, che rischia però un bilancio negativo nel 2023 a causa dell’inflazione e del ridotto potere di acquisto delle famiglie. Se la domanda interna dei prodotti biologici certificati rallenta, rischiando perfino di fermarsi o arretrare, potrebbe essere messo a repentaglio tutto il programma di crescita dell’agricoltura biologica del nostro Paese e la possibilità di raggiungere l’obiettivo del 25% di superficie agricola utilizzata certificata in biologico entro il 2027. Questo nonostante l’aumento delle risorse per lo sviluppo del biologico e delle sue filiere previsto dal Piano strategico nazionale della Pac 2023-2027 e dal Pnrr.

A fronte di ciò, proseguono, si richiede un maggiore impegno nel bilancio nazionale per il 2024 a sostegno del biologico, che rappresenta oggi in Italia il principale strumento per una vera transizione ecologica dell’agricoltura. FederBio e WWF hanno predisposto alcune proposte di emendamenti che sono state inviate ai parlamentari. In particolare, le due associazioni propongono la rimodulazione delle aliquote Iva in relazione alle esternalità ambientali, positive e negative, dell’agricoltura eliminando le agevolazioni previste per pesticidi e fertilizzanti chimici di sintesi e abbassando l’Iva al 4% per tutti i prodotti biologici di consumo e i mezzi tecnici ammessi in agricoltura biologica. Le due organizzazioni auspicano, tra le altre cose, anche l’introduzione di un credito di imposta per la certificazione delle imprese biologiche inserite nell’elenco nazionale degli operatori certificati, per ridurre i costi della certificazione oggi a totale carico delle aziende agricole.

Il 28/11 al Masaf tavolo lavoro sull’olio extravergine Dop-Igp

Il 28/11 al Masaf tavolo lavoro sull’olio extravergine Dop-IgpRoma, 20 nov. (askanews) – Un momento di confronto tra i Consorzi di Tutela, gli operatori del settore e le istituzioni sull’olio extravergine Dop e Igp, un comparto che ha grandi potenzialità di crescita proprio a partire dal valore dei territori d’origine. Si svolgerà il 28 novembre a Roma, a partire dalle 10.30 nella Sala Cavour del Masaf la conferenza promossa da Origin Italia dal titolo “Olio Extravergine d’Oliva: il fattore IG”. L’evento sarà anche occasioneper fare il punto della situazione sulla produzione e sui consumi, con Ismea che anticiperà alcuni dati aggiornati in una delle annate più complicate dal punto di vista produttivo degli ultimi dieci anni.

“Abbiamo voluto promuovere una giornata di riflessione e indirizzo su un comparto che ancora non si esprime nel migliore dei modi nel settore delle DOP IGP – commenta Cesare Baldrighi, presidente di Origin Italia – per dare vita a uno sviluppo economico proprio partendo dal fattore IG, ovvero il valore di esprimere la qualità attraverso il territorio di produzione”. Saranno presenti le associazioni di categoria con Davide Granieri, presidente di Unaprol, e Tommaso Loiodice, presidente di Unapol, alcuni Consorzi di tutela tra i quali quello dell’Olio EVO della Riviera Ligure DOP, con il suo direttore Giorgio Lazzaretti, Fabrizio Filippi presidente del Consorzio dell’Olio EVO Toscano IGP e Mario Terrasi, presidente del Consorzio Tutela Olio Evo Sicilia IGP. Inoltre Martino Giuliano, direttore del Consorzio Italia Olivicola, Michelle Sonnessa, presidente dell’Associazione Città dell’Olio e altre realtà della filiera. Le conclusioni della mattinata saranno affidate al ministro Lollobrigida.

Carrello anti-inflazione, NielsenIQ: a ottobre marca privata traina volumi

Carrello anti-inflazione, NielsenIQ: a ottobre marca privata traina volumiMilano, 20 nov. (askanews) – Nel primo mese di applicazione dell’iniziativa carrello anti-inflazione i volumi dei beni di largo consumo confezionato (comparto grocery) in tutti i canali distributivi in Italia sono cresciuti dell’1,7% su settembre, contro un -0,1% di settembre. A rilevarlo è NielsenIQ nel suo ultimo studio focalizzato sul trimestre anti-inflazione in cui analizza nel dettaglio l’andamento dei consumi delle famiglie italiane focalizzando l’attenzione sui volumi di vendita, l’acquisto di prodotti e il livello delle promozioni.

Analizzando le singole settimane del primo mese dell’iniziativa voluta dal Mimit, il picco dei volumi cade nella seconda settimana con un +2,8%. Inoltre, l’indice dei prezzi varia di 2 punti percentuali tra settembre e ottobre, passando da un 7% a un 5%. Un aspetto interessante emerge dal dettaglio tra prodotti dell’industria di marca e quelli a marchio del distributore. Secondo i dati NielsenIQ i volumi restano di segno negativo anche se in risalita. A ottobre, infatti, i volumi dell’industria di marca si attestano al -0,5% rispetto al -1,6% di settembre ma con un indice di crescita dei prezzi sulla categoria in discesa fino a 6,2% (-1,4 punti percentuali vs settembre). La quota di mercato della marca a ottobre cala dello 0,5% attestandosi al 67,1% a totale Italia.

Risultati più rilevanti per quanto riguarda i prodotti a marchio del distributore. A livello di volumi, nel primo mese del trimestre anti-inflazione NielsenIQ registra un +5,4% rispetto al +2,5% segnalato a settembre e un indice dei prezzi del 3,4%, valore in discesa rispetto al 6,5% di settembre. Infine, la quota di mercato sale al 32,9% sul totale Italia per tutti i canali distributivi e proprio nell’ultima settimana del mese di ottobre si tocca la quota record del 33,1%. Sul fronte delle vendite in promozione a totale Italia, per tutti i canali distributivi della Gdo del comparto dei beni di largo consumo, il mese di ottobre segna un aumento delle promozioni del +1,2% rispetto allo 0,9% di settembre. La crescita si conferma anche per la mdd con +2,9% ad ottobre, più 1,5% rispetto a settembre, mentre per i marchi dell’industria l’indice delle promozioni cala da +0,9 punti di settembre a +0,5 di ottobre.

Oggi Agrifish: a odg pesca per il 2024, zone rurali e Ngt

Oggi Agrifish: a odg pesca per il 2024, zone rurali e NgtRoma, 20 nov. (askanews) – E’ in corso a Bruxelles l’incontro tra i ministri dell’Agricoltura e della Pesca, che discuteranno per la prima volta sulle possibilità di pesca per il 2024 nell’Atlantico e nel Mare del Nord, nel Mediterraneo e nel Mar Nero. I ministri cercheranno anche di approvare una serie di conclusioni su una visione a lungo termine per le zone rurali dell’UE e, tra gli altri argomenti, discuteranno lo stato di avanzamento della proposta di regolamento sulle nuove tecniche genomiche.

Per quanto riguarda le Nuove tecniche genomiche (NGT), la presidenza spagnola fornirà pubblicamente informazioni sullo stato di avanzamento dei lavori in corso sulla proposta di regolamento sulle piante ottenute mediante alcune nuove tecniche genomiche e sui loro prodotti alimentari e mangimi. Si prevede, si leggein una nota, che anche la delegazione croata fornisca informazioni sull’argomento. Ancora, la Commissione aggiornerà i ministri sull’attuazione della strategia forestale dell’UE per il 2030, la delegazione austriaca dovrebbe fornire informazioni sul gruppo “For Forest”, mentre la delegazione tedesca dovrebbe informare i ministri sulle misure di sostegno per paesi partner riguardo alla deforestazione. Inoltre, la delegazione italiana dovrebbe fornire informazioni al Consiglio sul ruolo degli agricoltori nel garantire la sostenibilità delle aree rurali, e la delegazione francese dovrebbe fornire informazioni su un’applicazione parziale delle BCAA 8 per il 2024.

Da Regione Piemonte 1,6 mln per 431 apicoltori locali

Da Regione Piemonte 1,6 mln per 431 apicoltori localiRoma, 20 nov. (askanews) – Sono 431 gli apicoltori piemontesi ammessi a finanziamento sul bando 2023 dello sviluppo rurale 2023 – 2027 con una copertura finanziaria complessiva di 1,6 milioni di euro. Il bando rientra tra gli interventi agroclimaticoambientali del nuovo sviluppo rurale, tra i primi che la Regione ha aperto nel mese di aprile 2023, e intende sostenere coloro che si impegnano per cinque anni a praticare l’attività apistica in aree e ambienti più favorevoli agli impollinatori, contribuendo anche a preservarne la biodiversità e gli ecosistemi.

A favore del comparto apistico il Complemento di sviluppo rurale del Piemonte assegna 8 milioni di euro in cinque anni. “Per la prima volta diamo aiuti sostanziosi e diretti agli apicoltori professionisti che devono affrontare le forti criticità causate dal cambiamento climatico, criticità che in questi anni hanno colpito il settore a livello nazionale e regionale”, sottolinea in una nota l’assessore all’Agricoltura e cibo della Regione Piemonte Marco Protopapa.

A Roma il 3 dicembre Panettone Maximo: 42 pasticcerie in gara

A Roma il 3 dicembre Panettone Maximo: 42 pasticcerie in garaRoma, 20 nov. (askanews) – Torna il 3 dicembre al Salone delle Fontane all’Eur, la quinta edizione del festival del panettone artigianale che, da quest’anno, comprenderà 42 pasticcerie e forni provenienti da varie regioni, giudicati da una giuria di pasticceri e giornalisti gastronomici. Il contest premierà i migliori panettoni d’Italia, ci saranno anche show cooking con i pastry chef di ristoranti “stellati” e un vero e proprio “Christmas Market” dove poter degustare e acquistare lievitati, cioccolata, tartufo, bollicine e tante altre leccornie.

Sarà premiato il “miglior panettone artigianale d’Italia” nelle categorie classico e al cioccolato di tutta Italia: prima volta in chiave nazionale per dare spazio a quelle realtà artigianali che, in ogni regione, anno dopo anno lavorano per proporre alla propria clientela prodotti di altissimo livello. I lievitati saranno valutati secondo il disciplinare regolato nel decreto emanato dal ministero dell’Economia e delle Finanze il 22 luglio 2005, intitolato “Disciplina della produzione e della vendita di taluni prodotti dolciari da forno”, in cui esso specifica gli ingredienti obbligatori, quelli facoltativi e il processo produttivo di alcuni dolci tipici tra cui appunto il panettone, che viene qui definito “prodotto dolciario da forno a pasta morbida, ottenuto per fermentazione naturale da pasta acida, di forma a base rotonda, con crosta superiore screpolata e tagliata in modo caratteristico, di struttura soffice ad alveolatura allungata e aroma tipico di lievitazione a pasta acida”.

Torna a Roma Uva Fiera, mostra mercato sui vitigni autoctoni

Torna a Roma Uva Fiera, mostra mercato sui vitigni autoctoniRoma, 20 nov. (askanews) – Va in scena il 2-3 dicembre presso la Città dell’Altra Economia a Roma, Uva Fiera 2023, la fiera che celebra i vignaioli italiani che, vinificandoli in purezza, danno dignità ai vitigni “minori”. Una mostra mercato di vini ottenuti da vitigni autoctoni organizzata da La Pecora Nera e da Pasquale (Paky) Livieri.

29 le aziende italiane che presenteranno le loro etichette agli appassionati e agli operatori del settore che, oltre a degustare, potranno anche acquistare i vini presenti. “È il giusto posto per permettere a vini realizzati con uve autoctone, spesso da taglio, di esprimere il loro potenziale in purezza. Da nord a sud abbiamo selezionato vignaioli artigiani che incontreranno un pubblico di operatori di settore e consumatori finali raccontando attraverso il calice come questi vini possano conquistare il giusto posto con caratteristiche olfattive e gustative talvolta dimenticate”, spiega in una nota Pasquale Livieri. Tanti i monovitigni in degustazione: Ciliegiolo, Trebbiano (d’Abruzzo, Toscano, dell’Umbria, Trebbiano Verde laziale), Uva Durella, Ribolla, Pallagrello, Nero di Troia, Bianchello, Garganega, Cococciola, Caniolo, Lecinaro, Verdeca, Grechetto, Cabernet Sauvignon, Massaretta, Canaiolo Nero, Palava, Timorasso, Bellone, Vermentino, Carricante, Erbaluce di Caluso.