Premio Birre preziose alle eccellenze brassicole di Roma e LazioRoma, 15 nov. (askanews) – Settantadue birre in concorso provenienti da 24 tra birrifici e beerfirm delle cinque province del Lazio. Si è svolta oggi a Roma, nella Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano della Camera di Commercio di Roma, la cerimonia di premiazione dei vincitori della III edizione del “Concorso per le migliori birre di Roma e del Lazio – Premio Roma Birre Preziose 2023”.
Un concorso organizzato dalla Camera di Commercio di Roma per supportare e valorizzare il settore brassicolo regionale. Ad aderire all’iniziativa sono state 24 imprese tra birrifici e beerfirm provenienti dalle cinque province del Lazio: 2 imprese dalla provincia di Frosinone, 2 da quella di Latina, 5 da Rieti, 13 da Roma, 2 da Viterbo. 72 il numero delle birre in gara nelle diverse categorie previste dal Concorso: birre a bassa fermentazione, birre ad alta fermentazione, birre con ingredienti da filiera corta, birre aromatizzate e birre speciali ed innovative e infine le birre natalizie, birre per ricorrenze, birre ad edizione limitata. “Anche in questa terza edizione – spiega Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma – il Concorso, ha colto nel segno come dimostra l’importante e qualificata risposta delle aziende: 24 imprese regionali con 72 birre in gara. Sono convinto che iniziative di questo genere rappresentino un valido incentivo per l’imprenditoria giovanile e per lo sviluppo delle startup in ambito agroalimentare”.
Agricoltura, da R. Toscana 100mila euro per danni da predazioneRoma, 15 nov. (askanews) – Ulteriori 100mila euro in arrivo per gli indennizzi dei danni da predazione provocati dai lupi alle aziende. Lo ha deciso la giunta regionale della Toscana su proposta della vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi. Il provvedimento va a copertura delle istanze presentate nell’annualità 2023 a seguito del bando approvato con decreto del 29/06/2023 portando l’importo complessivo stanziato ad euro 495mila euro.
Saranno ammesse le richieste di indennizzo per gli animali uccisi, calcolate in base al valore di mercato dell’animale allevato e le spese sostenute per i costi veterinari relativi al trattamento di animali feriti. Il danno da predazione dovrà essere stato valutato dal veterinario dell’azienda USL territorialmente competente mediante rilascio di una certificazione che attesta che la morte dell’animale allevato è stata a causata dell’aggressione dei lupi. L’aiuto potrà essere concesso solo se l’azienda ha messo in atto almeno una misura di prevenzione come recinzioni, strutture a uso ricovero o cani da guardiania. “Alla luce del numero delle domande pervenute lo scorso anno – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – abbiamo ritenuto opportuno mettere a disposizione ulteriori risorse finanziarie per venire incontro alle esigenze degli allevatori e delle aziende danneggiate che sappiamo quanto abbiano necessità di questi indennizzi. Con il sistema cosiddetto ‘a sportello’ introdotto l’anno scorso, possiamo velocizzare i pagamenti, una modalità che, con l’ aumento effettivo del numero di predatori in Toscana, abbiamo scelto per indennizzare più agilmente rispetto al passato gli allevatori”.
Consumi alimentari, Crea: basso consumo frutta, verdura e legumiRoma, 15 nov. (askanews) – In Italia alcuni alimenti continuano ad essere consumati troppo poco: frutta, verdura e legumi. In particolare, la quantità media di frutta consumata ogni giorno è 166 g/die, di verdura è 147 g/die e di legumi è 9 g/die, inferiore rispetto ai dati rilevati nell’indagine precedente INRAN SCAI 2005-2006. L’apporto energetico medio della popolazione dai 3 ai 74 anni è di 1933 kcal/die derivanti per il 15% da proteine (5% di origine vegetale e 10% di origine animale), per il 42% da carboidrati e per il 34% dai grassi. E’ quanto emerge dalla Indagine sui consumi alimentari presentata dal Crea in occasione della VI giornata della nutrizione.
Punto di riferimento nazionale, armonizzata con i dati EFSA “l’Indagine sui consumi alimentari del CREA consente, da 40 anni, di ottenere informazioni utili per supportare interventi nazionali di politica agro-alimentare e nutrizionale volti ad assicurare cibo sano, di alta qualità e a un prezzo accessibile per il consumatore finale, mantenendo al contempo un elevato livello di sostenibilità ambientale”, ha detto Mario Pezzotti, Commissario Straordinario del CREA. Il CREA, con il suo centro di ricerca Alimenti e Nutrizione realizza da 40 anni, con cadenza decennale, indagini nazionali sui consumi alimentari che consentono di quantificare il consumo giornaliero di tutti gli alimenti e le bevande assunte dal singolo individuo. Si tratta di dati unici nel panorama italiano comprendono anche analisi delle caratteristiche nutrizionali e del rapporto tra alimentazione e salute, stile di vita.
I dati elaborati vengono utilizzati per la formulazione delle Linee Guida per una sana alimentazione italiana e dei Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed Energia per la Popolazione Italiana (LARN).
Con crisi climatica e ungulati a rischio tartufo bianco toscanoRoma, 15 nov. (askanews) – I cambiamenti climatici con il caldo eccessivo e la siccità e l’enorme presenza di ungulati che rovistano il terreno stanno mettendo a rischio il tartufo bianco toscano. E se la politica non interverrà incentivando chi lavora nelle tartufaie, e in primis contrassegnando le zone tartufigene del bianco pregiato come terreni agricoli, “rischiamo di fare promozione del nostro territorio con i tartufi che entrano dalla Croazia: mi pare controproducente”. Lo ha detto ad Askanews Paolo Valdambrini, presidente dell’Associazione tartufai senesi.
“L’annata 2023, come le altre 3 precedenti – spiega Valdambrini – è direttamente proporzionale a un clima che sta facendo di anno in anno diminuire produzione e raccolta”. Per quanto riguarda la qualità, è “abbastanza buona, ma per migliorarla servirebbe più freddo”. Tasto dolente la quantità, “decisamente non in linea con le annata migliori”. Complessa la dinamica dei prezzi, che quest’anno a inizio novembre oscillavano tra 1.800 e 3.500 euro a secondo delle pezzature. Adesso, “il prezzo sta scendendo perhé le fiere e le mostre mercato del tartufo bianco sono quasi finite e tra una o due settimane potrebbero aggirarsi sui 2.800 euro al chilo. Nelle annate con una quantità adeguata di prodotto, invece, i prezzi si aggirano sui 1.500-2.000 euro: insomma, l’aspetto climatico è dannosissimo anche per il consumatore, che si trova davanti a un prodotto a prezzi molto alti”.
“I cambiamenti climatici – sottolinea Valdambrini – riducono la raccolta di circa il 60% e il danno prodotto dall’emergenza ungulati influisce per un altro 30%. I cinghiali devastano totalmente le aree tartufigene e stanno aumentando a dismisura. Le buche che fanno nelle tartufaie distruggono il micelio che si forma circa 15 centimetri sotto terra e così distruggono le radici e la fase iniziale della nascita del tartufo è compromessa”. Cosa potrebbe fare la politica per far sì che una eccellenza tutta italiana come il tartufo bianco non si perda? “Bisogna capire che la manutenzione e i miglioramento dei terreni che servono per migliorare l’habitat naturale del tartufo sono vere e proprie colture agricole – dice Valdambrini – Le lavorazioni nelle tartufaie sono lavori agricoli a tutti gli effetti: pulizia, irrigazione, messa a dimora di nuove piantine tartufigene. In questo non c’è differenza tra tartufo nero e bianco pregiato. Chiedo alla politica di incentivare chi lavora, altrimenti rischiamo di non avere più tartufo italiano”.
Insomma, considerando che “in Italia entra tartufo dalla Croazia, credo sia controproducente fare promozione dei nostri territori con tartufi croati. Le aree tartufigene vanno salvate, serve un cambio di mentalità della politica in Italia”. Sotto accusa, ad esempio, la legge regionale toscana, secondo la quale “le aree tartufigene del bianco non sono terreno agricolo, invece devono esserlo e si deve incentivare la lavorazione di queste aree. Bisogna inziare a parlare seriamente di coltivazione del tartufo bianco – avverte il presidente dei tartufai senesi – la differenza tra tartuo nero e bianco è che per il nero io posso comprare le piante e piantarle in un terreno ex seminativo, per il bianco questo non lo si può fare. Ma le altre attività sono tutte agricole: irrigazione, messa a dimora, cura del verde. E la tutela dei boschi tartufigeni va messa al primo posto”, ha concluso.
Posticipata a 27/12 apertura sportello Fondo innovazione IsmeaRoma, 15 nov. (askanews) – Posticipata al 27 novembre l’apertura del portale di Ismea, l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo e Alimentare del Masaf, sul Fondo Innovazione 2023. La possibilità di presentare le domande doveva prendere avvio oggi alle 12.
Ismea in una nota spiega che, “a causa delle reiterate richieste degli stakeholder – agricoltori, dealer e società di finanza agevolata – legate al recente rinnovo dell’infrastruttura tecnologica della Centrale dei rischi (CR) gestita dalla Banca d’Italia e dei possibili conseguenti rallentamenti, che avrebbero potuto verificarsi nella messa a disposizione della documentazione funzionale per accedere alle agevolazione, si è reso necessario posticipare il tutto di dodici giorni”. “Tutte le imprese interessate avranno così parità di accesso e si eviteranno problematiche non legate né ai candidati né a chi gestisce la misura – precisa Andrea Borio, presidente di Federacma, Federazione Confcommercio delle associazioni nazionali dei rivenditori di macchine agricole e da giardinaggio – Non possiamo che esprimere soddisfazione per una decisione che fa seguito alle tante richieste emerse durante il convegno sul Fondo Innovazione da noi organizzato a Fiera RIVE (Rassegna Internazionale di Viticoltura ed Enologia) di Pordenone e che ha visto la partecipazione del responsabile della Direzione Servizi per le Imprese di Ismea, Giorgio Venceslai, lo scorso 8 novembre”.
“Un annuncio nei giorni scorsi avrebbe di certo agevolato l’operato di tutti per il buon funzionamento dei procedimenti – prosegue Borio – Essendo la misura all’esordio è comprensibile che ci siano ripensamenti e difficoltà iniziali. Il confronto, come sempre, si rivela la migliore arma a disposizione e continueremo ad essere proattivi in tal senso a beneficio di dealer e agricoltori”. Il Fondo Innovazione mette a disposizione i primi 75 milioni di euro dei 225 milioni previsti dalla Legge di Bilancio 2023 per il prossimo triennio dedicati ad investimenti in macchinari innovativi. Ismea accetterà domande sino al 133% dei fondi a disposizione per questa prima annualità. Rimangono invariate tutte le altre condizioni previste.
Lollobrigida: sostenere ristorazione e abbattere costo lavoroRoma, 15 nov. (askanews) – Gli imprenditori dei pubblici esercizi “hanno tenuto in piedi un settore economico anche durante periodi difficili come quello della pandemia. Noi dobbiamo tanto ai nostri imprenditori e dobbiamo garantire quel valore aggiunto come sistema Italia che è la qualità. Dobbiamo raccontare quello che hanno fatto di positivo e stargli vicino abbattendo il costo del lavoro il più possibile”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, intervenendo alla assemblea annuale di Fipe-Confcommercio, a Roma.
“Peraltro – ha aggiunto il ministro – la ristorazione è agganciata alle nostre filiere produttive di qualità. Questo elemento, che va dalla produzione alla trasformazione fino alla distribuzione, garantisce una crescita economica, quella necessaria ricchezza che viene creata solo attraverso gli investimenti sull’impresa e che può essere distribuita aiutando i più deboli sena far debiti e senza svendere gli asset strategici della nazione. In ultimo, i nostri ristoratori garantiscono benessere per ciò che danno da mangiare ma anche per la convivialità”, ha concluso il ministro.
Federvini-Alleanza Coop: nasce Fondazione Vino Patrimonio ComuneRoma, 15 nov. (askanews) – Nasce la Fondazione Vino Patrimonio Comune, che vede come soci fondatori Federvini e Alleanza delle Cooperative Italiane – Agroalimentare. La Fondazione è stata presentata oggi nella sala Cavour del ministero dell’Agricoltura della sovranità alimentare e delle foreste e vuole essere un luogo di incontro tra le imprese e il mondo della ricerca con l’obiettivo di consolidare il valore del vino italiano e a contribuire alla difesa e al sostegno del patrimonio delle imprese vitivinicole del Paese. La Fondazione opererà per studiare i profili di autenticità e sostenibilità di prodotti, imprese e territori, qualità alla base dell’apprezzamento del Made in Italy nel mondo.
Il primo mandato di presidente della Fondazione Vino Patrimonio Comune è stato affidato a Marcello Lunelli, vicepresidente di Cantine Ferrari e associato Federvini, mentre alla vicepresidenza è stato designato Luca Rigotti, presidente di Gruppo Mezzacorona e coordinatore del settore vitivinicolo di Alleanza delle Cooperative. La Fondazione ha un Consiglio di amministrazione paritetico in rappresentanza delle due associazioni fondatrici, di un comitato esecutivo e di un comitato scientifico composto da esponenti del mondo della ricerca con una comprovata esperienza nel settore agroalimentare e in quello vitivinicolo.
Quello della Fondazione Vino Patrimonio è un percorso che si concretizza oggi, avviato in una prima fase embrionale nel 2020 con uno studio preliminare sulla variabilità dei rapporti degli isotopi stabili dell’ossigeno e dell’idrogeno dell’acqua del mosto/vino, in relazione alle principali variabili naturali e di processo agronomico ed enologico. Dal progetto pilota è derivata la definizione del profilo isotopico dell’acqua dei mosti e dei vini, grazie al quale iniziò a prendere forma la prima Banca Dati Sperimentale Vino Patrimonio Comune 2020-2023. Uno studio che, a partire dalla vendemmia del prossimo anno, si amplierà ancora coinvolgendo un maggior numero di attori delle istituzioni, della ricerca, delle imprese, degli enti di certificazione e degli stakeholder commerciali del mondo del vino.
Heineken: a Massafra in 9 mesi -10% consumo acqua e -10% Co2Roma, 15 nov. (askanews) – Consumi di acqua ridotti nei primi nove mesi del 2023 del 10% rispetto allo stesso periodo del 2022 e un calo del 10% delle emissioni di CO2, pari a 475 tonnellate, ovvero l’equivalente assorbito da un bosco di oltre 240 ettari. E’ il bilancio del birrificio di Heineken Italia di Massafra, in Puglia, che in un anno produce più di 2 milioni di ettolitri di birra.
Nella regione in cui piove meno in Italia, con 641,5 millimetri medi annui, la tutela delle risorse idriche è di fondamentale importanza. A Massafra, spiega Heineken in una nota, il punto di svolta della riduzione ottenuta è stata l’installazione dei compressori a vite, al posto delle pompe da vuoto ad anello liquido, i quali consentono di risparmiare in un mese 7.900hl d’acqua e 2.250 kWh di energia elettrica. Oggi il birrificio conta 13.000 pannelli complessivi e un’estensione di oltre 51.000 mq, ed è in grado di generare 4,42 GWh di energia elettrica all’anno, con un abbattimento delle emissioni di oltre 1.700 tonnellate di CO2. È il terzo al mondo per produzione di energia fotovoltaica e per numero di pannelli solari installati, secondo la classifica mondiale “Top 50 Solar Beer Breweries” di SolarPlaza, preceduto da due birrifici HEINEKEN nei Paesi Bassi (Den Bosch e Zouterwoude).
A Roma X sessione Trattato internazionale risore fitogeneticheRoma, 15 nov. (askanews) – Si terrà a Roma, dal 20 al 24 novembre, alla sede della Fao, la decima sessione dell’organo direttivo del Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura “Dai semi alle soluzioni innovative: salvaguardare il nostro futuro”.
La decima sessione dell’organo direttivo del trattato discuterà il compito di garantire che questo accordo vincolante tenga il passo con i cambiamenti portati da fattori quali gli impatti della crisi climatica e le nostre esigenze in evoluzione. Un tema centrale sarà come i semi possano fornire soluzioni innovative alla trasformazione sostenibile dei nostri sistemi agroalimentari e alla salvaguardia della biodiversità. Un allegato dell’accordo adottato nel 2001 elenca 64 delle colture chiave che compongono il nostro “paniere alimentare”. Secondo un rapporto recentemente pubblicato dal Trattato, tra le questioni che l’incontro esaminerà c’è se questo elenco debba essere aggiornato per accogliere un maggior numero di colture.
Confagri Forlì-Cesena: in arrivo risorse per danni alluvioneRoma, 15 nov. (askanews) – “A sei mesi dall’alluvione in Emilia Romagna sono in arrivo preziose risorse: indennizzi che, considerando i tempi medi con cui solitamente sono erogati gli aiuti in agricoltura dopo le calamità naturali, arriveranno celermente. E di questo bisogna darne atto al Governo”. Lo sottolinea in una nota Alberto Mazzoni, vicepresidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini.
“E’ arrivato il momento dei ristori per le aziende agricole colpite dall’alluvione del maggio scorso: gli agricoltori possono contare sui fondi attinti dalla riserva di crisi della Pac, e cofinanziata dal Governo fino a 100 milioni di euro per i danni produttivi, mentre da domani potranno presentare le domande di rimborso anche sulla piattaforma Sfinge, andando così a compensare i danni non coperti da questa misura, dalle assicurazioni e dal Fondo Agricat”. “Il Governo ha recepito le richieste e le istanze che sono arrivate dal settore primario e che in questi mesi Confagricoltura ha caldeggiato in ogni sede – aggiunge Luca Gasparini, direttore di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini – I nostri uffici sono ora pronti a dare supporto operativo agli associati per istruire le pratiche e reperire i tecnici che assolvano alla perizia asseverata”.
I danni alle colture potranno essere rimborsati fino ai massimali previsti da Agricat, e le varie misure vanno in compensazione l’una all’altra fino a questo tetto. Dal fondo di crisi della Pac si potranno ottenere a parziale copertura dei danni causati dall’alluvione 130 euro ad ettaro per il pascolo e i prati permanenti; 380 euro a ettaro per i terreni a seminativo; 1.500 euro a ettaro per le colture permanenti, come frutteti e vigneti. Le risorse in arrivo non devono però distogliere l’attenzione dagli obiettivi a lungo termine. “La messa in sicurezza del territorio deve essere un tema centrale nell’agenda politica – rimarca il vicepresidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini – e per questo attendiamo di vedere concretizzate il prima possibile le misure contenute dal Piano di difesa idraulica, per cui sono stati stanziati 234 milioni, e auspichiamo che questo sia il primo passo per ripensare l’assetto idrogeologico del nostro territorio: l’agricoltura non reggerebbe a un altro evento catastrofico come quello del maggio scorso”.