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Manifestazione Cia a Roma: in 2000 contro costi produzione

Manifestazione Cia a Roma: in 2000 contro costi produzioneRoma, 26 ott. (askanews) – Oltre duemila gli agricoltori di Cia scesi stamattina in piazza Santi Apostoli a Roma e per vie del centro con cartelli e bandiere verdi per protestare contro una crisi che, dal campo alla tavola, sta portando i prezzi alle stelle e rendendo gli agricoltori più poveri. Cia chiede con urgenza “quel piano agricolo nazionale sempre annunciato e mai realizzato, che rimetta al centro l’impresa e il suo reddito”.

“Noi non siamo il problema, ma la soluzione!”, ha ripetuto più volte dal palco il presidente nazionale, Cristiano Fini, rivendicando il ruolo chiave del settore, anche nella transizione green. “A dispetto di tutte le fake news – ha detto Fini – gli agricoltori non inquinano, rispettano da anni gli impegni ambientali anche mettendo a rischio i loro profitti; producono energie alternative e non sprecano acqua, ma la usano per produrre cibo di qualità. Senza agricoltura, il Made in Italy non può esistere e la sicurezza alimentare non ha garanzie”. La crisi è evidente nei vari comparti agricoli: l’ortofrutta è in ginocchio, con un taglio del 40% della produzione. Il vino Made in Italy ha perso in media il 12% quest’anno. Anche la zootecnia è in sofferenza, con un 2023 inaugurato dal calo del 30% della produzione di carne bovina e continuato con il proliferare della peste suina.

E mentre i listini dei cereali sono in caduta libera (-40%), “il carrello della spesa si fa più pesante con l’inflazione, che fa esplodere il divario – sottolinea Cia – tra i prezzi pagati agli agricoltori e quelli sugli scaffali dei supermercati. Oggi un produttore prende 35 centesimi per un chilo di grano duro, mentre un pacco di pasta costa 2,08 euro, con un aumento del 494% dal campo alla tavola”. Stessa dinamica sul latte: all’allevatore vanno 52 centesimi al litro, ma il consumatore per comprarlo spende 1,80 euro (+246%).

Nestlé in Italia: nel 2022 erogate oltre 84mila ore di formazione

Nestlé in Italia: nel 2022 erogate oltre 84mila ore di formazioneMilano, 26 ott. (askanews) – Nel 2022 il gruppo Nestlé in Italia ha erogato oltre 84mila ore di formazione in aula alle sue persone, coinvolgendo i dipendenti di tutte le fasce d’età e ruoli aziendali. Più della metà della formazione (51,5%) è stata dedicata a rafforzare le competenze soft, funzionali e di leadership, che variano in base alle necessità delle diverse aree di business (es. skills trasversali, specifiche funzionali, leadership, linguistiche) con focus sull’ambito digital/innovation. Complessivamente, circa il 40% è stato invece destinato al tema salute & sicurezza (22,8%), un ambito su cui Nestlé pone particolare attenzione, e alla formazione aziendale di compliance, tra codice etico, diritti umani e sostenibilità ambientale (17,6%). Inoltre, il gruppo ha scelto di porre una costante attenzione al miglioramento professionale delle persone delle fabbriche con percorsi formativi ad hoc per ogni fabbrica che mirano ad aumentare consapevolezza e competenze in ambito tecnico, digitale e su temi di sostenibilità.

L’impegno di Nestlé per la formazione prevede anche la collaborazione con altre aziende. Quest’anno è stato lanciato il Next gen days, il programma dell’Advisory board investitori esteri di Confindustria che ha l’obiettivo di potenziare le skills professionali e la leadership di giovani talenti aziendali. Sono 18 le aziende italiane a controllo estero riunite in Abie che hanno aderito all’iniziativa, selezionando ciascuna due giovani talenti tra i propri dipendenti da coinvolgere nel progetto e impegnandosi a ospitare a rotazione le sessioni formative. Il 19 e 20 settembre è stato il turno di Nestlé, che ha accolto presso il proprio headquarter di Assago 30 ragazzi e ragazze che si sono confrontati su cosa significhi leadership oggi e quali siano le competenze chiave per diventare i leader del futuro. Le due giornate di formazione si sono concluse con una visita on-site presso lo stabilimento Nestlé di S. Pellegrino, nella Bergamasca. “La formazione e la crescita professionale delle nostre persone costituiscono il cuore della filosofia aziendale di Nestlé. Il mondo del lavoro sta cambiando velocemente e, in questo contesto, oltre alle competenze tecniche, sono le soft skills a rivestire un ruolo sempre più cruciale, quali la capacità di lavorare sia in gruppo che in autonomia, di gestire lo stress e il problem solving” – ha dichiarato Marco Travaglia, presidente e amministratore delegato del Gruppo Nestlé in Italia e coordinatore dell’osservatorio Abie – Siamo convinti che il rafforzamento delle competenze interne debba però essere affiancato anche da un’apertura e da una condivisione con l’esterno, ad esempio collaborando con altre imprese, startup e università. Si tratta di un modello di business sempre più adottato dalle imprese internazionali, che si distinguono proprio per la maggiore propensione a investire nella ricerca e nella formazione, e che ci offre l’importante opportunità di mettere a disposizione dell’intero Paese competenze e conoscenze”.

Per le multinazionali il capitale umano è una leva decisiva per lo sviluppo del business. Stando al report “Le imprese estere in Italia: tra segnali di ripresa e nuovi rischi globali”, redatto dall’Osservatorio imprese estere di Abie e Luiss, il 90% delle imprese a capitale estero investe sulla formazione dei propri collaboratori, percentuale che invece si ferma al 69% per quanto riguarda le altre imprese residenti sul territorio italiano. Anche se si guarda al tasso di partecipazione a questi percorsi di crescita professionale, si può notare che le imprese internazionali rappresentino una best practice, dal momento che il 63% dei loro dipendenti viene coinvolto in queste attività di formazione, dato che invece si attesta al 48% per le altre imprese.

Gruppo Montenegro ottiene la certificazione per la parità di genere

Gruppo Montenegro ottiene la certificazione per la parità di genereMilano, 26 ott. (askanews) – Gruppo Montenegro ha ottenuto la certificazione per la parità di genere Uni/PdR 125:2022, diventando la prima azienda in Italia del comparto spirit e tra le prime del settore industrie alimentari e delle bevande a ottenere questo riconoscimento, che attesta l’impegno delle aziende a supporto dell’empowerment femminile e contro stereotipi e discriminazioni negli ambienti di lavoro. Un traguardo che permette inoltre a Gruppo Montenegro di entrare nel novero delle circa 100 aziende certificate in Emilia-Romagna.

“Valorizzazione della diversità e rispetto per tutte le persone, equità remunerativa, pari accesso alle opportunità di carriera per tutti i generi e tutela della genitorialità – ha dichiarato Cristina Danelatos, human resources director di Gruppo Montenegro – sono solo alcuni degli aspetti su cui l’azienda si è concentrata negli ultimi anni, avviando un percorso virtuoso per creare un ambiente di lavoro equo, inclusivo e paritario. Questa importante certificazione rappresenta il coronamento di un più grande progetto di gender equality interno all’azienda che ci ha già consentito di raggiungere un grado di occupazione paritario tra i circa 400 dipendenti (50% donne, 50% uomini) e di garantire la sostanziale equità retributiva e di promozioni tra i generi. In futuro continueremo a investire per costruire una cultura sempre più inclusiva, affinché non ci siano carriere inaccessibili per le donne”. In tal senso, sono già state introdotte in azienda sia diverse misure di conciliazione tra vita privata e lavoro, sia misure che favoriscano la ridistribuzione tra donne e uomini del lavoro di assistenza e di cura. Gruppo Montenegro ha introdotto anche soluzioni per promuovere comportamenti improntati al rispetto, a cominciare dall’iniziativa contro le molestie e la violenza, “Tutti per uno #mezzipertutte”, sviluppata in collaborazione con l’associazione no-profit RoadTo50.

Cia in piazza, Fini: agricoltori italiani sempre più poveri

Cia in piazza, Fini: agricoltori italiani sempre più poveriRoma, 26 ott. (askanews) – “I prezzi sugli scaffali sono sempre più alti, ma gli agricoltori italiani sono sempre più poveri. Le aziende agricole non lavorano sottocosto”. Lo ha detto il presidente di Cia, Cristiano Fini, durante la manifestazione organizzata a Roma dalla associazione agricola che oggi è scesa in piazza a Santi Apostoli a Roma con oltre 2000 agricoltori da tutte le regioni d’Italia e tante bandiere verdi gridando lo slogan “Senza reddito non c’è futuro”.

L’azione di sensibilizzazione nel cuore della Capitale mira a rimettere al centro l’impresa agricola e il suo reddito, per tutelare il futuro dei produttori di fronte alle grandi emergenze e alle sfide globali che toccano il settore primario e il Paese intero. “Crisi di mercato e concorrenza estera, filiere e manodopera, aree interne e fauna selvatica, risorse idriche e consumo di suolo, ambiente e fake news sono i temi chiave che Cia sta portando oggi in piazza nell’interesse della salute pubblica, dei territori, della sovranità alimentare e del Paese”.

La spesa anti-spreco di Babaco arriva in Liguria

La spesa anti-spreco di Babaco arriva in LiguriaMilano, 26 ott. (askanews) – La spesa anti-spreco di Babaco market arriva per la prima volta in Liguria e si espande in nuove province di Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e Toscana. Il servizio di consegna a domicilio di prodotti alimentari ancora buoni ma scartati dalla grande distribuzione ha annunciato l’arrivo in altre 12 città italiane: Genova in Liguria, Treviso, Venezia, Rovigo in Veneto, Alessandria, Asti, Biella e Cuneo in Piemonte, Rimini e Forlì – Cesena in Emilia Romagna e Pisa e Pistoia in Toscana.

Con questa espansione, Babaco Market arriva per la prima volta anche in Liguria e consolida la sua presenza in Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e Toscana, raggiungendo così 7 regioni (Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana e Veneto), oltre 2.900 comuni e 45 province. Secondo i dati dell’Osservatorio sullo spreco alimentare e la spesa sostenibile 2023, commissionato da Babaco Market a BVA-Doxa. risulta una forte consapevolezza degli italiani in merito al tema dello spreco alimentare globale: il 96% dei rispondenti, infatti, dichiara di averne una chiara percezione e ritiene importante agire come collettività per arginare il fenomeno. È, inoltre, elevata la percezione del legame tra cambiamenti climatici e spreco alimentare: 9 italiani su 10 ritengono che le sempre più frequenti calamità naturali abbiano un impatto sulle produzioni, causando perdite agricole e conseguente spreco alimentare, reso chiaro agli occhi della popolazione a seguito dei recenti disastri avvenuti anche sul territorio italiano. Dall’indagine 2023 emerge, infine, un interesse molto positivo nei confronti degli acquisti in grado di facilitare una spesa sostenibile: 2 italiani su 3 gradirebbero particolarmente fare una spesa antispreco e sostenibile.

Babaco Market collabora con una selezione di oltre 100 produttori presenti su tutto il territorio nazionale che forniscono quotidianamente prodotti da dispensa e frutta e verdura provengono da filiere sostenibili e trasparenti e da aziende che generano un impatto positivo sulla società e sull’ambiente. “Babaco Market è una realtà in continua evoluzione che si posiziona sempre più come game changer dell’e-grocery antispreco – commenta Francesco Giberti, Ceo e founder di Babaco Market – Siamo lieti di annunciare il nostro arrivo in Liguria e in ben 11 nuove province del territorio nazionale: dove offriamo un’opportunità innovativa e pratica per una spesa più sostenibile sia a livello ambientale, sia a livello sociale”.

Dalla ricerca Crea progetto per filiera brassicola 100% italiana

Dalla ricerca Crea progetto per filiera brassicola 100% italianaRoma, 26 ott. (askanews) – Una filiera brassicola al 100% italiana, con orzo e luppolo da colture sostenibili, per dare vita a birre aromatiche, a basso tenore alcolico e amiche dell’ambiente. Questi gli obiettivi principali del progetto triannale “LOB.IT “Luppolo, Orzo, Birra: biodiversità Italiana da valorizzare”, coordinato dal Crea e finanziato dal Masaf, che sarà presentato oggi a Roma.

Primo obiettivo, l’introduzione di genetiche italiane per le materie prime di uso brassicolo e la possibilità di individuare lieviti, appartenenti al genere Saccaromyces, in grado di connotare territorialmente le produzioni birrarie italiane. Inoltre, si mira ad una filiera realmente sostenibile e innovativa (dalla tecnica colturale ai processi, fino al prodotto) e partecipata, con misure di accompagnamento che permettano azioni di networking tra le imprese e i sistemi produttivi. La tecnologia sarà la chiave per la valorizzazione in chiave sostenibile della filiera, focalizzata sullo studio di ecotipi locali di luppolo e di incroci legati al territorio, che necessitino di minori input per la crescita, con una migliore sostenibilità ambientale ed economica, e sulla riduzione dell’incidenza delle malattie virali in luppolo, tramite l’utilizzo di germoplasma controllato, ottenibile da risanamento e da selezione sanitaria.

Si lavorerà per aumentare la disponibilità di varietà italiane di orzo distico, l’orzo da birra per eccellenza, di alta qualità e produttività, per lo sviluppo di micro-filiere tra agricoltori, micro-maltatori e micro-birrifici e per selezionare le varietà di questo cereale più adatte per ogni areale. Lo scopo è arrivare a materie prime da genetica italiana, tramite l’adozione di modelli virtuosi per la gestione della filiera e alla ricerca di lieviti spontanei legati al territorio e in grado di influenzare positivamente il profilo metabolico e il grado alcolemico del prodotto finale: potrebbero svolgere un ruolo importante sia nella produzione di birre aromatiche, sia in quella di birre a basso tenore alcolico.

Copa Cogeca: vendemmia Ue -5,5% rispetto media quinquennale

Copa Cogeca: vendemmia Ue -5,5% rispetto media quinquennaleRoma, 26 ott. (askanews) – Vendemmia europea 2023 in leggero calo rispetto al 2022, con un totale di poco superiore a 150 milioni di ettolitri e un calo del 5,5% rispetto alla media quinquennale. Sono i dati sulla raccolta del vino in Ue elaborati dal Copa e dalla Cogeca. Anche nel 2023 si è verificato un continuo calo della produzione nei principali paesi produttori, Spagna, Italia e Germania. L’Italia per la prima volta in sette anni perde la leadership nella produzione di vino e lascia il posto alla Francia.

Principale imputato è il cambiamento climatico: inverno secco, grandinate, inondazioni e una stagione primaverile piovosa hanno causato un forte calo della produzione anche in altri paesi produttori europei come Austria (-6%), Grecia (-23% ), Croazia (-31%) e Slovacchia (-20%) rispetto al 2022. Nel 2023, la Francia è diventata il primo produttore europeo di vino con una produzione stimata di 45 milioni di ettolitri, ovvero un aumento dell’1,47% rispetto all’anno precedente. La Francia è stata comunque colpita dalla peronospora e dalla siccità soprattutto nel sud, ma è riuscita a rimanere al di sopra dell’acqua grazie alle misure di crisi messe in atto, come gli aiuti alla distillazione e la raccolta verde.

Per la prima volta in sette anni, l’Italia ha perso la leadership come produttore di vino con una produzione stimata di 43,9 milioni di ettolitri, con un calo dell’11,92% rispetto all’anno scorso. Le forti piogge primaverili che si sono trasformate in alluvioni in Emilia Romagna e i forti episodi di peronospora, soprattutto nei vigneti del Centro e del Sud, spiegano questo importante calo. In Portogallo, si è constatato un aumento dell’8,6% con una produzione di raccolto di poco inferiore a 10 milioni di ettolitri, dovuto all’attuazione di misure di distillazione, in particolare l’aumento è dovuto al calo dell’8% del raccolto 2022, che ha livellato il totale delle vendite.

Con una produzione stimata di 30,8 milioni di ettolitri, la Spagna resta il terzo produttore europeo nonostante il calo della produzione rispetto all’anno scorso (-14,42%). Le rigide condizioni climatiche, con un autunno, un inverno e una primavera secchi, con forti piogge nella tarda primavera, ondate di caldo durante l’estate e grandine, hanno penalizzato i vigneti spagnoli in termini di produzione, ma non di qualità. In Germania la produzione stimata è stata di 8,86 milioni di ettolitri, il che significa una perdita di produzione vinicola del 2,1% a causa dell’inflazione e degli alti costi di produzione lungo tutta la filiera. Non si registrano, invece, diminuzioni significative dovute all’andamento climatico, che è rimasto abbastanza stabile.

Pomodoro, Squeri (Steriltom): raggiunti target raccolta in 2023

Pomodoro, Squeri (Steriltom): raggiunti target raccolta in 2023Roma, 26 ott. (askanews) – Una campagna di raccolta del pomodoro difficile, ma chiusa raggiungendo i target prefissati nonostante i danni subiti dalle colture in Emilia Romagna. Alessandro Squeri, direttore generale di Steriltom, azienda leader a livello europeo nella produzione di polpa di pomodoro per il canale Food Service ed Industriale, spiega che l’azienda “è riuscita a limitare i danni causati dal maltempo ed è stato un risultato considerevole se si pensa che l’areale di Ferrara ha registrato un calo della produzione del 30% nel pomodoro convenzionale da produzione integrata e di quasi il 40 % nel biologico”.

Una regione divisa in due dal clima l’Emilia Romagna, dove “abbiamo avuto da un lato, in Emilia, problematiche legate alla siccità, mentre in Romagna problematiche legate all’eccesso di acqua, come alluvioni ed ingenti grandinate”. “Pensiamo – conclude Squeri – che per mitigare gli effetti del cambiamento climatico, la direzione giusta sia quella di lavorare in filiera e proprio per questo stiamo lavorando a un piano che punta sulla valorizzazione dei nostri agricoltori e dei nostri prodotti in ottica di sostenibilità”.

Uila-Uil: su imballaggi da Ue nuova penalizzazione agroalimentare

Uila-Uil: su imballaggi da Ue nuova penalizzazione agroalimentareRoma, 26 ott. (askanews) – “Ancora una volta possiamo verificare che la deriva ambientalista del Parlamento Europeo, norma dopo norma, danneggia sempre e solo l’Italia: favorire il riuso degli imballaggi e penalizzare il riciclo della plastica, in cui l’Italia è leader europeo incontrastato, è palesemente un altro schiaffo in faccia al nostro Paese. Chiediamo al Governo e a tutti i parlamentari europei di mobilitarsi contro questa ulteriore nuova penalizzazione della nostra economia e dei suoi lavoratori”. Così, in una nota, Stefano Mantegazza, segretario generale Uila, in merito all’approvazione delle proposte di regolamento relative agli imballaggi e all’uso dei fitofarmaci, ieri, in Commissione Ambiente del Parlamento Europeo.

“Il regolamento per la riduzione dei rifiuti da imballaggio se dovesse diventare operativo, avrebbe gravissime ricadute occupazionali nel settore agro-alimentare – spiega Mantegazza – Infatti, pregiudicando la commercializzazione dell’insalata in busta, del cestino delle fragole, delle confezioni di pomodorini e, in buona sostanza, di tutta la produzione di ortofrutta della IV gamma, andrebbe ad incidere negativamente su tutte le lavorazioni ad alto tasso di occupazione” rileva Mantegazza. “Allo stesso tempo, tagliare gli agrofarmaci senza creare alternative in un momento in cui il cambiamento climatico ha portato nei campi patologie e parassiti alieni, porterà a un drammatico crollo della produzione e della occupazione”.

“Non è infine accettabile – conclude il leader sindacale – la beffa di vedere, una volta eliminata l’insalata in busta italiana, i nostri supermercati pieni di insalata in busta proveniente da paesi extra-europei. Qualsiasi decisione di limitazione che si prende in campo ambientale, deve essere immediatamente applicabile a tutte le importazioni da paesi terzi”.

Eletto nuovo Cda Consorzio Mozzarella Bufala Campana Dop

Eletto nuovo Cda Consorzio Mozzarella Bufala Campana DopRoma, 26 ott. (askanews) – Sono stati eletti il 25 sera dalla assemblea dei soci i nuovi componenti del consiglio di amministrazione del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, che resteranno in carica per il prossimo triennio. Tra gli eletti figurano anche due donne under 35, mentre l’età media dei consiglieri è di 40 anni. “Si riflette così – si legge in una nota del Consorzio – anche nel voto il percorso di ricambio generazionale che sta vivendo il comparto”.

Nel CdA sono rappresentati sia gli allevatori sia i trasformatori. Le elezioni si sono svolte nella sede del Consorzio, alle Regie Cavallerizze della Reggia di Caserta. Al voto ha partecipato il 97 per cento dei soci del Consorzio, tra allevatori e trasformatori. Gli undici membri del CdA risultati eletti: Sara Consalvo, Riccardo D’Alessio, Gennaro Garofalo, Marco Garofalo, Patrizio La Marca, Davide Letizia, Silvia Mandara, Marco Nobis, Domenico Raimondo, Massimo Rega e Vito Rubino.

Nelle prossime settimane, il consiglio di amministrazione eleggerà, al proprio interno, il nuovo presidente e i due vicepresidenti.