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Lingua blu, in Sardegna epidemia dilaga: subito i ristori

Lingua blu, in Sardegna epidemia dilaga: subito i ristoriRoma, 15 ott. (askanews) – Subito una task force e i ristori per aiutare le aziende di allevamento sarde colpite da quella che sarà ricordata come una delle peggiori epidemie di lingua blu dal 2020 a oggi. “Le nostre reiterate denunce, sin dai primi mesi del 2024 e le ripetute richieste di intervento alla Regione non sono state recepite e oggi il comparto zootecnico paga le conseguenze – sottolinea in una nota Coldiretti Nuoro-Ogliastra – i flussi e continui dati ufficiali decretano inesorabilmente una crescita esponenziale dei contagi nell’isola con un incremento costante sia dei capi morti che di quelli abortiti. Le attuali condizioni climatiche, inoltre, che registrano il perdurare di alte temperature non lasciano presagire nulla di buono, non possiamo attendere anche questa volta che arrivino i primi freddi per calmierare e accantonare un problema che si trascina da oltre 2 decenni”.


Il presidente e direttore, Leonardo Salis e Alessandro Serra, inoltre auspicano con sollecitudine “che venga istituita la Taske Force che dovrà in primis reperire la liquidità necessaria al ristoro delle aziende ormai in ginocchio a causa di danni stimati per oltre 25 milioni di euro oltre alle relative procedure di indennizzo – continuano – necessarie per sostenere gli allevatori sardi e costituire simultaneamente un Tavolo tecnico per governare in maniera rapida e tempestiva una situazione insostenibile e programmare con immediatezza le stagioni future”. Secondo i vertiti Coldiretti Nuoro Ogliastra, infine è fondamentale la prevenzione contro l’insetto vettore con l’esecuzione dei trattamenti primaverili destinati alla distruzione dei focolai larvali presenti nelle aree già mappate e non solo, finalizzati alla contingentazione del fenomeno ma anche arginare i numerosi sierotipi conosciuti e le loro continue mutazioni garantendo per tempo i vaccini al comparto ovino. “Questi devono essere somministrati nei periodi più propizi, corrispondenti alla fine della stagione invernale e a tutto il settore bovino, al fine di evitare inutili e dannosi blocchi alle movimentazioni – concludono – bisogna garantire anche la disponibilità alle aziende dei repellenti utili ai trattamenti e al consequenziale contingentamento della pandemia”.

Il 21 e 22 ottobre il Consiglio Agrifish in Lussemburgo

Il 21 e 22 ottobre il Consiglio Agrifish in LussemburgoRoma, 15 ott. (askanews) – Il Consiglio per l’agricoltura e la pesca dell’Unione Europea si riunirà a Lussemburgo il 21 e 22 ottobre 2024. I ministri della pesca discuteranno delle opportunità di pesca nel Mar Baltico, con l’obiettivo di raggiungere un accordo politico sui limiti di cattura per il 2025. Sul tavolo di lavoro anche le posizioni in vista della prossima riunione annuale della Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell’Atlantico (ICCAT).


Per quanto riguarda l’agricoltura, il Consiglio cercherà di approvare una serie di conclusioni su una politica agricola comune (PAC) incentrata sugli agricoltori dopo il 2027 e discuterà delle principali sfide che la filiera alimentare dell’UE sta affrontando, nonché delle questioni agricole legate al commercio.

Confagri Toscana: preoccupano ritardi su applicazione Dm di giugno

Confagri Toscana: preoccupano ritardi su applicazione Dm di giugnoRoma, 15 ott. (askanews) – “Forte preoccupazione per l’incertezza che regna intorno alla terza proposta di emendamento del Piano strategico della Politica Agricola Comune 2023-2027. Con l’inizio delle semine ormai imminente, i ritardi nell’adozione delle modifiche e la mancanza di chiarezza sull’applicazione delle norme rischiano di mettere in seria difficoltà il settore agricolo toscano”. A dirlo è il presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri.


“La situazione è inaccettabile. Siamo ormai alle porte della stagione delle semine – spiega Neri – e ancora non ci sono indicazioni precise su come applicare le modifiche introdotte dal Decreto Ministeriale del 28 giugno”. La terza proposta di emendamento, che tocca aspetti cruciali come l’Ecoschema 1 per la riduzione degli antibiotici e l’Ecoschema 5 per la copertura vegetale a beneficio delle piante di interesse apistico, rappresenta una novità importante “ma deve essere accompagnata da indicazioni precise e tempi certi. Noi – dice il presidente di Confagricoltura Toscana – abbiamo sottoposto osservazioni mirate per semplificare ulteriormente la condizionalità legata alle Buone Condizioni Agronomiche e Ambientali – Bcaa 7 ‘Rotazione delle colture nei seminativi, ad eccezione delle colture sommerse’ e Bcca 8 ‘Percentuale minima della superficie agricola destinata a superfici o elementi non produttivi’, e per migliorare l’efficacia degli interventi dello sviluppo rurale”.


“Le semplificazioni sono fondamentali – continua Neri – ma devono essere comunicate e attuate tempestivamente. È inammissibile che, a così poco tempo dalle semine, gli agricoltori non abbiano ancora ricevuto le istruzioni operative per applicare le nuove regole. Le aziende agricole hanno bisogno di stabilità normativa per poter pianificare e operare efficacemente”. Per questi motivi Confagricoltura Toscana rinnova l’appello al Ministero e alle istituzioni competenti affinché si acceleri la definizione delle misure applicative e si forniscano chiarimenti urgenti e concreti per evitare ulteriori disagi alle imprese agricole.

A Bologna il 19 ottobre la prima tappa della Festa del bio

A Bologna il 19 ottobre la prima tappa della Festa del bioRoma, 15 ott. (askanews) – Si terrà a Bologna, a Palazzo Re Enzo, la prima tappa della settima edizione Festa del Bio, l’evento di riferimento del biologico italiano che mette al centro la valorizzazione di un’alimentazione sana e a basso impatto sull’ambiente, che tutela gli ecosistemi, la biodiversità ed è in grado di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.


Organizzata da FederBio, con la partecipazione di Legambiente, Slow Food Italia, Lipu, WWF Italia, ISDE AssoBio e Nomisma, la manifestazione vuole sensibilizzare sull’impatto positivo del biologico. Durante la manifestazione verrà fatto anche un punto sulla transizione agroecologica. Con oltre 2,46 milioni di ettari coltivati a biologico, 94.400 operatori, di cui 84.191 aziende agricole, l’Italia si conferma tra i Paesi leader in Europa per la produzione di alimenti biologici certificati. Inoltre, con il 20% del totale delle superfici coltivate a bio, il nostro Paese è sempre più vicino all’obiettivo del 25% entro il 2027 previsto dal Piano Strategico Nazionale della PAC e in linea con le strategie europee.


“I dati descrivono uno scenario positivo, ma non basta – sottolinea Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio – Bisogna accelerare sulla transizione agroecologica, di cui il biologico rappresenta la massima espressione, perché sono ben chiari i danni prodotti dal modello intensivo. Siamo di fronte a sfide ambientali, climatiche e alimentari che richiedono un profondo ripensamento del modello agroalimentare che necessita del sostegno di tutti, e che deve essere sostenuto da un modello di consumo responsabile”. Fondamentale, quindi, che ci sia “un significativo aumento della domanda di prodotti bio, senza il quale l’intera filiera non può disporre delle risorse necessarie per crescere come sarebbe auspicabile”.


Tra i temi dell’evento, infatti, anche il contrasto allo spreco alimentare che, secondo il Rapporto dell’Osservatorio Waste Watcher-Campagna Spreco Zero, nel 2024 in Italia è cresciuto del 45,6%. Il biologico può rappresentare una risposta in questa direzione. L’adozione di modelli di produzione e consumo più responsabili, è una delle condizioni che aiuta a mangiare meglio e sprecare meno.

In Puglia al via raccolta olive, produzione crolla del 40%

In Puglia al via raccolta olive, produzione crolla del 40%Roma, 15 ott. (askanews) – Al via in anticipo di 15 giorni la raccolta delle olive in Puglia: una campagna che segna in media un crollo del 40% rispetto allo scorso anno, a causa della siccità che ha colpito la regione sin dalla primavera e che persiste tutt’ora. Ma in compenso la qualità risulta eccellente. E’ quanto emerge dalla stima di Coldiretti Puglia e Unaprol sulla campagna olivicola 2024/2025, diffusa in occasione dell’avvio della raccolta delle olive.


In provincia di Bari e nella BAT si rischia un calo fino al 40% della raccolta di olive a causa delle temperature sopra la media già ad aprile e maggio, che hanno causato un progressivo aborto dei fiori. In provincia di Foggia, con l’avvio della campagna olearia si sta delineando un quadro più chiaro della stagione olivicola, dove l’innalzamento delle temperature dal mese di maggio ad agosto è stato di ostacolo per l’allegagione. Di fatto, anche nell’areale foggiano è stimata una bassa produzione di olive, in termini percentuali in calo del 50% rispetto alla scorsa stagione olivicola.


Calo sensibile anche in Salento, con le province di Taranto e Brindisi che risentono della siccità e della mancanza di piogge, ma anche i costi di produzione sono triplicati e la mancanza di manodopera sia per la coltivazione dei terreni sia per l’apertura dei frantoi penalizza gravemente il settore olivicolo – oleario. A causa della Xylella fastidiosa sono andate perse 3 olive su 4 in provincia di Lecce con un crollo del 70%. Finora il numero stimato di ulivi reimpiantati è pari a poco più di 3 milioni, contro i 21 milioni di piante infette per la strage causata dalla Xylella, pari ad appena il 14%.


“Non è più rinviabile un piano strategico dell’olivicoltura – spiegano il presidente e il direttore di Coldiretti Puglia, Alfonso Cavallo e Pietro Piccioni – che metta al centro le aziende che sono sul mercato, producono reddito e occupazione, oltre al recupero dei tanti uliveti abbandonati che devono essere rinnovati, proseguendo a livello internazionale la battaglia per tutelare la qualità del nostro olio extravergine d’oliva”.

Dal 18 ottobre a Roma 2 giorni Crea per Giornata donne rurali

Dal 18 ottobre a Roma 2 giorni Crea per Giornata donne ruraliRoma, 15 ott. (askanews) – Le donne rurali italiane oggi conducono circa un terzo delle aziende agricole totali (31,5%), con una dimensione aziendale mediamente inferiore rispetto a quelle a conduzione maschile (in media 4 ettari in meno), contribuendo, di conseguenza, in misura minore alla produzione standard nazionale (17,5%). E il contributo femminile al settore primario, va ben oltre i numeri, e non è adeguatamente riconosciuto. Per questo, è stata istituita nel 2007 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite la Giornata internazionale delle donne rurali, che si celebra oggi 15 ottobre.


Secondo il leaflet “Giornata Mondiale delle Donne Rurali… conosciamole meglio”, pubblicato appositamente oggi per questa ricorrenza dal Crea Politiche e Bioeconomia, nonostante le difficoltà e gli ostacoli ad affermarsi in un’attività ancora per molti versi ad appannaggio maschile, le imprenditrici agricole dimostrano una maggiore disponibilità ad aggiornarsi e ad a occupare aree rurali più problematiche in termini di sviluppo, di infrastrutture e di servizi. Inoltre, si caratterizzano per un più spiccato orientamento verso la multifunzionalità e le attività connesse. Sono soggetti attivi all’interno del settore primario e nell’intera filiera agroalimentare, particolarmente attente alla cura della vita e del benessere, proprio come dimostra l’evento organizzato dal CREA Politiche e Bioeconomia, nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale, dal titolo “Cura della terra e cura di se stessi”, che si svolgerà a Roma il 18 e il 19 ottobre. L’incontro, rivolto a cittadini, stakeholders, istituzioni, partenariati locali, associazioni, è articolato in due giornate: la prima, presso lo Spazio culturale WeGil di Trastevere, sarà dedicata ad approfondire l’approccio femminile e il ruolo delle donne in agricoltura; la seconda presso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, sarà arricchita da una visita guidata in chiave femminile delle sale del Museo. Il 18 ottobre interverrà la Chef stellata Cristina Bowerman, che offrirà una testimonianza sul rapporto fra agricoltura, cibo e salute.

Agea: da 16 ottobre a 30 novembre pagamenti anticipazioni Pac

Agea: da 16 ottobre a 30 novembre pagamenti anticipazioni PacRoma, 15 ott. (askanews) – Al via da mercoledì 16 ottobre e fino al 30 novembre le erogazioni delle anticipazioni degli interventi Sigc-Pac per la Campagna 2024. I pagamenti interesseranno complessivamente 467.476 aziende agricole e riguarderanno sia gli aiuti diretti del fondo Feaga che gli interventi Feasr Sigc (superficie e animali) dello sviluppo rurale della vecchia (2014-2022) e della nuova programmazione (2023-2027). Lo annuncia in una nota Agea, l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura.


Le risorse erogate fino al 30 novembre ammonteranno a 1 miliardo e 300 milioni di euro, di cui poco più di un miliardo destinato agli Aiuti Diretti. Le percentuali di anticipazione applicate saranno quelle massime previste dalla normativa UE: 70% per gli Aiuti Diretti e 85% per lo Sviluppo Rurale, con alcune eccezioni a seconda della tipologia di misura richiesta. Beneficeranno delle anticipazioni le 405.039 aziende che hanno presentato la Domanda Unificata, la nuova modalità digitale introdotta quest’anno che ha semplificato la richiesta dei sostegni europei, riducendo gli oneri amministrativi e il numero di istanze ricevute di 126.145 unità. A queste si aggiungono 62.437 istanze relative allo sviluppo rurale della vecchia programmazione.


Dal primo dicembre saranno poi avviati i pagamenti dei saldi della Campagna 2024, che dovranno concludersi entro il 30 giugno 2025.

Giornata mondiale pane, vince prodotto fresco e digeribile

Giornata mondiale pane, vince prodotto fresco e digeribileRoma, 15 ott. (askanews) – Pane si, ma che sia fresco e digeribile, meglio se con ingredienti salutistici a valore aggiunto: proteici, a base di farine macinate a pietra, multicereali, a lunga lievitazione, con fibre, senza glutine, condito, con l’aggiunta di noci, olive, zucca e semi vari. In occasione della Giornata mondiale del pana, che si celebra il 16 ottobre, l’Associazione Italiana Bakery Ingredient (Aibi, che all’interno di Assitol rappresenta le imprese produttrici di semilavorati del pane, della pizza e della pasticceria) descrive le attuali tendenze di consumo, sempre più “healthy” ma ancora legate al prodotto fresco artigianale. E’ un prodotto che ha fatto la storia, ma che è anche capace di interpretare al meglio la modernità – spiega il presidente Alberto Molinari – Il pane acquistato oggi dai consumatori è molto cambiato negli ultimi decenni, proprio nell’intento di intercettare le esigenze di un pubblico sempre più attento alla salute e alla qualità di ciò che porta in tavola”.


A prevalere sul mercato, secondo l’indagine promossa da AIBI, è il pane fresco artigianale, declinato in decine di tipologie. L’italiano medio ama variare, ma sceglie sulla base di parametri ben precisi. Il primo requisito, per il 66% degli operatori, è la qualità degli ingredienti, seguita dalla digeribilità del prodotto (54,4%). Accanto alle monoporzioni, la pagnotta resta sempre la pezzatura più amata. AIBI sottolinea anche l’importanza della sostenibilità. “Si guarda sempre più ai processi che danno vita ai prodotti da forno – chiarisce Molinari – a cominciare dal metodo agricolo, che deve rispettare l’ambiente. Questo favorisce la preferenza per il plant based e la scelta di materie prime da filiera corta, sia da parte dei panificatori che dei consumatori, in un’ottica di sostenibilità”. Il panificio vecchio stile sta lasciando sempre più il passo alla versione “ibrida” del bakery bistrot, che mette insieme pane, pizza e dolci con caffè e persino l’aperitivo. Secondo i dati AIBI il pane rappresenta ancora il 46% dei ricavi degli artigiani, pizza e focacce il 20%, i dolci da ricorrenza il 9%.


La Giornata Mondiale del Pane coincide con la Giornata dell’Alimentazione promossa dalla Fao, quest’anno giunta alla sua 45ma edizione, dedicata al diritto al cibo e alla lotta all’impoverimento alimentare.

Coldiretti: 2,3 mln italiani non possono comprare pasto proteico

Coldiretti: 2,3 mln italiani non possono comprare pasto proteicoRoma, 15 ott. (askanews) – Sono 2,3 milioni le famiglie italiane che non possono permettersi di portare in tavola un pasto proteico come carne o pesce ogni due giorni, quasi una su dieci tra quelle presenti in Italia. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti su dati Istat diffusa in occasione della Giornata mondiale dell’Alimentazione promossa dalla Fao che si celebra il 16 ottobre ed è dedicata al diritto al cibo.


Le deprivazioni sono più gravi per le persone sole con meno di 65 anni e per i genitori soli con figli adulti, ma il disagio riguarda anche le coppie senza figli con meno di 65 anni, i genitori soli con figli minori e le coppie con figli minori, secondo Coldiretti. Sono 3,1 milioni le persone, tra italiani e stranieri, che sono costrette a ricorre ad aiuto per mangiare, tra le mense delle associazioni caritatevoli e la distribuzione dei pacchi alimentari, con una percentuale cresciuta nel corso degli ultimi anni, secondo dati Fead.


La Coldiretti insieme a Campagna Amica ha promosso nei mercati degli agricoltori a chilometri zero l’iniziativa “La Spesa sospesa” che offre la possibilità ai consumatori di fare una donazione libera grazie alla quale acquistare prodotti a favore dei più bisognosi. Un’esperienza grazie alla quale sono stati raccolti sino ad oggi oltre 10 milioni di chili di frutta, verdura, formaggi, salumi, pasta, conserve di pomodoro, farina, vino e olio 100% italiani.

A Torino il primo forum per asse Vietnam-Italia sul caffè

A Torino il primo forum per asse Vietnam-Italia sul caffèRoma, 15 ott. (askanews) – Un asse tra Vietnam e Italia per la connessione tra la produzione di caffè verde vietnamita e l’industria italiana. Il Vietnam è infatti il secondo produttore mondiale di caffè e il secondo esportatore di materia prima per l’Italia. Se ne è parlato a Torino il 9 ottobre nel corso del primo “Forum di Connessione Vietnam-Italia tra le industrie del caffè” dall’Amasciata del Vietnam in Italia, con l’Ambasciatore Duong Hai Hung, supportato anche da IIAC – International Institute of Coffee Tasters, che ha portato nel nostro paese una delegazione di produttori rappresentati più del 50% dell’export di caffè verde vietnamita.


Un evento che ha permesso ai professionisti italiani e vietnamiti di confrontarsi sui temi della produzione, del prezzo, degli sbocchi commerciali e della qualità richiesta dal mercato italiano. Tra i partner presenti all’iniziativa anche l’Istituto Espresso Italiano (IEI). Il presidente dell’Istituto Espresso Italiano, Luigi Morello, ha spiegato che “il mondo del caffè sta vivendo un momento unico della sua storia recente e come IEI stiamo cercando di essere presenti, di sensibilizzare e coinvolgere tutti i soci offrendo occasioni di incontro e confronto su temi attuali”. Durante il forum, le autorità di Vicofa (Vietnam Coffee and Cocoa Association) e i rappresentanti delle diverse aziende hanno dimostrato di volere approfondire il mondo dell’espresso italiano e la specificità di questo prodotto che pone la nostra economia del caffè in una posizione sostanzialmente diversa da quelle di altri paesi nel mondo. Il convegno è stato concluso con la promessa da parte di tutti che questo sarà il primo di una serie di incontri che serviranno ad avvicinare i player dei due paesi per fare in modo che si comprendano meglio le necessità e le possibilità di collaborazione.