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Latteria Soresina fa 125 anni e raggiunge 600 mln fatturato

Latteria Soresina fa 125 anni e raggiunge 600 mln fatturatoRoma, 13 feb. (askanews) – Latteria Soresina, la più grande cooperativa di primo grado nel mondo lattiero caseario italiano, primo produttore assoluto di Grana Padano, ha festeggiato il traguardo di 125 anni di storia toccando quota 600 milioni di euro di fatturato.


Latteria Soresina, infatti, che nel 2000 registrava un fatturato di 80 milioni di euro, nel 2024 ha chiuso un consolidato di gruppo di circa 600 milioni di euro. Il fatturato export che nel 2000 realizzava meno di 10 milioni di euro, nel 2024 è cresciuto a 141 milioni di euro. Anche i Soci conferenti nello stesso periodo di tempo sono cresciuti, sia in termini di capi di bestiame, passati mediamente per ciascuno da 21.650 a 46.000 (+112%), sia in termini di q.li/anno di latte conferiti, passati dagli 8.700 del 2000 agli oltre 27.000 del 2023 (+218%). I dipendenti sono passati da 251 unità ai 620 attuali ai quali si aggiungono oltre 150 collaboratori esterni. Il prezzo del latte liquidato negli ultimi 13 anni dalla Latteria Soresina è stato mediamente superiore del 9,2% rispetto a quello di mercato.


I 125 anni sono stati celebrati l’11 febbraio con un evento riservato ai soci e ai dipendenti che si è svolto al Teatro Ponchielli di Cremona alla presenza del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.

Il tartufo umbro punta all’estero con la Giuliano Tartufi

Il tartufo umbro punta all’estero con la Giuliano TartufiRoma, 13 feb. (askanews) – Il tartufo umbro punta all’estero: la Giuliano Tartufi, tra le principali in Italia a operare nel settore della trasformazione e commercializzazione del tartufo, che ha sede a Pietralunga, investe nel campo dell’internazionalizzazione, non solo con la vendita online, ma soprattutto approcciando in maniera diretta i mercati esteri, partecipando alle più grandi fiere internazionali del settore e intessendo relazioni commerciali direttamente sul posto. E la percentuale la quantità di prodotto venduto all’estero ha superto quella del prodotto venduto in Italia.


“Se parliamo di prodotto fresco – ha detto il titolare della Giuliano Tartufi Giuliano Martinelli – attualmente saremo intorno al 50% di export e 50% di vendite dentro i confini nazionali, anche perché in Italia ci sono tante aziende che lavorano e commercializzano il tartufo e il mercato è quindi più inflazionato. Se ci riferiamo al prodotto conservato, invece, è leggermente maggiore la quantità venduta all’estero che quella venduta in l’Italia”. “Quest’anno – ha spiegato lo stesso Martinelli – andremo a Milano, poi a Dubai, Singapore e in Germania, solo per citare alcune delle città e dei Paesi in cui si svolgono le fiere più importanti a livello mondiale per il mercato enogastronomico. Il tartufo è oggi un ingrediente sempre più importante e se prima era conosciuto solo in Italia e in Francia ormai tutto il mondo lo sta apprezzando”.


Proprio in quest’ottica, l’azienda umbra quest’anno è già stata presente al Sigep di Rimini e al Pitti Taste di Firenze e, dal 17 al 21 febbraio, sarà al Gulfood di Dubai, la più importante fiera mondiale per l’innovazione alimentare, evento a cui la Giuliano Tartufi ha già partecipato nelle precedenti edizioni vincendo il premio per il ‘Condimento più innovativo’ con il prodotto Spolverata al tartufo. “L’Italia e la Francia, ma l’Europa in generale – ha aggiunto il titolare della Giuliano Tartufi – rimangono ancora i mercati principali. A crescere però in maniera esponenziale è attualmente il mercato asiatico, sia per quanto riguarda i quantitativi che per la conoscenza dei nostri prodotti enogastronomici. In crescita anche il mercato statunitense: dove ci sono forti comunità di italiani, infatti, si diffonde anche la ristorazione italiana che, di solito, prevede in menù almeno un piatto a base di tartufo”.

Oltre 2.000 birre in gara al concorso Birra dell’Anno

Oltre 2.000 birre in gara al concorso Birra dell’AnnoRoma, 13 feb. (askanews) – Saranno svelati domenica 16 febbraio i vincitori del concorso “Birra dell’Anno”. Il premio, organizzato da Unionbirrai, l’associazione di categoria dei piccoli birrifici artigianali indipendenti, è giunto alla sua XX edizione e vede la partecipazione di ben 2.092 birre, provenienti da 257 birrifici italiani. Per decretare le migliori, si adopereranno 81 giudici provenienti da tutto il mondo con degustazioni e analisi in funzione delle 45 categorie di concorso, per ciascuna delle quali verrà decretato il podio dei vincitori.


Il premio speciale “Birrificio dell’Anno”, invece, andrà al produttore che oltre ad aver ottenuto con le sue birre il punteggio più alto con i migliori piazzamenti in tre differenti categorie, avrà anche ricevuto le medaglie in macrocategorie diverse, definite nel regolamento sulla base di alcuni raggruppamenti stilistici. La cerimonia di premiazione si terrà in occasione della giornata di apertura di Beer&Food Attraction, the eating out experience show, domenica 16 febbraio a partire dalle ore 14 presso la Fiera di Rimini. Ospiti d’onore gli onorevoli Mirco Carloni e Mauro Rotelli, presidenti delle commissioni Agricoltura e Ambiente di Montecitorio nonché firmatari degli emendamenti che hanno reso strutturale, nell’ultima Legge di Bilancio, il taglio delle accise sulle birre artigianali.


Beer&Food Attraction sarà anche l’occasione per la terza edizione della “Italian Craft Beer Conference” con tanti momenti di approfondimento, dal 16 al 18 febbraio, sulle tecniche di produzione birraria, nuove tecnologie, materie prime, strumentazioni e analisi delle tendenze del mercato. Tra gli eventi anche la tavola rotonda organizzata da Unionbirrai sul tema “Definire la Birra Italiana: equilibrio tra identità, mercato e legislazione” che vedrà coinvolti i principali esponenti delle associazioni del mondo brassicolo nazionale.

Famiglia Belloni investe nei fruttini dell’Antica Gelateria Matteo

Famiglia Belloni investe nei fruttini dell’Antica Gelateria MatteoMilano, 13 feb. (askanews) – Sono un dessert simbolo degli Anni 80, presenza costante alla fine di un pasto al ristorante, soprattutto al sud. Ora per i fruttini gelato, gusci di frutta fresca ripieni di un gelato ricavato dalla polpa, inizia un nuovo corso. Francesco Belloni, 29enne figlio di Toni Belloni oggi presidente di Lvmh Italia e a lungo braccio destro del patron, Bernard Arnault, insieme alla famiglia ha investito nell’Antica Gelateria Matteo, che ha nei Fruttini Gelato il suo prodotto più iconico. Belloni, infatti, ha acquisito dalla famiglia Santoprete “una quota significativa” nel laboratorio artigianale di gelateria che ha chiuso il 2024 con un fatturato vicino ai 2 milioni.


L’ingresso nella società della famiglia Belloni ha l’obiettivo di continuare lo sviluppo dell’Antica Gelateria Matteo, intraprendendo un percorso di crescita a livello nazionale ed internazionale, spiegano in una nota. La capacità produttiva verrà ampliata con la formazione di nuovi chefs con l’impegno di mantenere inalterate qualità, naturalezza e preparazione artigianale dei prodotti. Si lavorerà per rafforzare il branding, consolidare la distribuzione italiana, ed aggiungere qualche negozio diretto in località strategiche. In parallelo, si accelererà la penetrazione dei mercati internazionali cominciando da ristoranti e punti vendita di alta gamma. Fondata nel 1962 da Matteo Napoli proprio a Napoli, l’Antica Gelateria Matteo è il produttore di questo dessert che è possibile degustare in ristoranti di livello come la Langosteria. A questo si aggiungono altri prodotti distribuiti nei ristoranti italiani e in punti vendita selezionati in Italia, nel Sud Europa, negli Emirati Arabi ed in Cina.


“Siamo felici – dichiarano Paolo Santoprete e Serena Napoli – di accogliere la famiglia Belloni nella nostra realtà imprenditoriale. La loro esperienza e visione strategica saranno un grande valore aggiunto per il nostro percorso di crescita, permettendoci di affrontare nuove sfide e competere in mercati chiave ancora inesplorati ma dal grande potenziale. Il loro apporto rappresenta un passo rilevante per rafforzare la solidità della società, puntando su innovazione, qualità e internazionalizzazione, mantenendo sempre al centro l’eccellenza del made in Italy”. “È con grande entusiasmo – aggiunge Francesco Belloni – che ci uniamo a Paolo e Serena per continuare la bellissima storia dell’Antica Gelateria Matteo e dei Fruttini Gelato. A partire dal nonno di Serena, Matteo Napoli, la famiglia ha saputo coniugare crescita e cura per l’originalità e l’artigianalità tutta italiana dei prodotti. Vogliamo contribuire alla prossima fase di sviluppo sposando in pieno la loro filosofia di qualità senza compromessi”.

Accordo Ue-Capo Verde su pesca tonno per i prossimi 5 anni

Accordo Ue-Capo Verde su pesca tonno per i prossimi 5 anniRoma, 13 feb. (askanews) – E’ stato approvato ieri con 507 voti a favore, 76 contrari e 16 astensioni dal Parlamento Europeo l’accordo quinquennale con Capo Verde per la pesca del tonno. Il primo accordo con Capo Verde, stipulato nel 1990, è stato sostituito nel 2007 da quello attuale, che è stato rinnovato ogni cinque anni da allora. In base al nuovo accordo, 56 imbarcazioni europee di Spagna, Francia e Portogallo dell’UE potranno pescare tonni e specie affini nelle acque di Capo Verde. Nel dettaglio, sono coinvolte 24 tonniere congelatrici con reti a circuizione, 10 tonniere con lenze e canne e 22 pescherecci con palangari di superficie, che potranno pescare fino a 7.000 tonnellate di tonno e specie correlate ogni anno fino al 2029.


In cambio, l’UE fornirà un contributo finanziario di 780.000 euro all’anno, 350.000 euro per i diritti di accesso alle acque di Capo Verde e 430.000 euro per sostenere la politica della pesca e il settore dell’economia blu di Capo Verde. Inoltre, le tasse di pesca pagate dai proprietari delle imbarcazioni potrebbero arrivare a quasi 600.000 euro all’anno. “Questo accordo combina la remunerazione per le opportunità di pesca con il sostegno allo sviluppo sostenibile del settore ittico di Capo Verde, con il controllo e gli sforzi per combattere la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN). Promuoverà inoltre condizioni di lavoro dignitose e rafforzerà le capacità scientifiche a Capo Verde. È un buon accordo che protegge i pescatori da entrambe le parti e la sostenibilità dei nostri oceani”, ha commentato il relatore Paulo do Nascimento Cabral.

Arriva la guida al miele di api italiane di Confcooperative

Arriva la guida al miele di api italiane di ConfcooperativeRoma, 13 feb. (askanews) – Arriva la guida di Confcooperative al miele prodotto da api italiane. Il libro “Viaggio alla scoperta del miele prodotto da api italiane” è stato presentato ieri a Roma, presso la Sala stampa della Camera dei Deputati, ed è una guida completa per il consumatore per avvicinarsi al mondo dell’apicoltura italiana. Edito da Agra Editrice e realizzato nell’ambito della campagna di comunicazione Generazione Honey, promossa da Agri Rete Service, società di servizi di Confcooperative, in collaborazione con l’associazione Miele in Cooperativa, e con un finanziamento del Masaf, racconta di storie di veri e propri eroi moderni che tra mille difficoltà continuano ad alimentare lo straordinario rapporto tra api, apicoltori e territorio che è l’emblema dello sviluppo sostenibile.


“Il libro – ha spiegato Riccardo Terriaca, segretario generale di Miele in Cooperativa – racconta anche di una visione particolare dell’apicoltura, la cosiddetta apicoltura di territorio, un’apicoltura sostenibile, ancorata al proprio ambiente, che rispetta il benessere animale e l’etica sociale delle produzioni”. Al consumatore vengono illustrate le caratteristiche e il valore aggiunto del miele italiano prodotto da api italiane, attraverso contributi di esperti e nutrizionisti. Nel volume trovano poi spazio le storie dei produttori di polline toscano, con la loro filiera tutta italiana, una cooperativa sarda che produce mieli rari testimoni della ricchezza della biodiversità italiana, una cooperativa sociale molisana che attraverso l’apicoltura da dignità lavoratori a persone fragili. E c’è anche il racconto del primo apiario di comunità italiano che contribuisce alla riscoperta dei borghi delle aree interne, contrastando lo spopolamento.


Viaggio alla scoperta del miele prodotto da api italiane si apre con una prefazione del sottosegretario Masaf Luigi D’Eramo, che ha la delega al settore. Nel corso del suo intervento D’Eramo ha rimarcato l’importanza di tutelare “la filiera apistica che consideriamo strategica. Per questo con misure concrete abbiamo sostenuto i nostri apicoltori, alle prese da tempo con gli effetti dei cambiamenti climatici, il calo di produzione e la concorrenza sleale di prodotti importati venduti a basso prezzo e di dubbia composizione”. “La mancanza di reciprocità nella regolamentazione dei mercati globali purtroppo finisce per penalizzare le produzioni nazionali. Per questo, in Ue, abbiamo fortemente sostenuto che nella Direttiva Breakfast ci fosse la massima trasparenza possibile in etichetta. L’obiettivo è aiutare i consumatori a fare scelte consapevoli, privilegiando prodotti di qualità”.

Dal 18 al 21 febbraio alla Fao la conferenza nazionale delle Ig

Dal 18 al 21 febbraio alla Fao la conferenza nazionale delle IgRoma, 13 feb. (askanews) – Appuntamento dal 18 al 21 febbraio alla sede della Fao a Roma per la conferenza internazionale “Prospettive globali sulle indicazioni geografiche: conferenza internazionale per ricercatori, responsabili politici e operatori. Innovazioni e tradizioni per la sostenibilità”, ospitata dalla Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura e dal ministero Masaf.


Nel mondo esistono oltre 9.450 indicazioni geografiche (IG) e la conferenza sarà incentrata su “Innovazione per la sostenibilità”, esplorando il ruolo delle IG nella promozione della sostenibilità lungo le loro filiere. Con oltre 350 partecipanti provenienti da 52 paesi di tutto il mondo, l’evento offrirà una piattaforma per accademici, operatori della filiera, rappresentanti del settore pubblico e dello sviluppo e sarà occasione per avanzare il dialogo internazionale sui sistemi IG, contribuendo alle priorità discusse durante il vertice dei Ministri dell’Agricoltura del G7 nel settembre 2024. Alla sessione di apertura parteciperanno il direttore generale della FAO, QU Dongyu, e il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Seguiranno due giorni e mezzo di presentazioni tecniche e discussioni, oltre a una giornata dedicata alle visite sul campo.


Tra i casi presentati durante la conferenza figurano il Parmigiano Reggiano e l’Asiago DOP dall’Italia, l’Arijska malina, un lampone dal colore vibrante e dal gusto intenso proveniente dalla Serbia, la cui produzione affonda le radici nelle pratiche tradizionali, così come il Madd de Casamance. Il Madd è un frutto selvatico della liana Saba, che cresce nelle foreste della Casamance, in Senegal, e che è stato recentemente registrato come la prima indicazione geografica del Senegal. Verranno inoltre presentate le IG per i prodotti artigianali. La conferenza è co-organizzata dalla FAO e dal Masaf in collaborazione con il Centre de coopération internationale en recherche agronomique pour le développement (CIRAD), la Fondazione Qualivita, l’Organization for an International Geographical Indications Network (oriGIn), Origin Italia – Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche e l’Istituto Federale della Proprietà Intellettuale della Svizzera (IGE IPI). L’evento è inoltre patrocinato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI).

Miele, 1 italiano su 2 lo mangia ogni settimana, vendite Gdo +3,4%

Miele, 1 italiano su 2 lo mangia ogni settimana, vendite Gdo +3,4%Roma, 13 feb. (askanews) – Oltre 1 italiano su 2 (54%) consuma miele almeno una volta a settimana, con un 17,4% che lo consuma tutti i giorni. Inoltre, nell’ultimo anno, circa 4 italiani su 10 (36,5%) hanno aumentato il suo consumo (con un 10,4% che lo ha molto aumentato) mentre per il 54,9% il consumo è rimasto invariato. Numeri che giustificano l’ottimo andamento delle vendite del miele confezionato. Nel 2024 nel solo canale della distribuzione organizzata si sono vendute circa 15.977 tonnellate di miele confezionato (+3,4%) per un valore di circa 169 milioni di euro (+0,8%). Lo rivela la ricerca “Gli Italiani e il miele” commissionata dal gruppo Miele di Unione Italiana Food ad Astraricerche per indagare il rapporto degli italiani con il nettare degli dèi.


E per guidare il consumatore in un’immersione nel mondo del miele, Unione Italiana Food ha ideato un piccolo vademecum con le 10 cose forse ancora sconosciute sul miele. Nonostante, infatti, oltre il 54% degli italiani consumi miele almeno una volta a settimana, solo il 40% si considera un buon conoscitore. La colazione è il pasto d’elezione per 7 italiani su 10, facendo emergere un consumo di miele soprattutto al mattino. Tra le occasioni di consumo, segue lo spuntino di metà mattina (15,9%) o metà pomeriggio (37,1%). Il 19,5% consuma miele dopo cena e il 10,4% dopo l’attività sportiva, mentre è meno diffuso l’utilizzo del miele a pranzo o a cena (rispettivamente 5,2% e 7,1%). Nonostante l’alta frequenza di consumo, gli italiani non si considerano esperti conoscitori di miele: solo 4 italiani su 10 dichiarano di conoscerlo abbastanza o molto (con un esiguo 5,2% che lo conosce approfonditamente), mentre circa un ¼ della popolazione italiana lo conosce poco o per niente.


Tra gli aspetti meno conosciuti, le varie tipologie di miele così diverse tra loro (oltre 60 e ognuna vanta proprietà diverse). I consumi si indirizzano sul millefiori (64,2%), sul miele di acacia (51,9%), e a seguire il miele di castagno (30,2%), quello di agrumi (22,4%), il miele di eucalipto (18.1%). La presenza di miele come ingrediente in un prodotto alimentare rispetto all’impiego di altri ingredienti (zucchero, sciroppi, dolcificanti alternativi) è riconosciuto come un valore aggiunto in fase di acquisto per quasi l’80% degli italiani e per ben il 40% è un dettaglio che orienta la scelta di acquisto. “Gli italiani hanno incrementato il consumo di miele nell’ultimo anno – afferma Raffaele Terruzzi, presidente del Gruppo Miele di Unione Italiana Food, Presidente dei confezionatori italiani di miele – Sono tutti dati positivi che riempiono d’orgoglio l’industria italiana del miele che lavora da sempre per garantire che solo i migliori mieli nazionali ed esteri arrivino sulle tavole dei nostri connazionali, grazie a controlli accurati che garantiscono l’elevata qualità del prodotto, a tutela della reputazione delle aziende”.

Da Api-Confagri primo manuale su benessere in acquacoltura

Da Api-Confagri primo manuale su benessere in acquacolturaRoma, 13 feb. (askanews) – Nasce dalla collaborazione tra la associazione piscicoltori italiani (API-Confagricoltura) e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) il primo manuale sul benessere delle specie ittiche in allevamento, presentato ufficialmente ad AquaFarm, la manifestazione internazionale dedicata all’acquacoltura, molluschicoltura, algocoltura e industria della pesca, che si chiude oggi a Pordenone. Un manuale elaborato per garantire le migliori condizioni possibili negli allevamenti ittici.


La salubrità, la qualità e il gusto dei pesci di allevamento sono infatti strettamente legati alla salute dell’animale e al suo habitat. Inoltre, la sensibilità dei consumatori e la crescente richiesta di tracciabilità del prodotto finale spingono gli allevatori a garantire le migliori condizioni possibili già nella prima fase dell’intera filiera. API e IZSVe hanno coinvolto esperti del mondo accademico e istituzionale, tra cui le Università di Bologna, di Camerino e di Milano, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, il ministero della Salute e la Federazione europea dei Produttori di Acquacoltura, per diffondere pratiche di allevamento responsabili, garantendo standard sempre più elevati di benessere animale e favorendo lo sviluppo sostenibile dell’intero comparto. “Un passo concreto verso un’acquacoltura italiana attenta e in grado di soddisfare le aspettative di tutti”, ha detto Matteo Leonardi, presidente di API, che evidenzia come l’allevamento, con il 51% della produzione totale, sia ormai la principale fonte mondiale di specie ittiche, di crostacei e di molluschi destinata all’alimentazione umana, con prospettive di ulteriore crescita nei prossimi anni.


L’IZSVe sottolinea il valore di questa iniziativa a cui hanno partecipato esperti interni e specialisti del mondo accademico e istituzionale, definendo il manuale “un traguardo fondamentale, grazie al contributo di autori di alto livello riconosciuti in tutto il mondo per la loro competenza”. Il volume è destinato all’intera piscicoltura italiana, che comprende oltre 25 specie allevate in ambienti diversi, tra acqua dolce, lagune e mare. “Non si tratta di una semplice pubblicazione accademica, ma di un vero e proprio strumento operativo – afferma Claudio Pedroni, vicepresidente di API – pensato per offrire agli allevatori linee guida pratiche utili a valutare e migliorare la qualità della vita dei pesci, elementi chiave per affrontare le sfide legate al cambiamento climatico”.


“Negli ultimi anni il benessere animale in acquacoltura è diventato un tema centrale – spiega Andrea Fabris, direttore di API – con un’evoluzione costante delle conoscenze e delle tecniche per garantire condizioni ottimali di allevamento e coniugandole alle esigenze di sostenibilità ambientale ed efficienza energetica. La qualità dell’acqua è un fattore determinante, costantemente monitorato per mantenere livelli adeguati di temperatura, ossigeno disciolto, salinità e torbidità. Gli aspetti gestionali dell’allevamento, in particolare densità, alimentazione e cure sanitarie, influiscono direttamente sulla salute e sul benessere dei pesci; infine, anche la movimentazione e il trasporto sono attività che richiedono massima attenzione per evitare stress e sofferenze inutili agli animali”.

Comparto mandorlicolo siciliano in crisi: produzione -70%

Comparto mandorlicolo siciliano in crisi: produzione -70%Roma, 13 feb. (askanews) – Comparto Mandorlicolo siciliano in forte crisi a causa della siccità, con un calo produttivo del 70% nell’ultima annata agraria 2023-2024 che ha fatto crollare reddito e occupazione nel settore. Da qui, un appello all’assessore regionale all’Agricoltura affinchè la Regione si impegni con interventi finalizzati alla salvaguardia delle produzioni che stanno scomparendo e al rafforzamento strutturale delle aziende. E’ quanto contenuto in una lettera inviata dal presidente di Cia Sicilia Orientale, Giosuè Catania, all’assessore regionale all’Agricoltura e alle Risorse naturali, Salvatore Barbagallo, per sollecitare un incontro con una delegazione di produttori di mandorle al fine di approfondire criticità e potenzialità del settore.


“Tra tutte le misure promosse dalla Regione Siciliana per far fronte alle perdite copiose della produzione agricola e zootecnica in questi lunghi mesi di siccità, non sono presenti interventi diretti sulle coltivazioni arboree, di cui la Sicilia è importante produttrice. Fra queste, la mandorlicoltura che a causa della crisi climatica ha subito un calo produttivo del 70% nell’ultima annata agraria 2023-2024”, spiega Catania sottolineando che se perdurasse la situazione climatica riscontrata nelle scorse annate l’intera produzione potrebbe scomparire, mettendo a rischio la redditività dell’intero settore. Il comparto del Mandorlo si estende in Sicilia per circa 21mila ettari, con una produzione media annua raccolta di circa 378 mila quinatali pari a 63mila quintali di mandorle sgusciate e rappresenta, insieme alla Puglia, la maggiore estensione in Italia e quasi il 10% del mercato mondiale. A livello internazionale, la California è il maggiore produttore mondiale, rappresentando circa l’80% della produzione globale, la Spagna è il principale produttore europeo, mentre la Turchia mostra sempre più interesse nella coltivazione di frutta a guscio.


“Conosciamo il suo impegno per garantire futuri finanziamenti sui comparti arborei – scrive il presidente Giosuè Catania nella lettera rivolta all’assessore Barbagallo – proprio per questo, le sottoponiamo lo stato dell’arte del comparto e le avanziamo qualche proposta, come l’istituzione di un disciplinare regolamentato secondo il marchio Indicazione Geografica Protetta (IGP), che garantirebbe una maggiore tracciabilità e certificazione del prodotto, offrendo ulteriori garanzie di qualità ai consumatori”. In Sicilia la prolungata siccità nel periodo compreso tra il 2023-2024 ha generato, oltre all’evidente mancanza di piogge, anche la riduzione delle riserve idriche. La conseguenza principale è stata una minore disponibilità di acqua durante le fasi critiche (fioritura, allegagione, crescita del frutto). Le temperature elevate nel periodo invernale, poi, non hanno reso possibile il fenomeno della svernalizzazione che è un processo fisiologico attraverso il quale alcune piante devono essere esposte a basse temperature, per un certo periodo di tempo, per stimolare la fioritura e completare il loro ciclo di sviluppo. Il tutto è stato determinato dal clima estremamente caldo e siccitoso prolungato nel periodo della differenziazione delle gemme a fiore.