Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Romania al voto per primo turno delle presidenziali. Favorito Ciolacu

Romania al voto per primo turno delle presidenziali. Favorito CiolacuRoma, 24 nov. (askanews) – Circa 19 milioni di romeni sono chiamati oggi al voto per il primo turno delle presidenziali. Con 19mila seggi elettorali nel Paese, la tornata elettorale, la prima di tre nell’arco di una ventina di giorni (con le politiche l’1 dicembre e il ballottaggio per il capo di stato l’8 dicembre), si preannuncia serrata, anche se il premier socialdemocratico Marcel Ciolacu è dato come favorito, tallonato dal leadeer nazionalista George Simion, possibile sfidante al secondo turno. Le urne hanno aperto alle 7:00 ora locale (le 6:00 in Italia) e chiuderanno alle 21:00 (le 20:00 in Italia).


In Italia, dove vive la maggiore comunità romena all’estero, sono stati allestiti dall’ambasciata 157 seggi (sette in più rispetto alle Europee di giugno) e ci si aspetta un’alta affluenza, in particolare per le presidenziali: nel mondo i romeni della diaspora hanno iniziato a votare già venerdì. Sebbene la Romania sia una repubblica semi-presidenziale, queste elezioni sono ampiamente considerate dal pubblico come le più importanti del Paese e la battaglia tra 14 contendenti è molto sentita in una nazione che ha visto il tasso di partecipazione al voto sempre in calo per le politiche e le europee degli ultimi anni.


Cinque figure di spicco dominano la corsa per Palazzo Cotroceni: Marcel Ciolacu, George Simion, Mircea Geoana, Elena Lasconi e Nicolae Ciuca. Se il passaggio al ballottaggio dell’attuale premier socialdemocratico Ciolacu è dato per scontato, non è chiaro chi sarà il suo contendente. Al centro delle campagne elettorali, sia per le presidenziali che per il rinnovo del Parlamento, sicuramente l’aumento del costo della vita e la guerra in Ucraina. La maggior parte dei candidati alle presidenziali si è dedicata al dibattito sul debito crescente e quasi tutti sono concordi sulla prosecuzione degli aiuti a Kiev, tranne il leader nazional-conservatore di AUR George Simion che si oppone. Molti elettori sposano la sua idea che gli aiuti all’Ucraina abbiano fatto aumentare prezzi e inflazione e che sperano che la situazione economica migliorerà se la guerra finirà. Proprio Simion è dato secondo nei sondaggi e potrebbe essere lo sfidante di Ciolacu al ballottaggio.


Ciolacu, favorito e attuale premier, promuove la stabilità economica e il benessere sociale, nonostante i pochi risultati da capo di governo. Simion, leader populista del partito AUR, ottiene le simpatie degli elettori disillusi che cercano un cambiamento radicale. I sondaggi lo collocano costantemente come il contendente più forte per il secondo posto. Elena Lasconi, riformista liberale, guida l’Unione Salva Romania (USR). Nota per la sua posizione anti-corruzione e la sua visione modernizzante, si rivolge principalmente agli elettori cdelle città e più giovani. Altro candidato in lizza è Mircea Geoana, che si è presentato come indipendente: l’ex vicesegretario generale della Nato ha fatto appello ai moderati e agli elettori pro-europei, ma i suoi legami passati con il Psd e la mancanza di una solida base politica interna hanno indebolito la sua posizione. Altro contendente è il leader del Partito Nazionale Liberale (Pnl) Nicolae Ciuca: ex premier e generale in pensione, ha puntato su stabilità ed esperienza.


di Daniela Mogavero

Ucraina, Tajani: da Putin missili vecchi. Vuole spaventare Kiev

Ucraina, Tajani: da Putin missili vecchi. Vuole spaventare KievRoma, 23 nov. (askanews) – “Io penso che sia come facevano gli antichi guerrieri che battevano la spada sullo scudo per intimorire l’avversario. I missili di cui parla” Putin, “con i quali è stato fatto un esperimento l’altro giorno, sono missili vecchi, non c’è nessuna novità, sono missili ritoccati, insomma hanno rifatto un po’ il trucco a missili che” già “avevano per cercare di spaventare l’avversario ucraino, per fare la voce grossa”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani parlando, nel corso della trasmissione “4 di sera week end” su Rete 4, del lancio contro Kiev del nuovo missile ipersonico balistico russo con cui Putin punta a minacciare l’Europa.


“Che poi Putin possa fare minacce pericolose, questo è vero. Lui è cresciuto con la cultura del KGB, cioè lui pensa che tutto si risolva con la forza e con l’uso delle forze armate e conosce poco evidentemente lo strumento della diplomazia che è quello al quale siamo abituati noi come paese democratico”, ha aggiunto Tajani. E sulla decisione del presidente Usa Joe Biden di concedere all’Ucraina l’uso dei missili Atacms per colpire in profondità il territorio russo “io credo – ha detto il vicepremier – che gli americani abbiano reagito alla presenza di soldati nordcoreani pronti a combattere contro gli ucraini, perché questo significa alzare il tono dello scontro. E’ una provocazione quella dei russi a coinvolgere un altro paese, la Corea del Nord, che non ha nulla a che fare con l’Ucraina, non ha mai avuto contenzioni storici con l’Ucraina”.

Cop29, approvate regole per mercato internazionale del carbonio

Cop29, approvate regole per mercato internazionale del carbonioRoma, 23 nov. (askanews) – I paesi ricchi potranno ora raggiungere i propri obiettivi climatici pagando i paesi dell’Africa o dell’Asia invece di ridurre le proprie emissioni di gas serra, grazie all’adozione, alla Cop29, di nuove regole già sospettate di “greenwashing”. La decisione, presa stasera dai paesi riuniti alla conferenza delle Nazioni Unite sul clima a Baku e accolta con applausi, arriva – spiega Le Figaro – dopo anni di spinoso dibattito sullo scambio di crediti per la riduzione delle emissioni di carbonio.


Finora i crediti di carbonio venivano utilizzati principalmente dalle aziende che volevano cancellare le proprie emissioni per affermare di essere ‘carbon neutral’, un mercato sfuggito a tutte le regole internazionali e segnato da numerosi scandali. D’ora in poi, per raggiungere gli obiettivi climatici derivanti dall’accordo di Parigi, i paesi – soprattutto quelli ricchi e più inquinanti – potranno acquistare crediti di carbonio o firmare transazioni direttamente con altri paesi “in regola” che supererebbero i loro stessi obiettivi. Questa possibilità – ricorda ancora Le Figaro – era prevista dall’articolo 6.2 dell’Accordo di Parigi del 2015, che stabilisce le basi dell’azione globale per il clima e la decisione di questa sera lo rende effettivo.

Israele vuole uccidere un comandante di Hezbollah e lancia bombe anti bunker nel centro di Beirut

Israele vuole uccidere un comandante di Hezbollah e lancia bombe anti bunker nel centro di BeirutRoma, 23 nov. (askanews) – Sarebbero 15 i morti nel centro di Beirut per un potente attacco aereo avvenuto nelle primissime ore del mattino. Lo affermano fonti libanesi, secondo le quali nell’attacco sarebbe stata utilizzata una bomba “bunker buster”. Secondo quanto riferito dal canale di notizie saudite al Hadath, nel mirino era il capo delle operazioni di Hezbollah, Muhammad Haydar. Haaretz ha scritto che, secondo fonti israeliane, il tentativo di uccidere il dirigente del movimento sciita libanese, considerato da Israele come terrorista, non è andato a segno.


L’attacco, a quanto scrive la BBC, ha distrutto un edificio residenziale di otto piani nel densamente popolato quartiere di Basta. L’esplosione è stata avvertita in tutta la città, causando panico tra i residenti e danni significativi alle infrastrutture circostanti. Secondo i soccorsi, ci sono molti feriti e il numero di vittime è destinato ad aumentare ulteriormente. Le autorità libanesi hanno condannato l’attacco, definendolo una violazione della sovranità nazionale e un atto di aggressione contro civili innocenti. Israele non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali sull’operazione.

Libano, Unifil: siamo stretti tra due fuochi, ma continuiamo a svolgere la nostra missione

Libano, Unifil: siamo stretti tra due fuochi, ma continuiamo a svolgere la nostra missioneRoma, 23 nov. (askanews) – La missione Unifil in Libano è stretta tra due fuochi, ma cerca di continuare a svolgere la propria missione, facendo il possibile. Lo ha detto il portavoce del contingente Onu Andrea Tenenti in un’intervista al Messaggero.


“Gli israeliani sono ormai vicinissimi alle nostre posizioni. Hezbollah è in tutto il sud. La linea del fuoco si è avvicinata alle nostre basi. E Shama è un punto strategico”, ha detto Tenenti nell’intervista pubblicata all’indomani dell’attacco alla base Unifil in cui ci sono stati quattro feriti lievi italiani. “Stiamo cercando di capire se gli attacchi siano deliberati o meno. Quando due forze nemiche sono così vicine, diventa molto facile essere colpiti”, ha continuato Tenenti- “I contingenti rimangono attivi, provano a fare il possibile”, ha assicurato il portavoce. “Ci sono stati dei pattugliamenti nei giorni scorsi, riusciamo in maniera molto limitata a monitorare la situazione e a riportare ciò che vediamo al Consiglio di sicurezza, assistiamo le popolazioni locali. Certo, tutto questo non viene fatto come vorremmo, perché nessuno garantisce la sicurezza”.

Ucraina, Merkel: servono sia deterrenza che negoziati con la Russia di Putin. E non può decidere solo Kiev

Ucraina, Merkel: servono sia deterrenza che negoziati con la Russia di Putin. E non può decidere solo KievRoma, 23 nov. (askanews) – Per risolvere la guerra ucraina, c’è bisogno sia della deterrenza sia dei colloqui con la Russia di Vladimir Putin. E a decidere non può essere soltanto Kiev. Lo ha affermato l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel in un’intervista pubblicata dal Corriere della Sera oggi, in occasione dell’uscita dell’autobiografia dell’ex leader tedesca.


“Abbiamo bisogno della doppia azione, da un lato colloqui e contatti, dall’altro deterrenza. Ne ero e ne rimango convinta”, ha detto Merkel, ammettendo che la Germania non è riuscita ad adeguarsi sul fronte della deterrenza rispetto a Mosca per tempo. “Sulla trattativa, naturalmente nulla deve passare sopra la testa dell’Ucraina. Allo stesso tempo – ha tuttavia aggiunto – penso che i molti Paesi che sostengono l’Ucraina debbano decidere insieme a essa quando si potrà discutere con la Russia di una soluzione diplomatica. Non può essere solo Kiev a decidere. Quando questo succederà, non essendo più attiva in politica, non sono in grado di dirlo”.

Libano, attacchi israeliani nel centro di Beirut: almeno 11 morti

Libano, attacchi israeliani nel centro di Beirut: almeno 11 mortiRoma, 23 nov. (askanews) – Attacchi israeliani hanno provocato almeno 11 morti nel centro di Beirut, in Libano. Lo scrive oggi Haaretz.


Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno affermato di aver attaccato diverse volte nelle ultime 24 ore Dahiyeh con l’obiettivo di disarticolare centri di comando di Hezbollah, oltre che un deposito d’armi e altre infrastrutture del gruppo considerato “terrorista”. “Tutte le strutture attaccate sono state create da Hezbollah nel cuore della popolazione civile”, si legge nell’annuncio dell’Idf. “Prima del’attacco, diversi passi sono stati fatti per ridurre la possibilità di colpire civili, comprese osservazioni d’intelligence precise e avvertimenti preventivi per evacuare la popolazione nell’area”, ha continuato l’Idf. Colpito è stata l’area di Dahiyeh. Secondo il canale di notizie saudite al Hadath, nel mirino era il capo delle operazioni di Hezbollah Muhammad Haydar. (foto archivio)

Usa, Trump ha scelto Scott Bessent come segretario al Tesoro

Usa, Trump ha scelto Scott Bessent come segretario al TesoroRoma, 23 nov. (askanews) – Secondo due fonti a conoscenza della questione, citate dalla Cnn, il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump avrebbe offerto il ruolo di segretario al Tesoro al gestore di hedge fund Scott Bessent. Scott Bessent è il fondatore della società di investimento Key Square Group ed è ardente promotore del controllo politico sulla Federal Reserve (Fed). Citato tra i favoriti per questa carica, Bessent, amico intimo di lunga data della famiglia Trump, giocherebbe un ruolo essenziale nell’attuazione del programma economico del presidente eletto degli Stati Uniti ma anche nel controllo del debito pubblico.

Crosetto: intollerabile che la base Unifil sia stata ancora colpita

Crosetto: intollerabile che la base Unifil sia stata ancora colpitaRoma, 22 nov. (askanews) – “Ho immediatamente contattato il Comandante del Contingente, Generale di Brigata Stefano Messina, per sincerarmi delle condizioni dei quattro militari, che non destano preoccupazioni. Ho anche contattato la mia controparte libanese ribadendo che il contingente italiano di UNIFIL permane nel sud del Libano per offrire una finestra di opportunità alla pace e non può diventare ostaggio degli attacchi delle milizie. E’ intollerabile che ancora una volta una base di UNIFIL sia stata colpita”. Lo sottolinea il ministro della Difesa Guido Crosetto, alla notizia che quattro militari italiani sono rimasti leggermente feriti a seguito dell’esplosione di due razzi da 122 millimetri che hanno colpito la base UNP 2-3 di Shama, nel sud del Libano, che ospita il contingente italiano e il Comando del settore ovest di Unifil.


“Cercherò di parlare con il nuovo ministro della Difesa israeliano – aggiunge Crosetto – cosa che è stata impossibile dal suo insediamento ad oggi, per chiedergli di evitare l’utilizzo delle basi Unifil come scudo. Ancor più intollerabile è la presenza di terroristi nel Sud del Libano che mettono a repentaglio la sicurezza dei caschi blu e della popolazione civile” ha dichiarato il ministro.

Tajani sul mandato di arresto per Netanyahu: decideremo con gli alleati

Tajani sul mandato di arresto per Netanyahu: decideremo con gli alleatiTorino, 22 nov. (askanews) – “La linea è quella del presidente del Consiglio che io ho il dovere di attuare anche perché la condivido. Noi esamineremo e leggeremo le carte per capire quali sono le motivazioni che hanno portato la Corte ad adottare questa scelta, rispettiamo la Corte, la sosteniamo, ma siamo altresì convinti che la Corte svolge un ruolo giuridico e non politico”. Lo ha detto il ministro degli esteri e vicepremier, Antonio Tajani, a proposito del mandato di arresto a carico del premier israeliano Benjamin Netanyahu emesso dalla Corte penale internazionale.


“Per quanto riguarda le decisioni le prenderemo insieme con i nostri alleati, da lunedì si inizia il G7 Esteri a Fiuggi, ne parlerò anche lì con i miei alleati e vedremo cosa si dovrà fare. Questa è la linea scelta dal presidente del Consiglio, la politica estera la fa il presidente del Consiglio, il ministro degli Esteri la attua, questa è la posizione ufficiale del governo” ha agguunto a margine dell’assemblea nazionale dell’Anci in corso al Lingotto.