Hamas blocca l’uscita da Gaza degli stranieri se Israele non garantisce le ambulanzeRoma, 4 nov. (askanews) – Hamas intende impedire agli stranieri di lasciare Gaza finché Israele non avrà garantito che le ambulanze dall’enclave palestinese possano raggiungere il valico di Rafah verso l’Egitto: lo ha detto sabato alla Cnn un funzionario americano informato situazione. Secondo una fonte ufficiale sul lato egiziano del valico, più di 700 cittadini stranieri sarebbero dovuti lasciare Gaza attraverso il valico di Rafah oggi. La condizione posta da Hamas arriva dopo che Israele ha ammesso ieri di aver colpito un’ambulanza fuori dall’ospedale Al-Shifa di Gaza City, la più grande struttura medica della Striscia. Il veicolo faceva parte di un convoglio diretto a Rafah, che è l’unica opzione rimasta per entrare e uscire da Gaza durante l’assedio israeliano del territorio. Israele ha affermato che l’ambulanza era utilizzata dai combattenti di Hamas. Il Comitato internazionale della Croce Rossa ha confermato di avere ricevuto notifica del convoglio, ma al momento dell’attacco non era presente nessuna delle proprie ambulanze. “Anche se non eravamo presenti, si tratta pur sempre di un convoglio medico e qualsiasi violenza nei confronti del personale medico è inaccettabile”, ha affermato sabato la Croce Rossa internazionale.
Von der Leyen: presto il 12esimo pacchetto di sanzioni Ue alla RussiaRoma, 4 nov. (askanews) – La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha promesso, durante una missione a Kiev, di svelare presto il 12esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. “Continueremo a far pagare alla Russia la sua aggressione. Proporremo presto un 12esimo pacchetto di sanzioni. Con nuovi elenchi. Nuovi divieti di importazione ed esportazione. Iniziative per inasprire il tetto del prezzo del petrolio. E per dare un ulteriore giro di vite all’elusione delle sanzioni”, ha dichiarato sui social media.
Almeno 150 operatori sanitari uccisi nei bombardamenti di Israele a GazaRoma, 4 nov. (askanews) – Almeno 150 operatori sanitari hanno perso la vita a causa dei bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza nell’escalation del conflitto in corso. Lo ha dichiarato il ministro della Sanità palestinese, Mai al Kaila. “I crimini di Israele contro il sistema sanitario della Striscia di Gaza hanno provocato la morte di 150 operatori sanitari e la distruzione di 27 ambulanze”, ha dichiarato il ministro.
Inoltre, 16 ospedali e 32 centri di assistenza sanitaria primaria hanno cessato di funzionare”, ha aggiunto. Secondo il ministro, Israele sta violando completamente il diritto internazionale, mentre la comunità globale non fornisce alcuna risposta. Il silenzio, ha denunciato Al Kaila, dà a Israele il via libera per proseguire i bombardamenti e altre atrocità.
Il 7 ottobre, il movimento fondamentalista palestinese Hamas ha lanciato migliaia di razzi dalla Striscia di Gaza in un attacco senza precedenti e ha effettuato un’incursione armata nelle zone di confine meridionale di Israele, spingendo il primo ministro dello Stato ebraico, Benjamin Netanyahu, a dichiarare che il Paese “è in guerra”. In risposta all’attacco a sorpresa di Hamas, l’esercito israeliano ha mobilitato 300mila riservisti, ha lanciato diverse ondate di attacchi aerei e il 28 ottobre Netanyahu ha annunciato che le truppe israeliane erano entrate a Gaza ed erano passate alla seconda fase della guerra per distruggere le infrastrutture di Hamas e recuperare gli ostaggi.
Guterres (Onu): inorridito dall’attacco israeliano all’ambulanza a GazaRoma, 4 nov. (askanews) – Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres si è detto “inorridito” dall’attacco dell’esercito israeliano contro un’ambulanza a Gaza di ieri, aggiungendo che il conflitto tra Israele e Hamas “deve finire”. “Sono inorridito dalla notizia dell’attacco a Gaza contro un convoglio di ambulanze fuori dall’ospedale di al-Shifa. Le immagini dei corpi sparsi sulla strada davanti all’ospedale sono strazianti”, ha dichiarato Guterres in una nota.
Strage per un raid di Israele contro una scuola a Nord di GazaRoma, 4 nov. (askanews) – Venti persone sono state uccise e altre decine ferite in un raid che ha colpito una scuola nel nord della Striscia di Gaza, ha annunciato questa mattina il movimento estremista palestinese Hamas. “Venti martiri e decine di feriti sono arrivati all’ospedale al-Shifa di Gaza City dopo l’attacco mirato contro una scuola trasformata in un campo improvvisato per sfollati nell’area di al-Saftaoui, nel nord della Striscia di Gaza”, ha dichiarato il ministero della Sanità palestinese gestito da Hamas. “Diversi colpi di mortaio sono caduti sulla scuola che è stata presa di mira direttamente”, ha aggiunto il movimento in un comunicato.
Il 9 novembre a Parigi conferenza sugli aiuti umanitari a GazaRoma, 4 nov. (askanews) – Di fronte alla critica situazione umanitaria della popolazione civile palestinese a Gaza, gravemente colpita dai bombardamenti e dalla mancanza di elettricità, carburante, acqua e materiale sanitario, la Francia accoglierà, su iniziativa del Presidente della Repubblica Emmanuel Macron, una conferenza internazionale sugli aiuti umanitari alle popolazioni civili di Gaza, che si terrà a Parigi il 9 novembre. Lo ha annunciato il ministero degli esteri francese. La conferenza mobiliterà i principali attori coinvolti nella risposta umanitaria a Gaza, determinati ad agire in modo concreto a favore delle popolazioni civili palestinesi della città: Stati, principali donatori, organizzazioni internazionali e ong attive a Gaza.
Inviato Usa: quasi un milione di persone trasferite a sud di GazaRoma, 4 nov. (askanews) – L’inviato speciale statunitense David Satterfield ha dichiarato oggi che tra 800.000 e un milione di persone si sono trasferite nel Sud della Striscia di Gaza, mentre circa 350.000-400.000 rimangono ancora nel nord dell’enclave palestinese.
Parlando con i giornalisti nella capitale giordana, Amman, Satterfield ha affermato che non sono stati registrati casi di sequestro di aiuti da parte di Hamas. “L’UNRWA ha avuto accesso al carburante nei depositi di Gaza per camion di aiuti, desalinizzazione e ospedali nel sud di Gaza”, ha osservato, secondo quanto riportato dal Guardian.
Nasrallah (Hezbollah): tutte le opzioni sul tavolo, inutili le minacce UsaRoma, 3 nov. (askanews) – “Tutte le opzioni sono sul tavolo” e il gruppo libanese Hezbollah “è pronto a ogni possibilità”, anche a rispondere “alle flotte” schierate dagli Stati Uniti nel Mediterraneo, che “non ci spaventano”. Questo il monito lanciato oggi dal leader del Partito di Dio, Hassan Nasrallah, nel primo discorso tenuto dall’inizio del conflitto aperto tra il gruppo palestinese estremista Hamas e Israele, il 7 ottobre scorso. Un discorso di quasi due ore in cui ha rimarcato che un’eventuale escalation della guerra dipenderà dallo “sviluppo della situazione a Gaza” e dal comportamento che terrà Israele nei confronti del Libano. E in cui ha rivendicato che Hezbollah “è entrato in battaglia l’8 ottobre”, impegnando le forze israeliane lungo il confine libanese all’indomani dell’attacco lanciato da Hamas contro Israele.
ATTACCO 7 OTTOBRE “La decisione della grande operazione del 7 ottobre è stata al 100% palestinese”, ha detto Nasrallah all’inizio del suo discorso, confermando che “quanti hanno preso questa decisione l’hanno nascosta alle altre fazioni palestinesi e alle forze nella regione”. Una segretezza che “ne ha garantito il successo”. Il leader Hezbollah ha quindi bollato come “bugie” le ricostruzioni secondo cui l’attacco è servito a sostenere “obiettivi dell’Iran nella regione o i negoziati sul nucleare” iraniano. L’operazione lanciata da Hamas, ha puntualizzato, “è interamente palestinese, per la Palestina, la sua causa, il suo popolo, e non è collegata ad alcuna questione regionale o internazionale”. “L’Iran sostiene apertamente i movimenti di resistenza in Libano, in Palestina e nella regione, ma non esercita alcun controllo sulla loro leadership”, ha rimarcato Nasrallah.
“TERREMOTO IN ISRAELE” Secondo Nasrallah, l’attacco del 7 ottobre scorso ha causato “un terremoto” in Israele, “con shock militari, di sicurezza, morali e psicologici e conseguenze strategiche che avranno un impatto duraturo” sul paese. L’operazione “ha messo in luce la debolezza di Israele”, ha dichiarato, sostenendo che “gli israeliani ora credono più di me che Israele sia più debole di una tela di ragno”. Una fragilità confermata anche dalla “rapidità” dell’intervento dell’amministrazione statunitense a sostegno di “questa entità vacillante”, ha aggiunto. GUERRA A GAZA Per il leader del gruppo sciita libanese, dal 7 ottobre scorso l’esercito israeliano sta bombardando nella Striscia di Gaza “soltanto civili e non riesce a raggiungere gli obiettivi” fissati. “Questo conflitto si concluderà con la vittoria di Gaza e la sconfitta del nemico”, ha dichiarato Nasrallah, affermando che Israele “non otterrà nulla con i suoi massacri”. Ma “quanto sta accadendo a Gaza non è semplicemente un’altra guerra”, si tratta di una “battaglia decisiva” perchè quello che “verrà dopo non sarà lo stesso di ciò che è accaduto prima”, ha proseguito. “Il primo obiettivo è la cessazione delle ostilità e della guerra contro Gaza. Il secondo è la vittoria della resistenza islamica a Gaza, e in particolare di Hamas a Gaza”, ha aggiunto, sottolineando però che questa “vittoria sarà nell’interesse dell’intera regione”.FRONTE LIBANESE, “POSSIBILE GUERRA PIU’ AMPIA” Allargando lo sguardo sulla regione e sui “movimenti di resistenza, il punto che tutti aspettano”, Nasrallah ha ricordato che “la resistenza islamica in Iraq ha iniziato ad assumersi le proprie responsabilità e ha espresso la propria disponibilità ad entrare in una nuova fase”, mentre “i nostri fratelli nello Yemen hanno pubblicamente e ufficialmente, nonostante le minacce americane e occidentali, preso una serie di iniziative e lanciato missili e droni”.
“Riguardo al nostro fronte libanese, noi siamo entrati nella battaglia l’8 ottobre”, ha dichiarato. “A quanti chiedono a Hezbollah di impegnarsi in una guerra aperta, quello che sta accadendo al confine può sembrare moderato, ma non è così” perchè “quello che sta accadendo non si vedeva dal 1948, nemmeno durante la guerra del luglio 2006”. Queste operazioni alla frontiera tra Libano e Israele stanno causando “paura a livello del comando politico e militare del nemico, così come tra gli americani”, perchè “c’è il timore che questo fronte possa portare a un’ulteriore escalation o a una guerra più ampia. Questa è una possibilità e il nemico deve tenerla a mente”, ha ammonito Nasrallah, secondo cui Israele “commetterebbe un grave errore se lanciasse un’offensiva contro il Libano”.GLI STATI UNITI “RESPONSABILI” DELLA GUERRA Secondo Nasrallah, gli Stati Uniti sono “pienamente responsabili della guerra nella Striscia di Gaza e Israele è solo uno strumento per condurla”.
“Ci è stato detto che l’aeronautica americana ci avrebbe bombardato e che la flotta americana sarebbe stata lì per noi se avessimo lanciato operazioni nel sud. E poi sono arrivate una seconda e una terza flotta. E altre ne arriveranno”, ha detto Nasrallah facendo riferimento al dispiegamento di portaerei Usa nel Mediterraneo come deterrenza rispetto a un possibile allargamento del conflitto. “Ma queste minacce non cambieranno nulla. Abbiamo iniziato il nostro lavoro su questo fronte”, ha proseguito il leader libanese, secondo cui una eventuale escalation “dipende da due cose: lo sviluppo della situazione a Gaza e il comportamento del nemico sionista nei confronti del Libano”. “Agli americani dico: le minacce contro di noi non servono a nulla. Le vostre flotte nel Mediterraneo non ci spaventano e non ci hanno mai spaventato. Abbiamo preparato una risposta alle flotte con le quali ci minacciate”, ha ammonito Nasrallah, secondo cui spetta agli americani fermare “l’aggressione contro Gaza, perché è la vostra aggressione”. (di Simona Salvi)
Nasrallah: tutte le opzioni sono sul tavolo, inutili minacce UsaRoma, 3 nov. (askanews) – “Tutte le opzioni sono sul tavolo” e il gruppo libanese Hezbollah “è pronto a ogni possibilità”, anche a rispondere “alle flotte” schierate dagli Stati Uniti nel Mediterraneo, che “non ci spaventano”. Questo il monito lanciato oggi dal leader del Partito di Dio, Hassan Nasrallah, nel primo discorso tenuto dall’inizio del conflitto aperto tra il gruppo palestinese estremista Hamas e Israele, il 7 ottobre scorso. Un discorso di quasi due ore in cui ha rimarcato che un’eventuale escalation della guerra dipenderà dallo “sviluppo della situazione a Gaza” e dal comportamento che terrà Israele nei confronti del Libano. E in cui ha rivendicato che Hezbollah “è entrato in battaglia l’8 ottobre”, impegnando le forze israeliane lungo il confine libanese all’indomani dell’attacco lanciato da Hamas contro Israele.
ATTACCO 7 OTTOBRE “La decisione della grande operazione del 7 ottobre è stata al 100% palestinese”, ha detto Nasrallah all’inizio del suo discorso, confermando che “quanti hanno preso questa decisione l’hanno nascosta alle altre fazioni palestinesi e alle forze nella regione”. Una segretezza che “ne ha garantito il successo”. Il leader Hezbollah ha quindi bollato come “bugie” le ricostruzioni secondo cui l’attacco è servito a sostenere “obiettivi dell’Iran nella regione o i negoziati sul nucleare” iraniano. L’operazione lanciata da Hamas, ha puntualizzato, “è interamente palestinese, per la Palestina, la sua causa, il suo popolo, e non è collegata ad alcuna questione regionale o internazionale”.
“L’Iran sostiene apertamente i movimenti di resistenza in Libano, in Palestina e nella regione, ma non esercita alcun controllo sulla loro leadership”, ha rimarcato Nasrallah. “TERREMOTO IN ISRAELE”
Secondo Nasrallah, l’attacco del 7 ottobre scorso ha causato “un terremoto” in Israele, “con shock militari, di sicurezza, morali e psicologici e conseguenze strategiche che avranno un impatto duraturo” sul paese. L’operazione “ha messo in luce la debolezza di Israele”, ha dichiarato, sostenendo che “gli israeliani ora credono più di me che Israele sia più debole di una tela di ragno”. Una fragilità confermata anche dalla “rapidità” dell’intervento dell’amministrazione statunitense a sostegno di “questa entità vacillante”, ha aggiunto. GUERRA A GAZA
Per il leader del gruppo sciita libanese, dal 7 ottobre scorso l’esercito israeliano sta bombardando nella Striscia di Gaza “soltanto civili e non riesce a raggiungere gli obiettivi” fissati. “Questo conflitto si concluderà con la vittoria di Gaza e la sconfitta del nemico”, ha dichiarato Nasrallah, affermando che Israele “non otterrà nulla con i suoi massacri”. Ma “quanto sta accadendo a Gaza non è semplicemente un’altra guerra”, si tratta di una “battaglia decisiva” perchè quello che “verrà dopo non sarà lo stesso di ciò che è accaduto prima”, ha proseguito. “Il primo obiettivo è la cessazione delle ostilità e della guerra contro Gaza. Il secondo è la vittoria della resistenza islamica a Gaza, e in particolare di Hamas a Gaza”, ha aggiunto, sottolineando però che questa “vittoria sarà nell’interesse dell’intera regione”. FRONTE LIBANESE, “POSSIBILE GUERRA PIU’ AMPIA” Allargando lo sguardo sulla regione e sui “movimenti di resistenza, il punto che tutti aspettano”, Nasrallah ha ricordato che “la resistenza islamica in Iraq ha iniziato ad assumersi le proprie responsabilità e ha espresso la propria disponibilità ad entrare in una nuova fase”, mentre “i nostri fratelli nello Yemen hanno pubblicamente e ufficialmente, nonostante le minacce americane e occidentali, preso una serie di iniziative e lanciato missili e droni”. “Riguardo al nostro fronte libanese, noi siamo entrati nella battaglia l’8 ottobre”, ha dichiarato. “A quanti chiedono a Hezbollah di impegnarsi in una guerra aperta, quello che sta accadendo al confine può sembrare moderato, ma non è così” perchè “quello che sta accadendo non si vedeva dal 1948, nemmeno durante la guerra del luglio 2006”. Queste operazioni alla frontiera tra Libano e Israele stanno causando “paura a livello del comando politico e militare del nemico, così come tra gli americani”, perchè “c’è il timore che questo fronte possa portare a un’ulteriore escalation o a una guerra più ampia. Questa è una possibilità e il nemico deve tenerla a mente”, ha ammonito Nasrallah, secondo cui Israele “commetterebbe un grave errore se lanciasse un’offensiva contro il Libano”. GLI STATI UNITI “RESPONSABILI” DELLA GUERRA Secondo Nasrallah, gli Stati Uniti sono “pienamente responsabili della guerra nella Striscia di Gaza e Israele è solo uno strumento per condurla”. “Ci è stato detto che l’aeronautica americana ci avrebbe bombardato e che la flotta americana sarebbe stata lì per noi se avessimo lanciato operazioni nel sud. E poi sono arrivate una seconda e una terza flotta. E altre ne arriveranno”, ha detto Nasrallah facendo riferimento al dispiegamento di portaerei Usa nel Mediterraneo come deterrenza rispetto a un possibile allargamento del conflitto. “Ma queste minacce non cambieranno nulla. Abbiamo iniziato il nostro lavoro su questo fronte”, ha proseguito il leader libanese, secondo cui una eventuale escalation “dipende da due cose: lo sviluppo della situazione a Gaza e il comportamento del nemico sionista nei confronti del Libano”. “Agli americani dico: le minacce contro di noi non servono a nulla. Le vostre flotte nel Mediterraneo non ci spaventano e non ci hanno mai spaventato. Abbiamo preparato una risposta alle flotte con le quali ci minacciate”, ha ammonito Nasrallah, secondo cui spetta agli americani fermare “l’aggressione contro Gaza, perché è la vostra aggressione”. (di Simona Salvi)
Elon Musk annuncia sabato debutto di xAI, sua società di IANew York, 3 nov. (askanews) – Il fondatore di Tesla, Elon Musk, ha annunciato in un post su X, la piattaforma social già nota come Twitter, che sabato debutterà ufficialmente la sua società di intelligenza artificiale, xAI. Il debutto sarà riservato ad un gruppo selezionato, ha specificato Musk, sottolineando che xAI “è il meglio che esiste attualmente”.
La startup AI, annunciata da Musk a luglio, cerca di “comprendere la vera natura dell’universo”, secondo il suo sito web, e Musk sembra che la stia preparando per competere con aziende come OpenAI, Google e Anthropic, che sono dietro i principali chatbot di ChatGPT, Bard e Claude. Secondo Greg Yang, co-fondatore di xAI, la startup approfondirà la “matematica del deep learning”, e “svilupperà la ‘teoria del tutto’ per le grandi reti neurali” per portare l’intelligenza artificiale “al livello successivo”.