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Von der Leyen e Macron volano a Pechino per spingere la Cina a mediare fra Russia e Ucraina

Von der Leyen e Macron volano a Pechino per spingere la Cina a mediare fra Russia e Ucraina




Von der Leyen e Macron volano a Pechino per spingere la Cina a mediare fra Russia e Ucraina – askanews.it



















Bruxelles, 4 apr. (askanews) – La visita a Pechino della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e del presidente francese Emmanuel Macron, giovedì prossimo, ha certamente tra i suoi obiettivi principali quello di cercare di convincere la Cina a svolgere un ruolo costruttivo di mediazione con la Russia per arrivare a una cessazione del conflitto in Ucraina, chiedendo tra l’altro al presidente Xi Jinping (come ha già fatto venerdì scorso, sempre a Pechino, il premier spagnolo Pedro Sßnchez), di incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, e puntando allo stesso tempo a ottenere una conferma del fatto che la Cina non fornirà alcun tipo di armamenti letali all’invasore russo.

Comunque, ‘il modo in cui la Cina continuerà a interagire con la guerra di Putin sarà un fattore determinante per il futuro delle sue relazioni con l’Ue, ha avvertito von der Leyen, intervenendo giovedì scorso a un evento organizzato a Bruxelles dal ‘Mercator Institute for China Studies’ e dallo ‘European Policy Centre’.’ Ma la visita dei due leader europei intende soprattutto rappresentare una svolta nei rapporti economici e politici con la Cina, basata su un livello di franchezza senza precedenti sulle divergenze e sui possibili punti di cooperazione, come è emerso chiaramente in diversi punti del lungo e articolato discorso, a tratti molto duro, di von der Leyen. ‘Per definire una strategia europea nei riguardi della Cina, e che cosa significhi un successo di questa strategia, bisogna cominciare con una sobria valutazione delle nostre attuali relazioni e delle intenzioni strategiche cinesi. La nostra relazione con la Cina è troppo importante per essere messa a rischio dal fallimento di una definizione chiara’ dei suoi termini, ha detto la presidente della Commissione, ricordando che ‘negli ultimi anni abbiamo visto un deliberato indurimento della postura strategica complessiva della Cina’, a cui ora si accompagnano ‘azioni sempre più assertive’. Il primo punto, forse il più importante per il cambiamento che comporta per le politiche dell’Ue, riguarda le conseguenze economiche e commerciali di quello che von der Leyen ha definito come un vero e proprio passaggio d’epoca nella ‘visione del mondo’ di Pechino, ‘plasmata da un senso di missione per la nazione cinese’ a livello globale. La Cina, secondo la presidente della Commissione, ‘ha ormai voltato pagina rispetto all’era delle riforme e dell’apertura, e si sta muovendo verso una nuova era di sicurezza e controllo. In questo contesto, l’Unione europea si sta allineando agli Usa sulla politica di controllo degli investimenti e blocco delle esportazioni verso la Cina per le tecnologie avanzate con possibile uso duale (per scopi militari oltre che civili), che possono essere usate per nuovi sistemi di armamento o per l’intelligenza artificiale, rafforzando la capacità della Cina di aumentare il proprio potenziale militare e minacciare la sicurezza dell’Occidente e l’ordine mondiale (anche nella prospettiva, mai del tutto esclusa e sempre più temuta, di una possibile aggressione militare contro Taiwan).

Il discorso di Ursula von der Leyen è stato chiaro su questo: ‘Sappiamo – ha detto – che ci sono alcune aree in cui il commercio e gli investimenti mettono a rischio la nostra sicurezza economica o nazionale, in particolare nel contesto della esplicita fusione, in Cina, del settore militare con il settore commerciale. Questo è vero per alcune tecnologie sensibili, beni a duplice uso, o anche investimenti che derivano da trasferimenti forzati di tecnologia o conoscenza’. Bisogna perciò utilizzare in pieno gli strumenti per contrastare le distorsioni economiche che l’Unione si è già data, con il regolamento sui sussidi esteri, e il nuovo strumento per scoraggiare la coercizione economica. ‘Ora – ha osservato von der Leyen – abbiamo bisogno dell’unità a livello dell’Ue per un uso più audace e rapido di questi strumenti, quando è necessario, e un approccio più assertivo alla loro applicazione. Ma non basta: ‘Il cambiamento delle politiche della Cina – ha osservato – potrebbe richiederci di sviluppare anche altri nuovi strumenti difensivi per alcuni settori critici’.

‘L’Ue – ha spiegato – deve definire le sue future relazioni con la Cina e altri paesi in settori sensibili ad alta tecnologia come la microelettronica, l’informatica quantistica, la robotica, l’intelligenza artificiale, la biotecnologia e altri. E ‘laddove il duplice uso’, civile e militare, ‘non possa essere escluso, o i diritti umani potrebbero essere implicati, sarà necessario stabilire chiaramente se gli investimenti o le esportazioni’ da parte delle imprese europee ‘sono nei nostri interessi di sicurezza’. Dobbiamo garantire, ha sottolineato, ‘che il capitale, le competenze e le conoscenze delle nostre società non vengano utilizzate per migliorare le capacità militari e di intelligence di coloro che sono anche nostri rivali sistemici’. ‘Questo è il motivo per cui – ha riferito la presidente della Commissione – stiamo attualmente riflettendo su se e come l’Ue debba sviluppare un nuovo strumento mirato sugli investimenti in uscita. Questo riguarderebbe un piccolo numero di tecnologie sensibili in cui gli investimenti possono portare allo sviluppo di capacità militari che pongono rischi per la sicurezza. Per questo, ha annunciato, ‘la Commissione presenterà entro quest’anno alcune idee iniziali come parte di una nuova ‘Strategia di sicurezza economica. Intanto, bisogna riconoscere che l’Accordo complessivo sugli investimenti (Cai) dell’Ue con Pechino, per il quale i negoziati sono stati conclusi nel dicembre 2020, ma che è rimasto da allora congelato, con lo stop al processo di ratifica, ‘dovrà essere riesaminato alla luce della nostra più ampia strategia nei riguardi della Cina’, perché, ha ricordato von der Leyen, ‘negli ultimi tre anni il mondo e la Cina sono cambiati’.

Il secondo punto è la presa di coscienza ‘non ingenua’ del fatto che la Cina e ormai un ‘rivale sistemico’, e che Pechino propone un ordine mondiale alternativo a quello fondato e sostenuto dall’Occidente, di cui non riconosce l’universalità dei valori della democrazia, dei diritti umani, dello stato di diritto. Il tentativo di imporre questo nuovo ordine mondiale, che l’accomuna alla Russia, vede la Cina impegnata nella ricerca di alleanze con il ‘global South’, con l’India e con le altre economie emergenti. ‘Il chiaro obiettivo del Partito comunista cinese – ha osservato von der Leyen – è un cambiamento sistemico dell’ordine internazionale, con la Cina al centro. Lo abbiamo visto con le posizioni della Cina negli organismi multilaterali, che mostra la sua determinazione a promuovere una visione alternativa dell’ordine mondiale. Una visione ‘in cui i diritti individuali sono subordinati alla sovranità nazionale’, e dove ‘la sicurezza e l’economia prendono il sopravvento sui diritti politici e civili. Qui la risposta dell’Europa deve saper distinguere dove rispondere con fermezza, e dove, invece, bisogna cercare delle convergenze con Pechino, nelle aree in cui si può ancora collaborare a livello internazionale. ‘La nostra risposta – ha indicato la presidente della Commissione – deve iniziare dal lavoro per rafforzare lo stesso sistema internazionale. Noi vogliamo lavorare con i nostri partner su questioni globali come il commercio, la finanza, il clima, lo sviluppo sostenibile o la salute’, e a questo fine ‘è di vitale importanza garantire stabilità diplomatica e aprire linee di comunicazione con la Cina. Credo che non sia fattibile, né nell’interesse dell’Europa – ha avvertito -, rompere i ponti (‘decouple, ndr) con la Cina. Le nostre relazioni non sono bianche o nere, e nemmeno la nostra risposta può esserlo. Questo è il motivo per cui dobbiamo concentrarci sulla riduzione del rischio, e non sulla rottura. ‘E questo è uno dei motivi – ha aggiunto von der Leyen – per cui visiterò Pechino insieme al presidente Macron. Gestire questa relazione e avere uno scambio aperto e franco con le nostre controparti cinesi è una parte fondamentale di ciò che definirei la riduzione del rischio attraverso la diplomazia delle nostre relazioni con la Cina’. Ma, ha assicurato, ‘non saremo mai timidi nel sollevare le questioni profondamente preoccupanti’ riguardo alle violazioni dei diritti umani (come nello Xinjang), le pressioni militari e la disinformazione, e poi la coercizione economica e commerciale (in particolare contro i paesi che intensificano le relazioni con Taiwan), e ‘il deliberato sfruttamento della dipendenza e della leva economica per ottenere ciò che Pechino vuole dai paesi più piccoli’. La presidente della Commissione ha evidenziato che l’Ue vuole ‘riequilibrare e non tagliare’ le relazioni con la Cina, che è ‘un partner commerciale vitale’, con una politica di ‘riduzione del rischio’ a livello diplomatico ed economico. Negli scambi delle merci, la Cina vale il 9% delle esportazioni dell’Ue e il 20% delle importazioni, e nonostante il fatto che gli squilibri in questo rapporto stiano aumentando, ‘la maggior parte del nostro commercio in beni e servizi resta reciprocamente benefico e non comporta rischi’. Ma von der Leyen ha anche rilevato che ‘la nostra relazione è sbilanciata e subisce un impatto crescente dalle distorsioni create dal capitalismo di Stato cinese’. E dunque bisogna puntare, ha concluso la presidente della Commissione, a ‘un riequilibrio di questa relazione basato sulla trasparenza, la prevedibilità e la reciprocità’.

Ue-Cina, giovedì la visita di von der Leyen e Macron a Pechino

Ue-Cina, giovedì la visita di von der Leyen e Macron a Pechino




Ue-Cina, giovedì la visita di von der Leyen e Macron a Pechino – askanews.it



















Bruxelles, 4 apr. (askanews) – La visita a Pechino della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e del presidente francese Emmanuel Macron, giovedì prossimo, ha certamente tra i suoi obiettivi principali quello di cercare di convincere la Cina a svolgere un ruolo costruttivo di mediazione con la Russia per arrivare a una cessazione del conflitto in Ucraina, chiedendo tra l’altro al presidente Xi Jinping (come ha già fatto venerdì scorso, sempre a Pechino, il premier spagnolo Pedro Sánchez), di incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, e puntando allo stesso tempo a ottenere una conferma del fatto che la Cina non fornirà alcun tipo di armamenti letali all’invasore russo.

Comunque, ‘il modo in cui la Cina continuerà a interagire con la guerra di Putin sarà un fattore determinante per il futuro delle sue relazioni con l’Ue’, ha avvertito von der Leyen, intervenendo giovedì scorso a un evento organizzato a Bruxelles dal ‘Mercator Institute for China Studies’ e dallo ‘European Policy Centre’. ” Ma la visita dei due leader europei intende soprattutto rappresentare una svolta nei rapporti economici e politici con la Cina, basata su un livello di franchezza senza precedenti sulle divergenze e sui possibili punti di cooperazione, come è emerso chiaramente in diversi punti del lungo e articolato discorso, a tratti molto duro, di von der Leyen. ‘Per definire una strategia europea nei riguardi della Cina, e che cosa significhi un successo di questa strategia, bisogna cominciare con una sobria valutazione delle nostre attuali relazioni e delle intenzioni strategiche cinesi. La nostra relazione con la Cina è troppo importante per essere messa a rischio dal fallimento di una definizione chiara’ dei suoi termini, ha detto la presidente della Commissione, ricordando che ‘negli ultimi anni abbiamo visto un deliberato indurimento della postura strategica complessiva della Cina’, a cui ora si accompagnano ‘azioni sempre più assertive’.

Il primo punto, forse il più importante per il cambiamento che comporta per le politiche dell’Ue, riguarda le conseguenze economiche e commerciali di quello che von der Leyen ha definito come un vero e proprio passaggio d’epoca nella ‘visione del mondo’ di Pechino, ‘plasmata da un senso di missione per la nazione cinese’ a livello globale. La Cina, secondo la presidente della Commissione, ‘ha ormai voltato pagina rispetto all’era delle riforme e dell’apertura, e si sta muovendo verso una nuova era di sicurezza e controllo’. In questo contesto, l’Unione europea si sta allineando agli Usa sulla politica di controllo degli investimenti e blocco delle esportazioni verso la Cina per le tecnologie avanzate con possibile uso duale (per scopi militari oltre che civili), che possono essere usate per nuovi sistemi di armamento o per l’intelligenza artificiale, rafforzando la capacità della Cina di aumentare il proprio potenziale militare e minacciare la sicurezza dell’Occidente e l’ordine mondiale (anche nella prospettiva, mai del tutto esclusa e sempre più temuta, di una possibile aggressione militare contro Taiwan).

Il discorso di Ursula von der Leyen è stato chiaro su questo: ‘Sappiamo – ha detto – che ci sono alcune aree in cui il commercio e gli investimenti mettono a rischio la nostra sicurezza economica o nazionale, in particolare nel contesto della esplicita fusione, in Cina, del settore militare con il settore commerciale. Questo è vero per alcune tecnologie sensibili, beni a duplice uso, o anche investimenti che derivano da trasferimenti forzati di tecnologia o conoscenza’. Bisogna perciò utilizzare in pieno gli strumenti per contrastare le distorsioni economiche che l’Unione si è già data, con il regolamento sui sussidi esteri, e il nuovo strumento per scoraggiare la coercizione economica. ‘Ora – ha osservato von der Leyen – abbiamo bisogno dell’unità a livello dell’Ue per un uso più audace e rapido di questi strumenti, quando è necessario, e un approccio più assertivo alla loro applicazione’. Ma non basta: ‘Il cambiamento delle politiche della Cina – ha osservato – potrebbe richiederci di sviluppare anche altri nuovi strumenti difensivi per alcuni settori critici’.

‘L’Ue – ha spiegato – deve definire le sue future relazioni con la Cina e altri paesi in settori sensibili ad alta tecnologia come la microelettronica, l’informatica quantistica, la robotica, l’intelligenza artificiale, la biotecnologia e altri’. E ‘laddove il duplice uso’, civile e militare, ‘non possa essere escluso, o i diritti umani potrebbero essere implicati, sarà necessario stabilire chiaramente se gli investimenti o le esportazioni’ da parte delle imprese europee ‘sono nei nostri interessi di sicurezza’. Dobbiamo garantire, ha sottolineato, ‘che il capitale, le competenze e le conoscenze delle nostre società non vengano utilizzate per migliorare le capacità militari e di intelligence di coloro che sono anche nostri rivali sistemici’. ‘Questo è il motivo per cui – ha riferito la presidente della Commissione – stiamo attualmente riflettendo su se e come l’Ue debba sviluppare un nuovo strumento mirato sugli investimenti in uscita. Questo riguarderebbe un piccolo numero di tecnologie sensibili in cui gli investimenti possono portare allo sviluppo di capacità militari che pongono rischi per la sicurezza’. Per questo, ha annunciato, ‘la Commissione presenterà entro quest’anno alcune idee iniziali come parte di una nuova ‘Strategia di sicurezza economica”. Intanto, bisogna riconoscere che l’Accordo complessivo sugli investimenti (Cai) dell’Ue con Pechino, per il quale i negoziati sono stati conclusi nel dicembre 2020, ma che è rimasto da allora congelato, con lo stop al processo di ratifica, ‘dovrà essere riesaminato alla luce della nostra più ampia strategia nei riguardi della Cina’, perché, ha ricordato von der Leyen, ‘negli ultimi tre anni il mondo e la Cina sono cambiati’. Il secondo punto è la presa di coscienza ‘non ingenua’ del fatto che la Cina e ormai un ‘rivale sistemico’, e che Pechino propone un ordine mondiale alternativo a quello fondato e sostenuto dall’Occidente, di cui non riconosce l’universalità dei valori della democrazia, dei diritti umani, dello stato di diritto. Il tentativo di imporre questo nuovo ordine mondiale, che l’accomuna alla Russia, vede la Cina impegnata nella ricerca di alleanze con il ‘global South’, con l’India e con le altre economie emergenti. ‘Il chiaro obiettivo del Partito comunista cinese – ha osservato von der Leyen – è un cambiamento sistemico dell’ordine internazionale, con la Cina al centro. Lo abbiamo visto con le posizioni della Cina negli organismi multilaterali, che mostra la sua determinazione a promuovere una visione alternativa dell’ordine mondiale’. Una visione ‘in cui i diritti individuali sono subordinati alla sovranità nazionale’, e dove ‘la sicurezza e l’economia prendono il sopravvento sui diritti politici e civili’. Qui la risposta dell’Europa deve saper distinguere dove rispondere con fermezza, e dove, invece, bisogna cercare delle convergenze con Pechino, nelle aree in cui si può ancora collaborare a livello internazionale. ‘La nostra risposta – ha indicato la presidente della Commissione – deve iniziare dal lavoro per rafforzare lo stesso sistema internazionale. Noi vogliamo lavorare con i nostri partner su questioni globali come il commercio, la finanza, il clima, lo sviluppo sostenibile o la salute’, e a questo fine ‘è di vitale importanza garantire stabilità diplomatica e aprire linee di comunicazione con la Cina. Credo che non sia fattibile, né nell’interesse dell’Europa – ha avvertito -, rompere i ponti (‘decouple’, ndr) con la Cina.Le nostre relazioni non sono bianche o nere, e nemmeno la nostra risposta può esserlo. Questo è il motivo per cui dobbiamo concentrarci sulla riduzione del rischio, e non sulla rottura’. ‘E questo è uno dei motivi – ha aggiunto von der Leyen – per cui visiterò Pechino insieme al presidente Macron. Gestire questa relazione e avere uno scambio aperto e franco con le nostre controparti cinesi è una parte fondamentale di ciò che definirei la riduzione del rischio attraverso la diplomazia delle nostre relazioni con la Cina’. Ma, ha assicurato, ‘non saremo mai timidi nel sollevare le questioni profondamente preoccupanti’ riguardo alle violazioni dei diritti umani (come nello Xinjang), le pressioni militari e la disinformazione, e poi la coercizione economica e commerciale (in particolare contro i paesi che intensificano le relazioni con Taiwan), e ‘il deliberato sfruttamento della dipendenza e della leva economica per ottenere ciò che Pechino vuole dai paesi più piccoli’. La presidente della Commissione ha evidenziato che l’Ue vuole ‘riequilibrare e non tagliare’ le relazioni con la Cina, che è ‘un partner commerciale vitale’, con una politica di ‘riduzione del rischio’ a livello diplomatico ed economico. Negli scambi delle merci, la Cina vale il 9% delle esportazioni dell’Ue e il 20% delle importazioni, e nonostante il fatto che gli squilibri in questo rapporto stiano aumentando, ‘la maggior parte del nostro commercio in beni e servizi resta reciprocamente benefico e non comporta rischi’. Ma von der Leyen ha anche rilevato che ‘la nostra relazione è sbilanciata e subisce un impatto crescente dalle distorsioni create dal capitalismo di Stato cinese’. E dunque bisogna puntare, ha concluso la presidente della Commissione, a ‘un riequilibrio di questa relazione basato sulla trasparenza, la prevedibilità e la reciprocità’.

Secondo l’intelligence inglese la Russia cerca una società di mercenari per sostituire Wagner

Secondo l’intelligence inglese la Russia cerca una società di mercenari per sostituire Wagner




Secondo l’intelligence inglese la Russia cerca una società di mercenari per sostituire Wagner – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – La Russia starebbe cercando delle società militari private alternative a Wagner. E’ quanto riferisce il ministero della Difesa britannico, riportando l’ultimo bollettino della sua intelligence militare sulla guerra in Ucraina.

“Questo avviene nel contesto della faida di alto profilo tra il ministero della Difesa russo e il gruppo Wagner. La leadership militare russa probabilmente vuole una PMC (Private Military Company, ndr) sostitutiva su cui avere un maggiore controllo. Tuttavia, nessun’altra PMC russa conosciuta attualmente si avvicina alle dimensioni o al potere di Wagner”, si legge in una nota del ministero britannico.

Svezia: ora Ungheria e Turchia ratifichino la nostra adesione alla Nato

Svezia: ora Ungheria e Turchia ratifichino la nostra adesione alla Nato




Svezia: ora Ungheria e Turchia ratifichino la nostra adesione alla Nato – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – La Svezia si attende che Ungheria e Turchia rafichino l’adesione alla Nato, dopo che già la Finlandia ha potuto accedere all’alleanza. L’ha detto in un’intervista pubblicata sul Corriere della Sera il ministro degli Esteri Tobias Billstroem.

“Per noi era molto importante entrare insieme con la Finlandia. Abbiamo tenuto fede a tutti gli impegni sottoscritti nel memorandum sottoscritto con la Turchia, tranne un’ultima parte di legislatura che entrerà in vigore il primo giugno, quindi ora ci aspettiamo che il parlamento turco e quello ungherese ratifichino la nostra adesione”, ha detto il ministro svedese. Intanto, Stoccolma sta lavorando alla costituzione di una forza aerea congiunta nordica con Finlandia, Norvegia e Danimarca, con lo scopo di rafforzare il fianco est della Nato. “Questa iniziativa non inficia il nostro impegno su tutto il territorio Nato: dal Mar Nero all’Islanda. Siamo pronti anche a mandare nostri soldati per rafforzare il fianco Est dell’Alleanza, soprattutto nei Paesi baltic”, ha detto ancora il ministro.

Usa, Trump domani in tribunale per incriminazione: ecco cosa accadrà

Usa, Trump domani in tribunale per incriminazione: ecco cosa accadrà




Usa, Trump domani in tribunale per incriminazione: ecco cosa accadrà – askanews.it




















Roma, 3 apr. (askanews) – Donald Trump, il primo ex presidente Usa nella storia ad affrontare accuse penali, è arrivato a New York per la formalizzazione delle accuse a suo carico davanti a un giudice, dopo essere stato incriminato la scorsa settimana da un gran giurì di Manhattan.

L’ex presidente rimarrà alla Trump Tower stasera, dove incontrerà i suoi avvocati e i suoi consiglieri politici, riferisce Cnn. Ma anche prima della sua comparsa davanti al giudice, la sua presenza domani si farà sentire al tribunale di Manhattan, poiché tutti i processi e la maggior parte delle altre attività giudiziarie verranno interrotte prima del suo arrivo. Domani gli agenti del Secret Service, che si occupano della sicurezza dei presidenti Usa, dovrebbero accompagnare Trump nel primo pomeriggio all’ufficio del procuratore distrettuale, che si trova nello stesso edificio del tribunale.

Trump sarà arrestato dagli investigatori e gli verranno rilevate le impronte digitali. Di solito viene scattata una foto segnaletica, ma fonti a conoscenza dei preparativi hanno detto a Cnn che ancora non è certo che verrà scattata una foto segnaletica, perché l’aspetto di Trump è ampiamente noto e le autorità temono che l’immagine venga diffusa impropriamente all’esterno in violazione della legge dello stato di New York. In genere, dopo che gli imputati sono stati arrestati, vengono tenuti in celle vicino all’aula del tribunale prima di essere chiamati in giudizio. Ma questo non accadrà a Trump. Una volta che l’ex presidente avrà finito le procedure di identificazione, verrà portato attraverso una serie di corridoi e ascensori fino al piano in cui si trova l’aula di tribunale. Poi uscirà in un corridoio pubblico per entrare in aula. Trump non dovrebbe essere ammanettato, poiché sarà circondato da agenti federali armati per la sua protezione.

Nel pomeriggio, Trump dovrebbe essere portato in aula, dove l’atto d’accusa verrà reso pubblico e dovrà affrontare formalmente le accuse. Dopo essere stato chiamato in giudizio, Trump sarà quasi certamente rilasciato su sua richiesta. È possibile, anche se improbabile, che vengano poste condizioni si suoi movimenti. Normalmente, un imputato che viene rilasciato uscirebbe dalla porta principale, ma i servizi segreti vorranno limitare il tempo e lo spazio in cui Trump è in pubblico. Quindi, una volta terminata l’udienza in tribunale, Trump dovrebbe attraversare di nuovo il corridoio pubblico e i corridoi sul retro fino all’ufficio del procuratore distrettuale, e fino a dove il suo corteo di auto lo aspetterà. Quindi si dirigerà all’aeroporto in modo da poter tornare a Mar-a-Lago, dove è in programma un suo intervento pubblico in serata.

Nato, Stoltenberg: domani data storica con adesione di Helsinki

Nato, Stoltenberg: domani data storica con adesione di Helsinki




Nato, Stoltenberg: domani data storica con adesione di Helsinki – askanews.it




















Bruxelles, 3 apr. (askanews) – Si apre ‘una settimana storica’ per la Nato, con l’ingresso ufficiale, domani, della Finlandia come 31esimo membro dell’Alleanza, nel processo di adesione più rapido che sia mai stato completato. Resta ancora da risolvere la controversia fra la Turchia e la Svezia, prima di poter accogliere anche Stoccolma nella Nato, e si prosegue a lavorare in questo senso. Ma sarebbe sbagliato pensare che la Svezia sia stata ‘lasciata sola’: in realtà è già fortemente integrata a tutti i livelli nell’Alleanza, e lo sarà ancora di più ora che vi partecipa la Finlandia, con cui ha rapporti strettissimi.

E’ il messaggio principale che ha dato oggi a Bruxelles il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, nel corso della sua conferenza stampa di presentazione della riunione di domani e mercoledì dei ministri degli Esteri dell’Alleanza. Il segretario generale ha avvertito che ‘quello che sta accadendo oggi in Europa potrebbe accadere domani nell’Asia orientale’. Se ne parlerà mercoledì alla riunione degli alleati della Nato con i partner dell’Unione europea e dell’Indo-Pacifico: Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Repubblica di Corea.

In questo contesto, verrà affrontato anche ‘il crescente allineamento della Cina con la Russia’. Stoltenberg ha ribadito che ‘qualsiasi fornitura di armi letali da parte della Cina alla Russia sarebbe un grave errore’. E ha sottolineato che ‘in un momento in cui la Russia e la Cina stanno sfidando l’ordine internazionale e i valori democratici, è ancora più importante che restiamo uniti come alleati della Nato, e con i partner ‘like-minded”. Stoltenberg, infine, ha riaffermato la posizione favorevole all’adesione alla Nato dell’Ucraina, quando sarà il momento, precisando però che prima è necessario che vinca la guerra contro l’invasore russo, grazie anche al forte sostegno dei paesi dell’Alleanza in termini di fornitura di armi. Domani vi sarà anche una riunione della commissione Nato-Ucraina, con il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba.

‘Domani – ha annunciato Stoltenberg in apertura della conferenza stampa – daremo il benvenuto alla Finlandia come trentunesimo membro della Nato’, e ‘alzeremo la bandiera finlandese per la prima volta qui al quartier generale della Nato. Sarà un buon giorno per la sicurezza della Finlandia, per la sicurezza della regione nordica e per la Nato nel suo complesso. E di conseguenza, anche la Svezia sarà più sicura’. ‘Da domani – ha spiegato il segretario generale -, la Finlandia sarà un membro a pieno titolo dell’Alleanza e parteciperà a tutti i nostri incontri, attività, strutture militari. E questo accadrà domani perché ora tutti e 30 gli alleati hanno ratificato il protocollo di adesione. L’unica cosa che rimane è ciò che avverrà domani: la Turchia, che è stato l’ultimo alleato a ratificare i documenti di adesione della Finlandia, li depositerà presso il quartier generale della Nato’ perché siano inviati negli Stati Uniti. Dopo di che ci sarà ‘una cerimonia dell’alzabandiera, qui fuori, alle 3.30 di domani 4 aprile, che è anche l’anniversario della Nato, fondata con il Trattato di Washington firmato il 4 aprile 1949. Quindi è davvero una giornata storica, un grande giorno per l’Alleanza e un grande onore poter dare il benvenuto alla Finlandia’.

‘La Finlandia – ha affermato Stoltenberg – porterà all’Alleanza consistenti forze militari ben addestrate, ben equipaggiate con anche un grande esercito di riservisti’; il Paese ‘sta anche investendo in nuovi velivoli avanzati, più di 60, della quinta generazione di F35. E dobbiamo anche ricordare che la Finlandia è tra i pochi paesi in Europa che di fatto non hanno ridotto gli investimenti nella difesa, non hanno ridotto la prontezza delle forze armate alla fine della guerra fredda. Hanno continuato a investire per molti anni. Hanno addestrato e costruito un grande esercito, e mantengono un alto livello di prontezza. La Finlandia è anche un paese con un livello estremamente elevato di resilienza, di preparazione in tutta la società’. E poi, ‘naturalmente, abbiamo anche il lungo confine tra Russia e Finlandia. Quindi, con l’adesione della Finlandia, il confine terrestre della Nato con la Russia, sarà più che raddoppiato’, ha osservato il segretario generale, ricordando che ‘il presidente Putin era andato in guerra contro l’Ucraina con l’obiettivo dichiarato di ottenere meno Nato. Voleva che rimovessimo le nostre forze, le nostre strutture dai territori di tutti gli alleati che hanno aderito dopo il 1997, intendendo tutti gli alleati nell’Europa centro-orientale, e voleva che la Nato rendesse assolutamente chiaro che le sue porte erano chiuse per qualsiasi nuova adesione’. E invece ‘sta ottenendo l’esatto contrario, sta ottenendo una maggiore presenza della Nato nelle sue regioni orientali, e due nuovi membri dell’Alleanza, con la Finlandia e la Svezia’. ‘Abbiamo assistito al processo di ratifica più rapido nella storia moderna della Nato’, ha rilevato Stoltenberg. Domani entra la Finlandia, ‘e tutti gli alleati concordano sul fatto che anche l’adesione della Svezia dovrebbe essere completata rapidamente’. Su questo punto, il segretario generale della Nato è stato molto attento a non dare l’impressione di accusare il presidente turco Recep Tayyip Erdogan come responsabile del ritardo, a causa delle sue richieste a Stoccolma estradare in Turchia tutti i cosiddetti ‘terroristi’ secondo il governo di Ankara. Stoltenberg ha anzi espresso una certa comprensione per le esigenze turche, citando fra i ‘terroristi’ da estradare i militanti del Pkk (il partito armato curdo), che effettivamente è nella lista Ue delle organizzazioni terroristiche), ma tacendo sugli altri oppositori del regime turco, che Ankara pretende di poter perseguire, e che non compaiono nella lista Ue. ‘La mia posizione – ha detto Stoltenberg – è che la Svezia ha rispettato gli impegni presi quando ha firmato il memorandum d’intesa trilaterale, insieme a Finlandia, e alla Turchia al vertice della Nato a Madrid lo scorso anno. E questo è il motivo per cui anche io, sia nei miei incontri con il presidente Erdogan che pubblicamente, ho chiarito che è giunto il momento di ratificare l’adesione Svezia, per finalizzare il processo’. Riguardo alla controversia tra Ankara e Stoccolma, ha osservato il segretario generale della Nato, ‘il modo migliore per affrontare questi problemi è sedersi, incontrarsi, consultarsi e trovare una via d’uscita. E quindi accolgo con favore il fatto che quando ho visitato il presidente Erdogan alcune settimane fa, abbiamo effettivamente concordato su due cose. Abbiamo convenuto che avrebbe potuto portare avanti il completamento dell’adesione’ della Finlandia. ‘E il presidente Erdogan, il parlamento turco, la Grande Assemblea Nazionale lo hanno fatto. Quindi questo è il motivo per cui siamo dove siamo ora con la Finlandia, che sarà membro a pieno titolo da domani’. ‘Ma l’altra cosa su cui abbiamo concordato durante la mia ultima visita al presidente Erdogan – ha continuato Stoltenberg – è stata che avremmo dovuto riavviare il processo per fare progressi sull’adesione della Svezia. Ed è per questo che alcune settimane fa abbiamo convocato una riunione di questo meccanismo permanente con Finlandia, Svezia e Turchia, qui al quartier generale della Nato. Abbiamo deciso di incontrarci di nuovo, perché quando ci sono differenze, il modo migliore per affrontarle è sedersi, consultarsi e vedere come possiamo trovare una via d’uscita. Quindi continueremo a lavorare per sostenere gli sforzi di questo meccanismo permanente’. ‘Il mio messaggio – ha detto a questo punto il segretario generale, entrando nei contenuti della controversia – è che, sì, la Turchia ha alcuni legittimi problemi di sicurezza e tutti gli alleati dovrebbero affrontarli. Contano anche per noi. E quindi accolgo con favore anche il fatto che Finlandia e Svezia abbiano deciso di intensificare la cooperazione con la Turchia’. ‘La Svezia – ha ricordato Stoltenberg – ha adottato una legislazione più severa sulla lotta al terrorismo. Esistono meccanismi per scambiare più informazioni e l’intelligence. E la Svezia ha rimosso qualsiasi restrizione sulle esportazioni di armi alla Turchia (un altro punto fortemente controverso, ndr). Dobbiamo anche capire che quando la Svezia e la Turchia lavorano ora più strettamente insieme e combattono il terrorismo, ciò aiuta la Turchia nella sua lotta, ad esempio, contro il Pkk, che è considerato un’organizzazione terroristica, non solo dalla Turchia, ma da Svezia, Finlandia, gli alleati Nato e l’Unione Europea. E, naturalmente, lavoriamo insieme per combattere questa organizzazione terroristica’. ‘Ma questo poi – ha aggiunto il segretario generale della Nato, con un argomento a sostegno delle richieste di Ankara – aiuta anche la Svezia ad affrontare una parte della criminalità organizzata che vede prendere piede nelle proprie strade. Perché sappiamo che esiste uno stretto legame tra molte di queste organizzazioni terroristiche, le loro attività e la criminalità organizzata, il traffico di droga in un paese come la Svezia. Quindi credo fermamente che abbiamo un interesse comune nell’affrontare questi problemi. E dimostrando ciò, possiamo garantire che anche la Svezia possa essere un membro a pieno titolo dell’Alleanza nel prossimo futuro’. In ogni caso, Stoltenberg ha sottolineato che già prima dell’adesione formale, la Svezia è già pienamente integrata nella Nato. ‘Non dovremmo commettere l’errore di pensare ) ha detto – che fino a quando la ratifica finale non sarà stata fatta, non accadrà nulla’. Invece, ‘sta succedendo molto. È tutto iniziato il giorno in cui abbiamo dato a Finlandia e Svezia lo status di invitati, il che significa che si siedono al tavolo e nelle riunioni della Nato, del Consiglio del Nord Atlantico, delle strutture militari, dei diversi comitati, integrandosi sempre di più, anche con obiettivi di capacità provvisori per la Svezia, come è stato fatto anche per la Finlandia, che ora li vedrà trasformati in normali obiettivi di capacità. Ma la differenza non è così grande’. ‘Conosciamo molto bene la Svezia’. Gli svedesi, ha rilevato il segretario generale, ‘sono già molto vicini alla Nato, e conoscendo il rapporto molto stretto da molti, molti anni tra Finlandia e Svezia, l’adesione della Finlandia farà in modo che la Svezia si avvicini ancora di più alla Nato anche nelle strutture militari’. Stoltenberg ha quindi negato ‘la sensazione che in un certo senso la Svezia sia lasciata sola’. E invece ‘no, la Svezia – ha affermato – non viene lasciata sola. La Svezia è il più vicino possibile a essere membro a pieno titolo’ dell’Alleanza. ‘E noi continuiamo a integrare la Svezia. Faremo ancora di più. E poi, ovviamente, non appena possibile, completeremo anche il processo formale di adesione’, ha assicurato il segretario generale. Riguardo all’Ucraina, Stoltenberg ha osservato: ‘Non sappiamo quando finirà questa guerra. Ma quando lo farà, dovremo mettere in atto accordi in modo che l’Ucraina possa scoraggiare future aggressioni. Non possiamo permettere alla Russia di continuare a intaccare la sicurezza europea’. ‘Non ci sono segnali che il presidente Putin si stia preparando per la pace. Si sta preparando per aumentare la guerra’, ha detto il segretario generale. ‘Gli alleati – ha ricordato – hanno fornito 65 miliardi di euro di aiuti militari, e accolgo con favore il fatto che moderni carri armati e altri veicoli corazzati abbiano iniziato ad arrivare in Ucraina. Questo può fare davvero la differenza in prima linea e consentire alle forze ucraine di liberare più territorio. Con Kuleba, ha proseguito, ‘discuteremo su come rafforzare il nostro sostegno, come continuare a rafforzare le forze armate ucraine. E come sostenere la loro transizione dall’era sovietica all’equipaggiamento e alla dottrina della Nato’. Quanto alla minaccia russa di dispiegare armi nucleari tattiche in Bielorussia, Stoltenberg ha sottolineato che ‘l’annuncio del presidente Putin fa parte di uno schema di pericolosa e sconsiderata retorica nucleare, in cui il presidente Putin cerca di usare le armi nucleari come un modo per impedirci di sostenere l’Ucraina’. Sono ‘intimidazioni, coercizioni per impedire agli alleati e ai partner della Nato di sostenere gli ucraini nel loro diritto di difendere il proprio paese’. Ma, ha assicurato, ‘noi non ci faremo intimidire. Continueremo a sostenere l’Ucraina. Naturalmente, la Nato rimane vigile. Monitoriamo molto da vicino ciò che fa la Russia. Ma finora – ha precisato -, non abbiamo visto alcun cambiamento nella loro postura nucleare che richieda un cambiamento nella nostra postura nucleare. Rimaniamo un’Alleanza nucleare, usiamo la deterrenza e difendiamo tutti gli alleati e, naturalmente, continuiamo a monitorare ciò che la Russia fa, anche riguardo a un potenziale dispiegamento di armi nucleari in Bielorussia’, ha concluso.

Ecco i quattro astronauti (c’è una donna) che la Nasa ha scelto per il viaggio intorno alla Luna

Ecco i quattro astronauti (c’è una donna) che la Nasa ha scelto per il viaggio intorno alla Luna




Ecco i quattro astronauti (c’è una donna) che la Nasa ha scelto per il viaggio intorno alla Luna – askanews.it




















New York, 3 apr. (askanews) – Gli astronauti della NASA Christina Hammock Koch, Victor Glover e Reid Wiseman e l’astronauta canadese Jeremy Hansen saranno ingaggiati, dopo decenni, in un viaggio verso la Luna nel 2024. Ad annunciarlo è stata la stessa agenzia spaziale. I quattro membri dell’equipaggio sono stati nominati come parte della missione Artemis II intorno alla Luna. Il lancio, previsto per il prossimo anno, non prevede che i quattro atterrino sulla Luna, ma voleranno vicino al satellite naturale, testando molti dei sistemi necessari per le future missioni.

L’agenzia spaziale si sta affidando a un lander lunare costruito da SpaceX, la compagnia di Elon Musk, per portare i suoi astronauti sulla superficie lunare.

Attentato a San Pietroburgo, sarebbero due le persone arrestate

Attentato a San Pietroburgo, sarebbero due le persone arrestate




Attentato a San Pietroburgo, sarebbero due le persone arrestate – askanews.it




















Roma, 3 apr. (askanews) – Il Comitato investigativo russo ha riqualificato l’indagine sull’esplosione che ha ucciso il blogger ultranazionalista russo Vladlen Tatarsky, pseudonimo di Maxim Fomin: ora indaga per atto terroristico, mentre inizialmente era stato aperto un fascicolo per omicidio con mezzi pericolosi per il pubblico.

Oggi è stata fermata Daria Trepova, una giovane donna accusata di avere consegnato al blogger la statuetta che conteneva l’esplosivo. Secondo il marito, Dmitry Rylov, è stata incastrata ed è stato arrestato anche un uomo, un conoscente dal nome Dmitry Kasintsev. Per l’attentato, il Cremlino ha puntato il dito contro i vertici ucraini, che sarebbero stati aiutati in Russia da collaboratori degli ambienti di opposizione vicini a Navalny.

L’Onu: almeno 501 bambini sono morti in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa

L’Onu: almeno 501 bambini sono morti in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa




L’Onu: almeno 501 bambini sono morti in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa – askanews.it




















Roma, 3 apr. (askanews) – Il numero di bambini uccisi nel conflitto in Ucraina dal febbraio 2022 è salito ad almeno 501. Lo ha annunciato l’Alto Commissariato dell’Onu per i diritti umani (Ohchr) che ha proceduto oggi ad un ultimo aggiornamento sulle vittime dall’inizio dell’invasione russa.

“Questa è un altro tragico traguardo per i bambini e le famiglie ucraine. Dall’escalation della guerra nel febbraio 2022, almeno 501 bambini sono stati uccisi. Questo è solo il numero verificato dall’Onu. La cifra reale è probabilmente molto più alta e il bilancio delle famiglie colpite è inimmaginabile”, ha commentato Catherine Russell, direttrice esecutiva dell’Unicef. “Quasi 1.000 bambini sono rimasti feriti, lasciando loro ferite e cicatrici – sia visibili che invisibili – che potrebbero durare per tutta la vita. I bambini e le famiglie in Ucraina stanno pagando il prezzo più alto per questa guerra brutale. Dietro ogni numero c’è una famiglia lacerata e cambiata per sempre. È straziante”, ha aggiunto prima di concludere: “La guerra è sempre il peggior nemico dei bambini, sia in Ucraina che in innumerevoli altri conflitti nel mondo. Ogni bambino merita di crescere in un ambiente tranquillo”.

Usa: il pallone spia cinese ha raccolto informazioni da diversi siti militari americani

Usa: il pallone spia cinese ha raccolto informazioni da diversi siti militari americani




Usa: il pallone spia cinese ha raccolto informazioni da diversi siti militari americani – askanews.it




















New York, 3 apr. (askanews) – Il pallone spia cinese che ha sorvolato gli Stati Uniti alla fine di gennaio è stato in grado di raccogliere informazioni da diversi siti militari americani sensibili in febbraio, nonostante gli sforzi dell’amministrazione Biden per impedirlo. Lo riferisce NBC, che ha sentito due alti funzionari statunitensi e un ex alto funzionario della Casa Bianca.

La Cina è stata in grado di controllare il pallone in modo che potesse effettuare più passaggi su alcuni dei siti (a volte volando in formazioni a otto) e trasmettere le informazioni raccolte a Pechino in tempo reale, hanno detto i tre funzionari. Le informazioni erano principalmente segnali elettronici, che possono essere raccolti da sistemi d’arma o includere comunicazioni dal personale della base. Non sono state inviate immagini. I tre funzionari hanno dichiarato che la Cina avrebbe potuto raccogliere molte più informazioni da siti sensibili se non fosse stato per gli sforzi dell’amministrazione di aggirare potenziali obiettivi e oscurare la capacità del pallone di captare i loro segnali elettronici impedendo loro di trasmettere o emettere segnali. La Cina ha affermato ripetutamente che il pallone, entrato negli Usa il 28 gennaio, raccoglieva informazioni meteo.