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L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump davanti al giudice del tribunale di Manhattan

L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump davanti al giudice del tribunale di Manhattan




L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump davanti al giudice del tribunale di Manhattan – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump è arrivato al tribunale di Manhattan dove verrà formalmente incriminato per frode: la procedura – che non prevede un arresto – dovrebbe durare una ventina di minuti.

Durante l’udienza saranno letti i capi d’accusa – secondo diverse fonti 30, legati al pagamento in nero di 130mila dollari alla pornostar Sotrmy Daniels per comprare il suo silenzio durante la campagna elettorale del 2016. Trump farà poi ritorno alla sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida, dove intende tenere una conferenza stampa. Trump, che aveva lasciato una decina di minuti prima la sua residenza newyorchese, la Trump Tower, è arrivato in anticipo rispetto ai tempi previsti; non ha rilasciato alcuna dichiarazione ed è entrato direttamente in tribunale.

Prima dell’udienza l’ex presidente – vestito in blu con cravatta rossa – dovrà fornire le proprie generalità e le impronte digitali, anche se non è chiaro se gli verrà scattata la foto segnaletica: secondo la Cnn, lui sarebbe favorevole. Un arresto vero e propio appare escluso secondo i media statunitensi. Davanti al tribunale – sorvegliato da un ingente dispiegamento di polizia e sorvolato da diversi elicotteri – vi sono poche centinaia di persone, in buona parte giornalisti; al momento non si è registrato alcun problema di ordine pubblico.

Al termine dell’udienza – mentre Trump tornerà probabilmente in Florida – è prevista una conferenza stampa del procuratore di Manhattan, Alvin Bragg, che Trump ha accusato di persecuzione politica.

Credit Suisse al capolinea, presidente chiede scusa ad azionisti

Credit Suisse al capolinea, presidente chiede scusa ad azionisti




Credit Suisse al capolinea, presidente chiede scusa ad azionisti – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – All’ultima assemblea degli azionisti, al termine di 167 anni di storia del Credit Suisse, il presidente Axel Lehmann ha chiesto scusa agli investitori per il crollo della banca svizzera. “È un giorno triste. Per tutti voi e per noi”, ha detto Lehmann agli azionisti nella prima assemblea in presenza della banca in quattro anni, in uno stadio di hockey su ghiaccio da 15.000 posti alla periferia di Zurigo. “L’amarezza, la rabbia e lo shock di tutti coloro che sono delusi, sopraffatti e colpiti dagli sviluppi delle ultime settimane sono palpabili”.

I dirigenti del Credit Suisse sono arrivati all’assemblea preparati alle proteste, dopo il controverso e fortunoso salvataggio a opera della rivale UBS due settimane fa. “Mi dispiace davvero. Mi scuso per non essere riuscito ad arginare la perdita di fiducia che si era accumulata negli anni e per avervi deluso”, ha detto Lehmann. Dopo l’intervento di Lehmann, che ha assunto la presidenza un anno fa, e il discorso dell’amministratore delegato Ulrich Körner, ai partecipanti è stata data l’opportunità di porre domande e sfogare la loro frustrazione. La banca si aspettava una partecipazione all’assemblea di 2.000 azionisti.

La riunione è stata a tratti nervosa, con Lehmann che chiedeva agli azionisti di ridurre al minimo il loro tempo sul podio, richieste che sono state ignorate da alcuni oratori e si sono scontrate con lo scherno dei partecipanti. Gli azionisti hanno chiesto al consiglio una serie di informazioni aggiuntive sulle circostanze relative alla sua acquisizione da 3,25 miliardi di dollari da parte di UBS. Secondo i sondaggi di opinione, più di tre quarti degli elettori svizzeri vogliono che la mega banca combinata venga smembrata.

“Capisco che vi sentiate delusi, scioccati o arrabbiati”, ha detto Körner agli azionisti. “Condivido la delusione di tutti voi, nostri azionisti, ma condivido anche la delusione di tutti i nostri dipendenti, dei nostri clienti e, in definitiva, del pubblico in generale”. “Dopo 167 anni il Credit Suisse sta rinunciando alla sua indipendenza. Una storia aziendale orgogliosa e, a volte, turbolenta sta volgendo al termine e qualcosa di nuovo sta nascendo” ha aggiunto. Agli azionisti di UBS e Credit Suisse è stato tolto il diritto di voto sull’acquisizione, nell’ambito della legislazione di emergenza adottata dal governo svizzero per affrettare l’operazione.

I proxy hanno esortato gli azionisti a votare contro diversi membri del consiglio, tra cui Lehmann. Il fondo sovrano norvegese, uno dei primi 10 azionisti indipendenti, ha dichiarato che voterà contro la maggioranza del consiglio, Lehmann. Diversi membri del consiglio di amministrazione di Credit Suisse hanno deciso di dimettersi prima del voto, con solo sette candidati alla rielezione. Shan Li, Seraina Macia, Blythe Masters, Richard Meddings e Ana Paula Pessoa si sono ritirati. Il primo azionista a parlare all’evento ha commentato le rigide misure di sicurezza, che secondo Lehmann servivano a garantire la protezione dei partecipanti. “Oggi non ho portato la mia pistola, non preoccupatevi”, ha detto, rivolto al consiglio di amministrazione del Credit Suisse. “Oggi indosso la mia cravatta rossa per indicare che io e molti altri azionisti stiamo vedendo rosso”. Gli azionisti hanno anche chiesto alla banca di adottare una serie di misure, dall’interruzione del finanziamento di un progetto di gas liquido in Texas che mette in pericolo un cimitero sacro indigeno alla fine del procedimento legale contro il blog finanziario Inside Paradeplatz. Altri azionisti hanno proposto di assumere un esperto per valutare gli eventi che hanno portato all’acquisizione di Credit Suisse, mentre un avvocato di Losanna ha proposto un codice etico in 10 punti da far adottare a UBS. Lehmann ha detto che li passerà a Sergio Ermotti, l’amministratore delegato designato di UBS. Tra gli incidenti più bizzarri, un azionista che ha detto che il consiglio di amministrazione del Credit Suisse sarebbe stato crocifisso in epoca medievale, mentre un altro ha offerto al consiglio un sacchetto di gusci di noce vuoti, che ha detto costare quanto una singola azione del Credit Suisse. Lehmann ha detto che avrebbe accettato il regalo, anche se ha aggiunto che aveva il suo pacchetto di noci per consentirgli di tirare avanti durante l’assemblea.

La Finlandia è ufficialmente membro a pieno titolo della Nato

La Finlandia è ufficialmente membro a pieno titolo della Nato




La Finlandia è ufficialmente membro a pieno titolo della Nato – askanews.it




















Bruxelles, 4 apr. (askanews) – “La Finlandia è il 31esimo membro dell’Alleanza atlantica”. Lo ha dichiarato in diretta Tv, alle 14.45 oggi a Bruxelles, al quartier generale della Nato, il segretario di Stato americano Antony Blinken.

“Pochi minuti fa – ha riferito Blinken – ho ricevuto dalla Turchia lo strumento di ratifica del Protocollo di adesione della Finlandia. Con quest’atto, il Protocollo è ora in vigore”. A questo punto, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha consegnato al ministro finalndese degli Esteri, Pekka Haavisto, l’invito formale ad aderire all’Alleanza. Haavisto, a sua volta ha preso l’invito dalle mani di Stoltenberg e consegnato a Blinken, come rappresentante degli Stati Uniti, lo strumento di adesione della Finlandia al Trattato del Nord Atlantico.

“Ora che ho ricevuto questo strumento d’adesione, posso dichiarare che La Finlandia è il 31esimo membro dell’Alleanza atlantica”, ha quindi affermato Blinken. Stretta di mano fra i tre davanti alle telecamere e applausi. Ma non è finita qui: Haavisto ha ripreso la parola e ha detto: “Ora che siamo membri della Nato, abbiamo un atto molto importante da compiere, quello di depositare la nostra ratifica della richiesta d’adesione della Svezia. Questo – ha aggiunto consegnando a Blinken il documento – è il nostro primo atto come Stato membro”. “Sono lieto di ricevere questo documento dalla Finlandia”, ha concluso il segretario di Stato americano.

Il caso di Artem Uss: ricercato dagli Usa, arrestato in Italia ma fuggito. Ora è tornato in Russia

Il caso di Artem Uss: ricercato dagli Usa, arrestato in Italia ma fuggito. Ora è tornato in Russia




Il caso di Artem Uss: ricercato dagli Usa, arrestato in Italia ma fuggito. Ora è tornato in Russia – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – Artem Uss, il figlio di un governatore russo, scomparso il mese scorso in Italia dopo essere stato arrestato e posto agli arresti domiciliari su richiesta degli Stati Uniti, ha annunciato oggi di essere tornato in Russia. “Sono in Russia! In quei giorni particolarmente tesi ho avuto al mio fianco persone forti e affidabili. Voglio ringraziarli”, ha detto all’agenzia di stampa Ria Novosti Uss, figlio del governatore della regione siberiana di Krasnoyarsk, Alexander Uss.

Citato dalle agenzie di stampa russe, il governatorato di Krasnoyarsk ha confermato che Uss è tornato in Russia, senza specificare in quale città si trovasse o in quali circostanze fosse tornato. Artem Uss è ricercato negli Stati Uniti in relazione alla vendita illegale di tecnologia americana a compagnie di armi in Russia. È stato arrestato a ottobre all’aeroporto di Milano Malpensa. In attesa di una decisione del tribunale sulla sua estradizione negli Stati Uniti, era agli arresti domiciliari, con un braccialetto elettronico. Alla fine di marzo, dopo che un tribunale italiano ha dato il via libera alla sua estradizione, è scomparso. Anche le autorità russe avevano inserito Uss nella lista dei ricercati, in un apparente tentativo di ottenere la sua estradizione in Russia per evitare quella negli Stati Uniti.

Citato oggi dalla Ria, Uss ha affermato di essere stato costretto a sfuggire agli arresti domiciliari in Italia a causa della decisione “politica” di estradarlo negli Stati Uniti, presa “sotto la pressione delle autorità americane”. “Mentre inizialmente facevo affidamento sulla sua imparzialità, il tribunale italiano ha mostrato un chiaro pregiudizio politico”, ha detto. In concreto, Uss è sospettato, insieme ad altri quattro russi e due broker petroliferi venezuelani, di aver acquistato dagli Stati Uniti componenti elettronici destinati ad equipaggiare aerei, radar o missili, e di averli rivenduti a società produttrici di armi eludendo le sanzioni in vigore.

Numero uno JPMorgan: crisi banche non è finita, avrà ripercussioni

Numero uno JPMorgan: crisi banche non è finita, avrà ripercussioni




Numero uno JPMorgan: crisi banche non è finita, avrà ripercussioni – askanews.it




















New York, 4 apr. (askanews) – La crisi innescata dai recenti crolli della Silicon Valley Bank e della Signature Bank non è ancora finita e si ripercuoterà sull’economia per gli anni a venire, ha dichiarato martedì il CEO di JPMorgan Chase Jamie Dimon nella sua lettera annuale agli azionisti.

L’amministratore delegato della più grande banca degli Stati Uniti delineando l’ampio danno che il crollo del sistema finanziario ha causato a tutte le banche, ha esortato i legislatori a riflettere attentamente prima di rispondere con una politica di regolamentazione. “Questi fallimenti non sono stati positivi per le banche di qualsiasi dimensione”, ha scritto Dimon, rispondendo alle provocazioni che vedevano le grandi banche uscire vincenti dal crollo delle piccole. “Qualsiasi crisi che danneggi la fiducia degli americani nelle loro banche danneggia tutte le banche”, ha spiegato Dimon, precisando che se “è vero che questa crisi bancaria ha ‘beneficiato’ le banche più grandi a causa dell’afflusso di depositi che hanno ricevuto da istituti più piccoli, l’idea che questo tracollo sia stato un bene, è assurda”.

Il Ceo ha continuato dicendo che le normative attuali potrebbero cullare le banche nell’autocompiacimento, mentre invece servono regolamentazioni non “istintive o politicamente motivate”. Per Dimon, “il dibattito non dovrebbe sempre riguardare più o meno regolamentazione, ma quale mix di regolamenti manterrà il sistema bancario americano il migliore del mondo”.

La polizia belga ha perquisito la sede del Ppe a Bruxelles

La polizia belga ha perquisito la sede del Ppe a Bruxelles




La polizia belga ha perquisito la sede del Ppe a Bruxelles – askanews.it



















Bruxelles, 4 apr. (askanews) – La polizia belga ha perquisito questa mattina la sede del Partito popolare europeo (Ppe), sequestrando dei computer, secondo quanto hanno riferito fonti informate alla testata Euractiv.com.

“Dei poliziotti belgi hanno fatto irruzione al primo e al terzo piano della sede del partito in rue du Commerce”, hanno detto le fonti. Secondo le prime informazioni, da confermare, la polizia starebbe cercando elementi di prova di frodi finanziarie che avrebbero coinvolto il personale del Ppe. Una fonte del Ppe ha detto a Euractiv che una dichiarazione verrà rilasciata più tardi nella giornata.

Cremlino: prenderemo contromisure dopo l’ingresso della Finlandia nella Nato

Cremlino: prenderemo contromisure dopo l’ingresso della Finlandia nella Nato




Cremlino: prenderemo contromisure dopo l’ingresso della Finlandia nella Nato – askanews.it



















Milano, 4 apr. (askanews) – In risposta all’adesione Finlandia alla NATO, la Russia deve adottare “contromisure” per garantire la propria sicurezza. Lo ha annunciato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov secondo i canali ufficiali russi.

Secondo Peskov, l’adesione della Finlandia alla NATO danneggerà la sicurezza della Russia. Secondo lui, la NATO è ostile alla Russia. Il Cremlino considera l’ingresso di Helsinki nella NATO un altro aggravamento della situazione, questo non può che influire sulle relazioni bilaterali, ha affermato Peskov. E costringerà la Russia a prendere contromisure per garantire la sua sicurezza, dice. Su quali i militari riferiranno a tempo debito, viene precisato.

Da oggi la Finlandia è ufficialmente nella Nato. Stoltenberg: “Sono felice e orgoglioso”

Da oggi la Finlandia è ufficialmente nella Nato. Stoltenberg: “Sono felice e orgoglioso”




Da oggi la Finlandia è ufficialmente nella Nato. Stoltenberg: “Sono felice e orgoglioso” – askanews.it




















Milano, 4 apr. (askanews) – “Giornata storica” per la Finlandia secondo il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg alla stampa, in una diretta streaming trasmessa dall’Alleanza. “Sono felice e orgoglioso” per l’ingresso della Finlandia, sottolineando l’importanza per l’Alleanza ma anche per la regione del Baltico e per il Nord. “Pochi anni fa noi ritenevamo che fosse impensabile: dimostra che la Finlandia è un paese sovrano” ma anche “la politica delle porte aperte” della Nato. “Anche la Svezia è molto vicina alla Nato”ma deve ancora finalizzare l’adesione, secondo il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg alla stampa, in una diretta streaming trasmessa dall’Alleanza. La Svezia è comunque in “una posizione migliore rispetto a quando ha presentato la richiesta” della Nato. Come noto l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha sconvolto la sicurezza in Europa e rimescolato le carte, spingendo Finlandia e Svezia a voler entrare nell’ombrello protettivo della Nato.

Tajani: con l’adesione della Finlandia la Nato si rafforza

Tajani: con l’adesione della Finlandia la Nato si rafforza




Tajani: con l’adesione della Finlandia la Nato si rafforza – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – “La Nato si rafforza con l’adesionee della Finlandia. E sono convinto che alla fine anche la Svezia farà parte della Nato. Il percorso è sempre con qualche difficoltà”, ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani alla Stampa Estera a Roma.

“L’agressione della Russia nei confronti dell’Ucraina ha provocato un rafforzamento dell’unità occidentale, ha compattato Paesi dell’Ue e l’alleanza con gli Usa, e portato due Paesi che non erano membri a diventare parte della Nato”, ha spiegato Tajani sottolineando la necessità per l’Europa di “contare di più da un punto di vista della Difesa all’interno dell’Alleanza atlantica”.

Ecco come gli hacker nordcoreani finanziano Pyongyang

Ecco come gli hacker nordcoreani finanziano Pyongyang




Ecco come gli hacker nordcoreani finanziano Pyongyang – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – Un gruppo di hacker nordcoreani conosciuto come Kimsuky ha rubato criptovaluta per finanziare le operazioni di spionaggio relative al suo programma nucleare. L’ha detto Mandiant, la sussidiaria di sicurezza informatica di Google, accendendo un ulteriore faro sulle operazioni di finanziamento illegali che sono alla base del programma nucleare di Pyongyang.

In un rapporto pubblicato sul suo blog, Mandiant ha affermato di aver tracciato il conglomerato di hacker sostenuto dallo stato nordcoreano – classificato come APT43 – negli ultimi cinque anni e di aver scoperto che Kimsuky ha commesso crimini informatici per sostenere finanziariamente il programma di armi nucleari di Pyongyang. “Si tratta di un’unità in grado di compiere una serie di crimini informatici prendendo di mira in particolare la criptovaluta”, ha affermato Luke McNamara, principale analista di Mandiant, in una conferenza stampa online per i media sudcoreani, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Yonhap. “Riteniamo – ha continuato – che la loro missione principale sia lo spionaggio informatico, la raccolta di segreti per il governo nordcoreano, in particolare sulla politica nucleare”.

APT43 fa parte del cosiddetto Ufficio generale di ricognizione del governo nordcoreano, che sovrintende a una serie di funzioni nell’articolata galassia dei servizi segreti nordcoreani. Assieme ad APT43 operano gruppi conosciuti come APT38, Temp Hermit e Andariel. In termini più generali, questo apparato di hacker è chiamato “Lazarus”, un nome che s’è conquistato gli onori delle cronache anche in Occidente dopo l’attacco contro la Sony Pictures di qualche anno fa. Si ritiene che questi gruppi condividano malware e codici di hacking per svolgere la loro missione di portare denaro al governo nordcoreano per finanziare il programma di armi.

“APT43 svolge una serie di diverse attività motivate finanziariamente, focalizzate principalmente sul furto di criptovaluta”, ha affermato McNamara. Il gruppo inoltre ha mostrato una particolare abilità nel riciclare le criptovalute rubate attraverso servizi di cloud mining, riuscendo così a nascondere le tracce di questi fondi rubati. Questi fondi sono stati poi utilizzati per finanziare la raccolta d’informazioni sulle armi nucleari, inviando e-mail di “spear phishing” rivolte a politici o ricercatori in Corea del Sud e negli Stati Uniti nelle quali si chiedevano opinioni approfondite su questioni nordcoreane. “Non hanno avuto nemmeno bisogno di inviare malware. Hanno semplicemente chiesto a qualcuno che stava lavorando su questioni politiche di fornire la loro analisi strategica di ciò che stava accadendo”, ha segnalato McNamara. “E molti obiettivi che hanno ricevuto queste e-mail hanno risposto liberamente e hanno dato risposte all’APT43, un apparato dell’intelligence della Corea del Nord”.

APT43 ha anche contattato aziende farmaceutiche globali per ottenere informazioni sui vaccini e sul trattamento Covid-19 durante la pandemia, ha affermato l’esperto di Google. Le unità cyber dell’intelligence nordcoreana sono particolarmente avanzate e svolgono un ruolo cruciale nel fornire sostegno finanziario al governo di Pyongyang in un momento di intensa attività militare e nell’imminenza – secondo diverse intelligence – di un nuovo test nuclerare.