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A Bruxelles fronte comune Nato-Ue con Indo-Pacifico contro Cina e Russia

A Bruxelles fronte comune Nato-Ue con Indo-Pacifico contro Cina e Russia




A Bruxelles fronte comune Nato-Ue con Indo-Pacifico contro Cina e Russia – askanews.it



















Roma, 5 apr. (askanews) – La sicurezza dell’Atlantico settentrionale passa ormai anche dall’Indo-Pacifico. Non ci sono più dubbi, su questo, a Bruxelles. Sia la Nato che l’Unione europea continuano a guardare con sempre maggiore attenzione al quadrante orientale come alla fonte della principale minaccia strategica globale del prossimo futuro. A preoccupare è, soprattutto, il rapporto tra la Cina e la Russia, che impone “un rafforzamento del partenariato strategico” con i Paesi dell’area: “in un mondo più pericoloso e meno prevedibile, è ancora più evidente che la sicurezza non sia una questione regionale, ma globale”, ha confermato oggi il leader della Nato, Jens Stoltenberg. Così, i leader dei Paesi dell’Indo-Pacifico saranno invitati a partecipare al summit della Nato a Vilnius, in Lituania, il prossimo 11 e 12 luglio, ha annunciato.

Intanto – e non resterà un caso isolato – una parte dei lavori odierni della ministeriale Esteri dei Paesi membri dell’Alleanza è stata dedicata alle relazioni con i Paesi dell’Indo-Pacifico: Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Repubblica di Corea. Insieme all’Unione europea. Le conseguenze della guerra della Russia contro l’Ucraina “sono globali”: il conflitto ha mostrato “chiaramente” le sue “ramificazioni”, ha spiegato il leader della Nato incontrando i ministri dei Paesi partner nella regione. Ciò che sta accadendo in Europa interessa l’Indo-Pacifico e viceversa, ha sottolineato, avvertendo soprattutto sul rischio che quanto sta accadendo oggi nel Vecchio continente “potrebbe succedere domani nell’Asia orientale”. E “il fatto che Cina e Russia siano sempre più vicine tra loro rende ancora più importante per noi stare insieme come partner e alleati Nato”. Insomma, secondo i Paesi dell’Alleanza atlantica, l’Indo-Pacifico rappresenta una regione che può avere un “impatto diretto sulla sicurezza euro-atlantica”. E in questo quadro, la Cina rappresenta un attore con cui confrontarsi. In ogni senso: cercando di limitare le conseguenze delle sue azioni sulla sicurezza globale con iniziative economiche, diplomatiche e di soft power, ma anche costruendo con Pechino un percorso “costruttivo” comune. “Abbiamo bisogno della Cina per affrontare e risolvere i problemi globali”, ha detto non a caso l’Alto rappresentante Ue per la Politica estera, Josep Borrell, al suo arrivo alla sede della Nato. Ma “la Cina deve comportarsi come un attore responsabile”, “soprattutto nei confronti della crisi ucraina, che rappresenta una manifesta violazione della Carta delle Nazioni Unite”, ha avvertito nel giorno dell’arrivo nella capitale cinese della presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen e del presidente francese Emmanuel Macron. Entrambi avranno domani un incontro con Xi Jinping.

L’inquilino dell’Eliseo non è il primo leader europeo a recarsi a Pechino negli ultimi mesi. Due settimane fa era stato preceduto dal primo ministro spagnolo Pedro Sanchez. E prima di loro, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, già nel novembre scorso, si era recato in Cina (tra qualche polemica) per incontrare Xi. Missioni, che al di là del tentativo di Bruxelles di compattare il fronte europeo al cospetto del gigante asiatico, hanno confermato sensibilità diverse, seppur nella convinzione condivisa che Pechino era e resta un interlocutore – economico e finanziario, in primis – con cui fare i conti. E magari qualche fruttuoso contratto. D’altra parte, lo stesso nuovo Concetto strategico della Nato indica per la prima volta la Cina come attore statale da attenzionare nell’ottica di una protezione degli interessi e della sicurezza globale, assieme a Federazione russa, terrorismo, Medio Oriente e Africa del Nord. Così come la progressiva ascesa di Pechino sulla scena internazionale preoccupa non poco l’Unione europea, al punto che delle relazioni tra Cina e Russia l’Ue discuterà proprio con i paesi della regione dell’Indo-Pacifico durante un incontro a Stoccolma a metà maggio. “Siamo attenti a questo sviluppo”, ha detto oggi il ministro degli Esteri svedese Tobia Billström in riferimento all’amicizia russo-cinese, ed è per questo che, come presidenza semestrale di turno del Consiglio Ue, “la Svezia convocherà un incontro tra i ministri degli Esteri dell’Unione europea e quelli della regione dell’Indo-Pacifico, a Stoccolma il 13 maggio”. La Cina, ha concluso Billström, sarà “uno degli argomenti” su cui riflettere e trovare un terreno comune. “È importante che l’Unione europea comprenda le tensioni che si stanno accumulando nella nell’Indo-Pacifico, ma anche le possibilità di cooperazione tra l’Ue e i paesi della regione”. (di Corrado Accaputo)

Scozia, arrestato il marito dell’ex premier Sturgeon

Scozia, arrestato il marito dell’ex premier Sturgeon




Scozia, arrestato il marito dell’ex premier Sturgeon – askanews.it



















Roma, 5 apr. (askanews) – Il marito dell’ex primo ministro scozzese Nicola Sturgeon è stato arrestato in relazione a un’indagine sul finanziamento del Partito Nazionale Scozzese (Snp). Peter Murrell, 58 anni, è stato preso in custodia dalla polizia questa mattina, si legge sulla Bbc. La polizia scozzese ha affermato che gli agenti hanno effettuato perquisizioni presso “diversi indirizzi come parte delle indagini”.

Il mese scorso Murrell si era dimesso da amministratore delegato del partito, incarico che aveva ricoperto dal 1999. È sposato con la Nicola Sturgeon dal 2010. Quest’ultima si è dimessa da primo ministro il mese scorso. Il suo incarico è stato prelevato da Humza Yousaf.

Finlandia, Sanna Marin lascerà la presidenza del suo partito: gli ultimi anni sono stati “difficili”

Finlandia, Sanna Marin lascerà la presidenza del suo partito: gli ultimi anni sono stati “difficili”




Finlandia, Sanna Marin lascerà la presidenza del suo partito: gli ultimi anni sono stati “difficili” – askanews.it



















Milano, 5 apr. (askanews) – Sanna Marin lascerà in autunno la presidenza del suo partito la Sdp, il partito sacialdemocratico finlandese. Marin non si candiderà alla presidenza Sdp alla riunione organizzata il prossimo settembre. Marin ne ha parlato oggi in un conferenza stampa trasmessa dai media finlandesi.

Secondo Marin, ci sono molte ragioni per la decisione. Ha detto che gli ultimi anni sono stati difficili per lei personalmente e che la sua resistenza era stata messa a dura prova.

Macron è a Pechino. Domani, insieme a Ursula von der Leyen, incontrerà Xi Jinping

Macron è a Pechino. Domani, insieme a Ursula von der Leyen, incontrerà Xi Jinping




Macron è a Pechino. Domani, insieme a Ursula von der Leyen, incontrerà Xi Jinping – askanews.it



















Roma, 5 apr. (askanews) – Il presidente francese Emmanuel Macron è atterrato a Pechino questa mattina per una visita di stato di tre giorni in Cina: lo ha annunciato l’Eliseo, in occasione del suo primo viaggio nel Paese dal 2019.

Il capo dello Stato incontrerà la comunità francese nel pomeriggio, prima di un’intensa giornata di colloqui – domani, giovedì – con il suo omologo cinese Xi Jinping. Alla riunione sarà presente anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Venerdì è previsto un viaggio a Canton (nel sud del Paese).

Scontri tra polizia e palestinesi alla Moschea di Al-Aqsa. Hamas reagisce lanciando razzi su Israele

Scontri tra polizia e palestinesi alla Moschea di Al-Aqsa. Hamas reagisce lanciando razzi su Israele




Scontri tra polizia e palestinesi alla Moschea di Al-Aqsa. Hamas reagisce lanciando razzi su Israele – askanews.it




















Roma, 5 apr. (askanews) – Numerosi razzi sono stati lanciati contro diverse città nel sud di Israele questa mattina presto, a seguito di scontri tra polizia israeliana e palestinesi all’interno della moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme, mentre un soldato israeliano è stato ferito in una sospetta sparatoria nei pressi della città di Hebron, in Cisgiordania, tra l’acuirsi delle tensioni israelo-palestinesi durante il Ramadan e l’inizio della Pasqua ebraica. Oltre 350 le persone fermate a seguito degli scontri alla moschea, secondo quanto annunciato questa mattina dalle autorità israeliane.

La polizia israeliana era intervenuta nella notte all’interno della moschea di al-Aqsa a Gerusalemme Est per allontanare “agitatori” che avevano introdotto “fuochi d’artificio, bastoni e pietre”. La polizia ha rilasciato delle riprese video di oltre 50 secondi che mostrano esplosioni di quelli che sembrano essere fuochi d’artificio all’interno del luogo di culto: nelle immagini si vedono anche delle persone che lanciano pietre. Un altro filmato mostra gli agenti in assetto antisommossa che avanzano attraverso la moschea proteggendosi dal fuoco dei razzi con gli scudi. Nel filmato si vede poi una porta barricata, batterie di fuochi d’artificio su un tappeto sul pavimento e la polizia che evacua almeno cinque persone con le mani ammanettate dietro la schiena. “Stasera, mentre la polizia lavorava per consentire a un gran numero di musulmani di celebrare il mese di Ramadan e arrivare nella Città Vecchia di Gerusalemme e sul Monte del Tempio, diversi giovani fuorilegge mascherati e agitatori hanno portato dei fuochi d’artificio all’interno della moschea (al-Aqsa), assieme a bastoni e pietre”, ha scritto la polizia israeliana in un comunicato. “Questi si sono barricati lì diverse ore dopo (le ultime preghiere serali) per attaccare l’ordine pubblico e profanare la moschea”, mentre scandivano “slogan che incitavano all’odio e alla violenza”, è stato aggiunto nel testo.

“Dopo molti e lunghi tentativi infruttuosi di farli uscire attraverso il dialogo, le forze di polizia sono state costrette a rimuoverli per consentire lo svolgimento” delle prime preghiere dell’alba “e per prevenire violenti disordini”, ha continuato la polizia. Durante l’intervento “un folto gruppo di agitatori” ha sparato fuochi d’artificio e lanciato pietre all’interno della moschea verso la polizia, si legge ancora nel resoconto degli agenti, secondo cui un membro della sicurezza è rimasto ferito da un sasso a una gamba. Alcuni “rivoltosi sono stati arrestati” per avere “causato danni alla moschea” e per “averla profanata”. Dopo l’annuncio di questi scontri, diversi razzi sono stati lanciati dal nord della Striscia di Gaza verso il territorio israeliano. L’esercito israeliano ha riferito dell’attivazione di sirene di allarme in diverse aree urbane israeliane intorno alla Striscia di Gaza. I lanci hanno attivato i sistemi di allerta a Sderot e in un certo numero di comunità vicine. Circa 20 minuti dopo, le sirene di allarme hanno suonato in un kibbutz della zona. Secondo le forze di difesa israeliane, nella salva iniziale sono stati lanciati cinque proiettili, quattro dei quali sono stati intercettati dai sistemi di difesa aerea. I militari hanno detto che poco dopo sono stati lanciati altri quattro razzi, tutti caduti in aree aperte.

Il comune di Sderot ha spiegato che uno dei razzi ha colpito una fabbrica nella zona industriale, provocando danni. Non ci sono state notizie di feriti. In risposta, i media palestinesi hanno riferito che le forze israeliane hanno colpito obiettivi a Gaza. Il gruppo estremista palestinese Hamas, al governo di Gaza, ha denunciato le azioni della polizia nel luogo sacro di Gerusalemme come “un crimine senza precedenti” e ha esortato i palestinesi “ad andare in massa alla moschea di Al-Aqsa per difenderla”. La gente ha iniziato a radunarsi nelle strade, con inviti a dirigersi verso la frontiera tra Gaza e Israele, fortemente sorvegliata, per manifestazioni più violente. La Jihad islamica ha chiesto allo stesso modo ai residenti palestinesi di Gerusalemme, della Cisgiordania e di Israele di andare a radunarsi intorno alla moschea e affrontare le forze israeliane.

Il portavoce del presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas ha messo in guardia Israele dal “superare le linee rosse” nei luoghi sacri, dicendo che ciò potrebbe innescare una “grande esplosione”. “Riteniamo il governo di occupazione pienamente responsabile di qualsiasi deterioramento, e deve agire in modo responsabile e fermare questa assurdità, che avrà conseguenze pericolose per tutti”, ha detto Nabil Abu Rudeineh, in una dichiarazione rilasciata dall’agenzia di stampa ufficiale Wafa.

Il discorso di Trump dopo l’incriminazione: è una “persecuzione”. E attacca il procuratore e Biden

Il discorso di Trump dopo l’incriminazione: è una “persecuzione”. E attacca il procuratore e Biden




Il discorso di Trump dopo l’incriminazione: è una “persecuzione”. E attacca il procuratore e Biden – askanews.it



















Milano, 5 apr. (askanews) – “Non avrei mai pensato che una cosa del genere potesse accadere in America. L’unico crimine che ho commesso è stato difendere l’America da chi la vuole distruggere”. Lo ha detto Donald Trump, dalla sua proprietà a Mar-a-Lago in Florida, dopo l’udienza a Manhattan nella quale gli sono stati contestati 34 capi di imputazione. L’ex presidente Usa si è presentato davanti ai suoi sostenitori accompagnato dalla canzone “Proud to be an American” e la folla ha intonato “USA” mentre Trump si dirigeva verso un microfono. “Il nostro Paese sta andando all’inferno. Il mondo sta già ridendo di noi per tante altre ragioni”, ha detto Trump “E’ un falso caso del procuratore Alvin Bragg intentato per interferire nelle elezioni 2024. Questa è una persecuzione, non un’indagine”. “Il criminale è il procuratore distrettuale”, ha aggiunto. L’ex presidente Usa ha quindi elencato tutti i modi in cui dice di essere stato perseguitato da quando ha lanciato la sua campagna del 2016, tra cui il “raid illegale e incostituzionale a Mar-a-Lago, proprio qui” dell’FBI del 2022.

Trump ha attaccato anche il presidente Usa: “Biden vuole iniziare la Terza Guerra Mondiale. L’amministrazione Biden potrebbe condurci in una terza guerra mondiale nucleare totale: potrebbe accadere. Non ne siamo molto lontani”. L’incriminazione formale in un tribunale di New York è “un insulto alla nazione”, ha infine ribadito Trump. “Vogliono interferire nel voto usando la giustizia, ma non lo permetteremo”, ha aggiunto, chiudendo con il suo slogan “we’ll make America great again”.

Trump è stato incriminato. L’ex presidente Usa si è dichiarato non colpevole per tutti i capi d’accusa

Trump è stato incriminato. L’ex presidente Usa si è dichiarato non colpevole per tutti i capi d’accusa




Trump è stato incriminato. L’ex presidente Usa si è dichiarato non colpevole per tutti i capi d’accusa – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – L’ex presidente Usa Donald Trump è stato formalmente incriminato dal tribunale distrettuale di Manhattan per 34 capi di accusa legati al reato di frode. Trump si è dichiarato non colpevole per tutti e 34 i capi di contestatigli. Fra i reati contestati all’ex presidente, vi sono i pagamenti corrisposti per pagare il silenzio di due donne, una delle quali è l’ex pornostar Stormy Daniels.

Donald Trump ha poi lasciato il tribunale di Lower Manhattan senza rilasciare dichiarazioni, per fare ritorno alla sua residenza di Mar-a-Lago, dove è prevista una conferenza stampa. Come previsto dalle procedure legali Trump – primo ex Presidente degli Stati Uniti incriminato per reati penali – è stato tratto formalmente in arresto al momento del suo ingresso in tribunale, senza tuttavia che sia stato fatto ricorso alle manette o a una cella di detenzione prima dell’udienza.

Trump – al quale sono state rilevate le impronte digitali ma non scattata la foto segnaletica – si è dichiarato innocente di tutti i capi di imputazione che gli sono stati contestati, confermando l’anticipazione dei sui legali di non avere intenzione di arrivare ad un patteggiamento extragiudiziale con la Procura. L’ex Presidente è stato quindi rimesso in libertà in attesa di essere convocato per le udienze preliminari del processo, questione di mesi più che di settimane, senza necessità di pagare alcuna cauzione dato che nello stato di New York i reati di cui è accusato non ne prevedono la necessità. La prossima udienza si terrà il 4 dicembre. L’avvocato di Trump, Joe Tacopina ha detto che l’ex presidente “è rammaricato, ma è intenzionato a dare battaglia”.

La Finlandia entra nella Nato. Il Cremlino annuncia contromisure

La Finlandia entra nella Nato. Il Cremlino annuncia contromisure




La Finlandia entra nella Nato. Il Cremlino annuncia contromisure – askanews.it




















Milano, 4 apr. (askanews) – La Finlandia è da oggi parte della Nato a tutti gli effetti: la sua bandiera ora sventola davanti alla sede dell’alleanza militare a Bruxelles insieme con le 30 degli altri Paesi membri. Mentre il Presidente della Repubblica finlandese Sauli Niinisto ufficializza: “L’epoca del non allineamento militare nella nostra storia sta volgendo al termine. Inizia una nuova era”.

Nel pomeriggio a Bruxelles il suo ministro degli Esteri Pekka Haavisto ha firmato e poi consegnato la lettera di adesione al Segretario di Stato statunitense Antony Blinken, che ha scelto per l’occasione una cravatta blu su camicia bianca e completo blu ovvero i colori della Nato ma anche della Finlandia. Proprio come lo stesso segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg che ha definito la giornata “storica” e si è detto “emozionato e orgoglioso”. Orgoglioso si è detto anche il presidente Usa Joe Biden che ha anche invitato Turchia e Ungheria a concludere i processi di ratifica per la Svezia, che secondo gli auspici di un anno fa doveva entrare “mano nella mano” con la Finlandia ed è invece ancora alla porta. Per ora dunque c’è solo una new entry, il 31° paese alleato, a circa un anno dalla decisione popolare e politica finlandese, provocata dall’invasione russa dell’Ucraina. Il commento di Mosca non si è fatto attendere, anzi è arrivato addirittura in anticipo rispetto alla stretta di mano tra Blinken e Haavisto: il Cremlino ha minacciato “contromisure”. Secondo il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov, l’adesione danneggerà la sicurezza della Russia. Secondo lui, l’Alleanza Atlantica è ostile a Mosca.

Di sicuro l’ingresso raddoppia all’incirca la lunghezza del confine che la Nato condivide con la Russia e rafforza il suo fianco orientale mentre la guerra in Ucraina continua sempre più brutale. “Diamo il benvenuto alla Finlandia nell’alleanza”, ha dichiarato Stoltenberg. Poco prima il segretario generale aveva detto: Vladimir “Putin aveva come obiettivo dichiarato dell’invasione dell’Ucraina quello di ottenere meno Nato” ma ha avuto “l’opposto”, ovvero ai suoi confini più alleanza, che ora valuterà pure se spendere di più in difesa. “Discuteremo come aumentare l’investimento in difesa e mi aspetto quando i nostri alleati si incontreranno al summit a Vilnius (11-12 luglio), che si accorderanno su investimenti più ambiziosi e guarderemo al 2% del Pil per la Difesa, non come un tetto di spesa, ma come base minima che abbiamo bisogno di spendere, in un mondo più pericoloso per la sicurezza”, ha precisato. “È un grande giorno per la Finlandia e voglio dire che è un giorno importante per la NATO”, ha detto Niinisto in una conferenza stampa congiunta con Stoltenberg. La Russia aveva annunciato che avrebbe rafforzato la sua capacità militare nelle sue regioni occidentali e nord-occidentali in risposta all’adesione. Mentre Kiev ha salutato la mossa di Helsinki: il presidente Volodymyr Zelensky ha scritto su Telegram: “le mie sincere congratulazioni alla Finlandia e al presidente Sauli Niinisto per l’adesione alla Nato nel 74esimo anniversario della sua fondazione. In mezzo all’aggressione russa, l’Alleanza diventa l’unica effettiva garanzia di sicurezza nella regione. Ci aspettiamo che il Summit di Vilnius avvicini l’Ucraina al nostro obiettivo euro-atlantico”.

Il conflitto ucraino in effetti ha davvero rivoluzionato il mondo se si pensa che poco più di tre anni orsono il presidente francese Emmanuel Macron nella ormai strafamosa intervista all’Economist dichiarava: “La Nato è in stato di morte cerebrale”. Un’espressione forte, che in particolare la questione finlandese ha ribaltato, oltre a rappresentare la fine del non allineamento militare per Helsinki, iniziato dopo che il paese respinse un tentativo di invasione da parte dell’Unione Sovietica durante la seconda guerra mondiale e decise di cercare relazioni amichevoli con la vicina Russia. Resta da vedere come si concluderà la questione svedese: il ministro degli Esteri del Paese per ora rimasto alla porta, Tobias Billstroem ha detto che l’ambizione di Stoccolma è diventare membro al vertice di Vilnius a luglio. E secondo Helsinki: “L’adesione della Finlandia non è completa senza l’adesione della Svezia”.

Stoltenberg: l’Ucraina entrerà nella Nato, ma deve restare una nazione sovrana

Stoltenberg: l’Ucraina entrerà nella Nato, ma deve restare una nazione sovrana




Stoltenberg: l’Ucraina entrerà nella Nato, ma deve restare una nazione sovrana – askanews.it




















Bruxelles, 4 apr. (askanews) – “La posizione della Nato sull’adesione dell’Ucraina è immutata: entrerà a far parte dell’Alleanza, è stato già ribadito durante i vertici Nato. Allo stesso tempo, ci rendiamo tutti conto che, per compiere progressi significativi in questo campo, il primo passo è garantire che l’Ucraina prevalga come nazione sovrana e indipendente”. Lo ha affermato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, durante una conferenza stampa questo pomeriggio al quartier generale di Bruxelles dell’Alleanza, a margine della riunione dei ministri degli Esteri degli Stati membri.

“Questo è il motivo – ha continuato il segretario generale – per cui gli alleati e i partner della Nato stanno fornendo all’Ucraina un livello di supporto senza precedenti, e continueremo a farlo; ed è il motivo per cui siamo anche in costante e stretto contatto con gli ucraini e forniamo anche training” militare. “Gli alleati hanno annunciato oggi un ulteriore sostegno all’Ucraina per garantire che prevalga come Stato sovrano e indipendente, condizione preliminare per qualsiasi discussione significativa sulla futura adesione”, ha concluso Stoltenberg.

Un gruppo anti-Cremlino rivendica l’uccisione di Tatarsky

Un gruppo anti-Cremlino rivendica l’uccisione di Tatarsky




Un gruppo anti-Cremlino rivendica l’uccisione di Tatarsky – askanews.it



















Roma, 4 apr. (askanews) – L’Esercito repubblicano nazionale russo ha rivendicato l’attentato in cui il 2 aprile è rimasto ucciso il blogger ultranazionalista Vladlen Tatarsky. La “colonna pietroburghese” dell’organizzazione che si oppone al regime russo e alla guerra in Ucraina, in una dichiarazione pubblicata dal canale Telegram Rospartizan dice che l’azione “è stata preparata e messa a punto in modo autonomo”, senza “l’aiuto di alcuna struttura straniera e tantomeno di servizi segreti”, diretto riferimento alle accuse delle autorità russe nei confronti dei vertici ucraini. La stessa dichiarazione è stata diffusa anche dall’ex deputato russo Ilya Ponomarev, che vive in Ucraina, scrive il sito Meduza. Il gruppo di oppositori militanti chiede ai difensori dei diritti di aiutare Daria Trepova, la giovane che avrebbe consegnato la statuetta con dentro dell’esplosivo, “e altre persone innocenti”.