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Migranti, von der Leyen annuncia nuova direttiva rimpatri a marzo

Migranti, von der Leyen annuncia nuova direttiva rimpatri a marzoBruxelles, 17 dic. (askanews) – La Commissione europea presenterà a marzo la sua nuova proposta legislativa sui rimpatri dei migranti irregolari giunti nell’Ue e che non hanno diritto all’asilo. Lo ha annunciato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, nella sua ormai consueta lettera sul tema dell’immigrazione ai capi di Stato e di governo a ogni vigilia delle riunioni del Consiglio europeo.


“Come annunciato nella mia lettera del 14 ottobre (prima dell’ultimo Consiglio europeo a Bruxelle, ndr), un quadro legislativo più forte nell’area dei rimpatri sarà una delle prime proposte principali del nuovo collegio (dei commissari europei, ndr) e una proposta per un nuovo approccio comune sui rimpatri sarà presentata prima del Consiglio europeo di marzo”, ovvero il vertice dei capi di Stato e di governo previsto per il 20 marzo. “Il commissario Magnus Brunner, responsabile per gli Affari interni e la migrazione, ha già avviato consultazioni con gli Stati membri, il Parlamento europeo e altre parti interessate – continua von der Leyen – per garantire che la proposta risponda pienamente alle esigenze sul campo e per sostenere la proposta con una solida base di prove. L’obiettivo è rendere il processo di rimpatrio più semplice, rapido ed efficiente, per portarlo al nuovo standard della procedura di asilo semplificata ai sensi del Patto” sull’immigrazione e l’asilo.


“La nuova legislazione coprirà anche i diritti e gli obblighi dei rimpatriati, incentivando la loro cooperazione e chiarendo al contempo le conseguenze di una loro mancata cooperazione, affrontando così efficacemente il divario tra le decisioni di rimpatrio emesse e i rimpatri effettivi”, precisa ancora la presidente della Commissione. Inoltre, aggiunge von der Leyen, “per supportare il nuovo approccio comune sui rimpatri, una proposta giuridica sulla digitalizzazione della gestione dei casi di rimpatrio seguirà più avanti nel 2025, coprendo le complesse questioni di interoperabilità, condivisione dei dati e protezione dei dati. Data l’urgenza, abbiamo già accelerato i lavori di uno studio dedicato, che traccia la mappa dello scenario attuale e che confluirà nella progettazione del nuovo sistema”.


La presidente della Commissione annuncia anche che continuano i lavori sui “modi innovativi” di gestire l’immigrazione irregolare e per precisare il concetto dei centri per i rimpatri (“hub di rimpatrio”) in paesi terzi sicuri. “Come stabilito nelle conclusioni di ottobre” del Consiglio europeo, “abbiamo approfondito la nostra analisi di ‘modi innovativi’ per contrastare l’immigrazione illegale, dando seguito alle priorità segnalate dagli Stati membri”. Su questo punto, riferisce von der Leyen, “sono in corso discussioni con gli Stati membri, anche al Consiglio Giustizia e Affari interni della scorsa settimana, sullo sviluppo del concetto di ‘hub di rimpatrio’ nei paesi terzi. Stiamo valutando il modo migliore per introdurre nel quadro giuridico la possibilità di istituire questi hub. Dobbiamo esaminare gli aspetti legali, operativi e pratici, nonché le implicazioni finanziarie di tali hub, nel rispetto dei diritti fondamentali e del principio di non respingimento. Oltre al lavoro con organizzazioni internazionali come Unhcr e Oim, la cooperazione con i paesi terzi sarà fondamentale per il nostro successo, anche come parte del lavoro per sviluppare partenariati più approfonditi”.


“Il Patto stesso introduce già elementi innovativi, tra cui l’allineamento del concetto di paese terzo sicuro nel regolamento sulla procedura di asilo con gli standard internazionali, introducendo al contempo una maggiore flessibilità per la sua applicazione rispetto all’attuale ‘acquis’ (diritto acquisito, ndr). Stiamo accelerando la revisione di questo concetto, avviando consultazioni con gli Stati membri, il Parlamento europeo, l’Unhcr e l’Oim e alcune Ong mirate, per valutare se siano necessarie modifiche al regolamento. Mentre il regolamento (sull’asilo, ndr) si applicherà da giugno 2026, stiamo valutando come possiamo promuovere l’applicazione di questi concetti. Abbiamo già chiesto all’Agenzia dell’Ue per l’asilo di accelerare l’analisi dei paesi terzi specifici che potrebbero potenzialmente essere designati come paesi di origine sicuri e paesi terzi sicuri, al fine di stilare elenchi Ue”, conclude von der Leyen.

Russia, esplosione a Mosca: morto il generale Kirillov, capo delle truppe per la difesa nucleare

Russia, esplosione a Mosca: morto il generale Kirillov, capo delle truppe per la difesa nucleareRoma, 17 dic. (askanews) – Il generale Igor Kirillov, capo delle truppe per la difesa nucleare, chimica e biologica delle forze armate russe, è morto in un’esplosione avvenuta oggi a Mosca, costata la vita a due persone. Lo hanno riferito gli inquirenti russi, citati dalle agenzie di stampa russe. “Un ordigno esplosivo, piazzato in uno scooter parcheggiato accanto all’ingresso di un edificio residenziale, è stato fatto esplodere sulla Ryazanskiy Prospekt a Mosca – hanno riferito gli inquirenti – a seguito dell’incidente, il capo delle truppe di difesa nucleare, chimica e biologica delle forze armate russe, Igor Kirillov, e il suo assistente sono rimasti uccisi”.  Il generale sarebbe stato ucciso questa mattina in un’operazione del Servizio di sicurezza ucraino (SBU): lo ha riferito una fonte dell’agenzia al Kiev Independent. L’informazione è stata confermata anche da un funzionario dell’intelligence ucraina, a conoscenza del dossier, al Financial Times. Kirillov e un altro membro del servizio russo sono morti in un’esplosione avvenuta all’ingresso di un edificio residenziale a Mosca. L’Ucraina aveva accusato il generale di avere utilizzato armi chimiche proibite nella guerra contro Kiev. Secondo la fonte del Kiev Independent, gli esplosivi nascosti in uno scooter sono detonati quando Kirillov e il suo aiutante di campo si sono avvicinati all’ingresso di un appartamento in Ryazansky Prospect. “Kirillov era un criminale di guerra e un obiettivo del tutto legittimo”, ha affermato da parte sua un funzionario dell’intelligence ucraina al Financial Times.


Kirillov era il responsabile delle Forze di difesa nucleare, biologica e chimica (NBC) del paese dall’aprile del 2017. Secondo l’agenzia di stampa statale russa Tass, aveva frequentato la Kostroma Higher Military Command School of Chemical Defence. Prima del suo ultimo incarico, Kirillov aveva ricoperto diversi ruoli nell’esercito russo, in particolare in unità specializzate nel trattamento di materiali pericolosi. Tra le altre, aveva guidato la Direzione del Capo delle truppe di difesa dalle radiazioni, chimica e biologica. Ieri, il Servizio di sicurezza ucraino (SBU) aveva condannato Kirillov in contumacia per avere utilizzato armi chimiche vietate in Ucraina, secondo quanto riportato dal Kyiv Independent. L’SBU ritiene che la Russia abbia utilizzato armi chimiche quasi 5.000 volte sotto la guida di Kirillov. Il generale russo era stato sanzionato dal Regno Unito e dal Canada, tra gli altri, per il suo ruolo nella guerra della Russia in Ucraina. Londra ha accusato Kirillov di essere “responsabile del dispiegamento di armi barbariche” tossiche, come “l’agente soffocante cloropicrina”. Secondo il Regno Unito, Kirillov era anche un “importante portavoce della disinformazione del Cremlino”, “diffondendo bugie per mascherare il comportamento vergognoso e pericoloso della Russia”. 


  

Israele e Hamas vicini all’accordo per il rilascio degli ostaggi

Israele e Hamas vicini all’accordo per il rilascio degli ostaggiRoma, 17 dic. (askanews) – Israele e Hamas sono “più vicini che mai” ad un accordo per il rilascio degli ostaggi a Gaza, dicono fonti di entrambe le parti citate da Haaretz.


Israele – aggiunge Haaretz – è attualmente “più vicino a un accordo sugli ostaggi dall’ultimo accordo” di oltre un anno fa, ha dichiarato il Ministro della Difesa Israel Katz alla Commissione Affari Esteri e Difesa della Knesset. Sebbene Israele e Hamas abbiano concordato di non rivelare i dettagli dell’accordo che si starebbe delineando, fonti presenti alla discussione riservata hanno affermato che per la prima volta Katz ha confermato che l’attuazione avverrà per fasi: “Ci sarà un’ampia maggioranza nel gabinetto di sicurezza e un’ampia maggioranza nell’intero gabinetto per un accordo sugli ostaggi”, ha aggiunto.

Usa, Biden: inaccettabile strage Wisconsin, Congresso agisca

Usa, Biden: inaccettabile strage Wisconsin, Congresso agiscaRoma, 16 dic. (askanews) – “Oggi, le famiglie di Madison, nel Wisconsin, sono in lutto per la perdita di coloro che sono stati uccisi e feriti alla Abundant Life Christian School. È scioccante e inconcepibile. Abbiamo bisogno che il Congresso agisca. Ora. Da Newtown a Uvalde, da Parkland a Madison, a tante altre sparatorie che non ricevono attenzione: è inaccettabile che non siamo in grado di proteggere i nostri figli da questa piaga della violenza armata. Non possiamo continuare ad accettarlo come normale. Ogni bambino merita di sentirsi al sicuro nella propria classe. Gli studenti di tutto il nostro Paese dovrebbero imparare a leggere e scrivere, senza dover imparare a chinarsi e coprirsi”. Lo afferma in una nota il presidente americano Joe Biden.


“Jill e io – prosegue – preghiamo per tutte le vittime oggi, compresi l’insegnante e lo studente adolescente che sono stati uccisi e coloro che hanno riportato ferite. Siamo grati ai primi soccorritori che sono arrivati rapidamente sulla scena e l’FBI sta sostenendo gli sforzi delle forze dell’ordine locali. Sotto la mia direzione, il mio team ha contattato i funzionari locali per offrire ulteriore supporto, se necessario. La mia amministrazione ha intrapreso azioni aggressive per combattere l’epidemia di violenza armata. Abbiamo approvato la legislazione sulla sicurezza delle armi più significativa degli ultimi 30 anni, ho intrapreso più azioni esecutive per ridurre la violenza armata di qualsiasi altro presidente nella storia e ho creato il primo Ufficio per la prevenzione della violenza armata della Casa Bianca. Ma serve di più. Il Congresso deve approvare leggi sulla sicurezza delle armi basate sul buon senso: controlli universali dei precedenti. Una legge nazionale per la ‘red flag’. Divieto di armi d’assalto e caricatori ad alta capacità. Non potremo mai accettare la violenza insensata che traumatizza i bambini, le loro famiglie e distrugge intere comunità”, conclude Biden.

La Boing app arriva con tanti contenuti su android e google tv

La Boing app arriva con tanti contenuti su android e google tvMilano, 16 dic. (askanews) – Boing SpA, la società guidata dall’amministratore delegato Marcello Dolores e nata dalla joint-venture RTI Mediaset e Warner Bros. Discovery, oggi leader nel mercato dell’entertainment sul target kids e famiglie, annuncia il lancio della Boing App su Android TV e Google TV, estendendo così la sua presenza sulle piattaforme di Smart TV e offrendo nuove modalità di fruizione dei suoi contenuti. Gli utenti di Smart TV Android possono già scaricare gratuitamente la Boing App dal Play Store, disponibile su dispositivi dei principali brand come Sony, TCL, Philips, Panasonic, Xiaomi, Hisense, Sharp e molti altri modelli. Inoltre, la Boing App è compatibile anche con i decoder Android/Google TV, per un’esperienza ancora più completa. La Boing App su Android TV offrirà gli stessi contenuti video che gli utenti della versione mobile hanno già imparato ad apprezzare, inclusi il canale in streaming, locandine con episodi in AVOD (Advertising Video on Demand) e CatchUp, nonché contenuti extra. I contenuti mantengono il ‘marchio di qualità’ dell’editore e sono pensati per garantire la massima protezione per il pubblico kids che da sempre apprezza il canale lineare Boing (canale 40 dtt): la Boing App è gratuita, immediata e senza alcuna richiesta di registrazione o inserimento dati, ed essendo estremamente profilata sul target specifico dei bambini offre la possibilità di visualizzare annunci pubblicitari mirati grazie alla Contextual Advertising, senza bisogno di tracking. In questa prima fase di lancio sono in programma a dicembre la collana di episodi tematici natalizi dello “Speciale Natale” e alcuni episodi della serie cult Craig, mentre a gennaio andranno in evidenza le serie Pokémon Sole e Luna e Doraemon. Marcello Dolores, Amministratore Delegato di Boing SpA., ha commentato: “Boing da 20 anni è il punto di riferimento per i kids e le loro famiglie, che ogni giorno scelgono i nostri amatissimi brand. Il lancio della Boing App su Android e Google TV rappresenta un passo importante nell’espansione della nostra offerta digitale, consentendo di raggiungere una nuova audience in un contesto mirato e strategico. Uno step che conferma la nostra missione di garantire un intrattenimento di qualità per i più piccoli, in un ambiente sicuro e accessibile su più piattaforme”. Entro gennaio sarà disponibile anche la Cartoonito App per Smart TV, relativa al canale prescolare del gruppo, con la stessa modalità di fruizione e su dispositivi compatibili, ampliando ulteriormente l’offerta per il pubblico family.

Nuovo pacchetto di sanzioni Ue contro la guerra della Russia contro l’Ucraina

Nuovo pacchetto di sanzioni Ue contro la guerra della Russia contro l’UcrainaBruxelles, 16 dic. (askanews) – Il Consiglio Affari esteri dell’Ue ha adottato oggi il quindicesimo pacchetto di sanzioni, con misure restrittive economiche e individuali, che mirano a “limitare ulteriormente la capacità della Russia di condurre la sua guerra di aggressione illegale, non provocata e ingiustificata contro l’Ucraina”, come si legge nella nota che comunica l’approvazione. Molte delle misure sono progettate per affrontare l’elusione delle sanzioni dell’Ue che avviene con l’utilizzo della “flotta ombra” di Putin e per indebolire il complesso militare e industriale della Russia.


Il pacchetto include innanzitutto degli elenchi individuali, comprendenti 54 persone e 30 entità sanzionate perché responsabili di azioni che compromettono o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina. Per quanto riguarda gli individui, le sanzioni Ue riguardano in particolare l’unità militare responsabile del bombardamento dell’ospedale pediatrico Okhmadyt a Kiev, alti dirigenti di aziende leader nel settore energetico, individui responsabili di deportazione di bambini ucraini, o di propaganda o elusione delle sanzioni, nonché due alti funzionari della Corea del Nord.


La lista delle entità sanzionate prendono di mira principalmente le società di difesa russe e le compagnie di navigazione responsabili del trasporto di petrolio greggio e prodotti petroliferi via mare, che forniscono importanti introiti al governo russo. Compaiono nella lista, inoltre un impianto chimico e una compagnia aerea civile russa che è un importante fornitore di supporto logistico all’esercito russo. Per la prima volta, vengono imposte sanzioni a pieno titolo (divieto di viaggio, congelamento dei beni, divieto di rendere disponibili risorse economiche) a vari attori cinesi che forniscono componenti per droni e componenti microelettronici a sostegno della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina.


Riguardo alll’elusione delle sanzioni, il Consiglio Ue ha aggiunto 52 nuove navi provenienti da paesi terzi all’elenco di quelle (che ora saranno 79 in totale) soggette a un divieto di accesso ai porti dell’Ue e sottoposte anche a un divieto di fornitura di un’ampia gamma di servizi correlati al trasporto marittimo (come le assicurazioni). Questa misura è intesa a colpire le petroliere extra-Ue che fanno parte della “flotta ombra” di Putin, che aggira il meccanismo del tetto massimo del prezzo del petrolio o supporta il settore energetico della Russia. Sono incluse anche le navi responsabili del trasporto di equipaggiamento militare per la Russia o coinvolte nel trasporto di grano ucraino rubato. Il Consiglio ha inoltre aggiunto 32 nuove entità all’elenco di quelle sanzionate perché supportano direttamente il complesso militare e industriale russo nella sua guerra di aggressione contro l’Ucraina. Saranno soggette a restrizioni più severe all’esportazione per quanto riguarda beni e tecnologie a duplice uso, nonché beni e tecnologie che potrebbero contribuire al potenziamento tecnologico del settore della difesa e della sicurezza della Russia.


Da notare che alcune di queste entità si trovano in paesi terzi (Cina, India, Iran, Serbia ed Emirati Arabi Uniti) e sono state coinvolte nell’elusione delle restrizioni commerciali o si sono impegnate nell’approvvigionamento per la Russia di articoli sensibili utilizzati per le operazioni militari in Ucraina, come velivoli senza piloti (droni) e missili. Al fine di proteggere meglio le aziende europee da contenziosi con le controparti russe, il Consiglio ha deciso di vietare il riconoscimento o l’esecuzione nell’Ue delle sentenze emesse da tribunali russi in base all’articolo 248 del Codice di procedura arbitrale della Federazione russa. Queste sentenze hanno impedito alla parte avversa di avviare o continuare un procedimento in una giurisdizione diversa dalla Russia, in violazione dei principi e delle pratiche internazionali consolidate, e hanno spesso comportato sanzioni finanziarie sproporzionatamente elevate per le aziende europee. La nuova misura impedisce che quelle sanzioni vengano eseguite contro gli operatori dell’Ue in Europa. Inoltre, il Consiglio ha introdotto una deroga che consente lo svincolo dei saldi di cassa detenuti dai depositi accentrati dei titoli finanziari (“Central Securities Depositories”, Csd) dell’Ue. Ciò è necessario alla luce dell’aumento dei contenziosi e delle misure di risarcimento adottate dai tribunali in Russia che comportano il sequestro di titoli detenuti dai Csd nell’Unione. Grazie a questa deroga, i Csd nell’Ue saranno in grado di richiedere alle autorità competenti degli Stati membri di scongelare i saldi di cassa e di utilizzarli per soddisfare i propri obblighi legali con i propri clienti. Infine, l’Ue ha prorogato le scadenze applicabili a determinate deroghe necessarie per disinvestire dalla Russia. A causa dei rischi di mantenere attività commerciali in Russia, gli operatori dell’Ue dovrebbero prendere in considerazione l’opportinità di chiudere delle attività in Russia ed evitare di avviarne delle altre nuove. Questa estensione straordinaria dei termini previsti per la dismissione è necessaria per consentire agli operatori dell’Ue di uscire il più rapidamente possibile dal mercato russo. La proroga delle deroghe è concessa caso per caso dagli Stati membri e mira a consentire un processo di dismissione ordinato, che non sarebbe possibile senza l’estensione di queste scadenze. Gli atti giuridici pertinenti al nuovo pacchetto di sanzioni saranno presto pubblicati nella Gazzetta ufficiale dell’Ue.

Nato, Rutte ringrazia pubblicamente comandante (italiano) Kfor

Nato, Rutte ringrazia pubblicamente comandante (italiano) KforMilano, 16 dic. (askanews) – “Gli attacchi alla conduttura idrica nel Kosovo settentrionale del 29 novembre sottolineano la fragilità della stabilità nei Balcani occidentali e qui voglio ringraziare il comandante della Kfor per il rapido dispiegamento di truppe, nel proteggere le infrastrutture critiche”. Lo ha detto il segretario generale della Nato Mark Rutte incontrando il premier del Montenegro, Milojko Spajic, destinando la sua gratitudine al generale di divisione Enrico Barduani, comandante di KFOR che, dall’11 ottobre scorso, è il quattordicesimo Comandante italiano della Missione.


“Restiamo impegnati a garantire che la Kfor adempia al suo mandato ONU. Ora è essenziale che i fatti siano accertati e che i responsabili siano tenuti a rispondere. Oggi abbiamo anche discusso delle attività maligne e ostili della Russia sul territorio della NATO. Abbiamo assistito a un’ondata di attacchi informatici, disinformazione, interferenze politiche, crescenti atti di sabotaggio e altre azioni ostili contro gli alleati della NATO” ha detto. “Il Montenegro affronta minacce ibride costanti da parte di attori russi e stranieri. La Russia vuole creare paura e minare il nostro sostegno all’Ucraina. Questo non funzionerà. Infatti, stiamo rafforzando la nostra resilienza”, ha aggiunto.

Ue, Consiglio Esteri: esordio di Kallas su Siria, Ucraina e Georgia

Ue, Consiglio Esteri: esordio di Kallas su Siria, Ucraina e GeorgiaBruxelles, 16 dic. (askanews) – L’Ue deve prendere contatto a livello diplomatico con il nuovo governo che si è inseditao in Siria, guidato dal gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham, dopo la caduta del regime di Bashar al Assad, e decidere a che livello stabilire le relazioni con il nuovo regime, anche tenendo conto du quello che faranno tutti gli attori regionali arabi, la Turchia e gli Stati Uniti, perché “la Siria affronta un futuro ottimista, positivo ma piuttosto incerto e dobbiamo assicurarci che vada nella giusta direzione” Lo ha affermato stamattina Kaja Kallas, parlando alla stampa stamattina all’arrivo al suo primo Consiglio affari esteri che presiederà come nuova Alta Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell’Ue.


Durante la riunione ministeriale, ha detto Kallas, “affronteremo tre argomenti principali: prima la Siria, poi l’Ucraina e poi la Georgia. Per quanto riguarda la Siria, sabato ero in Giordania – ha ricordato – a un incontro con le nazioni arabe, così come con la Turchia e gli Stati Uniti, per discutere i principi dell’impegno con la nuova leadership della Siria, cosa ci si aspetta da loro. Penso che sia molto importante che gli attori regionali e quelli internazionali vedano la situazione allo stesso modo, e vogliano che questo paese sia stabile e pacifico, compreso il governo in carica. Penso che fosse importante concordare su questi principi”. “Ho anche incaricato i più importanti diplomatici europei in Siria – ha riferito l’Alta Rappresentante – di andare a Damasco per stabilire contatti con il nuovo governo e la gente del posto. Quindi, oggi discuteremo nel Consiglio per gli Affari esteri su come impegnarci con la nuova leadership della Siria e a quale livello impegnarci con loro, e naturalmente quali altri passi siamo disposti a compiere se vediamo che la Siria va nella giusta direzione”.


“Sull’Ucraina – ha aggiunto Kallas -, i ministri degli Esteri oggi adotteranno il 15° pacchetto di sanzioni” contro la Russia e gli altro attori che hanno responsabilità nella guerra di aggressione ruussa. Il pacchetto “include sanzioni alla flotta ombra” che aggira le sanzioni contro il petrolio russo, “e ai funzionari della Corea del Nord e alle aziende cinesi che stanno consentendo questa guerra. Inviamo un messaggio chiaro, che chiunque consenta a questa guerra di continuare deve pagare un prezzo”. A un giornalista che chiedeva se si parlerà del possibile invio di contingenti militari europei per mantenimento della pace in Ucraina, nel caso in cui vi sia un cessate il fuoco con la Russia (un’ipotesi di alcuni leader dell’Ue parleranno a una cena informale alla Nato mercoledì), l’Alta Rappresentante ha risposto: “Beh, prima deve esserci la pace, per poter inviare le forze di mantenimento della pace; e la Russia non vuole la pace, questo è molto chiaro”. Kallas ha citato a questo punto un’intervista di una settimana fa di Sergey Lavrov, il ministro degli Esteri russo, a Tucker Carlson dell’AP: “Se guardate l’intervista – ha detto -, è chiaro che non hanno fatto un passo indietro dai loro obiettivi, quindi non possiamo discuterne”.


I ministri degli Esteri discuteranno infine “sugli sviluppi che stiamo vedendo in questo momento in Georgia, che non stanno andando nella giusta direzione”, ovvero “nella direzione in cui dovrebbe andare un paese candidati. Perciò discuteremo – ha spiegato l’Alta Rappresentante – quali sono le conseguenze per il governo georgiano che usa la repressione e tutti gli strumenti che sta usando contro l’opposizione nel Paese. Che cosa possiamo fare dalla parte europea? Una questione è ovviamente quella delle sanzioni, e l’altra è anche limitare il regime dei visti” che permettono a queste persone di viaggiare nell’Ue. Su questo punto, come è noto, c’è un problema perché l’Ungheria è assolutamente contraria a sanzionare la Georgia. “Abbiamo avuto delle discussioni e ovviamente – ha detto Kallas – siamo 27 democrazie con le loro idee, quindi ci vuole tempo, ma sì, abbiamo proposto l’elenco per queste persone da sanzionare, persone che usano davvero la forza e la violenza contro l’opposizione, e stiamo anche discutendo del regimi dei visti, di come eventualmente limitarli” per le persone responsabili, “e se decidere di incaricare la Commissione europea di elaborare quella proposta”.


La lista delle sanzioni, ha precisato, “è già stata proposta, la discussione non più tanto su questo, ma tutti devono essere d’accordo sulla lista, quindi non ci siamo ancora. Vedremo se ci arriveremo, e che cosa succederà alle elezioni presidenziali, poi la presidente (quella attuale, Salomé Zourabichvili, ndr) è in carica e fino al 29 dicembre: potrebbe succedere molto nel frattempo”. Tornando sulla Siria, in risposta alle domande dei giornalisti, Kallas ha spiegato che “prima dobbiamo discutere a quale livello ci impegnamo con la nuova leadership siriana, e poi che tipo di misure siamo disposti a prendere per avere relazioni con loro”. Perché, ha sottolinetao, “per noi non sono solo le parole che contano, ma vogliamo vedere i fatti andare nella giusta direzione: non è solo quello che dicono, ma anche quello che fanno. Penso che le prossime settimane e mesi mostreranno se andranno nella giusta direzione e penso che allora saremo anche aperti a discutere i prossimi passi”. L’Alta rappresentante ha poi osservato che non è vero che l’Ue si stia muovendo troppo lentamente riguardo all’evolvere della situazione in Siria: “Penso che siamo stati molto rapidi in questo processo. Voglio dire, sabato ero in Giordania e abbiamo discusso con i Paesi arabi, così come con la Turchia e gli Stati Uniti, su come impegnarci e quali sono le condizioni per impegnarci, e quello che ci attendiamo” con il nuovo regime siriano. “E penso che sia molto importante che abbiamo la stessa visione del quadro della situazione, perché sono importanti non solo gli attori internazionali, ma anche gli attori regionali. Penso che non possiamo lasciare un vuoto, e che non l’abbiamo fatto. Voglio dire: il nostro diplomatico più importante in Siria andrà a Damasco oggi, avrà i contatti lì e discuteremo anche con i ministri degli Esteri su quale sarà il livello di impegno e come procedere da qui in avanti. Quindi, penso che in termini di funzionamento normale dell’Unione europea siamo stati piuttosto rapidi”. Quanto al messaggio ai siriani riguardo al ruolo della Russia e dell’Iran, che si sono improvvisamente e inaspettatamente disimpegnati dal sostegno al regime di Assad, determinandone la caduta, Kallas ha rilevato che questo “mostra chiaramente a tutti, e possiamo anche parlarne liberamente, che, sapete, Russia e Iran non sono vostri amici, non vi aiutano se siete nei guai. Hanno abbandonato il regime di Assad, e questo è un messaggio molto chiaro, che mostra che sono indeboliti, e penso – ha concluso – che questo sia un messaggio positivo per il mondo”.

Arik Bendaud: “Quando in Israele dici Italia è la parola magica”

Arik Bendaud: “Quando in Israele dici Italia è la parola magica”Roma, 16 dic. (askanews) – (di Pierluigi Allotti) Arik Bendaud, 45 anni, romano, senior manager nel settore high-tech negli ultimi 15 anni e ora consulente per start-up, sposato con una cittadina olandese e padre di quattro figli, è il presidente del Comites Tel Aviv, conosciuto e stimato tra gli ‘Italkim’ in Israele. I Comites (Comitati per gli italiani all’estero) sono organismi rappresentativi eletti direttamente dai connazionali residenti all’estero, in ciascuna circoscrizione consolare ove risiedono almeno 3 mila connazionali registrati all’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero). Askanews ha incontrato Arik (da remoto) e lui ci ha raccontato la sua storia.


Quando sei arrivato in Israele? Quando ti sei trasferito? ‘Nel 2008, per ragioni personali, ho deciso di prendere una pausa. Vivevo a Roma, ero commercialista, avevo una vita impostata e pensavo di conoscere già la mia strada. Poi però ho sentito il bisogno di staccare da tutto, di prendere una pausa appunto. Nel maggio 2008 ho deciso di partire per Israele con l’idea di tornare a Roma alla fine dell’estate, per riprendere la mia vita di sempre. E invece sono venuto qui e non sono più tornato. Ho preso tutt’altra direzione’.


Trasferitomi, ‘ho prima lavorato nel trading finanziario, ma il mio sogno era entrare nell’high-tech. Ho lavorato nell’high-tech per una società chiamata ironSource; ho iniziato nel 2013 e l’ho lasciata nel gennaio 2023, quasi dieci anni dopo. Una società che era una start-up di 60 persone quando sono stato assunto, e sette anni dopo, quando ci siamo quotati in borsa sul Nasdaq, eravamo già oltre mille. Ho lavorato nell’ambito commerciale e finanziario; ho avuto diversi ruoli di rilievo gestendo diverse decine di persone. Ho fatto la mia carriera in quella società, poi ho lavorato in un’altra start-up in ambito medico – Tytocare – e poi adesso ho iniziato un’attività autonoma perché faccio consulenza ad alcune start-up italiane e israeliane in ambito high-tech, per sfruttare un po’ quelle che sono le mie varie conoscenze degli ultimi 15 anni’. Parlaci della comunità italiana in Israele.


‘La comunità italiana in Israele è abbastanza grande ed è in continua crescita. Noi siamo il Comites più grande dell’Asia, con oltre 19 mila iscritti (all’Aire), e poi c’è il Comites di Gerusalemme con circa 3 mila. Ovviamente in questi numeri ci sono anche molti italiani per discendenza. Io sono qui da sedici anni e mezzo e la tendenza è in crescita: due o tre anni fa circa eravamo 17.700. Poi la recente legge, che prevede sanzioni per i non iscritti all’Aire, ha spinto in qualche modo la gente a registrarsi e in tanti si sono registrati. Inoltre in questi anni ho visto tanti ragazzi che dall’Italia sono venuti qui, dopo il liceo e l’università, per cercare lavoro e una direzione nella vita, spinti dal sentimento sionista oltre che dal fatto che l’economia israeliana è molto dinamica e offre grandi opportunità per chi ha voglia di emergere’. E la tua esperienza nel Comites? Com’è cominciata?


‘Quando sono arrivato qui, nel 2008, ho scoperto che a Tel Aviv non c’era un centro di aggregazione per italiani. Ho voluto quindi creare questo punto di riferimento fondando la sinagoga degli italiani di Tel Aviv. Insieme ad altri due amici già alla fine del 2008 abbiamo trovato un posto che ci ha accolto, e intorno alla sinagoga si è creata una comunità composta oggi da diverse centinaia di persone di tutte le età, punto di riferimento anche per gli italiani che vengono in vacanza qui’. ‘Nel 2014, in occasione delle elezioni del Comites mi fu chiesto dall’allora presidente Raphael Barki – mio punto di riferimento per la mia ‘carriera’ in favore degli italiani in Israele – se volevo partecipare. Ho accettato, io sono sempre contento di dare il mio contributo quando si tratta di creare comunità. Mi sono presentato e sono stato eletto. Visto il mio passato da commercialista ho fatto il tesoriere del Comites nel primo mandato. Nel 2021, nelle nuove elezioni, svoltesi con due anni di ritardo per contrattempi di natura burocratica (di regola si vota ogni 5 anni), sono stato incoraggiato a candidarmi alla presidenza, ho creato una lista e sono stato eletto. Ho cercato di creare un Comites con una età media un po’ più bassa, coinvolgendo anche giovani di 20-30 anni, per cercare di rappresentare un po’ tutte le fasce d’età. Il Comites deve rappresentare tutti e mi sembrava giusto dare rappresentanza a tutti’. Che attività svolge il Comites Tel Aviv? ‘Come Comites Tel Aviv abbiamo sviluppato nel tempo diversi progetti, il più importante dei quali, secondo me, che portiamo avanti ormai da diversi anni, riguarda i pensionati perché in Israele non c’è un Caf. Così succede che molti italiani che si trasferiscono qui possono ritrovarsi con pratiche incagliate o con problemi di diverso genere, e all’improvviso magari anche senza pensione. Abbiamo quindi lanciato questo progetto per creare uno sportello di assistenza ai pensionati, grazie ad un finanziamento del Ministero degli Esteri. Ci siamo affidati a un team che si è specializzato nella materia e fa il ruolo del Caf. Il numero sempre crescente di italiani in Israele – e in particolar modo di pensionati – rende necessario questo sforzo da parte nostra e ci auguriamo che l’Amministrazione italiana trovi una soluzione stabile in tal senso che non dipenda dal Comites’. ‘Abbiamo poi un progetto, rivolto ai bambini e anche questo portato avanti già da alcuni anni, chiamato ‘Giro Girotondo’. Lo scopo è di creare dei luoghi di incontro per i bambini italiani in Israele, dove possano imparare la lingua e la cultura italiana (storia, geografia ecc.). Durante il periodo del Covid abbiamo attuato invece il progetto di ‘Positività e Resilienza’ promosso dalla nostra Vice Presidente Angelica Calò che prevedeva incontri settimanali da remoto, per aiutare le persone a superare i momenti di difficoltà e rafforzare la propria autostima. Un altro progetto importantissimo è il ‘Posso’: in sostanza uno sportello di assistenza psicologica che ha funzionato molto durante la pandemia. Abbiamo avuto anche un progetto per il teatro, con corsi di recitazione. Cerchiamo di fare insomma attività per unire gli italiani e di assisterli e rappresentarli nei rapporti con l’Ambasciata e il Consolato. Siamo una comunità in crescita, ma purtroppo lo staff dell’Ambasciata non cresce; ci sono tante persone che hanno bisogno di accedere ai vari servizi consolari (ad esempio passaporti) e a volte può prendere diverso tempo nonostante i grandi sforzi da parte dello staff del Consolato con cui c’è un’ottima comunicazione e collaborazione. La nostra speranza è che la crescita della comunità italiana in Israele possa essere sostenuta anche tramite l’ampliamento dell’organico amministrativo qui presente. La comunità italiana in Israele come vive il proprio rapporto con l’Italia? C’è attenzione per le vicende italiane? E gli israeliani come vedono l’Italia? ‘C’è un legame molto stretto e c’è grande interesse per ciò che avviene in Italia. Lo sport e soprattutto il calcio sono molto seguiti. Qui ci sono Roma, Inter, Milan club. L’aspetto sportivo è sicuramente molto presente, e anche la politica italiana si segue, ma forse – non vivendo in Italia – con un pizzico di distacco. In questo momento difficile c’è forse un maggiore coinvolgimento perché vogliamo capire cosa si dice di Israele in Italia. E’ stato importante per noi registrare la vicinanza ad Israele del governo ed al dramma vissuto a partire dal 7 Ottobre. Purtroppo, questo atteggiamento non è stato univoco e l’utilizzo dei ‘ma’ e la necessità di fare ‘politica’ anche di fronte al terrorismo ha lasciato il segno. Gli italiani tendono molto più degli altri a rimanere attaccati alle proprie radici, e questo secondo me è un aspetto molto importante. Con la tecnologia (Internet, social media) la distanza poi non si sente quasi più. Con Whatsapp puoi fare videochiamate quando vuoi, e adesso magari no perché c’è la guerra, ma anche i voli fino a un anno e mezzo fa erano molto convenienti: con 150/200 euro si poteva comprare un biglietto andata e ritorno per l’Italia, una cifra se non alla portata di tutti, di molti. Ora, come dicevo, è un momento difficile. La nostra vita è cambiata perché ci siamo purtroppo abituati a vivere nel timore con le sirene antimissile. Speriamo di poter tornare presto a vivere serenamente in questa terra e viaggiare come prima. Quanto agli israeliani, infine, quando qui in Israele dici che sei italiano la gente ti accoglie a braccia aperte: ‘L’Italia, che bella’, ci dicono…gli israeliani sono pazzi per l’Italia, hanno un amore per l’Italia sconfinato, quando dici Italia è la parola magica’.

Farnesina, Tajani: sostegno della politica a chi produce ed esporta

Farnesina, Tajani: sostegno della politica a chi produce ed esportaRoma, 16 dic. (askanews) – “Da oggi rilanciamo con forza il percorso per dare un vero sostegno della politica a chi produce ed esporta”. Lo ha detto al Correre della Sera il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, alla vigilia della conferenza degli ambasciatori italiani nel mondo che si apre oggi a Roma alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.


Dopo la prima giornata di lavori a Roma, le ultime due giornate si terranno a Milano, a indicare appunto “una nuova politica del governo di aiuto e sostegno alle imprese in tutti i campi, e in particolare alle imprese dell’export, che rappresenta il 40% del nostro Pil”, ha sottolineato il ministro. “Noi ci concentreremo nel sostegno alle aziende – ha spiegato il titolare della Farnesina – i capi impresa avranno la possibilità di confrontarsi faccia a faccia con i nostri ambasciatori, potranno stabilire contatti diretti per sostenere i loro programmi”. Tajani ha quindi annunciato l’intenzione di “riformare la struttura del ministero degli Affari Esteri nel settore del commercio estero, di potenziarla, facendo sì che le nostre ambasciate non siano solo le rappresentanze della nostra politica estera”.


“Assieme agli altri enti come Ice, Simest e Sace, devono diventare propulsori per la crescita economica. In un momento difficilissimo sul piano internazionale come questo, con due guerre su diversi fronti, il governo deve saper sostenere la crescita anche in questo modo”, ha concluso.